Pesca a Nosy be 2008 part 2

Tralasciamo momentaneamente le attivita' alieutiche per dedicarci all'isola:mediante uso di un taxi(dai vetri rigorosamente rotti)che si puo' noleggiare direttamente dalla hall del Corail le cui tariffe sono regolamentate dal governo malgascio,ci rechiamo nella cittadina piu' grande e piu vicina dell'isola:Hellville.Gia' attraversando le prime...
Scritto da: caranga
pesca a nosy be 2008 part 2
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 2000 €
Tralasciamo momentaneamente le attivita’ alieutiche per dedicarci all’isola:mediante uso di un taxi(dai vetri rigorosamente rotti)che si puo’ noleggiare direttamente dalla hall del Corail le cui tariffe sono regolamentate dal governo malgascio,ci rechiamo nella cittadina piu’ grande e piu vicina dell’isola:Hellville.Gia’ attraversando le prime abitazioni, personalmente mi vengono in mente le mitiche cittadine fantasma dei primi pionieri di qualsivoglia paese del mondo:la popolazione e il suo modo di vivere,manifestano una poverta’ che pero’ viene gestita con una dignita’ umana davvero notevole.I malgasci sono cordiali,puliti e meno invadenti degli africani a cui sono abituato.Anche loro,vedono in noi turisti,una fonte di introito e forse la possibilta’ di guadagnarsi la giornata,ma tutto cio’ che fanno nei nostri confronti,viene fatto con gentilezza e senza troppa insistenza.Tra l’altro,in modo alquanto rocambolesco e segreto,abbiamo avuto la possibilita’ di cenare proprio a casa di alcuni boys malgasci e vi assicuro che aldila’ di cio’ che gli occhi possono vedere,e’ stato il cuore a “mangiare”la loro vera essenza ,la loro pulizia e la loro estrema disponibilita’.

Apro una parentesi sanitaria: in madagascar,la zanzara portatrice della malaria,e’ presente tutto l’anno e noi(nonostante avessimo gia’ viaggiato in Africa senza alcuna profilassi)spaventati da notizie piu’ o meno allarmanti ci siamo imbottiti gia’ da 3 giorni del famoso Malarone.Ora,aldila’ di cio’ che si puo’ leggere in rete,un farmaco profilattico resta sempre e comunque un farmaco e come tale,reagisce all’interno del nostro organismo.Per quanto riguarda noi, chi piu’ chi meno,comunque tutti ,siamo stati colpiti da reazioni al medicinale,tanto che abbiamo abbandonato la terapia dopo 5 giorni.Devo dire ad onor del vero,che di zanzare ne ho viste davvero poche,grazie sia al periodo non proprio loro congeniale,sia alle disinfestazioni che periodicamente venivano effettuate all’interno del villaggio ..E forse anche alla grandissima abbondanza di gechi multicolore che si nutrono di suddetti insetti.In sostanza:sono tornato con molti indimenticabili ricordi,..Ma senza malaria! Nei giorni seguenti,visitiamo Nosy Komba,isola dei lemuri,sulla quale troviamo, oltre a un ottimo pranzo malgascio,un agglomerato di casette e piccoli negozi molto pittoreschi ,la solita gentilezza e i sorrisi dei bambini ai quali abbiamo lasciato i nostri souvenir ,maglie cappelli e penne colorate(che ci sono costate come dei Versace,grazie alla severita’ degli operatori bagagli dell’Air Italy).E naturalmente i lemuri,che vi assaliranno alla vista di una banana togliendovela delicatamente dalle mani e impregnandovi del loro caratteristico e non proprio a tutti gradito odore ,ma a noi,puzzare di lemure e’ sembrata una conquista!Se invece volete un pezzo di Maldive a portata di mano,ecco Nosy Iranja,dalle acque turchine e trasparenti (cosa che non avrete al villaggio a causa non di una fabbrica di solventi che scarica in mare,ma del continuo gioco di maree che movimenta le sabbie e le alghe antistanti rendendo l’acqua torbida),dalle palme sfavillanti e dalle sabbie accecanti.Approfittiamo per fare snorkeling e di un ottimo pranzo a base di aragoste e crostacei vari,cotti sulla spiaggia da personale malgascio e che non dimentichero’ facilmente.Ottimo anche il vino locale,leggermente acidulo e leggero e la birra,meno addizionata di anidride e per questo molto digeribile.

Dopo il classico rhum,ci godiamo il panorama davvero esaltante e tonificante che ci offre questa isola,mentre ci prepariamo alla prima uscita piscatoria del giorno successivo…

Cosi fu’:l’indomani di buon ora(che per i malgasci costretti a raggiungere il posto di lavoro con mezzi dagli orari molto fittizi) si quantifica intorno alle 7,30 ci imbarchiamo sull’Aqua,una 8 mt. Circa dotata di motore 115 cv e attrezzata per la pesca a traina.Non voglio annoiare con descrizioni che non a tutti posso risultare gradite,ma posso assicurare che il mare del Madagascar mi ha regalato grandi soddisfazioni sia pescando a traina che a spinning,sia a vertical jigging che a drifting.Senza contare i numerosi incontri con balene megattere,delfini e perfino il gigantesco squalo balena.Un appello ai pescatori che avranno la fortuna di filare le loro lenze in Madagascar:potete fare cio’ che volete del pescato,a differenza della totalita’ dei luoghi in cui ho pescato e dipende solo dalla vostra sensibilita’ fare del pesce l’uso che ne ritenete giusto.Ricordate pero’,che quelle acque sono cosi ricche perche’ non esiste pesca indiscriminata e che le minacce per i pesci sono davvero poche.Se trattenete un pesce per mangiarvelo al villaggio,abbiate la bonta’ e la lungimiranza di liberare i restanti affinche’ tra 20 anni,quella parte di oceano vi possa ringraziare facendovi trovare tutto cosi, come lo ricordavate.

Che dire?Alla fine,dopo 15 giorni volati come fumo nel vento,con le teste piegate e i cuori disperati,ritorniamo a casa…Portando con noi il ricordo profumato dell’ylang ylang e del frangipane,il mora mora(piano piano)dei malgasci,l’olezzo dei lemuri misto all’aroma della vaniglia,la straordinaria bellezza delle ragazze malgasce e gli occhioni brillanti dei loro bambini,il respiro dell’oceano e il saluto di Aldo e Abdul i nostri skipper,… la bellezza assoluta di un luogo ancora vivo e libero perche’ viva e libera e’ la natura che vi abita…

Portandoci via,l’unica cosa che un vero viaggiatore dovrebbe rubare:la conoscenza di nuovi modi di vivere,di pensare,di mangiare e di credere…

..Oltre… Naturalmente a del rhum dentro la valigia!!!



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