Ponte del primo maggio a Napoli

Riscoperta di Napoli dopo tantissimi anni, città meravigliosa e non omologabile
Scritto da: carabattola
ponte del primo maggio a napoli
Partenza il: 30/04/2012
Ritorno il: 02/05/2012
Viaggiatori: 3
Spesa: 500 €
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Per il ponte del primo maggio, abbiamo scelto di andare a visitare Napoli e dintorni; i miei ricordi bellissimi risalivano a 38 anni fa, era proprio ora di rinfrescarli… mia moglie non c’era mai stata, mentre mio figlio (19 anni) c’era andato 2 anni fa a Natale, e ne era rimasto affascinato. Partiamo da Malpensa alle 11:40, arrivo puntuali alle 13:05 e subito la prima bella sorpresa: siamo partiti con l’acqua e qui c’è un bel sole caldo che ci accompagnerà, salvo qualche breve spruzzo, per tutti e quattro i giorni.

Domenica 29 aprile

Arrivati a Capodichino, prendiamo la navetta Alibus (proprio di fronte agli arrivi) che in 35 minuti ci porta in piazza Municipio (3€ a testa). Nella piazza, su cui svetta il Maschio Angioino (o Castel Nuovo), in questo momento ci sono degli scavi archeologici (a Napoli, come in tante città italiane, come si apre un buco affiorano pezzi di storia..). Andiamo a piedi fino all’albergo, l’Hotel del Golfo in via Sedile di Porto, che raccomandiamo. Camera nuova enorme e pulita, colazione soddisfacente, e a 10 minuti a piedi dal centro. Il tempo di sistemarsi, e ci dirigiamo verso Piazza S.Domenico, dove c’è l’entrata di Napoli Sotterranea. Il giro guidato dura 1 ora e mezza (costo 9,30€ ridotto 8€). Il cammino in queste cavità, antiche cave poi diventate cisterne, e infine rifugi antiaerei, è suggestivo; ad un certo punto c’è una strettoia larga 50 cm, quindi le “stazze” grosse è meglio che non si avventurino… ma quello che è ancora più sorprendente, per me, è la seconda parte della visita: l’antico teatro romano, inglobato nel quartiere, a cui si accede passando dall’interno di un vecchio “basso”. E’ incredibile pensare che fino a poco tempo fa parte di questi monumenti sono stati usati come cantine! Finito il giro, passeggiamo per Spaccanapoli; attraversiamo Via S.Gregorio Armeno con i suoi negozietti di souvenir e personaggi del presepe (fantastico un: causa caduta governo vendiamo berlusconi al 50%), e andiamo a vedere il magnifico Duomo. C’è la messa, e non vogliamo girare troppo per non dar fastidio ai fedeli; riusciamo però lo stesso ad apprezzare la spettacolarità di questo barocco, che trionfa nella Cappella del tesoro di S.Gennaro. Per cena volevamo andare da Nennella, consigliata da tanti turisti per caso; saliamo via Toledo, e ci avventuriamo nei quartieri spagnoli; non sapendo bene a che altezza andare ci perdiamo quasi subito, e abbiamo uno di quegli incontri che si susseguiranno durante la visita, testimonianza dell’ospitalità e del calore napoletano. Chiediamo informazione ad un gruppetto di anziani, che ci spiegano la strada per Nennella (di fronte al banco di Napoli!) , aggiungendo però che è chiusa ma ci indicano un altro posto (la Trattoria del Buongustaio) dove si mangia secondo loro altrettanto bene… li ringraziamo, purtroppo però è chiusa anche quella! Un po’ mesti, scendiamo verso piazza del Plebiscito, e ci fermiamo in Piazza Trento e Trieste, dove mangiamo al Rosso Pomodorino; certo non è “da Michele”, ma la pizza non è male. Per digerire, passeggiatina in Via Chiaia, poi ritorno attraversando la galleria Umberto I.

Lunedì 30 aprile

Questa giornata la dedichiamo a Pompei e Sorrento; partiamo da qui per un motivo preciso: a Napoli c’è la possibilità di acquistare la Articard, che raccomandiamo a chi ama visitare i musei; con la Card infatti le prime due visite sono gratuite, e le altre costano la metà (attenzione la regola non vale nei musei privati _ ad esempio S.Chiara o la Cappella Sansevero_) dove invece è previsto uno sconto. Quindi la formula di questa carta invoglia ad andare per primi nei siti che costano di più. Inoltre la Articard da anche la possibilità di usufruire dei trasporti pubblici, compreso l’Alibus. Non si capisce perché non venga venduta in tutti i musei e i punti di informazione, ma questo è uno dei misteri napoletani; infatti ci tocca andare al Museo Archeologico, dove ci informano gentilmente che il primo maggio il biglietto di accesso a tutti i musei statali è di un euro; temendo di trovare ressa decidiamo comunque di andare oggi. Altra sorpresa negativa, per pagare accettano solo i contanti. Forse i nostri governanti, prima di fantasticare di eliminare i contanti, dovrebbero preoccuparsi che le carte siano accettate in ogni luogo pubblico. Per andare a Pompei prendiamo la Circumvesuviana, linea Napoli-Sorrento; di Pompei è persino inutile parlare, tanto è conosciuta, ma comunque l’emozione è stata grande; per godercela di più ci siamo aggregati ad un gruppo guidato (10€ a testa) che in due ore ci ha fatto girare tutti i posti più significativi. Dovete sapere che quando ero stato a Pompei (in gita scolastica!) avevo 14 anni, e al lupanare non ci avevano fatti entrare… adesso magari ai ragazzi quelle cose fanno ridere, e devo dire che un po’ di delusione l’ho avuta anch’io. Un suggerimento ai turisti per caso: a Pompei ci sono tante fontanelle, portatevi dietro una bottiglietta da riempire perché se c’è il sole fa caldo! Conclusa la visita con la Villa dei Misteri, andiamo a riprendere il trenino per Sorrento. Il panorama sul golfo è spettacolare, e sono caratteristiche le vie del centro, con i negozietti di frutta (dei cedri incredibili!) e ovviamente limoncello di tutti i tipi. Peccato che abbiamo solo bagaglio a mano! Ritornati a Napoli, saliamo fino al Vomero con la funicolare di Chiaia, per andare a mangiare alla trattoria “da Donna Teresa”, a due passi da Piazza Vanvitelli, che ci era stato consigliato da un amico napoletano; locale minuscolo, cucina casalinga, prezzo assolutamente incredibile (primo secondo acqua e vino 11€ a testa!). In metropolitana incontriamo una ragazza che sentendo che stiamo andando al Vomero si prodiga di consigli: sarà una costante di tutto il viaggio, incontrare persone gentilissime che vogliono trasmettere il loro amore per la città. Dopo cena prendiamo la funicolare Centrale e scendiamo ancora in via Toledo, e poi ancora in Piazza Plebiscito, suggestiva con la sua illuminazione ottocentesca. Sarà che è lunedì, ma non c’è tanta gente in giro: dov’è la vita notturna? A Posillipo, Mergellina? Domani cercheremo di scoprirlo.

Martedì 1 maggio

Al mattino prendiamo l’autobus R4 e andiamo al palazzo reale di Capodimonte. La Galleria nazionale di Capodimonte è una pinacoteca con opere di livello mondiale. Tiziano, Raffaello, Correggio, El Greco, Parmigianino, Masaccio, Brueghel il vecchio, lo splendido Caravaggio della Flagellazione… una delizia per gli occhi. Andrebbe forse valorizzato un po’ di più… l’illuminazione è inadeguata; la pulizia delle cornici è sommaria … gli allarmi continuavano a suonare, c’era tanta gente non abituata a visitare i musei. Usciti all’aria aperta, un altro spettacolo che non dimenticherò: il parco del palazzo era diventato un enorme campo di calcio! Non so in quanti posti del mondo sarebbe permessa una cosa del genere, ma qui è normale; che abbiano ragione loro? Nella stradina di fronte all’entrata del parco, c’è la salumeria di Raffaele Nevola, dove vi consigliamo di fermarvi: c’è ogni ben di dio, vi preparerà al momento dei panini enormi, accompagnati da una simpatia unica. Dovrete però pagare un dazio: il signor Raffaele fa collezione di cartoline, quindi vi chiederà di spedirgliene una dal vostro paese… Continuiamo la nostra giornata culturale scendendo al palazzo Reale; un signore ci intrattiene per tutto il viaggio (quasi un’ora, c’è molto traffico) sulle bellezze di Napoli, e facciamo in tempo a spaziare di economia, di politica, di sport, ci da indicazioni su pizzerie… impagabile. Il palazzo Reale è molto bello, con l’enorme scalinata d’ingresso e gli appartamenti reali arredati con mobili originali; nel cortile c’è un raduno di auto d’epoca… cercavo una giardinetta come quella che aveva mio padre, ma non c’era. Inizia a piovigginare, temendo che al Gambrinus ci spennino siamo andati a farci spennare in un bar turistico, ben ci sta. Ritorniamo in alto: con la funicolare torniamo al Vomero, e da lì in 10 minuti (ma c’è anche l’autobs V1) arriviamo alla Certosa di S.Martino. La Certosa è stupenda, la chiesa barocca con la sagrestia intagliata, il chiostro, il belvedere, e lo spettacolare presepio Caracciolo.. c’è anche un piccolo museo navale, carino. Non ce la sentiamo di visitare anche castel S.Elmo, che è lì vicino; invece torniamo in basso e passeggiamo per Spaccanapoli e Via dei Tribunali; dopodichè decidiamo di andare a cena a Mergellina. Ripassiamo quindi avanti al Duomo per andare a prendere la metropolitana, e scesi a Mergellina andiamo al primo ristorante che ci ispira. I miei spaghetti alle vongole erano notevoli; pizza e grigliata così così. C’era la partita del Napoli, dunque tutto era rallentato, anche in strada c’era poca gente… al ritorno prendiamo il bus che ci porta a due passi dall’albergo; cominciamo ad abituarci ai mezzi pubblici, che tutto sommato non sono da disprezzare.

Mercoledì 2 maggio

Iniziamo con il monastero di S.Chiara; il suo chiostro maiolicato richiede un bel po’ di tempo, perché viene voglia di vedere tutte le storie dipinte sulle piastrelle… immaginare le suore di clausura passeggiare tra queste immagini popolane, fa sorridere. Ieri, entrando in chiesa, ci eravamo chiesti come mai in mezzo a tanto barocco, questa chiesa fosse rimasta nello stile gotico; lo scopriamo nel bellissimo museo, dove parlano i resti sopravvissuti ai bombardamenti degli “alleati”.. S.Chiara era stata completamente distrutta, e il rifacimento l’ha riportata allo stato originale, non a com’era nel momento della distruzione. Da S.Chiara alla Cappella Sansevero… come nei fuochi di artificio, per l’ultimo giorno ci siamo lasciati i botti finali… il Cristo Velato vale da solo una visita a Napoli. Se fosse al Louvre, ci sarebbero delle file interminabili per vederlo. Poi andiamo a S.Lorenzo maggiore, dove notevole è la parte degli scavi; in pochi metri si scende di migliaia di anni, attraverso le varie stratificazioni dalla Napoli attuale alla medievale alla romana alla greca… Per pranzo, visto che siamo in zona, ci sediamo ai tavolini di Scaturchio. La sfogliatella, che bellezza! Ormai siamo agli sgoccioli… al pomeriggio ci rimangono le forze solo per entrare al Maschio Angioino. Della parte museale, la parte che mi è piaciuta di più sono i dipinti dell’ottocento; anche qui ci vorrebbe un po’ più di cura. Ed è ora… andiamo a prendere le valige, e prendiamo l’Alibus; arriviamo in aeroporto in largo anticipo, e facciamo in tempo ad apprezzarlo ed a cenarci (ed anche qui il caffè è buono…).

L’impressione più grande che abbiamo avuto è che, in un mondo che si sta tutto omologando, Napoli non lo sarà mai; se pure via Toledo si riempisse, come sta facendo, di negozi di marca, avrà sempre vicino i quartieri spagnoli con la loro umanità. Un altro colpo l’hanno avuto gli stereotipi: abbiamo visto una città caotica si, ma non sporca; controllata (giravano in continuazione polizia, carabinieri, esercito, vigili…) e con trasporti pubblici migliorabili ma funzionanti; ovviamente è il punto di vista di un turista, non certo di chi ci vive tutti i giorni. Per quanto ci riguarda, se potremo, torneremo di sicuro, e siamo convinti che la troveremo ancora più bella.



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