Portogallo e costa andalusa
Questa volta partiamo solo noi, con la figlia contenta di poter far feste in casa senza l’assillo dei genitori.
Abbiamo un volo low cost, con la EASYJET inglese da Malpensa su LISBONA, mica tanto low cost dato che l’ho pagato 270 euro, avendolo comprato solo una settimana prima di partire, mentre Carmen, avendoci pensato prima risparmia circa 100 euro. Arriviamo la sera e con bus raggiungiamo l’albergo in centro già prenotato per due notti.
Siamo vicini ad una delle piazze più belle della città, quella del teatro nazionale in una laterale in salita Riservata al tram a cremagliera che però è stato momentaneamente sospeso.
Dopo una lunga passeggiata fra piazze pavimentate con originali pietre bianche e nere a formare disegni geometrici di piacevole impatto, parchi e negozi del centro, decidiamo di salire al Barrio Alto che raggiungiamo a piedi con un po’ di fatica anche se la serata è ventosa e fresca.
Ci facciamo indicare un buon ristorante da una gentile signora locale che ci indirizza nella zona delle taverne ristorante dove si ascolta la musica fado.
Ne incontriamo tante ed entriamo in una più grande per chiedere notizie sul prossimo spettacolo che ci viene annunciato verso le 23.00. Sarà difficile resistere perché siamo stanchi del viaggio.
Intanto mangiamo ottimamente il nostro primo piatto di baccalà, con gli antipasti a base di formaggio e olive, condite da un ottimo vino rosso al ristorante Alfaria consigliataci da una gentile signora incontrata per strada.. Siamo all’aperto, fa freddo e tira un vento forte. Accanto a noi c’è una simpatica brasiliana della nostra età con la quale parliamo tutta la sera di Brasile (da noi visitato circa 15 anni prima), d’Europa, di piatti, ecc..
Spendiamo 50 euro in due e sarà la cena più cara del viaggio, come pure l’albergo dello stesso prezzo.
Ma tant’è: siamo nella capitale, una metropoli da tre milioni di abitanti ed è logico che sia alquanto cara.
Rientrati verso l’albergo decidiamo di fare ancora due passi nella zona circostante e scopriamo un localino che offre la gingina, sherry di ciliegie delizioso che diventerà il nostro liquore a fine serata. Il giorno successivo visitiamo la città, salendo le varie colline (7 come a Roma ma qui molto più alte) a bordo del simpatico tram 28 che attraversa la capitale in tutte le direzioni, in alternativa al metrò dopo aver comprato l’abbonamento giornaliero per tutti i mezzi denominato 7 colli in Praca Figueira per 3,50 euro.
Visitiamo il castello da cui si gode un bel panorama percorrendo i cortili e salendo le scalinate che portano alle mura di cinta e assistiamo ad uno show con camera oscura che con un sistema di lenti ideato da Leonardo Da Vinci fa vedere in tempo reale la città intera a 360 gradi.. Raggiungiamo il convento di S.Geronimo, con la bella porta in stile manuelino e purtroppo essendo lunedì è chiuso come se fosse un museo.
A piedi raggiungiamo la torre di Belem passando lungo il larghissimo fiume Tago e incontrando un enorme monumento in pietra bianca dedicato ai navigatori ed esploratori del mare di cui il Portogallo è ricco (Bartolomeo Diaz fra gli altri).
La torre non è enorme ma graziosa, chiusa pure lei, fa la guardia alla foce del Tago.
Fa caldo e ci rifugiamo in un ristorantino a pranzare ancora col pesce prima di rientrare in centro in tram.
Facciamo un riposino ed una doccia in albergo prima di uscire nuovamente per vederci ancora Lisbona di notte che illuminata, è ancora più affascinante.
Passeggiamo per il Chado, il quartiere elegante con i negozi, Alfama più caratteristica sotto il castello e varie belle piazze tra le quali la Praca Pedro IV, Praca do Commercio con la Rua Augustea con bella porta romana. Finiamo a berci la famosa ginginha nel localino in centro che serve al piccolo banco e poi si va a bere fuori e si socializza con gli altri clienti.
Conosciamo così due emigrati algerini che lodano il Portogallo per essere un paese libero e per niente razzista.
Il mattino dopo prendiamo un taxi e ci facciamo portare all’Europcar dove ci attende una Punto nuova di zecca con aria condizionata e impianto stereo che avevo prenotato dall’Italia per 250 euro per una settimana.
Ha inciso per 80 euro la consegna del mezzo a Faro in Algarve dove si concluderà il nostro viaggio in Portogallo prima di cominciare quello in Andalusia con i mezzi pubblici.
Inoltre paghiamo ulteriori 100 euro per farci togliere la franchigia di ben 900 euro in caso d’incidente o furto.
Passato il ponte nuovo sul fiume Tago, lungo ben 25 km ci dirigiamo verso la prima meta: EVORA, la cittadina nota per le sue chiese, mura e case bianche e gialle.
Attraversiamo una regione molto bella di pochi paesi, molto verde con campi di fiori gialli e viola ed olivi.
Arriviamo dopo un paio d’ore e ci sgranchiamo le gambe camminando per la bella città in salita fino alla cattedrale col tempio di Diana con colonne greche nel retro e poi ai resti di una villa che sta diventando Pousada (albergo). Scendiamo in direzione della chiesa di S.Francesco e delle mura che cingono la città.
Finiamo per pranzare in un bel ristorantino con altri portoghesi che festeggiano il 25 aprile come noi italiani.
Per loro è l’anniversario della liberazione dalla dittatura di Salazar, avvenuta con la rivoluzione dei garofani.
Ci sono varie manifestazioni e cortei con i fiori rossi, simbolo della riconquistata libertà.
Ad Evora hanno allestito un palco in una piazza antica per la festa del pomeriggio, ma noi preferiamo continuare il nostro viaggio per raggiungere TOMAR.
Strada facendo ci fermiamo in un’altra bella cittadina bianca con castello, chiesa, convento in cima alla collina: ESTREMOZ..
Tomar si presenta molto bene con un fiume che si allarga a lago e produce una cascata d’acqua accanto ad un bel parco.
La cittadina ha strette strade ortogonali, una bella piazza quadrata con chiesa e statua del personaggio che fece costruire il castello dei a monte.
Saliamo in auto per raggiungere il grande complesso, accanto alle rovine del palazzo dei templari che si riesce a malapena a distinguere, sorge un’enorme chiesa con portali e bassorilievi manuelini (arte tipica barocca portoghese) e dentro ci sono tanti cortili, chioschi e palazzi sede di monasteri e conventi.
C’è una bella fontana in basso, in un cortile classico rinascimentale e soprattutto un palazzo con la famosa finestra che si vede raffigurata nei manifesti di tutta la regione di pregiata fattura con ghirigori in pietra ma con strani colori gialli e verdi dovuti probabilmente ad un fungo.
Passiamo la serata , dopo la cena a base di baccalà ,in una sala da ballo dove i locali apprendono il cha cha cha ballando per ore sempre con la stessa musica. E’ la volta della celeberrima FATIMA un paese cresciuto intorno al piazzale immenso e la chiesa costruita nel sito dove agli inizi del 900 tre pastorelli videro la Madonna.
Vendono ceri di tutte le lunghezze che subito dopo vengono gettati dentro una scatola di ferro che li brucia e scioglie. Mi sembra una cosa assurda, ma anch’io partecipo a questa stranezza, per i miei defunti.
Ci dirigiamo a nord verso COIMBRA e ci arriviamo dopo parecchie ore, attraversando una regione intensamente popolata con grandi e rumorose città e poi una zona di colline bruciate per svariati chilometri con gli scheletri dei poveri alberi anneriti.
Arrivati a Coimbra a mezzogiorno, stanchi del viaggio, con il caldo eccessivo, ci facciamo cogliere dall’ossessione dell’albergo e del parcheggio. La città bella ma impossibile, con un traffico indemoniato intorno alle poche vie che si arrampicano in cima alla collina ci fa desistere, dopo giri affannati e nervosi e presi dallo sconforto dopo aver girato un’oretta, scattato una solo foto e visto di passaggio la famosa università in cima, una delle più vecchie d’Europa, decidiamo di andarcene per non innervosirci di più.
Avremmo dovuto invece parcheggiare in un parcheggio a pagamento e girare a piedi un paio d’ore e goderci la bella città: sarà per un’altra volta.
Abbiamo scelto di non percorrere le autostrade se non per brevi tratti in modo da vedere meglio anche i paesi e le città dove non ci fermiamo, ma questa decisione naturalmente rallenta il percorso.
Ci dirigiamo al mare e arriviamo dopo un’ora a FIGUEIRA DA FOC, una Rimini portoghese con un’enorme spiaggia di sabbia e tanto vento con palazzoni alti sul lungomare.
Il giorno dopo raggiungiamo BATALHA una cittadina sede di una enorme chiesa in stile manuelino, S.Maria della Vittoria con strani camini nel lato sud che evidenziano dall’interno la parte incompiuta dell’opera. Dentro ci sono vari sarcofaghi in pietra finemente adornata ed un cortile molto suggestivo.
Fuori c’è la statua del re portoghese che aveva fatto costruire la chiesa.
Troviamo un alloggio delizioso da una signora che gestisce un negozio a due passi dalla chiesa.
Per 50 euro ci affitta un intero appartamento, finemente arredato con mobili d’epoca e suppellettili di pregio.
La mattina successiva ci fermiamo un paio d’ore ad ALCOBACA un’altra bella cittadina con una chiesa convento ancora più grande ma meno spettacolare. All’interno è deludente, gotico freddo e grigio.
Abbiamo scelto di non percorrere le autostrade se non per brevi tratti in modo da vedere meglio anche i paesi e le città dove non ci fermiamo, ma questa decisione naturalmente rallenta il percorso.
Le strade del Portogallo sono perfette e le autostrade spesso sono gratuite o si pagano pochi euro.
I paesi sono molto ordinati e puliti; le case tutte ben conservate e il lastricato di pietre è presente in tutti i marciapiedi e nelle piazze e vie pedonali.
Sembra che i portoghesi se la passino piuttosto bene anche se questa impressione è contestata dai dati economici che danno il paese in crisi negli ultimi anni come il nostro e ascoltando quanto asserito da un tunisino incontrato in Piazza del Commercio a Lisbona che lamentava gli stipendi da fame (sui 600 euro mensili ) ed il lavoro precario cui sarebbero soggetti i portoghesi.
I ristoranti sono affollati, i negozi vendono ogni ben di Dio, ma il prezzo della benzina è uguale al nostro mentre ristoranti ed alberghi costano mediamente il 30% in meno.
E’ la volta di un’altra bella località di mare: NAZARE’ accogliente ed a nostra misura: un ex paese di pescatori con una spiaggia più stretta e le stradine che dal lungo mare salgono strette e lunghissime verso la montagna sovrastante. In fondo c’è perfino una teleferica che porta in alto, ma la caratteristica principale sono le donne che vestono dei costumi tradizionali che ricordano quelli sardi: ampie gonne di tessuto nero o blu, scialli e calze nere: sembrano di un’altra epoca.
Quindi la costa alta nei pressi di PENICHE, punto estremo ovest del paese.
Più a Sud, oramai non lontani da Lisbona incontriamo prima una scogliera altissima e frastagliata con faraglioni, ed il capo estremo del Paese e dell’Europa ad ovest con un faro e vista panoramica.
Sulla strada incontriamo i bei fiori gialli e grassi che crescono con poca acqua.
La prossima meta è la famosa SINTRA, città verde tra alte colline con castelli e palazzi reali di molti secoli residenza di vari monarchi portoghesi nel corso dei secoli.
Visitamo a mezzora dalla chiusura il palazzo Nazionale con ricchi mobili , suppellettili e quadri.
Quindi saliamo un’erta lunghissima a senso unico per raggiungere un’ altra residenza reale, Palazzo de la Pena con parco annesso ma arriviamo troppo tardi e ci dobbiamo accontentare di sbirciare attraverso i cancelli: peccato.
Il traffico si fa sempre più intenso man mano che ci avviciniamo alla capitale, vera e propria metropoli da oltre 3 milioni di abitanti, un terzo dell’intera popolazione portoghese.
Siamo nei pressi di Cascais ed Estoril, sobborghi lussuosi e residenziali a pochi km da Lisbona, con bei palazzi, una discreta costiera che ricorda in brutto la Costa Azzurra o la nostra Liguria.
Il traffico aumenta e decidiamo di prendere l’Autostrada che attraverso il ponte XXV Aprile ci porta dall’altra parte del Tago in direzione sud.
Continuiamo per circa 100 km ed in serata arriviamo a SETUBAL.
Niente di eccezionale: città tranquilla prima di iniziare l’enorme zona paludosa che fa deviare la strada verso per il sud verso l’interno.
Troviamo un discreto albergo a ceniamo a base di chocco in un ristorante specializzato: sono pezzi enormi di calamari o seppie impanati e fritti. Ne facciamo una scorpacciata condita da buon vino locale.
Il giorno dopo iniziamo il tratto forse più bello, ma meno considerato del Portogallo, la costa vicentina dell’Antelejo.
Una costa alta con scogliere mozzafiato che ricordano l’Irlanda e baie che si allargano a formare spiagge di sabbia, spesso in prossimità delle foci di fiumi che portano le loro acque nell’Oceano Atlantico.
Ci fermiamo a Lagoa, piccolo paese con spiaggia tranquilla anche se ventosa. Il paese è piccolo, ma è il giusto posto per riposarsi dopo tanta strada. Ho trovato anche una bella locanda a poco prezzo e la signora ha l’aspetto di ottima cuoca nel ristorante a pianterreno che gestisce coi famigliari.
Purtroppo a Carmen il posto non piace così per non litigare tiriamo avanti.
Dopo varie località ci fermiamo verso l’ora di pranzo a PORTO CORVO una cittadina che doveva essere un villaggio di pescatori tranquillo e che adesso è diventata una località balneare con tante seconde case e alberghetti, fortunatamente bassi.
Non essendo in piena stagione, la città è poco frequentata e si sta tranquilli.
Troviamo ospitalità in un alberghetto che ci dà le camere tranquille ma calde in soffitta; per fortuna ci sono gli abbaini e di notte si vedono le stelle. La sera ceniamo a base di Cataplana, una zuppa di pesce con patate e verdure cotte varie.
Fuori ci sediamo su una panchina a ridosso del mare in basso per ammirare il tramonto dopo aver passato l’intero pomeriggio in una bella spiaggia protetta e assolata dentro una bella baia.
E’ la prima abbronzatura e la sera ci troviamo tutti rossi nonostante le creme solari.
Attraversiamo una bella zona di campagne verdi e ville isolate con piccoli paesi bianchi e ci fermiamo in piccolo ma grazioso borgo, VILA DO BISPO, incrocio stradale tra la strada che porta al mare a Signes e Lagos.
Siamo da un po’ in ALGARVE la bella regione costiera del sud del paese che nella parte centrale è diventata una colata di cemento con alberghi e palazzoni di condomini per le seconde case.
Se penso a com’era l’Algarve 25 anni fa, mi viene da piangere.
Fortunatamente non è dappertutto così.
SIGNES ad esempio è rimasta una città semplice, un misto tra borgo di campagna e città di mare, forse perché la costa è alta e ci sono pochi accessi al mare.
Visitiamo l’enorme forte su una penisola alta dalla quale si domina il mare sottostante.
Nel suo vasto cortile c’è una chiesetta, una giacente rosa dei venti in pietra che non si riesce a decifrare perché è malridotta dal tempo e un prato grande come un campo di calcio delimitato da mura appoggiate alle rocce che scendono un centinaio di metri in basso fino al mare.
Di seguito visitiamo il CAPO S.VINCENTE, estremità meridionale del paese e d’Europa.
La vista non è granchè, causa un faro chiuso che la delimita. Ci sono le bancherelle che vendono maglioni di lana più colorati di quelli di 25 anni prima ma meno artigianali.
A pochi km incontriamo la bella spiaggetta di BELICHE che si raggiunge scendendo una facile scalinata e così ci godiamo il secondo pomeriggio al mare per completare l’abbronzatura e osservare i portoghesi che si divertono un sacco, bambini inclusi a fare surf con tavole corte ed un sacco di sub nelle loro tute nere che tornano a riva con grandi pesci catturati che penzolano dalle aste portaprede.
La sera verso il tramonto andiamo alla bella spiaggia di Antelejo, nera e rocciosa, con faraglioni, a pochi km da Vila do Bispo.
La mattina successiva partiamo per LAGOS percorrendo l’autostrada interna.
La città è bella, a livello del mare con le mura che la circondano ed una bella passeggiata lungo la marina ed il porto turistico.
Andiamo alla Punta de la Pietade che ci era stata raccomandata da una coppia conosciuta a Batalha.
E’ veramente un bel posto con baiette, faraglioni, grotte dal colore ocra che vediamo dall’alto nei pressi di una faro, rinunciando alla discesa lunga la ripida scalinata.
Anche la spiaggia di Lagos a est della città è bella, lunga, con altri faraglioni e di color ocra, sabbia.
Andiamo in direzione di Portiamo, città che non ci piace, troppo moderna e con palazzoni.
Inoltre inizia la colata di cemento che si protarrà fino a Faro.
Facciamo un’escursione all’interno per visitare la bella SILVES, con mura, torri, una fortezza con camminamento e scavi di vestigia antiche.
Quindi tornati alla costa proseguiamo verso ALBUFEIRA, ancora carina, con una bella spiaggia assediata dalle vecchie case e dai nuovi palazzi costruiti negli ultimi anni.
Ci sono spiagge molto frequentate, Oios de Agua e S.Eulalia: siamo nel pieno dell’Algarve turistico e balneare.
Per fortuna FARO è molto più tranquilla, la città è veramente piacevole, con pochi turisti, un centro con una vasta zona pedonale dove si passeggia volentieri ad osservare i tanti negozi, ma anche bei palazzi lungo la marina nei pressi di un porticciolo turistico. Più in là c’è l’antica cattedrale, oltre ad una porta antica che introduce in un quartiere medioevale molto suggestivo.
Abbiamo la fortuna di trovare un albergo a due passi dalla stazione dei pullman e pure vicino all’Europcar dove dobbiamo consegnare l’auto.
Prima però andiamo a visitare altre due belle città ad est di Faro: OLHAO e TAVIRA, quest’ultima con caratteristici tetti piramidali con le tegole grige.
Visitiamo anche altre tre paesi all’interno: LOULE’ circondata da mura imponenti, MiILREU con gli scavi romani purtroppo chiusi ed ESTOI, molto carina, alle prese con la festa della pigna (ananas). Davanti agli ingressi delle case bianche ci sono le frasche dell’ananas e strani fantocci impagliati e vestiti con i costumi dei vari mestieri.
Il pomeriggio andiamo alla spiaggia di Faro. Purtroppo è giorno di festa e incappiamo in un gran traffico per entrare nella lunga penisola con spiaggia antistante che si raggiunge attraversando una zona paludosa ed un canale con ponte stretto a senso unico. Decidiamo di posteggiare prima e facciamo un lungo percorso a piedi prima di arrivare nell’assolata spiaggia. Il posto non piace a Carmen che è molto nervosa mentre a me sembra una spiaggia niente male e mi godo il pomeriggio prendendo il sole e facendo il bagno nelle acque dell’Oceano per niente fredde.
Consegnata l’auto, la mattina presto, facciamo in tempo a prendere il treno per S.Antonio de la Vila, ultima località portoghese prima del confine con la Spagna.
Da li in taxi per soli 10 euro e oltre mezzora di percorso, attraversiamo la frontiera senza accorgersi del cambio di paese ed arriviamo ad Aiamontes.
Quindi nuovamente in pulman per HUELVA, grande città spagnola con una bella stazione ferroviaria dalla quale prendiamo il treno per Siviglia.
Rinunciamo alla visita della capitale dell’Andalusia in quanto già visitata in precedenti viaggi, come la bella Cordova e la splendida Granada.
Abbiamo deciso di fare la costa da CADICEe fino a MALAGA, visitando all’interno l’interessante Ronda.
Dall’avveneristica stazione di Siviglia con lunghe corsie a tapis roulant che conducono direttamente ai vari binari, prendiamo il treno per Cadice, nostra prima vera tappa spagnola.
La città è veramente bella, dentro una penisola con alte mura che danno sul mare e belle passeggiate lungo tutto il perimetro, incontrando chiese maestose, giardini botanici e bei palazzi.
All’interno sembra di essere nei carrugi di Genova o nei calli veneziani, E’ quasi tutta pedonale, con poche vie aperte al traffico. Ogni tanto si incontra una bella piazza con bei ristoranti e tanti bar dove i locali mangiano le tapas, bevono l’ottimo vino e socializzano la sera dopo il lavoro.
Noi invece frequentiamo dei ristoranti turistici dove si mangia spendendo poco, ma mangiando fritture di pesce pesanti, la paella con riso scotto, 10 euro bevande incluse, ma ci rifaremo più avanti avendo appreso la lezione.
Decidiamo di restare a Cadice per due notti e di fare un’escursione a JEREZ DE LA FRONTEIRA in pullman.
Jerez è molto bella, con mura antiche, una imponente cattedrale, un alcazar che visitiamo con giardino e bagni arabi. Jerez è caratteristica per i suoi vini da dessert fra i quali il più famoso è il Tio Pepe di cui si può visitare la fabbrica Byass. Essendo troppo cara, 18 euro la coppia, decidiamo di visitare una taverna caratteristica dove mangiamo formaggio, olive e una specie di mortadella, bevendo un ottimo vino, il tutto per 5 euro in due! Di seguito arriviamo ad ALGECIRAS, la città più brutta incontrata nel viaggio.
E’ una città porto, con migliaia di container e tante navi che collegano con il vicino Marocco.
Ci sono interi quartieri abitati da marocchini ed altri che arrivano da tutta l’Europa per rientrare nel loro paese.
Andiamo a mangiare al ristorante arabo Andalus a base di tagine, carne di montone e patate e una gigantesca frittura di pesce per soli 22 euro, dovendo rinunciare al vino inviso agli arabi per motivi religiosi.
Più tardi andiamo a bere il te alla menta in una caffetteria araba, piena di soli uomini che giocano a carte e guardano tutti l’unica donna presente: Carmen che non sembra imbarazzata mentre io lo sono e non vedo l’ora di uscire.
Scappiamo a TARIFA in pullman, una bella città di mare da cui si fanno le escursioni in battello per vedere le balene nel canale di Gibilterra in direzione dell’Africa che si vede molto vicina con una enorme montagna.
E’ una vita che Carmen desidera vedere le balene e questa è la sua occasione.
Io, avendole già viste, preferisco restare ad aspettarla nella bella e semideserta e ventosa spiaggia.
Tariffa è un posto hippy, dove si viene non solo per le balene ma anche per incontrare i giovani da mezza Europa, per dormire in spiaggia, per fare surf e immersioni e volendo per andare in aliscafo in giornata a Tangeri.
Siamo arrivati appena in tempo per la partenza delle ore 11.00.
Si va in un piccolo battello che tiene una ventina di passeggeri e l’escursione dura circa due ore per 30 euro.
Al ritorno Carmen mi racconta di aver visto solo una balenottera e tanti delfini grandi e simpatici che venivano attorno alla barca e saltavano gioiosamente in acqua. Purtroppo ha avuto mal di mare e si è bagnata tutta in quanto il mare era mosso e le onde entravano in barca.
Comunque l’esperienza è stata interessante anche se un po’ disagevole.
Dopo Tariffa ad ovest di Algeciras, città che rifiutiamo per la sua bruttezza, andiamo in pullman ad est per visitare GIBILTERRA a circa un’ora, dopo aver attraversato una zona industriale ed essere arrivati a LA LINEA una bella cittadina con un bel lungomare a due passi da Gibilterra.
Ci avevano detto che erano due passi e in effetti si arriva subito, incontrando addirittura l’aereoporto sul mare che si attraversa a piedi , ma dopo è consigliabile prendere il bus che porta in centro.
Invece noi abbiamo scarpinato e siamo arrivati tardi verso le 19.30 quando stavano chiudendo i negozi.
Abbiamo visto solo la rocca da lontano, una bella piazza ed una strada pedonale con tanti negozi carissimi perché qui si paga in sterline ed il cambio non è favorevole.
Comunque ci sono tanti spagnoli che vengono a fare acquisti di sigarette, liquori ed altri generi convenienti perché dovrebbe essere porto franco, ma per quello che ho visto io, non mi sembra il caso di acquistare niente e comunque è troppo tardi.
Il giorno dopo partiamo in pullman per Malaga nostra ultima destinazione.
Passiamo per l’autostrada interna e incontriamo una colata di cemento ancora maggiore di quella vista intorno a Portimao e Albufeira in Portogallo.
Non hanno costruito solo lungo la costa, ma anche all’interno, particolarmente sulle cime di tutte le colline.
Sono piccole costruzioni di villette a schiera, tutte attaccate e senza giardini e continuano a costruire sfruttando ogni zona favorevole, contando sul raddoppio del prezzo delle case che è avvenuto in Spagna nell’ultimo anno. Probabilmente c’è una grande richiesta straniera oltre a quella dei locali.
Attraversiamo Marbella dall’interno e poi Torremolinos, prima di arrivare a Malaga.
Troviamo un albergo a poca distanza dalla stazione e non lontano dal centro.
Ci andiamo subito a piedi per incontrare una città che diventa sempre più bella man mano che ci si addentra lungo le sue vie pedonali adornate da vasi di fiori profumati dai colori sgargianti, le belle piazze e palazzi che denotano una città ricca e di antica tradizione.
Andiamo a visitare il museo Ricasso, dedicato al concittadino più famoso.
Il museo è molto ben organizzato con tanto personale che ti controlla e ti indirizza lungo le varie sale dove ammiriamo tanti quadri, alcuni già visti alla mostra di Palazzo Reale a Milano, ma anche sculture e piatti di ceramica. Ricasso è Ricasso, non c’è altro da aggiungere.
Poi arriviamo alla bella cattedrale con a fianco un palazzo rinascimentale ed una piazzetta deliziosa.
Percorriamo varie strade senza meta e guida e arriviamo al teatro romano con le sovrastanti mura antiche in collina.
Nei suoi pressi c’è una festa con tanta gente appartenente ad una Confraternita che festeggia mangiando e bevendo e ballando ai bordi di un palco dove belle ragazze vestite con i costumi tipici colorati andalusi intonano una bella canzone.
Il ricavato della festa servirà a finanziare la processione religiosa durante la quale le Confraternite gareggiano a chi mette in campo le Madonne, i crocefissi infiorati ed i ceri più spettacolari che vengono portati a spalla in corteo. La sera ceniamo finalmente a base di tapas e ottimo vino, seduti all’aperto su alti sgabelli, con una botte per tavolino. Poi andiamo ad assaggiare il vino da dessert in una cantina con tante botti. Io provo un vino bianco liquoroso, forte e dolce del 1908! La sera successiva lo berrò nuovamente, trovandolo eccezionale e di mio gusto.
Per trovare i posti giusti, pensioni e ristoranti ,chiedo sempre a qualche vecchietto per strada e la cosa funziona alla grande! Sanno tutto e ti indirizzano bene, nei posti giusti e convenienti.
Il giorno dopo decidiamo di fare un’escursione a Ronda, la bella città antica, amata e arricchita dagli arabi in montagna a ridosso di uno strapiombo di 160 metri di profondità che divide la città in due ed è attraversato da un ponte dal quale si gode un’ottima vista.
Ci sono a valle altri due ponti più piccoli e antichi: uno romano ed uno arabo. RONDA è proprio bella e il lungo viaggio, all’andata lungo la costa trafficata ed al ritorno attraverso la Sierra de las Nieves, percorrendo una strada in rifacimento, è valso per incontrare una città così caratteristica.
C’è una cattedrale che è stata costruita sopra una moschea araba, il cui minareto si intravede ancora nel campanile riadattato. Percorriamo la città in lungo e largo attraversando belle piazze, incontrando un sacco di musei cui rinunciamo e godendoci le viste panoramiche dai belvedere lungo le altissime mura che sovrastano una bella campagna verde. Ci sono tanti palazzi interessanti e chiese, parchi, giardini.
Mangiamo una specialità spagnola, il piatto gallego che include un buon prosciutto, salami vari alquanto speziati e ottimi formaggi ed una buona birra fresca perché la giornata è veramente calda e assolata.
Decidiamo di trascorrere l’ultimo giorno in perfetto relax al mare, nella spiaggia di TORREMOLINOS che raggiungiamo in mezzora di bus a soli 15 dm da Malaga.
Si arriva nella parte alta e si deve scendere lungo strade pedonali incontrando case d’epoca con calli antichi, ma anche enormi palazzoni che hanno trasformato la località balneare in una vera e propria città.
La spiaggia sabbiosa non è male, ma alquanto anonima se non fosse per qualche palma.
L’acqua però è fredda, molto più di quella incontrata in Portogallo. Probabilemente il fatto è dovuto alla recente perturbazione che ha fatto tanti danni e allagato interi rioni di Granada.
Affittiamo due comodi lettini in prima fila con ombrellone per soli 8 euro per l’intera giornata che trascorriamo in ozio, prendendo l’ultimo sole del viaggio. Al ritorno dopo una salutare e rinfrescante doccia andiamo a mangiare per la nostra ultima cena spagnola naturalmente a base di tapas e buon vino in un ottimo bar ristorante consigliatoci dal solito vecchietto.
A Malaga ci sono tanti musicisti di strada e alcuni di loro si fermano a suonare davanti ai ristoranti, facendo il giro per i soldi alla fine dell’esibizione. Carmen è molto generosa, pensando che nostra figlia potrebbe un giorno fare quel tipo di vita.
Mi accodo anch’io senza molta convinzione, più che altro per riconoscenza della bella musica ascoltata.
Purtroppo ci sono anche tante altre persone che chiedono soldi per strada, giovani inclusi e questo denota che la situazione economica del paese non sia proprio quello che si crede da noi che invidiamo la Spagna per il suo successo a fronte della nostra crisi. Pare che ancor oggi, nonostante i passi giganti compiuti dal paese, la disoccupazione sia ancora superiore a quella italiana, dato che sono partiti da un tasso di non impiegati di oltre il 20%, arrivando oggi a circa il 10%. La Spagna ci sembra ancora meno cara del Portogallo, soprattutto per ristoranti ed hotel, ma anche per la benzina che qui costa solo un’euro al litro contro un 1,35 del paese vicino.
Comunque sono entrambi bei paesi, con una grande tradizione, cultura ed arte alle spalle, bei paesaggi, buona cucina e …Vino e gente accogliente e simpatica, più gli spagnoli dei portoghesi che secondo alcuni sarebbero alquanto burberi, ma che nella nostra esperienza non abbiamo riscontrato.