Piran, piccola perla slovena
Da questo tranquillo paesino si respira tutt’altra aria rispetto alla costa italica. L’acqua limpida che lascia intravedere il fondo composto principalmente da sassi insinua nella mente del viaggiatore la domanda: “Ma è davvero lo stesso mare?”. Abbiamo voluto dedicare il lungo fine settimana di Pasqua a esplorare il paesello e i dintorni lasciandoci affascinare in egual modo dall’azzurro delle sue acque e dal verde del suo entroterra collinare.
Il primo giorno, dopo un sostanzioso viaggio in macchina (per entrare in Slovenia è necessario premunirsi nei benzinai sul confine dell’apposita Vignetta) siamo arrivati nei pressi di Piran, dove abbiamo lasciato l’auto, in quanto per poter entrare in paese con un qualsiasi veicolo è necessario pagare. Nel pomeriggio, dopo aver pranzato ovviamente a base di pesce abbiamo deciso di fare un breve giro nella spaziosa piazza Tartini (intitolata all’omonimo violinisti nato a Piran) per poi di addentrarci negli stretti vicoli del paese che per un certo verso ricordano i caruggi genovesi e che conducono tra tortuose scalinate alla chiesa che sovrasta l’intero paesino e da cui abbiamo potuto ammirare una vista spettacolare sul mare, ancor meglio è stato poter salire sulla torre campanaria per poter godere di un panorama a 360 gradi. Scesi dalla collinetta ci siamo diretti verso la punta del paesello dominata dalla piccolissima chiesa di san Clemente che si caratterizza per il suo piccolo campanile proprio sulla punta di Piran. Dopo una tranquilla e rilassante passeggiata sul lungo mare, abbiamo voluto inerpicarci nuovamente verso la parte più orientale del borgo in direzione delle mura cittadine. Grande lo spettacolo una volta giunti in cima: dalle antiche mura che difendevano il paese si può godere di una vista meravigliosa su tutta Piran, ammirare il sole che tramonta sul mare e scattare qualche foto ricordo. La sera, curiosi d’esplorare il tessuto sociale del luogo abbiamo optato per una cena a base di pesce fritto nella vecchia piazza del paese che anni addietro fungeva da cisterna in cui veniva immagazzinata l’acqua piovana, per poi concederci una lunga passeggiata sul mare prima di tornare in hotel.
Il secondo giorno, dopo esserci armati di zainetto e pranzo al sacco, ci siamo diretti verso il vicino paese di Portorose percorrendo la strada pedonale accompagnati dal debole rumore delle onde del mare. Arrivati a Portorose abbiamo cambiato direzione allontanandoci dalla costa verso l’entroterra dove il paesaggio collinare ricco di vegetazione ricorda ancora una volta quello ligure. Attraversata una vecchia galleria ferroviaria, adesso adibita a passaggio pedonale e ciclabile, abbiamo tenuto la direzione verso Strugnano per poi ritrovare nuovamente il mare, che in questa zona viene sfruttato per l’estrazione di sale, e percorrere tutta la costa che guarda a nord fino a ritornare a Piran. La sera una cena sul mare con dell’ottimo pesce è stata una scelta ottima prima di dirigerci verso l’albergo per la notte. Il terzo giorno abbiamo voluto girovagare nuovamente tra la costa e le piccole strade del borgo prima di salutare questa splendida perla slovena che incanta il visitatore con i suoi spettacoli naturali in bilico tra mare e collina e che fa sorridere grazie alla gentilezza e la disponibilità dei suoi abitanti.