Piccolo vocabolario per Normandia e Bretagna

Abbiamo fatto questo viaggio in quattro, in auto, da Belluno al nord della Francia. I giorni a disposizione erano pochi, i luoghi da scoprire molti, per cui alcuni li abbiamo appena "toccati", altri li abbiamo vissuti un po' di più...Ma così ci resta il desiderio di ritornare: è la mia filosofia di viaggio. La meta, Normandia e Bretagna, era...
Scritto da: graziadep
piccolo vocabolario per normandia e bretagna
Partenza il: 07/08/2006
Ritorno il: 15/08/2006
Viaggiatori: fino a 6
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Abbiamo fatto questo viaggio in quattro, in auto, da Belluno al nord della Francia. I giorni a disposizione erano pochi, i luoghi da scoprire molti, per cui alcuni li abbiamo appena “toccati”, altri li abbiamo vissuti un po’ di più…Ma così ci resta il desiderio di ritornare: è la mia filosofia di viaggio.

La meta, Normandia e Bretagna, era da tempo nei nostri pensieri.

Ho preparato l’itinerario con cura, leggendo riviste specializzate, guide, e seguendo le utilissime indicazioni apparse su questo sito.

Visto il periodo, mi è sembrato utile prenotare in anticipo gli alloggi, tranne che per l’ultima sera: non so se fosse davvero indispensabile, certamente ci ha permesso di gustare a pieno il viaggio.

Più che trascrivere il nostro itinerario, cosa che altri hanno fatto, molto bene, prima di me, vorrei costruire una specie di piccolo vocabolario, per muoversi tra Normandia e Bretagna cogliendone qualche aspetto significativo, come è successo a noi; non in ordine alfabetico, ma secondo un ordine logico.

TAPPE: primo giorno : Belluno – traforo del Frejus – Beaune secondo giorno: Beaune -Giverny – Rouen- Epreville terzo giorno: Epreville-Fecamp-Etrerat ( senza trovare un parcheggio libero)- Honfleur – Mont Saint Michel quarto giorno: M.S.Michel-Saint Malò-Erquy-Cap Frehel – Dinan quinto giorno: Dinan- Treguier- Costa di Granito Rosa- Lannion sesto giorno: Lannion-Gumiliau-Presqu’ile de Crozon- Locronan settimo giorno: Locronan – Quimper-Pont Aven – Pointe du Raz – Locronan ottavo giorno: Locronan- Douè La Fontaine- Chenonceau – Bourges nono giorno : Bourges -traforo del monte Bianco- Belluno.

METEO: siamo partiti con l’anticiclone stabile sulla Bretagna e il bel tempo ci ha accompagnati per quasi tutto il viaggio, alla faccia di chi ci consigliava, tra il sollecito e l’ironico : … E non dimenticate gli ombrelli! La temperatura è stata gradevole, anche se mutava più volte nel corso della giornata. Ci siamo persi più volte ad osservare il cielo immenso e in continuo movimento. Le coste erano ventose.

Probabilmente siamo stati molto fortunati.

MAREE: casualmente, il nostro arrivo a M.Saint Michel è coinciso con un’ alta marea eccezionale, che abbiamo potuto apprezzare dall’abbazia, dopo aver fatto una lunga camminata dal parcheggio più lontano. Anche in altri luoghi della costa è stato interessante osservare l’escursione delle maree, le barche ritte sulla… Sabbia, le spiagge immense.

STRADE: abbiamo trovato autostrade e strade ottime e scorrevoli; qualche difficoltà con la segnaletica nelle vicinanze di Parigi.

LUOGHI: abbiamo toccato alcuni luoghi “classici” come Rouen, Saint Malò, Quimper ed altri meno importanti, ma non per questo meno suggestivi; ad Etrerat l’affollamento era tale da scoraggiare ogni sosta: a turno siamo scesi dall’auto per dare un’occhiata alle falesie e poi..Via, verso il ponte di Normandia e Honfleur.

Lungo il percorso di avvicinamento ci è molto piaciuta Beaune, vivace e colorata; poi Dinan, che abbiamo percorso in lungo e in largo sia di sera che la mattina dopo, fino al porto sulla Rance. Tra les petites cites du caractere un nome su tutti: Locronan, un paese che si è fermato nel XVIII secolo, uniforme e suggestivo nelle sue case di sassi grigi, dominate da una grande chiesa; quando ci siamo arrivati, verso sera, dalla chiesa si diffondeva un suono di cornamusa che rendeva il tutto ancora più suggestivo. ALBERGHI: abbiamo sperimentato il calore dei logis de France ( delizioso l’hotel Grillon di Beaune) e la funzionale essenzialità degli Ibis, preferendo quelli collocati nei centri e non vicino ai caselli autostradali:nell’Ibis di Bourges, prenotato dall’auto all’ultimo minuto, abbiamo cenato molto bene, con piatti particolari. Abbiamo apprezzato anche l’ospitalità familiare di una tranquilla hostellerie a Locronan ( Bois du Nevet), e la cortesia di Sandrine che ci ha spedito a casa con sollecitudine delle cartoline dimenticate in camera.

CHAMBRES D’HOTES: il benvenuto in Normandia ci è stato dato da Yean Yves e Marie Aucreterre, nella loro deliziosa casa “Sweet Home” di Epreville, a pochi chilometri da Rouen: lì abbiamo scoperto i formaggi di Normandia, gustato un’ottima quiche lorraine e dormito in camere curate in ogni dettaglio. Ottima anche la colazione. Le chambres sono anche un ottimo modo di rinfrescare il francese scolastico.

CREPES:dopo giorni in cui ne sentivamo il profumo ad ogni angolo, in una bellissima creperie nella piazza di di Le Faou abbiamo provato un pranzo tutto a base di crepes: ottime quelle con prosciutto e formaggio e quelle alla cioccolata, ovviamente accompagnate da un sidro frizzante servito in tazze di terracotta.

PESCE: ne abbiamo gustato di tutti i tipi, ma è stato eccezionale quello della pescheria Moulinet, nel centro di Treguier, stretti tra tavoli in cui si sentiva parlare soprattutto italiano; per avere un’idea precisa dei nomi dei pesci in francese, consiglio una visita ad un mercato, o ad un supermercato; sono anche luoghi che permettono di conoscere meglio un popolo.

SIDRO: abbiamo provato quello fermo e quello frizzante, buono con le crepes, ma non eccezionale, per il nostro gusto.

GALLETTES: già in Normandia, ad Honfleur, abbiamo assaggiato ed acquistato le prime, e poi via via: in scatola, in pacchi, assortite, da tenere, da regalare… Delle vere bombe caloriche, praticamente fatte di burro, ma squisite.

CASE : da Beaune in poi, ci hanno accompagnato per tutto il viaggio le case a graticcio, capaci di dare carattere e personalità ad una piazza, ad una via…Ne abbiamo viste alcune dall’equilibrio instabile ( a Treguier, a Dinan ), altre con il legno colorato di rosso, di azzurro… Spesso ravvivate da fiori vivacissimi.

Ci sono tanto piaciute anche le piccole abitazioni bretoni, dalla pietra chiara o rosata , dal tetto di piccole tegole di ardesia scura e dalle imposte bianche o azzurre: al loro interno si indovinavano stanze piccole e raccolte, per ripararsi meglio dal vento della costa.

Abbiamo notato che i costi di queste case sono contenuti rispetto al mercato immobiliare italiano.

CALVARI:” non si può andare in Bretagna senza visitare i calvari”, avevamo letto e così abbiamo scelto quello che molti indicano come il più bello ( oltre che comodo per il nostro itineraio), Guimiliau: ricco di immagini sapientemente scolpite, con una chiesa preceduta da un magnifico portico e abbellita da altari in legno intagliato e colorato: interessante il contrasto tra il grigio severo dell’esterno e i colori dell’interno.

POINTE: dove la Bretagna incontra l’oceano, o meglio si scontra con l’oceano; siamo stati a Pen Hir e a Pointe du Raz: senz’altro c’erano altre punte interessanti da vedere, avendone il tempo; a Pen Hir abbiamo allargato lo sguardo a 360°, per scoprire le spiagge, enormi e bianchissime, tra una punta e l’altra e abbiamo dato la baguette ai gabbiani che si avvicinavano senza timore; a Pointe du Raz, una volta superata l’impressione di un luogo diventato ormai troppo commerciale, ci siamo avvicinati- a piedi – alla scogliera e abbiamo rivolto lo sguardo solo verso il mare e i piccoli scogli che precedono la punta: suggestivo, soprattutto verso sera.

FIORI: i colori che più ci resteranno dentro, saranno comunque quelli dei fiori: le ortensie un po’ dovunque, dalla Sweet home al Finisterre, blu, viola, indaco, azzurro, turchese… Sandrine ci ha spiegato che è l’ardesia che le fa così, che loro, se vogliono delle “banali” ortensie rosa, devono mettere nel terreno delle sostanze particolari… Proprio come facciamo noi per farle diventare azzurre; l’erica e la ginestra, ma soprattutto l’erica, in riva al mare, a colorare di un rosa intenso le punte : attenzione però, l’erica di Bretagna punge, ne abbiamo fatto le spese io e Sonia alla ricerca di una foto particolare; le rose, anche se la stagione non era quella giusta: per fare una sorpresa a Maurizio, che ama moltissimo questo fiore, avevo programmato una sosta a Douè La Fontaine, vicino a Saumur, nel parco Chemins de la rose, tra i più vasti di Francia. Purtroppo, come ci hanno detto all’entrata, siamo tra due fioriture, per questo ci hanno fatto anche lo sconto.

Neppure il giardino di Giverny, nonostante la suggestione del luogo, era nel suo momento migliore; in definitiva i giardini più belli sono stati senz’altro quelli del castello di Chenonceau, con un miscuglio interessante di fiori ed ortaggi che poi abbiamo ritrovato, in addobbi originali, all’interno del castello.



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