Portogallo in camper
Dopo 50 km ci siamo fermati a fare carburante e Marco, per forza dell’abitudine, ha fatto “benzina” e non diesel. Ce ne siamo accorti poco prima del pagamento, per fortuna, così il benzinaio ha potuto avviare il processo di svuotamento del serbatoio, rallentando tuttavia la nostra tabella di marcia di circa un’ora e mezza.
Per recuperare non abbiamo praticamente fatto soste, arrivando a Carcassonne per le 20.00.
Il parcheggio per i camper, a pagamento (10€/24h), si trova proprio sotto le mura medievali, quindi è comodissimo.
Il cielo era tutto grigio, così abbiamo preferito affrettarci a visitarla in modo da non rischiare la pioggia l’indomani.
Nel giro di 40 minuti avevamo percorso parte di mura e del centro cittadino, ricco di ristorantini e locali.
Bellissima, veramente, ci si sente un po’ nel medioevo.
Stanchi morti siamo tornati al camper per una veloce cena e per un po’ di meritato riposo.
2 agosto 2008 Alle 8.30 eravamo già pronti a scendere dal camper, anche perché uno splendido sole risplendeva nel cielo blu di Carcassonne.
E come, non vuoi rifare tutte le foto della sera prima, o quasi, questa volta ricche di luce? Eh! Abbiamo però evitato il giro dei Lices, ovvero lo spazio tra le due cinte murarie.
La cattedrale purtroppo era in parte in restauro ed il castello ancora chiuso, ma a sinistra dell’ingresso vi è una piccola piazzetta da cui si gode un ottimo scorcio.
Lasciando Carcassonne, in direzione Tolosa, a 600 – 700 mt dall’ingresso della cittadella, abbiamo notato un altro parcheggio per camper, denominato B2, gratuito, ma sterrato.
Meta successiva Pau, 1 stella TCI, in cui si trova il rinomato “boulevard des Pyrenees”, lungo viale di circa 2 km voluto da Napoleone con a est il parc Beamont ed a ovest il castello.
Noi abbiamo iniziato, dopo aver trovato un enorme parcheggio in cui lasciare il camper, dalla zona del castello, circondato da stradine ricche di ristorantini.
Il castello, eretto come fortezza, fu poi trasformato in dimora rinascimentale, poco significativa per il mio gusto.
Da questo lato anche il “boulevard” è stato abbastanza deludente, quindi abbiamo preferito non indugiare oltre e proseguire alla volta di Bayonne.
Avevo letto sulla guida del TCI che ogni anno, ad inizio agosto, Bayonne vive una settimana di festa con corride, balli e musica.
Avvicinandoci, e trovando macchine parcheggiate ovunque, abbiamo subito capito di essere arrivati nei giorni giusti. Tutti sono vestiti di bianco con qualche elemento rosso, tipo un foulard, bellissimo. In centro è pieno di tavolate dove si mangia e si beve. Prima siamo stati alla cattedrale ed al castello vecchio, poco interessanti, poi, ma con poco entusiasmo, siamo andati al castello nuovo. Qui abbiamo trovato l’arena, dove stavano allestendo per la corrida. Per 5 € si ha l’accesso all’arena e … volendo … si può restare ad aspettare il toro e … sempre volendo … sfidarlo!! Noi abbiamo preferito comunque evitare le cornate e salire in una parte più alta, da cui siamo riusciti a vedere l’ingresso del bestione e qualche sfida, nonché ribaltamento di alcuni ragazzi.
Dopo un po’ hanno portato via il toro e noi siamo tornati al camper, anche se forse la corrida non era terminata.
A Burgos non saremmo riusciti ad arrivare prima delle 21.30, così abbiamo preferito cercare un campeggio lungo la strada, trovandone uno dopo San Sebastian, a Zarautz. Sembrava, dalla cartina, essere sul mare, ed invece siamo andati in alto, in collina. Sul cancello c’era la scritta “completo”, ma un buchino per una notte ce l’hanno trovato, e che posto, vista mare!! Una favola!! Gasati abbiamo montato tavolino e sedie e mangiato fuori, spettacolare! Sarà un peccato domani dover partire.
Dal campeggio c’è una strada sterrata che, a piedi, consente di arrivare al mare, un po’ faticoso, ma comodo.
3 agosto 2008 Al nostro risveglio, il cielo era grigio, così non ci è dispiaciuto dover abbandonare quel panorama incantato.
La meta della giornata è stata Burgos, con la visita della sua spettacolare cattedrale gotica, dove è sepolto El Cid, il famoso e quasi leggendario avventuriero. Eccezionali sono le guglie gemelle, alte 84 mt e circondate, a loro volta da diversi pinnacoli.
Anche l’interno è interessante, in particolare la cupola centrale dalla volta stellata e la Scalinata Dorata. Si passa quindi alla visita del chiostro, dopo aver superato diverse sale museali. Siamo arrivati a Burgos verso le 13 di domenica, calda, afosa, con tutti i negozi chiusi, ed anche se leggermente vivace … invogliava poco alla visita.
Abbiamo visto la statua de El Cid, raffigurato con il mantello svolazzante e la spada brandita verso l’alto, percorso il Paseo del Espolon, lungo viale albertato, arrivando all’Arco de Santa Maria.
Alla fine ci siamo arresi e siamo tornati al camper, lasciato in Plaza del Conde de Castro, per partire, finalmente alla volta del Portogallo e arrivare a Miranda do Douro, dopo aver superato 3 dighe (l’ultima segna il confine) che vanno a creare degli affascinanti canyon. Siamo entrati in campeggio alle 18 con 38 gradi esterni.
Ora sono le 22.30 e ci sono 32 gradi fuori e 33 dentro! 4 agosto 2008 Questa mattina, con un cielo azzurro terso, ce la siamo presi abbastanza comoda, facendo anche il carico/scarico. Prima di ripartire abbiamo fatto una rapida passeggiata per le vie deserte di Miranda e poi ci siamo diretti a Braganca.
Nei pressi del castello, attrattiva principale, ci sono diversi parcheggi. La cittadella è abbastanza ben conservata, certo, non ai livelli di Carcassonne, ma ci sono dei bar e qualche negozietto. All’interno delle mura si trovano i resti del castello originale, fatto fortificare nel XV sec. Al centro vi è la Torre de Menagem con all’interno un Museo Militare, di per sé poco interessante, ma pagando 1,5 € consente di salire sulla cima, da cui si gode un ottimo panorama sull’intera cittadella.
Percorrendo successivamente strade deserte, siamo arrivati a Guimaraes, dove siamo andati a colpo sicuro nel parcheggio del castello, in cui, probabilmente, è anche possibile dormire.
Il castello è molto simile a quello di Braganca, ma meno caratteristico ed il panorama meno suggestivo. Non molto distante si trova il Paco dos Duques, capeggiato da parecchi comignoli di mattoni. Fu eretto nel 1401 e successivamente restaurato perché diventasse la residenza di Salazar. Qui, con uno slancio d’entusiasmo, sono voluta entrare, nonostante la mia riluttanza verso gli interni di palazzi e castelli e … sono rimasta … annoiata. Vabbè, almeno a volte ci provo.
Siamo scesi poi verso la parte vecchia della città, arrivando alla caratteristica e medievale Largo da Oliveira, con la sua chiesa, un’edicola gotica e tanti bar con i loro tavolini.
Del campeggio locale, la LN parlava bene, un po’ meno di quello di Braga, a 20 km, dove saremmo potuti arrivare, così abbiamo deciso di fermarci, riuscendo anche a fare una sosta al supermercato. C’è anche una piscina all’interno del campeggio, ma chiude alle 20 e noi siamo arrivati poco prima. Pazienza, ci siamo accontentati della doccia! 5 agosto 2008 Giornata ricca ed intensa e soprattutto iniziata molto presto, pur non essendo nelle intenzioni. Certo, l’idea era di lasciare il campeggio verso le 9 e ci siamo quindi organizzati di conseguenza. Siamo arrivati al cancello ed era ancora chiuso … strano. La guardia ci ha fatto capire che nel giro di 5 minuti sarebbe arrivato qualcuno, alle 8. Lì ho avuto l’illuminazione, in Portogallo sono indietro di 1 h!! Chi ben comincia … siamo riusciti a visitare: Braga, Ponte de Lima, Lindoso, Viana do Castelo ed arrivare a Porto! A Braga abbiamo impiegato circa mezz’ora prima di riuscire a parcheggiare, in Rua de Santa Margherita, in alto, ma rimane comunque comodo per il centro. Si passa per la verde Praca da Repubblica e si arriva alla zona pedonale. All’angolo con Rua do Souto ci siamo concessi un caffè a 0,6 €, nel bar “A Brasileria”.
La SE’ è la più antica del Portogallo, iniziata nel 1070, ma terminata solo il secolo successivo. Per questo si sovrappongono diversi stili. Interessante è la cappella con azulejos che riproducono la vita del primo vescovo di Braga, nonché il guardare a testa in su ed ammirare l’organo barocco con alle spalle gli scranni del coro. Usciti, vi è l’Antigo Paco Episcopal ed il più interessante Jardim de Santa Barbara, ricco di fiori.
Si conclude il giro con l’Arco da Porta Nova. Appena oltre vi è un’ottima panetteria! Per tornare al camper abbiamo percorso alcune strade pedonali, ricche di negozi.
Ci siamo rimessi in moto, in direzione nord, per essere sicuri di vedere proprio tutto e siamo andati a Ponte de Lima, per ammirare il ponte romano. Mi aspettavo qualcosa di simile a quello che c’è in Francia, Pont du Gard, dalle parti di Nimes, ma è molto più semplice. Qui è carino il complesso, ovvero il ponte e la cittadina, con le sue piazzette vivaci con i tavolini e quello che resta delle mura, con due torri merlate. Ai piedi del ponte c’è un grosso parcheggio, in cui, in realtà, i camper non potrebbero entrare, ma … essendo solo una breve sosta … ci siamo arrischiati.
Mi sono poi azzardata a pianificare una sosta a 50 km ad ovest, a Lindoso, in mezzo alle montagne, per andare a cercare gli espigueiros, enormi granai di granito, che sembrano enormi tombe. Servivano per far seccare ed immagazzinare il grano ed il mais raccolti. Pensavo di vederne giusto un paio, mentre in questa località ce ne saranno più di 20, tutti molto vicini, ai piedi di quel che resta del castello, oggi in fase di restauro. Devo dire che ne è valsa la pena, sono affascinanti e fuori dal comune.
Sono stata incerta se fermarmi o meno a Viana do Castelo, e leggendo il diario di un altro viaggiatore mi sono convinta, soprattutto per il panorama, ma sono rimasta un po’ delusa.
Abbiamo lasciato il camper al porto nel parcheggio a pagamento, in Rua Alves Cerqueira, alle spalle della Gil Eannes, la nave ospedale che un tempo forniva soccorso ai pescatori e trasformata oggi in ostello. Siamo andati in Praca de la Repubblica, molto carina, con una fontana rinascimentale, il vecchio municipio ed un palazzo, che un tempo serviva da ospizio, con una loggia sorretta da cariatidi. Infine siamo andati a cercare la funicolare, alle spalle della stazione, (bisogna salire la scalinata di ferro sulla destra della stazione e poi andare ancora a destra verso l’edificio con le due cupolone) per salire sul Monte de Santa Luzia per ammirare il panorama, che purtroppo, però, non è così eccezionale. Armati di buona lena siamo tornati al camper, dopo una sosta al centro commerciale della stazione ricco di negozi e ristoranti, e partiti per Porto.
Qui abbiamo girato un’ora. Avevamo letto in un diario di luglio 2007 di un parcheggio Alfandega, dove era possibile anche dormire. Dopo essere stati tanto in coda, siamo riusciti ad arrivarci ed abbiamo scoperto che hanno vietato l’accesso ai camper. Così abbiamo pensato di andare in campeggio, a Preluda, ma l’hanno chiuso.
Quindi abbiamo impostato il navigatore su uno dei campeggi più lontani, ma vicino al mare, Marisol. Mancavano pochi metri ed abbiamo trovato una strada chiusa, perché la stavano asfaltando. A quel punto il navigatore per riportarci, ci ha fatto passare per un vecchio quartiere con strada stretta ed in acciottolato. Ho temuto di restarci bloccati! Alla fine siamo arrivati nell’unico campeggio in cui non volevo andare, Salgueiros, perché, c’era scritto, sulla LP, “i campeggiatori sono stipati come sardine”. All’inizio ci siamo potuti mettere comodi tra un albero ed un altro camper, lasciando spazio in mezzo per scendere o per metterci eventualmente il tavolino con le sedie. Siamo andati a fare un giro, scoprendo che il mare è molto vicino, circa 500 mt. Siamo tornati e stavano montando una tenda in mezzo a noi, incredibile! Domani comunque staremo in giro tutto il giorno, quindi … pace. Questa sera fa freschino, ci sono 20 gradi, quindi sfrutteremo senz’altro il piumino! 6 agosto 2008 Grandi camminate nella giornata di oggi, su e giù per le vie di Porto.
Siamo usciti alle 10.00 circa; subito a destra del campeggio c’è la fermata del bus n. 15, che passa ogni 15 min circa e per 1,50 € porta in Praca da Batalha. Fa tantissime soste, ma corre come un disperato ed in meno di mezz’ora si è in centro.
Qui abbiamo subito percorso Rua Santa Caterina, via pedonale dei negozi, che ci ha portato al Mercato do Bolhao, del XIX sec. In ferro battuto, molto caratteristico.
Sull’incrocio tra Rua Santa Catarina e la via del mercato, Rua Fernando Tomas, si nota la facciata di azulejos della Capela das Almas.
Ci siamo spostati verso il Municipio, imperioso, ed abbiamo percorso Av. Dos Aliados, arrivando alla stazione Sao Bento, costruita in stile parigino, ma con l’ingresso colorato dagli azulejos.
Abbiamo approfittato del sottopasso della metropolitana per salire alla cattedrale, chiusa però per restauro, o forse per il pranzo, con un portico decorato, anche qui, con azulejos del 700, che raffigurano scene tratte dal Cantico dei Cantici.
Successivamente siamo stati alla Igreja dos Clerigos, a pianta ovale, con alle spalle la torre alta 76 mt, su cui siamo, naturalmente, saliti.
Abbiamo poi percorso l’itinerario a piedi proposto dalla LP, che parte da questo punto.
Siamo arrivati al Palazzo della Borsa ed abbiamo buttato un occhio all’interno per vedere il salone principale, in cui avvenivano le contrattazioni. Accanto c’è l’Igreja de Sao Francisco, chiesa sconsacrata che contiene quasi 100 kg di foglie d’oro. E’ incredibile, eccessiva, ma lascia stupefatti e a bocca aperta.
Sulla piazza c’è uno dei ristoranti consigliati dalla LP, così ne abbiamo approfittato per fare pranzo. Il 90% dei clienti avevano con sé la LP!!! Marco si è mangiato il baccalà con le patate e non è neppure riuscito a finirlo ed io una costoletta con le patatine ed un po’ di riso. Marco ha poi preso una fetta di torta ed io un’ottima mousse al cioccolato, credo fatta in casa. Due birre ed il totale è arrivato a 10 € a testa (Churrasqueira do Infante).
Da qui siamo poi arrivati alla vivace e colorata Ribeira, da cui si ammira il ponte de Dom Luis I, a 2 livelli, del 1886. Il livello superiore è riservato ai pedoni ed al treno, mentre quello sottostante alle macchine ed ai pedoni, con marciapiede.
Siamo passati così sulla riva opposta, a Vila Nova de Gaia, sia per scattare ancora qualche foto della Ribeira, sia per scegliere una delle 60 cantine di Porto per la degustazione, nonché l’acquisto.
Pensavamo di visitare una di quelle consigliate dalla LP, tra le più rinomate, poi siamo stati avvicinati da un PR della Cantina Vasconcellos che ci ha “convinti” ad andare da loro, per due ragioni principali: la prima è che le altre marche si possono trovare ovunque, mentre la loro è tipica portoghese e la seconda è che hanno una guida in italiano. Il giro è un po’ misero (rispetto per esempio a quello fatto nelle cantine della MOET in Francia), si vedono solo alcune botti, ma poi abbiamo degustato 4 tipi di Porto diversi, due bianchi e due rossi. La degustazione costerebbe 3 €, a meno di non compare ed a quel punto non si paga.
Noi ci siamo presi un bianco, da bere freddo, invecchiato 12 anni ed un rosso di 20 anni in decanter. Poi abbiamo acquistato un rosso per i nostri genitori, che si può servire sia freddo come aperitivo, che a temperatura ambiente, con i formaggi ed i dolci, di 15 anni, riserva special. Ottimi! Soddisfatti, ci siamo incamminati verso il camper, ma abbiamo fatto un po’ i pigri, prendendo la funicolare, per risparmiare un pezzo in salita.
Al mattino, passando in Rua Formosa, avevamo visto un negozio di bonsai, chiuso, con delle piante di fico ad un prezzo interessante, così prima di andare all’autobus, abbiamo provato a ripassare e sono riuscita a fare l’acquisto ed ora il piccino è qui con noi! 7 agosto 2008 Giornata di poche soddisfazioni.
Abbiamo iniziato con Lamego, famosa per il suo Santuario De Nossa Senhora Dos Remedios ed in particolare per la sua monumentale scalinata di 600 gradini che parte dall’abitato per arrivare alla sommità della collina, in stile rococò, con fontane, azulejos, statue. Maestosa! Noi, non intenzionalmente (c’era la strada interrotta a scendere in paese), siamo arrivati con il camper fino al Santuario. Dopo la visita, abbiamo percorso in discesa un paio di rampe di scale, ma abbiamo poi preferito cambiare parcheggio, spostandoci verso la cittadina, volendo arrivare sino alla SE’.
Prima dell’ultima rampa, passa una strada, lungo la quale è possibile parcheggiare, mentre in centro non ci siamo riusciti. Ovvero avevamo trovato, ma era zona militare … Dal basso la vista del Santuario, con la sua scalinata, è davvero incredibile. Erano le 12.30 e passando lungo Av. Dr. Alfredo de Sousa, in direzione della Sé, abbiamo trovato un ristorantino con i tavolini sulla strada, in cui era pubblicizzato in prosciutto crudo di Lamego, così ne abbiamo approfittato per fermarci a pranzo.
Come antipasto abbiamo preso un piatto di prosciutto crudo ed uno di formaggio, poi a seguire diversi tipi di salsiccia, un piatto di patatine ed una terrina di riso, oltre a mezzo litro di vino bianco, tipico della zona. Hanno portato tutto insieme e naturalmente abbondante, con l’aggiunta anche di olive. Il prosciutto, tagliato a mano, è ottimo, mentre alcuni tipi di salsiccia non ci sono molto piaciuti, tipo il sanguinaccio.
Il tutto per 23,50 €, non male direi.
Quindi, sia per la scalinata del Santuario, sia per il pranzo, questa sosta è stata positiva.
Meta successiva è stata Viseu, in cui però, di discreto, c’è solo la cattedrale di granito del XVIII sec. Con chiostro rinascimentale, quindi, molto rapidamente siamo tornati al camper e siamo ripartiti per Aveiro, la Venezia portoghese, su cui avevo grandi aspettative; credevo di trovare una cittadina come quella vista in Olanda, Giethoorn, con tanti canali, stretti, immersi nel verde, ed invece ci sono pochi canali, larghi e poco significativi che girano per la cittadina. Ne ho approfittato però per acquistare il dolce tipico “Oves Moles” che assaggeremo nei prossimi giorni. Nella scelta del campeggio avevamo visto quello Orbitur, che sarebbe dovuto essere a circa 12 km da Aveiro. Certo, in linea d’aria … forse! Peccato sia su un lembo di terra che per arrivarci si devono percorrere quasi 50 km! Comunque, ha un accesso alla spiaggia, dove si arriva con 20-25 min di cammino, e dato che si può lasciare il campeggio verso le 14, ne approfitteremo domani per un primo bagno, se c’è una bella giornata di sole, prima di andare a Coimbra.
8 agosto 2008 Abbiamo fatto suonare la sveglia con comodo alle 8.30 e fuori, pur essendoci un bel cielo blu, c’erano 17° C, così siamo tornati a letto per un’altra ora! Alle 10.30 ci siamo diretti alla spiaggia, dove siamo arrivati dopo 20 min circa. Ai nostri occhi si è presentata ancora deserta, con onde del mare alte, vento frizzante. Ho capito subito che di fare il bagno non se ne parlava proprio, così abbiamo un po’ camminato sulla battigia e scattato delle foto. Dopo di che ci siamo re-instradati verso il camper.
All’uscita del campeggio abbiamo svoltato a destra, verso la punta di Sao Jacinto, ma non c’è nulla di interessante.
Abbiamo impostato sul navigatore Coimbra e, una volta arrivati, abbiamo trovato parcheggio in Traversa Oleiros (N 40° 12’ 38’’ – O 8° 26’ 00’’), di fronte a Largo das Olarias.
Da qui siamo scesi fino a Largo da Portagem per imboccare la pedonale Rua Ferriera Borge ed arrivare all’arco de Almedina, porta moresca. Qui abbiamo affrontato la strada “spacca schiena” , Rua Quebra Costas, che conduce alla SE’ vecchia (Velha). La severa facciata contrasta con il portale sul fianco sinistro, risalente al periodo del rinascimento.
Siamo arrivati all’università nuova, poco significativa, e poi a quella vecchia.
La piazza centrale, Patio dos Escolas, è maestosa, con la torre dell’orologio, la statua di Joao III. Ci siamo anche intrufolati in alcuni corridoi, ma in questo periodo, senza nessuno studente, sembrava vuota e silenziosa. Peccato.
Per tornare al camper siamo arrivati sino a Praca 8 de Maio con l’interessante facciata De Santa Cruz.
Ci siamo diretti poi a Tomar, per visitare il Convento De Cristo, quartier generale dei templari, ma siamo arrivati all’ora di chiusura.
Così siamo scesi in città a fare due passi ed abbiamo trovato i cartelloni pubblicitari della corrida, ma non siamo riusciti a comunicare con il signore che vendeva i biglietti.
Una volta arrivati alla cattedrale siamo tornati al camper, che avevamo lasciato proprio al di là del fiume, all’incrocio tra R. Santa Iria e Av. Norton de Matos.
Abbiamo cercato il campeggio municipale, ma è stato chiuso, così siamo tornati al Convento, dove c’erano già parcheggiati 5-6 camper ed altrettanti ne sono arrivati successivamente. Abbiamo chiamato il campeggio di Lisbona, ma non accettano prenotazioni.
9 agosto 2008 Oggi giornata molto ricca! Ci siamo svegliati davanti al Convento De Cristo, a Tomar, quindi siamo entrati tra i primi. E’ veramente eccezionale: si susseguono chiostri, sale, archi, vedute ed ancora altre stanze per dormire e per mangiare. E’ una scoperta costante per quasi due ore. Interessante è sicuramente la Charola, chiesa a 16 lati che pare consentisse ai cavalieri templari di assistere alla messa a cavallo, oltre alla Sala Capitolare in cui la pietra è stata lavorata per ricordare l’epoca delle grandi scoperte, rappresentata da corde attorcigliate, alghe, oggi ingiallite dai licheni.
Meta successiva è stata Fatima, su cui avevo sentito giudizi contrastanti.
Arrivando al parcheggio verso le 13, era pieno di famiglie accampate per il pranzo, o con tavolini portati da casa o appoggiati a quelli comunali.
Sul terrapieno dietro la chiesa invece c’erano piantate diverse tende.
Primo approccio sicuramente strano.
Poi si va sul davanti e tutto cambia.
Oltre alla vecchia chiesa, più classica, ne è stata costruita una di fronte, super moderna, quasi un grande teatro, che può contenere 9.000 persone.
Al centro vi è il luogo dell’apparizione, attorniato sempre da fedeli. Poco oltre vi è quello delle offerte, ovvero dove vengono bruciate delle candele, vendute poco distante. Infine c’è una strada lastricata che i fedeli possono percorrere inginocchiati.
Si vede in po’ di tutto, tra cui ragazze quasi in reggiseno o ragazzini schiamazzanti, c’è poco rispetto e forse poca religiosità. Molti curiosi. L’unico punto in cui ho percepito una certa spiritualità è nel luogo dell’apparizione.
Il mio giudizio comunque è assolutamente positivo. Arrivarci poi nei giorni di ricorrenza deve essere ancora più emozionante.
In pochi chilometri siamo arrivati a Batalha, per visitare il Monastero De Santa Maria da Vitoria, in stile gotico-manuelino e tra i Patrimoni dell’Umanità, simile a Tomar, ma con meno sale da visitare e da scoprire.
L’abbazia è maestosa, sia dall’esterno che dall’interno. Entrando, sulla destra, c’è l’incredibile Capela do Fundador, con al centro le spoglie di Joao I e della moglie, mentre quelle dei figli più giovani si trovano lungo le pareti.
Anche qui ci sono diversi chiostri, archi e volte.
Una volta usciti restava ancora da visitare, sulla destra, Le Capelas Imperfeitas, incompiute, prive di tetto. Eccezionale il portale ricco di intagli.
A Batalha c’è un bel parcheggio riservato ai camper e ci si arriva guidati dai cartelli, alle spalle comunque del Monastero, non ci si può sbagliare.
Anche ad Alcobaca c’è un grande parcheggio, anche se un po’ in pendenza. In un attimo si raggiunge il retro del Mosteiro De Santa Maria, quindi bisogna girarci attorno per arrivare alla facciata. Anche in questa chiesa, l’interno è maestoso, lungo 106 cm e largo 23 cm con alte colonne.
Sul fondo ci sono due tombe riccamente scolpite di Dom Pedro e della sua amante, Dona Ines, con una storia simile a quella dei nostri Giulietta e Romeo, ma un po’ più macabra.
Entrando in chiesa, sulla sinistra, si accede al Monastero, con la Scala dos Reis, ricca di azulejos. Per il pernottamento ci siamo spostati in campeggio a Sao Martinho do Porto, in modo da poter caricare pc, batterie delle macchine fotografiche, etc. Altrimenti saremmo potuti restare anche nel grande parcheggio di Alcobaca.
10 agosto 2008 Ci siamo svegliati che era tutto nuvolo, così mi sono vestita un po’ più pesante. Tempo mezz’ora e il sole splendeva alto in cielo.
Arrivati però ad Obidos dei nuvoloni ed un po’ di vento mi hanno obbligato ad indossare nuovamente il maglione.
Qui c’è un parcheggio per i camper che costa 2,50 € per la sosta diurna e 6,00 € per quella notturna, vicino all’aquedotto e poco distante dalle mura d’ingresso.
Il paesino è davvero bello, con case bianche con i bordi dipinti di blu o di giallo, strade che salgono e che scendono, buganvillee in fiore, negozietti più o meno caratteristici.
Poi ci sono le mura a completare il quadro. È possibile salirvi e percorrerle, scattando qualche foto panoramica sulla città.
Meta successiva Peniche, dove siamo arrivati con il cielo nuvolo, di domenica ed all’ora di pranzo, quindi tutti i turisti e gli autoctoni, invece di essere in spiaggia, intasavano il traffico ed affollavano i ristoranti. C’era coda davanti a ciascun locale che porta alla fortezza, che, naturalmente, a quell’ora, era chiusa. Insomma, per noi è stata tutt’altro che una sosta positiva e ci siamo affrettati a ripartire, in direzione Lisbona, in modo da arrivare presto al campeggio di Monsanto e non avere problemi di posto. In realtà si tratta di un campeggio enorme, con piscina, self service, lavanderia e … Posto per tutti, io credo! A noi è stata assegnata una bella piazzola, non troppo lontana dalla piscina ed allo stesso tempo dai bagni. Abbiamo la nostra panchina privata, attacco luce e punto acqua. Veramente ottimo. Per l’accesso abbiamo delle tessere magnetiche. Siamo vicini al Decathlon, ma soprattutto … All’Ikea, dove mi piacerebbe fare un salto, anche se ad Amburgo avevo già avuto la prova che vendessero esattamente le stesse cose che abbiamo in Italia.
Tempo mezz’ora eravamo già diretti alla fermata del bus 714, che rimane, uscendo dal campeggio, a destra, dal lato opposto della strada. Abbiamo fatto, anche qui, il biglietto a bordo (1,40 €).
Il capolinea è in Praca da Figueira, ma noi siamo scesi un po’ prima, in Praca do Comercio.
Purtroppo, essendo domenica, molti negozi sono chiusi, anche se la città è piena di turisti. Siamo stati alla SE’, nel quartiere dell’Alfama e poi abbiamo percorso la via pedonale, R. Augusta, fino a Praca Dom Pedro IV. Nel frattempo la stanchezza ha preso il sopravvento. Abbiamo fatto il biglietto giornaliero, ovvero una tessera magnetica su cui poi ricaricare i vari giorni. Il costo è di 3,7 € per il biglietto giornaliero, oltre a 0,5 €, la prima volta, per la tessera.
Siamo andati al capolinea del nostro bus e siamo tornati in campeggio.
11 agosto 2008 Siamo usciti dal camper alle 9 e ci siamo tornati alle 21.00 circa. Devo ammettere che è stata una giornata davvero intensa e … Sentendo i miei piedi stanchi ed affaticati …Forse troppo. Non abbiamo fatto colazione in camper, ma siamo andati a farla alla Pasteis de Belem, dato che il nostro 714 ferma proprio davanti, con i tipici dolci alla crema, appena sfornati. Ottimi! I primi due sono scomparsi in un battibaleno, così siamo stati “costretti” a prenderne altri due! Alle 10 ancora non c’era coda per acquistare i dolci, forse perché, e l’abbiamo scoperto dopo, il lunedì è tutto chiuso, tra cui il vicino Mosteiro dos Jeronimos. Il lunedì è aperto solo il castello e l’Oceanario.
Noi abbiamo così seguito l’itinerario a piedi proposto dalla LP.
La SE’ l’abbiamo già visitata ieri, quindi siamo saliti sul mitico tram 28, fino al Miradouro de Santa Luzia, abbastanza squallido, forse perché ci sono dei lavori in corso proprio sotto e quindi è difficile godere del panorama. Successivamente siamo saliti al Castello, da cui sono riuscita finalmente a fotografare il ponte 25 aprile, simile a quello di San Francisco, e gran parte della città. Le mura, rispetto a quelle viste nei giorni scorsi, non sono speciali, ma nel complesso cittadino riescono a riequilibrare il moderno delle vie circostanti con un po’ di passato.
La Igreja de Sao Vincente de Fora era purtroppo chiusa, così abbiamo proseguito per il Miradouro da Graca, da cui si gode un ottimo panorama sulla città ed anche sul castello.
Abbiamo quindi ripreso il 28, fino quasi a R. Augusta, il vialone centrale, dove ci siamo poi fermati per far pranzo alla Concha D’Ouro, ma ci hanno abbastanza spennato: per un baccalà alla piastra, un piatto di prosciutto crudo e melone, con poco prosciutto, e due birre, 34 €. Con l’Elevador de Santa Justa, un ascensore, in ferro battuto, dei primi del 1900, siamo saliti in Largo do Carmo, con un’altra eccellente vista sulla città (45 mt), dove speravamo di vedere le rovine del Convento do Carmo, ma è in restauro. Poco distante, l’Igreja de Sao Roque ha una facciata insignificante, mentre l’interno è ad un’unica navata con il soffitto di legno dipinto e diverse nicchie in oro.
Con l’Elevador do Gloria, una funicolare gialla, siamo arrivati proprio di fronte all’Hard Rock Cafè in Avenida de Libertade, dove mi sono acquistata la consueta maglietta.
Alla stazione dei treni abbiamo preso informazione per andare a Sintra, credo mercoledì. Per finire, siamo passati in R. Garret, angolo Largo do Chiado, per fotografare la statua di Pessoa, e poi ci siamo diretti alla Fabrica Sant’Anna di azulejos, in R. Do Alecrim, 95. Di ciò che c’era esposto non mi interessava nulla, neppure da regalare, però abbiamo ordinato un azulejos con il nostro cognome, da attaccare fuori dalla porta. Arriverà a fine settembre, perché ora la produzione è ferma per le vacanze.
Potevamo essere sazi della giornata? No!! Marco mi ha proposto di entrare, tornando, all’Ikea ed io ho colto l’occasione al volo. Come si immaginava, non c’era nulla di diverso rispetto alla nostra, neppure nella cena, di cui abbiamo approfittato.
Dall’Ikea si deve passare al parcheggio del Decathlon e da lì c’è da percorrere ancora un piccolo pezzettino prima di imboccare la via del campeggio.
Oltre l’Ikea c’è anche Mediaworld o Mediamarket e deve esserci anche un supermercato, perché diversi ragazzi del campeggio arrivavano a piedi con i sacchetti.
Avevamo pensato di fermarci in reception per aggiungere una notte, ma c’era una lunga coda che ci ha fatto desistere.
12 agosto 2008 Questa mattina, nuovamente, abbiamo cominciato la giornata con un’ottima colazione al Pasteis de Belem per avere le forze per metterci in coda al Monasteiro dos Jeronimos, durata circa 40 minuti. L’ingresso della chiesa è coperto da una volta alta 25 m senza sostegno, che precede le alte colonne delle 3 navate. Sulla sinistra si trova la tomba di Vasco da Gama.
Il chiostro ricorda un po’ quelli visti nei giorni scorsi, su due livelli, con decorazioni in stile manuelino. Lungo una parete ci sono 12 porte, ovvero i confessionali dove i monaci ascoltavano i penitenti, mentre al centro di un altro lato si trova la tomba di Fernando Pessoa.
Dal primo piano si accede al coro superiore della chiesa, che consente ancora uno sguardo sulla parte sottostante.
Usciti siamo andati al Monumento delle Scoperte, Padrao dos Descobrimentos, quasi di fronte, avente forma di caravella, carica di personaggi famosi, tra cui Vasco da Gama e Magellano. Alla destra c’è un parcheggio, dove ci saranno stati più di 10 camper, molti dei quali devono aver pernottato.
Infine siamo arrivati alla torre di Belem, circondata dall’acqua del fiume Tejo. Marco ne ha sconsigliato la visita, essendoci già entrato un paio di anni fa, in quanto gli interni sono scarni ed il panorama poco interessante.
Quindi siamo andati a prendere il metrò, che avevo letto avere ogni fermata diversa dall’altra, e siamo scesi al capolinea della linea rosa, Oriente. Siamo passati attraverso il centro commerciale Vasco da Gama, con sosta per il pranzo, ed abbiamo acquistato, al punto d’informazione che c’è subito dopo, il Cartao do Parque, il biglietto che consente l’accesso all’Oceanario, al Padiglione della Conoscenza alla Telecabina.
Il Padiglione della Conoscenza era il primo a chiudere, alle 18, quindi abbiamo iniziato la visita da questo. (Gli altri due chiudono alle 20) Rispetto ai musei della scienza visitati in altri stati, questo è molto semplice e più per bambini, ma Marco si è comunque divertito, pedalando su una bici sospesa nel vuoto, mentre io mi sono distesa sul letto di chiodi.
Poi siamo entrati all’Oceanario, saltando tutta la coda, con il nostro speciale biglietto. Ha un acquario centrale che è il più grande d’Europa, a cui si continua girare intorno, su due piani.
Al primo piano poi, alle estremità, hanno creato diversi ambienti: quello con i pinguini, quello con le simpatiche, ed un po’ esibizioniste, lontre, quello tropicale, con diversi uccelli che svolazzavano sopra la testa e in un altro ancora le pulcinelle di mare ed altri volatili. Al piano sotto invece ci sono diverse vasche con cavallucci marini, pesci nemo, un draghetto marino simile a una pianta ed un granchio ragno gigante, insomma una bella esperienza! Infine abbiamo fatto un giro sulla teleferica, avvicinandoci al ponte Vasco da Gama.
Siamo tornati con l’autobus 750 che fa capolinea fuori dal centro commerciale e porta proprio vicino al campeggio, in 40 minuti.
13 agosto 2008 La giornata di oggi l’abbiamo dedicata a Sintra. Siamo andati in stazione, Rossio, ed abbiamo preso il treno per Sintra (3,4 € a/r), così da non aver problemi di parcheggio, e siamo arrivati dopo circa 45 minuti.
In un attimo si è in centro, dove si trova il primo palazzo da visitare, il Palacio Nacional, o Paco Real, purtroppo però chiuso il mercoledì!! Non abbiamo letto attentamente la guida, dando forse per scontato che in questo periodo sia tutto aperto.
Poi c’è da vedere il Palazzo da Pena che si trova però a 3 km di distanza, da percorrere tutti in salita. E’ possibile prendere un bus che per 4,5 € a/r evita la fatica.
Essendo uno dei palazzi chiuso, tutti i turisti si sono riversati sull’altro, quindi abbiamo trovato coda un po’ per tutto, sia per il bus, in salita ed in discesa, alla biglietteria ed all’ingresso nelle stanze del palazzo.
Gli interni non sono eccezionali, ma vale sicuramente la pena salire a vedere almeno gli esterni colorati di giallo, di viola, di rosa, le torrette e percorrere le mura, trascinati dal vento. Poi, se avanza un po’ di tempo, si può girovagare liberamente per il bel parco.
Tornati in campeggio abbiamo subito portato un po’ di magliette a lavare. C’è un servizio di lavanderia a 3 € (4 € se non si porta il proprio detersivo) e con altri 3 € c’è l’asciugatura. Il lavaggio viene fatto indicativamente in 1 h. Noi abbiamo portato i sacchi alle 19, ma il negozio chiude alle 20, così siamo rimasti d’accordo per il ritiro domani verso le 11 (apre alle 10).
Ci siamo riposati ancora un po’, poi alle 21 siamo usciti per andare a cena.
Avevo letto che la zona vivace per la sera è quella del Bairro Alto e dalla guida avevo scelto un locale che facesse sia carne che pesce “A Tasca do Manuel” in Rua da Barraca, 24. Siamo arrivati verso le 21.30 ed era tutto pieno. Abbiamo aspettato più di mezz’ora, ma ne è valsa sicuramente la pena. Io ho preso un filetto con sopra del prosciutto crudo ed un uovo al burro, servito con patatine fritte, riso ed una crema densa di verdura verde, mentre Marco una cernia ai ferri, servita con patate lesse e cornetti, il tutto con il tipico “vino verde”, tutto molto buono. Abbiamo finito con due fette di melone; il tutto per 43 €, pochissimo (sempre perché siamo abituati ai prezzi di Milano). Soddisfatti della cena siamo andati a prendere il 15 che ci ha portato a Belem e da lì abbiamo proseguito con il nostro 714, che, abbiamo scoperto per caso, dopo le 22.30 fa capolinea proprio lì. Siamo arrivati in campeggio all’una, stanchi, ma contenti.
Il Bairro Alto la sera è una zona davvero vivace, sia quando siamo arrivati, ma ancora di più alle 00.30, quando noi siamo venuti via; era pieno di giovani riversati per le strade a bere birra e fare un po’ di chiacchiere.
14 agosto 2008 Ci siamo svegliati con calma, avendo l’appuntamento tardi con la lavanderia. Poi abbiamo fatto un po’ di coda per il carico/scarico acqua, coda per il check out ed alle 12.30 siamo riusciti a venir via, con destinazione Cabo da Roca, il punto più occidentale d’Europa, dove ci siamo fatti rilasciare l’attestato di presenza, come era stato per Capo Nord.
Nell’avvicinamento al sud del Portogallo, ci siamo fermati, dopo essere riusciti a passare sul ponte 25 Aprile di Lisbona, a Porto Covo, zona costiera veramente affascinante, con spiagge e falesie.
Abbiamo fatto due passi anche per il paesino, bianco, con i bordi delle case colorate di blu o giallo, tipo Obidos, ma meno caratteristico, anche se molto vivace e movimentato.
Successivamente abbiamo scelto in quale dei tanti parcheggi lungo la costa pernottare e ci siamo messi, naturalmente, vista mare, bellissimo. Domani sicuramente indosserò il costume ed andrò a pucciare i piedi, poi se riesco a fare il bagno … meglio! 15 agosto 2008 Nel cielo neppure una nuvola, ma alle 9 c’erano solo 17 °C. Verso le 10 siamo scesi in spiaggia ed io ho iniziato quasi subito a bagnarmi i piedi. Tempo mezz’ora, per abituarmi poco a poco e sono riuscita a fare il bagno, che bello, finalmente! Capo San Vincente però ci aspettava quindi verso mezzo giorno siamo ripartiti.
Con il camper siamo riusciti ad arrivare sino al parcheggio principale, dopo aver fatto però lungo la strada una sosta foto per ammirare da lontano i faraglioni, sia di Cabo San Vincente, sia di Sagres.
Il faro purtroppo era chiuso, ma si riesce comunque a vedere dal cancello. Il vento soffia di continuo, ma non fa freddo. Il panorama merita assolutamente. Ci sono sempre le famose bancarelle che vendono i golfoni di lana di capra. Io ho trovato un bel poncho arancione a 25 €.
La guida del Touring ha assegnato due stelle anche alla Fortezza di Sagres, quindi come mancare la visita? E’ uno dei primi insediamenti della zona con bastioni settecenteschi, anche se non si direbbe a vederli.
All’interno sono rimasti pochi edifici, ma il bello è il panorama che si gode della punta di Cabo San Vincente, nonché le scogliere su cui si trova la fortezza, dove abbiamo anche trovato diversi pescatori.
Per il pernottamento, questa notte in campeggio, pensavamo di spostarci verso Lagos ed in particolare a Luz al Valverde Camping della Orbitur. Arrivarci non è stato facile, come al solito siamo passati dal centro, su strade acciottolate e strette, in più quando siamo arrivati abbiamo trovato una coda di più di 20 persone. Ho preferito proseguire. Subito dopo c’è Portimao, con un campeggio ad Alvor, Dourada, 2 stelle, con piscina, ma terribilmente disorganizzato. Fanno entrare a scegliere il posto, ma non esistono regole. Il dominio è delle tende, che si sono disposte in maniera casuale. Le auto hanno libero accesso, occupando così altro spazio ed ostruendo, spesso, il passaggio. Noi ci siamo infilati tra tre tende. Vediamo domani mattina se riusciremo ad uscire.
L’Algarve non è molto adatta ai camper in agosto, troppo affollata, con strade strette e auto parcheggiate ovunque. Meglio scappare in fretta, soprattutto essendo poco interessata alla vita da spiaggia. 16 agosto 2008 Prima visita della giornata è stata Faro. C’è un parcheggio enorme in Largo de Sao Francisco, proprio vicino alle mura della città vecchia.
Siamo arrivati alla SE’ e siamo anche saliti per 3 € a vedere il miradouro. Nel prezzo è incluso anche un piccolo museo. (certo il tutto non vale i 3 €). Abbiamo approfittato per fare un rapido pranzo nella piazza e quindi siamo ripartiti per Tavira.
Abbiamo parcheggiato accanto ad un altro camper di italiani vicino al fiume, all’incrocio tra R. Joao Vaz Corte Real e R. Dos Limpinhos. In un attimo si arriva al ponte romano, a sette arcate e subito dopo nella vivace Praca da Republica.
Un po’ di salita e si giunge a quel che resta del castello, da cui si possono ammirare i tetti della città. Nella chiesa gotica di Santa Maria stava per essere celebrato un matrimonio, quindi abbiamo dato solo una rapida occhiata.
Tornando alla piazza abbiamo notato che stavano iniziando ad aprire, probabilmente per la serata, delle bancarelle di antiquariato.
Le ultime foto e poi via verso Mertola, dove quasi abbiamo rischiato di non arrivare, perché il tom tom ci ha fatto percorrere una strada deserta in mezzo alle montagne e nel frattempo siamo entrati in riserva. Abbiamo avuto 20 di km di ansia, poi arrivati finalmente ad un paese, abbiamo fortunatamente subito trovato il distributore.
Mertola è un paesino tranquillo, forse troppo, con le sue mura ed in alto il castello. Purtroppo siamo arrivati poco dopo le 18 ed era già tutto chiuso. Appena sotto al castello c’è la Igreja Matriz, particolare per le decorazioni a forma di cono che la sormontano. Le case sono bianche con alcuni bordi colorati di giallo o di blu, come già abbiamo visto da altre parti ed è piacevole passeggiare per le sue strade più o meno strette e più o meno in salita.
Dato che qui non ci sono campeggi, abbiamo pensato di spostarci un po’ avanti, a Beja, così siamo tornati al camper lasciato in Rua Josè Carlos Ary dos Santos, in un parcheggio sterrato, di fronte ai pompieri.
Con domani probabilmente concluderemo le nostre tappe portoghesi, per farne un po’ della Spagna del centro nord, nell’avvicinamento verso casa.
17 agosto 2008 La prima tappa della giornata è stata Evora. Non ci sono problemi di parcheggio: abbiamo scelto uno sterrato in Porta do Raimundo.
Si arriva velocemente alla Praca do Giraldo, dove avvenivano i roghi pubblici durante il periodo dell’Inquisizione, ma oggi non c’è traccia di nulla.
Percorrendo la via dei negozi, R. 5 de Outubro (oggi solo quelli di souvenir sono aperti) si arriva alla SE’. Interessante è la visita del chiostro (anche se non da paragonare a quelli di Batalha ed Alcobaca). Poco distante si trova il tempio romano del II o III sec. Con 14 colonne corinzie.
Infine siamo stati alla Igreja de Sao Francisco per vedere la Capela dos Ossos. Si accede da una porta con sopra la scritta “Noi ossa che qui riposiamo, vi attendiamo”. All’interno vi sono teschi, appartenuti a 5.000 persone e raccolti da francescani nei cimiteri sovraffollati.
Poi ci siamo recati ad Estremoz, altra cittadina cinta da mura.
Qui abbiamo parcheggiato nella grande piazza Rossio, fatto pranzo e poi siamo saliti verso il castello, dove si trovano il Palazzo Reale e la Torre delle Tre Corone. La particolarità di questa zona è il marmo, ed è impressionante vedere come tutte le case, anche le più decadenti e trasandate, abbiano gli ingressi di marmo. Naturalmente anche l’acciottolato delle strade è di marmo! La visita nel complesso è stata abbastanza deludente.
Più interessante invece è stata Elvas, non molto distante, ed a soli 9 km dalla Spagna.
Abbiamo trovato parcheggio sotto le mura, vicino a Praca 25 de April, mangiato un gelato in Praca da Repubblica, appena fuori l’Igreja de Nossa Senhora da Assuncao, e poi siamo saliti ancor di più, fino al castello, passando dal grazioso Largo de Santa Clara con un pelourinho, ai cui ganci metallici venivano attaccati i criminali, avente alle spalle un bel passaggio ad arco. Il castello purtroppo era chiuso, ma siamo riusciti comunque a fare qualche passo sulle mura e a godere del panorama sulla pianura sottostante.
Lasciando infine la cittadina, siamo passati sotto al mastodontico acquedotto con varie file di archi. Ci saremmo potuti fermare qui per la notte, ma data la vicinanza con la nostra prima tappa spagnola, Merida, ci siamo portati avanti, lasciando così, con un po’ di tristezza, il Portogallo, ma sapendo però di avere ancora un po’ di giorni di vacanza e un po’ di tappe da toccare!! 18 agosto 2008 Le cittadine visitate oggi sono state tre: Merida, Caceres e Plasencia, tutte con un stella TCI; le prime due sono le più interessanti.
Ma iniziamo con ordine: Merida. Siamo andati a parcheggiare in colle Atarazanas, lungo il fiume, ed abbiamo iniziato le visite vicino all’arena dei tori con la Casa di Mitreo, dove ci sono i resti di una casa romana, con colonnati e mosaici. Qui è possibile acquistare per 10 € un biglietto che dà l’accesso a molteplici monumenti. Insieme consegnano un opuscolo di circa 80 pagine, in inglese, con le descrizioni di tutti i monumenti di Merida, inclusa una mini mappa (utile, dato che la guida TCI ne è sprovvista).
Da lì siamo andati al teatro, bellissimo, con una scena lunga 58 m e con un doppio ordine di colonne corinzie di marmo ed all’anfiteatro, che si trova accanto, all’interno della stessa struttura, capace di accogliere, all’epoca, 15.000 spettatori. Ci siamo poi recati, dopo un veloce pranzo, alla chiesa di Santa Eulalia, purtroppo chiusa.
Ultima sosta prima di tornare al camper è stata al Tempio di Diana.
A Caceres abbiamo parcheggiato in Avenida Cortes. Arrivati in Plaza Mayor si iniziano a vedere le mura della città vecchia. Superandole, si entra in un altro mondo, un po’ medievale, con palazzi in pietra, le “casas solariegas”. Si arriva alla Plaza Santa Maria con l’omonima chiesa, con torre, su cui è possibile salire ed ammirare dall’alto la cittadella. E’ piacevole percorrere le viette e perdersi tra le pietre che avrebbero da raccontarci chissà quali storie.
Infine siamo stati a Plasencia, dove siamo arrivati quasi alle 19, in quanto, lasciato il Portogallo, non ci eravamo ricordati di portare avanti l’ora precedentemente guadagnata.
Di conseguenza, per pochi minuti, non siamo riusciti ad entrare nella cattedrale, composta da due edifici, la chiesa vecchia, romanico – gotica, e la chiesa nuova, rinascimentale, peccato.
Abbiamo poi proseguito per Plaza Major e siamo tornati indietro fino alla chiesa di San Nicola ed alla casa de las dos Torres.
Ci siamo quindi affrettati a ripartire per Salamanca, dove siamo entrati in campeggio verso le 21.
19 agosto 2008 Questa mattina ci siamo svegliati con 13°C esterni ed ho infatti iniziato la visita di Salamanca con il golfino. Abbiamo parcheggiato appena dopo il Puente Enrique Estevan, tenendo alle spalle la zona monumentale, nel parcheggio della Iglesia de la Santissima Trinidad ed abbiamo percorso a piedi l’itinerario suggerito dalla LP. Fortunatamente il Convento di San Esteban era aperto al mattino, contrariamente a quanto scritto nella guida. Pagando l’ingresso, si vede il bel chiostro, con colonne alte e sottili, la chiesa, a croce latina, con una sola navata, gotica, il coro, che consente, come per Jeronimus di Lisbona, di avere una panoramica dall’alto della chiesa.
Siamo passati vicino al Convento di Santa Clara ed alla Torre De Clavero, ma sono poco significativi. La Plaza Mayor è maestosa, veramente grande, con palazzi su tre livelli, tutto con archi e balconi quasi a ringhiera. Naturalmente è vivacizzata dai tavolini dei bar e dal passaggio continuo di persone.
Abbiamo evitato ulteriori deviazioni per arrivare al cuore della zona monumentale, la Cattedrale Vecchia e quella Nuova. Sono molto appariscenti, una romanica – gotica, quella vecchia, e tardo gotica, quella nuova. L’ingresso è nella seconda, che possiede dei bellissimi portali rinascimentali; da qui si acquistano i biglietti per la cattedrale vecchia. A dominare, in quest’ultima, è la pala dell’altare, composta da 53 pannelli raffigurante scene della vita di Cristo. Si può accedere al chiostro, in stile barocco, rifatto dopo il terremoto del 1755.
Appena fuori dalla Cattedrale Nuova, c’è la salita alla Puerta de la Torre che, non so come mai, quando siamo arrivati noi era gratuita, mentre di solito si paga. Si accede a diversi livelli di altezza, con visuali differenti, ma soprattutto si riaccede alla cattedrale nuova sulle alte balconate interne, avendo una prospettiva assolutamente unica! Infine siamo stati all’Universidad Civil, ricercando, con la testa all’insu, la famosa rana porta fortuna sulla facciata. Gli interni sono abbastanza spogli, soprattutto in rapporto ai 4 € del biglietto di ingresso. Sosta successiva è stata Avila, con la sua eccezionale cinta muraria, compostata da 88 torri. Abbiamo parcheggiato vicino alla Puerta del Carmen, nel parcheggio anche dei pullman.
La prima visita è stata alla Basilica di San Vincente, dove è sicuramente più interessante l’esterno dell’interno, in quanto si affiancano stili differenti dal romanico – gotico con una parte di granito, alla parte in arenaria, romanica. Siamo poi saliti sulle mura, percorrendo quasi 1 km dei 2,5 km di perimetro totale.
La visita alla cattedrale è stata abbastanza deludente, tenendo conto, anche qui, che il biglietto d’ingresso costa 4 €. Non si possono scattare foto, da nessuna parte, ed il chiostro è chiuso con vetrate. Belli però gli interni della cattedrale con le colonne di granito rosse e bianche (ma che da soli non valgono la visita, a mio parere).
Siamo stati alla pasticceria Flor de Castilla, in Calle de San Geronimo, ad acquistare la specialità locale, Yema de Avila, un tuorlo d’uovo candito, pare inventato dalla stessa Santa Teresa, che qui è nata e cresciuta.
Tornati al camper, abbiamo subito assaggiato il dolcino, che assomiglia molto agli Ovos Moles di Averio, molto buoni ma una botta calorica. Non si riesce a mangiarne più di uno. Infine ci siamo incamminati verso Segovia, dove siamo arrivati alle 18.30 passate, quindi abbiamo cercato un campeggio. Il tom tom ci ha portato fuori circa 15 km, vicino all’aerodromo. Il posto è abbastanza spartano e caro, 20,76 €, quasi quanto quello eccezionale di Libona, assurdo! 20 agosto 2008 Questa mattina c’erano 12°C gradi, sempre meno.
Abbiamo parcheggiato su Pascolo de Ezequiel, zona a disco orario, max 2 h.
In compenso abbiamo visto le indicazioni per il campeggio dell’acquedotto, non trovato ieri sera, pazienza! Abbiamo iniziato il nostro giro proprio dall’impressionante acquedotto, che su Plaza de Azoguejo si staglia, con i suoi 28 metri, imponente, sopra le case.
Sulla Plaza Mayor ci siamo fermati a fare una ricca colazione e poi abbiamo visitato la cattedrale gotica, a pagamento. Si può accedere al chiostro, oltre che ad un piccolo museo.
Infine siamo arrivati all’Alcazar, un castello con torri e pinnacoli, che pare abbia ispirato Walt Disney per la Bella Addormentata nel Bosco.
È possibile salire sulla torre ed ammirare il panorama circostante. Con gran lena siamo tornati al camper, arrivando con quindici minuti di ritardo, ma senza conseguenze.
Ci siamo rimessi in cammino verso Soria, dove siamo arrivati poco dopo le 15. Abbiamo parcheggiato in Calle Seguinto e, dopo aver pagato per due ore, ci siamo accorti che fino alle 16 era gratuito, oltre tutto 3/4 dei posti in cui volevamo entrare erano chiusi fino alle 16.30 o 17.
Così ci siamo accontentati di percorrere la zona pedonale sino alla Plaza Mayor ed entrare nella chiesa di Santo Domingo di epoca romanica e considerata la più bella della città.
Chiuse erano: la cattedrale, L’Iglesia de San Juan de Rabonera ed il Monasterio de San Juan de Duero.
Ci siamo rimessi comunque in moto e dalle 18 siamo arrivati a Saragozza. Arrivando al fiume, dalla parte bassa, abbiamo subito visto un parcheggio in cui c’erano già altri camper, in Calle de Placencia (N 41° 39′ 41” – O0° 52′ 48”), proprio di fronte alla Basilica de Nuestra Senora del Pilar, superato il Puente de Santiago.
Naturalmente abbiamo subito iniziato le visite.
La basilica è imponente, con una cupola principale, affiancata da dieci cupole minori, e ricoperta da mattonelle colorate. E’ in stile barocco, per me di poco fascino, ma due aspetti l’hanno resa comunque particolare: 1) un tempio a piante ellittica che si trova nella navata centrale, all’interno del quale è iniziata in quel momento una messa; 2) un altare in alabastro con scene di vita della Vergine.
All’ufficio del turismo abbiamo scoperto che a Saragozza c’è un campeggio, nuovo, di cui non avevo trovato indicazione, El Cenal (tel. 876241495).
Siamo entrati anche nella Seo, la cattedrale di San Salvador, meno appariscente della basilica. Stava chiedendo, quindi torneremo domani.
Infine abbiamo percorso qualche via pedonale e ci siamo fermati in Calle de Don Jaime I° per una tapas, tipo un nostro aperitivo, quasi cena.
Domani concluderemo le visite e poi inizierà il nostro viaggio di rientro.
21 Agosto 2008 Questa mattina ci siamo alzati con il cielo nuvolo, tanto che sono uscita dal camper senza occhiali da sole … Grosso errore, alle 11 si era schiarito ed i miei occhi hanno penato per un paio d’ore! Abbiamo fatto colazione in uno dei bar in Plaza de Nuestra Senora del Pilar, poi siamo saliti sulla torre a nord. Si percorre il primo pezzo con l’ascensore, poi si prosegue a piedi, riuscendo così a scattare fotografie a diverse altezze.
Successivamente siamo entrati nella Seo, con ingresso a pagamento. L’interno è a 5 navate. Ogni lato della Chiesa ha quattro cappelle di stili differenti, dal gotico, al rinascimentale, al barocco. Al centro della navata mediana vi è il coro. Particolare.
Ultima tappa è stato a Aljaferia, un palazzo moresco, che assomiglia più ad un castello per le sue fortificazioni; oggi è sede del parlamento.
Oltre all’esterno, è interessante anche ciò che vi è conservato del periodo moresco, ovvero parte del chiostro ed una piccola moschea. Il resto è abbastanza insignificante.
Verso le 13 siamo partiti per fermarci in Francia, in un campeggio carino, scoperto per caso, (e il Tom Tom ne proponeva uno a 15 chilometri) vicino all’uscita dell’autostrada di Beziers Est.
Domani abbiamo da percorrere gli ultimi 700 chilometri e poi casa!! trovate tutte le foto su www.Formicamania.It