Plitvice, Rab e Pag

Questo itinerario è parte di un viaggio in moto partito da Milano e che ci ha visto attraversare Svizzera, Austria, Slovenia e Croazia. Chi fosse interessato, trova le altre parti del viaggio nei paesi attraversati. 5 agosto Passato il confine con la Slovenia, attraversiamo paesi o ne vediamo i cartelli, che riportano a ricordi recenti:...
Scritto da: chebellavita
plitvice, rab e pag
Partenza il: 05/08/2008
Ritorno il: 14/08/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Questo itinerario è parte di un viaggio in moto partito da Milano e che ci ha visto attraversare Svizzera, Austria, Slovenia e Croazia.

Chi fosse interessato, trova le altre parti del viaggio nei paesi attraversati.

5 agosto Passato il confine con la Slovenia, attraversiamo paesi o ne vediamo i cartelli, che riportano a ricordi recenti: Karlovac, Sisak, Bihac, teatri della recente guerra balcanica. Ecco perche’ la coppia Kusturica-Bregovic mi fa compagnia. Qua fino all’altro ieri si sparavano addosso ed e’ pieno di croci, fiori e monumenti ai caduti. In Croazia il nazionalismo e’ fortissimo. Poi scoprirò che oggi si festeggia la fine della guerra e mi torna un po’ di più.

6 agosto 2008 Plitvice (il giorno dell’acqua) Oggi niente km, ci dedichiamo a visitare il parco: un vero gioiello di cascate e laghetti dai colori incredibili.

Se qualcuno ci passa, consiglio di cercarsi con calma da dormire in uno dei tantissimi bed and breakfast lungo la strada, invece che prenotare in uno dei pochi alberghi che hanno un sito internet (come abbiamo fatto noi). Vi troverete meglio e spenderete meno.

7 agosto 2008 Plitvice-Rab 220 km Avviso ai motociclisti: NON, ripeto NON FARE la strada che da Plitvice raggiunge la costa via Otocac. La stanno rifacendo e ci sono diversi chilometri che dire sterrati è un complimento. Sassi appuntiti come quelli delle massicciate dei treni, tanto che la mia metà si è fatta un paio di km a piedi. Buffo l’incontro con un motociclista disperato con cui parlotto in inglese, per poi scoprire quando ci salutiamo e gli guardo la targa che e’ di Torino.

A Otocac ancora Kalashnikov, nel senso che sui muri delle case fanno ancora bella mostra buchi di pallottole e di granate.

Poi, “dietro una curva, improvvisamente il mare”. 7-14 agosto Rab e Pag Scaricate le borse, arriva la settimana più riposante per le nostre povere chiappe in cui il nostro cavallo d’acciaio si limiterà a portarci su e giù per queste due isole.

Sia Rab che Pag sono collegate alla terraferma da un frequente servizio di traghetti, le moto non fanno la fila e si imbarcano per prime.

L’arrivo dal continente su entrambe le isole è impressionante: si viene accolti da un paesaggio lunare: roccia popolata solo da radi fili d’erba e senza altri segni di vita, solo arrivando sul versante che dà a ovest c’è spazio per macchia mediterranea e coltivazioni. Il perché ci è stato spiegato in seguito: d’inverno la bora solleva l’acqua di mare e deposita il sale sul versante esposto a est rendendolo in pratica sterile. Rab è più piccola di Pag, ma è un’isola che forse offre di più di quest’ultima in termini di varietà e cose da vedere, e la cosa vale anche per le omonime cittadine. Ci sono almeno due zone di Rab dove si circola solo per sentieri a piedi ed in bicicletta e da qui si arriva in spiaggia (magari perdendovi e girando in tondo come è successo a noi). Vi capiterà di essere in pochissimi sulle spiagge ed anche di rimanere da soli al tramonto (e la cosa ha il suo bel perché). Uniche note dolenti, gruppi di turisti italiani caciaroni che non possono fare a meno di farsi riconoscere: o sono al telefono o si chiamano da barca a spiaggia e viceversa (perché mica ci arrivano a piedi).

Pag in compenso è più vissuta e “agricola”. Qui è saltata fuori la borsa da serbatoio che ha cominciato a incamerare vino, grappa, olio, pecorino, e miele. In alcuni punti il mare è forse più bello che a Rab, ma ci sono meno sentieri.

Ad ogni modo, su entrambe le isole si trovano posti non invasi da turisti e si trova da dormire un po’ per tutte le tasche.

14 agosto Zara-Ancona-Serra S. Quirico (150 Km) Si avvicina il termine della vacanza on the road. Oggi alle 12.00 abbiamo il traghetto da Zara; 6 ore e a bordo tutto molto tranquillo con pochi passeggeri. Forse è un caso, ma a Zara non abbiamo avute buone impressioni dai locali.

L’arrivo ad Ancona sarebbe anche in perfetto orario, se non fosse che il controllo documenti in arrivo da un paese extra comunitario è particolarmente lungo e prende più di mezz’ora. I soliti furbi cercano di saltare la fila ma qui avviene il miracolo: pochi passano e se ne fregano, ma i più, sommersi da insulti, tornano buoni buoni in coda.

Sono a vostra disposizione per maggiori informazioni.



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