Polinesia a Dicembre
Viaggio per i 20 anni di matrimonio di Roberto e Lucilla
Organizzato da agenzia CTS su nostre indicazioni
1-23 dicembre 2010
Costo finale comprese escursioni, voli, pasti, assicurazioni aggiuntive, ecc ecc (abbiamo calcolato anche il costo della singola bottiglietta di acqua) 12870 euro. (di cui circa 2200 euro di escursioni e alcuni pasti non inclusi)
Volo Roma – Los Angeles con Alitalia (aerei molto comodi, si mangia benino, film in italiano a scelta e in quantità, io non riesco a dormire :-))
Los Angeles – Papeete con Air Tahiti Nui (aerei comodi, si mangia benino, film in francese o inglese ad orario)
3 ore di tempo a Los Angeles (sufficienti) per ritirare i bagagli imbarcati, sbrigare le formalità doganali, impronte ecc., riconsegnare i bagagli da imbarcare e che hanno già la carta con destinazione Papeete agli addetti, rifare le carte di imbarco.
Arrivo a Papeete aeroporto alle 23.50 circa
1 notte tahiti “sofitel” (classic mountain) 3 notti Moorea “hilton moorea lagoon” (lagoon bungalow) solo colazione 3 notti Taha’a “la pirogue” (beach bungalow) mezza pensione 4 notti Huahine “au motu mahare” pernottamento uso di cucina 3 notti Bora Bora “hilton bora bora nui” (lagoon view suite) mezza pensione 3 notti Rangiroa “pensione tevahine dream”(beach bungalow) 2 notti Manihi “pearl beach” mezza pensione (overwater) 1 notte e mezza tahiti “sofitel” (classic mountain)solo colazione
Periodo
Tutti consigliano di andare a luglio o ad agosto, sicuramente si tratta del periodo migliore in quanto è “l’inverno”, periodo secco e poi c’è la manifestazione di balli tradizionali chiamata Heiva. Noi ci siamo sposati a dicembre, pertanto siamo andati nel periodo delle piogge. Premesso che non abbiamo preso una goccia d’acqua e che in molti ci hanno detto che il clima, da circa 10 anni, è un po’ cambiato, da novembre fino a prima di Natale è bassa stagione, costa tutto meno. Il giorno che torneremo, perché ci torneremo, sarà sempre a novembre-dicembre; ci piace il calduccio anche d’inverno.
Voli internazionali
Tutti i voli sono stati abbastanza puntuali (di più quelli dell’Air Tahiti Nui), e gli aerei sono comodi (di più quelli dell’Alitalia). Abbiamo scelto di passare per Los Angeles per motivi economici, 1400 euro a testa andata e ritorno. L’organizzazione a Los Angeles è buona e basta il mio inglese (tu gust è megl che uan) per capire dove andare e cosa fare, ma lasciatevi non meno di 3 ore. Andare con Alitalia è come andare con Air France o Air Tahiti Nui, dal punto di vista organizzativo, mi spiego meglio: al ritorno a Los Angeles c’era molta confusione per i voli cancellati a Parigi e Londra e per la consueta folla di turisti; per rifare le nostre carte d’imbarco avremmo dovuto fare una fila unica lunghissima insieme a chi non era in transito, abbiamo chiesto ad uno degli addetti e ci ha infilati nella fila VIP dell’Air France, lo stesso avveniva al contrario, cioè riproteggevano se necessario i passeggeri Air France su Alitalia.
Voli Nazionali
E’ come prendere un pullman a lunga percorrenza. Se avete i transfert inclusi (a Papeete affittate l’auto, vi conviene fare da soli visto il costo dei transfert) gli alberghi sanno a che ora venirvi a prendere e ve lo comunicano la sera prima, generalmente basta stare lì 30-35 min prima dell’imbarco. Nessuno ti controlla bottigliette d’acqua o oli per il corpo tutto è molto rilassato.
Problema peso bagagli
Non portatevi i classici trolley a mano che siete abituati ad usare in Europa, nei misuratori dei voli interni non ci entrano e devi imbarcarli insieme agli altri, con il risultato che si superano i 20 kg a testa consentiti. Noi abbiamo dovuto pagare il peso in più (10 kg in più a testa giusti giusti quelli dei trolley) ma abbiamo fatto un forfait e così con 95 euro totali (certo mica poco …… Ma ormai c’eravamo……) pagandoli all’inizio (sarebbero stati circa 200 euro totali pagandoli ad ogni volo) abbiamo potuto trasportare i nostri bagagli a mano come fragili (cioè li portavamo noi fino alla scaletta dove li consegnavamo alla hostess che li faceva mettere con delicatezza nel deposito posteriore dell’aereo e ce li faceva ritrovare alla scaletta all’atterraggio), con grande sollievo di tutti i souvenir e materiale elettronico vario (reflex con obiettivi, olimpus subacquea, ricarica telefonini, telecamera, vaso di coccio di huahine ecc ecc) che ci siamo portati e riportati.
Non potete rinunciare
alla crema solare protezione 50-30-10 a scalare nei giorni macchina fotografica subacquea spray, olio ecc per zanzare e altro, specialmente se andate sui motu. Cappello per il sole occhiali da sole
Sicuramente è comodo avere:
un giacchetto per la sera (a noi, visto il periodo molto caldo, non sono serviti anche se ce li eravamo portati); alcuni parei (i parei polinesiani “veri” noi li abbiamo comprati a Papeete l’ultimo giorno), da usare anche come telo da mare d’emergenza e come asciugamano (se andate solo nei resort ti forniscono anche gli asciugamani da spiaggia); scarpette per gli scogli (sceglietele robuste e di qualità, negli alberghi non le offrono) muta leggera (anche se non fate le immersioni i coralli a pelo d’acqua sono taglienti, gli anemoni urticanti, i pesci, quelli piccoli, a volte mordono e il sole scotta parecchio) infradito carine e quelle da spiaggia. Pantaloncini di vario tipo Pantaloni con la zip a metà gamba (di giorno li usi come pantaloncini e di sera ci vai acena o ci viaggi nel volo intercontinentale)
E’ inutile portare
vestiti da sera (anche nel resort più di lusso un vestitino nero estivo, per la serata d’anniversario o quella dello spettacolo, è più che sufficiente) di conseguenza le scarpe con il tacco (c’è la sabbia dappertutto bastano dei sandali carini) scarponcini da trekking o scarpe da ginnastica (a meno che non siete dei patiti del trekking, per le escursioni in 4 x 4 o piccole passeggiate bastano i sandali estivi tipo Birkenstok con rinforzo sotto e possibilità di bagnarli (per lavare via il fango e la sabbia) Pinne, maschera e boccaglio (ve li danno gratis tutti gli alberghi e anche alcuni marinai delle gite)
Cambio della moneta
Noi abbiamo cambiato tranquillamente in tutte le isole, le banche prendono la provvigione, gli hotel cambiano leggermente a meno, ma sono più comodi, tutti i negozi cambiano l’euro al cambio ufficiale
Telefonare
Noi avevamo TIM, Wind, Vodafone per chiamare non funzionava nulla. Ricevevano tutti solo Wind e Vodafone inviavano i messaggi. Con una scheda da 10 euro abbiamo parlato circa 1 ora e 10 sui fissi italiani. I telefoni pubblici si trovano quasi in ogni posto (anche nel pearl beach di Manihi)
Internet
Negli hotel c’è quasi sempre, a volte costa meno con il loro PC a volte è il contrario, a volte si paga a ore (caro) a volte a forfait, raramente è gratis Se volete usare skype portatevi cuffie e microfono (gli hotel non ce li hanno)
Prese elettriche
Come le nostre in tutti gli hotel dove siamo stati.
Lingua
Francese e Inglese
Diario
Era da un bel pezzo che puntavamo la Polinesia……………….. È vero che di posti ne abbiamo sempre puntati tanti! Ma per l’anniversario di matrimonio (per noi sono 20 anni) gli atolli del Pacifico sono un classico. Lunghi preparativi e molte visite nei forum e alla fine il viaggio è pronto. Un misto di resort e pensioni, una con uso di cucina, per questo il nostro bagaglio prevede anche……. Non ridete…….. Spaghetti, caffè, pesto alla genovese fatto in casa (vogliamo fare una sorpresa ai proprietari della pensione), moka elettrica, salame, parmigiano e pecorino grattati sottovuoto………insomma viveri di prima necessità! L’ultimo acquisto sotto la pioggia il 30 novembre è una torcia da sub, mentre nostra figlia prepara i festeggiamenti, rimarrà sola 3 settimane. Sono preoccupata per mio marito, non sa nuotare, ha molta paura se non tocca e mi chiedo se non si annoierà, speriamo bene.
1-12 2010 mercoledì
Un nostro amico ci accompagna in aeroporto, partiamo con Alitalia con 50′ minuti di ritardo, un passeggero ha rinunciato a partire all’ultimo momento e gli stanno cercando i bagagli. Speriamo che le tre ore di tempo (ormai ridotte a 2) bastino per fare il cambio a Los Angeles. L’aereo è comodo e mangiamo bene, lasagne. C’è molta scelta di film e giochi ma l’aereo è pieno e non riesco a chiudere occhio al contrario di Roberto. Nonostante il ritardo abbiamo tutto il tempo per riprendere i bagagli, fare un nuovo check– in e bere una coca-cola. Il nuovo aereo è comodo ma la fortuna sta nell’avere ben 2 file libere a fianco a noi, sarà lì che proveremo a passare la notte sdraiati. Un’ora di sonno e poi l’annuncio….. “se ci fosse un medico a bordo è pregato di contattare l’equipaggio” acc……iderbolina! che cosa sarà successo? Sveglio mio marito (il medico a bordo) gli ricordo come si chiama, dove si trova ecc. E lo accompagno dal personale di bordo (mentre lui finisce di svegliarsi), per fortuna nulla di grave, un malessere di un passeggero, ma un’ora passa fra anamnesi e bagno. Ci ringraziano con un beauty da viaggio di prima classe (niente di che) e torniamo ai nostri sedili……… Sorpresa! Su metà della mia fila si è sdraiata una signora che dorme della grossa e visto che non posso accampare proprietà sto seduta e sveglia fino all’arrivo. Arriviamo in orario, ci aspettano all’aeroporto e ci portano al Sofitel. Hotel confortevole ma la camera non è niente di che, rimaniamo solo una notte, domani partenza alle 10,30 per Moorea.
2-12-2010 giovedì
Cominciamo con le colazioni pantagrueliche, ci serviranno per arrivare fino alla cena visto che abbiamo la mezza pensione in tutti gli alberghi. All’aeroporto compriamo per 1000 franchi una tessera telefonica (i nostri cellulari ricevono solo). Cambiamo i soldi e discutiamo all’imbarco per via dei nostri bagagli a mano che qui sono fuori misura. Alla fine li possiamo portare fino all’aereo dove li lasciamo agli addetti e poi li riprenderemo all’arrivo. Siamo pieni di carica…..tutto: carica telefonini, carica batterie, carica macchinetta fotografica, carica telecamera ecc.ecc, speriamo non si rompa nulla. All’aeroporto di Moorea, dove splende il sole (sarà la fortuna del principiante?), prenotiamo una gita 4×4 per l’indomani e una cena con spettacolo per sabato (11.500 franchi polinesiani a testa tutte e due le gite). L’albergo è fantastico e la mia scelta, fatta a Roma sulla piantina, della stanza 53, risulta vincente: paghiamo una beach e abbiamo un overwater. Disfiamo subito le valigie e ci tuffiamo a fare snorkelling tra pesci multicolori scendendo la scaletta direttamente in acqua, che meraviglia!!!! E Roberto è felicissimo, in 70 cm d’acqua vede un mondo meraviglioso, l’acqua è calma e basta la cintura salvagente a farlo sentire sicuro. Prenotiamo il ristorante Te Honu iti (ne parlano bene nei forum), compriamo 2 ore di lentissima connessione internet e gironzoliamo per l’hotel, non prima di venire “disturbati” in stanza da un gentile omaggio, una bottiglia di Chardonnay in ghiaccio; sarà per l’anniversario di Pietro (è il nome che risulta sulla prenotazione al posto di Roberto) perché il nostro è il 15. Tutti sorridono e sono gentili. Puntuali ci vengono a prendere (h19.10) per portarci a cena, il viaggio è gratis. Il ristorante è carino, semplice, nella baia di Cook e dalla terrazza si vedono passare razze e squaletti pinna nera. Mangiamo 1 carpaccio di tonno, 1 mahi mahi alla vaniglia, banana al forno, 1 birra alla spina piccola Hinano tot 75.000 f. Tutto buono ma forse un po’ caro viste le porzioni scarsine, sui forum parlavano di grosse porzioni e non ci siamo sbilanciati, meno male che insieme allo Chardonnay avevamo affettato un salamino che ci siamo portati dall’Italia.
3-12-2010
Ci svegliamo prima alle 3.00, poi alle 5.00, alle 6.00 siamo già in acqua con le mute brrrrrrr. Foto spettacolare con scogli sotto, linea del mare a metà e bungalow sopra. Oggi a colazione assaggiamo il Poisson Cru: ottimo come il resto del resort. Alle 8.30 ci viene a prendere Pablo, argentino di Rosario con un pick-up 4×4 da 8 posti. Dentro ci sono già due coppie di cileni, una in viaggio di nozze (li abbiamo conosciuti ieri all’aeroporto) e una che festeggia l’anniversario di nozze, 20 anni come noi. René e Leticia – Angelica e Daniel. Lingua ufficiale “spagnolo” per mia fortuna. Andiamo a prendere un’ultima coppia, francesi – corsi e poi partiamo verso la magic mountain. E’ come a Disneyland, saliscendi con strapiombi e buche con acqua. E’ un safari agricolo fotografico. Dalla cima il panorama è mozzafiato, è la prima laguna che vediamo e i colori ci lasciano senza parole. Si continua con il Belvedere e la scuola di agricoltura, qui beviamo un ottimo succo di ananas e chirimoya (500 f l’uno) e compriamo 1.5l di acqua a 250 f, ottimo prezzo. Peccato non poter comprare le marmellate, i barattoli sono troppo grandi e nelle valigie rischiano di rompersi. Abbiamo portato un tubo di metallo per portare cose fragili, ma è troppo stretto per i barattoli in vendita e ha già ricevuto delle belle botte (è tutto ammaccato), al negozio della fabbrica dei succhi compriamo un piccolo atlante sui pesci tropicali (1701f). Ci accordiamo con Daniel e Angelica per affittare insieme un’auto per domani. L’ultima tappa è ad un negozio di perle, dove compriamo due perle con il solito tira e molla sul prezzo (mio marito è un maestro), sì lo so che qui non si fa, ma ha funzionato lo stesso. Tornati in hotel ci riposiamo un po’, visto il vento che si è alzato. Giretto in spiaggia e prenotazione del ristorante. Ci consiglia il ragazzo della reception, ristorante Les Timpaniers. Viaggio sempre gratis, ben arredato, si mangia polinesiano, francese e italiano. Optiamo ovviamente per il polinesiano (fuori dell’Italia non assaggiamo nulla che non sia del posto, anche se si tratta di cavallette come in Messico o scorpioni e serpenti come in Cina). 1 poisson-cru gigante (va bene per due persone), 1 porzione di mahi mahi alla vaniglia, 1 porzione di pesce spada con burro e non so che, 1 ananas grigliato con zabaione e latte di cocco e un Poe di frutta tropicale con latte di cocco al forno, 3 bottiglie di birra Hinano tutto 78.000 f. Mooooolto meglio di ieri, sia le porzioni, sia la cucina e soprattutto il prezzo.
4-12-2010
Cominciamo a migliorare con il fuso e ci svegliamo alle 5.30, è un po’ più tardi e così rinunciamo alle mute brrrrrrrr. I pesci non ci deludono, con il piccolo atlante alla mano e le pinne, Roberto insegue come impazzito quelli di taglia più grossa, mentre io scatto foto come una forsennata, la macchinetta funziona a meraviglia. Facciamo colazione con calma, ci portiamo a tavola ,in una boccetta, il nostro caffè fatto in camera con la moka elettrica, con grande divertimento del cameriere che ci ha chiesto cosa fosse. Chattiamo un po’ con l’Italia. Alle 9.00 puntualissimi arrivano Daniel e Angelica, si parte all’esplorazione dell’isola. Partiamo subito dalla spiaggia di Temae, dall’alto è bellissima, scattiamo molte foto, poi scendiamo e …….. Che delusione! Sotto ogni palma ci sono bottiglie, lattine vuote e rifiuti di ogni genere che turisti e soprattutto polinesiani, abbandonano dopo il pic-nic. Restiamo a prendere il sole per circa 2 ore ma fa molto caldo e l’acqua che ci siamo portati finisce subito, decidiamo di proseguire per cercare di prendere un succo di questa fantastica frutta tropicale. Ci avevano detto che le cascate erano a secco, ma noi ci proviamo lo stesso, ci addentriamo per qualche km in auto e poi un po’ a piedi, ma effettivamente c’è un rivolo d’acqua e ci aumenta solo la sete. Cammina cammina di succhi nemmeno l’ombra, solo, si fa per dire, frutta e verdura sulle bancarelle. Alla fine ripieghiamo su un ristorante – bar cinese, l’unico aperto vista l’ora e ci beviamo la solita coca-cola, per fortuna bella fredda. Trovare un succo diventa una mission-impossible; solo coca nei pochi bar aperti. Continuiamo la strada che gira intorno all’isola e ci fermiamo ad una chiesetta cattolica che sembra la casa di Hansel e Gretel, tutta colorata. Finalmente, circa al km 33 ecco un chiosco di frutta e succhi tropicali naturali, con tavoli in riva al mare e una splendida e pulita spiaggetta. Qui il mare ha tutti i pesci del nostro atlante e gli scogli sono pieni di anemoni. Il proprietario ci dice “voi italiani avete il Papa e noi abbiamo il paradiso”, probabilmente lo dice a tutti ma è proprio vero. 2 succhi papaia e ananas 1200 f il posto si chiama Painapo Beach e sta anche sulla lonely planet. Ormai ben cotti ci avviamo alla ricerca del Tiki village. Il villaggio è chiuso da mezz’ora (11.00 -15.00) si paga anche il pomeriggio e riapre la sera per lo spettacolo, probabilmente è bello ma stanchi e ben cotti ce ne andiamo senza rimpianti e ci fermiamo solo nella spiaggia dietro l’hotel Les Timpaniers. Splendida idea l’auto, un giorno di affitto con benzina inclusa 8500 f . Splendida idea la compagnia, abbiamo diviso la spesa (4250 f a coppia) e Daniel e Angelica sono stati molto simpatici e ideali compagni di gita. Abbiamo solo 2 ore per doccia e preparativi bagagli (domani già partiamo); alle 18.30 ci vengono a prendere per la cena spettacolo. In realtà arrivano alle18.00 e ci fanno fare la figura dei ritardatari davanti a tutto il pullman (una decina di persone fra americani, australiani e francesi). Divertentissimo, una famiglia intera che nella sua casa organizza intrattenimento, cena, scuola di allaccio pareo, taglio cocco, ballo, lavoretti di intrecci di foglie di palma e ghirlande di fiori. Tutto è poco professionale (si spegne continuamente lo stereo con la musica) ma la simpatia di Marrcò (pronuncia francese), un enorme polinesiano dalla risata contagiosa, è travolgente. Qui incontriamo di nuovo René e Leticia (per fortuna, vista la figuraccia con gli altri). René, nonostante l’abbondante mole, rompe cocchi e balla niente male. La cena a buffet è molto varia: mahi mahi con crema di vaniglia, poisson-cru, gamberetti al curry, pollo con verdura (nome????) frutta varia, riso, patate e manioca. Al termine della serata mi esibisco in alcuni passi di ballo polinesiano (sfruttando le reminiscenze della danza del ventre e di salsa e merengue), riscuotendo un discreto successo e gli applausi, seguiti da “trés jolie” di Marco. Un po’ per la pesantezza della cena, un po’ per il consueto spuntino pomeridiano a base di salame di cervo trentino e pane rubato a colazione, bagnati con lo Chardonnay, ci limitiamo a mangiare un solo piatto misto di tutto quel ben di Dio.
5-12-2010 domenica
Finiamo i bagagli, facciamo colazione e alle 7.15 si riparte, non prima di aver pagato 1500 f di tasse e solo 1 ora di internet 900 f, si sono sbagliati!!. All’aeroporto ci risiamo con il problema trolley e conseguente peso, questa volta non ci fanno passare e facendo il calcolo per tutti i voli, pagando ogni volta ci verrebbe circa 24.000 f (acc…..iderbolina) pagando tutto subito ci viene 12000 f e stiamo tranquilli fino alla fine del viaggio. Telefoniamo a Lulù, la nostra giovanissima figlia rimasta praticamente sola a casa, che ci informa del pigiama party (ma la musica che si sente in sottofondo…… Mi sembra di conoscerla……. “oh le le, oh là là….. Il mio amico Charlie, Brigitte Bardot Bardot…. Ciao mammaaaaa”). Arrivati a Raiatea siamo attesi da “un lupo di mare” svizzero che, caricati i bagagli in barca, fa una sosta al porto per fare benzina; ne approfittiamo per comprare un po’ di acqua frizzante da Champion. Dopo circa 30′ di barca arriviamo a “la Pirogue”, ci accoglie Giuliano, il proprietario, svizzero ticinese che parla italiano come una guardia papalina :-). E’ gentile, ci offre da bere e ci informa che oltre noi c’è solo un altro cliente. La camera è bella, tutta piena di fiori e proprio in riva alla laguna, internet per tutto il soggiorno costa solo 1600 f
Dopo un primo bagnetto proviamo a prendere una piroga a 2 posti con effetti disastrosi, avanziamo lentamente a zig-zag pagaiando a volte a vuoto e con fatica. Dopo circa 30′, molliamo tutto, siamo stanchi di dare spettacolo vestiti da matti (io ho la maglietta con sotto un pareo lungo, Roberto la cintura di salvataggio sotto la maglietta e i pantaloncini sembra l’omino Michelen ma, ciliegina sulla torta sono i cappelli di paglia comprati in Cina che abbiamo tutte e due intesta). Purtroppo davanti all’hotel non ci sono scogli e quindi pochi pesci; vediamo solo delle lumacone d’acqua che non sappiamo cosa siano. Alle 19.30 precise siamo a tavola: caldo-freddo di tonno (tonno a fettine appena scottato), gamberi con salsa di cocco, cassoulet di pesce e gamberi, gamberoni alla piastra, birra Hinano, meringa con panna liquida e creme brulee. Tutto eccezionale.
6-12-2010 Lunedì
Stanotte ha piovuto moltissimo e anche questa mattina le nuvole non promettono niente di buono. Partiamo alle 9.30 per il giro 4×4 sull’isola di Tahaa, con noi anche l’altro ospite svizzero.La nostra guida è Tevà. Visitiamo l’interno, vediamo molte piante e assaggiamo molti frutti. Finiamo il giro visitando la piantagione di vaniglia di Tevà, il quale ci mostra come deve essere trattata e ci fa “massaggiare” qualche baccello, Roberto un po’ rude spreme forte un baccello e lo rovina …… Considerato il tempo che ci vuole per preparare ogni singola piantina …… Ne compriamo un pacchettino (1500 f). Assistiamo anche ad una dimostrazione su come coltivare le perle bah! La spiegazione in francese è un po’ così, ma tanto ne vedremo altre. Fa molto caldo e “becchiamo” solo 1 minuto di pioggerella. Il pomeriggio scorre lento fra letture e riposino. Mandiamo parecchie mail,salutiamo lo svizzero che parte domani e dopo cena passeggiata verso l’oceano; le stelle sono talmente tante che non riusciamo ad individuare le costellazioni.
7-12-2010 martedì
Ritornati dalla gita di ieri ci siamo accordati con Giuliano per una escursione diversa da quelle (in misura ridotta vista la bassa stagione) proposte: mezza giornata solo al giardino dei coralli (8000 f in due). Partiamo alle dieci con un polinesiano di nome Fisher nato a Rangiroa e che ora lavora qui. Il posto è splendido e scesi dalla barca ci dirigiamo sul retro del motu camminando fra le palme, prendiamo 3 minuti di pioggia, ma tanto siamo in costume. Entriamo in acqua e lì iniziano i problemi, la corrente ci dovrebbe trascinare ma Roberto è terrorizzato e si ferma quasi subito, io per girarmi ad aspettarlo mi graffio su un corallo e poi sfioro un anemone, risultato: una bella bruciatura sulla coscia e una sbucciatura con lividone sulla gamba.Roberto rinuncia e ci raggiunge quasi alla fine. Io proseguo praticamente da sola (Fischer è rimasto indietro ad aspettare Roberto) e mi sembra di essere Nemo nella corrente del pacifico, non mi importa dei tagli e delle bruciature, lo spettacolo vale veramente ogni soldo speso. Mi metto la muta e rifaccio il giro altre 3 – 4 – 5 volte, scatto quasi 200 foto e mi becco un morso da un pescetto piccolo e nero che scambia il mio dito (ormai unica parte scoperta)per una banana o chissà per cosa. Fischer mi prende in giro tutto il tempo con il piraňa della Polinesia. Roberto si gode la giornata rimanendo lontano dalla corrente e individuando sull’atlante più pesci che può. Restiamo tutto il tempo che vogliamo poi ci mangiamo alcune banane e torniamo in hotel. E’ di nuovo già tempo di preparare i bagagli, da un lato siamo tristi perché vorremmo fermarci, dall’altro il viaggio ancora è lungo e siamo curiosi di visitare le altre isole. Ultimo giro verso l’oceano con i granchi del cocco che scappano al nostro arrivo e le stelle che ci salutano, peccato che fino ad ora il tramonto non è mai stato sul mare e quindi niente foto spettacolari. Incontriamo anche un grosso paguro (quasi una palla da tennis). Appena si tranquillizza, la grossa conchiglia, mette le zampe e si allontana, regolarmente filmato da Roberto. La notte, solito temporale che poco rinfresca l’aria.
8-12-2010 mercoledì
Fischer ci accompagna con la solita barca piena di bagagli, bombole di gas da ricaricare e 2 enormi vassoi, con dentro la nostra colazione, che ci vengono invidiati all’aeroporto da un gruppo di rappresentati di tour operator italiani che hanno soggiornato nel resort più lussuoso dell’isola (ma i loro sono dei vassoietti piccoli piccoli) Niente problemi con il peso, e ci credo! ho mostrato la ricevuta di pagamento. Huahine, abbiamo costruito il viaggio su questo pezzetto di soggiorno, il primo diario che abbiamo letto era di una coppia che diceva meraviglie di “au motu mahare”, erano stati i primi clienti e anche i commenti di altri clienti sono sempre stati ottimi così abbiamo deciso di passare qui 4 giorni togliendone uno a Manihi. A Huahine ci attende Walter (francese di Montpellier): lui e Kim, sua moglie, gestiscono questa mini pensione da circa 6 anni, hanno costruito con le loro mani ogni pezzo dei bungalow. Ci accompagna con l’auto a fare spesa al supermercato di Fare, lì spendiamo una fortuna comprando il necessario per 4 giorni (l’acqua frizzante, ma soprattutto i piatti di carta costano una fortuna tot 16.738 f) la quantità di cibo si rivelerà giusta, ma i piatti di carta ce li potevamo risparmiare. Prima di imbarcarci per il motu compriamo dai pescatori un abbondante trancio di mahi mahi e poi telefoniamo a Lulù. In circa 10 min di barca raggiungiamo la nostra meta: due bungalow con bagno privato esterno e pavimento di sabbia, tutto immerso in una foresta di palme da cocco a pochi metri dalla laguna. Walter ci mostra la cucina in comune e ci informa che oltre noi c’è un’altra coppia (una algerina e un francese che da dieci anni vivono e lavorano nella silicon valley. Dopo un giretto esplorativo e qualche bagno già armeggio con i fornelli, mentre Walter ci rifocilla con dei cocchi gelati e ananas dolcissimo. Arrivano anche Kim e Daisy la loro figlioletta di 2 anni e mezzo. Alle 19.30 siamo a tavola con 2 tipi di pasta (in onore di Walter e dei “californiani” che partono domani): al pesto alla genovese, arrivato integro dall’Italia, e al sugo con il tonno. Walter e Amel ci fanno compagnia e molti complimenti, Kim salta, deve addormentare Daisy. Per secondo piatto noi abbiamo il mahi mahi e i “californiani” la carne, tutto da cuocere sulla brace preparata da Walter con le noci di cocco secche. Già ieri i californiani hanno mangiato metà cena perché uno dei cani li ha “aiutati”; questa sera è un gatto forse (non è stato colto sul fatto) che li aiuta portandosi via una bistecca. Cediamo uno dei nostri mahi mahi. Vino, pomodori, frutta e chiacchiere ci accompagnano fin quasi a notte fonda (le 21.00) Poi comincia la lotta contro la belva delle isole, il mostro dei motu, l’insaziabile sanguinaria, Lei, la zanzara e i sui fratelli, i “nono”.Dappertutto ci sono zampironi anti zanzare e anche con il repellente dobbiamo in continuazione schiacciarne qualcuna, a vedersi da fuori, ma solo da fuori, lo spettacolo è divertente, con noi che parliamo e nel frattempo ci prendiamo a schiaffi, qui però le zanzare sono protette………. 🙂 scherzo ovviamente (sui motu il problema c’è dappertutto anche se stai al resort) La guerra è guerra, spruzziamo anche il veleno spray.
9-12-2010
Seconda giornata da Robinson Crousoe, Roberto non si rade ormai più e anche le docce, specie la sera, le facciamo “rapide”, l’acqua viene “scaldata” con il sole che batte sulla cisterna. I californiani ripartono e Walter li accompagna, noi ne approfittiamo e andiamo con lui per poi proseguire fino all’agenzia per affittare l’auto dove per 7600 f ci danno una Hyundai con la quale partiamo, cartina di Walter alla mano, per un giro dell’isola. La prima tappa è archeologica: ci sono molti Marae sulla spiaggia, poi affrontiamo un percorso a piedi sulla collina, dopo alcuni errori di percorso (non ci sono segnali) e dopo aver superato diversi marae di varie dimensioni, arriviamo a quello più in alto dove c’è un panorama mozzafiato. Nel nostro percorso siamo inseguiti e a volte superati, da una signora francese, non più giovane ma molto agile. Il giro prosegue, con borraccia già vuota alla discesa dalla collina,alla vana ricerca di un chioschetto (se vado a vivere in Polinesia apro una catena di chioschi di succhi di frutta e faccio i milioni). Superiamo colline e ponti, fotografiamo le anguille dagli occhi blu e da un punto panoramico ci portiamo via lo splendido ricordo di una laguna dalle mille variazioni di azzurro.Dopo una discesa a precipizio arriviamo nel sud di Huahine Iti e ci fermiamo casualmente (non ci sono segnali) vicino al marae sulla spiaggia, per un bagnetto e un pic-nic, ben 2 uova sode a testa “murate a secco” visto che tutto è chiuso e non abbiamo più acqua. Ad ogni fermata incontriamo giovani ragazzi polinesiani che ascoltano musica a tutto volume e rovinano un po’ l’atmosfera. Torniamo a Fare alle 15,30 e ne approfittiamo per connetterci a internet, gironzoliamo al porto e ci fermiamo a leggere un libro che Walter ci ha prestato sulla Polinesia. Facciamo benzina (1500 f), restituiamo la macchina (paghiamo con carta di credito) e ci fermiamo su un prato ad aspettare che Kim ci venga a riprendere. Alla pensione ci aspetta Cristian, il nostro nuovo vicino, un italiano in trasferta per lavoro in Nuova Zelanda. Altra cenetta con pasta al pesto, questa volta capisco male e faccio “olmo” Walter che rimane un po’ male anche se per educazione dice che non importa. La carne di secondo è una pessima idea, è dura e non cuoce mai sulla brace di noci di cocco. Mezza bottiglia di Bordeaux e la serata è finita.
10-12-2010 venerdì
Insieme con Cristian partiamo per la gita in barca. Una specie di piroga a motore con tendalino per il sole. Il capitano, cuoco e cantante, nonché suonatore di Ukulele, è Armando, un polinesiano con una grossa pancia, occhiali da sole, telefonino, pareo e ornamenti mahohi. Le spiegazioni in inglese e francese si alternano ad avvistamenti di razze e qualche raro delfino. l’”agenzia” si chiama Huahine Nautique e da lì partiamo insieme ad altri 4 francesi (compresa la signora di ieri) per raggiungere la fabbrica di perle dove assistiamo ad una spiegazione migliore e più approfondita di quella di Taha’a. Compriamo un vaso per la nostra vetrina. Si prosegue fino al motu Vavaratea per fare prima snorkeling (Roberto lo fa attaccato alla scaletta con la muta indosso e la fascia galleggiante, fino all’ultimo pensava di provarci ma la leggera corrente e la profondità l’hanno bloccato) e poi il pic-nic (abbondante). Durante i trasferimenti Armando ci allieta con canzoni francesi, polinesiane e “o sole mio”; ci aspettiamo da un momento all’altro di entrare nella grotta azzurra di Capri. Dopo pranzo si riparte per completare il giro dell’isola e vedere glisquali (Roberto sempre dalla scaletta) Fantastico!!! Certo non siamo molto contenti di come gli squali vengano attirati con avanzi di mahi mahi, non avevamo capito che la cosa sarebbe avvenuta così, ma vederne così tanti tutti insieme è impressionante. Per cena spaghetti al tonno, stavolta anche con Walter, e “finalmente” ha inizio la stagione delle piogge che dura quasi tutta la notte.
11-12-2010 sabato
Giornata tutta dedicata “au motu mahare”. La “pioggia” ci costringe a partire con la canoa dopo le 9.30. Ci dirigiamo sul lato dx della laguna, molliamo la canoa e a piedi avanziamo contro corrente verso i resti del Sofitel resort (un hotel abbandonato da circa 8-10 anni). Il giardino di coralli è purtroppo vicino alla barriera e la corrente ci fa desistere. Ripieghiamo verso l’interno della laguna, dove due grosse formazioni coralline ci ripagano. Intorno al motu è pieno di anemoni con i pesci pagliaccio. Pranzetto veloce e riposino per Roberto, lettura per me, ripartiamo sempre con la canoa (siamo diventati bravissimi), direzione laguna lato sinistro. Dopo circa 40 min di pagaia decidiamo di rientrare e tornare a nuoto sulle formazioni di corallo viste dalla canoa. Magnifica sorpresa! Avvistiamo una murena; film e foto in quantità. Oggi siamo una coppia di sordomuti, io ho, come al solito, l’acqua nell’orecchio e quindi non ci sento, Roberto ha la laringo-tracheite e quindi non parla…….. Ma come si fa ad ammalarsi in Polinesia!!! Serata come al solito spaghettosa: aglio, olio, peperoncino, alici e pangrattato. Walter apprezza molto e prima di cena si improvvisa “medico” per Roberto: prepara una bomba con Rhum, sciroppo di canna e limone locale. Per secondo diamo fondo alle provviste: sardine, salmone, “repollo” e frutta a volontà. Saldiamo i 30000 f per i 4 giorni di pensione e mostriamo un po’ di foto della murena a Kim, Walter e Daisy. Prima di andare a dormire facciamo un’ultima passeggiata verso l’oceano dove, seduti sulle panche di legno fatte da Walter, finiamo la serata in modo molto romantico a guardare le stelle e il mare.
12– 12 – 2010 domenica
Eccoci di nuovo pronti a partire, che tristezza….. Un po’ di foto tutti insieme e poi con Walter diritti all’aeroporto mentre Daisy dà da mangiare ai pesci vicino alla riva. Eccoci a Bora Bora in perfetto orario e seduti dal lato sin, quello giusto per fare le foto. Sarà perché si tratta della 4° isola ma non mi sembra più bella delle altre…… Vedremo. Ci aspetta una grande barca e il check-in lo facciamo a bordo così si risparmia tempo. Durante il viaggio ammiriamo l’isola e i motu, cisono molti resort. La stanza del nostro hotel è bella e molto grande, la differenza con quella del motu mahare stride, ma il nostro piccolo motu vince su questo grande albergo di lusso senza nemmeno un granchi del cocco che ci tiene compagnia. Svuotiamo il minibar per metterci le nostre bottiglie d’acqua frizzante (comprata a huahine tanto passa tranquillamente in aeroporto) e solo dopo ci accorgiamo della scritta: le bottigliette hanno sotto un sensore per cui come le sposti ti vengono caricate sul conto anche se non le bevi …… Protestiamo vivacemente!!!!! Facciamo snorkeling sotto gli overwater di fronte alla nostra camera, ci sono molti pesci ma niente di diverso dalle altre isole. Famolto caldo ed è pieno di zanzare. Ogni tanto annuvola minacciosamente ma non piove. Ad un certo punto sentiamo urlare in italiano; una coppia ha avuto uno scontro con delle vespe o simili e con “nostro” divertimento si sono messi a correre e saltare per tutta la spiaggia. Fino ad ora sono gli unici italiani oltre a Cristian ed ai rappresentanti dei tour operator. La sera cenetta a lume di candela sul terrazzo del ristorante. Si mangia molto bene e tutto è molto curato, hanno anche la birra Hinano alla spina.
13– 12 – 2010 lunedì
Dopo colazione partiamo prendendo al volo la navetta per Vaitape (ce ne sono ogni ora per andare e tornare e sono gratuite fino a circa le 17.30 – 18.00, poi si paga) Affittiamo delle biciclette, in fondo sono solo 6 km fino a punta Matira (3600f)……… MAMMA MIA! Le bici sono pesantissime (sembra abbiano i freni tirati) e per frenare bisogna pedalare all’indietro. Finalmente dopo un paio di soste all’ombra arriviamo….. Un vero paradiso!!! Poche persone oltre noi; ci sistemiamo all’ombra di un albero e cominciamo subito lo snorkeling. Pochissimi pesci e pochicoralli, che delusione! Poi però arriva una razza e mi metto ad inseguirla facendogli un bel filmato. Nonostante l’ombra ci siamo cotti, così alle 15.00 circa, dopo un cocco ghiacciato e una centrifuga di papaya e mango (1200f) ripartiamo. Il sole è forte e per evitare l’ustione mi copro con un pareo legato al contrario sul collo che mi scende sulle braccia e sulle gambe, il filmino è d’obbligo. L’ufficio informazioni non informa, sorridono sorridono ma ti danno solo le brochure per sapere che il Maupiti Express in bassa stagione parte solo il giovedì e il sabato dobbiamo andare nell’ufficio dietro il centro informazioni. Torniamo in camera con l’aria condizionata per smaltire il calore, è la prima volta che abbiamo bisogno di accendere l’aria condizionata ma le beach dell’Hilton sono un po’ arretrate e non ci tira un filo d’aria.
14 – 12 – 2010
Ce la prendiamo comoda fra snorkeling, colazione e internet (gratuito). Alle 11.00 ci vengono a prendere per l’escursione con il Sub-marine (24.000 f a testa!!!!!) Si tratta di un piccolo sottomarino con 6 posti più il capitano, scende fino a 35 metri per circa 30 minuti fuori dalla barriera. Siamo fortunati e ci siamo solo noi per l’escursione. Il capitano Alain ha sposato una sarda e parlicchia un po’ d’italiano. Ci spiega cosa fare se lui dovesse sentirsi male…… Speriamo bene!!! Un po’ perché siamo italiani, un po’ perché siamo da soli Alain ci fa scendere fino a 42 metri per 40 minuti. Ci mostra una gran quantità di pesci di cui conosce tutti i nomi, vediamo molti squali pinna nera e una femmina si squalo limone. I soldi spesi li vale tutti, lo spettacolo è bellissimo e per chi non fa immersioni è l’unico modo per vedere così tanti pesci. Al ritorno ci fermiamo in libreria e compriamo il libro sulla Polinesia che ci aveva prestato Walter (2680 f). Capatina al supermercato per l’acqua frizzante, un po’ di pane e formaggio di capra francese.Oggi è meglio se stiamo al riparo dal sole, solo nel tardo pomeriggio ci godiamo la piscina e Roberto, ormai gasatissimo fa snorkeling. In serata c’è lo spettacolo di ballo. L’immagine di una decina di turisti, perlopiù giapponesi, che si cimentano nel ballo polinesiano ci farà ridere per anni. Ci scoliamo 3 birre alla spina che non ci faranno pagare così come le altre bevande, non indaghiamo se è perché si dimenticano o perché sono incluse nella mezza pensione o perché con la storia del frigobar li abbiamo confusi.
15 – 12 -2010 mercoledì
Oggi è il nostro anniversario ma siamo in viaggio 🙁 lasciamo Bora senza troppi rimpianti, l’abbiamo vissuta in modo un po’ asettico, poco “sentito”.Forse le aspettative erano troppe. A Rangiroa ci aspetta Norbert, proprietario della pensione Varechine dream, cinese della quarta generazione in Polinesia. Il nostro bungalow è bellissimo, siamo i soli clienti,tutto è molto curato ed elegante. L’affaccio è direttamente sulla laguna e subito ne approfittiamo per fare snorkeling. Norbert è molto gentile e ci accompagna a vedere i delfini al Pass Tiputa. Lungo la strada “raccogliamo” Cristian, arrivato come noi questa mattina e unico ospite del Bounty. Riusciamo a fare qualche foto ai delfini e passiamo una piacevole oretta. Vedere la corrente del pass in azione, mi convince che quell’escursione non solo non è per Roberto ma nemmeno per me!!!! Sulla strada per il ritorno ci fermiamo in un piccolo atelier dove un giovane francese dipinge animali e simboli polinesiani su magliette e stoffe varie. Compriamo due magliette con il piccolo geco disegnato (tot 5400 f). Ci prepariamo per la cena mentre il sole tramonta come al solito dietro le nubi all’orizzonte; meno male che le nubi sono sempre all’orizzonte e mai sulle nostre teste. Norbert e sua moglie hanno dato il meglio di sé, una tavola apparecchiata benissimo solo per noi e due ghirlande di fiori enormi e profumatissimi. Per cena carpaccio di pesce di laguna e mahi mahi alla vaniglia accompagnato da riso e vino bianco di Rangiroa comprato da noi nel pomeriggio al supermercato (2270 f un po’ caro il vinello). La cantina per le degustazioni è chiusa. Per finire……… Sorpresa!!!!! Una torta al cioccolato con lecandeline con il numero 20 sopra. Dormiamo benissimo, la stanza è molto ventilata e la zanzariera oltre che grande e bella ci difende perfettamente dalle zanzare.
16– 12 – 2010 giovedì
A colazione, grazie a Norbert con skype possiamo vedere Lulù. Da mangiare 8 diversi tipi di marmellate, yogurt, formaggio, pane, burro, miele di Rangiroa, latte e il nostro solito caffè. Cipassano a prendere alle 8.15 per l’escursione alla laguna blu. Siamo in otto: una giovane coppia di francesi che lavorano a Papeete, una coppia sempre francese un po’ anzianotta (di Lione), Cristian e un americano (??? forse). Il “capitano” della barchetta è un giovanettone polinesiano mentre il suo aiutante è la versione ridotta di Marco di Moorea, ci allieteranno durante il pranzo con canzoni ed io e la signora francese di Lione improvvisiamo un Tamure.Sbarchiamo con l’acqua a mezza gamba circondati da squaletti e razze in un posto bello come nelle pubblicità. Anche vicino al motu gli squaletti aspettano imperterriti il pranzo che gli viene in parte soffiato via dagli aggressivi gabbiani. Ci facciamo una lunga passeggiata fino al motu vicino e poi per le 14.30si riparte. Caricato tutto sulla barca (compreso Roberto) faccio snorkeling con il vice capitano in mezzo agli squali più grandi sotto una vera pioggia tropicale durata 10 minuti ma fortissima. Chi è rimasto sulla barca è quasi più bagnato di noi che stavamo in acqua. Ceniamo come al solito alle 20.00, Norbert è un bravissimo cuoco, tonno semicotto, mahi mahi fritto e per dolce un gelato viola di Taro (un tubero) Roberto è riuscito a passarmi il raffreddore così vado a letto con gocce al naso e aspirina.
17– 12 – 2010 venerdì
Altro collegamento con Lulù che ci fa vedere l’albero di Natale, a Roma c’è la neve e fa un freddo boia. Partiamo con Leon per l’escursione a “ile aux recifs” insieme ad una coppia di giapponesi di Osaha. Leon, con i due giovanissimi aiutanti, piazza gli uomini di faccia alle ondate e noi due donne un po’ al riparo (ogni tanto, raramente, fa comodo essere donna). Il viaggio dura un po’ più di ieri e si balla parecchio. Sbarchiamo con l’acqua alla vita cercando di salvare la telecamera e le altre cose mettendole sopra alla testa. Sul motu ci siamo solo noi e nuotiamo in mezzo agli squali in un’acqua cristallina. A piedi raggiungiamo gli scogli affioranti verso l’oceano, io con in testa un cappellino appena fatto di foglie di palma. Per raggiungere il posto dove mangeremo dobbiamo guadare una parte di laguna con gli oggetti sulla testa. Lo zaino della signora giapponese lo porta una delle guide, lei è troppo bassa!! Anzianotta, con in testa il cappello di paglia, sotto il cappello un asciugamano, la maglietta di licra e pantaloni a metà polpaccio………. Non aggiungo altro :-)))Finalmente si mangia, siamo attorniati da un numero di squali maggiore di ieri. Al ritorno capatina al pass de Tiputa ma niente delfini, siamo troppo stanchi anche per fare snorkeling e ci limitiamo a guardare i pesci dall’alto. (7500 f a testa, stesso prezzo della gita di ieri). GentilmenteLeon ci accompagna in farmacia per comprare il fluidificante. Poi a piedi portiamo i saluti di Patricia (conosciuta sul forum) a sua sorella Loyna dell’omonima pensione. Per cena Norbert ci fa un’altra sorpresa: una marmitta mongola (tipo la bourguignon però con l’acqua) con pezzetti di manzo, pollo, gamberi, e pesce di laguna da bollire ognuno come vuole e poi intingere nella salsa ostrica o soia con cipolla, il tutto accompagnato da riso e vino di Rangiroa invecchiato nel legno offerto da Norbert. Nemmeno in Cina abbiamo mangiato così bene!!! Il dessert è uno spettacolo di presentazione e gusto: 4 varietà di gelato e albumi montati a neve. Restiamo a lungo a parlare con Norbert delle tradizioni polinesiane, dei cinesi in Polinesia, della politica italiana e mondiale ecc ecc. È la nostra ultima sera qui.
18– 12 – 2010 sabato
Roberto prepara un caffè italiano con tanto di cremina per Tetii (scusaci se non si scrive così) e poi si va in aeroporto. C’è un bel traffico: chi viene e chi va, è finita la scuola e i ragazzi tornano dalle loro famiglie in tutte le Tuamotu. L’aereo questa volta è pieno, viene da Tahiti e poi ferma a Fakarava prima di atterrare a Manihi. L’aeroporto sembra la reception di un hotel due stelle africano ……. A parte la pista c’è solo un tetto di legno sotto il quale passare per sbarcare o imbarcarsi. Ci aspetta Emile, cugino di Loyna, che ci porta in 2 minuti di barca all’hotel Pearl beach, unico resort dell’isola. Dopo le solite formalità e spiegazioni andiamo al nostro overwater, l’unico prenotato dall’Italia per sole 2 notti (con quello che costa). Ci facciamo un giretto in bici, sul motu non c’è assolutamente nulla!!! Il paesino si raggiunge solo con un passaggio in barca per superare il pass. Ripieghiamo sullo snorkeling ma fra onde e vento forte ho anche uno scontro con ul balista titano che forse ha la tana qui sotto il nostro bungalow. Ceniamo tutti al chiuso (siamo una ventina di persone, quasi tutte famiglie di francesi che lavorano a Papeete), c’è un vento da uragano ma ci spiegano che qui è quasi sempre così. A cena altra festa di anniversario con torta a forma di cuore (molto meglio quella di Norbert). Il cibo è nel complesso buono e raffinato ma niente birra alla spina. Crollo a dormire ma passo una notte da incubo con il vento che fischia da tutte le parti e per tutta la notte. Che errore questo overwater!!!!
19– 12 – 2010 domenica
Facciamo colazione con le formiche che qui sono un po’ dappertutto. Saltiamo la Farm Perlier (che qui è a pagamento!) e telefoniamo in Italia dal telefono pubblico dell’hotel. Scegliamo di fare il pic nic sul motu; ci divertiamo tantissimo con la battuta di pesca, prendo 3 pesci in tre posti diversi, mentre Roberto nemmeno uno. Il pic nic è su un motu privato con parecchi pesci pilota e squali. Il pranzo è abbondantissimo, il pesce pescato, un polpo preso dal capitano, manzo, pollo, poisson cru e fettuccine fredde (che ci guardiamo bene dal toccare). A cena il capitano, il suo aiutante e altri due si improvvisano complessino (se non sai suonare e cantare probabilmente non ti assume nessuno :-)) Suoniamo e balliamo insieme a loro, unici coraggiosi.
20– 12 – 2010 lunedì
Scambi di indirizzi con le famiglie francesi, relax in piscina e poi alle 12.30 si va tristemente all’aeroporto in macchinina elettrica (niente barca per chi parte). A Papeete affittiamo l’auto alla Herts che ci fa un prezzo migliore dell’Avis (19900 f), due giorni di affitto fino alle 23,30 di domani.Attenzione ad uscire dall’aeroporto, “tutte le direzioni” non è tutte le direzioni……Dieci minuti e siamo in hotel, ci danno una stanza vista mare più bella di quella del primo giorno. Causa dimenticanze varie (cambio soldi, acqua da comprare ecc) arriviamo in centro dopo le 17.30 con il mercato ormai chiuso da un’ora almeno. Parcheggiamo in una stradina laterale vicino alla chiesa protestante e ci facciamo una bella passeggiata sul bel lungomare fino alle roulottes, dove ceniamo (4550 f). Qui la birra è proibita, non si capisce perché, anche se in tutti i parcheggi c’è scritto che è vietato consumare alcolici e questo è un parcheggio – ristorante. Il problema alcolismo sembra sia molto sentito, beviamo comunque del sidro, che invece è permesso (stessa gradazione alcolica bah!!) Stasera c’è l’eclisse di Luna ma io crollo ai 2/3 di copertura.
21– 12 – 2010 martedì
Alle 8.15 siamo già al mercato in pieno fermento (noi e il mercato). Compriamo cianfrusaglie varie e due parei dipinti a mano, poi ci mettiamo di “buzzo buono” a cercare un DVD sui pesci per Marco (un nostro amico), ma non c’è verso di trovarlo, poi da Odyssee becchiamol’autore di un bel libro fotografico sulle immersioni che ci facciamo autografare con tanto di dedica. Belli appesantiti torniamo in hotel per scaricare i bagagli e “caricare” un po’ di soldi ma la cassaforte impazzita ci fa perdere 1.30 h e solo alle 12.30 partiamo alla scoperta di Tahiti (tardissimo). Visitiamo il museo dove stanno facendo dei lavori; poi il marae Arahuarahu,molto restaurato ma che rende bene l’idea; infine il museo Gauguin, tante foto e didascalie ma niente quadri. Usciamo che stanno chiudendo (h 17.00) Proseguiamo a tavoletta (per quanto consentito dalla strada e dai limiti di velocità) e arriviamo al T. Du soffleur che sta già scurendo. Velocissimi ci spostiamo lì di fronte alle cascate ma ne visitiamo solo una, ormai è quasi notte. Prima di arrivare a Papeete ci fermiamo lungo la strada alle roulottes di Pirae e ci fermiamo da chez Kohu dove mangiamo sashimi e pesce grigliato e, di nascosto, anche un bicchiere di birra. Benzina (1300 f), bagagli e restituzione dell’auto senza problemi, lunga coda al check-in (non siamo più abituati) e poi in perfetto orario si parte. Nonostante due addetti ci dicano che la borsa e il cappello di paglia siano“piante” vietate negli Stati Uniti fino ad ora non abbiamo problemi. Dormicchiamo, l’aereo è pieno. Il check- in negli Stati Uniti passa liscio, ovviamente alla domanda “trasportate bombe, piante ecc”, abbiamo risposto di no, con cappello e borsetta in mano per non rovinarli. L’aero per l’Italia è in ritardo e ci imbarcano alle 17.00 invece che alle 15.00; mezza europa è bloccata dalla neve e molto traffico è dirottato su Roma. A circa tre ore dalla partenza (Roberto dorme sodo russando) ecco l’annuncio “se c’è un medico a bordo è pregato di contattare con estrema urgenza il personale di bordo” oh noooo, di nuovo!!! Sveglio il “medico a bordo” e una hostess ci accompagna in prima classe dove un giovane americano ubriaco giace sdraiato a faccia in giù con le mani e i piedi legati dietro la schiena, urlando parolacce in inglese: ha tentato di aprire i portelloni!!!!! Non possiamo fargli nulla per sedarlo chissà cosa si è preso e anche altri due medici (un pediatra italiano e l’altro americano non so) concordano con Roberto. Si decide di farlo smaltire controllandolo ad orario. Torniamo a dormire ma poco dopo veniamo di nuovo svegliati perché il capitano ci vuole parlare. In cabina di pilotaggio Roberto deve dichiarare se il passeggero corre pericolo di vita o no, il capitano deve decidere se atterrare in Canada. Visto come urla (per la gioia dei passeggeri di prima classe) è sicuramente ben vitale e si decide di proseguire. Passo la notte chiacchierando e bevendo caffè e cappuccino, scopro così che se fossimo atterrati l’equipaggio avrebbe superato le ore di volo e invece di arrivare in Italia il 23 dicembre avrebbero passato il Natale in Canada, probabilmente insieme con noi, figuriamoci se un altro equipaggio sarebbe arrivato in tempo…………… Già mi vedevo con la giacchetta di cotone a –40 gradi centigradi sotto la neve. Amore quanto ti voglio bene!!!!! All’arrivo tutti i passeggeri chissà cosa avranno pensato sentendo che dovevano aspettare l’arrivo della polizia! Salutiamo il comandante e distrutti arriviamo a casa che ancora non ci rendiamo conto che il nostro splendido viaggio è finito!