Perù classico e altopiani centrali
1-2/8 Partenza da Malpensa alle 23, atterriamo all’aeroporto di San Paulo alle 6 ora locale (fuso –5h). I passeggeri in transito sono indirizzati verso sportelli appositi dove ritiriamo la carta di imbarco, partenza alle 8,45 e arrivo a Lima alle 12 ora locale (- 7h dall’Italia). Tramite un taxi autorizzato (vi è una specie di botteghino all’interno dell’aeroporto) ci facciamo portare al terminal degli autobus per raggiungere Pisco (60 soles), pensavamo di farci portare verso il terminal di Cruz del Sur o Ormeño, entrambe indicate dalla Lonely come migliori compagnie, ma il taxista ci consiglia Flores dicendo che è simile, e ha il vantaggio di essere diretta a Pisco mentre con le altre dobbiamo scendere sulla Panamericana e prendere poi un taxi. Credo che il taxista fosse in buona fede, per la verità l’ autobus di Flores è abbastanza fatiscente, il terminal è inesistente in una viuzza sterrata, non a caso siamo gli unici turisti, tantoché l’autista preferisce mettere i nostri zaini nella sua cabina da riposo. Nonostante il timore iniziale comunque il viaggio è poi andato bene e abbiamo speso pochissimo (13 soles pp durata 4 h). Appena partiti il bigliettaio si trasforma in un venditore di enciclopedia audiovisiva per bambini, capiremo poi che questa è un’abitudine molto diffusa anche nei bus a breve percorrenza, e vendono di tutto, persino le singole caramelle. Arrivati a Pisco ci assalgono per offrirci tours e hotel, ma noi avevamo già una prenotazione all’ Hostal Villa Manuelita (carino, 95 soles camera e colazione continentale), prenotato direttamente con e-mail, e per il tour Isla Ballestas e Paracas prenotato per e-mail all’agenzia Paracas Overland (60 soles pp, conviene prenotare via internet, sul posto la stessa agenzia applica una tariffa di 90 soles pp). Dopo abbiamo capito che fermarsi a Pisco è inutile, non è neppure una cittadina interessante, duramente colpita da un terremoto 2 anni fa è ancora in fase di ricostruzione. Inoltre il traghetto per le Isole Ballestas parte da Paracas, e da Paracas è anche possibile prendere il bus notturno Cruz del Sur per Arequipa, mentre noi abbiamo viaggiato con Ormeño, ugualmente cara ma meno efficiente, sia in termini di puntualità che comodità (agenzia in Pisco, con un taxi portano al terminal sulla Panamericana, c’è solo la corsa notturna, 100 soles pp, durata 12h). Cena al Puerto Nuevo, ristorantino vicino all’hotel, non turistico, molto economico e familiare, ma buono (pollo alla griglia con patate, mais e birra ben 29 soles!)
3/8 Passano a prenderci alle 7,15. Al porto una miriade di turisti attende di salire sulla barca, (tassa d’imbarco 1 sol), in 10 minuti ci imbarchiamo e iniziamo il tour, una guida spiega in inglese e in spagnolo. Non si scende mai sulle isole e ci dobbiamo accontentare di vedere i vari animali dal mare, ma le barche si avvicinano a sufficienza e ne vale la pena. Ritornati al porto partiamo per la Reserva di Paracas, (ingresso 5 soles) dove ogni tanto ci fermiamo per ammirare la scogliera e i panorami. E’ un ambiente molto suggestivo, prevalentemente desertico. Pranzo alla Lagunillas da Tia Fela, buoni piatti di pesce e assaggiamo la Chicha Morada, bevanda non alcolica, o pochissimo alcolica non ho capito, ricavata dal mais (pranzo 60 soles). 4/8 Arriviamo ad Arequipa alle 7,30, neanche troppo devastati, i bus notturni di prima classe hanno dei sedili reclinabili abbastanza comodi (camas). Appena arriviamo al Terminal acquistiamo il biglietto per Puno, questa volta vogliamo fare il viaggio diurno ed è offerto solo da Ormeño (60 soles pp). Con un taxi raggiungiamo il nostro hotel, Hostal Solar prenotato per e-mail (anche questo è gradevole, alla reception sono molto gentili, 99 soles con ottima colazione). Prenotiamo in hotel il Colca Canyon tour (45 USD pp, due giorni con pernottamento a Chivay). Pranzo al Cafè Casa Verde, dove ha sede un’associazione no profit che accoglie i bambini di strada (macedonia, panino, succo e caffè 18 soles). Visita al Museo Santuarios Andinos dove è conservata la mummia Juanita, la bambina vittima di sacrificio inca trovata in seguito ad un’eruzione del vulcano Ampato (biglietto 15 soles pp). La visione della mummia è suggestiva perché effettivamente è rimasta ben conservata nel ghiacciaio del vulcano, oggi è anche oggetto di indagine scientifica, dagli esami dei tessuti e del DNA si cerca di capire lo stato di salute e le abitudini alimentari. Giriamo ancora un po’ per Arequipa, cittadina molto piacevole, visitiamo la Cattedrale, la chiesa de la Compañia con la sua splendida Cappella di Sant’Ignazio, compriamo degli ottimi biscotti artigianali da Antojitos de Arequipa in calle Jerusalem 120 e cena da Ary Quepay (ottimo, primo pisco sur del viaggio, e secondo me il migliore, trota per me e filetto di alpaca per Ezio, birra tutto per 74 soles). Si esibisce un gruppo musicale tradizionale, offerta libera. 5/8 Monasterio di Santa Catalina (ingresso 30 soles pp), magnificamente restaurato, da non perdere. Conviene andare presto per evitare la folla, noi non abbiamo preso la guida e l’abbiamo girato da soli con l’aiuto del pieghevole che consegnano all’ingresso. Pranzo al ristorante vegetariano Gopal, il locale non è pulitissimo ma l’insalata di frutta con yogurth e muesli è ottima e abbondante (6 soles la grande). Come indicato dalla Lonely prendiamo un bus cittadino per andare alla Chiesa di Juan Baptista (biglietto 0,70 soles pp), purtroppo apre alle 16 e quindi non la vedremo. Ci accontentiamo della splendida vista del vulcano Misti. Se avete bisogno di informazioni non esitate a chiedere alle persone, nelle città tutti parlano spagnolo, ho sempre trovato disponibilità e gentilezza. Assistiamo in Plaza de Armas ad una corteo religioso, suonano e ballano e indossano vestiti molto colorati, alcuni sono mascherati, più in là nel viaggio ci spiegheranno che le maschere rappresentano gli Spagnoli invasori. Anche qui , come in Messico, la religione è un misto di cattolicesimo e antiche credenze di origine inca. Cena da Ary Quepay (questa volta trota per Ezio e alpaca al vino per me, 66 soles) 6-7/8 Colca Canyon Passano a prenderci in hotel, siamo un gruppo di 10 persone, e la guida è una ragazza molto gentile e preparata, Jania di Vita tours, originaria di Chivay, spiega in inglese e spagnolo. Usciti da Arequipa inizia la salita fino a giungere alla Riserva Aguada Blanca y Salinas, siamo su un altopiano oltre 4.000 m, vediamo alpaca, vicuñas, lama. La popolazione è molto povera e vive essenzialmente di pastorizia, l’agricoltura è limitata vista la quota. Per lo più vi sono case isolate, i bambini devono anche camminare 1-2 ore per raggiungere la scuola, un paio di volte all’anno tosano gli animali e si recano nei paesi per vendere la lana o barattarla con mais e patate. Nella valle del Colca il turismo iniziò nel 1970, ma si interruppe negli anni 80 per via di Sendero Luminoso. Riprese dopo l’arresto di Guzman, e dai pochi visitatori al giorno si passò alle odierne 800 persone al giorno. Prima sosta a Vizcachani per bere un mate di coca e chachacoma, contro il mal d’altura. A questo proposito noi non abbiamo avuto problemi perché siamo appassionati di montagna e pratichiamo anche escursionismo di alta quota su ghiacciaio, per chi invece non è abituato può essere un problema se lo spostamento è rapido, per esempio direttamente da Lima con l’aereo. Superato il punto più alto a Patapampa circa 4.900 m, scendiamo verso Chivay (ingresso 35 soles pp). Ottimo pranzo a buffet (20 soles pp) e sistemazione in hotel. Noi siamo a la Casa di Lucilla, hostal modesto ma siamo stati bene, acqua calda e non abbiamo avuto freddo, la signora è gentilissima. Giriamo per il paese, c’è un mercato, compro il tipico cappello delle donne del Colca, poi andiamo alle Hot Spring (ingresso 20 soles), aiuto ecco dove sono i turisti: tutti a mollo ! Ormai ci siamo e facciamo il bagno, l’acqua è piacevolmente calda, solo quando si esce si prova un attimo di brivido. Ricordarsi un lucchetto per l’armadietto, non ne hanno molti. Cena da El Nido, locale per turisti, troppo chiasso, suona un gruppo musicale e una coppia di ballerini si esibisce in danze tradizionali coinvolgendo il pubblico. Il mattino dopo si parte preso per il Canyon, il paesaggio è meraviglioso con i vari terrazzamenti di origine inca. Alla Cruz del Condor centinaia di persone, ma i condor arrivano davvero, si avvicinano anche parecchio, forse sono incuriositi da tutti quei puntini colorati. Al ritorno la guida ci mostra delle tombe scavate nella roccia, scoperte nel 1970 in occasione dei lavori di costruzione dell’acquedotto che doveva portare l’acqua dalla Cordillera Chilla alle pianure. E poi vediamo un interessante pietrone dove vi è incisa la pianta dei terrazzamenti visibili da quella posizione, come se gli Inca prima della costruzione effettuassero uno studio per valutare le pendenze e l’esposizione. Infatti da questa dipendeva lo sviluppo delle varie coltivazioni. Assaggio il sancayo, il frutto del cactus, sembra un kiwi ma è acido come un limone. Ancora una sosta a Maca dove visitiamo la chiesa, mi ricorda quella di San Cristobal in Messico. Nel complesso il tour vale la pena, certamente si ha l’impressione di essere intruppati, avendo più tempo lo si può fare da soli spostandosi con i bus locali, però senza guida non si hanno le spiegazioni dei luoghi. Direi che forse vale la pena organizzare con un giorno in più per visitare i villaggi al fondo del canyon. Ritorno ad Arequipa e cena ad Ary Quepay, e questa volta cuy, porcellino d’India, ma a pezzetti perché intero è impressionante. Simile alla carne di coniglio, ma sapendo cosa è, non ne rimaniamo molto entusiasti (77 soles). 8/8 Alle 11 partenza per Puno (ricordarsi di pagare la tassa d’imbarco 2 soles pp), arriviamo dopo 6 ore. Al terminal dei bus si viene letteralmente assaltati dagli agenti turistici, pensando che fosse persona dell’hotel ho accettato di seguire una signora che ci ha portati con un taxi al nostro hotel Posada Don Giorgio prenotata per e-mail (buono, camera 35 USD con colazione abbondante). Ho da lei prenotato il bus diurno per Cuzco (compagnia San Luis 40 soles pp 7 h) mentre il Titicaca tour l’avevo prenotato con Cesar Roca, guida della Cordillera Blanca indicatomi da un’amica. Cena da Don Piero, buono (papas alla huancaina, trota e alpaca, sangria 75 soles). 9-10/8 Titicaca tours. Prima tappa alle isole galleggianti degli Uros, popolazioni preincaiche di lingua aymara. Sicuramente oggi sono isole turistiche, perlomeno quelle accessibili ai turisti, in ogni caso sono da vedere perché rappresentano un condizione di vita molto particolare e interessante. Ci trasferiamo quindi ad Amantani, dove dormiremo a casa di Aurelia. Isola tranquilla, ospita 4.000 abitanti suddivisi in 10 comunità di lingua quechua, né strade né auto, sebbene il turismo, arrivato circa 10 anni fa, abbia portato un po’ di benessere, la vita qui è ancora molto semplice. Aurelia ci prepara un ottimo pranzo con zuppa di quinoa, riso, formaggio e verdure. Pomeriggio salita alle rovine di Pachatata (padre terra insieme a Pachamama madre terra). Al ritorno piccola festa in piazza con danze intorno ad un falò. Il mattino dopo visitiamo l’isola di Taquile, qui il turismo è arrivato già da 40 anni, infatti esistono più strutture ricettive, ma rimane comunque ancora piacevole. Contano circa 2000 abitanti suddivisi in 6 comunità, qui sono gli uomini che lavorano a maglia, sì persino mentre camminano, e indossano copricapo chiamati chulio dai cui colori, e da come è indossato, si può comprendere lo stato sociale di single, coniugato o soltanto fidanzato. Analogamente le donne, il cui abito tradizionale prevede l’uso di più gonne sovrapposte, anche fino a 20, indossano abiti colorati solo se sono nubili. Durante la passeggiata vediamo il kantuta, fiore simbolo del Perù. Assistiamo poi alla presentazione di alcune danze tipiche e siamo invitati a danzare con loro. Gli abitanti di Taquile sono conosciuti per i loro manufatti in lana e tessuto, sono effettivamente molto belli anche se piuttosto costosi rispetto a quanto visto finora. Pranzo in un ristorantino, ottima trota (40 soles), ancora un giro per l’isola dove constatiamo che i ristoranti non si contano, discesa attraverso circa 500 gradini e viaggio in barca. Ritorno a Puno e cena ancora da Don Piero, mi faccio tentare da un piatto di tallarin alla carne, e mi portano un piatto di taglierini in bianco con una bella fetta di carne ai ferri appoggiata sopra! (meglio Ezio con il suo lomo alla don Piero). 11/8 Trasferimento a Cuzco. Arriviamo al Terminal Terrestre e con un taxi (10 soles) arriviamo all’Amaru Hostal in San Blas (molto carino, la nostra camera è collocata su due piani collegati da una scaletta in legno, sotto il letto e il bagno, sopra un salottino con vista sui tetti di Cuzco, 43 USD con ottima colazione, da segnalare anche la gentilezza del personale). Dopo esserci sistemati andiamo a saldare il conto del nostro Inca trail da Perutreks. Cena da Cosa Nostra in calle Plateros , consigliata in alcune relazioni. A noi non è piaciuto, si tratta di un ristorante diciamo raffinato, con cameriere pronto a versare da bere, due piatti di pasta, neanche eccezionali, e una birra 84 soles. Non lo consiglio, ma non tanto per il costo perché in Italia spendiamo ben di più, bensì innanzi tutto perché il cibo non vale la spesa, ma soprattutto per l’idea in sé, è un posto che si potrebbe trovare ovunque nel mondo, sicuramente non è frequentato dai locali o, eventualmente, da persone dalla disponibilità economica ben superiore alla media, e allora non trovo sensato andare fino in Perù per mangiare in ambienti che già evito a casa mia. Nessuno se la prenda, esprimo una idea assolutamente personale. 12/8 Visitiamo Qorikancha (ingresso 10 soles pp), molto bello, poi giriamo per la città ammirando la doppia struttura delle mura delle case, pranzo da Granja Heidi, buonissime insalate di frutta e succhi (24 soles). Quindi visita alla Cattedrale (ingresso 25 soles), da non perdere, splendide cappelle, doppio altare, uno in argento e il più antico in legno, nonché un coro in legno di cedro finemente intagliato. Cena da Cicciolina. Di nuovo un locale moderno, assolutamente anonimo, piuttosto caro con pietanze decorate con salsine indefinite, piccole porzioni servite al centro di piatti enormi. I piatti peruviani sono poi rielaborati e, secondo me, snaturati (2 piatti e birra 112 soles). Per fortuna un po’ più su in San Blas c’è la panetteria-bar Il Buon Pastore dove ci siamo consolati con ottimi dolcetti e caffè. 13/8 Acquistiamo il boleto turistico per un giorno (70 soles pp) e visitiamo i siti intorno a Cuzco. Prendiamo il bus locale indicato dalla Lonely (biglietto 2,40 soles), chiedete perché il terminal è praticamente in un cortile di una casa, il bus è poco turistico, e infatti siamo gli unici turisti, ma Ezio conquista le simpatie degli altri passeggeri cedendo il suo posto ad una signora. Arriviamo a Tambomachay e da lì poi proseguiremo a piedi per visitare i siti di Pukapukara, Q’enqo e la magnifica Saqsaywaman. Da qui si ritorna facilmente a Cuzco. Cena da Victor Victoria, finalmente un locale normale, ottimi piatti e servizio gentile (61 soles). 14/8-17/8 Ore 5,30 ci vengono a prendere e inizia l’Inca trail. Il gruppo è costituito da 16 persone più la guida Freddy, l’aiuto guida Manuel, 20 portatori e il cuoco Cristobal. Dopo varie ricerche avevo deciso di prenotare presso Perù treks il trail, avevo prenotato in aprile perché il percorso classico è molto gettonato, il governo ha stabilito un numero di 400 partenze al giorno tra turisti e portatori. Ero un po’ preoccupata perché temevo un grande caos, in realtà i diversi gruppi si diluiscono lungo il percorso e si ritrovano solo nei punti di sosta per il pranzo o il pernottamento. Certo non si ha proprio l’impressione di essere soli, ma la bellezza del percorso compensa il disagio. Ottima l’organizzazione di Perutreks, sempre tutti gentili e professionali, ancora mi chiedo come il cuoco abbia potuto preparare i piatti che ci ha proposto, cucinava meglio di me (ci vuole poco direbbe Ezio, però nella vita bisogna scegliere, e io ho scelto di trascorrere il tempo libero lontano dai fornelli). Bello il percorso, i numerosi siti, l’ambiente, che varia dal montuoso con poca vegetazione al quasi tropicale con piante verdi e orchidee, le ripide scalinate inca. Nel complesso il cammino non è faticoso, noi però andiamo abitualmente in montagna, infatti, nonostante fossimo i più vecchi del gruppo, eravamo sempre avanti di un po’. Le prime 2 notti sono state piuttosto freddine, si dorme oltre 3.000 m, però vestiti con abiti di pile e un buon sacco a pelo, si sta bene. L’ultima sera invece di lusso, a Winay Wayana si può persino fare una doccia calda. Di Machu Picchu che dire? La vista dalla Porta del Sol al mattino presto è suggestiva, girare tra le rovine, anche se ripulite e restaurate, ha un suo fascino, la passione con cui la nostra guida Freddy, mestizo, descrive il luogo e il suo stato di conservazione grazie al fatto di non essere stato trovato dagli Spagnoli, cattura l’attenzione. Certo, dopo le 10 i visitatori diventano davvero tanti, ma comunque a mio avviso ne è valsa la pena. Mi è dispiaciuto non poter salire al Wayna Picchu ma anche qui numero chiuso, quando siamo arrivati a Machu Picchu Freddy ha chiesto ma non vi era più disponibilità. 18/8 Escursione organizzata a Moray-Salinas, prenotata da Naty’s Travel Agency in Triunfo 338, per 45 soles pp, guardatevi intorno perché i prezzi variano, più biglietti di ingresso 10 soles a Moray e 5 soles a Salinas. Il percorso in autobus si svolge lungo la Valla Sacra, dolci colline coltivate. Moray è veramente interessante, la disposizione delle terrazze e il sistema di raccolta dell’acqua piovana, e successiva evaporazione, creavano microclimi che permettevano lo studio dell’acclimatazione delle piante provenienti da luoghi anche lontani come la giungla tropicale. A Salinas invece circa 3000 vasche permettono la raccolta di sale cloruro di sodio da acque sorgive che ne sono particolarmente ricche. Pare però che l’estrazione del sale sia una tecnica moderna, e che gli inca utilizzassero direttamente l’acqua salata per la preparazione dei cibi. Al ritorno ci fermiamo in una piccola azienda tessile, i prodotti sono molto belli ma anche piuttosto cari. Ritornati a Cuzco beviamo un ottimo succo di frutta e una fetta di torta da Yaguu sulla Plazoleta Espinar.
19/8 Prima di lasciare Cuzco visitiamo ancora il museo Inka (biglietto 10 soles pp) che ospita una ricca collezione di manufatti di origina incaica e preincaica, consigliato. Ancora un museo, quello di Storia Naturale, ma non ne vale la pena. Per pranzo pizza da Chez Maggy in Procuradores, vicino a Plaza de Armas, abbastanza buona (pizza e birra 69 soles). Per andare ad Ayacucho abbiamo scelto la compagnia Celtur (biglietto 60 soles pp), siamo partiti alle 19 perché la prima parte del viaggio fino a Andahuaylas, circa 9 ore, ancora su strada asfaltata, si fa di notte in modo che la seconda parte, altre 10 ore, su strada sterrata si possa affrontare di giorno. Uso propriamente il termine affrontare perché si tratta di una strada senza protezioni che percorre la valle, quando si allontana dal fondo del fiume si ha da un lato la montagna e dall’altra il pendio scosceso. Da noi sarebbe consigliata ai soli fuoristrada, là ci passano gli autobus e i tir. Oltre a noi c’erano soltanto altre due turiste, una madre colombiana e sua figlia. La ragazza è un’antropologa che ha studiato e vive a Madrid, ed è in Perù per fermarsi in una zona nel Perù del Nord per 6 mesi, la madre l’accompagnerà fino a Hyuancayo (si capirà dopo perché mi sono soffermata su questo incontro). Arrivati ad Ayacucho ci perderemo di vista perché stiamo in hotel diversi, noi abbiamo scelto il Santa Rosa, in via Lima vicino alla Plaza de Armas (carino, 105 soles con colazione continentale). Cena al ristorante La casona, buono ed economico (52 soles). 21/8 Cominciamo la nostra visita della città con Il museo della Memoria indicatoci dall’ufficio del turismo e non citato dalla Lonely. Ci accoglie una giovane donna che, vista la nostra disponibilità e interesse, ci racconta del periodo di Sendero Luminoso, della violenza del movimento stesso, e della successiva terribile repressione governativa che ne seguì. Le parole della giovane donna mi hanno commossa e colpita, lei stessa, all’età di 12 anni, ha perso il padre ucciso solo perché sospetto. Fra 40.000 e 60.000 persone morirono o scomparvero, di cui ancora oggi non si hanno notizie. Il governo era allora presieduto da Garcia Perez, che, incredibilmente, ha vinto anche le ultime elezioni del 2006. Ci fermiamo ancor a parlare dell’attuale condizione peruviana, ci siamo solo, noi c’è tempo, e ci spiega come la prima difficoltà risieda nella mancanza di una lingua comune. Ufficialmente è lo spagnolo, ma molti campesinos degli altopiani conoscono solo il quechua. Il Museo è sostenuto dalle famiglie dell’ANFASEP (familiari dei desaparecidos). Ci spostiamo poi al Barrio Santa Aña, dove, intorno alla piazza, sorgono le botteghe degli artigiani. In realtà compriamo il nostro piccolo retablos in miniatura un po’ prima sulla strada, nel laboratorio di una signora che ci ha fermato per strada. Visitiamo poi il Mercado Artesanal, ma devo dire che la qualità è inferiore a quanto visto a Cuzco. Pranzo a Le Miel in Plaza Mayor, ottima insalata di frutta e succhi (27 soles). Dopo le 17 visitiamo la Catedrale, la Iglesia de la Compañia di Jesus e quella de San Francisco de Asis, all’ufficio del turismo forniscono un elenco delle chiese e i loro orari di apertura. Vediamo anche il Museo di Arte Popular dove però sono esposti solo alcuni esempi di pregevoli retablos. Ayacucho è una piccola città e sicuramente non offre molte attrazioni turistiche, è però per questo sicuramente più autentica. Cena da El Nino, ottimo ed economico (trucha e parrillada mixta 59 soles). 22/8 Trasferimento a Huancayo, unica compagnia Expreso Molina, abbiamo scelto il viaggio diurno con partenza alle 7. Dura 10 ore su una strada sterrata lungo la Valle del Rio Mantaro, il paesaggio è meraviglioso, la strada taglia la montagna e passa attraverso zone rocciose da un lato e il pendio scosceso, veramente molto scosceso, dall’altro. Ho viaggiato a destra in modo da non vedere il precipizio sottostante, ma essendo ai primi posti riuscivo a vedere attraverso il vetro del guidatore. Due giorni dopo a Huancayo sapremo che il giorno dopo, il 23/8, il bus notturno è precipitato provocando la morte di 18 persone, di cui un turista, un ragazzo australiano di 27 anni, e fra i sopravvissuti le due donne colombiane che avevamo incontrato nel viaggio verso Ayacucho. Sono veramente colpita e dispiaciuta, pare che l’incidente sia avvenuto per colpa di una distrazione del guidatore che chiacchierava con una donna ospitata nella cabina di guida, non so se è così, devo dire però che gli autisti del nostro viaggio avevano guidato benissimo e mi ero complimentata con loro, perché quella strada, per i nostri standard, è impossibile. A Huancayo avevamo riservato per telefono da La casa de la Abuela, perché ben recensita in Internet e dalla Lonely. Ora non so cosa sia successo, ma oggi l’hostal, nonostante l’ingresso sia carino e originale, necessita di una significativa ristrutturazione, ci hanno fatto vedere una pessima stanza, non solo molto spartana, ma con profonde crepe sui muri, un letto traballante, e per di più con acqua corrente disponibile solo al mattino. Senza contare la posizione lontana dal centro, prezzo 60 soles a notte. Decidiamo di non fermarci e ci spostiamo in via Puno, vicino alla piazza centrale, dove ci sono due hotel contigui, El Marquez, molto bello con camera a 120 soles con colazione, e Los Balcones, discreto, pulito a soli 65 soles ma senza colazione. Ci fermiamo qui e lo consigliamo, la colazione fatela al Cafè de Coqui, sulla stessa via. Cena al ristorante La Cabaña (discreto, due piatti e birra 64 soles) nello stesso edificio dell’agenzia Inca del Perù dove abbiamo prenotato un Artesanal circuit. 23/8 Oggi è domenica e c’è la famosa feria de artesiana, mercato domenicale. Effettivamente è un grande mercato che richiama venditori dai villaggi vicini, ma solo circa un terzo è riservato ad oggetti artigianali. Pranzo al Nuevo Orizonte, ristorante vegetariano, insalata di frutta niente di speciale e succo per 18 soles. Visitiamo la Catedrale e la chiesa de La Merced, architettonicamente semplici e un po’ spoglie, e andiamo poi a piedi al Cerrito de La Libertad. Cena alla polleria La Leña, in piazza, ottimo pollo al forno e birra per 35 soles, ma poi ci fermiamo per un caffè e dolcetto alfajores al buonissimo Cafè de Coqui vicino all’hotel. 24/8 Artesanal circuit con Inca del Perù, siamo solo noi due quindi ci costa 55 USD pp. Iniziamo con il Parco dell’Identità Huanta in Huancayo, la guida Willy ci illustra il significato delle sculture costruite con pietre provenienti dalla valle e i nomi delle piante dei piccoli giardini. Le tappe successive sono a Cochas, paese noto per le zucche artisticamente lavorate, ci viene mostrata la tecnica e ne acquistiamo qualcuna; poi San Jeronimo de Tunan dove vediamo la lavorazione della filigrana d’argento, e infine Hualhuas centro della lavorazione della lana. In questo paese si stanno svolgendo i festeggiamenti per il Santo Patrono San Roque, e quindi vediamo cortei e danzatori dagli abiti variopinti e originali. Visitiamo anche il convento di Santa Rosa di Ocopa, costruito dai monasteri francescani nel 1725 per i missionari diretti verso la giungla. Il tour è abbastanza interessante, ma sicuramente non vale la spesa, meglio organizzarselo da soli. Cena ancora a La Leña, piatti vari 50 soles. 25/8 Trasferimento a Lima, viaggiamo con Cruz del Sur (biglietto 39 soles pp, circa 6 ore), effettivamente risulta la migliore compagnia. Il viaggio è piacevole, il panorama superbo, la strada per la maggior parte del percorso costeggia la ferrovia, la famosa seconda ferrovia più alta al mondo, la più alta in Tibet, si sale fino ad un passo a 4.800 m e poi si scende a Lima. Al terminal ci attende un taxi inviato dall’hotel El Patio (corsa 20 soles), l’hotel è piccolo e carino, (camera con colazione 135 soles) si trova in Miraflores, però conviene alloggiare in centro se si ha poco tempo. Bella la scogliera di Lima dove c’è una struttura commerciale e una passeggiata da cui si ha una bella vista sull’oceano. Cena da Mama Lola (locale carino, pizza e birra 88 soles, meglio però scegliere i primi). 26/8 Prendiamo un autobus in Paseo de La Republica per raggiungere il centro (biglietto 1,2 soles), c’è molto traffico e ci impieghiamo 1 ora e mezza per raggiungere la fermata Emancipacion a pochi isolati da Plaza de Armas. Visitiamo la Catedrale (ingresso 10 soles), merita sia per la cappella che accoglie la tomba di Francisco Pizarro, che per il museo religioso e lo splendido coro. Mentre aspettiamo le 12, ora del cambio della guardia, visitiamo ancora l’Iglesia de La Merced e l’Iglesia di San Pedro, quest’ultima è particolare per gli archi e le pareti decorate con piastrelle in stile moresco. Purtroppo il cambio della guardia non è ben visibile, la polizia non fa varcare i cancelli, e quindi vediamo ben poco. Camminiamo ancora lungo la via pedonale che collega Plaza de Armas con Plaza San Martin e da qui ritorniamo a Miraflores con un microbus in av. Arequipa. Ultimissima tappa al Mercado degli Indios in av. Petit Thowars, l’intera via è un susseguirsi di negozi di artigianato, dove c’è quasi tutto ciò che abbiamo visto durante il nostro viaggio, i prezzi ci sembrano più elevati ma si ottengono sconti contrattando. Ultimo trasferimento all’aeroporto, il taxi costa 45 soles e ci impieghiamo circa 1 ora. La tassa d’imbarco è 31 USD, accettano anche soles ad un cambio normale. Attenzione perché passando oltre i controlli di polizia si paga tutto in usd, pochi e carissimi caffè dove mangiare qualcosa, a titolo esemplificativo una bottiglietta di acqua, che pochi metri prima avreste pagato 2 soles, qui costa 2 usd. Si parte in orario destinazione San Paulo, e da qui di nuovo il lungo volo fino a Milano Malpensa. Ezio & Tea
Siti utili www.perutreks.com www.go2peru.com www.turistipercaso.it www.viaggiareliberi.it www.incaroca.it www.cisonostato.it