Polonia on the road

Perché la Polonia? Semplicemente perché è una destinazione un po' sottovalutata dal turismo di massa e ci incuriosiva capire se ha ragione o meno. La risposta è stata di un viaggio sorprendente attraverso il quale abbiamo avuto modo di conoscere una nazione viva e in pieno fermento con città accoglienti e proiettate nel futuro. I polacchi...
Scritto da: iviaggidigiulliver
polonia on the road
Partenza il: 14/05/2019
Ritorno il: 20/05/2019
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Approfittando delle tariffe aeree convenienti, insieme a mia moglie decidiamo di trascorrere una settimana alla scoperta delle 3 principali città della Polonia: Varsavia, Cracovia e Danzica.

1° Giorno Danzica

Partiamo da Roma con un volo KLM con scalo ad Amsterdam. Atterriamo a Danzica nel tardo pomeriggio. Dall’aereo la Polonia appare come un mosaico geometrico di campi coltivati dove a prevalere è il giallo, più tardi capiremo che sono i tantissimi campi di colza in fiore. Prendiamo un taxi, che in Polonia sono molto economici e raggiungiamo il nostro albergo situato in pieno centro. L’IBB Hotel è un nuovissimo albergo di neanche un anno, molto moderno, comodo e funzionale. Capiamo subito di aver fatto un’ottima scelta. A conferma di questo ci danno una bellissima camera angolare grande con affaccio diretto sulla meravigliosa piazza del mercato di Danzica.Siamo un po’ stanchi dal viaggio e decidiamo di mangiare in albergo. All’ultimo piano c’è il ristorante che offre una vista meravigliosa sulla torre del municipio e sulla basilica di Santa Maria. In un’atmosfera rilassante e romantica facciamo la conoscenza con la cucina polacca. Proviamo subito lo zurek, zuppa tradizionale fatta con salsiccia bianca, uova sode, maggiorana secca e il fermentato di farina di segale. E’ un piatto di origini contadine dal sapore acidulo e molto saporito molto comune in Polonia. Finiamo la cena e andiamo a dormire, l’indomani ci aspetta la visita di Danzica, o meglio di Gdansk.

2° Giorno Danzica – Sopot

Vale la pena citare la colazione dell’hotel. Una grande varietà di scelta tra il dolce e il salto, ma la cosa più piacevole è stata come fossero tutti prodotti non confezionati e prevalentemente locali. Di estrema qualità.

Per visitare Danzica ci affidiamo ad una guida. Si chiama Roberto ed è la guida migliore che ci potesse capitare in questo tour. Vive da tantissimi anni a Danzica e la ama forse più di chi ci è nato. Ci racconta in modo appassionato e coinvolgente della sua storia e di come Danzica è diventata quello che vediamo oggi. Il nostro tour parte dalla piazza del mercato (Dlugi Targ), dove Roberto ci fornisce dei riferimenti storici indispensabili per capire la storia della città. Danzica è sempre stata una città di mercanti con un forte spirito indipendentista, non a caso Solidarnosc ha preso origine da qui. Sulla piazza affaccia il municipio e il Palazzo di Artù (Dwor Artusa), davanti al quale sorge la fontana del Dio Nettuno, simbolo della città. Proseguiamo la nostra visita lungo la via centrale tutta pedonale lungo la quale si affacciano i caratteristici edifici di Danzica, stretti e alti con le facciate colorate che connotano la città. Gli edifici non sono però storici, ma tutti ricostruiti dopo la seconda guerra mondiale, dato che la città è stata completamente rasa al suolo dall’esercito sovietico. La via Lunga si estende dalla Porta d’Oro alla Porta Verde, che era la via che percorreva il re quando veniva a Danzica a rinnovare gli accordi commerciali con la città.

Il centro di Danzica è piccolino e si raggiungono tutti i principali punti di interesse con estrema facilità e velocità. E’ tutto pedonale e passeggiarci è un vero piacere, la cosa più bella infatti è proprio osservare e respirare l’atmosfera di questa città, ricostruita con cura cercando di rispettare quelle che erano le testimonianze fotografiche e cartacee del passato. La via Lunga (ulica Dluga) è molto bella, ordinata e sebbene ricostruita da l’idea di come doveva essere al tempo Danzica. Visitiamo quindi la Basilica di Santa Maria, nella quale sono contenute le ceneri del sindaco Adamowicz, ucciso nel Gennaio 2019 da uno squilibrato durante una manifestazione pubblica. La chiesa contiene inoltre un bellissimo orologio astronomico che suona alle 12 di ogni giorno, facendo uscire tutta una rappresentazione religiosa di Gesù e i 12 apostoli. Vale la pena vederla. Dalla basilica si passa per via Santa Maria (ulica Mariacka) o via delle botteghe d’ambra dove trovano spazio tutte queste botteghe che vendono oggetti e gioielli fatti in ambra. Troveremo l’ambra un po’ in tutta la Polonia, ma Danzica è la vera capitale dell’ambra, dato che questa si estrae lungo tutta la costa che affaccia sul Mar Baltico.

È giunto il momento di fare una pausa pranzo. Ci fermiamo al Gdanski Bowke, locale caratteristico lungo il canale dove gustiamo un menù a base di ambra concluso con la Goldwasser, vodka con scaglie d’oro che non può certamente mancare in un viaggio in Polonia. Veramente ottimo cibo e atmosfera caratteristica polacca. Usciti dal ristorante facciamo una passeggiata lungo il canale per vedere la vecchia gru nera per lo scarico e il carico delle navi, altro simbolo della città di Danzica. Roberto ci consiglia di visitare Sopot, principale località balneare della Polonia, posta a una decina di chilometri dalla città vecchia. E’ il posto di villeggiatura preferito per i polacchi che vengono a passarci le vacanze. Durante i mesi estivi è sede di numerose rassegne culturali, di concerti e si possono fare tantissime attività diverse.

Facciamo una passeggiata per la spiaggia fino ad arrivare fino al molo in legno. Per salirci bisogna pagare pochi zloty, ma lo facciamo volentieri. Dal molo si procede poi direttamente alla via principale, chiamata via degli Eroi di Monte Cassino, in ricordo dei soldati polacchi impegnati nella campagna italiana della Seconda Guerra Mondiale. La via è interamente pedonale e si trovano tantissimi negozietti e localini dove mangiare e passare del tempo. Andiamo via da Sopot che piove fitto e facciamo ritorno alla città vecchia. Mia moglie è stanca e si ferma in albergo, ma io decido di uscire. Ho giusto un’oretta per girare Danzica un po’ da solo, comprare qualche ricordo e soffermarmi a girare per le vie lastricate di Danzica, cercando di cogliere degli scorci che fino ad ora non avevo carpito. Ho delle sensazioni bellissime, le vie sono piene di gente, ma rimangono silenziose e facili da percorrere. Il centro è raccolto e in pochi minuti si riesce ad arrivare da una porta all’altra con facilità. Mi perdo qualche minuto ad osservare il canale principale dove c’è la vecchia gru di scarico merci. Ci sono tantissimi locali, ricavati negli edifici storici (benché ricostruiti) delle vie di Danzica. Locali veramente arredati con gusto e pieni di ragazzi.

Si riesce per la cena. Quanto è bello scendere dall’albergo e in pochissimi minuti raggiungere il ristorante Piwna 47, proprio nella piazzetta della chiesa di Santa Maria. Il ristorante è veramente particolare e regala un’atmosfera ideale per una cena romantica. Ci danno un tavolo nel dehors a vetri posto nel giardino. I piatti che arrivano sono esteticamente bellissimi. Una vera sorpresa. Cura e dettaglio. Cucina internazionale che spazia dalla carne al pesce. I dolci rappresentano la parte più scenografica di tutta la cena. Degni di un ristorante stellato. La Polonia dal punto di vista gastronomico ci sta veramente stupendo. Finita la cena, facciamo un giro veloce per le vie illuminate di Danzica. C’è ancora tanta gente in giro ma noi siamo troppo stanchi per rimanere ancora svegli, domani ci dobbiamo svegliare presto per raggiungere la prossima tappa del nostro viaggio: la capitale, Varsavia.

3° Giorno Da Danzica a Varsavia

Si parte per Varsavia. La stazione di Danzica è appena fuori dalla Porta d’Oro. I treni ad alta velocità sono più o meno come i nostri. Arriviamo a Varsavia in perfetto orario. L’albergo, l’Hotel Metropol, si trova vicinissimo alla stazione e proprio di fronte al palazzo (grattacielo) che Stalin ha “gentilmente” donato alla città di Varsavia. Questo palazzo non è amato dalla popolazione di Varsavia, ma rappresenta un vero è proprio punto di riferimento per orientarsi a Varsavia. L’albergo è nuovo anche se meno bello di quello di Danzica. Non riusciamo a capire se Varsavia ci piace al primo impatto. Arriviamo dalla tranquillità di Danzica alla quale ci eravamo abituati. Tra una cosa e l’altra si fa ora di mangiare e noi non rinunciamo di certo, dato l’inizio veramente promettente.

Ci fermiamo alla Brasserie Warszawska. Locale molto elegante e alla moda. Mangiamo finalmente i pierogi, i famosi ravioli ripieni che si trovano in maniera diffusa in ogni città polacca. Non sono altro che dei ravioli ripieni di qualsiasi cosa: formaggio, carne, funghi, verdure. Usciamo dal ristorante e facciamo una passeggiata per il parco Lazienki, quindi ci dirigiamo nella zona della biblioteca a ridosso della Vistola. Sopra la biblioteca c’è un bellissimo giardino dal quale si può ammirare la vista di gran parte di Varsavia. E’ circondato da case residenziali molto belle e in un attimo si arriva al lungo Vistola. E’ il luogo dove gli abitanti di Varsavia si ritrovano per fare attività sportive, rilassarsi con la famiglia lungo le sponde del fiume, prendere un drink in uno dei numerosi locali o semplicemente sedersi su una sdraio ad ascoltare un concertino e riposarsi. E’ molto bello e rilassante. Si sta bene.

Cominciamo a farci un’idea ben precisa di Varsavia e più in generale della Polonia ben lontana dall’immaginario collettivo che la vede come paese ex sovietico arretrato e poco sviluppato. Varsavia e la Polonia non sono niente di tutto ciò. È un paese vivo e in pieno sviluppo, dove si ha l’idea che si viva bene. Anche attraverso la cucina si può percepire questo fermento ed è quello che capiamo ancora meglio con il ristorante della cena. Poco distante dalla biblioteca, rimaniamo incuriositi e decidiamo di provare il Bez Gwiazdek che propone un’idea di cucina molto interessante. Ogni mese rielabora le ricette tradizionali di una delle 16 regioni della Polonia e le propone in un menù. Siamo capitati nel mese della regione Subcarpatia. Menù al profumo di bosco. 6 portate a degustazione molto particolari. Funghi, animelle, capriolo, cavolo. Tutto profumato al pino e tutto incredibilmente particolare. Locale alla moda e pieno di giovani locali, assolutamente non turistico. Si propone di fare un determinato tipo di cucina, vicino a quella stellata il nome in polacco significa appunto “Senza stelle”, ma con prezzi decisamente più contenuti. Un menù degustazione completo si aggira sui 35 euro.

Usciamo e troviamo la forza e la voglia per visitare il bar Cosmo. Piccolo locale decisamente bello che si trova molto vicino al centro nella zona degli uffici. Sarebbe stato un peccato non andarci. Ci sediamo al bancone del bar e abbiamo la possibilità di ammirare le evoluzioni del barman nella preparazione dei cocktail. Non vediamo preparare cocktail conosciuti, ma cose particolarissime e decorate in modo originale ed elegante con utilizzo di erbe a km zero. Assaggiamo anche la vodka ai funghi, sempre preparata dal bar Cosmo. Sembra di bere una zuppa contadina ai funghi. Rimango un po’ perplesso. Usciamo dal locale anche se cominciava ad animarsi e torniamo in albergo, facendo una breve passeggiata nella piazza del palazzo di Stalin. Alla base ci sono tantissimi locali, ritrovo soprattutto di ragazzi molto giovani.

4° Giorno Varsavia

Il cielo sopra Varsavia al nostro risveglio è grigio e la torre del palazzo di stato di Stalin è avvolta dalle nuvole. Piove durissimo e i nostri programmi per la giornata sembrano decisamente a rischio. Volevamo visitare la città vecchia ma con questo tempo diventa impossibile. Come per Danzica, decidiamo di affidarci ad una guida, che si chiama Agnieszka. Ci viene a prendere in albergo con la sua macchina e senza perdersi d’animo nell’attesa che il tempo migliori ci spiega la storia di Varsavia. Racconta di una città distrutta dai tedeschi prima e oppressa dai comunisti dopo. La quasi totalità di Varsavia è stata ricostruita a partire dagli anni 50. Il ghetto ebraico è stato completamente raso al suolo così come il 90% della città vecchia. Dato che piove ancora ci porta alla cioccolateria Wedel famosa pasticceria di Varsavia, che rappresenta un po’ quello che Sacher è per Vienna. Non possiamo esimerci dal comprare la torta wafer al cioccolato e i famosi Ptasie Mleczko, tipici cioccolatini la cui traduzione letterale significa latte di uccello, nome indicato per esaltarne la rarità e la prelibatezza unica. Sembra che il tempo migliori. Per cui di corsa alla piazza del milite ignoto dove alle 12 c’è il cambio della guardia. La piazza è ampia, proprio come i viali di Varsavia dopo la ricostruzione. Dalla piazza è facile raggiungere la via reale e quindi la città vecchia. Finalmente esce un po’ di sole e la temperatura si scalda velocemente. C’è molta gente per strada è sabato e la via reale viene chiusa al traffico. Anche se è la parte più turistica di Varsavia vale la pena passeggiare e trascorrere del tempo in questo luogo. Lungo la via, ci sono le panchine suonanti con le musiche di Chopin. Basta spingere un pulsante e queste suonano le musiche del compositore polacco, nato a pochi km da Varsavia. Molto pittoresche. Si accede alla città vecchia dalla piazza con il castello. È costituita da vie a pavè piene di negozi di souvenir e ristoranti per lo più turistici. Al centro della città vecchia c’è la piazza del mercato con al centro il simbolo di Varsavia, la sirenetta. Da non confondere con quella di Copenaghen. Giusto il tempo di fare due foto e ripercorrere la via del ritorno.

Ci spostiamo nella zona del quartiere Praga, il quartiere risparmiato dalla distruzione tedesca. Questo quartiere, ricorda molto Berlino Est per i locali alternativi che vi trovano spazio e per i palazzi originali presenti. A Praga, c’è il complesso della fabbrica della vodka. E’ un grosso complesso dove vengono fatte numerose esposizioni e manifestazioni artistiche soprattutto di arte contemporanea. Ci sono molti ristoranti tra cui il Wuwu, dove decidiamo di andare per pranzo. È un locale molto accogliente posto alle spalle del museo della vodka. Decidiamo per un assaggio di piatti tipici della cucina polacca magistralmente rivisitati in chiave moderna dagli chef di questo ristorante. Vale la pena ricordare il chlodnik, zuppa fredda di barbabietole coloratissima e freschissima, il bollito misto con purè, una vera scoperta, l’aringa marinata e gli immancabili pierogi. Il pranzo è veramente eccellente. Facciamo un giro per il complesso della fabbrica della vodka. Ci sono dei piccoli temporary shop che vendono per lo più abbigliamento contemporaneo. E’ tutto improntato all’innovazione e proprio in questo senso c’è anche un campus di Google per l’aiuto alle startup.

Entriamo al museo della vodka per la visita. Si entra a gruppi, va prenotata in anticipo e c’è la guida. Il museo già dall’entrata è molto moderno e ben fatto, ma la visita risulta un po’ troppo lunga e la maggior parte delle persone perde l’attenzione in attesa della degustazione finale di vodka. In totale la visita dura 1 ora e un quarto, ma a nostro parere potrebbe essere accorciata per renderla più piacevole. Usciti dalla fabbrica molto vicino c’è un posto da non mancare assolutamente per assaggiare un’altra particolarità della cucina polacca: la trippa e gli gnocchi ripieni. Si chiama Pyzy Flaki Gorące ed è un piccolo localino che vende queste delizie in barattolini molto carini da gustare direttamente nel locale o da poter portare via. Con poco meno di 10 euro si prende una porzione di gnocchi, una di trippa e una bevanda rossa alla vodka di cui ancora oggi ignoro il reale contenuto, ma che mi è piaciuta molto. Veramente da non mancare se si vuole provare la vera cucina tipica lontano dai percorsi turistici. Finiamo la nostra passeggiata per il quartiere Praga e ritorniamo in albergo a riposarci.

Per cena usciamo e andiamo al ristorante Ale Wino. Ristorantino molto carino e romantico nella zona della via della moda. Siamo pieni dal pranzo e dalla fermata al locale degli gnocchi e della trippa, ma quello che ordiniamo è come nello standard di questo viaggio, molto curato nella presentazione ed eccellente nel gusto. Usciamo dal ristorante e a piedi facciamo una passeggiata lungo le vie di questo quartiere. Nel percorso incrociamo moltissimi localini alla moda, pieni di ragazzi. Alcuni sono veramente molto belli ed entriamo a guardarli, tra tutti vale la pena il Kita Koguta e il Woda Ognista. Torniamo in hotel stremati da questa lunga giornata di cibo e camminate. Domani si parte per Cracovia con un’idea ben precisa di Varsavia. E’ una città viva, dinamica e in piena evoluzione. E’ una città completamente occidentale, dove c’è voglia di fare e piena di cose da fare. La guerra l’ha segnata in modo profondo, ma è ripartita. L’hanno ricostruita e questa ricostruzione continua ancora oggi. C’è fermento artistico e creativo. E’ decisamente la nuova Berlino.

5° Giorno da Varsavia a Cracovia

Anche oggi levataccia, la stazione è molto vicina all’hotel e noi siamo pieni di bagagli. Stiamo comprando troppe cose da riportare in Italia. Il treno come al solito è puntuale. Il viaggio scorre veloce lungo il paesaggio della verde Polonia. Arriviamo in albergo, il Golden Tulip che si trova nel centro del quartiere ebraico Kazimierz.

Usciamo e ci dirigiamo subito verso la città vecchia. Il primo impatto con la città ci lascia perplessi. E’ domenica e la piazza del mercato e le vie della città vecchia sono piene di gente e gruppi di turisti. Non amiamo molto questo tipo di atmosfera. La città però è veramente bella. Si svolge tutto intorno alla piazza centrale del mercato. Giriamo per le vie, che sono piene di negozi di souvenir, food track e negozietti vari. Molto turistico, ma è comunque piacevole e non caotico. Nel pomeriggio, incontriamo Szymon, la nostra guida di Cracovia. È un ragazzo molto sorridente e gioviale. Si vede che ama la sua città e come ci si vive. I suoi occhi sono gioiosi e i suoi racconti e gli aneddoti sulla città sono divertenti e appassionanti. Ci porta subito alla porta di San Floriano, dove vediamo il Barbacane, avamposto fortificato che collegava alle mura e dove compriamo gli obwarzanek, tipici bagel, che i cracoviani amano consumare soprattutto a colazione quando sono belli croccanti. Si trovano chioschetti che li vendono ad ogni angolo della città. Continuiamo la nostra visita verso la piazza del mercato. Piazza principale e punto centrale della città dove avvenivano gli scambi di merce. La costruzione centrale in muratura conteneva vestiti soprattutto colorati e preziosi, ed è in muratura affinché rimanessero protetti dal fuoco. Saliamo al bar posto sopra il mercato da dove si può godere di una bellissima vista sulla piazza e aspettare il caratteristico suono del trombettiere dal campanile della chiesa di Santa Maria. Un trombettiere vero allo scoccare di ogni ora sia del giorno che della notte per 365 giorni all’anno, esce fuori da ciascuna delle 4 finestre del campanile per suonare una melodia che si interrompe bruscamente ogni volta. Questo rituale viene fatto per ricordare quando i tartari provarono ad invadere la città, il trombettiere di guardia intonò l’Hejnal per avvertire del pericolo. Una freccia scoccata dal nemico lo freddò interrompendo bruscamente il suono della tromba.

Ci dirigiamo verso il castello, uscendo dal centro e percorrendo una delle vie pedonali. Il castello è bello e ha un parco all’interno da dove si gode una bella vista sulla Vistola e sul drago simbolo di Cracovia. Drago che ogni 10 minuti sputa fuoco dalla bocca, per la gioia dei bambini e dei turisti che lo guardano ammaliati. Per la cena scegliamo un ristorante direttamente sulla piazza, si chiama Szara Gęś. L’interno è veramente molto bello. Si trova in un palazzo storico e l’atmosfera è superba. La cosa che ci colpisce maggiormente sono i dolci e tra tutti una nuvola di zucchero soffiato con all’interno un uovo con un guscio croccante di gelato. Un ristorante di gran classe con piatti di assoluto pregio ad un prezzo decisamente contenuto per la qualità del ristorante. Prima di tornare in albergo facciamo una passeggiata per le vie della città vecchia di sera. Cracovia è una città molto romantica e di sera diventa ancora più bella e affascinante. Decidiamo di tornare a piedi all’albergo costeggiando la via ciclabile sotto il castello.

6° Giorno Cracovia

Ci svegliamo molto presto. Oggi abbiamo la visita ad Auschwitz. Bisogna prenotare la visita in italiano ad un orario disponibile molto in anticipo direttamente sul sito del museo. La visita del campo di concentramento è un pugno allo stomaco. Benché l’olocausto e la storia delle crudeltà del nazismo sia stata raccontata in film e documentari, vedere dal vivo Auschwitz e Birkenau provoca emozioni difficilmente descrivibili a parole. I campi sono due: Auschwitz I, il campo con gli edifici in muratura con il famoso cancello con la scritta all’ingresso “Arbeit macht frei” (il lavoro rende liberi). Alla fine della visita di questo primo campo si prende una navetta che in 5 minuti porta ad Auschwitz II – Birkenau, famoso per il binario dal quale arrivavano i treni carichi di deportati. La visita in totale dura circa 4 ore, poco più di un’ora di macchina ad andare e un’ora a tornare dal centro di Cracovia.

Tornati a Cracovia facciamo un giro a piedi alla scoperta del quartiere ebraico Kazimierz, il vero cuore pulsante della vita notturna e giovanile di Cracovia. E’ pieno di locali molto carini dove fermarsi a bere con gli amici e a trascorrere del tempo in pieno relax. Il centro del quartiere ebraico è rappresentato dalla piazza Nowy. Al centro della piazza c’è un ex macelleria dove ora trovano spazio locali che vendono le tipiche bruschettone polacche, gli zapiekanki vero e proprio must per chi viene a Cracovia e più in generale in Polonia. Ci sono di tutti i tipi e la tradizionale è con formaggio e pasta di funghi. Costa pochi zloty e generalmente si consuma direttamente nella piazza. Noi abbiamo provato quelli di Endzior, primo locale ad aprire in questa piazza. Tutto intorno alla piazza ci sono posti carini dove fermarsi e c’è solo l’imbarazzo della scelta. Proseguiamo per la visita del quartiere, la sensazione che abbiamo è che sia molto diverso dalla Cracovia più centrale. Un clima più giovanile e meno turistico. Non ci sono scorci particolarmente suggestivi ma è bello piuttosto camminare per le vie che ricordano per alcuni versi Praga. Arriviamo fino al ponte sospeso che porta agli altri quartieri di Cracovia oltre la Vistola. Bellissimo scorcio sul fiume e sulla città.

Torniamo in albergo e ci prepariamo per la cena. Optiamo per il Bistro Bazaar, direttamente su piazza Nowy. Locale carino e molti piatti della tradizione polacca rivisitati in chiave più moderna. Usciamo dal ristorante e facciamo ancora una passeggiata per le vie del quartiere ebraico di sera. Ripercorriamo la via fatta al pomeriggio fino al ponte. Vale la pena ammirarla illuminata dalle luci. Andiamo a dormire, domani si ritorna a casa. Grazie Cracovia per le meravigliose giornate trascorse. Arrivederci a prestissimo.

7° Giorno Ritorno a Roma

Sveglia presto e ritorno a Roma con volo diretto RyanAir per Roma Ciampino.

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La fontana del Dio Nettuno a Danzica

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Il castello di Cracovia

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