Playa del Carmen e Holbox

Protagonisti del viaggio tanto sognato ed immaginato noi due, Serena e Maurizio. Leggerete le nostre opinioni, sensazioni e consigli rigorosamente di parte, quindi fatene buon uso se, come noi, credete che viaggiare significhi vivere un posto e non chiudersi in un resort 5 stelle!!! A fine aprile decidiamo meta ed itinerario, acquistiamo i...
Scritto da: serebore
playa del carmen e holbox
Partenza il: 10/08/2008
Ritorno il: 28/08/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Protagonisti del viaggio tanto sognato ed immaginato noi due, Serena e Maurizio.

Leggerete le nostre opinioni, sensazioni e consigli rigorosamente di parte, quindi fatene buon uso se, come noi, credete che viaggiare significhi vivere un posto e non chiudersi in un resort 5 stelle!!! A fine aprile decidiamo meta ed itinerario, acquistiamo i biglietti e, per risparmiare, scegliamo una tratta con due scali: Bologna-Parigi-Atlanta-Cancun. Il viaggio, ovviamente lungo e stancante, è andato comunque benissimo: ottima la Delta Airlines, massima puntualità e nessun problema con i bagagli.

Arriviamo a Cancun intorno alle 20 ora locale, sappiamo che c’è un autobus di linea che va a Playa del Carmen ma, vogliosi di arrivare il prima possibile a destinazione per sdraiarsi un po’ e dormire, prendiamo un taxi con altri due ragazzi italiani (80 $ in totale, certo non economico ma comodo e veloce!!!).

Arriviamo così alla Casa de las flores, piccola posada sulla Avenida 20 prenotata via internet e scelta anche grazie ai precedenti racconti di viaggio di TPC.

E’ un albergo piccolo ma grazioso e ben curato, secondo noi l’ideale per chi vuole vivere la vacanza non chiudendosi in hotel ma spostandosi ogni giorno per gite e per vedere nuove spiagge. La posizione, inoltre, è sufficientemente lontana dalla Quinta Avenida per non subire i rumori dei locali e della gente sulla strada, e comunque vicina per raggiungere il centro della vita locale con pochi passi. E’ inoltre vicinissima alla stazione dei taxi collettivi, che partono praticamente ogni minuto o quasi in direzione Tulum e Cancun a prezzi davvero minimi, e vicino anche alla stazione dei pulmann. Insomma: comodo e strategico.

Playa offre tantissimi ristoranti e locali di ogni tipo, ed è quindi adatta anche a chi vuole tirar tardi ogni sera evitando però l’atmosfera troppo americana di Cancun.

Le nostre serate, invece, iniziavano con una cenetta, proseguivano con una bevuta di birra o tequila e si concludevano alle 1 massimo!!! Da segnalare: cibo messicano a El Fogon, sulla avenida 30, dove mangiano solo i messicani e dove, in due, abbiamo speso l’equivalente di 8 euro per una cena abbondantissima –evitare quelli sulla quinta avenida: solo per turisti della peggior specie-..; Las Mananitas sulla Quinta per una pizza italiana davvero ottima; ma soprattutto la Caffetteria Italiana sulla Quinta, dentro al Giardino di Marieta (dove ci sono negozi di arte e antiquariato davvero interessanti): a dispetto del nome (che le nuove titolari Mabel e Giorgia cambieranno in Dolce Vita), qui potete trovare non solo caffè ma anche ottimo cibo italiano e accoglienza toscana davvero indimenticabile. A partire dalla mattina, con cornetti alla nutella e cappuccino, per pranzo e per cena potrete trovare quello che volete (noi ad es. Abbiamo scelto spaghetti alle vongole e per secondo una aragosta semplicemente perfetta!!!).

I nostri 10 giorni a Playa sono trascorsi in un baleno, avendo deciso di muoverci praticamente ogni giorno per destinazioni diverse.

Con una agenzia del posto abbiamo organizzato tre escursioni: Chichen’Itza ($45), biosfera di Sian K’aan ($75) e Cobà ($50). Chichen Itza (oltre tre ore di pulmino, con otto spagnoli) ci ha colpiti, nel bene e nel male: è un sito archeologico meraviglioso, di grande impatto, curato e tenuto benissimo; suggestivi gli effetti sonori e visivi che si possono gustare a El castillo e nel campo della pelota; ma, nel male, l’ingresso sembra quello di un parco giochi, tutto è davvero troppo turistico, ma in fondo questo è il prezzo da pagare per visitare un sito ormai famosissimo. La gita organizzata proseguiva con una visita al cenote Ik’kil (anche questo molto bello con la sua profondità e le radici penzoloni, ma davvero stracolmo di persone), con un pranzo in un ristorate apposta per le gite che non vale certo la pena raccontare (piatto migliore i perritos calientes… ovvero hot dog) e infine con una sosta a Valladolid, pittoresca cittadina dove si può visitare una delle prima chiese cristiane della zona.

L’escursione a Sian K’aan prevede invece un primo tratto in Jeep 4 posti, che abbiamo guidato a turno direttamente noi, per arrivare a Punta Allen, dopo Tulum, punto di partenza per la successiva escursione in barca durante la quale abbiamo fatto il bagno alle piscine naturali (acqua magnifica!!!) abbiamo visto delfini e tartarughe marine e abbiamo girato nella laguna Negra, con le sue mangrovie ed i suoi uccelli (il coccodrillo previsto non si è voluto far vedere…), per poi fare snorkeling sulla barriera corallina (che, a onor del vero, non aveva niente di spettacolare).

Dopo il pranzo, di nuovo tre ore di jeep per tornare a Playa.

Nella terza escursione organizzata abbiamo condiviso la gita con una coppia di ragazzi di Barcellona soltanto: una escursione per pochi intimi!!! Per prima cosa, abbiamo visitato e fatto il bagno al Gran Cenote, per poi proseguire fino al sito di Cobà (previo pranzo e visita al coccodrillo di stanza nel laghetto di fronte al ristorante).

Cobà è stata, per noi, una bellissima esperienza. Il sito è tuttora immerso nella giungla e ne è stato scoperto e quindi portato alla luce solo il 10% del totale. L’effetto è quindi molto diverso da Chichen, ma comunque emozionante. Si devono fare circa 2KM a piedi (durante le quali incontri altri edifici) per arrivare alla costruzione principale, El castillo, unica piramide maya della zona su cui si può ancora salire, seppur con scalini davvero sconnessi e nonostante la sua notevole altezza (m 42). Dopo qualche titubanza, decidiamo di salire e la fatica viene cancellata dalla vista che si gode da lassù: chilometri di foresta!!! Vale davvero la pena, da non perdere!!! Per tornare indietro, però abbiamo scelto il “taxi maya”, ovvero una specie di risciò a due posto guidato da un messicano (ci sono anche biciclette all’entrata che si possono noleggiare).

Una piccola nota: queste tre escursioni organizzate sono andate bene, e sono mete che conviene raggiungere non da soli, vista la lontananza ed i prezzi più che convenienti applicati dalle agenzie. Unico inconveniente sono stati i tempi morti, ovvero le soste fatte per raccattare tutti i vari partecipanti agli hotels e per poi riportarli a destinazione.

Siamo invece andati da soli, con i taxi collettivi, a Tulum, sito famosissimo ma, per fortuna, organizzato meglio, senza quella sensazione di parco giochi sopra detta. Il sito è semplicemente favoloso, con il mare caraibico da sfondo e le iguane che girano libere: un vero e proprio set fotografico! Un consiglio: per arrivare alle rovine, prendete in trenino; è comodo ed il ricavato va in beneficenza! Dopo il giro alle rovine, siamo andati (a piedi, dall’uscita delle rovine a destra per circa 500 mt) alla playa Paradiso, letta in altri diari di viaggio e sicuramente all’altezza delle aspettative: mare verde e turchese, spiaggia bianchissima, palme, letti matrimoniali al posto delle sdraio e un ottimo bar-ristorante. Un altro giorno siamo stati alla spiaggia di Xpu-ha, tra Playa e Tulum, anche questa davvero molto carina e tenuta benissimo, con il classico bar ristorante dove (come sempre) puoi mangiare pesce a prezzi più che ragionevoli.

Gli altri giorni li abbiamo trascorsi a Playa in vari punti della spiaggia: a Playacar (spiaggia vicino alle ville ed ai resort, ma bella e poco frequentata), al bagno Playa Mamitas (quello più italiano, con musica e aperitivo on the beach) e in altri punti della spiaggia cittadina.

Abbiamo invece evitato i due parchi di Xcaret e Xel-ha: il primo è, secondo noi, da rifuggere con forza, essendo il classico parco giochi americano carissimo e artificiale in tutto e per tutto; dicono meglio Xel-ha, ma non possiamo aggiungere di più per difetto di conoscenza diretta.

Il 20, dopo 10 giorni intensi e bellissimi e con un po’ di malinconia nel cuore, siamo partiti alla volta dell’isola di Holbox, altra meta decisa grazie al sito TPC.

Lo spostamento ha richiesto un pulmann ADO da Playa a Cancun ed un autobus Linea Maya da Cancun a Chiquila (che attraversa paesini tipici ma impiega 4 ore…), da dove si prende il traghetto per Holbox. Questo è stato l’unico giorno in cui è piovuto: giusto in tempo per bagnare tutti i bagagli e noi stessi!!! Arrivati a Holbox sotto il diluvio, prendiamo al volo un taxi (ovvero una golf car, gli unici mezzi che girano l’isola) che ci porta alla casa Las Tortugas, il nostro hotelito.

Non vi nascondiamo che l’impatto con Holbox, complice la pioggia, è stato abbastanza traumatico: sapevamo benissimo a cosa andavamo incontro, avevamo scelto apposta Holbox per una vacanza fuori dal mondo, ma i viottoli di sabbia completamente allagati, la poca gente in giro e la desolazione post temporale ci hanno fatto pensare: e ora che ci facciamo sei giorni qui???? Invece l’isola non ha tradito le nostre aspettative.

Lunghe spiagge deserte, mare caldo e calmissimo, cagnolini liberi di girare ovunque, atmosfera ancora fuori dal tempo e ritmi lentissimi, da vero caribe…

E la casa las tortugas è veramente un piccolo gioiello accogliente e curatissimo, dove la mano delle proprietarie italiane si riconosce in ogni piccolo dettaglio.

I giorni sono volati tra una escursione con gli squali balena (giro in barca con incontri con delfini e mante e bagni con i mitici e docili squaloni di 9 metri di lunghezza… se la organizzate fuori dall’albergo risparmiate qualcosa), un giro in barca alla isla dos pajaros (dove si ammirano davvero tanti uccelli), alla isla pasion (con il suo panorama da sogno) e alla sorgente Yalahua dove si può fare il bagno in uno specchio di acqua dolce freddissima, un giro dell’isola in golf car e tante ore di assoluto relax sui lettini o sulle amache in spiaggia, aspettando tramonti da sogno sorseggiando gli ottimi cocktail di Jeff e chiacchierando con i tuoi nuovi amici. Un merito particolare per l’ottima riuscita della vacanza va infatti alle persone che abbiamo conosciuto a Holbox: prima di tutti Danila, Gianluca, Paola e Simone che, con la loro vera e genuina simpatia hanno reso indimenticabili i giorni e le sere sull’isola, ma anche tutti gli altri che hanno soggiornato all’hotelito e al mawimbi (hotel accanto).

Per la sera, la scelta non manca anche se, ovviamente, i ristoranti non sono numerosi come a Playa… Noi vi consigliamo Viva Zapata (ottimo pesce e cucina messicana), Los Pelones (cibo italiano), Edelyn per la pizza, il Carioca sulla spiaggia.

Per variare un po’, una sera con i nostri compagni di avventura abbiamo organizzato una indimenticabile grigliata di pesce sulla spiaggia, a cui hanno partecipato anche Gianni e Greta dell’hotelito: aragosta, pesce, verdure, vino cileno e tequila sotto il cielo stellato del golfo del messico! Giunti alla fine del soggiorno, il 27 siamo partiti alle 7 col traghetto e da Chiquila abbiamo preso un taxi ($70) per arrivare in tempo all’aereoporto di Cancun (i tempi dell’autobus e le soste non ci davano la certezza di arrivare per le 10.30): due ore in compagnia di Eros Ramazzotti versione spagnola hanno accompagnato il nostro saluto al Messico.

Terra ospitale e meravigliosa, che certamente ci vedrà tornare per vedere i tanti posti che non abbiamo visitato.



  • Netto89 Netto89
    Indicativamente quanto hai soeso tra viaggio e soggiorno??grazie.."
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