Piccionaie e… piccioncini
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Allora che scelta si fa per le nostre isole in Grecia? Le idee sono tante, c’è da tenere presente il budget… e i giorni di ferie di Riccardo.
Quindi? Parlando con la nostra amica Antonella, mesi prima, ci consiglia Tinos, anche la nostra amica Puccy ce la consiglia caldamente: che dire? Avevamo già “spulciato” tutti i siti relativi a quest’isola e quindi la scelta cade lì, in aggiunta Syros (capitale delle Cicladi) e isola mooolto diversa da tutte le altre isole cicladiche. Facciamo il conto dei giorni da distribuire per isola, anche se si mettono di mezzo (purtroppo) le notti a Rafina all’andata e al ritorno al Pireo, in quanto non in linea con gli orari dei voli. Questa volta partiamo da Bergamo (solitamente sempre Malpensa), ma quest’anno è difficile far corrispondere il giorno della partenza e dell’arrivo; comunque l’importante è andare verso i “nostri” piccoli paradisi.
16 giugno
Partiamo da Orio al Serio (ovviamente con Ryanair), lasciamo la macchina al parcheggio IVM, che si rivelerà una grossa delusione (inefficienti al massimo!!! e meno male che hanno 9 come valutazione!). Il volo parte alle 12:15 ed atterriamo ad Atene alle 15:20 ora locale: ci accoglie un po’ di pioggia, e scesi dall’aereo facciamo una corsetta. Il tempo di ritirare i bagagli, usciamo per cercare il bus che va a Rafina, ed ecco un sole accecante e caldo afoso. Il bus impiegherà mezz’ora. L’autista ci ferma… dove ci è più comodo scendere, grazie a Monica che tra inglese e qualche parola greca (aiutata dal traduttore e guida/vocabolario della Lonely Planet), commuove una signora greca. L’appuntamento con il marito di Georgia dell’Air B&B è nel piazzale di un supermercato.
Dopo poco arriva e ci porta nell’abitazione dove dormiremo. Si tratta di un vero e proprio appartamento arredato e accessoriato di tutto, con tanto di salone relax, due camere da letto, cucina, bagno con doccia, due corridoi e balcone che gira intorno. Usciamo per andare al super a prendere yogurt, acqua e succo e appena rientrati si scatena un temporalone con acquazzone, ma noi siamo al sicuro. Per cena usciamo e ci dirigiamo a piedi verso il porto di Rafina, tanto per capire le distanze. Ceniamo alla Taverna Agoni Grammi (su suggerimento di Puccy), tutto a base di pesce: polpette di polpo; acciughe marinate; polpo al vino; mithos; acqua; dolcetto offerto; costo € 32.
17 giugno
La mattina facciamo colazione nel nostro appartamento; è una bella giornata e la nave per Tinos (Ekatherini) parte alle 8:05. La prenotazione è già stata fatta da casa, quindi passiamo in biglietteria Fast Ferries a ritirare il biglietto stampato. La nave parte puntuale, ci sediamo fuori ed un po’ alla volta, isola dopo isola arriviamo a Tinos. Al porto ci aspetta il titolare del Galini (uno studios in buona posizione a Tinos town che ha persino il servizio lavanderia e stanza per colazione aperta agli ospiti): lui sembra il Sergente Garcia (quello di Zorro), e si rivelerà una persona molto cordiale… anche se l’inglese non è il suo forte.
È domenica, quindi i super sono chiusi ed anche alcuni negozi; acquistiamo quello che ci serve in un negozietto che troviamo aperto, tanto da casa noi ci portiamo sempre bustine di caffè; the; zucchero; tisane; biscotti; insomma l’occorrente di base c’è! Noi preferiamo far sempre colazione in studios: Monica è molto intransigente per ciò che riguarda l’alimentazione: in vacanza si cerca di mangiare sano e la colazione con aggiunta di succo e yogurt ovviamente greco (…controllando addirittura la percentuale di grasso contenuta) e non si pasticcia con brioche e torte.
Usciamo per una passeggiata alla chiesa delle chiese: la Panagia Evangelistria. Scattiamo una foto con lo sfondo di un mega nuvolone nero, che si rivelerà poi un bluff. Sul tappeto rosso posto alla destra della strada che conduce alla chiesa, ci sono tre pellegrini in ginocchio, che sfidano un sole cocente; una signora mossa da commozione copre il capo ad uno di questi. Entriamo nel piazzale e scattiamo alcune foto. Poi uscendo, Monica acquista alcuni braccialettini colorati in corda (in segno di devozione) ed alcune bottigliette da riempire con l’acqua del Santuario l’ultimo giorno; alcuni magneti …che sono d’obbligo…e già cominciamo con le spese! Nel tardo pomeriggio andiamo da Vidalis, di fronte al lungomare/porto, per l’affitto dello scooter.
Ce lo consegnano subito: Kymko 150, caschi nuovi, restituzione domenica sera in quanto lunedì 25 giugno partiremo per Syros. Il costo sarà di € 160 (€ 20 al giorno anziché’ € 22) per 8 giorni. Torniamo in studios con il nostro nuovo…amico, non prima di aver fatto il pieno di benzina all’unico distributore aperto la domenica (ci accompagnerà lì proprio il ragazzo di Vidalis). La sera per cena scegliamo la Taverna Epineio: porzione di zucchini balls; souvlaki con patate; birra; acqua; offerto dolcino a base di anguria e dolcino con salsina di melanzana; costo € 28,60.
18 giugno
Colazione in studios; spesa al super e passiamo alla bakery (praticamente confina con il nostro Galini) e poi zaino in spalla, gilet antivento e in giro con il nostro scooter alla scoperta di Tinos. Prendiamo confidenza con le strade, bene asfaltate e buona segnalazione (maggiormente in greco). Ci dirigiamo verso Kardiani, il primo dei tanti graziosi paesini all’interno e per pranzo ci dirigiamo ad Isternia Bay. La scelta della taverna cadrà su Thalassaki, posizionata fronte mare, addirittura quando c’è parecchio vento tutta la piattaforma sulla quale sono ubicati i tavolini viene invasa dall’acqua del mare. Noi troviamo posto sulla verandina e ci godiamo lo spettacolo. Sono le 13:30 e siamo gli unici clienti…altri però arriveranno dopo. Per pranzo prendiamo: spaghetti con polpette di carne; insalata con polpo, lenticchie, cipolla, carote; acqua; offerto raki (ma Monica è astemia…difficile spiegarlo); costo € 33.
Più avanti scorgiamo una spiaggetta: il caldo si fa sentire. Troviamo posto all’ombra di uno dei tanti ombrelloni di paglia destinanti ai bagnanti. Tra un po’ di relax e un bagnetto rigeneratore, arriva l’ora di riprendere lo scooter e andare a visitare il paesino di Isternia, decisamente molto più in alto di dove eravamo. L’impressione è quella di un paese fantasma: nessuno in giro, quasi tutte le case chiuse, solo due bar/localini aperti ma solamente uno dei due con qualche persona. Troviamo una coppia alla quale chiediamo di scattarci qualche foto e…qualche gattino in cerca di coccole. La taverna situata all’entrata del paese, dopo il parcheggio, risulta chiusa e le sedie rovesciate sui tavoli…non sembra voglia aprire per la sera. Ritorniamo a Tinos town seguendo un’altra strada che passerà per Kionia, centro balneare poco distante dalla town, ma pieno di abitazioni per villeggiatura e varie spiagge con parecchie persone e molti bambini. La sera decidiamo di mangiare in studios ed uscire dopo per una passeggiata nonostante il forte vento.
19 giugno
La giornata è molto molto ventosa e le nuvole sempre verso la parte “alta” di Tinos. Decidiamo di andare a vedere la spiaggia di Aghios Romanos, ma il forte vento non ci permette il bagno. Riprendiamo lo scooter e facciamo sosta a Tarambados con le sue bellissime colombaie. Tinos infatti è famosa per queste costruzioni, alcune restaurate, alcune no, alcune ristrutturate ed abitate dai locali o affittate a turisti. Le colombaie in tutte le loro sfaccettature resteranno il colpo d’occhio di ogni nostra giornata. Ci rechiamo poi a visitare Ktikados e tra una foto e l’altra scopriamo la Taverna Drosia… proprio quella famosa per il suo coniglio. Ci fermiamo per pranzo e ordiniamo: coniglio con pomodori; pasta con salsiccia/lonza e pomodori secchi di Tinos; acqua; coca; offerto un piattino di frutta mista; costo € 23,50.
Gironzoliamo ancora un po’ per il paesino; è poi la volta di Tripotamos, dove ci accoglie subito un cane che sembra abbia voglia di compagnia. Scattiamo un po’ di foto ed anche qui in giro nessuno. Altro paesino Dyo Choria (la scusa è quella di individuare la taverna omonima). Foto, giro per i vari vicoli e piazzetta del paese che dicono sia la più grande delle isole Cicladi. Ritorniamo allo scooter e verso Tinos town. Prima facciamo sosta in farmacia, Monica ha mal di pancia e con il cambiamento di clima i fermenti male non fanno! Cena in studios.
20 giugno
Anche oggi molto vento e nuvole sui rilievi e poco sole. La nostra meta sarà Pyrgos, ci accompagnano una serie di nuvoloni che non promettono nulla di buono. Siamo equipaggiati anche di scaldacollo, ma scopriamo che se avessimo messo l’antivento maniche lunghe sarebbe stato meglio. Comunque raggiungiamo Pyrgos senza inconvenienti e ci sediamo nella piazzetta di sosta bus per consultare la nostra cartina. È caldo e mangiamo una banana. Ci accorgiamo che arriva un greco con un bidoncino vuoto: ma dove va? Scoperto: c’è la casina dell’acqua! Con 50 centesimi puoi prendere 10 litri di acqua. Scopriremo poi che in tutta l’isola ci sono i distributori per l’acqua: stessa cifra, stessi litri. Prima volta che ci capita!
Esploriamo Pyrgos con i suoi mille vicoletti ed ovviamente la piazzetta dove sono ubicate taverne e bar. Ci incuriosisce il cimitero (un po’ macabro… forse in ferie), ben tenuto con uno splendore di marmi che variano dal bianco al grigio, e non dà assolutamente l’impressione di un luogo triste. Tra una visita e l’altra è ora di pranzo e pensiamo di provare una taverna proprio a Pyrgos, ma non in piazzetta, bensì lungo la strada che entra al paese. Ci sediamo, non c’è nessuno… dopo poco arriva una signora vistosamente truccata che ci accoglie, ci prepara il tavolo e ci consegna il menù. La Taverna si chiama Irini e noi ordiniamo: polpettine con carciofi (sono una specialità dell’isola di Tinos); frittata con salsiccia locale con patate, verdure e prosciutto (scopriremo poi che si poteva dividere anche in due, ma Monica non mangia uova); coca; acqua; caffè; costo € 27,80.
Finito pranzo il nostro intento è di proseguire per Panormos, altra piccola località turistica. Arriviamo e ci dirigiamo con lo scooter fino alla spiaggia di Poxapi, niente di granché’, attrezzata, ma non ci ispira. Da lontano vediamo un’altra spiaggia (Stafida beach), ma sarà che è un po’ velato, non ci accontentiamo e notiamo che oltre la spiaggia parte un sentiero, che passa per una chiesina e prosegue: si, ma dove?
Imperterriti imbocchiamo uno sterrato che passerà per la Stafida beach; proseguiamo, parcheggiamo lo scooter e ci dirigiamo a piedi verso la chiesina. Scattiamo alcune foto e notiamo che lateralmente la chiesina (tra l’altro aperta), continua il sentiero, anche se più stretto.
Con un po’ di gamba e voglia di escursione arriviamo alla spiaggia di Kavalourko: c’è solo una ragazza stesa dove la spiaggia termina e di fronte c’è l’isoletta Planitis. Passiamo lì alcune ore, l’acqua è trasparentissima, calma, ed è uscito un bel sole. Sapremo dopo dalla nostra amica Puccy che alla fine della spiaggia, su uno scoglio c’è stampata la Rosa dei Venti… ops… sfuggito… pazienza.
Rientrando alla town ci fermiamo prima di Isternia a fotografare un bel mulino con il tetto rosso vivo ed una chiesa attigua, però chiusa.
21 giugno
Decidiamo oggi di esplorare alcuni dei paesini all’interno di Tinos. Cominciamo con Loutra, piccolissimo villaggetto praticamente monopolizzato dal Convento delle Orsoline (che ci dicono imperdibile). Come al solito in giro nessuno; la chiesa è chiusa; il convento idem; la giornata è bella. Facciamo un giro e all’uscita di Loutra troviamo dei palini di sentieri che indirizzano ad altri luoghi. Nel mentre che decidiamo il da farsi arriva una macchina, dalla quale si affaccia una ragazza che in francese ci chiede se siamo lì per il Monastero (che tempismo!). Ci spiegherà che è andata a Tinos town a prendere il pane. Ci apre il Monastero delle Orsoline e ci dice di attendere qualche minuto che arriverà la guida. Dopo poco sopraggiunge una ragazza (lei parla inglese) e praticamente solo per noi farà la visita guidata a questo luogo. Molto interessante capire come vivevano e studiavano nei secoli scorsi. La struttura è ancora ben conservata e la visita è solo al primo piano, quello più ricco di oggetti. Alla fine del percorso troviamo un tavolino con lavoretti artigianali; scegliamo per la mamma di Monica un rosario e lasciamo un’offerta; loro ci regalano due medagliette con l’immagine della Madonna. Proseguiamo e poco dopo facciamo sosta a Skalados con visita ad una chiesina della Vergine Maria situata sopra il paesino. Dopodiché’ ci dirigiamo verso Volax: il paesaggio cambia. Attorno a noi solo pietroni tondi che spuntano dal terreno brullo e nell’aria un profumo intenso di erbe. Sembra un luogo magico!
Parcheggiamo lo scooter all’ombra e vediamo arrivare un bus turistico; in giro ci sono già parecchi turisti, e le taverne sono affollate; noi gironzoliamo un po’ in cerca di angoli caratteristici da fotografare e notiamo una cosa insolita: le porte di alcune case e finestre più o meno abitate, con dipinte delle poesie in greco.
Monica posa lo zaino sopra un sasso e viene punta da una vespa al piede, guarda caso proprio su una vena.
In un battibaleno tira fuori lo stick antipuntura e comincia a passarlo sul dorso del piede che si sta gonfiando. Decidiamo di chiedere un cubetto di ghiaccio a qualche taverna, nel mentre Monica vede uscire un signore dalla sua casa seguito dalla moglie. Spiega il problema e subito la signora le dice di seguirla e le dà anche lei un rimedio, anzi le chiede se l’insetto era grande o piccolo e se è allergica; si informa poi dal marito se il medico del paese è presente in quel giorno a Volax. Alla fine ringraziando di cuore questa meravigliosa persona, si scambieranno spontaneamente baci e abbracci!
Prima di uscire dal paese ci fermiamo in un banco allestito da un greco, che vende erbe di vario tipo per varie cure, per tisane, per cucinare, miele, ecc. Decidiamo di comprare origano, timo, ed un rimedio depurativo che si può unire al cibo mentre si cucina.
È ora di pranzo, ci dirigiamo verso Agapi. Il caldo si fa sentire e dopo una breve visita al paesino, scegliamo un luogo fresco dove mangiare una pita e bere una coca: sarà la microscopica piazzetta a darci ristoro. Poi in marcia di nuovo verso la spiaggia di Kolimbithra. Come al solito arriviamo, parcheggiamo lo scooter e ad occhio ormai allenato, facciamo già una scelta di dove posizionarci. Ci sono infatti due spiagge: una piccolina e attrezzata (a disposizione di tutti i bagni e le cabine per cambiarsi), l’acqua naturalmente bellissima e trasparente. Poco più in là un’altra spiaggia, molto grande, con alcuni ombrelloni di paglia, un baretto ed oltre tutto lo spazio a disposizione. Decidiamo quindi di concederci un bagno ristoratore e rimaniamo ammollo per un bel po’… scattando delle foto che manderemo alla nostra amica Puccy.
Nel rientro verso la town, altri due luoghi: Falatados e Arnados, dove giungeremo quasi a tardo pomeriggio, giusto per veder aperta la chiesa da una signora del paese.
Proseguendo in scooter decidiamo di fermarci a cena alla Taverna Dyo Choria, nell’omonimo villaggetto: taverna assolutamente da provare, consigliata da parecchi nostri amici, che si rivelerà – almeno per noi – il top dei top di Tinos (ci mangeremo infatti ben tre volte).
Ordiniamo: ghemistà; vitello in salsa con spaghetti; acqua; birra; costo € 22,50.
22 giugno
Andiamo alla bakery e acquistiamo qualcosa per pranzo. Decidiamo infatti di ritornare in studios e di spezzare un po’ la giornata: Riccardo ha tosse e raucedine (causati probabilmente dall’aria fresca dei primi giorni). Oggi si va a Livada beach. In realtà Vidalis la indica come uno dei posti da non percorrere in scooter (strada sterrata che scende ripida; secondo loro indicazioni è troppo pericolosa), ma noi intanto si va a vedere; ci sarebbe l’intenzione di arrivare fin lì e poi prendere a piedi il sentiero che porta al faro (dietro ad un promontorio).
La strada arriva asfaltata fino ad un bivio dove incomincia la discesa alla spiaggia. Diciamo che non è né meglio, né peggio di altri sterrati che abbiamo percorso in tanti anni di isole greche (ad Antiparos per trovare delle calette isolate abbiamo percorso una stradaccia con sassoni e buche o Skopelos per scendere ad una spiaggia hippies…). Comunque arriviamo e troviamo posto alla fine della spiaggia verso degli scogli piatti. L’acqua è calma, fa parecchio caldo e non c’è vento: ciò ci fa desistere dal percorrere il sentiero verso il faro. Non ci sono tempi di percorrenza, non è ben segnalato (da navigati escursionisti di montagna valutiamo bene le situazioni), decidiamo quindi di soprassedere e ci tuffiamo in acqua in cerca di ristoro. Arrivano alcune macchine e dopo un po’ decidiamo di venir via. Al rientro Monica propone la visita ai paesini di Mirsini e Steni. Veramente due chicche da non perdere con le loro case colombaie e bouganville ad ogni angolo. Sono ormai quasi le 14:00 e rientriamo in studios. Dopo il pranzo ed una breve sosta relax andiamo a visitare il Monastero/Monastiria (così detto e scritto nelle cartine). Nel pomeriggio apre alle 16:30; le donne devono essere adeguatamente vestite e gli uomini entrano solo con i pantaloni lunghi. Il luogo è tenuto benissimo; all’interno una serie di chiesine; balconcini che sembrano di appartamentini; qualche suora ortodossa che gira…ma al nostro saluto nessuna ricambia; mah! Come posto, religiosamente parlando, non trasmette nulla se non la quiete assoluta. Sbagliato dire che è un po’ una delusione?
Terminata la visita sono già le 18:00: siamo pronti per la “scalata” all’ Exomvourgo (alt. 640m.), la giornata bellissima ci regalerà senz’altro qualche foto mozzafiato panoramica. Parcheggiamo alla chiesa/pellegrinaggio del Sacro Cuore (dove non c’è nessuno) ed imbocchiamo il sentiero/mulattiera in salita che sale a sinistra. Per noi trekkers è una passeggiata di un quarto d’ora! Giunti in cima un cielo blu ed uno stupendo panorama a 360° ci accolgono; siamo solo noi ma dopo un po’ arrivano altre due persone e così ci fotografiamo a vicenda.
Scendiamo e andiamo a cenare alla Taverna Mbee (nell’insegna c’è proprio una pecora), dove ordiniamo: kleftiko; bistecca di vitello con patate; pomodori secchi e carciofini marinati; acqua; birra; costo € 38,50.
23 giugno
Esploriamo oggi un’altra parte dell’isola di Tinos. Zona sud-est: di rito le foto panoramiche al porto e alla town. Poi costeggiamo le spiagge di Agali, Agios Fokas, Agios Sostis, Agia Kiriaki, Agios Ioannis, ma ci mettiamo in testa di cercare Pachia Amos, non senza difficoltà. Sbagliamo due volte il percorso, poi troviamo l’indicazione scritta sull’asfalto. La strada ci porta ad una piccola centrale elettrica. Parcheggiamo e lì scendiamo a piedi per un sentierino sassoso. Una delle più belle e piccole baiette che abbiamo mai visto in Grecia ci aspetta!!! Acqua verde trasparente e soprattutto nessuno! Arriverà dopo una coppia di italiani che andrà via molto prima di noi. Rientro in town e pranzo in studios, al pomeriggio ci dirigiamo verso Santa Margherita beach. Anche per questa un bel po’ di strada nell’entroterra e discesa pseudo-cementata. Decidiamo di lasciare lo scooter un po’ in alto e per l’ultimo tratto di discesa camminare fino alla spiaggia. Qui troviamo qualche famigliola greca; qualcuno in acqua, qualcuno sotto delle tamerici dove sono stati argutamente costruiti dei muretti in pietra con panchine. È la prima volta che in Grecia troviamo queste “comodità’” in spiagge libere. Rituale bagnetto ristoratore e ci fermiamo più di un’ora. Al rientro sosta per benzina (sarà l’ultima) e per cena ritorniamo alla Taverna Dyo Choria. Il menù scelto: ghemistà; pollo in umido con gombo (un’erba grassa che cresce spontanea nell’isola); coca; acqua; offerto da loro un dolce al cucchiaio di carota e limone e di un frutto che cresce spontaneo a Tinos, molto simile a delle prugnette tonde (entrambi divini!!!); costo € 20.
24 giugno
Ultimo nostro giorno a Tinos. Rincorriamo Jorgo del Galini (detto anche tenente Garcia di Zorro) per saldare il conto con aggiunta l’importo per l’uso della lavanderia (due sacchi di roba); quest’ultimo sarà solamente di € 3,50…. Per questa ridicola cifra, se sapevamo così non si lavava nulla a mano.
Oggi l’idea sarebbe quella di tornare a Panormos ma il forte vento ci fa ben presto desistere e così ripieghiamo sul piano B e andiamo ad Aphigania, una spiaggia alla quale si accede tramite sentiero/mulattiera e visibile solo dall’alto. Avevamo già adocchiato il cartello della deviazione quando siamo andati ad Aghios Romanos.
La spiaggia è grande, sabbiosa, deserta, abbastanza riparata e il mare calmissimo ed invita subito a tuffarsi. Riccardo propone di pranzare nuovamente a Dyo Choria per avere la possibilità dopo pranzo, di visitare Triantaros e Berdemiaros, due villaggetti che ancora mancano all’appello.
Pranzo alla Taverna Dyo Choria: okra con pollo; souvlaki con patate e verdure bollite miste; acqua; birra; caffè… greco offerto; costo € 32.
Visita ai paesini suddetti e poi c’è il tempo per andare a stenderci alla spiaggia Agios Fokas…ma non abbiamo fatto i conti con il forte vento che in poco tempo riempie di sabbia i teli …e noi.
Nel rientro consegniamo lo scooter a Vidalis, che dà solo una controllata veloce, e ceniamo in studios. Usciamo per a fare due passi in direzione della Panaghia Evangelistria per riempire di acqua “santa” le bottigliette che Monica ha comprato il primo giorno.
25 giugno (verso Syros)
Purtroppo oggi spetta l’amaro compito di riempire le valigie e gli zaini: le ultime ore effettive a Tinos. Jorgo ci accompagna al porto e alle 15:00 partirà puntuale la Blue Star Paros per Syros. Cosa dire di Tinos? Scelta azzeccatissima! Ci è piaciuta tantissimo; un’isola greca ancora in mano ai greci, dove regna sovrano lo spirito di questa nazione; dove nei tantissimi paesini si respira l’aria genuina di questa straordinaria gente. Non si va a Tinos per le spiagge, si va per i paesini, per le colombaie, per percepire quanta grande fede c’è in ogni persona che a piedi oppure in ginocchio va al Santuario Madre. Abbiamo visto molte persone che trascorrono due/tre giorni a Tinos town solamente ed unicamente per andare alla Panaghia. Tutto ciò ed oltre resterà sempre nei nostri cuori.
Arriviamo nella capitale delle Cicladi puntuali: già Ermoupoli si apre davanti a noi con le sue due chiese (sulle rispettive colline) e le casine in stile neoclassico di colori che spaziano dal rosa al verdino al giallino all’azzurrino al crema al bianco tenue, con i tetti arancio, sembrano quasi dei confetti pronti per essere mangiati. Si, perché Syros è totalmente diversa da ciò che noi abbiamo sempre visto girando le tante isole greche: eravamo preparati a ciò e soprattutto ad entrare nello spirito di una cittadina, ben strutturata, pulita, ben organizzata e soprattutto molto sicura.
Scendiamo dal traghetto e cerchiamo qualcuno dello Studio Konstantza; telefoniamo e “capiamo” che la cosa migliore è prendere un taxi. In pochi minuti arriviamo a destinazione, La Signora Konstantza ci sta aspettando fuori di casa (capiamo che non parla inglese e tra gesti e qualche parola di greco ci arrangiamo).
Possiede un’abitazione completamente ristrutturata, con 6 appartamenti (più quello dove vivono lei ed il marito Dimitri), arredati tutti con molto gusto e completi di tutto ciò che uno studios dovrebbe avere. Il giardino interno pieno di bouganville ed i terrazzini, e la fontana, completano splendidamente il luogo. La nostra stanza è bella e confortevole. Ci spiega che l’acqua del rubinetto non va bevuta e ci fa trovare una bottiglia grande di acqua nel frigorifero. Ci sistemiamo ed usciamo poi a piedi verso il centro (sarà più di un km.), andiamo da Maistrali (di fronte al porto e vicino ad un benzinaio) e affittiamo lo scooter. Chiediamo come solito un 150, ma Popy ci dice che per i dislivelli di Syros basta anche un 125: che dire?, boh… vedremo. Ci propone di restituirlo pure qualche ora prima della partenza da Syros l’ultimo giorno (noi partiremo con la nave delle 16:00 che va al Pireo) e se vogliamo ci tiene pure le valigie così siamo liberi di girare ancora Ermoupoli.
Torniamo con scooter e caschi (nuovi) e ci fermiamo a prendere acqua, frutta, yogurt, ecc. Dopo una doccia decidiamo di uscire a piedi per la cena (si riveleranno almeno due km. all’andata e altrettanti al ritorno). La cena sarà alla Taverna To Petrino, in una stradina all’interno del lungomare: è tardi e c’è parecchia gente, sistemano e spostano i tavoli a mano a mano che arrivano i clienti. La scelta della cena cade su soutzoukakia alla maniera cicladica con riso e patate; bocconcini di pollo con sugo di pomodoro e horta; birra; acqua; offerto trancino di torta con pallina di gelato; costo € 25,40.
Rientriamo a piedi, percorrendo la stessa strada dell’andata. C’è poca gente in giro; alcune persone sedute fuori sui terrazzini a parlare e cercare un po’ di fresco. Ci sembra strano camminare per i vicoli verso lo studios senza quasi la presenza di persone, abbiamo quasi una sensazione di…paura??!!, eppure sembra tutto tranquillo. Arriviamo allo studios e finisce così la prima nostra mezza giornata a Syros.
26 giugno
Dopo colazione prendiamo lo scooter, qui non occorre vestirci troppo, c’è meno aria che a Tinos e le temperature sono leggermente salite. Ci fermiamo a fare benzina e ci dirigiamo (sbagliando strada…alle volte capita) verso nord-ovest, con l’intenzione di raggiungere la spiaggia di Lia, accessibile solo a piedi da un sentiero che parte da Kambos. L’inizio del percorso è segnalato e… l’omino dipinto indica 30 minuti: sappiamo per esperienza (anche in montagna alle volte accade) che i tempi indicati non sono sempre giusti.
Iniziamo un sentiero ben segnalato per la “presenza “di capre; si passa un cancello ed il sentiero continua costeggiando una grotta e un ricovero capre, tra sassi, cespugli di timo ormai rinsecchiti e perciò aguzzi, ed escrementi di capra. Dapprima in discesa poi un tratto pianeggiante e poi decisamente in discesa in direzione del mare, anche se fino ad un certo punto non si noterà nulla. Arriviamo a questa spiaggia sassosa, ma con fondale di sabbia ed acqua cristallina, dopo 50 minuti di trekking, sotto il sole, e siamo solo noi!!!! Che bellezza!!!! Scorgiamo una casina ben ristrutturata con un muretto in pietra e due tamerici, che fanno ombra. La casina di pietre con finiture bianche e blu, ha sulla facciata, diversi mattoncini dipinti con soggetti marinari: una barchetta, le stelle marine, un faro, i gabbiani, un’ancora, ecc. e sotto una tamerice c’è pure un sasso decorato con l’anno (2017), probabilmente quando sono state fatte queste pitture.
Siamo sudati e ci fiondiamo in acqua immediatamente, avevamo bisogno di una rinfrescata dopo il trekking, senza pensare del resto che tutta la discesa al ritorno sarà solo salita, ma intanto godiamoci la spiaggia di Lia solo per noi.
La salita sarà meno pesante del previsto (fare trekking in montagna dà i suoi risultati); il cielo comincia a velarsi e forse questo ci ha aiutato a tornare allo scooter. Monica propone di fare una pasta col pomodoro: che dire? Sono già le 13:00, torniamo verso Ermoupoli e facciamo sosta al super per prendere… udite, udite: la pasta Barilla! Con relativo sugo al pecorino! Evvai!
Rientriamo in studio e gustiamo questo piatto prodigioso (dopo i trekking i carboidrati vanno benissimo!) nel nostro terrazzino contornato di buganvillee, appena in tempo che si scatena un acquazzone, con annessi tuoni, e siamo costretti a rientrare in casa. Così decidiamo cosa fare nel pomeriggio, tanto si sa com’è qui, piove e poi esce subito il sole.
Sono ormai le 16:30 passate, decidiamo di andare a vedere Kini e la sua spiaggia (molto turistico tutto); poi cerchiamo la deviazione per Delphini Bay da dove parte, sappiamo un sentiero (non segnalato) per la spiaggia di Varvaroussa. Lo troviamo e ne percorriamo un tratto, fino a che il roccione gira all’interno. Si fa tardi e non sappiamo dove ci porta e quanto tempo soprattutto ci vuole, decidiamo quindi di venirci una mattina organizzati di tutto punto. Per la cena serale la nostra scelta è la Taverna Psarokokalo, ubicata in una via laterale alla Miaouli Square, dove c’è la Town Hall, punto di aggregazione cittadina: dove convivono armoniosamente piccole taverne, piccoli chioschetti, bar, bambini che giocano o corrono con pattini e monopattini e le persone del luogo che a fine giornata trovano ristoro dalla calura del giorno mangiando un gelato e spettegolando un po’.
Alla Taverna Psarokokalo mangeremo col sottofondo di musica greca suonata per i clienti: calamaro grigliato ripieno di feta; ghemistà; acqua; birra (di Rodi) di nome Zithos; pane (ma quello lo portano sempre anche se noi non lo mangiamo), costo € 25.
Decidiamo di fare “due passi”: i nostri due passi sono i molteplici gradini che salgono tra le varie abitazioni di Ermoupoli e che conducono alla chiesa ortodossa di Anastasis Christou, ovvero Chiesa della Resurrezione. C’è moltissima aria, scattiamo foto con non poca fatica e nel mentre arrivano delle macchine con delle persone di Syros. Monica chiede informazioni riguardo la chiesa; poi salutiamo e scendendo i tanti gradini andiamo a recuperare lo scooter parcheggiato… Kalinichta!
27 giugno
La giornata è uno splendore! Oggi si va a Saint Stefanos Cave, dove si trova una chiesina dell’omonimo santo, ricavata nella roccia. La strada di cemento per arrivare al punto di partenza mette a dura prova il nostro scooter, c’è una bella pendenza, ma ce la facciamo. Monica come al solito quando vede così preferisce scendere dallo scooter e salire a piedi per un tratto. Parcheggiamo lo scooter ed imbocchiamo il sentiero (fac-simile a quello per Lia Beach). Il trekking però è meno impegnativo; il traguardo… si vedrà solo poco prima dell’arrivo in quanto il sentiero scende e devia tra gli scogli: è ben segnalato e quando arriviamo (siamo solo noi) ci accorgiamo che nel libro delle presenze, aperto su un tavolino in chiesa, moltissime persone da tutto il mondo (anche New Zealand), ci hanno anticipato. Monica, come al solito, scrive della nostra presenza. Ci fermeremo in questo luogo isolato per una mezz’ora, scattando foto, ascoltando il rumore delle onde che si infrangono prepotentemente sui grandi scogli e decidendo cosa fare una volta risaliti allo scooter. Durante la salita troviamo almeno quattro persone che hanno avuto la nostra stessa idea.
Siamo vicini a Galissas (località turistica), vogliamo vedere com’è e se il mare è calmo, intanto il cielo si sta velando. C’è una chiesina, poco sopra la baia di Galissas, passata la quale il sentiero continua e porta alla spiaggia naturista di Armeo Beach. Ci sono alcune persone che nude e crude si arrostiscono al sole. Scendiamo, ma non c’è ombra e soprattutto il mare è mosso e fare un bagno sarebbe complicato. La spiaggia di Galissas è grande, in parte attrezzata, con cabina per cambio e toilette e… pulita. Come al solito troviamo ombrelloni di paglia a disposizione dei bagnanti a titolo gratuito. Decidiamo di andare a cercare una taverna per pranzo e la nostra scelta cade su Taverna Iliovalisema, un posto un po’ chic, non certo le taverne con tovaglie a quadri, ma ci piace troppo e poi è giusto provare tutto no?
Ordiniamo una moussakà (ci chiedono se siamo disposti ad attendere 25 minuti per la cottura); insalata greca rivisitata, con zucchine tagliate a julienne che sembrano spaghettini, salsa di yogurt; coca; acqua; caffè; costo € 24,30.
Dopo pranzo andiamo a rilassarci in spiaggia e troviamo un ombrellone libero, l’intento è di fare un bagnetto rinfrescante, invece ahimè, arrivano nuvoloni che nulla di buono fanno sperare, quindi dopo un pochino decidiamo di ritornare allo scooter in direzione Ermoupoli: infiliamo la cerata… che non si sa mai.
Difatti per strada ci coglie il temporale, ci fermiamo a fare benzina e ripararci, poi passa e ripartiamo; poi nuovamente pioggia ed allora l’unico posto che troviamo subito come riparo è il piazzale di una ditta (peraltro chiusa) con una tettoia, anche se per causa vento un po’ di acqua arriva lo stesso. Si sa come sono gli acquazzoni estivi nelle isole, durano poco e poi esce il sole: così è!
Abbiamo del tempo a disposizione e decidiamo di visitare Vaporia (dove ci sono delle spiagge/piattaforme di cemento create per i bagnanti, con tanto di ombrelloni gratuiti). Per il momento osserviamo tutto dall’alto anche se l’acqua comunque ci sembra limpidissima: qualche foto e visita alla chiesa di Saint Nicholas, indistinguibile tra le case di Vaporia. La sera dopo cena in studios (ancora non stanchi) decidiamo di affrontare a piedi i tanti gradini che passando tra le abitazioni (restaurate con gusto) portano alla grande chiesa cattolica di Saint George ad Ano Syros. Incredibile la chiesa è ancora aperta; c’è una signora che prega in ginocchio ed una ragazza che riordina un po’ i libri. Monica cerca di accendere una candela, ma le hanno tutte già spente (probabilmente perché quasi ora di chiusura) si mette allora d’accordo con la ragazza che si offre il giorno seguente ad accenderla al posto suo. A un certo punto l’occhio cade su una statua “famosa”: Sant’Antonio da Padova! Inconfondibile con il suo saio ed il suo Bambinello in braccio!! Monica viene da Padova e sembra quasi che questo importante Santo sia una costante quasi continua in molti viaggi che abbiamo fatto… trovato persino in un decadente palazzo ad Ila de Mozambico, mah…
Ripercorriamo quindi a ritroso i numerosissimi gradini e andiamo a cercare un po’ disorientati lo scooter parcheggiato a lato strada, per poi rientrare in studios.
28 giugno
Giornata ventosa. Dopo colazione c’è l’intenzione di esplorare il sentiero (non segnalato) che porta a Varvaroussa Beach. Parcheggiamo lo scooter a Dolphin Bay e da lì prendiamo il sentiero… precedentemente testato. Meglio di altri percorsi, dopo un’ora però aggirando rocce e scavalcando sassi e cespugli sembra senza fine e più impegnativo di come immaginato, soprattutto ci chiediamo se la spiaggia sarà veramente riparata ed il mare accessibile per un bagno: meglio non rischiare. Monica è della teoria che di spiagge ce ne sono altre ed è inutile cercare rogne in vacanza. Torniamo allo scooter e cambiamo itinerario di giornata. Optiamo quindi per il giro delle spiagge a sud-ovest dell’isola. Il sole c’è, il vento è prepotente ed il mare abbastanza mosso, anche se di sfumature incredibili. Passiamo quindi Finikas; Agathopes; Ampela (dove riusciremo a fare sosta per un bagno); Mega Gialos; Fira; Vari; Fabrika (ce ne sarebbero altre, ma ormai è tardi per sostare a tutte). Seguendo la strada che costeggia l’aeroporto ritorniamo ad Ermoupoli. Per cena scegliamo la Taverna Seminario (praticamente confina con la Taverna Petrino). Attendiamo un po’ stranamente l’ordinazione che sarà: kelemia di Lesvos; burger Ala Seminario con patate al forno; acqua; birra; solito pane; costo € 27,90. Giriamo per le viuzze e con lo scooter rientriamo allo studios. Sono già le 23:00 passate e la mattina ci si alza sempre presto. Ad un certo momento Monica sente bussare alla porta; un po’ titubante apre e vede un signore accanto a Konstantza che parlando un buon italiano dice: “Perché’ vi chiudete dentro? Di cosa avete paura? Qui tutti lasciano la casa aperta, le macchine, non c’è problema di nessuno… noi siamo nella casa accanto e stiamo festeggiando un compleanno, ci farebbe piacere avervi con noi, così intanto io parlo un po’ italiano che ho imparato studiando in Italia”. Rimaniamo un po’ sorpresi e commossi da tanta spontaneità: Konstantza ci consegna la ricevuta di pagamento del soggiorno e ci regala una scatola di Loukumia (dolcetti). Insieme a loro entriamo nel cortile di un’abitazione confinante. Ci sono parecchie persone, tra le quali le figlie di Konstantza con i mariti, nipoti, amici. Ci presentano a tutti e siamo accolti calorosamente ed invitati a bere e mangiare; per quest’ultimo decliniamo l’invito in quanto cenato da poco, ma partecipiamo al taglio della torta cantando “Tanti auguri a te” in italiano, su loro richiesta. Parliamo delle isole greche ovviamente; del nostro amore per questo popolo così tartassato; della situazione politica ed economica (se vuoi vivere decentemente e mantenere la famiglia devi almeno fare due lavori) e le pensioni più “alte” ci dicono che arrivano a 800 euro. Ci tratteniamo per circa un’ora, poi ringraziamo, salutiamo e torniamo al nostro studios per dormire. L’ospitalità greca è impagabile!
29 giugno
Ultime ore a Syros, purtroppo. Dopo colazione ci accordiamo con la signora Konstantza per lasciare i bagagli in studios e poi usciamo a consegnare lo scooter e ci dirigiamo in centro per qualche acquisto e ritorniamo a Vaporia per vederla con la luce della mattina. È parecchio caldo, senza nuvole; Monica ha lasciato a casa un copricapo, così ha la scusa per cercare qualche bandana nuova da aggiungere alla…collezione. Ci fermiamo a mangiare un gelato in una gelateria biologica, nelle viuzze attigue alla Piazza Miaouli, il gelato è squisito: hanno appena consegnato le cassette con la frutta fresca per la preparazione, meglio di così! Rientriamo poi a piedi in studios. Ci facciamo una doccia, ci cambiamo e chiudiamo zaini e valigie. Sono già le 14:00, la Signora Konstantza è nei paraggi e ci fa capire che al porto ci accompagnerà il marito Dimitri. La salutiamo, la ringraziamo e poi via di baci e abbracci: come non si fa ad amare queste persone?
Alle 16:00 abbiamo la Star Ferries Paros che ci porterà al Pireo, manca un po’ di tempo, ma preferiamo essere già pronti; a turno andiamo a prendere un caffè americano (Monica) ed un’ultima tiropita formaggio/prosciutto ed una coca (Riccardo). La nave arriverà con un po’ di ritardo che non recupererà all’arrivo al Pireo.
Sono già le 20:00 passate che scendiamo dalla nave e cominciamo a cercare l’Hotel Glaros (prenotato con Booking.com) dove passeremo la notte in quanto il volo di rientro del 30 giugno con Ryanair è la mattina alle 09:45. Dopo qualche difficoltà dovuta alla stanchezza, troviamo l’hotel. Ci facciamo una doccia ristoratrice ed usciamo a piedi, in direzione porto Pasalimani. C’è parecchio movimento; molti yatcht attraccati; molti ristorantini, ma non tanta gente a cena. Cerchiamo il ristorante Takatsarolakia (consigliato dalla nostra amica Puccy): per cena prendiamo polpo all’aceto; hamburger con patate al forno; ghemistà; acqua; birra; pane; costo 31,50.
Rientriamo all’Hotel Glaros ed avvisiamo il portiere di notte, che la mattina vorremmo il taxi per l’aeroporto per le ore 07:00.
30 giugno
Si, lo sappiamo, il taxi ci costerà un botto! ma siamo stanchi (dalla vacanza) e la mattina alle sei non abbiamo voglia di andare in giro con i bagagli a cercare la fermata del bus che porta all’ Aeroporto Venizelos. Puntuale alle 07:00 il taxi ci aspetta, carichiamo i bagagli e dopo 40 minuti di viaggio (con poco traffico), arriviamo a destinazione: totale costo € 53; vabbè se vuoi la comodità la paghi, no?’’
Il viaggio aereo va abbastanza bene; prima di dare il benestare per l’atterraggio ci fanno girare in cielo per un quarto d’ora. Atterriamo finalmente a Bergamo; giornata calda; ritiriamo i bagagli e chiamiamo il parcheggio IVM di Seriate. Arriva dopo venti minuti il furgoncino guidato dal ragazzo indiano che ci aveva accompagnato all’andata. Ci porta in sede e… la macchina non c’è: scopriremo dopo – causa loro disservizi e male organizzazione – che la macchina nostra è in un altro capannone (raggiungibile solo in macchina) e che davanti alla nostra autovettura c’è parcheggiato un furgone che blocca l’uscita e che verranno a ritirare il 2 luglio: come organizzazione non c’è che dire!! Che si fa allora? Il tipo che ci ha accompagnato al capannone, impreca in qualche sconosciuta lingua e ci lascia lì in attesa di andare a recuperare le chiavi del furgoncino da spostare: nel frattempo carichiamo zaini e bagagli in macchina, pronti a partire subito verso casa e mandarli tutti aff… ecco, avete capito!
Il sunto di tutto ciò che abbiamo scritto in questi appunti è questo: evviva queste due isole meravigliose! Come ogni anno la nostra “trasfusione” di Grecia è compiuta! Scelta più azzeccata non poteva essere fatta! Isole diverse, molto diverse Tinos e Syros, tra loro, ma ancora genuine e soprattutto molto greche. Tinos unica per le oltre mille colombaie sparse in tutta l’isola ed una concentrazione unica di villaggi; Syros… dalla parvenza di una cittadina aristocratica, con i suoi palazzetti neoclassici dai colori pastello, con le sue due cattedrali in cima alle colline a destra e sinistra, che ti accoglie come in un abbraccio! …e adesso basta che ci scappa anche una lacrimuccia.
Buon viaggio!
Monica e Riccardo
Spiagge
Tinos:
Isternia Bay
Aghios Romanos
Poxapi
Stafida beach
Kavalourko
Kolimbithra
Livada beach
Agali, Agios Fokas, Agios Sostis, Agia Kiriaki, Agios Ioannis
Pachia Amos
Santa Margherita
Aphigania
Syros:
Lia
Kini
Delphini Bay
Galissas
Armeo Beach
Finikas
Agathopes
Ampela
Mega Gialos
Fira
Vari
Fabrika
Saint Nicholas Beach (Vaporia)
Taverne
Rafina:
Agoni Grammi
Tinos:
Epineio
Thalassaki
Drosia
Dyo Choria
Irini
Mbee
Syros:
To Petrino
Psarokokalo
Iliovalisema
Seminario
Pireo: Takatsarolakia
Spese (per 17 giorni)
Voli: Bergamo/ Atene = 463€
Assicurazione: 83€
Soggiorni:
Rafina = 58€
Tinos = 400€
Syros = 182€
Pireo = 44€
Traghetti/trasporti:
Rafina/Tinos = 54€
Tinos/Syros = 16€
Syros/Pireo = 58€
Taxi/Syros+Pireo = 57€
Noleggio moto
Tinos = 160€
Syros = 80€
Benzina
Tinos = 25€
Syros = 12€
Pranzi e cene
Tinos+Rafina = 380€
Syros+Pireo = 200€
Varie
130€
Parcheggio auto =53€
Tot = 2.455€