Pillole dell’Ovest
Pranzo al sacco con sandwich e via, perchè la strada per Banff è lunga. Ceniamo al Melissa’s restaurant di Banff con una bella e buona bistecca e poi soggiorniamo due notti al Douglas Fyr, appena fuori paese; consigliamo questo lodge in quanto è composto da piccoli e confortevoli appartamenti con angolo cucina e un supermarket nella lobby.
28/8: Banff – Lake Louis – Banff Km. 130 Mattina fresca ma già con un bel sole: sono sufficienti pantaloncini corti e una felpa. Appena partiti ci attraversa la strada un cervo: cominciamo bene! Il paese di Banff è come un paesino delle Dolomiti, circondato da montagne altissime, ed ha un rilassantissimo parco sul Bow river dal nome un po’ pretenzioso: Central Park..
Partiamo, sempre panini nello zaino, alla volta di Lake Louis percorrendo la selvaggia Bow parkway, avvolta dalla foresta. E qui scansiamo un branco di mufloni che trotterella per la strada. Lungo la strada decidiamo di fermarci al Johnston canyon e percorriamo a piedi un sentiero molto fresco (ci vuole un’altra felpa) lungo un canyon scavato dal fiume omonimo fino ad arrivare alle Upper falls, cascate con un salto di 15 m. Si arriva fino sotto e si gode degli spruzzi dell’acqua.
Lake Louis, a circa un’ora da Banff, si presenta al turista in modo un po’ controverso: prima si scorge il castello-hotel costruito sulla sua sponda, maestoso, bello ma troppo sfarzoso; quando però si giunge sulla riva del lago e si voltano le spalle al castello… È tutta un’ altra storia. La vista spazia su un’acqua turchese, su foreste verdi dominate sullo sfondo dal bianco Victoria glacier. Un tripudio di colori! Il turchese dell’acqua, quasi torbido, è tipico dei laghi glaciali ed è causato dai sedimenti che si depositano sul fondo.
Un sole quasi cocente (saranno 29°) ci allieta il pranzo e ci accompagna per il Lakeshore trail, un percorso lungolago fino ai piedi del ghiacciaio, dove vediamo due golden squirrel, gli scoiattoli striati tipo Cip e Ciop.
Una puntatina al Moraine Lake, altro lago glaciale nelle vicinanze e poi rientramo a Banff. A cena scopriamo un localino, il Grizzly House, dove fanno soltanto fonduta, ma in 1000 modi. Buonissima! Consiglio: a noi è piaciuto moltissimo il Lake Louis, ma tanti preferiscono il Moraine in quanto è più selvaggio.
29/8: Banff – Icefield parkway – Jasper Km. 320 Risveglio sempre con il sole, che accompagnerà quasi tutta la vacanza (siamo stati fortunati) e partiamo alla volta di Jasper, percorrendo la famosissima Icefield parkway: questa strada panoramica è considerata una delle più belle strade di montagna esistenti e la sua fama è reale. Percorrendola nei suoi oltre 200 Km. Non ci si annoia perchè il paesaggio cambia ed è sempre spettacolare. Ad un certo punto, sulla sinistra, i nostri occhi godranno di un panorama mozzafiato riflesso in maniera cristallina nelle acque del Bow lake. Una cartolina non puo’ rendere lo spettacolo di questa scenografia.
Lo spettacolo successivo, nonchè quello che è considerato uno dei più bei laghi glaciali del mondo, è il Peyto lake. Saliamo lungo un sentiero fino ad una piattaforma di lengo affacciata su questa stupenda lingua d’acqua turchese insinuata nel verde della foresta circostante.
Più avanti visitiamo il Mistaya canyon, dove il fiume ha lavorato sodo per 16 km. Ed è veramente da ammirare cosa puo’ fare la forza dell’acqua e della natura.
Sosta per il pranzo al Crossing, che segnala approssimativamente il confine tra il Banff e il Jasper NP.
Ma ecco che qualche chilometro dopo affrontiamo un tornante lunghissimo, chiamato Big Bend, oltre il quale c’è un punto panoramico chiamato Cirrus Mountain: da qui si domina tutta la vallata del North Saskatchewan appena percorsa… Veduta a perdita d’occhio.
Arrivare al Columbia Icefield è un volo; questa reliquia dell’era glaciale si ritrae – purtroppo – velocemente, pur rimanendo il ghiacciaio più grande delle Rockies. Facciamo una passeggiata fino alla base dell’ Athabasca glacier: tenetevi forte, perchè il vento è veramente ‘glaciale’. Le ultime due tappe prima di Jasper sono alle Sunwapta e alle Athabasca Falls che con il loro tumultuoso salto creano giochi di luce e nebbiolina rinfrescante. Jasper è un paesino piccolo piccolo, ma carino e ben curato, tutto fiori e bei negozietti. Ceniamo con una pizza quasi italiana al Jasper pizza place e poi a nanna al Sawridge Inns, con negli occhi gli scoiattoli che ci hanno accompagnato nei bei paesaggi visti oggi. Il consiglio è di viaggiare piano lungo la Icefield e fermarsi tante volte a godersi il paesaggio, senza furia, nella speranza di avvistare qualche animale. 30/8: Jasper – Maligne lake – Jasper Km. 150 Prima tappa: Pyramid lake, per vedere il riflesso della montagna e dell’isola sulle acque. Poi proseguiamo lungo la Maligne road, fermandoci al Maligne canyon, una gola profonda 50 m. E in certi punti larga solo 2 m.
Continuando lungo la strada verso il Maligne lake si costeggia per vari chilometri il Medicine lake, un lago che a volte c’è ed altre no, per un misterioso sistema di drenaggio sotterraneo. Quando passiamo noi, in vari punti il lago è completamente asciutto, e tutisti e scoiattoli camminano sul suo letto.
Ancora pochi chilometri per arrivare al Maligne lake, il più grande lago glaciale delle montagne rocciose. Da qui, dopo un hamburger mangiato sotto un delizioso sole, facciamo la classica escursione in battello di 1 ora e mezza fino a Spirit Island, suggestiva veduta del lago, quasi irreale e impalpabile.
Mentre torniamo verso Jasper, sempre lungo la Maligne road, ci imbattiamo in un assembramento di persone ferme a bordo strada: un orsetto nero se la dorme tranquillamente sul lato opposto del fiume che costeggia la strada. Quando si rende conto di essere oggetto di tanta attenzione, ci concede qualche scatto fotografico un po’ più attivo. Al rientro a Jasper, proprio a pochi metri dal paese, concludiamo il nostro safari fotografico con l’avvistamento di un coyote.
Un giro in paese e poi cena all’ Earls.
31/8: Jasper – Valemont – Kamloops Km. 450 Sempre accompagnati dal sole, stamani intraprendiamo un’avventura mai fatta prima: il rafting. Con altri compagni di avventura, ci vestiamo con tute e calzari in neoprene, giacchetto per l’acqua che è piuttosto fredda, e – remo in una mano e gommone nell’altra – partiamo per la nostra escursione dalle Athabasca Falls. E’ un’esperienza divertente, sicura e vedere la foresta e il canyon dal fiume è uno spettacolo diverso e sicuramente bello.
Un panino veloce, e via – verso Kamloops. Ma attenzione alla strada: sull’Highway ci attraversa un orso nero a quattro zampe che subito sparisce nella foresta ai lati della strada.
Dopo aver lasciato Jasper e l’Alberta spostiamo l’orologio indietro di un’ora e attraversiamo il Monte Robson PP, dominato dal monte omonimo, alto 3954 m. Una bella imponenza! Facciamo una sosta a Valemont per vedere i salmoni che risalgono il fiume con una fatica estrema poichè la portata d’acqua è veramente scarsa in questo punto.
Alle 19 siamo a Kamloops, tappa per il nostro viaggio verso il Pacifico.
Ceniamo al Vittorio’s restaurant (cominciamo a sentire bisogno di pasta) e dormiamo al Confort Inn.
1/9: Kamloops – Vancouver – Ucluelet Km. 625 Partenza verso le 9 e per la prima volta vediamo la pioggia che ci accompagna per un lungo tratto di strada. Decidiamo di percorrere la Trans Canada anzichè la più comoda Highway, ma ne vale la pena perchè attraversiamo paesaggi che variano continuamente. A Cache Creek le immense e verdi foreste canadesi viste nei giorni scorsi sono solo un ricordo e l’ambiente che ci circonda è quasi desertico.
Passiamo Lytton ed entriamo nella valle del Fraser river, fermandoci a Hell’s gate, un orrido che costringe il fiume in un canale angusto. Scendiamo fino al ponte sul fiume con la teleferica e qui ci deliziamo con negozietti dove compriamo un orso da riportare a casa! Il problema sarà metterlo nel bagaglio a mano… Il passaggio sul ponte fa un certo effetto perchè si vede ciò che c’è sotto: a me vengono un po’ di vertigini.
Ripartiamo e la tappa successiva di questa lunga giornata di viaggio è Hope, una tranquilla cittadina sul lago, dove proviamo il fast food canadese, il Dairy Queen. Da Hope riprendiamo per Vancouver dove ci aspetta l’imbarco per Vancouver Island; ancora una volta ci attraversano la strada mamma cervo e il suo cerbiatto. Bisogna stare molto attenti, perchè gli animali si trovano anche sulle strade più trafficate.
Arriviamo a West Vancouver e ci imbarchiamo sul ferry che ci porterà a Nanaimo. Il traghetto è puntualissimo e alle 19 sbarchiamo sull’isola.
Percorriamo i circa 200 km. Che ci separano da Ucluelet, sulla sponda più occidentale dell’isola, e alle 21.30 siamo nella nostra suite ‘Whale song’ presso il B&B Reefpoint: bellissimo! Ci passeremo due notti meravigliose, sotto un soffice piumino, nel silenzio più assoluto e con la vista che spazia sull’oceano.
2/9: Ucluelet – Tofino – Ucluelet Km. 80 Ore 8.30 appuntamento con le balene. Abbiamo fissato l’escursione con Jamies; ci fanno indossare una tutona per il vento e scivoliamo veloci sull’oceano con lo Zodiac. Avvistiamo parecchie balene, peccato che non possiamo avvicinarci troppo e loro non ci vengono incontro. Quelle che vediamo, però, tirano fuori la loro famosa coda.
Una volta rientrati alla base ci offrono una cioccolata per riscaldarci un po’ e poi ci dirigiamo all’esplorazione del Pacific Rim. La prima tappa la facciamo a Long Beach Unit, nei pressi del Wickaninnisch centre, dove il mare ritirandosi lascia cozze enormi, alghe particolari a forma di grosso cappero e resti di albero.
Proseguiamo per lo Shorepine Bog trail, un sentiero pianeggiante lungo uno strato muschioso ricoperto di una foresta particolare, ad alberello (il bog appunto), dove ci imbattiamo in due serpentelli.
Un panino al Golf centre e poi l’ultimo sentiero è quello che ci porta attraverso un percorso di un chilometro in mezzo alla foresta fino ad una spiaggia, la Schooner Cove, dove la bassa marea lascia uno scenario unico: un isolotto, diventato penisola, piena di stelle marine di tutti i colori, verdi, arancioni, viola in mezzo a strani molluschi verdi e a un letto di cozze. Bellissimo camminare lungo l’Oceano. Dopo un giro per Tofino, torniamo alla nostra suite dove mi godo un bagno caldo e un po’ di relax avvolta in una coperta sul patio della stanza.
La sera cena al Nortwood, con pasta al pesto, tonno grigliato, creme brulè e il tipico ice wine, un vino da dessert fatto con l’uva lasciata ghiacciare sulla pianta. Consigliatissimo.
3/9: Ucluelet – Victoria – Vancouver Km. 380 Sveglia presto perchè stamani alle 6.30 ci aspettano gli orsi. Oggi piove, e oltre alla tutona, sempre da Jamies ci fanno indossare anche una cerata stile marinaio. Gli orsi si fanno desiderare, passiamo di spiaggia in spiaggia con lo zodiac, ma di plantigradi neanche l’ombra. Quando, ormai demoralizzati, stiamo rientrando alla base, su una spiaggia vicinissima al porto vediamo due orsi neri che spostano le rocce per mangiare i granchi che trovano sotto. Un orso è già pronto per l’inverno, bello grosso e grasso. E’ bellissimo vederlo tranquillo nel suo habitat, lui ci ignora e cerca il cibo camminando a quattro zampe fra le rocce.
Alle 9 torniamo al B&B per la colazione e poi via, verso Victoria. Anche oggi ci aspettano parecchi chilometri e la prima tappa la facciamo dopo Port Alberni, alla Cathedral Grove, una macchia di foresta monumentale con cedri grandi quasi quanto le sequoie. Proseguiamo per Victoria dove arriviamo verso le 14 sotto un tiepido sole. Massimo e Andrea vanno a visitare il Bug zoo, mentre io mi avventuro in una piccola escursione della città, fermandomi ai totem di Thunderbird park per poi proseguire verso l’Inner Harbour, cuore della città.
Il porto, piccolo e carino, è incorniciato dal palazzo del Parlamento, un edificio in stile vittoriano, e dal Fairmont Empress hotel, famoso e quasi tutto ricoperto di edera: una chicca! Una veloce fermata a vedere “mile 0”, il punto dove inizia la famosa Trans-Canada 1 che attraversa tutto lo stato fino alla sua parte più orientale, e poi via verso l’imbarco per Vancouver.
Victoria non era nei nostri programmi, comunque mezza giornata è sufficiente per avere un’idea dell’aria molto british e elegante che si respira, con i suoi autobus rossi a due piani e i lampioni adornati da cesti di fiori.
Ci imbarchiamo alle 19 e per le 21.30 siamo già al nostro hotel a Vancouver, zona Burnaby.
4/9: Vancouver Km. 60 Sveglia con il sole, colazione allo Starbuck’s (sempre il meglio) e poi direzione North Vancouver, verso il Capilano park. In questo parco c’è il secondo ponte tibetano più lungo al mondo, 170 m. Di passerella sul Capilano river che oscilla in maniera impressionante. Sull’altro lato del ponte è stato costruito un percorso fatto di piccoli ponti sospesi fra alberi che permette di vedere la foresta senza impattare con il suolo. Mangiamo qui e dopo ci dirigiamo a Stanley park attraverso il verde Lions gate bridge. Stanley park è grandissimo e passeggiando sul suo argine si osservano panorami bellissimi. Vediamo i totem, tanti e colorati, e il nine’s clock gun, un cannone antico che alle 21 di ogni sera spara un colpo a salve. Scorgiamo un gabbiano che tenta di mangiare una stella marina, due scoiattoli neri e le grandi oche canadesi che gironzolano tranquille a testa alta per il parco.
Passeggiamo sul Lions gate bridge dal quale si ha una buona vista sullo skyline di Vancouver e ci fermiamo alla Third Beach, dove si osserva un tramonto spettacolare sull’oceano. Prima di tornare alla macchina, ci imbattiamo in un gruppo di procioni che litigano fra loro soffiandosi come gatti.
La cena la facciamo in una birreria di Yaletown dove mangiamo un’ottima pizza margherita.
5/9: Vancouver – Amsterdam – Roma E’ il nostro ultimo giorno in Canada e anche il tempo se ne accorge: infatti piove. Facciamo anche oggi colazione al solito Starbuck’s e poi gironzoliamo pigramente per Vancouver, guardano i negozi. Ci dirigiamo al Canada place, il famoso edificio con le vele che caratterizza lo skyline della città e qui pranziamo perchè piove parecchio.
Dopo pranzo ci spostiamo verso Gastown e lungo Water street vediamo una mostra di auto e moto d’epoca. In Water street c’è anche l’orologio a vapore che ogni 15 minuti fischia e suona come una steamboat.
L’ultima tappa è Granville Island, collegata a Vancouver dal Granville bridge, una zona ricca di negozi d’artigianato locale ed etnico, un mercato coperto, ristoranti, artisti di strada e tanto tanto colore. Gli abitanti di Vancouver si ritrovano qui nei fine settimana, ed essendo sabato anche noi ci uniamo ai locali. Purtroppo il tempo passa in fretta e alle 17 siamo all’aeroporto dove rendiamo la nostra macchina che ci ha accompagnato per 3000 km, tra Alberta e British Columbia, tra splendidi paesaggi e piacevoli ricordi.
Alle 19 il nostro volo KLM ci riporta in Europa, ad Amsterdam, e da qui a Roma, dove arriviamo alle 20 del 6/8.
Il nostro viaggio, come avrete capito, è stato soprattutto natura e animali, anche perchè è questa la forza del Canada. La spesa è stata di circa 6000 euro in tre, senza farsi mancare niente. Il Canada, purtroppo, è un po’ caruccio, economicamente parlando. Anche i biglietti aerei a 890 euro l’uno erano presi bene, anche perchè il volo non prevedeva molti scali, con disagi vari e rischi di perdita valigie. Il nostro viaggio è filato tutto liscio e lo consiglio a chi vorrà seguirci. Ps. Mi raccomando, assaggiate lo sciroppo d’acero.