Pionieri in Albania

Alla ricerca di Piccoli Paradisi nel Nulla
Scritto da: stuff_nancy
pionieri in albania
Partenza il: 30/07/2010
Ritorno il: 08/08/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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VIAGGIO IN ALBANIA

30.07.2010 Io e Sandro partiamo alla volta dell’aeroporto di Ciampino per prendere il volo delle 19.35 che ci porterà a Tirana per le 21.00 dove abbiamo già prenotato un ostello per dormire la prima notte. Poi è tutto da organizzare. Contiamo di prendere una macchina a noleggio, magari già all’arrivo all’aeroporto. Il nostro stato d’animo non è serenissimo, sappiamo che l’Albania non è un posto tipico per andare in vacanza, ma siamo pieni di speranza ed entusiasmo! Appena saliamo sull’aereo comincia la nostra avventura: il volo parte con tre ore di ritardo per il maltempo, e quindi invece di arrivare alle 21.00 arriviamo oltre la mezzanotte. La cosa “positiva” è che in tutto questo tempo passato con i nostri compagni di volo ci rendiamo conto che in tutto l’aereo noi due siamo gli unici turisti. Bene! Facciamo anche amicizia con Andi, un giovane albanese che vive a Bracciano da 14 anni e sta tornando a casa per le vacanze con la compagna italiana. Lui è il primo albanese che conosciamo e ci ha dato dei pazzi per aver deciso di fare le vacanze nel suo paese! Incoraggiante! Comunque ha cercato di darci qualche consiglio, anche se dopo tutti quegli anni lontano, pure lui era abbastanza in difficoltà! Arriviamo all’aeroporto di Tirana all’una meno venti, troviamo lunghe code al controllo documenti e tutto chiuso, comprese le agenzie per affittare l’auto. Così ripieghiamo su un taxi che ci porti al nostro alloggio. 25 euro pagati ad un tassista che non conosceva l’indirizzo ma che è stato molto gentile perché ha telefonato lui stesso al nostro contatto ed è riuscito a portarci senza problemi! In effetti il posto era un po’ nascosto, tra viette sterrate e edifici fatiscenti, il nostro stesso alloggio sembrava aver subito un bombardamento! Ma l’uomo che ci ha portato le chiavi è stato tanto gentile, anche considerando che ormai era l’una di notte passata! Scarichiamo i bagagli e scendiamo i sei piani di scale ( ascensore guasto…se c’è!) per andare a cercare qualcosa da mangiare, ma dopo pochi metri ci rendiamo conto che la soluzione più saggia è un gelato al chiosco all’angolo perché nonostante ci trovassimo in pieno centro, non c’era nessuno in giro e nulla di aperto! Paghiamo in euro due gelati e una bottiglia d’acqua, la nostra cena notturna, e andiamo a dormire nel cuore di una Tirana che per ora non ci ha fatto una bellissima impressione…. Ma domani sarà meglio!!!

31.07.2010

Si si, proprio meglio! Con la luce del giorno ci si accorge che Tirana non è una città, è un cantiere: lavori ovunque, case a metà, piazze chiuse in bandoni di lamiera, strade semi asfaltate…. Ma noi siamo coraggiosi!! Dobbiamo cambiare i soldi, cercare un info point (ci sarà dai!), e trovare l’agenzia di noleggio auto che per sicurezza avevamo cercato su internet! Ok. Pronti. Via! La prima cosa è facile, ci sono tantissimi ufficietti di cambio (1 euro=136 lek! Buono!). La seconda è un po’ meno facile, ma chiedendo al museo di storia e girando un po’ a vuoto alla fine riusciamo a trovare l’info point che però si rivela abbastanza deludente. Ci rifilano una rivistina tipo quelle che si trovano nei bar e nei locali perché dentro c’è l’unica mappa che hanno e ci dicono che a Tirana l’unica cosa da vedere è il quartiere dei ristoranti e della movida notturna! Interessante! Riusciamo comunque, per sicurezza, a farci spiegare dove si prendono gli autobus per andare via da questa città di nulla. Non esiste una vera stazione, a seconda di dove devi andare e a seconda dell’orario i bus partono in diversi posti della città. La terza cosa si è rivelata la più complicata. Scopriamo che una volta trovata la via dell’indirizzo che avevamo, i numeri civici non esistono. Abbiamo chiesto aiuto a più di un negoziante ma loro stessi non conoscevano il numero del loro negozio. Abbiamo percorso avanti e indietro quella via quattro o cinque volte ma senza risultato. Facciamo un tentativo in una delle numerose agenzie di viaggio (ma dove dovranno andare sti albanesi!?) e per un attimo abbiamo creduto di avercela fatto. Il ragazzo ci dice che anche lui affitta auto e pure ad un prezzo buono, ma quando chiede la disponibilità la nostra gioia finisce! Non ci sono auto. Proviamo in un’altra agenzia: non ci sono auto. Facciamo qualche altro tentativo e alla fine ne troviamo una che però è disponibile dopo due giorni… che cavolo facciamo due giorni in questa città, noi vogliamo andare al mare! Così decidiamo di sbrigarci e andare a prendere il bus per Durazzo. Li c’è il porto, movimento, vuoi che non riusciamo a trovare un autonoleggio!? Dopo un’ora di viaggio per neanche 30 chilometri arriviamo a Durazzo e ci rendiamo subito conto che le nostre aspettative erano decisamente superiori rispetto a quello che la città poteva offrirci. Un’altra città di nulla! Con grosse difficoltà riusciamo a trovare la fermata del bus cittadino che va alla spiaggia (Prespa). Con moderato stupore notiamo che all’interno del bus ci sono molte scritte in italiano. Sicuramente gli abbiamo venduto un mezzo in disuso da noi! Sappiamo che il bus per Saranda, dove vorremmo andare, deve passare per forza su quella strada (che è l’unica) e quindi pensiamo di fermarci a dormire lì vicino. Il bigliettaio dell’autobus si offre di farci accompagnare da un suo fantomatico cugino che ha un albergo vicino al mare e, stanchi morti e confusi, ci fidiamo! Non è facile capirci, ma alla fine l’omone con il mercedes ci lascia davanti ad un albergo pure carino, ma immerso tra cantieri e strade bianche… va bene, va bene, 30 euro con colazione. Per oggi abbiamo faticato abbastanza, ci andiamo a rilassare un po’ sulla spiaggia! Bagnetto nel mare tipo Rimini, forse peggio e passeggiata sulla spiaggia. Certo che se è questo il mare dell’Albania potevamo restarcene a casa!! Lo scoramento comincia a impadronirsi dei nostri animi… Inoltre dopo un solo giorno di Albania cominciamo a prendere coscienza della simbiosi stretta tra questa terra e l’immondizia. Ce ne è ovunque, per le strade, sulla spiaggia, nei cantieri, discariche a cielo aperto e sporcizia fanno parte di ogni panorama! Sarà per questo che si sente ovunque una “leggera” puzza di fogna!!? Intanto i nostri stomachini cominciano a brontolare e ci concediamo una birretta con calamari fritti in un bel posticino su una palafitta sul mare. Sulla spiaggia si vende di tutto, ci sono anche venditori di pop corn e zucchero filato, di pannocchie arrosto, frutta e qualsiasi cosa possa venire in mente. Ci ha colpito vedere addirittura il chiosco del tiro a segno, come al luna park, che funziona pure la notte!! Al ritorno in albergo siamo stremati e anche un po’ preoccupati, crolliamo quasi svenuti!

01.08.2010

Partiamo alle 7.30 dall’albergo, a piedi, coi bagagli, sperando di raggiungere in tempo la piazzetta dove dovrebbe passare il bus per il sud. Non sapremo mai se avremmo fatto in tempo perché lungo il percorso ci facciamo caricare da un così detto furgons, un pulmino privato e abusivo che integra, per fortuna, il carentissimo servizio pubblico. Per 1500 lek a testa ci porterà a Saranda! E vai!! Durante il viaggio, (durato 7 ore e mezzo!!) facciamo amicizia con un ragazzo albanese che studia in una scuola italiana a Tirana e che ci consiglia un po’ di posti belli da visitare sulla costa! Grazie! Un po’ meno incoraggiante è stato quando preoccupato ci ha detto: “Spero che non vi freghino, state attenti!” Si passa attraverso paesaggi e panorami diversi ma l’unica costante rimangono gli scheletri di edifici, che non si capisce se sono in costruzione o rimarranno così per sempre, e… la monnezza!!! È ormai pomeriggio inoltrato quando arriviamo a Saranda. Dobbiamo trovare un posto per dormire, recuperare info sulla zona e, siccome ancora non abbiamo perso tutte le speranza, cercare un autonoleggio!! Chiediamo in giro, e dopo un po’ di rimbalzi, grazie ad un bimbetto traduttore ci facciamo accompagnare in un alloggio (20 euro a notte). Il prezzo ci pare buono ma la prima impressione non è delle migliori: bisogna scalare una salita al 50 per cento di pendenza, fare un tratto dentro il letto di una specie di fiumiciattolo (che invece poi scopriremo era creato da un guasto ad una tubatura) e fare ancora 2 rampe di scale… e il mare sembra lontanissimo… Aho, ma questa è una vacanza!!?? Comunque non abbiamo voglia di girare ancora con i bagagli in mano, e prendiamo l’appartamento, che in fondo non è male, se non fosse per lo sciacquone che non carica, le lampadine che mancano sia in bagno che in camera da letto e qualche altro piccolo dettaglio trascurabile!! Ci si abitua a tutto! Scendiamo alla spiaggia e scopriamo che in fondo non è lontana come pensavamo, ma scopriamo pure che non è bella come speravamo! Ma allora dov’è il mare cristallino?? Cominciamo a dubitare che ci sia veramente! Facciamo una lunga passeggiata sulla spiaggia tra stabilimenti attrezzatissimi e lounge bar con discoteche notturne, sembra quasi Ostia! Dopo un po’ di relax cerchiamo l’info point, che però ci è totalmente inutile: non hanno cartine, non sanno dove si prendono i pullman né gli orari, e parlano solo albanese! Ma chi vi ci ha messo a lavorare qua!? Per fortuna facciamo una splendida cena in uno dei tantissimi ristoranti sul lungomare che è pure la via della passeggiata del paese. 2400 lek per pesce alla brace, insalata e vino! Conosciamo Ronnie, capo cameriere albanese che è stato rimpatriato dall’Italia e che non vede l’ora di poterci tornare!

02/08/2010 Appena svegli andiamo all’autonoleggio ma la macchina è disponibile solo dal giorno seguente. La prenotiamo per i successivi due giorni alla modica cifra di 100 euro non senza difficoltà perché sembrava quasi che la tipa non volesse darcela. Ci ha chiesto 1000 volte se eravamo sicuri e nonostante le nostre conferme non voleva procedere nella compilazione dei moduli… boh! Sarà la sua! Si è dimostrata restia pure ad affittarci un motorino, dicendo che poteva andarci una persona sola (noi abbiamo visto girare motorini con sopra una famiglia di 4 persone!) e perfino le biciclette, dicendo che era troppo faticoso! Alla fine rimaniamo d’accordo per l’ auto e ce ne andiamo. Zaino in spalla, cerchiamo di capire dove si prende il bus per andare a Ksamil, con la speranza che ci dia più soddisfazione dei posti visitati finora! Scopriamo che le fermate non esistono: devi sapere qual è il bus che ti serve, sapere che strada percorre (non è difficile, ce ne sono 2), e fermarlo quando passa, sempre se riesci a riconoscerlo! Riusciamo a fare tutto questo con l’aiuto di due ragazzi montenegrini in vacanza al mare, e finalmente siamo sul bus! Dovremmo percorrere 14 km, bene, tra 10 minuti saremo a destinazione!! E invece il percorso dura circa un’ora, tra cantieri, immondizia e costeggiando un lago salato. Durante il tragitto facciamo amicizia con un’allegra famigliola albanese: Loi, la mamma, Enkli, il figlio e Arlinda, la figlia. I ragazzi vivono a Bologna e la mamma a Tirana ma tutti e tre parlano bene l’italiano! Decidiamo di trascorrere la giornata insieme. Arrivati a Ksamil il panorama è quello di sempre, case che sembrano bombardate e immondizia, ma appena avvistiamo la spiaggia… il paradiso!! Calette di sabbia bianca, acqua cristallina e quattro begli isolotti da raggiungere più o meno a nuoto!! Ristoranti e bar dalle strutture perfettamente integrate nell’ambiente naturale! Finalmente la nostra fatica è stata ripagata!!! Subito bagno e circumnavigazione del primo isolotto. Al ritorno sulla spiaggia è già ora di pranzo e ci spostiamo in uno dei ristorantini. Il cameriere sembra schizzato ma Enkli ci spiega che è normale perché gli albanesi sono abituati ad avere molta fretta quando vanno al ristorante e quindi i camerieri cercano di servire più velocemente possibile. Dopo esserci dilungati piacevolmente a pranzo, affittiamo un pedalò per raggiungere l’isolotto più lontano. Due splendide montagnole rocciose unite da un sottile lembo di sabbia dove si può gustare l’esperienza di avere una spiaggia con due mari, uno davanti e uno dietro.Si può anche godere di una splendida vista dell’isola di Corfù che si trova a poche decine di metri. Riportato il natante alla base ci sbrighiamo a rivestirci per non perdere l’ultimo autobus che passa alle 18. Sbagliamo percorso e ci ritroviamo a su una strada bianca, polverosa e faticosa, ma alla fine riusciamo ad arrivare dove dovrebbe passare il bus. E dico dovrebbe perché dopo un’ora e mezza di attesa ancora non si vede e siamo costretti a ripiegare su un taxi. Avremmo potuto pensarci prima! Per 1000 lek ci riporta tutti e cinque a Saranda in circa mezz’ora. Doccia e cena tutti insieme in centro a base di agnello allo spiedo e cucurec con sottofondo di splendida musica tradizionale e raki finale (buono!!!). Passeggiatina digestiva e tutti a ninna: domani dobbiamo svegliarci presto perché abbiamo deciso di andare tutti insieme, con la nostra macchina in affitto, a visitare il Blu Eye, una sorgente che si trova nelle montagne vicine e che pare meriti veramente per la sua bellezza e unicità!

03/08/2010

Invece la sveglia non la sentiamo proprio e quando apriamo gli occhi sono ormai le 10.30. Avevamo appuntamento per ritirare l’auto alle 8.30. Ma la cosa che ci dispiace proprio tanto è che abbiamo dato una buca colossale ai nostri nuovi amici. Non crediamo che possano ancora stare ad aspettarci (l’appuntamento era le 9.00!)… che figura di merda!!! Comunque ci sbrighiamo il più possibile, ritiriamo l’auto e per sicurezza facciamo un salto sul luogo del presunto incontro… non ci sono più, ovviamente. Ci dispiace da morire ma cerchiamo di riprendere in mano le redini della giornata e sfruttare al meglio la macchina. Trovare la strada per il Blu Eye non è molto difficile, c’è addirittura un cartello!!!! Si pagano 250 lek per entrare in quella che dovrebbe essere una specie di area protetta, poi si percorrono circa 2 km si strada bianca in salita fino ad arrivare a due grossi ristoranti in mezzo al bosco. (per fortuna che abbiamo la macchina!) Parcheggiamo e prendiamo un sentierino e dopo pochi metri siamo già arrivati. La sorgente è effettivamente molto bella, un blu spettacolare in mezzo al verde degli alberi. Provo anche a fare un tuffo ma l’acqua è davvero gelida, bagnare le gambe basta e avanza! Facciamo due passi intorno e come al solito ritroviamo immondizia e rifiuti. Partiamo alla volta della spiaggia. Sbagliamo strada (non ci sono indicazioni di nessun tipo!). Allora proviamo a chiedere a dei signori in un bar: peggio che andar di notte! Comunque alla fine riusciamo a trovare la via per uscire dal paese. Dopo aver percorso una ventina di chilometri su una bella strada di montagna, scendiamo alla nostra prima spiaggia: Lukota. Che delusione…rifiuti ovunque, uno scarico direttamente sulla spiaggia e vacche che pascolano tra gli ombrelloni… e pensare che da lontano fa pure una bella impressione! Ma noi non ci scoraggiamo: destinazione Himara! Arriviamo in questa baia e ci sembra una visione paradisiaca al confronto! La spiaggia attrezzatissima, tanti bar, ristoranti, e soprattutto uno splendido mare trasparente!! Ci rifocilliamo con un ottimo kebab (150 lek l’uno) e ci godiamo finalmente un po’ di relax. Sulla spiaggia un ex profugo ci vende per 250 lek un sacchetto di pere “biologiche”… una porcheria! Ma che ve magnate?! È ormai pomeriggio inoltrato quando decidiamo di andare a dare un occhiata a Dhermi, che ci hanno detto sia il posto più bello della costa, per vedere se vale la pena di passarci una o due notti. In realtà il problema non si pone perché non ci sono alloggi disponibili, ma il posto è davvero fantastico! Tutto sommato meglio così, per arrivare alle meravigliose spiaggette si deve percorrere un discesone chilometrico che ci costringerebbe a fare un culo come una capanna con i bagagli in mano! Decidiamo di tornarci il giorno dopo e goderci lì tutta la giornata! Sulla strada del ritorno ci fermiamo in un ristorante sul mare…ladri!! Paghiamo il triplo di quello che avevamo pagato a Sadanda per mangiare le stesse cose… ladri!! È inutile che fate gli amiconi… sempre ladri siete!!!

04/08/2010

Sveglia presto e partenza per Dhermi. Lungo il percorso ci fanno compagnia gli asini, le mucche e le capre che passeggiano tranquilli sull’asfalto e che purtroppo vediamo spesso nutrirsi dei vari rifiuti accumulati sui bordi della strada. Dhermi è un posto meraviglioso!! Ci appropriamo di una minuscola spiaggetta di ciottoli e risaliamo un pezzo di costa a nuoto. Poi usciamo dal mare e facciamo una lunga passeggiata tra gli scogli e le calette alla scoperta della splendida natura! Ad un certo punto veniamo bloccati da un uomo in costume che ci dice che non possiamo proseguire, ma se vogliamo, possiamo fare il giro da dietro e tornare sulla costa. In seguito abbiamo scoperto che quell’uomo era un poliziotto e che quel pezzo di litorale appartiene alla residenza estiva del primo ministro che infatti poco dopo arriva con l’elicottero! Ci godiamo l’acqua trasparente e pranziamo con una buona pizza cotta al forno a legna che ci portiamo nella nostra spiaggetta e ci gustiamo con il sedere a bagno! Sulla strada del ritorno ci fermiamo a fare ancora una nuotata nella spiaggia più “movidara” della zona (Mumba) e facciamo l’enorme errore di prendere un gelato: ce lo danno squagliato, schiacciato e ricongelato e ce lo fanno pure pagare 600 lek… ladri pure voi!! Lo hanno pescato dal fondo del congelatore traboccante di bottiglie di whiski, rum e altri superalcolici vari!! Non abbiamo capito lo spirito della spiaggia, che dilettanti! Successiva tappa: Porto Palermo. Bagnetto con il sole che già tramonta e giro del forte sull’isolotto. In questa zona cresce tantissima salvia che gli abitanti raccolgono in piccoli mazzetti e accatastano nei limitrofi edifici abbandonati che diventano dei veri magazzini di profumo! Tornati a Saranda andiamo a riconsegnare la nostra macchinetta e la tipa viene colta da attacchi di panico e convulsioni prima di capire che noi il pieno l’avevamo già fatto! Per fortuna c’era anche un omino più tranquillo che, vista la situazione, si è occupato della riconsegna personalmente! Cena con kebab e pollo allo spiedo… ammazza che fame! 1250 lek comprese due pinte di birra!

05/08/2010

Alle 9.00 pronti in strada per prendere il bus per Ksamil (quest’angolo di paradiso in un’immensa discarica abusiva merita davvero un’altra visita!!). Stipati come le bestie sopravviviamo al viaggio (sempre 14 km in un’ora) ma ne vale proprio la pena! Arrivati in spiaggia, ci spalmiamo di olio abbronzante, e decidiamo di affittare le canoe per fare il giro degli isolotti…sembra facile?!? L’omino che le noleggia è irreperibile, cerca di qua, cerca di là, quando ormai avevamo quasi perso le speranze, si materializza sul molo e finalmente iniziamo a pagaiare!! Bellissimo!!! Ma al ritorno ci si ripresenta lo stesso problema: non sappiamo a chi lasciare le nostre belle canoe…cerca di qua, cerca di la…se lo avessimo saputo col cavolo che le avremmo riportate in orario!!! Ordiniamo una pizza e mentre aspettiamo che ci venga consegnata incontriamo Ramos, un ragazzo albanese che era con noi alla partenza da Ciampino e studia legge a Roma con l‘obiettivo di esercitare in Albania. Lui ci ha riconosciuti e abbiamo fatto amicizia, parlando del più e del meno! Si offre di riaccompagnarci a Saranda, ci dice che ha la macchina un po’ affollata, ma non è un problema, ci stringeremo! Noi decliniamo l’invito tenendolo come arma segreta se anche oggi l’autobus dovesse “scioperare”. Arrivati alla fermata nessuno sa dirci se il bus è passato, passerà o potrebbe passare, e in più stanno stendendo l’asfalto…attendiamo… Che paese di merda! Ognuno dice qualcosa, non si sa mai se quello che dicono sia vero o no, non si sa a chi dare retta. Che angoscia! Si perde ogni giorno più di mezza giornata per spostarsi anche solo di pochi chilometri e così si deve andare sempre di corsa con il tempo contato… per fortuna anche oggi abbiamo il nostro shoten zengin che si manifesta sottoforma di Ramos con la sua mercedes quattro fari (come dice lui!). Ci carica e stretti stretti ci avviamo verso casa. Durante il viaggio Ramos ci confida il suo disappunto sulla corruzione albanese che ci spiega essere diffusissima. All’arrivo a Saranda rischiamo un incidente per colpa sua in un incrocio che lui percorre contro mano, non rispettando lo stop e non dando la precedenza. Subito ci ferma un poliziotto e Ramos e suo fratello ci parlottano un po’. Poi il poliziotto ci manda via un po’ deluso a dispetto non solo dell’infrazione, ma anche del fatto che in macchina eravamo in sette, nessuno aveva le cinture allacciate e c’era anche un bimbo davanti. Incuriositi chiediamo cosa si fossero detti e Ramos sorridendo ci dice di aver detto all’agente che suo padre è un poliziotto! Alla faccia del “che schifo qui sono tutti corrotti”! Serata tranquilla con cenetta a base di orata e degustazione di raki con assaggio di “trilece” , un ottimo dolce a base di latte, pandispagna e caramello (200 lek).

06/08/2010

Sveglia alle 5, sottolineo alle 5, bagagli pronti, gambe in spalla e puntuali alle 6 alla stazione del bus (una semplice via del paese dove troviamo una manciata di scassoni pronti a partire per la strada litoranea o la strada di montagna). Troviamo il “nostro” pulmino, saliamo ed è già pieno. Ma l’importante è che siamo saliti perché se avessimo perso questo il successivo sarebbe partito alle 14.30! Per fare 50 km impieghiamo circa 2 ore e il viaggio è animato da una coppia di cacacazzi che litiga con l’autista, con due passeggeri e riprende anche noi solo perché il finestrino era troppo aperto e perché Sandro si sorreggeva allo schienale del loro sedile! Alle 8 siamo al camping a Himara. Qui i campeggi hanno le loro tende già montate e le affittano complete di materasso e lenzuola pulite… bella idea! (4 euro a testa). Intera giornata di svacco sulla spiaggia con affitto di due lettini e ombrellone a 500 lek! Ce la siamo meritata! Il mare è gelato perché ci sono delle sorgenti di acqua dolce sparse qua e là sul fondale ma è di una trasparenza eccezionale! Dopo il tramonto attraversiamo la strada e siamo in campeggio. Ci tocca una doccia fredda per un problema alla caldaia, ma sopravviviamo, e riusciamo anche a vestirci al buio nella tenda. Cenetta a lume di candela al ristorante del campeggio e passeggiata sul breve lungomare.

07/08/2010

Svegli per miracolo alle 7:15 e di corsa in strada ad aspettare l’autobus per Valona che passa alle 7:45 con ben 15 minuti di anticipo sulla tabella di marcia, tanto che non riusciamo neanche a pagare la notte in tenda…i gestori del campeggio mi sa che stavano ancora smaltendo le canne e la sbronza della sera prima buttati da qualche parte e in giro non ce ne era traccia…io glielo avevo detto che saremmo partiti presto, mica potevamo perdere l’unico autobus che c’era per dare a loro 8 euro! Dopo due ore abbondanti arriviamo a Valona. Scendiamo qualche chilometro prima della città, dove dal bus si vede un mare meraviglioso. Anche l’autista ci conferma che questa è la parte più bella… e allora scendiamo a cercare un albergo. Il primo a cui chiediamo ci va bene (35 euro a notte), non ci va di fare altri chilometri con i bagagli. Così prendiamo possesso della camera e partiamo per la spiaggia! Prima tappa su una spighetta che si raggiunge scendendo una parete di difficoltà 7b!! Mare fantastico ma purtroppo anche qui ci sono le sorgenti gelide e così, dopo un bagnetto di perlustrazione, decidiamo di riscalare la parete e raggiungere una spiaggia più grande e affollata che si trova poco distante. Qui la gente è accatastata uno sull’altro ma il mare ha finalmente una temperatura piacevole, ne valeva la pena! Pranzo in ristorantino familiare vista mare con pesce alla brace, poi di nuovo in spiaggia e bagno con tanto di tuffi dallo scoglio! Verso le 19 andiamo in città. Non c’è nulla da vedere, non ci si capisce niente, né dov’è il centro, né dov’è la stazione, niente… non ci sono neanche i bus per tornare in albergo. Di nuovo incastrati in una città di nulla, che palle! Vorremmo prendere un taxi ma il tassista si rifiuta di portarci perché c’è traffico… ma qua sono folli!!! Basta!!! Menomale che domani andiamo via… se ci riusciamo. Comunque dopo un’oretta il tassista si piega di malavoglia alla nostra richiesta e nonostante il traffico andiamo verso l’albergo. Il tanto temuto traffico era in realtà un rallentamento che interessava un breve tratto di strada di neanche 200 metri creato dai movidari che andavano a ballare sulla spiaggia. Ma vaffanculo! Arriviamo in 15 minuti e dobbiamo pure discutere sulla tariffa da pagare perché il tassista ci chiede molto di più di quanto avevamo pattuito alla partenza…. Bastaaa…

08/08/2010

Colazione in albergo e incontro con il nostro shoten zengin di oggi: l’albergatore. Ci aiuta a trovare un taxi per l’aeroporto a 8000 lek, che non è male visto che quel bastardo di ieri ne voleva 10000 e non sarebbe neanche venuto a prenderci in albergo ma avremmo dovuto andare noi a Valona…ladro! L’appuntamento è alle 11, invece il nostro tassista abusivo arriva un’ora dopo…”non c’è problema, io vado veloce”, ci dice. Ok. Partiamo alla volta dell’aeroporto ignorando tutte le regole del codice della strada. Sorpassi in curve cieche, tratti di strada contromano e velocità molto oltre il limite su una strada che non è altro che una striscia di asfalto, quando si, quando no, priva di segnaletica e pure con tante curve. Ce la faremo!? Si passa da un panorama fatto di campi di mais, uliveti e vigneti ad uno costellato di scheletri di case o case appena costruite dai colori improbabili! Sui lati della strada incontriamo ancora gli immancabili venditori di frutta, vino, miele e pannocchie con il loro fuochetto e spesso con la loro poltrona (i divani invece sono negli innumerevoli lavaggi auto!). Il nostro autista è stato di parola, arriviamo in aeroporto in perfetto orario! Adesso quasi quasi mi dispiace andare via: ho visto che con la macchina non sarebbe stato poi così male, ma almeno smetteremo di sentire questa puzza di fogna! Un’altra cosa che certo non ci mancherà saranno le migliaia di discariche abusive, l’immondizia che fa parte di tutti i panorami (a volte anche dei fondali marini) e alla quale spesso danno fuoco lasciandola bruciare per giorni. A caldo ci rimangono impressioni contrastanti: da una parte i colori e la bellezza di questa terra e del suo mare, dall’altra una sensazione di disagio, di malafede, di diffidenza, di cattiveria e sofferenza che si legge negli occhi delle persone che in questa terra ci sono nate. Ops… pensavo fosse finita, invece l’aereo ha un’ora di ritardo… .Alessandra Mancini.



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