Polvere e sole sulle strade polverose di Creta
YURI: degno compare del qui sopra citato Steven, è l’ideatore del soprannome della sottoscritta. Adora le donne e con il suo amico Steven ama avventurarsi per le spiagge per osservare i vari esemplari di femmine di tutto il mondo, ma come dice lui “Guardare e non toccare”, visto che è anche lui fidanzatissimo. E’ il pigrone del gruppo, per lui la vacanza ideale è trovare una bella spiaggia con un barettino, bere birra, bere birra, bere birra, fare l’aperitivo, mangiare, bere birra, fare casino, dormire (…E prendere in giro la sottoscritta) DISU (FRA): è la saggia del gruppo (era per dire in modo carino che è la più vecchia…Ih, ih, ih…Ben 28 anni…). E’ la compagna di viaggio ideale, si adatta a tutto e a tutti (non sporca in giro, non abbaia…Scherzo!!). Le piace girare, esplorare nuove spiagge, ma anche oziare sotto il sole e spettegolare con la sottoscritta, oltre che stare in giro a fare casino, ballare, cantare, bere… ROBIOLINA: come Chiara, ama visitare sempre posti nuovi, non si separa mai dalla sua Reflex e il suo soggetto preferito è il Chegone (il suo moroso). Frase tipica “Chiara vieni, qui c’è l’acqua piscinosa” (…Intendendo che l’acqua è trasparente come quella di una piscina…) CHEGUE (Chegone per la Roby): moroso della Robiola, è il tipico amicone, bello pacioso, che ama divertirsi, suonare la chitarra, far bordello, bere, mangiare…Si adatta a tutto e a tutti e non rompe mai le palle (solo ogni tanto fa arrabbiare la Roby perché anche lui ha l’occhio lungo…) SUGAR: ormai mio compagno di viaggio da anni, è bravo, buono e servizievole…Un compagno di viaggio tranquillo e pacato, ma sempre con la battuta pronta. Innamoratissimo della sua Silvietta, è l’unico dei 4 uomini a non guardarsi troppo in giro e farebbe di tutto pur di far felice la sua morosina (anche i 18 km delle gole di SAMARIA…That’s amore!).
SILVIA 1: è la morosa di Sugar, iper,mega attaccatissima alla sua digitale, scatta foto ovunque, è la reporter del gruppo. Ama molto viaggiare e vedere cose nuove, per lei la giornata dovrebbe avere non 48, bensì 72 ore…Instancabile camminatrice, piedi d’amianto, fisico asciutto e tonico, è colei che propose la gita alle Gole di Samaria; SILVIA 2: è la new entry del gruppo, amica d’infanzia dell’altra Silvia. Tranquilla, simpatica, ironica, anche lei si adatta un po’ a tutti e a tutto…È stata la perfetta imitatrice della nostra guida di Crosso (il sosia di Solange).
Ed eccoci qua, finite le presentazioni, pronti a partire… E’ il 10 di agosto, di mattina ci troviamo a Villa di Serio io, Steven, Yuri e Disu pronti a farci accompagnare da un collega di Yuri con il camioncino della ditta fino all’aeroporto di Malpensa dove ci aspettano gli altri nostri soci.
Anche se è il giorno dopo gli attentati di Londra, il nostro volo Neos con destinazione Chania, parte in orario e arriviamo a Creta alle 18, dove, non senza qualche contrattempo e malinteso, ci aspettano le nostre due Megane Scenic, prenotate prima della partenza.
Caricate all’inverosimile, partiamo subito in direzione di Matala, nostro campo base per la prima settimana di permanenza.
Arriviamo che sono ormai le dieci di sera, la strada infatti era lunga, buia e quasi tutta a tornanti, anche se con i nostri cd di sottofondo ci siamo divertiti comunque.
Arrivati a Matala quando ormai pensavamo che non esistesse (cartelli che prima dicono “Matala 6 km” e poi “Matala 12 km”…Ma come?? E poi spariscono…Ma ragazzi, siamo in Grecia…), troviamo quasi subito i nostri appartamentini, i Matala View Apartments. Preso possesso delle stanze, buttiamo giù le valige e voliamo subito a mangiare. Ci fermiamo al primo ristorantino che troviamo appena sbucati nella via principale, il “To Milo” vicino al Lion. E’ una specie di fast food greco, io mi sazio con una porzione di pomodori ripieni al riso e spezie, patatine fritte e una birra. La qualità non è ottima, ma avevamo fame e ci siamo fermati al primo posto che abbiamo trovato, tra l’altro spendiamo anche poco…9 euro a testa (dividendo alla romana).
Finito di mangiare, scendiamo i gradini che scendono alla mitica spiaggia di Matala…La scogliera illuminata è magica, capisco perché gli hippies scelsero questo luogo come tappa obbligatoria prima di andare a Katmandu.
Yuri propone un tuffo in mare per inaugurare la vacanza…Ste lo segue entusiasta e io a ruota…Ci togliamo tutti i vestiti e ci buttiamo in mutande dentro questo mare caldo, calmo e nero, rischiarato solo dalla luna e dalla luce artificiale delle grotte. 11 agosto – Matala e Red Beach “Welcome to MATALA!! Today is life, tomorrow never comes” Il primo giorno lo dedichiamo a Matala, il nostro campo base. Come già detto, Matala fu negli anni ‘60/’70 tappa “obbligatoria” degli hippies sulla rotta per Katmandu. Attirati qui dal passaparola, molti vi si fermarono per la bellezza del luogo…Ex villaggio di pescatori, una manciata di casette bianche, una spiaggia di sabbia e ghiaia color cenere a forma di mezzaluna e quella scogliera incantata, con le grotte artificiali scavate nel tufo.
Nel paleolitico erano usate come tombe, poi durante la seconda guerra mondiale come nascondigli per le armi e negli anni ’60 divennero invece le abitazioni degli hippies, che le decorarono con finestre finte e con murales colorati (quelle più in alto). Dicono vi abbiano “soggiornato” anche hippies famosi come Joni Mitchell, Cat Stevens e Bob Dylan.
Ora la Necropoli è recintata e in teoria si dovrebbe pagare per la visita, ma il gabbiotto dove si fanno i biglietti è sempre vuoto e quindi la visita è gratuita (il bello della disorganizzazione Greca) La sera però il passaggio viene chiuso, le grotte vengono perlustrate dalla polizia per assicurarsi che nessuno vi dorma dentro e poi vengono illuminate a giorno in modo molto suggestivo. Indubbiamente le grotte sono il pezzo forte di Matala e benché non vi sia molto da vedere al loro interno, consiglio la visita anche solo per il panorama che si gode da lì sulla baia e sul villaggio.
Dopo la visita alle grotte, passiamo il resto della mattina sulla spiaggia a prendere il sole e fare il bagno nell’acqua limpidissima, verde azzurra e trasparente. Quando non è mosso è bello fare snorkeling anche perché ai lati vicino alle scogliere si possono vedere i resti del porto romano.
Io e Roby decidiamo di andare in fondo alla spiaggia e vedere anche l’altra scogliera, dove si trovano i locali notturni. In fondo alla spiaggia, sul muro sottostante la strada dei pubs, c’è una scritta che è poi il motto di Matala: “Welcome to Matala – Today is life, tomorrow never comes”, che secondo me riassume lo spirito del villaggio e rende bene l’idea dell’atmosfera che si respira a Matala… Ci arrampichiamo sulla via dei pubs…Superiamo il Rock Bar, il Marinero, Il Captain Hook, l’Odysea e saliamo i gradoni in pietra a picco sul mare (senza ringhiera…Occhio la sera se siete sbronzi e allegretti) fino alla Taverna Skala e alla Taverna Sunset, l’ultima di Matala. Anche da qui la vista sulla spiaggia e sul mare è grandiosa.
Tornando indietro, decidiamo di passare dall’interno di Matala, non dalla spiaggia. Matala è molto piccola e raccolta, in pratica si tratta di una strada principale su cui si trovano all’inizio alcuni piccoli alberghi (che poi continuano in una via secondaria, quella che porta verso il sentiero per la Red Beach e i resti romani) e poi cafè, negozi di generi alimentari, una libreria e poi una taverna dietro l’altra. La strada, superata la mini chiesetta in pietra col tetto rosso (con 6 posti a sedere…Contati personalmente), si dirama…Da una parte continuano le taverne e il bazar (tante bancarelle sia di souvenir che di prodotti tipici e manufatti, con il tetto in bambù tra una bancarella e l’altra), dall’altra c’è una pasticceria, alcuni negozi di prodotti locali e qualche take away. Infine c’è una piazzatta con una fontana e dietro, addossate alla scogliera, le abitazioni più vecchie di Matala, quelle dei pescatori e della gente del luogo (durante l’anno è abitata da sole 10 persone, ecco spiegati i 6 posti a sedere nella chiesa…Ci saranno 6 cristiani ortodossi e 4 atei?). Poi sulla scogliera (non quella delle grotte, quella sull’altro lato) c’è la strada dei pub e dei locali notturni: tutti piccolini, uno attaccato all’altro, la notte sparano musica a tutto volume, ognuno con il suo genere musicale…Rock, reggae, house, pop…Di tutto per tutti… Ovviamente Matala non è come Hersonissos o Agios Georgios sulla costa nord, ma per noi va benissimo così! Se avessimo voluto la vita notturna e il casino sfrenato, saremmo andati a Riccione, non a Creta! Però ovviamente un po’ di divertimento serale non guasta e siamo contenti di avere tutto a portata di mano in questo piccolo, caratteristico paesino.
Tornate in spiaggia dai nostri amici e morosi, decidiamo di spostarci dalla spiaggia di Matala in quanto ormai è stata presa d’assalto dai turisti che vengono qui con i viaggi organizzati in pullman e sembra di essere a Rimini.
Decidiamo allora di farci la bella camminata di 20 minuti (sotto il sole cocente e in salita) fino alla Red Beach. Questa spiaggia è famosa per la sua bella sabbia rossiccia, morbidissima. Data la difficoltà di accesso, non è mai affollata, non ci sono ombrelloni a pagamento o lettini. E’ una bella spiaggia libera e selvaggia di cui una parte è riservata ai nudisti. Non ci sono bar o taverne e conviene portarsi da bere qualcosa e da mangiare se ci si ferma tutto il giorno. Le uniche costruzioni sono un capanno di pescatori e una casa abbandonata con i muri affrescati e disegni un po’ hippy.
Io e Yuri siamo attirati da alcune persone ricoperte di fango o argilla (come a Corfù a Sidari, per chi ci è stato), vogliamo spalmarci anche noi, ma non troviamo il posto da cui prendono il fango.
Decido di fare uno scherzo a Yuri, gli dico che quel fango viene da quello scoglio vicino al mare, sì proprio quello, e che deve grattare via la superficie con le mani un po’ umide… tutto convinto, lo vedo avvicinarsi allo scoglio e grattare via la superficie… Cxxxo che ridere!!!! Mi godo la scena da lontano, purtroppo però si accorge quasi subito che l’ho preso in giro e torna da ma insultandomi e lanciandomi sabbia bagnata addosso. Decidiamo di andare a piedi fino in fondo alla spiaggia per vedere se troviamo l’argilla, quando vediamo un uomo barbuto, molto stile hippie, nudo come un verme, con in mano un secchio pieno di argilla… Ci avviciniamo e chiedo in inglese dove ha preso il fango…Ma non mi lascia nemmeno finire la frase che mi dice tutto convinto “ja, ja” (e io “sì, sì cosa???”) e inizia a spalmare me e il mio amico Yuri col fango, nonostante le nostre proteste…Ma non serve a nulla, quindi lasciamo fare…Quando però si avvicina alle un po’ troppo ai posti off limits, gli dico “Stooop!!” e me la svigno, visto che non sembrava recepire… Dopo un po’ torna anche Yuri tutto bello infangato, dalla testa ai piedi. Il mio moroso però non è molto contento che io mi sia fatta spalmare dal vecchio hippy, soprattutto perché, secondo lui, oltre che mandrillone, era tutto nudo e, dice lui, “chissà prima di spalmarti dove ha messo le mani”…Ma io non sono così malfidente e continuo a pensare che l’abbia fatto in buona fede… Tornati a Matala, andiamo in una delle taverne sulla spiaggia (tornata di nuovo deserta) e offro a tutti olive e vino bianco per il mio onomastico, mentre dalla terrazza ci godiamo il tramonto sul mare.
La sera andiamo a mangiare da “Antoni’s”, dove la Moussaka è deliziosa e il Saganaki (formaggio fritto) è spettacolare. Qui i prezzi sono leggermente più cari che nelle altre taverne, ma la qualità è ottima e le portate molto abbondanti.
Dopo mangiato, alcuni di noi si ritirano nelle loro stanze, mentre io, Ste, Yuri, Disu e Chegue andiamo a vivere la noche di Matala… Ci infiliamo al Rock Bar dove tra una birra e l’altra tireremo mattina (le 5…) sulle note di vecchie canzoni punk dei Clash, Ramones e Iggy Pop ma anche sulle note di classici come Police e altri gruppi anni 80…E faremo amicizia con quel pazzo di Dimitri e dei suoi amici.
Balliamo, ridiamo e cantiamo a squarciagola con i nostri nuovi amici, facendoci offrire un sacco di birre e offrendo a nostra volta. Rimediamo anche un invito a un matrimonio e all’alba delle 5, sbronzi come pochi, torniamo a casa …Come prima giornata non è male… And everything looks good tonight Singin la la la la la-la-la la La la la la la-la-la la La la la la la-la-la la la-la
12 Agosto – Preveli – Palm Beach e Monastero Ci svegliamo dopo poche ore di sonno con i tipici sintomi del dopo sbornia…Ma siccome la voglia di esplorare supera di gran lunga la voglia di tornare a letto e “stare male”, prendo forza, mi alzo, mangio qualcosa e salgo in macchina (non senza prima aver cercato di convincere anche Yuri a venire, ma rimediando una decina di parolacce dal sottoscritto che rantola nel letto avvolto tipo mummia nel suo lenzuolo).
Per arrivare a Preveli, alla famosa spiaggia del fiume e delle palme, impieghiamo un’ora e mezza circa in quanto la strada si snoda all’interno, tra montagne e gole, in un panorama mozzafiato.
Arrivati dove ci sono le indicazioni per il monastero, per proseguire verso la spiaggia bisogna prendere uno sterrato pauroso…Il fondo è regolare, ma la strada è stretta (passano a filo due macchine) ,non ci sono guardrail e sotto c’è un bel burrone… Arrivati in fondo allo sterrato, parcheggiamo la macchina e proseguiamo per un sentiero a piedi…Quando la salita finisce si ha un bellissimo colpo d’occhio sulla spiaggia col suo fiume che sfocia tranquillo in mare e il palmeto sulle sue sponde.
Scendiamo quindi alla spiaggia e notiamo che l’acqua del mare è abbastanza sporca, non si capisce se per le correnti o per le troppe persone…Fatto sta che preferiamo di gran lunga fare il bagno nel fiume, con la sua acqua fredda e limpida e il verde delle palme che si riflette in esso. Per informazione, sulla spiaggia c’è un barettino che serve pasti semplici, yogurt, frutta e snacks. C’è anche un servizio di taxi boat che porta ad Ammoudi, Shinaria e Damnoni e un affitta pedalò e canoe.
La tentazione di noleggiare un pedalò per risalire il fiume è forte, ma in tanti diari di viaggio avevamo letto che era meglio risalirlo a piedi, inoltrandosi nel palmeto.
Il paesaggio è veramente suggestivo, sembra di non essere in Grecia, ma in una foresta tropicale con tutti quei colori e quelle palme.
Nel nostro percorso incontriamo vari campeggiatori liberi, che facilitati dalla presenza di acqua dolce, piantano per giorni le loro tende sulle sponde del fiume togliendo però un po’ di magia al posto (secondo me).
A un certo punto del fiume troviamo delle pozze limpidissime dove si può fare il bagno, noi decidiamo di guadarlo e poi percorriamo nel senso opposto l’altra sponda fino alla spiaggia. Sulla via del ritorno (oltre ad incontrare un camioncino sullo sterrato e a perdere 5 anni di vita in quanto riusciamo a superarlo guidando con la ruota della macchina a 10 cm dal burrone), ci fermiamo al monastero.
Per entrare noi donne dobbiamo infilarci delle gonnelline colorate e dei foulard sulle spalle…Siamo così ridicole che decidiamo di farci una foto…Siamo un mix tra delle mondine fuori moda e delle zingare (senza offesa per le zingare…).
La visita al monastero è suggestiva, anche se tra i miei ricordi, il monastero più suggestivo che ho visto è quello di Paleokastritsa a Corfù, un po’ meno turistico secondo me.
Tornati a casa troviamo Yuri che ha ripreso sembianze e atteggiamenti umani (ih,ih.Ih..) e dopo una doccia e un aperitivo fatto in casa, andiamo a mangiare alla Taverna Eleni che ci è stata consigliata da una cameriera del posto (certa Sushima).
La Taverna è piccolissima, si trova praticamente sulla spiaggia ed Eleni, la padrona, vi accoglierà in modo un po’ rustico ma cortese… Dico rustico perché dopo averci fatto accomodare, per cambiare la tovaglia di carta sporca del cibo degli avventori che ci hanno preceduto, la sfila di botto sventolandocela addosso…Decine di briciole volano sul mio bel vestitino indiano e lo Ste scoppia a ridere e dice, non sapendo ancora di ideare così il tormentone dell’estate: “Min…A, il bon ton di Tonon…” Che ridere… Comunque, grezza o non grezza, Eleni ci spiega in italiano i piatti del giorno e anche le ricette (un mito di donna) e quando assaggio la mia Zuppa Cretese fra un po’ non caccio un urlo…È BUO-NIS-SI-MA!!!! E’ una zuppa di seppie con salsa di pomodoro, cipolle e spinaci…Una delizia…
La serata prosegue in modo molto soft…Per oggi serata analcolica…Forse è meglio!!! 13 Agosto – La delusione di Lendas e la bellezza di Kommos Oggi siamo tutti in pista, nessuno escluso. Siamo indecisi sulla meta del giorno, viene proposta Lendas, la mia guida (la Rough Guide) non ne parla granchè bene, ma la Lonely Planet di Silvia sì, quindi decidiamo di provare.
Nonostante in linea d’aria, Lendas disti circa 20 km, per raggiungerla impieghiamo quasi due ore perché non c’è un collegamento diretto da Matala, in compenso la strada per raggiungerla è molto panoramica e offre magnifici scorci sulla pianura di Messarà.
Arrivati a Lendas, scopriamo che la spiaggia è in realtà un po’ fuori dal centro abitato e si chiama Diskos Beach. Praticamente è una “colonia” di nudisti tedeschi, ma questo non è che ci tocchi più di tanto…La delusione sta nel fatto che la spiaggia è sì lunghissima, ma non è per niente esaltante e di sicuro non valeva le quasi due ore di viaggio fatte per raggiungerla: è di ghiaia mista sabbia piuttosto scura (tipo le nostre spiagge della Liguria, es. Rivatrigoso) e il mare non è limpidissimo anche se non sporco. Siamo comunque distanti dall’immagine classica delle spiagge Greche. Ad ogni modo non ci scoraggiamo e decidiamo di passarvi almeno la mattina. Io, Roby e Disu giochiamo a racchettoni con risultati pietosi, gli altri invece giocano a calcio urlando e ridendo come bambini. Proprio vero che al mare torniamo tutti un po’ bambini! Dopo aver mangiato uno yogurt con frutta e miele nella taverna della spiaggia, torniamo in viaggio sulle nostre Megane ormai lerce e impolverate, torniamo verso Matala e decidiamo di fermarci alla spiaggia di Kommos, la spiaggia dove nidificano le tartarughe. La bellissima spiaggia è a soli 5 minuti di macchina da Matala, se avessimo immaginato quanto era bella, saremmo venuti qui tutto il giorno. La sabbia è grossa e scura, ma l’acqua è limpidissima (piscinosa direbbe qualcuno). La spiaggia è anche molto lunga e quindi per niente affollata. Decidiamo di spingerci all’estremità orientale a ridosso della scogliera dove nidificano le tartarughe. Le tartarughe qui sono protette, ci sono dei gabbiotti che vendono magliette e altri gadgets per finanziare i volontari che si preoccupano di tutelarle. Hanno costruito delle recinzioni sulla sabbia per “indirizzare” verso il mare le tartarughine appena nate. Infatti il problema è che appena nate le tartarughine bebè hanno pochi minuti per raggiungere il mare e imparare subito a nuotare. In condizioni naturali, esse, appena le uova si schiudono, corrono verso il mare guidate dalla luce più chiara del mare all’orizzonte. Purtroppo però, l’urbanizzazione e l’inquinamento luminoso le disturba e le confonde, spingendole verso i paesi che si trovano dietro le spiagge. Confondono infatti la luce di ristoranti, bar e abitazioni con quella dell’orizzonte e muoiono disidrate.
Per fortuna ci sono questi volontari che le aiutano a tornare “sulla retta via”…Eh, eh… Facciamo un bagno nelle belle acque di Kommos, ci rotoliamo sulla battigia facendo gli stupidi, scattiamo qualche foto divertente e poi ci godiamo sulla spiaggia il magnifico tramonto.
La sera mangiamo da “Gianni’s”…Taverna tipica…Forse un po’ troppo…Del tipo: cucina e trattamento molto “caserecci” e anche qualche ricordino nel piatto (un paio di lunghi capelli neri nel mio spiedino di pesce).
14 Agosto – Shinaria Beach “…Well see the bright and hollow sky Well see the stars that shine so bright The sky was made for us tonight…” Anche oggi decidiamo di spostarci…Le nostre fedeli e ormai superpolverose Megane ci fanno ripercorrere la stessa spettacolare strada di quando siamo andati a Preveli, ma invece che deviare per il monastero, seguiamo i cartelli che indicano “Damnoni, Ammoudi e Shinaria”.
Si tratta in pratica di tre spiaggette non troppo lunghe formate di sabbia grossa e dorata e dal mare verde smeraldo, pulito e cristallino.
Ci fermiamo a Shinaria e ci buttiamo subito in mare, come al solito fa caldissimo e non c’è una nuvola (ma davvero!! Prendetemi pure alla lettera!). Purtroppo anche se l’acqua è limpida, fare snorkeling è deludente, fatta eccezione per un pesciolone a scacchi colorato di verde e rosso che mi sfiora il piede… Passiamo la giornata in spiaggia, prendendo il sole, facendo il bagno, giocando con pessimi risultati a palla sette o a racchettoni.
Di sera decidiamo di tornare da Antoni’s e si rivelerà per la seconda volta un’ottima scelta!!! Porzioni abbondantissime e qualità ottima! Io prendo ancora Saganaki e dopo un Gyros Pita che mi straborda letteralmente dal piatto.
Dopo cena molti di noi cedono alle braccia di Morfeo, mentre io, Ste, Disu e Yuri stiamo in giro a chiacchierare e bere birra finchè non ri-incontriamo Dimitri e i suoi amici e ci sediamo con lui a un bar dove ci ribadisce che siamo invitati l’indomani, come promesso, al matrimonio di sua sorella. Ci dice che lui non potrà venire a prenderci personalmente, ma che davanti al bar dove siamo adesso, troveremo una Punto nera guidata da un suo amico ad aspettarci “macchina italiana per ragazzi italiani”. Siamo un po’ dubbiosi…L’idea di partecipare a un matrimonio greco, mangiare a sbafo e vedere da vicino dell’autentico folklore locale ci alletta molto, però io ho anche delle immagini meno belle dove “i ragazzi italiani su macchina italiana” finiscono arrostiti al matrimonio e diventano pork souvlaki…Comunque la notte è fatta per pensare…
15 Agosto – il giorno del riposo … e la notte ci consiglia di starcene a casa oggi. O meglio, io, Ste, Disu e Yuri decidiamo di dormire un po’ e goderci per un giorno la bella Matala che d’altronde merita proprio visto che ogni giorno vengono decine di persone anche dall’altra parte dell’isola per visitarla.
Gli altri vanno ad Agios Pavlos famosa per le sue dune di sabbia, per l’acqua cristallina e per un atipico centro yoga alle sue spalle.
Noi pigroni ci alziamo alle 10 passate, andiamo subito in spiaggia e verso le due andiamo nel bar della nostra ormai amica Sushima a mangiare qualcosa. Sushima è metà torinese e metà svizzera, ma è nata a Creta in quanto i suoi genitori, innamorati dell’isola, vi si trasferirono più di 20 anni fa. Lei quindi parla 4 lingue, l’inglese, il tedesco, l’italiano e il greco e conosce l’isola e Matala come le sue tasche. E’ un’ottima guida e posso confermare che i suoi suggerimenti sui ristoranti del posto sono stati utilissimi.
Di pomeriggio faccio una passeggiata con il mio Amore per le spiagge piene di vento e sole, camminiamo mano nella mano, passeggiamo per il bazar, ci scattiamo foto stupide, prendiamo qualche ricordino del posto…Dio che bello! Sto così bene, stavo così bene lì e l’immagine, anche ora che scrivo, è così nitida che mi sento ancora il sale sulla pelle, il vento tra i capelli e nelle narici i mille profumi di questa cucina semplice ma ricca allo stesso tempo.
Nella libreria vengo attirata da un libretto in vendita a 5 euro che si intitola “Der letzte Hippie von Matala”, ovvero “L’ultimo hippy di Matala” e decido di comprarlo e di rispolverare così le mie conoscenze del tedesco. Guarda cosa fa fare la curiosità!! Il libro è corredato di foto e riconosco subito nell’uomo che sosta sempre ai bordi della strada con cappello, camicia colorata e i suoi dipinti psichedelici, il protagonista nonché autore del libretto in questione. (comunque per la cronaca, non è vero che è l’ultimo hippy di Matala, ce ne è almeno un altro, che sosta sempre sulla via delle pensioni, è alto, magro, con i capelli lunghi neri striati di bianco e un fiore rosso sempre nei capelli) A Matala è anche bello guardare semplicemente la vita che scorre come fanno i vecchietti del posto, con la loro seggiola appena fuori dalla porta. Tornati a casa, la padrona ci accoglie con una bottiglia di vino imbottigliato da suo marito (chissà perché agli altri ospiti regalava fichi e a noi vino?…) e così dopo la doccia “aperitiviamo” con vino, patatine e pistacchi.
Per cena decidiamo di provare lo Skala, famoso soprattutto per il pesce. E’ il penultimo ristorante sulla scogliera, molto semplice, ma con un panorama fantastico!!! Mangiamo da Dio e anche il servizio, nonostante la semplicità apparente del ristorante, è molto curato.Appena arrivati ci fanno trovare un cesto pieno di pane alle olive, focaccine, grissini e inoltre a fine cena, oltre al solito raki, ci vengono offerti dei dolcetti fritti buonissimi ripieni di feta e imbevuti nel miele.
16 agosto – Agia Pelagia – spiaggia di Mononaftis – Palazzo di Cnosso Innamorata di una cartolina di Agia Pelagia acquistata il giorno prima, decidiamo di andare sulla costa settentrionale per trovare questa spiaggia e approfittarne per visitare il palazzo di Cnosso.
Peccato che nella foto della cartolina si vedesse solo un angolo di mare con una roccia e un po’ di vegetazione sopra…La didascalia riportava Agia Pelagia, è vero, ma avrebbe potuto essere qualsiasi spiaggia di Creta. Tra l’altro il mare della cartolina era un azzurro-piscina e quindi probabilmente era stata anche modificata al computer. Beh, fatto sta che arrivati ad Agia Pelagia scopriamo prima di tutto che ci sono 4 spiagge diverse, non tutte facilmente raggiungibili e comunque dopo un sopralluogo in ciascuna di esse nessuna corrispondeva alla foto della cartolina.
Alla fine decidiamo di andare alla spiaggia di Mononaftis, di ghiaia e sassi con delle belle formazioni rocciose di cui una ad arco sul mare… Acqua pulita e cristallina (anche se non come quella della cartolina) e una taverna con terrazza completano il quadro.
Verso le quattro, quando il caldo inizia ad essere leggermente più sopportabile, ce ne andiamo e ci mettiamo in viaggio verso il palazzo di Cnosso.
Appena arrivati, non facciamo in tempo a mettere piede nel palazzo che veniamo assaliti dal sosia di Solange, che si rivelerà essere la guida in Italiano, che ci dice che siamo fortunati perché “Solo per oggi, italiani pagare 5 euro, solo per oggi, ripeto solo per oggi, mettere bollino argento per riconoscere gruppo!” Cerchiamo di chiedergli se i 5 euro includono anche l’ingresso al palazzo o solo la guida in Italiano, ma “Solange” è tutto preso ad accalappiare altri italiani per la visita guidata.
Fatto sta che alla fine veniamo fermati all’ingresso perché non avevamo pagato l’ingresso al palazzo…Comunque paghiamo subito e prendiamo parte anche noi a questa gita.
Il palazzo è stato rimaneggiato e ridipinto dall’archeologo che lo scoprì e anche se alcuni studiosi dicono che sia una delusione perché non vi è più quasi niente di originale, io l’ho trovato interessante anche perché essendo state alcune parti del palazzo ricostruite come dovevano essere state in origine, si riesce ad avere un’idea di come doveva essere stato Cnosso in origine… La nostra guida è veramente pazza, continua a muoversi, parlare e battere le mani e diventa in poco tempo il nostro idolo…Tutti noi cerchiamo di imitarlo, ma chi ci riesce meglio è Silvia2!.
Torniamo a Matala che è ora di cena…Siamo un po’ tristi perché è l’ultima sera, domani si parte per un nuovo campo base…Paleochora! 17 agosto – sulla strada vs Paleochora, alla fine del viaggio Preparati i bagagli e salutati i Matala View apartments, ci rimettiamo in viaggio, sulle strade polverose di Creta. Andiamo a Paleochora, sulla punta occidentale dell’isola, dove sembra di essere arrivati alla fine dell’isola davvero…Alla fine del viaggio…O all’inizio di un altro viaggio…Non so come spiegare. Abbiamo scelto Paleochora come campo base per la seconda settimana per esplorare le bellezze della punta occidentale dell’isola…La famosissima spiaggia “caraibica” di Elafonissi, la spettacolare laguna di Balos, la spiaggia di Farangas e il capoluogo dell’isola, Chania, sulla costa settentrionale.
Sulla strada, superata la città di Chania si avverte la sensazione di essersi addentrati in una parte dell’isola ancora piuttosto indipendente dal turismo di massa (fatta eccezione per le sopraccitate spiagge), una zona dell’isola più autentica e frequentata più da greci che da turisti. Attraversiamo boschi, colline, zone montagnose…Superiamo paesini con una manciata di casa e paesi un po’ più grandi, ma sempre sonnacchiosi, dove è la natura che scandisce il tempo e non l’uomo con la sua frenesia.
Arriviamo a Paleochora nel primo pomeriggio.
Ci appare subito diversa da Matala…È più “paese” e meno villaggio, ma allo stesso tempo più autentica…Si vede che è abitata durante tutto l’anno e che non si anima solo d’estate. Ha la sua scuola, la Polizia, il suo campo di calcio, la posta…I negozi non sono solo per turisti…Ci sono anche cartolerie per i bambini del posto, mini market ecc… Troviamo con un po’ di difficoltà i nostri appartamenti, gli Anthea apartments.
Sono appena stati costruiti e sono veramente puliti e carini…Io e Ste siamo in appartamento con Roby e Chegue, è un mini appartamento con bagno, camera matrimoniale e soggiorno con letto matrimoniale + cucina. Abbiamo anche un patio con un bel tavolino dove sostare la sera e fare l’aperitivo…Il tutto alla modica cifra di 20 euro giornaliere a testa.
Paleochora è una penisoletta che finisce con un promontorio sul quale sorge un castello ormai in rovina, ai due lati si estendono le due spiagge cittadine: una ciottolosa detta appunto “Pebble beach” più scomoda, ma riparata dal vento, e una sabbiosa, lunga due km, chiamata Pachia Ammos.
La nostra casa è a 200 metri dalla seconda: una distesa dorata lunghissima e larghissima completamente libera e attorniata da tamerici e palme sotto le quali si può godere di ombra gratuita. Inoltre ci sono due o tre barettini in stile “caraibico” che servono bibite fresche e spuntini. Ovviamente appena scarichiamo le valige scappiamo sulla spiaggia anche perché qui fa ancora più caldo che a Matala…Ci buttiamo in mare e notiamo che è molto pulito e trasparente, di un verde scuro, quasi smeraldo…Volendo, se non fosse che ci sono un sacco di altre meraviglie da scoprire, si potrebbe benissimo passare una settimana intera andando sempre nella spiaggia cittadina.
Dopo il bagno ci asciughiamo e andiamo a scoprire l’altra spiaggia, la pebble beach…Il mare non è male, ma è meglio la spiaggia di sabbia, anche se i maschi della compagnia (o per lo meno Chegue, Ste e Yuri) hanno trovato una cosa che la rende molto più bella e interessante di Pachia Ammos beach…E cioè una biondazza tedesca, alta 1 metro e 80, bikini rosa, tettona, occhi azzurri e gambe lunghe soprannominata “La fica spaziale”… e va beh… La sera per mangiare c’è veramente l’imbarazzo della scelta…Alla fine optiamo per un ristorante che ci è stato consigliato dalla proprietaria della ns casa, cioè il Dionisos o qualcosa di simile. Mangiamo abbastanza bene, ma non a livelli eccelsi…E comunque abbiamo davanti ancora una settimana per sperimentare la cucina paleochoriana…
18 agosto – Elafonissi…Caraibi o mediterraneo??sogno o realtà? Oggi siamo tutti in pista, Yuri incluso…L’abbiamo dovuto convince mostrandogli le foto scaricate da internet della meta del giorno…Cioè l’isola di Elafonissi.
Ci arriviamo dopo un’oretta di macchina e purtroppo insieme a noi arrivano anche tutti i pullman delle gite organizzate.
Comunque, nonostante la folla, lo spettacolo è fantastico…Un’isolotto di sabbia collegato alla terma ferma da un istmo di sabbia bianca che con l’alta marea scompare facendola tornare un’isola a tutti gli effetti. Adesso che è mattina c’è la bassa marea,attraversiamo l’istmo a piedi, l’acqua è alta solo 5/10 cm… Arrivati sull’isolotto cerchiamo una spiaggetta dove stare, piantiamo gli ombrelloni, ma capiamo presto che è un’impresa inutile nonchè pericolosa…Il vento è talmente forte che fa sollevare l’ombrellone facendolo volare via. Rinunciamo all’ombrellone, ma il sole picchia fortissimo nonostante il vento.
La zona di Paleochora e la punta sud occidentale di Creta in generale sono le zone più calde dell’isola, con una differenza anche di parecchi gradi con il resto dell’isola. Ci han detto i nostri padroni di casa che loro a fine febbraio/primi di marzo se l’inverno è stato buono, iniziano ad andare in spiaggia e a volte fanno anche il bagno…Non so se vi rendete conto…A FINE FEBBRAIO…Quando noi a milano e bergamo barbelliamo ancora di freddo… Che invidia…Se vinco al superenalotto compro una casa a Paleochora (oltre che una barca a vela con skipper incorporato) e mi ci trasferisco… In effetti avremo modo di notare anche nei giorni successivi che il termometro di giorno non scende sotto i 43/45 gradi e una notte alle 2 c’erano ancora 37°C…Non so se mi spiego…
Comunque non c’è problema…Abbiamo un mare caraibico davanti a noi…E ci buttiamo subito.
La sabbia poi è bianca, ma sulla battigia diventa rosa per via delle conchiglie e dei coralli sbriciolati che la compongono. L’acqua va dall’azzurro chiarissimo al verde acqua…Una favola.
Nuotiamo, prendiamo il sole sulla battigia e giochiamo in acqua…Sembriamo dei bambini! C’è un punto della spiaggia dove si sono accumulate delle innocue alghe verdi, ne prendo alcune in mano e le spiattello sulla schiena di Yuri, lui allora vuole vendicarsi e rispiattellarmela sulla schiena, ma io scappo e iniziamo una corsa sulla spiaggia e sulla battigia con io che urlo, Yuri che mi rincorre e Ste che incita Yuri alla vendetta…Alla fine mi ributto in acqua, ma il mio caro moroso e il mio amico yuri mi prendono a forza e mi sbattono proprio nel punto dove c’è il cespuglietto di alghe…Che ridere! Beh, per il resto non c’è molto da dire…La giornata scorre allegramente, rilassandoci, facendo il bagno, passeggiando sulla battigia cercando conchiglie ecc…Solo la Disu è un po’ giù perché dall’Italia le arrivano brutte notizie riguardanti la sua nonnina che non sta molto bene.
Torniamo a casa molto più tardi dei gitanti che sono costretti a risalire sui loro pullman alle 4…Così noi riusciamo a goderci la spiaggia quasi deserta per un altro paio d’ore.
Di sera andiamo a mangiare in un ristorante un po’ new age in fondo alla Pebble Beach e poi con solo Disu, Yuri e Ste vado in cima al promontorio dove ci sono i resti del castello distrutto dal Barbarossa…Il panorama di Paleochora sotto di noi e delle due spiagge che l’abbracciano è impagabile.
19 Agosto – compleanno Chegue – BALOS LAGOON…Se ieri eravamo ai Caraibi, oggi siamo in Paradiso… Oggi è il giorno in cui vedremo la meta per eccellenza del nostro viaggio a Creta…Il motivo principale per cui siamo qui…Ovvero Balos Lagoon… Per raggiungerla, guidiamo vs Kastelli Kissamos poi seguendo la cartina (e i resoconti di viaggio di gente che vi era già stata) arriviamo a uno sterrato in salita. Giunti a uno spiazzo dove c’è anche l’unico bar delle vicinanze, parcheggiamo la macchina e proseguiamo a piedi, seguiti da alcune caprette. Una cosa che ho scoperto durante questa vacanza è che le caprette sono molto vanitose e si mettono in posa per farsi fotografare… Camminiamo per un quarto d’ora su una specie di sentiero di montagna, prima in salita poi in discesa…Arriviamo a una specie di scalinata, alziamo la testa, c giriamo vs il mare e…
Basta…T mancano le parole per commentare quello che vedi.
La spiaggia più bella che abbia mai visto nel mediterraneo…Un’isolotto quasi collegato a terra, sabbia bianca che a tratti emerge dal mare e forma questa laguna dai colori fantastic…Acqua quasi bianca, poi verde chiarissimo, poi verde smeraldo e poi turchese intenso. Ripeto…Non ci sono parole, bisogna vederla per capire!! Guadiamo l’acqua fino ad arrivare sull’isolotto e passiamo la giornata a fare foto, ad atteggiarci sulla battigia a mo’ di modelle da calendario (beh, con la fantasia si può) e a fare un sacco di bagni… Anche qui come ad Elafonissi ci sono dei punti dove la sabbia è rosa. Uno spettacolo!!! La sera andiamo a mangiare in un ristorante vegetariano sul lungomare dal lato di Pachia Ammos e festeggiamo il compleanno del nostro amico Chegue…Il proprietario, un hippy con la faccia di Mel Gibson (vi giuro, è il suo sosia ma con i capelli lunghi) lo omaggia anche di un regalino…(ah,ah,ah)…Che gentili qui in Grecia!! Dal 20 al 23 agosto…Ultimi giorni di un viaggio indimenticabile Gli ultimi giorni, almeno per me, Ste, Disu e Yuri, passano tra una spiaggia e l’altra nei dintorni di Paleochora. I nostri amici invece andranno anche alla famosa spiaggia di Falassarna e, Sugar e Silvia1, anche alle Gole di Samaria.
Noi 4 invece siamo abbastanza stanchi e preferiamo passare almeno gli ultimi giorni in totale relax. La spiaggia dei dintorni che ci è piaciuta di più è quella di Anidri…Abbastanza lunga, fatta a mezza luna, con sassolini bianchi e grigi e il mare verde smeraldo moooolto piscinoso e calmo.
C’è anche una ragazza tedesca che vive e lavora in una specie di “capanna” fatta di bambù e fa…L’estetista da spiaggia…Manicure, pedicure, massaggi alle spalle, al viso e ai capelli, impacchi per capelli ecc… Io e Yuri proviamo il massaggio dal collo in su e io anche l’impacco per i capelli. Che storia…Sono sulla spiaggia, mi stanno massaggiando all’ombra delle canne di bambù e intanto sento il rumore del mare e del vento… Il penultimo giorno di pomeriggio tardi per evitare il caldo soffocante, andiamo tutti e nove al capoluogo di quella regione dell’isola..Cioè Chania. Ci arriviamo che manca poco al tramonto e vedere il porto di Chania con i colori aranciati tipici di quell’ora del giorno è stato il massimo. Andiamo a piedi fino al faro, poi torniamo indietro con il taxi boat gratuito.
Ci addentriamo per le vie molto suggestive del centro storico e poi saliamo in cima a una collinetta da cui si gode il panorama del porto e del lungo mare dall’alto.
La città è molto carina secondo me, con chiese e minareti che si fondono in quest’intrico di vicoli creando un mix strano dove in alcuni punti sembra di essere in una città ottomana, in un altro sembra di essere a Venezia e in un altro ancora sei in Grecia… È veramente un mix di stili architettonici, di tracce lasciate da tutti i popoli che si sono alternati durante il bizzarro corso della storia.
Ceniamo in una viuzza proprio in centro, purtroppo non ricordo il nome del ristorante, ma abbiamo mangiato veramente divinamente. Il secondo miglior ristorante provato a Creta dopo Eleni (a Matala).
Durante le altre sere a Paleochora, il rituale è sempre lo stesso: ristorantino, caffè turco al bar, passeggiatina fino alle rovine del castello e poi a bere qualcosa nella via centrale di Paleochora, quella interna dove c’è anche il ristorante Dionisos. Stranamente qui la vita notturna non si svolge tra le vie sul lungo mare, ma nel viale centrale che taglia in due la penisoletta di Paleochora. Di sera la strada viene chiusa al traffico e i ristoratori apparecchiano i loro tavoli all’aperto…Se non sono i tavoli di un ristorante sono i tavoli di un bar e così via.
La nostra vacanza finisce di giovedì, così come quando era iniziata… Siamo colmi di tristezza a dover lasciare queste meraviglie, ma il viaggio aereo del ritorno ci regala due ultime sorprese: la vista dall’alto della laguna di Balos e la vista (dopo circa un’oretta) di Corfù e delle spiagge vicino a dove avevamo soggiornato nel 2004…La mia prima volta in Grecia.
E scommettiamo che Creta non sarà l’ultima?