Polonia in auto
Inevitabile la seconda tappa a Czestochowa. Con una breve deviazione siamo passati per Auschwitz, per un momento di rispettosa meditazione dinanzi all’ingresso del famigerato campo di sterminio. Il pomeriggio è stato sufficiente per la visita della cattedrale di Jasna Gora.
Siamo giunti il giorno dopo a Varsavia nel primo pomeriggio, ed abbiamo dormito due notti in un hotel di periferia vicino ad una fermata dei tram. Con l’autobus n. 180 abbiamo intravisto ciò che c’è di più interessante in quella città, ed abbiamo fatto le nostre scelte per le visite dell’indomani: segnatamente, ciò che è rimasto o è stato ricostruito dopo la seconda guerra mondiale della città antica, e il sito del Ghetto ebraico oggi coperto di orrendi caseggiati sorti in epoca comunista, delimitato da lapidi che indicano il percorso del muro di confine abbattuto. Alcuni monumenti, fra cui un pezzo di muro rivestito di marmo dove fu l’Umschlag Platz, rammentano la tragedia che qui si è compiuta nel 1943.
Da Varsavia a Bialowieza, 230 Km. In direzione nord-est per la via più breve (Zambrow – Bielsk Podlaski), prima fra campi coltivati e poi tra boschi sempre più fitti. All’ingresso di Bialoweza un ufficio turistico ci ha prenotato il calesse e la guida per la visita del Parco Nazionale prevista il mattino seguente e ci ha procurato l’alloggio in una economicissima “pension”, dove per 40 Euro al giorno abbiamo avuto a nostra completa disposizione una graziosa villetta di legno con due camere, cucina e servizi. Il Parco è l’ultimo lembo sopravvissuto della foresta primigenia europea, e si può visitare solo in calesse o a piedi o in bicicletta, accompagnati da una guida autorizzata che parla inglese o tedesco. Vi assicuro che è affascinante, anche se della fauna che lo abita abbiamo visto solo gli insetti. Gli animali si vedono invece in un vicino Centro di ripopolamento, che ospita cavalli selvatici (tarpan), bisonti europei, enormi uro (il bovide dal quale discende la mucca domestica), lupi, cervi, alci, caprioli, cinghiali.
Resistendo alla tentazione di fermarci alcuni giorni in quel paradiso, siamo partiti per Augustow, meno di 200 Km. Più a nord. Strade secondarie a volte sterrate o con pavè ci hanno condotto prima nel villaggio tartaro di Kruszyniany (un po’ deludente: solo 20 abitanti sono discendenti dei Tartari che lo fondarono, di interessante abbiamo visto, accompagnati da un Imam con scarsa dimestichezza con il francese, la moschea di legno ed il cimitero mussulmano, le cui tombe più antiche risalgono al XVII secolo), poi alle gradevoli cittadine di Krynki e Lipsk. Solita “pension”, poco più cara della precedente e più somigliante ad un hotel.
Mragowo, al centro della Masuria, dista solo 125 Km. Da Augustow. Si imponevano un paio di giorni in una confortevole “pension” per un giro fra i laghi di quella bellissima regione, e per vedere numerose ridenti località.
A Danzica c’è stato difficile trovare alloggio, pare per la concomitanza di una fiera o non so che. ? stato necessario scegliere fra una pessima “pension” e un albergo quasi di lusso, per la verità meno costoso di un tre stelle italiano. Per codardia abbiamo scelto quest’ultimo, ma ci siamo fermati un solo giorno in un luogo molto bello che meriterebbe un soggiorno più lungo.
Durante il viaggio di ritorno al sud abbiamo fatto ancora tre tappe: a Czluchow, un ridente paesino in riva ad un lago il cui nome è per noi impronunciabile, a Poznan e a Breslavia. Le antiche piazze (Rinek) di queste due città sono fra le più grandi e belle che abbiamo mai visto.
Da Breslavia ci siamo poi trasferiti a Praga.
Sedici giorni in Polonia, in quattro su un’automobile, ci sono costati circa 1500 Euro a coppia, comprese le spese per l’auto e i trasporti pubblici. Hotels e “pension” sono economici, puliti e gradevoli, anche se i letti sono sempre alla tedesca con cuscini troppo morbidi e scomodi piumoni. Trovarli è facile, li si vede dalla strada, oppure sono suggeriti dagli uffici turistici e anche dai giornalai; è opportuno però giungere nelle località dove si è deciso di pernottare nel primo pomeriggio, onde evitare scelte obbligate. Buoni i ristoranti. Le strade principali sono ottime, quelle secondarie hanno traffico quasi nullo e sono percorribili senza problemi anche quando sono sterrate o pavimentate a ciottoli. La gente è cordiale e accogliente e si fa in quattro per fornire informazioni, ma di solito parla solo polacco. Non abbiamo patito alcun inconveniente. A Danzica però abbiamo incontrato un turista che incautamente aveva accettato di cambiare in strada cento Euro, e aveva ricevuto l’appetibile controvalore in monete fuori corso. Noi siamo più furbi, vero? Se non conoscete la Polonia, fareste bene a seguire le nostre orme. Fateci un pensierino.
Gigi