Pj harvey ad atene
Le vacanze non sono mica solo a Londra o a Sharm e i concerti non sono solo quelli di Vasco o della Pausini… Indubbiamente Atene non incarna l’ideale di città perfetta ma l’immagine negativa che mi ero costruito prima di partire è stata in parte demolita di fronte a ciò che mi sono trovato all’arrivo: un aeroporto e una rete metropolitana nuovi, puliti ed efficienti, quartieri centrali pedonali e ben curati, un traffico molto meno congestionato rispetto ad altre metropoli ed un patrimonio artistico di prim’ordine, parte del quale conservato in musei all’avanguardia.
L’aver ospitato le olimpiadi del 2004 è stata sicuramente una manna per questa città che si è vista “costretta” a rifarsi il look per affrontare i riflettori del mondo intero è ciò ha ovviamente contribuito a ridimensionare l’immagine di città caotica, inquinata e invasa dal cemento. La strada da percorrere è a mio avviso ancora lunga e purtroppo rimediare agli scempi urbani compiuti negli ultimi decenni non sarà cosa semplice.
Una volta sceso dall’aereo mi dirigo subito verso la stazione della metro che in 40 minuti mi porta in centro dove si trova l’albergo in cui soggiornerò per due notti, l’Art Gallery Hotel. Alla reception mi accolgono tre sonnolenti gattoni che non sembravano però troppo propensi ad aiutarmi ad espletare le pratiche per l’assegnazione della camera…Mi rivolgo dunque alla signora dietro il bancone che come stile mi ricordava troppo i personaggi del film “Il mio grosso grasso matrimonio greco”. L’albergo, prenotato da casa con internet e consigliato dalla fedele Lonely planet, è una piccola struttura a conduzione familiare con camere tutte arredate in legno e abbellite da quadri e stampe di vario genere. La colazione, consumata sulla terrazza all’ultimo piano, era un vero piacere e forniva l’energia giusta per affrontare le lunghe camminate sotto il sole che sarebbero seguite. Lo yogurt greco che guarnivo con miele e noci era una delizia che ancora rimpiango ogni mattina… La prima visita è dedicata all’anonima piazza Syntagma col suo bel palazzo del Parlamento; capito giusto al momento del cambio della guardia e ho dunque modo di assistere alla marcia sotto un sole rovente degli euzoni che stanno a presidiare l’edificio con tanto di cappello con criniera, gonna a pieghe e scarpette col pon pon…Non sono proprio il massimo della virilità… Il primo pomeriggio è all’insegna dell’Atene squallida, sporca e malfamata: il quartiere di Omonia che attraverso per raggiungere il museo archeologico, fa davvero paura e anche di giorno è popolato da personaggi poco raccomandabili sullo sfondo di palazzoni grigi e decadenti che più di ogni altra cosa fanno rimpiangere i tempi andati. Per fortuna ci pensano le splendide opere contenute nel museo a risollevarmi il morale ma allo stesso tempo contribuiscono anche ad abbassarmi le palpebre…La notte precedente la partenza non avevo chiuso occhio e complici la sveglia all’alba ed il caldo, non posso fare a meno che puntare dritto verso l’albergo per un pisolino prima di cena. Quello che doveva essere appunto un “pisolino”, si trasforma nella dormita più lunga che io abbia mai fatto in tutta la mia vita…I miei occhi rivedranno la luce solo dopo 13 ore e mezza…In forma più che mai per una full immersion nella capitale! L’Atene che vale la pena di vedere è senza dubbio quella antica che trova la sua massima espressione nell’Acropoli, la sacra collina che domina e protegge la città dalla sua posizione privilegiata sulla sommità di una collina. Ed è proprio dalle sue bellezze che ho cominciato il mio tour, gironzolando tra una folla di turisti tra i resti del Partenone e dell’Eretteo e degli altri templi minori; la massiccia presenza di gru, impalcature ed operai dà l’impressione che l’acropoli la stiano costruendo ora…Il primo impatto non è quindi dei migliori ma dopo un po’ non ci si fa più caso e lo sguardo cade solo sulla magnificenza di questi monumenti. Il tanto atteso nuovo museo dell’acropoli non è ancora aperto al pubblico in quanto stanno ultimando il trasferimento delle opere dal vecchio museo…Che è di conseguenza anch’esso chiuso lasciandomi un po’ con l’amaro in bocca… La giornata prosegue con la cosiddetta “passeggiata antica”, un percorso pedonale che tocca tutti i siti archeologici di maggior interesse: il teatro di Dioniso, il teatro di Erode Attico, l’Agorà antica, la necropoli di Keramikos, l’Agorà romana, la libreria di Adriano e il tempio di Zeus Olimpo. Tutti questi siti, insieme all’acropoli, sono visitabili con un unico biglietto valido 4 giorni e dal costo di 12 euro. Le ultime ore del pomeriggio le passo tra le strette viuzze della Plaka, il quartiere ai piedi dell’acropoli che ospita un infinità di taverne, bar e negozi di souvenir per la gioia di migliaia di turisti (me escluso).
Il tempo di un souvlaki veloce ed eccomi alla ricerca del Badminton Theater dove avrà luogo il concerto. Chiedo informazioni ad una ragazza che dallo stile poteva sembrare una fan di PJ e tale si rivela…Raggiungo il teatro che pian piano si riempie di una folla eccitata in attesa di assistere ad uno spettacolo che si rivelerà tra i più emozionanti di sempre! Alle 22:15 le luci si spengono e fa il suo ingresso la star che con la sua voce ed il suo carisma tiene col fiato sospeso per un’ora e mezza le 2000 persone accorse a vederla! Una performance in solitaria, senza l’ausilio della sua solita band, accompagnando la sua voce con l’immancabile chitarra elettrica per gli storici pezzi rock, o con un delicato pianoforte per i brani di White chalk, il suo ultimo incredibile album.
Lo spettacolo si conclude con un interminabile applauso e con la pelle d’oca che non vuol sapere di andarsene.
Di corsa riesco a prendere l’ultima metropolitana che mi porta di nuovo all’acropoli che stavolta mi accoglie completamente illuminata per regalarmi l’ultima meraviglia di questo viaggio! Ciao a tutti! Ricky