Pillole di Buenos Aires
Buenos Aires è una bella città. E’ una città di chiaro stampo europeo. Somiglia moltissimo a Madrid, con spruzzi di Parigi (nell’architettura degli edifici) e New York (le avenidas della zona centrale, piene di negozi). Ci sono zone veramente belle (Palermo su tutte), piene di parchi e le strade, in generale, sono larghissime e lunghissime....
Buenos Aires è una bella città. E’ una città di chiaro stampo europeo. Somiglia moltissimo a Madrid, con spruzzi di Parigi (nell’architettura degli edifici) e New York (le avenidas della zona centrale, piene di negozi). Ci sono zone veramente belle (Palermo su tutte), piene di parchi e le strade, in generale, sono larghissime e lunghissime. Il primo giorno che sono arrivato ho subito fatto un giro per la zona centrale (calle Florida), strapiena di persone (pieno orario di punta di un venerdi’ lavorativo) e mi sono subito accorto di una cosa: non c’era una, che fosse una, decorazione per natale. Niente. Un festone, una luce, assolutamente niente. Faceva caldo, molto caldo (31 gradi) e sembrava di passeggiare per Madrid in un assolata giornata di luglio/agosto.Un altro aspetto che mi ha colpito sono state le protezioni alle banche. Erano completamente protette (ma solo nella calle Florida, nel resto della citta’ no) da lamiera, avvolte. Non sembravano banche, se non fosse che appariva l’insegna. Su queste lamiere c’erano dei segni strani, delle ammaccature, che bene o male avevo capito cosa fossero, ma la conferma l’ho avuta l’ultimo giorno della vacanza. Erano, poi, piene di scritte contro il Governo. L’ultimo giorno, uscito al’hotel, che distava un centinaio di metri da calle Florida, ho cominciato a sentire delle grida, dei cori e dei battiti. Non erano altro che alcuni manifestanti (un centinaio) che, sfilando armati di martelli e bastoni, battevano su queste lamiere lungo tutta la calle Florida, creando un rumore assordante. Mentre alcuni battevano, altri, con barattoli di vernice rossa e blu, scrivevano sulle lamiere, mandando questo o quel politico a quel paese. In particolare mi ha colpito una signora anziana, sicuramente una nonna, con un barattolo di vernice rossa ed un pennello in mano, scrivere su queste lamiere. La polizia, intanto, lasciava fare. In ogni caso, a parte questa manifestazione, non ho avuto occasione di assistere a nessun’ altro atto di, chiamiamola, violenza di strada. Alla fine, non ero altro che un argentino fra gli argentini: maglietta a maniche corte, pantaloncini e scarpe da tennis. Neanche i bambini mi si avvicinavano a chiedermi monete. La macchina fotografica ce l’avevo in tasca e camminavo a memoria, senza cartina. In se’, Buenos Aires non e’ una citta’ insicura, lo e’ molto di piu’ Napoli, a mio parere.Basta solo prendere le normali precauzioni, non dare nell’occhio insomma. Al limite, anche circolare con la macchina fotografica in vista, ma senza fare sfoggio di gioielleria, orologi costosi, vestiti vistosi, ecc. Ho visto pochi cartoneros, sicuramente molti piu’ bambini chiedere l’elemosina.Il secondo giorno stessa storia, in giro, ma questa volta in macchina, con un tassista privato, Gran bel giro per le zone residenziali di Buenos Aires, si respirava veramente odor di soldi, di poverta’ nessun sentore. In questo giro ho pure l’occasione di provare il MATE. Il mate (che identifica sia l’erba mate che la coppa nella quale si beve) e’ la bevanda nazionale argentina, ma soprattutto uruguaiana. In pratica, si tratta di un infusione di quest’erba, che viene messa in questa coppa (mate), sulla quale viene versata acqua calda e poi, tutti insieme, in circolo, si comincia a bere il contenuto, succhiandolo attraverso la bombilla, una specie di cannuccia di ferro terminante con un filtro. E’ una bevanda molto amara (normalmente si beve cosi’, ma si puo’ anche aggiungere zucchero) e costituisce un momento di unione e fratellanza fra coloro che lo bevono. Il fatto e’ che e’ una vera e propria malattia! Non tanto in Argentina, quanto in Uruguay, ho visto persone bere il mate a qualunque ora ed in qualunque occasione: di prima mattina in spiaggia, con 35 gradi all’ombra!!!!!; in macchina, una mano sul volante ed un altra con il mate in mano: in mezzo alla strada, alle 12 di notte. Il bello e’ che, siccome ad un certo punto l’acqua calda finisce, per continuare a bere, le persone girano con un thermos di acqua calda sotto il braccio, con il quale riempiono il mate di volta in volta!!! .Il terzo giorno, finalmente, esce il sole, dopo 2 giorni di pioggia. Buenos Aires guadagna moltissimo con il sole. Per tutti questi tre giorni, non ho fatto altro che circolare in taxi. Credo che, tutt’ora, mi sembra di aver sbagliato i conti, tanto economico era tutto!!! Era stranissimo guardare, per esempio, il tassametro girare (4, 5, 6, 7) e pensare che, fino ad un anno prima, i numeri che scattavano rappresentavano dollari (un dollaro=un peso) e che, invece, ora non erano alto che pesos, il cui valore era diminuito di 3, 50 volte. Cosi’, un viaggio in taxi di circa 11 pesos ci costava, in realta’, 3.15 dollari (o euro), cioe’, a testa, 1, 55 Euro…Veramente assurdo…
E cosi’ era tutto, dal taxi, al cibo, ai vestiti, ai cd, ecc.Ecc. In ogni caso, per molti prodotti, i prezzi erano gia’ stati aumentati, ma anche con l’aumento sembravano veramente regalati. Ho comprato una polo Lacoste, originale, nel negozio Lacoste, per 25 Euro! Un Big Mac costava 1 Euro, 1 menu 2, 50 Euro!! So che sembra incredibile, ma e’ la pura verita’!!