Polonia viaggio in autunno
Spero che abbiate tutti la pazienza di leggere questo mio racconto di viaggio altrimenti cestinate tranquillamente. Mi ci è voluto qualche giorno per raccogliere le idee perchè non è semplice parlare della Polonia, un paese che sta cercando di ritrovare un po’ di riscatto e dignità dopo gli anni bui del comunismo. Peccato che questo paese sia governato da una classe politica corrotta (forse più dell’Italia) che strizza l’occhio a Bush. Pensate che il Presidente della Repubblica e il premier sono fratelli gemelli.
Malgorzata e Raphael, una coppia SERVAS che mi ha ospitato a Breslavia, ha creato un sito internet per informare e mettere in guardia il popolo polacco riguardo a ciò. Hanno ideato anche una divertente spilla con due paperotti a mo’ di sfottò a questo “conflitto d’interessi”. Se volete visitare il sito l’indirizzo è www.Oznakowani.Pl (è tutto in polacco, ma potrete vedere il distintivo). Tutte le persone che io e Barbara (la mia compagna di viaggio) abbiamo conosciuto in Polonia ci hanno confermato che l’antisemitismo è in aumento, forse il merito è del governo attualmente in carica. Il mio itinerario è iniziato a Varsavia una città che ha subito lo scempio della guerra e lo scempio della ricostruzione nel periodo comunista.
Il centro storico è completamente rifatto in base ai documneti storici e alle fotografie. Del vecchio ghetto ebraico è rimasto solo un brandello di muro nel cortile di un condominio. Ho trascorso due notti da Premyslaw e Anna. Io e la mia amica Barbara abbiamo dormito in una stanzetta dove c’era di tutto, non si girava a causa di scatoloni, lavastoviglie, etc. Abitano in una mansarda di un palazzone della periferia (praticamente un budello), lui è un agente di commercio della Avon (vi ricordate?), lei è insegnante. Il terzo giorno il viaggio ci ha portato al lager di Treblinka, per poi raggiungere Bialistok, (nella parte Est del paese vicino al confine Bielorusso) dove abbiam conosciuto Robert e Anja con i loro due bambini Micha e Piotr. La classica giovane famiglia benestante e fervente cattolica che abita in un quartiere pieno di giardini e bei palazzi. Robert mi ha fatto assaggiare per la prima volta i pyrogi, una sorta di ravioli giganti ripieni di formaggio o frutti di bosco, che vengono accompagnati da una panna acida. Lui è avvocato di banca, lei insegnante. La presenza ebraica a Bialistok è stata veramente forte in passato, dopo la guerra la comunità è stata praticamente annientata. La parte Est della Polonia presenta una natura incontaminata. I paesaggi sono molto suggestivi, ci sono molti parchi naturali come quello di Bialoweza che è stata la meta successiva del viaggio. Ho un bellissimo ricordo della foresta naturale di tigli e della riserva dei mitici “bisonti europei”. La pioggia non ci ha impedito di avventurarci nel sentiero che conduceva alla riserva che conteneva, oltre ai bisonti, tarpani, alci, caprioli e cervi. Bialoweza è un posto sperduto. Si trova a una manciata di chilometri dalla Bielorussia, è famosa per la sua natura intatta e incontaminata. Son quattro case messe in croce, uno spaccio e un ufficio postale. Sembra che le cartoline che ho spedito da lì non siano ancora arrivate (era Agosto). Dopo un lungo pellegrinare nella Podlaska siamo arrivati (era sera) a Lublino. Dopo una notte in ostello abbiamo visitato il lager di Majdanek (paricolarmente toccante è stata la visita al crematorio, ancora intatto e al mausoleo, il monumento che contiene le ceneri degli ebrei cremati). A Cracovia abbiamo raggiunto Emiliano, un amico comune mio e di Barbara che abita in loco e lavora per un’associazione culturale che promuove iniziative di vario genere. A Cracovia ho visto spalare il carbone nelle strade, le persone anziane che vendevano more e lamponi (i polacchi son dei gran consumatori di frutti di bosco), giocolieri e musicisti di strada e tanti giovani studenti. A Cracovia ho visitato il quartiere ebraico: cimiteri, sinagoghe, l’ufficio di Schindler (la fabbrica non è ancora visitabile) e la farmacia Packiewitz. Emiliano ci ha poi condotto alle miniere di salgemma a Wieleckliza (a pochi chilometri dalla città) per culminare con la visita ad Auschwitz. Lasciata Cracovia, l’ultima tappa del viaggio prevedeva la Slesia. Siamo arrivati a Breslavia (Wrocklaw) nel tardo pomeriggio. Malgorzata e Rapahel ci hanno condotto (dopo cena) in una visita notturna nel centro storico pieno di cattedrali gotiche e palazzi signorili. C’era anche una sinagoga ma cadeva praticamente a pezzi. Abbiamo fatto tappa in due birrerie molto frequentate dai giovani. Malgorzata e Raphael sono due traduttori. Portano avanti anche un certo impegno politico di cui parlavo all’inizio della mail. Non ho potuto fare a meno di regalare a Raphael il mio cd dei Gang “Il seme e la speranza che mi ero portato dietro da ascoltare. Lui ha ricambiato con tre cd di un gruppo rock (non ricordo il nome) molto famoso che miscela molto bene chitarre elettriche e tastiere. Il giorno dopo (nel pomeriggio) ci siam spostati a una quarantina di chilometri da Breslavia Lukas e Dagmara ci hanno accolto in una piccola casetta di campagna che stanno ristrutturando per loro e per i due bambini Kola e Iadnenka. Abbiam passato il resto della giornata a parlare del più e del meno. Lukas e Dagnmara sono due insegnanti: sono “scappati” da Breslavia per vivere in campagna e la casetta dove abbiam soggiornato la stanno ristrutturando con le loro mani. Lukas è un grande appassionato di musica balcanica, io gli ho fatto ascoltare il saltarello delle Marche e i brani di Ivano Fossati e Francesco De Gregori che avevo portato con me (mi spiace Zio, non avevo i tuoi cd). Ai due bambini (Kola e Iadnenka) ho strimpellato con la chitarra “La casa” e “Il pappagallo” di Sergio Endrigo, due canzoni della mia infanzia, nonchè “Il palazzo di Babele” dei Gang con la tradizionale conta “unze-dunze-trenze-quaraquarenze-mera-merenze-riffe-raffe-dieci”. E’ stata un’emozione bellissima vedere questi due bambini che stupirsi e divertirsi pur non conoscendo la lingua italiana, non lo dimenticherò mai. Il giorno dopo abbiam girovagato per alcuni villaggi della Slesia. Abbiam visitato pure il laboratorio del dottor Frankestein. A fine giornata io e Barbara ci siam separati: lei ha preso il pulmann per rqaggiungere la comunità di Taizè (in Francia) io il treno per ritornare a Varsavia. L’ultima notte a Varsavia l’ho trascorsa da Adam, un avvocato benestante. Vive con la moglie e una bimba in un quartiere vicino al viale Giovanni Paolo II. Ha trascorso un lungo periodo in Italia (era fidanzato con un’italiana) e conosce la nostra lingua. Abbiam parlato poco ma comunque è stato un altro incontro piacevole. Un altro giro per il centro storico di Varsavia e poi subito all’aeroporto per il ritorno a casa. Son stati tredici giorni intensi, anche faticosi (per me soprattutto per la lingua) ma appaganti dal punto di vista umano. Grazie SERVAS!!! www.Servas.It Andrea V.
(“siamo i tacchi di una danza” – Gang)