Piccole incursioni nella Ruhr

Questo piccolo racconto è un po’ datato: si riferisce ad un’estate passata a “fare la stagione” in una gelateria, pratica molto diffusa tra gli studenti un po’ spiantati come me… Il luogo è Gelsenkirchen, nel mezzo del bacino industriale della Ruhr, che se la guardi nella cartina è un enorme piatto di spaghetti (le autostrade e le...
Scritto da: Renato Capocchia
piccole incursioni nella ruhr
Viaggiatori: da solo
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Questo piccolo racconto è un po’ datato: si riferisce ad un’estate passata a “fare la stagione” in una gelateria, pratica molto diffusa tra gli studenti un po’ spiantati come me… Il luogo è Gelsenkirchen, nel mezzo del bacino industriale della Ruhr, che se la guardi nella cartina è un enorme piatto di spaghetti (le autostrade e le strade) con un abbondantissimo ragù (le città, che sono tutte attaccate)!! Per quanto riguarda la gente… La prima parola che viene in mente a tutti gli italiani che vi si trovano (quasi tutti immigrati, a breve o lungo termine) è “strana”, ma non e´ facile dire in cosa stia la stranezza…

Sarà la musica che si sente in giro, dance e commerciale che in Italia danno in radio almeno 6-7 mesi prima, o direttamente anni ‘80, con trovate particolari come “Un italiano vero” di Toto Cotugno versione remix; saranno i ritmi di vita: dopo le 9 di sera le strade sono vuote, e restano aperti solo pochi locali, non molto frequentati se non il fine settimana; sarà che in giro si vede davvero molta gente con problemi mentali o di alcolismo, (oltre all’onnipresente obesità)… C’è anche molta disoccupazione, perché la Ruhr è, per così dire, il Sulcis tedesco (chi è sardo mi capirà): si reggeva sulle miniere fino a 20-30 anni fa, poi la maggior parte delle città è riuscita a riconvertirsi con l’informatica o altro, ma non Gelsenkirchen, che è rimasta un po’ il dormitorio di turno… Ogni sei giorni stracarichi di fragola, nocciola e pistacchio, me ne spettava di norma uno di riposo… quale occasione migliore per girovagare nei dintorni? Quello che segue è appunto il resoconto di una di queste “incursioni” in terra tedesca: Gelsenkirchen Hauptbanhof (stazione centrale, per i non germanofoni), h.14.15 e dintorni: cielo plumbeo, grigio-verde che minaccia pioggia a scroscio. Pochi minuti e il caro vecchio Odino mantiene la promessa, con tanto di tuoni e fulmini in grande stile. A proposito, piccolo inserto per la serie “forse non tutti sanno che…”: qui anche i tuoni sono diversi, sono brevi e secchi come colpi di cannone, non ci sono molti monti su cui il suono possa rimbalzare e fare eco… Nel frattempo parte il mio treno per Essen, 10 minuti ultraprecisi di viaggio con paesaggio alternato. Il verde incombe ovunque, solo ogni tanto si squarcia su qualche casa o giardinetto ipercuratissimo in ogni dettaglio. L’ultimo tratto e´ il più fitto, e quando si apre appare subito da lontano il grattacielo del municipio, un bestione che starebbe a suo agio anche a Manhattan! Essen Hbf, ore 14.35; piove da crepare d’invidia (da sardo che sono), persino le pensiline che in realtà mi dovrebbero riparare si arrendono alle forze della natura e mi costringono ad uno strano slalom per evitare la cascatelle che ne scaturiscono…

Esco dalla stazione con l’intenzione di andare in un certo posto che magari vedrò un’altra volta, ma c’è troppo da aspettare per il prossimo bus, perché mentre cercavo la fermata per mezz’ora mi è passato davanti. Decido allora, anche perché alla fine è spuntato di nuovo il sole, di visitare una famosa (almeno qui in Germania) miniera abbandonata e prendo la metropolitana. Come spesso capita quando si è distratti in una metropolitana di una città straniera, prendo il treno nella direzione sbagliata, e me ne accorgo solo quando arrivo al capolinea e vedo che il nome del posto non coincide con quello della fermata dove sarei dovuto scendere…

Ma il nostro eroe non si lascia intimidire per così poco, dà un occhio alla mappa del tesoro e… Scopre di essere non lontano da Villa Hügel, nientepopodimenochè!!! E che roba è? diranno i miei cari lettori…

Mai sentita nominare la famiglia Krupp, fondatori e proprietari di un immenso impero economico basato sull’industria dell’acciaio & co. Soprattutto nell’800? Se non l’avete mai sentita date una ripassata al libro di storia contemporanea!! Tornando a noi, questa villa è una specie di piccola reggia circondata da un parco-bosco su un colle che dà su un lago chiamato Baldeney. Purtroppo a causa di lavori ho potuto vedere solo una piccola parte del complesso, ma già solo il parco merita di passarci una giornata intera (se non piove!). Faggi, abeti, roveri, platani e aceri secolari compongono gruppi di vero e proprio bosco fiabesco, di quelli che da un momento all’altro potrebbe spuntare uno gnomo o un troll che si dirige alla casetta di marzapane…

Il tutto condito da enormi prati all’inglese, che se fossero stati asciutti non avrei resistito alla tentazione di rotolarmicivisicivisi…!!!! Invece erano mollicci da quanto erano fradici, e ho avuto un’ altra esperienza sensoriale notevole: avreste mai pensato che fosse possibile sentire il rumore dei vermiciattoli che strisciano sottoterra? IO LI HO SENTITI!!!! Ogni passo che facevo c´era il cik-ciak delle mie scarpe, e subito dopo un rumore simile a pioggia leggera, o come un pentolone di spaghetti rimescolato per essere condito con il sugo… Erano loro che scappavano dai miei piedi!!! Dopo aver girovagato e riossigenato per benino i miei poveri polmoni, sono sceso al lago, con tanto di cigni e paperotti vari senza paura alcuna della presenza umana, e battelli da crociera pieni di gente senza paura dei volatili, coppiette in effusione e sportivi in sudore… Intanto si fa ora di cena e rientro a gustare i manicaretti preparati dalla moglie (siciliana) del mio capo, con l’intenzione di coricarmi presto, dopo i chilometri percorsi! Ma il mio collega-coinquilino incomincia a dare forti segni di squilibrio mentale perché non è uscito per settimane, chiuso in casa davanti alla tv o la playstation… Così per compassione decido: “Dai che ci facciamo un giro a Dortmund, così cambi un po’ d’aria!!”, e Dortmund fu! Giri e giri nella zona pedonale (quanto ci tengono quassù!), che purtroppo non son riuscito a godermi del tutto, con la voce del poveraccio che mi ripeteva i suoi problemi, i suoi programmi per quando torna in Sardegna (ubriacature totali e colossali), e il suo odio verso la Germania, i Turchi (che in certe aree sono più della metà della popolazione) e i mussulmani in genere… Io dico sissì nonnò come si fa con i pazzi, e mi fa tanta pena, oltre ad un po’ di fastidio… Tanto per chiudere in bellezza, durante il ritorno succede che non riusciamo ad aprire le porte per scendere dal treno alla stazione di Gelsetcetera, quindi capitiamo alle 2.20 circa di notte in una frazione di Essen (Kray) pressoché spopolata; dopo aver aspettato invano un taxi, decidiamo di fermare le (poche) macchine che passano. Un’anima buona alla fine si ferma, ci chiama un taxi col suo cellulare, poi cambia idea e ci dà direttamente un passaggio… Chi l’ha detto che i Tedeschi sono freddi e scostanti? Ps: se capitate da quelle parti non trascurate il Landschaftspark di Duisburg: questo coso dal nome complicato non è altro che un grosso stabilimento industriale in disuso riadattato a parco. E’ già imponente di per sè, con tutti quei labirinti di tubi enormi, le ciminiere altissime e i tralicci giganti, ma di notte si trasforma in qualcosa di davvero spettacolare, grazie ad una particolare illuminazione multicolore, che lo fa sembrare una città da film di fantascienza!!! Un altro monumento particolare è il Gasometro di Oberhausen, adiacente al centro commerciale più grande d’Europa.

Si tratta di un enorme cilindro d’acciaio (170 m di altezza, 80 circa di diametro) in cui si può entrare, pestare i piedi sul pavimento metallico sospeso e scatenare dei veri e propri tuoni grazie ad un’ acustica che amplifica enormemente anche i più piccoli rumori… all’interno c’è anche un ascensore che porta fino in cima: da lì si può ammirare un vastissimo panorama, cosa abbastanza rara in un posto assolutamente pianeggiante come quest’angolo di Germania.



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