Perù in quattro

Siamo in quattro: io con mio marito Marco e un’altra coppia di amici che hanno in comune con noi la passione per i viaggi. Il nostro tour prevede il giro “classico” del Sud: Lima-Cusco-Puno-Arequipa-Nasca-Lima con guide in italiano. Finalmente dopo mesi di preparativi e di contatti con un’agenzia peruviana che abbiamo contattato su...
Scritto da: campesina
Partenza il: 06/08/2005
Ritorno il: 19/08/2005
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
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Siamo in quattro: io con mio marito Marco e un’altra coppia di amici che hanno in comune con noi la passione per i viaggi. Il nostro tour prevede il giro “classico” del Sud: Lima-Cusco-Puno-Arequipa-Nasca-Lima con guide in italiano. Finalmente dopo mesi di preparativi e di contatti con un’agenzia peruviana che abbiamo contattato su Internet, eccoci pronti il 6 agosto per partire per questo fantastico Paese. Ma prima del racconto alcuni consigli: • Moneta: usare Dollari e soles, gli euro non sempre sono accettati; è consigliabile cambiare i soldi in Banca o nei negozi, è meglio non fidarsi di farlo dagli ambulanti per strada. • soroche: noi non abbiamo avuto nessun problema tranne qualche lieve accenno senza essere troppo fastidioso e persistente ma abbiamo bevuto tanto matè e mangiato tante caramelle di coca; sotto consiglio del medico abbiamo portato per le emergenze il Micoren in gocce • città: i posti che abbiamo visitato sono “tranquilli”, solo ad Arequipa ci hanno consigliato alla sera di prendere i taxi e non andare in giro a piedi • Abbigliamento: di giorno si può stare in maniche corte, la sera e la mattino presto invece con maglioni di lana, cappellino, guanti e sciarpa. Va benissimo quindi l’abbigliamento a cipolla. E’ meglio comprare i maglioni di alpaca a Cusco, costano di meno rispetto a Puno, come anche le caramelle di coca. • Alberghi: è consigliata la categoria superior tourist, le camere sono pulite e confortevoli e si può trovare anche il calorifero in camera. La categoria inferiore non è consigliata. Mettetevi comodi, il racconto è molto lungo. 6 Agosto: Sveglia alle 4.30 e partenza per Linate dove ci attende il volo Alitalia per Madrid. Dopo un check-in interminabile, partiamo alle 7.35 dove ci attende un volo Air Madrid per Lima alle 14.00. Dai racconti di Turisti per caso sappiamo che Air Madrid ha un check-in molto lungo e quindi appena ritirati i bagagli ci mettiamo in coda 3 ore prima dell’imbarco… Arrivati al check-in e pesate le nostre valigie, chiediamo i posti vicini ma la hostess invece di indicarci il gate e l’ora d’imbarco ci consegna i biglietti scrivendo in grande Hotel. Auditorium (ricordatevi questo nome). Scusi? Riusciamo a capire che il nostro aereo non parte e che dobbiamo prendere un pullman che ci porterà in albergo fino a che l’aereo sarà pronto; qui ci danno le chiavi per la camera e il ticket per la cena. Dopo una doccia rigenerante scriviamo un’e-mail alla nostra agenzia di viaggio a Lima, grazie all’Internet point, comunicando quanto è successo (il 7 mattina abbiamo un volo Lima-Cusco e quindi non sappiamo se riusciremo a prenderlo). Andiamo a cena e ci informano che partiremo di notte; riscriviamo all’agenzia a Lima. Ci rispondono poco dopo che sono riusciti a prenotare il volo per il pomeriggio, per fortuna! Partiamo per l’aeroporto, facciamo il check-in e alle 2.00 ci imbarcano. L’aereo però non cenna a muoversi, alle 4.00 ci comunicano che ci sono ancora problemi con i bagni e siccome per regole internazionali dei voli intercontinentali ci deve essere un minimo di bagni funzionanti, non si parte… e dobbiamo scendere. Incredibile! Ci ribelliamo, molti spagnoli decidono di “occupare” l’aereo sentendosi presi in giro lamentandosi, noi andiamo a parlare con il responsabile Air Madrid il quale, ci dice che possiamo solo aspettare visto che questi problemi capitano e che non sa se ci vorranno ore o…giorni! Cosaaa?! Ritorniamo nella sala d’imbarco e ci dicono che dobbiamo ritornare in albergo, sono le 6.00, siamo stanchi e siamo senza valigie, riscriviamo all’agenzia in Perù dicendo che non abbiamo assolutamente idea se e quando riusciremo a partire… 7 Agosto: Alle 8.50 del mattino, sveglia di soprassalto col telefono che squilla; ci avvisano che il pullman per l’aeroporto parte alle 9.00. Ma sono tutti pazzi? Di corsa a prendere il pullman, nuovo check-in, cambio del gate 10 minuti prima dell’imbarco, saliamo sull’aereo e… alle 11.00 partiamo! In volo, ultima beffa: ci comunicano che faremo scalo a Tenerife perché l’aereo è troppo pesante e dobbiamo fare rifornimento, rimarremo fermi per una mezz’oretta. Essendo una compagnia law cost, a bordo dovrebbe essere tutto a pagamento: cibi, bevande, cuffie per ascoltare la radio o i film. Le hostess invece sono disponibilissime, distribuiscono panini, pasti, bevande e cuffie come se fosse Natale. E i bagni? Scopriamo che tre sono comunque guasti… Mah! Arriviamo a Lima sperando di trovare qualcuno dell’agenzia ad attenderci (visto che non ci hanno dato il tempo di avvisare nessuno prima di partire). Scrutiamo tra i cartelli… ed ecco il nostro! C’è Paola, la ragazza peruviana con cui abbiano parlato per così tanto tempo, che ci aspetta. E’ proprio come l’immaginavo! Ci dice che purtroppo non ci sono più posti disponibili sui voli per Cusco… e che l’unica soluzione è invertire il tour e riprogrammarlo da capo. Non abbiamo più la forza per capirci qualcosa, chiediamo solo di avere una stanza per lavarci e cambiarci dopo due giorni passati con gli stessi vestiti; ci portano in un alberghetto e poi andiamo a prendere un pullman notturno che da Lima ci porta a Nasca. L’Ormeno Bus che avevamo già prenotato per il ritorno non ha più posti, quindi compriamo un nuovo biglietto con la Tepsa: il nostro arrivo è previsto per le 4.30. Il pullman è comodissimo, i sedili sembrano letti singoli, abbassano le luci, fanno partire un film e ci addormentiamo. Ci risvegliamo con l’hostess che comunica l’arrivo a Nasca; scendiamo dal pullman con le valigie, sono le 3.30 del mattino. La nostra guida non c’è, ma noi aspettiamo fiduciosi. Alle 4.00 non si vede nessuno, alle 4.30 neanche. Siamo in una strada deserta seduti sulle nostre valigione davanti a un baretto aperto dietro di noi con tre ubriachi che mangiano brodo di gallina e i tassisti che vanno avanti e indietro suonando il clacson per sapere se abbiamo bisogno di un passaggio. Chiamiamo Paola a Lima sul cellulare, non risponde, giustamente starà dormendo. Alle 5.00 arriva la nostra guida, tranquilla tranquilla, le spieghiamo che la stiamo aspettando da un bel po’, ci dice che il pullman arriva di solito alle 4.30/5.00 del mattino per cui pensava di essere in orario. Ci porta nel nostro albergo, molto suggestivo, e riposiamo un po’. 8 Agosto: Siamo pronti per il volo delle linee di Nazca. Essendo Agosto ci sono un po’ di problemi nel trovare 4 posti liberi sullo stesso aereo senza prenotazione (la nostra infatti è stata persa visto che era prevista più avanti); nell’attesa andiamo a prenotare il nuovo pullman notturno dell’Ormeno Bus che arriva alle 6.00 del mattino ad Arequipa: la Royal Class che avevamo già prenotato col tour “originale” è piena e ci mettono nel pullman di categoria inferiore, pazienza, almeno riusciamo a partire. Alle linee dobbiamo prendere due aerei diversi perché quelli da 5 posti sono occupati ed è rimasto posto solo su quelli da 3, per cui dobbiamo dividerci. L’aereo sembra un giocattolo, abbiamo un po’ di paura vedendo il pilota smanettare con pulsanti e pulsantini, ci alziamo in volo stringendoci per mano, io sono accanto al pilota che ci indica dove guardare perché serve strabuzzare gli occhi per vedere i disegni sulla roccia chiara. La zona ne è strapiena, non solo quelli “famosi” ma tanti altri e guardandoli ti chiedi come sia stato possibile realizzarli e cosa possano significare veramente. Non so se riprenderei di nuovo un Piper comunque è un’esperienza… significativa. Consiglio: non mangiare o bere prima del volo. Da qui dopo un pranzo a base di pollo, patate e riso (sarà il piatto principale della vacanza) andiamo a visitare il Museo di Maria Reiche (ci sono resti abbastanza interessanti e una guida davvero particolare, ma la cosa più importante è andare per fare una piccola donazione visto che non ricevono soldi dallo Stato per la cura e la manutenzione del patrimonio storico), il Mirador (dove si vedono altri due disegni) e gli acquedotti di Nazca con un’architettura davvero ingegnosa (è meglio avere dietro una crema/spray contro i mosquitos). Torniamo in albergo e dopo cena andiamo alla stazione dei pullman. Arriva il nostro con mezz’ora di ritardo, cerchiamo di caricare le valigie, gli altri passeggeri sono tutti con gli zaini; le nostre non ci stanno, fatichiamo per farcele stare ma alla fine abbiamo la meglio, lo sportello si chiude, saliamo sul pullman e… I nostri posti sono occupati da quattro ragazzi francesi che ci dicono che sono insieme ad altri loro amici. E allora? Siamo esausti, vogliamo solo sederci e partire. Arriva l’autista che chiama il responsabile della stazione, gli facciamo vedere i biglietti sperando non ci siano problemi, fanno scendere i quattro e li mettono su un altro pullman. Che fatica! Si parte. Fa un freddo cane, la strada è tutta curve e tornanti e il pullman non è così comodo come quello della Tepsa ma proseguiamo imperterriti. 9 Agosto: Arriviamo ad Arequipa alle 7.00 del mattino con un’ora di ritardo e della guida neanche l’ombra. L’altitudine, o la stanchezza, si fanno sentire, ho un cerchio alla testa, non so chi chiamare perché a Lima in ufficio non c’è ancora nessuno, chiamo Paola sul cellulare ma è spento. C’è un banco informazioni per turisti, chiediamo a loro: una delle ragazze, Catalina, decide di aiutarci. Chiama l’albergo di Arequipa, l’agenzia che ci segue in loco e poi quella di Lima dicendo che siamo molto molto arrabbiati e aspettiamo qualcuno subito. Arriva un ragazzo a prenderci, ci porta all’agenzia locale dove scopriamo che la nostra guida una volta arrivata al terminale e non trovandoci perché eravamo in ritardo è partita con un altro gruppo, e noi? Si scusano, cerchiamo di riprogrammare la nostra visita in questa città: purtroppo capiamo che non riusciamo ad andare al Colca Canyon perché ci vogliono 6 ore da Arequipa e per il giorno successivo non ci sono voli disponibili Arequipa-Cusco e non vogliamo prendere un altro pullman notturno col rischio che faccia di nuovo ritardo e perdiamo il treno per andare a Machu Picchu. Ci mettiamo d’accordo per prenotare un nuovo pullman che parte di giorno per Cusco e dopo vari tentativi riescono a trovare dei posti con la compagni della Cruz del Sur. Sosta in albergo e poi giro della città con iniziale panorama delle terrazze Inca, dei tre vulcani maestosi sullo sfondo con le cime innevate, delle chiese della Compagnia dei Cristiani con il loro stile misto spagnolo-peruviano, del centro città con le case famose per essere bianche e del Convento di Santa Catalina (con una guida in italiano davvero fantastica) dove le pareti del convento sono coloratissime, davvero suggestivo. Il cielo è di un azzurro limpidissimo e fa caldo. Ci offrono il pranzo in un ristorante tipico nella Plaza de Armas e chiacchieriamo con la guida che ci confessa la voglia di venire in Italia ma ci sono alcuni problemi per avere i permessi. La sera andiamo a mangiare al ristorante argentino sempre in Plaza de Armas, El Gaucho; e andiamo in taxi perché ci hanno sconsigliato di girare da soli, in effetti alle dieci di sera è già tutto deserto. Finalmente facciamo una doccia calda e rilassante e dormiamo in un letto invitante. 10 Agosto: Giornata in pullman: 8 ore per il tratto Arequipa-Cusco interrotta solo da una sosta bagni a Juliaca; i paesaggi sono da sogno, si passa da un paesaggio lunare dopo Arequipa, alla sierra incantevole, dalle montagne innevate ai laghi azzurri, ai lama e alpaca che brulicano in prati immensi, e sempre con un cielo di un azzurro brillante. Anche il pullman è comodo con pranzo incluso nel prezzo e film e cartoni animati che si susseguono durante il viaggio. Arriviamo a Cusco la sera, qui la nostra guida arriva dopo neanche cinque minuti che siamo scesi, non ci possiamo credere! Ci porta all’albergo che non è quello che avevamo prenotato perché pieno; non trovano la chiave della stanza dei nostri amici e noi intanto portiamo le valige in camera: è veramente squallida, pensiamo di farci una doccia ma ci rinunciamo, il bagno non è dei migliori ma soprattutto le salviette sono sporche e bucate. Decidiamo allora di andare a cena presto, al Paititi in Plaza de Armas, visto che la digestione è molto lenta essendo così in alto e domani mattina dobbiamo alzarci presto per prendere il treno. Mio marito soffre un po’ di soroche, ci prendiamo tutti un fumante matè di coca brindando al suo 30° compleanno (ma non è fantastico poter festeggiare i propri 30 anni nella città nominata “l’ombelico del mondo”?),accompagnati dalle note dei suonatori di musiche tipiche peruviane; facciamo un giro per la bellissima piazza con i mille negozzietti e mercatini. Compriamo cartoline e francobolli e scopriamo che sono carissimi! 11 Agosto: Sveglia presto. Finalmente eccoci alle 6.30 alla stazione per prendere il treno, arriva anche la nostra nuova guida del giorno Ephiphania, detta Ephi, che parla spagnolo e inglese. I biglietti del treno però non li ha nessuno, dobbiamo aspettare il responsabile dell’agenzia. In estremis eccolo che spunta sventolandoli e comunicandoci che farà tutto il possibile per cambiarci l’albergo la sera stessa. Partiamo con il treno Vistadome (costa un po’ di più ma ne vale la pena per vedere le montagne che si alzano maestose a lato del treno) alle 7.00 (la salita iniziale del treno per la montagna è molto curiosa fatta da quattro zig-zag), arriviamo a Machu Picchu dopo 4 ore passando per la Valle Sacra degli Inca e per un paesaggio bellissimo. Qui dobbiamo prendere un pullman che ci porta in mezz’ora al sito archeologico; la strada è tutta curve e tornanti. Ed eccoci arrivati! La vista è impressionante; questa valle vista in documentari e filmati si apre sotto i nostri occhi ed è uno spettacolo. Il cielo non è limpidissimo e c’è foschia tra le montagne circostanti che crea una sorta di mistero. Riprendiamo il fiato dalla salita tutta a scalini irregolari e ci sediamo sul parto con Ephi che si lancia nella spiegazione della storia di Machu Picchu. Pian piano ci avventuriamo con lei tra le costruzioni di cui ci spiega il significato, ci sono pietre enormi: devo ancora capire come hanno fatto a portarle lì. Prima di partire però ci “prendiamo” un quarto d’ora sabbatico di sosta e riflessione, dopo circa tre ore di spiegazioni; in fondo questo posto va osservato e contemplato in silenzio per percepirne tutta la forza e la magnificenza. Prendiamo il pullman per scendere e ad ogni curva c’è un ragazzo vestito tradizionalmente che ci saluta e urla “Goooodbyeee, Adiooosss!!” e puntuale compare ad ogni tornante; lo salutiamo divertiti chiedendoci se ce la farà ad attraversare la foresta e arrivare in tempo al prossimo tornante ed eccolo!, saluta e corre ancora giù, fino a valle. Poi il pullman si ferma, lo fa salire… assomiglia in modo impressionante al guidatore, vuoi vedere che sono padre e figlio? Passa per i sedili salutando e raccogliendo le mance. Sarà per questo che ogni pullman saliva con un bimbo accanto al guidatore? A tutto c’è sempre una spiegazione. Andiamo a mangiare e facciamo un giro per il mercatino tipico. Il treno del ritorno parte con mezz’ora di ritardo. Io e Marco siamo divisi perché non c’erano posti vicini, gli faccio compagnia seduta sul poggiolo visto che il viaggio dura quattro ore quando … improvvisamente il treno si blocca e le luci si spengono. Accendiamo le pile, ci guardiamo in faccia non capendo cosa succede, ci dicono che il treno davanti si è rotto e partiremo tra mezz’ora. Siamo immersi nel buio nella Valle Sacra con il fiume Urubamba che ci scorre a fianco illuminato solo dalla luce forte e rassicurante della luna e alzando lo sguardo, grazie al treno Vistadome, vediamo un cielo stellato e luminoso che fa venire i brividi, è uno spettacolo indescrivibile. Ripartiamo e arriviamo a Cusco con due ore di ritardo, mica male! Per fortuna sono riusciti a cambiarci l’albergo; ultima fatica della giornata, portare le valigie che pesano una quintalata su per 50 scalini. Andiamo a cena, giretto e poi nanna. 12 Agosto: Alle 8.00 del mattino partiamo a piedi e poi in pullman per la visita di Cusco e dintorni; visitiamo la fortezza di Sacsayhuman imponente nella sua architettura e nella vastità della costruzione (anche se grazie agli spagnoli oggi ne rimane ben poco) con una bellissima vista dall’alto di Cusco, gli Inca Bath dove scorre silenziosa l’acqua dell’eterna giovinezza e poi via verso la Valle Sacra passando per il mercatino tipico di Pisac; pranzo in un’accogliente ex convento ora convertito in lodge e visita alla fortezza maestosa di Ollantaytambo (un po’ complicato fare tutti questi scalini dopo aver mangiato ma vale la pena arrivare in alto e godersi il panorama della valle e delle montagne circostanti). Sorge nuovamente spontanea la domanda di come pietre così grosse e non di questi luoghi siano potute essere trasportate così in alto per realizzare costruzioni così spettacolari. Anche qui gli spagnoli hanno ben pensato di rovinare molte sculture raffiguranti i dei Inca. Ritorniamo in albergo, ci riposiamo e usciamo a fare un giro prima di cena. In piazza scopriamo che c’è una manifestazione in onore di una Santa locale, accompagnata da spettacoli, balli e musiche. Dopo cena, giretto ai mercatini per comprare i maglioni di lana d’alpaca e poi a nanna, tanto per cambiare domani sveglia presto. 13 Agosto: ore 7.30 partenza con il pullman Inka Express per Cusco-Puno con arrivo previsto alle 16.45. Tanto per cambiare nessuno ha i biglietti in mano. Il nostro autista dopo aver chiamato in agenzia ci porta al pullman, parla con i ragazzi dell’ufficio e ci fa salire (almeno le valigie questa volta sono salite senza problemi), continua a guardare l’orologio e ci sorride in modo nervoso, poi ci fa un OK con la mano, ci saluta e se ne va. Via? E noi? All’ultimo ecco che arriva di corsa il responsabile della nostra agenzia locale sempre sventolando i biglietti, ci saluta dicendo che è tutto OK e il pullman parte… mi sa che aspettavano proprio lui! Il viaggio è molto interessante e istruttivo. Si svolge in cinque tappe: la prima ad Andahuaylillas con la chiesetta che chiamano la Cappella Sistina del Sud America ricca di affreschi, dipinti e legno dorato e intarsiato; la seconda a Raqui dove ci sono i resti di costruzioni Inca e un pezzo visibile della muraglia Inca (che non sapevo neanche esistesse) e il mercatino tipico con le ceramiche famose in tutto il mondo; la terza per pranzare a Sicuani e poi via alla quarta per raggiungere il punto più alto del nostro tour, il passo La Raya, a 4335 mslm con tanto di foto sotto il cartello! Il fiato un po’ manca ed è meglio camminare adagio; una signora sul nostro pullman sta davvero male, forse è meglio bere un altro matè. La quinta è in un museo, a Pukara, interessante ma veramente freddo! Arriviamo quindi a Puno, anche qui l’albergo prenotato in partenza non è disponibile e sappiamo è stato cambiato, ma la guida che ci viene a prendere ci porta in un altro ancora, … ops, si è sbagliata! Aiuto! Ci informa poi che l’escursione di domani al lago Titicaca partirà alle 7.30. Cena con carne di alpaca (all’aglio puro! blah!) e nanna. 14 Agosto: ore 6.30 sveglia per essere pronti alle 7.30. Non si vede nessuno, la receptionist dell’albergo, gentilissima, chiama la nostra agenzia locale e ci dicono che stanno per arrivare. Va bene, tanto abbiamo capito che la puntualità non è familiare ai peruviani. Richiamano poco dopo, la nostra escursione è prevista per le 10.00, si scusano per l’inconveniente. Aspettiamo fuori dall’albergo al sole godendoci il panorama con i mille taxi tipici di Puno che sfecciano per le salite e discese. Arriva il pulmino che ci porta al porto; sulla barca conosciamo una famigliola di Udine che scherzando ci dice che era ora che arrivassimo visto che ci stavano aspettando dalle 6.30 del mattino. Noi?, ma allora… chi manca? Arriva la guida di oggi che parla spagnolo e inglese, ci dice che dobbiamo attendere la sua praticante; diciamo che siamo stufi di aspettare dopo 3 ore di attesa vogliamo partire, allora corre fuori e la praticante compare al volo… era al mercatino del porto… Ci fermiamo in un’isola vicina per caricare altri turisti italiani con guida italiana del gruppo del Tucano che viene a scusarsi con noi per la situazione, dicendo che in Perù le cose funzionano così e anche loro hanno avuto alcuni problemi. Ma non importa, siamo in vacanza! Arriviamo alle isole degli Uros, preparo il sacchetto con penne, matite e caramelle da dare ai bimbi. E’ una sensazione stranissima camminare su quest’isola fatta di tortora, hai la sensazione di affondare, è come camminare su un materasso ad acqua. Facciamo un giro, ci spiegano come si fanno le isole (che un tempo si spostavano per il lago ma che oggi invece sono ancorate), le barche e le case con la tortora e poi ascoltiamo assorbiti le canzoncine dei bimbi. C’è una musica assordante che arriva dall’isola vicina, ci dicono che c’è in corso una festa per un matrimonio, se vogliamo ci portano lì con la loro barca di totora. Perché no? Saliamo, è davvero bello essere in mezzo a questo lago blu con un cielo limpidissimo trasportati da una barca così tipica. A metà viaggio però… uno dei barcaioli smette di remare, dopo tutto stanno portando una ventina di persone, sarà anche stanco… e ci viene a chiedere 5 soles a testa per il viaggio. Glieli diamo volentieri ma la guida del Tucano non è d’accordo e nasce il diverbio tra lei e la guida peruviana: il trasporto infatti doveva essere gratuito, avevano detto, perché adesso dobbiamo invece pagare? Risultato: visto che non si paga, al barcaiolo è venuto male al cuore e non può più andare avanti a remare, così siamo in mezzo al lago in balia delle correnti; arriva la nostra motonave, facciamo un trasbordo in pieno lago e andiamo sull’altra isola. Boh! Gli sposi hanno un’aria tristissima, dicono che i festeggiamenti qui durano per una settimana, poveracci sono solo al secondo giorno con gli altoparlanti che sparano musica a mille decibel e una montagna di pop-corn sul tavolo davanti. Ripartiamo verso l’isola di Taquile dove pranzeremo. Siamo veramente in alto. Per arrivare in cima all’isola dobbiamo camminare un bel po’. Lo strappetto iniziale lascia senza fiato e il cuore che batte a mille, la guida ci raccomanda di andare molto adagio per non avere disturbi; non c’è problema, fermarsi ogni tanto ne vale la pena per vedere lo spettacolo di questo lago immenso e blu che sembra un mare. Lungo il cammino incontriamo il governatore dell’isola con sua moglie e gli diamo volentieri penne e matite che a loro mancano. Finalmente arriviamo in cima, nella piazza principale; le guide scelgono il ristorante dove mangeremo, qui gli abitanti vivono in comunità e si dividono tutto. Fa freddo, mangiamo pesce di lago con riso e patate e beviamo l’immancabile matè. Ripartiamo con la guida italiana, fa veramente freddo, non abbiamo le giacche a vento e ci infiliamo i K-way; la guida spagnola chissà dov’è, speriamo di prendere la strada giusta! Incontriamo donne vestite tipicamente e ragazzini che portano in spalla confezioni pesantissime di acqua e bibite facendo gli scalini in salita e discesa come niente fosse! Avendo fatto tardi ci aspetta un bellissimo ritorno con tramonto sul lago e arrivo alla città di Puno tutta illuminata che si specchia nella acque insieme alle stelle che ci fanno intravedere in cielo la famosa costellazione della Cruz del Sur. Ceniamo. In albergo non ci sono messaggi col programma del giorno dopo; abbiamo voglia di dormire un po’ di più, se la guida arriva per una buona volta sarà lei ad aspettarci. 15 Agosto: La guida arriva mentre facciamo colazione, le diciamo di ripassare alle 9.00. Col pulmino andiamo a vedere le rovine della necropoli di Sillustani: non c’è nessuno, siamo solo noi cinque immersi nel silenzio e negli spazi infiniti con queste rovine che fanno da sfondo. La nostra guida è mistica e più di una volta ci fa mettere tutti in fila prendendoci per mano chiudendo gli occhi per esprimere un desiderio e fare poi un inchino di ringraziamento. Questo luogo è considerato pieno di energia e magnetismo, la nostra macchina fotografica fa fatica a funzionare, la guida dice che è normale, che anche con i cellulari succede lo stesso. Le tombe inca e pre-inca sono immense e maestose. Troviamo anche una mamma con bimbo e vigogna a seguito, facciamo una foto e diamo una caramella al bimbo e alla vigogna (che ne va ghiotta più del bimbo). Sulla strada del ritorno ci fermiamo ad un complesso di casupole, ci dicono che devono fare benzina… ne siamo proprio convinti! Scendiamo, entriamo nel villaggio, c’è una capretta che ha un giorno di vita e fa fatica a stare in piedi, è tenerissima; assaggiamo patate appena cotte e fumanti evitando di puciarle nella salsina fatta con il fango e acqua, entriamo nelle case per vedere come sono e lasciamo la solita mancetta per la visita (e il rifornimento?). A Puno facciamo un giro per il mercatino del porto, poi pappa, pisolino del pomeriggio interrotto da una processione con canti e musiche, e poi giro per le bancarelle e cena. 16 Agosto: Sveglia presto alle 5.30 sperando che alle 6.30 si presenti qualcuno (ovviamente ieri sera non c’erano messaggi per noi) per prendere l’aereo da Jiuliaca a Lima. Tutto a posto, sono arrivati. L’aeroporto sembra fatto di ghiaccio dal freddo che fa! Arriviamo a Lima, ci portano all’albergo e abbiamo la giornata libera. Riposiamo al pomeriggio; verso sera usciamo a piedi per andare a cena. 17 Agosto: Al mattino alle 9.00 tour di Lima: la giornata è umida, il cielo è coperto dalla garua e fa freddo. Vediamo le spiagge dell’Oceano Pacifico, il centro coloniale, la statua di Pisarro, le vecchie mura della città, il monastero di San Francesco, la piazza con la cattedrale e il palazzo del Governo. Qui ci sono due strani personaggi sul marciapiede che sembrano mimi: la guida ci spiega che la gente peruviana ha un’interpretazione tutta sua del codice stradale e quindi ci sono questi personaggi per strada che devono insegnare ai pedoni quando attraversare e come. Divertente! Ci portano alla nostra agenzia dove ci aspetta Paola; ci offrono il pranzo a base di ceviche. Al supermercato poi ci comprano anche una bottiglia di Pisco come ricordo. Gentili. Torniamo in albergo e verso sera andiamo in aeroporto per prendere il volo dell’Air Madrid delle 22.00. Check-in e…si torna a casa! 18 Agosto: Atterriamo puntuali e senza scali alle 16.30, facciamo il check-in Alitalia e ci rilassiamo prima di partire alle 19.50. Ore 19.20: sul display Alitalia compare la scritta “Cancelled”: allibita batto un colpo sul braccio di Marco e faccio segno al televisore. Marco tranquillo si rivolge al personale di terra come per dire, occhio che avete sbagliato! Un ragazzo esce e ci comunica che dobbiamo andare al banco Alitalia a chiedere informazioni. No, no, no! Non è vero! C’è già ressa, il volo non c’è e quindi ci smisteranno su altri aerei con partenza il giorno dopo. Lottiamo per essere assegnati su un altro volo, c’è chi viene messo su volo da Madrid con scali a Barcellona, Roma, Zurigo e poi tutti a Malpensa. Siamo… fortunati, il nostro almeno è un volo diretto Madrid-Malpensa. Si va tutti all’Hotel… indovinate un po’… Auditorium ! Ha ha! Che ridere. Questa volta abbiamo però le valige, ceniamo e ci riposiamo in pace. 19 Agosto: Colazione e partenza per l’aereoporto. Nuovo check-in (ormai con tutti questi raggi siamo fluorescenti). Ore 14.00: imbarco. Partiamo con un’ora di ritardo, l’atterraggio è a Malpensa. Da qui prendiamo due taxi per andare a casa dei nostri amici, prendere l’altra macchina e andare a Linate a recuperare la macchina lasciata nel parcheggio. Arriviamo finalmente a casa! Questo sarà sicuramente un viaggio che ci ricorderemo per tutta la nostra vita… tanto desiderato in tanti anni e finalmente realizzato!


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