Perth-sydney in auto-2

E ricomincio... eravamo rimasti a mundrabilla, questa stazioncina di servizio in mezzo al deserto chiamato "nullarbor plain", perché privo di vegetazione per miglia e miglia. la cena la si consuma in un localino della stazione di servizio, tende e tovaglie a quadretti bianchi e rossi, fuori un cane che rincorre delle oche e si diverte un mondo....
Scritto da: eloisa_v
perth-sydney in auto-2
Partenza il: 10/04/1997
Ritorno il: 30/05/1997
Viaggiatori: in coppia
E ricomincio…

eravamo rimasti a mundrabilla, questa stazioncina di servizio in mezzo al deserto chiamato “nullarbor plain”, perché privo di vegetazione per miglia e miglia.

la cena la si consuma in un localino della stazione di servizio, tende e tovaglie a quadretti bianchi e rossi, fuori un cane che rincorre delle oche e si diverte un mondo. Il menu é quello tipico dei pubs: pollo con moooooolta salsa, e verdure (piselli e zucca), patata (una ) e broccolo (uno). Due bicchieri di latte e una fettona di torta alle mele annegata nella salsa di vaniglia!!!! i camionisti sorridono tra i pochi denti e i molti tatuaggi. La padrona é davvero grassa e davvero gentile. La tratta é stata lunga, 650 km. Per niente faticosa però. Quello che ci ha colpito di più é stato guardare nel retrovisore e vedere esattamente lo stesso paesaggio che stava di fronte a noi: la strada era deserta e così diritta, che le due visioni corrispondevano!!! nemmeno un canguro o un cespuglio a fare la differenza.

mundrabilla-ceduna ceduna é una cittadina del south australia, sulla costa. Da mundrabilla a ceduna ci sono molte cose da vedere: le dune bianche di eucla, al confine tra western australia e south australia, le scogliere alte fino a 100 metri a picco sull’oceano e laghi salati che si alternano ad immensi campi di grano.

partenza dal motel alle 7.30. (nota: il cane é sempre lì che corre e le oche sono sempre lì che scappano…!!!). Alle 8.00 imbuchiamo una stradina in terra battuta che ci porta ad eucla. Il posto é magnifico, ed a quest’ora la luce é stupenda. Infiliamo le scarpe da trekking e ci avviamo per un giro nelle dune. Sono candide, e la sabbia é finissima. Lontano lontano vediamo l’oceano. Ogni tanto capita di vedere una rovina di una vecchia costruzione mezza sommersa dalle dune che viaggiano velocemente. da dietro un cespuglio spuntano due emù… Questi piccoli struzzi hanno un caratterino parecchio irascibile. Mamma ed io non vorremmo sicuramente irritarli per provare il loro becco. Così ci mascheriamo in perfette cacciatrici, a 4 gambe e sottovento decidiamo di seguirli ed avvicinarli. La cosa funziona benino. A poco meno di dieci metri da loro, ci vedono, ma ci snobbano, e noi li fotografiamo e ce ne andiamo subito. Non ci piace disturbare chi fa colazione! passiamo il controllo di frutta e verdura ed entriamo nel nuovo stato, avanzando gli orologi di 3/4 d’ora.

a poca distanza dalla strada i cartelli indicano i belvedere sul “great australian bight” (il grandioso morso australiano), che , a differenza del “great australian white”(lo squalo bianco), non attacca. Il great australian bight é una formazione di scogliere a picco sull’oceano. Viste dall’alto si presentano come una curva frastagliata nella terra australiana, ricordando un morso, appunto. In questo punto le scogliere sono particolarmente alte ed imponenti. Mentre mi sporgo a vedere giù, mia madre urla, come tutte le madri. Allora decido di tornare indietro. Ma non prima di avere scattato una qualche foto. Nella stagione giusta di qua si possono osservare le balene nelle loro migrazioni stagionali.

ci fermiamo per pranzo in una boscaglia. Appena posizionate le sedie però ci assale uno sciame di vespe che aveva il nido proprio nel suolo, sotto al mio sedere!!! raccogliamo armi e bagagli e ce ne andiamo: che bestioline suscettibili perdio! ma torniamo a noi: vi consiglio di prendere delle stradine in terra battuta secondarie, per raggiungere ceduna: ce n’é una che porta all’oceano ed ad un paesino di pescatori alquanto grazioso, passando per un paio di laghi salati dai colori stupefacenti. Ritornando nell’entroterra si passa per pascoli enormi e campi di grano infiniti: siamo nel granaio d’australia. Qui pascolano pure tantissime pecore. Animali stupidi. Appena uno si avvicina scappano a migliaia, disordinatamente. Non hanno conquistato la nostra simpatia.

ceduna-port augusta- flinders ranges il parco nazionale delle “flinders ranges” costituisce la prima vera grande tappa del nostro viaggio. Oramai siamo quasi a metà delle nostre vacanze. Ci fermiamo a port augusta, cittadina abbastanza grande, e nostro primo grande supermercato da due settimane buone in qua. sembriamo due bimbe felici, e comperiamo pure delle riviste di cucina australiana, insieme a burro fresco, formaggio, pane e golosità varie, frutta e un qualcosina per fare un qualche “spiritual break” (in cui intendiamo spiritual per alcol, non per yoga! ci piace fermarci in un paesaggio particolarmente affascinante e concederci un piccolo drink!). la strada qui si dirige a nord, verso questo parco incredibile. Avevo visto delle fotografie, ma questo parco lascia senza fiato: l’area delle flinders ranges non é altro che un immenso cratere formatosi nel clima quasi desertico dalla caduta di un meteorite sulla terra migliardi di anni fa. Dal paesaggio piatto si passa ad un susseguirsi di colline molto simili, quasi si trattasse di un onda congelata, come se un titano avesse buttato un enorme macigno nell’acqua, e mentre le onde si allargavano a cerchio, abbia congelato il tutto, trasformandolo in terra gialla e blu. per la strada passeggiano gli emù.

consiglio: sulle falde del cratere (a wilpena pound) c’é il bellissimo motel del parco, ma spesso é pieno. Vi conviene prenotare una stanza uno o due giorni prima. A noi é andata male. Dopo aver incontrato uno sciame interminabile di locuste di piccole dimensioni in migrazione (andavo a 20 all’ora, ma malgrado ciò l’automobile é stata cosparsa di pasta di locuste, sin dentro al motore, e dovevo avanzare con i tergicristalli in funzione!!! allucinante…), siamo arrivati al motel pochi minuti dopo di un bus di turisti giapponesi (e chi se no?).

se dovesse capitare pure a voi, non disperate, a 25 km a ritroso sulla strada, c’é il “rawnsley park”: un bel campeggio dove si noleggiano dei containers molto spaziosi, con tanto di bagno e cucina. Se avete della carne, fuori é pieno di grill, a disposizione, così come la legna. Gli australiani amano tanto l’aria aperta da fare della grigliata il loro piatto nazionale, “barby”, lo chiamano, che sta per “barbecue”. Troverete sempre dei grill di mattoni, provvisti di legna o di gas dal governo australiano, nei posti più belli, dove fermarsi con il proprio camper, o automobile. La stessa città di sydney ne é piena: molti parchi cittadini offrono la possibilità di cucinarsi la cena, e moltissime famiglie australiane passano le serate all’aperto per tutta l’estate.

il giorno dopo ci avviamo al parco, e troviamo una camera. Ci fermeremo tre giorni, godendo del fresco degli eucalypti e delle possibilità di passeggiare. Dopo 3-4’000 km di auto, la nostra schiena richiede di più della solita passeggiatina quotidiana.

il giro più bello in assoluto e quello che costeggia il cratere dal suo lato esterno, per poi valicarlo alla base del pizzo “saint mary”. Se si vuole arrampicarsi, bisogna contare un paio d’ore supplementari. io ho deciso di cimentarmi, ma se avete le vertigini o non vi sapete lasciar andare su un salto di due metri, o ancora non avete fiducia nelle vostre possibilità di arrampicata, non lo fate. Mia madre é quasi svenuta a guardarmi dal basso, ed ho incontrato una ragazza molto grassa incastrata tra due massi che piangeva e non osava lasciarsi scivolare giù da una roccia. Mentre il suo ragazzo la sosteneva, io la spingevo, e tutto é finito bene. Il proseguo della camminata é andato bene, l’interno del cratere é pianeggiante, ed il sentiero facile. Ma non sottovalutate le capacità di marcia degli australiani, sono ottimi camminatori, e se vi dicono che questa camminata dura sette ore, vuol dire che é vero! dopo sette ore di marcia, siamo arrivate esauste al motel di wilpena pound. i piedi erano pieni di grosse fiacche, dovute al caldo. La natura del luogo é favolosa, e ricca di flora e fauna. Il giorno dopo ci siamo dedicate ad una passeggiata molto corta, ed io mi sono occupata del lavaggio dell’auto dalla pasta di cavallette di cui era cosparsa.

a questo motel si mangia e si beve davvero bene. Vicino c’é pure un grande campeggio. Sotto agli eucalypti sono riapparsi i pappagalli, dopo tanto deserto li ritroviamo con piacere! i galah, rosa e grigi; i rosella, verdi, blu, rossi e gialli; i kings parrots, verdi ed arancioni, e i famosi e grandi kakatoua, bianchi o neri con la caratteristica cresta gialla. I neri sono rari, e qui non ve ne sono. Le uniche popolazioni di kakatoua nero sono nelle foreste fredde pluviali di fronte alla tasmania, più a sud.

l’ultimo giorno, alle 7.00 di mattina ci concediamo il lusso di una gita in aereo, seguita da una gita in 4×4. Ve le consiglio con tutto il cuore! la gita in aereo fatela di mattina presto: la luce é perfetta per le foto. Gli aerei sono minuscoli, per tre persone e un pilota, tutti schiacciati in un piccolo abitacolo. Da lassù la vista sul cratere da un’idea di ciò che avvenne, ed é uno spettacolo che fa saltare fuori il cuore dal petto e venire la pelle d’oca! il volo dura un venti minuti, ma che minuti, gente!!! in 4×4 ci addentriamo nel paesaggio da far west dei dintorni: su e giù dalle collinette regolari, sembra di essere in ottovolante! i paesaggi sono bellissimi, si chiacchera con i compagni d’avventura. Alle 10 é prevista la torta con il the, a mezzogiorno il “barby” sotto ad enormi eucalypti pieni di kakatoua bianchi, alle 16 torta e the, di nuovo, e visita ad una delle più vecchie fattorie dove da sempre allevano pecore. Non guardiamo i manufatti artigianali, perche non sono un granché. Mi soffermo solo sull’arte aborigena, che da sempre mi affascina, ma non compero nulla.

wilpena-broken hill abbiamo lasciato wilpena pound e le flinders per dirigerci a broken hill. Questa città si sta svuotando a vista d’occhio. La sua ricchezza sono state per decenni le miniere di zinco e di argento che si trovano fuori l’abitato. Tra 15 anni però si stima che si esauriranno, e la gente già se n’é andata. Le strade sono vuote e i negozi chiusi. Non c’é un ristorante, solo “clubs” e molti aborigeni per strada hanno l’aria triste e persa, tanto quanto gli anziani. giovani? pochissimi.

a riportare un po’ di vita e di turismo ci ha pensato il cinema. Per primo “mad max”. Alcune scene sono state girate non lontano da qui. Ed in ultimo “priscilla, queen of the desert”, un film australiano che a me é piaciuto davvero tantissimo! se non lo avete ancora visto, affittate subito un video: ne vale la pena, e vi avvicinerete molto all’australia, una certa australia molto particolare.

ho portato qui mia mamma per una ragione ben precisa: il pub dove i protagonisti del film “priscilla” hanno una delle loro disavventure: il “mario’s palace hotel”. Questo pub é una costruzione bellissima dal passato incredibile. Un tempo era zeppa di avventori. Il proprietario é un italiano immigrato. Mario valentini. Andate a trovarlo, che ritrova le parole a stento ma ha tanta gioia di parlare nella sua lingua natia. Fa molta tenerezza ed é una persona splendida.

vi racconterà del suo pub, della gente che ormai non viene più, vi farà visitare i locali pieni di cimeli impolverati ed imbalsamati, i locali dipinti da un suo amico aborigeno morto molti anni fa. Sono proprio questi dipinti che rendono il locale famoso: tutte le pareti ed i soffitti sono pieni di scene di caccia, riproduzioni di “botticelli”, un a “maja desnuda” a cui successivamente é stato incollato uno straccio sulle nudità (straccio che ora pende pericolosamente sul vostro capo a colazione…), e così via. nel film “priscilla” ne avrete un assaggio. Andateci, che mario é un uomo triste, ma passerete momenti di profonda gioia parlando con lui e rendendolo felice. Il posto vale sicuramente la deviazione ed é facile da raggiungere.

la mattina dopo, mario ci vuole preparare personalmente la colazione, e non sarà contento se non ingurgitiamo tutte e tre le uova al tegamino! partiamo tardi e sazie.

broken hill-mungo il mungo national park é una meraviglia nel deserto. Se volete fare un pieno di canguri, quello é il posto migliore, ve ne sono a centinaia. Il luogo é bellissimo anche perché vi si possono trovare dei resti di animali preistorici e di aborigeni, risalenti a 40’000 anni fa. Il percorso in automobile é molto suggestivo e ricchissimo di aquile. Una nota: in australia sono estremamente rispettosi dell’ambiente. inutile dirvi che qui come in qualsiasi altro posto (e non é necessario che si tratti di una zona protetta, ma é una regola assoluta) È VIETATO LASCIARE RIFIUTI IN GIRO, MA Ê ANCORA PIÙ VIETATO RACCOGLIERE REPERTI. Alcuni reperti infatti vengono volutamente lasciati sul posto perché chi li trovi senta quell’emozione irripetibile dell’esploratore. Per favore, non prendete ossa preistoriche con voi! a mungo c’e uno degli “shed” (baracconi in legno per la tosatura delle pecore) più vecchi d’australia, ed é una costruzione magnifica davvero. Lì vicino vi consiglio il motel: un gruppo di bungalows in cerchio, ampi ed accoglienti, molto belli. La cena viene servita nella casa più grande. Dopo cena, fuori, il cielo é così carico di stelle che vi sembrerà che vogliano cadervi addosso! la volta celeste ne é riempita sino all’orizzonte.

la strada che va e viene dal parco é in terra battuta, a volte la terra lascia spazio alla sabbia. L’unica maniera per arrivarci, allora é condurre ad una velocità di 60-70 km/ora, e quando improvvisamente la terra lascia posto alla sabbia, surfare sulla sabbia senza frenare. Funziona, se non ci sono mucche sul cammino!!!!! mungo-mildura-echuca tratto molto bello di strade comode, che sfrecciano attraverso zone più abitate, ricche di vegetazione. Fanno qui la loro apparizione i grandi fiumi navigabili australiani, che scorrono nelle foreste di eucalypti. attraversiamo altre zone di vigneti e cantine (dove non manchiamo di comperare una qualche bottiglia, già che il vino di margareth river sta finendo), una zona di allevamento di scampi e moltissime meravigliose piantagioni di mandorle! consigliatissima la sosta in una delle fattorie dove confezionano torroni e specialità di mandorle! ci fermiamo a pranzo sulle rive del mitico fiume “murray”. Teatro di molte saghe australiane, canti e leggende, questo fiume sgorga nelle “snowy mountains”, (le montagne rocciose australiane dove gli abitanti vanno a sciare d’inverno, tra gli eucalypti…), per gonfiarsi e irrigare una zona grandissima di entroterra australiano. Se avete tempo, qui potrete affittare i famosi “house boats” e lasciarvi trascinare sulla corrente da queste grandi zattere abitabili. Pare ci si senta degli “huckelberry finn” sul missisipi river.

a echuca si può cenare in una famosa cantina presso il piccolo porto. Se avrete più fortuna di noi, non vi sarà un banchetto in corso e mangerete benissimo. Al motel era ottimo comunque: risotto agli scampi e cappesante, con del chardonnay, torta ai datteri e caffé. Il motel era molto carino. Ve ne sono molti in questa cittadina, che una volta era un importante centro portuale. Oggi non si utilizza più il fiume per il traffico di merci, ma molti nostalgici continuano a navigare sulle loro bellissime barche a vapore. Potete partecipare ad una gita in battello a vapore se la cosa vi intriga. Noi abbiamo proseguito: echuca-bendigo.Ballarat-portland.

dalla campagna alla costa. A portland ci é impossibile trovare una camera: proprio in questi giorni si corre una corsa tradizionale su auto d’epoca. Arrivano da tutta australia per assistervi. A notte già calata, grazie ad una gentile signora di un motel che ha telefonato per noi in giro per la campagna, arriviamo in un piccolo pub. Tutto ok. La costa é bella, ma si comincia ad avvertire quell’aria minacciosa dei luoghi che ci apprestiamo a visitare. A marcare la tragedia dei luoghi, il tempo si guasta, e per la prima volta piove.

heywood-warrnambool-port campbell prima di dirigerci in uno dei luoghi costieri più visitati d’australia, ci dirigiamo a warrnambool, nome aborigeno che non so cosa significhi. Qui abita la sorella di noeline, amica mia carissima di sydney. Mi ha detto di passare di qua. E così facciamo. Uno squillo e ci invitano per un the. La casa é davvero splendida. E pensare che l’hanno costruita tutta da sé!!! loro ed i figli, che erano ancora molto giovani. Accidenti! é proprio vero che gli australiani hanno il bernoccolo del fai-da-te! avremmo voluto farci traghettare in tasmania, ma il traghetto sarebbe stato pienissimo e ultra prenotato per i prossimi due mesi. Se volete andare in questa terra bellissima, organizzatevi in anticipo. É una delle poche cose che dovrete organizzare in australia. Gli australiani stanno scoprendo la loro isoletta del sud, che dicono essere un piccolo paradiso. A noi é andata male, ma forse mica poi tanto. Abbiamo tagliato fuori melbourne e ci siamo dirette nella zona del “parco nazionale dei dodici apostoli”. Questo tratto molto scenografico di costa é percorribile grazie alla tortuosa “ocean road”. si tratta del tratto di costa più tragico che io abbia mai visto: ogni piccola baia qui porta il nome di una disgrazia (“baia della disperazione”, “anfratto del dolore”, “scogliera del pianto”, e nomi simili). Contare quante imbarcazioni siano affondate qui, é impresa impossibile. Le correnti si fanno fortissime, in questo punto, perché le acque profonde dell’oceano si scontrano con le più calde e meno profonde acque del mar di tasmania. L’umidità della zona e il freddo di quest’area, rendono i luoghi spesso nebbiosi facendo perdere la bussola anche ai migliori marinai. questi poveracci, sospinti dal vento nella nebbia, non riuscivano più a calcolare bene la rotta, e quando dalla nebbia spuntavano improvvisamente i faraglioni di cui questo tratto di costa é ricchissimo, non c’era più nulla da fare. Pioveva, il mare era grosso, l’atmosfera pesante. Devo ammettere che mia mamma ed io abbiamo pianto alla memoria di gente che mai avremmo potuto conoscere: poverissimi emigranti scozzesi o irlandesi, marinai, clandestini e farabutti. I luoghi sono sconcertanti e carichi di tragedia, oltre che molto belli. Dodici apostoli sono chiamati i 12-13 faraglioni più belli e grandi, riuniti in un corto tratto di costa. Li si può visitare grazie ad una passerella in legno. andateci all’alba: non c’é nessuno e la luce é bellissima. Fermatevi a dormire a port campbell. Ci sono molti alberghetti. Io vi consiglio un motel dopo il museo, sulla sinistra, direzionato sul porticciuolo: le camere sono appartamenti! pulitissimo e spaziosissimo e con un ottimo ristorante. motel con ristorante che credo si chiamassero “crayfish”, dal nome della nostra cena. Qui infatti servono dell’ottimo astice, cotto semplicemente e servito senza tutte quelle salsine ricche che cancellano il sapore: solo aglio e burro.

visitiamo la baia più famosa, quella del naufragio della “loch arch”: proveniva dall’irlanda o da londra. A bordo molta mercanzia ed una famiglia di 20 nobili, era l’alba del 1. Giugno 1878. La nave si schianta, le onde sono alte 20 metri. Un marinaio raggiunge per miracolo la riva, e sente delle urla: l’unica altra superstite é la più giovane della famiglia di nobili. Si butta in acqua e la salva. Sulla spiaggia si arena una bottiglia di rum. E questa é la seconda cosa che salva loro la vita. A giorno fatto il giovane riesce a scalare le ripidissime scogliere che attorniano la spiaggetta (non ho ancora capito come ha fatto) e chiede aiuto. Solo loro, su 32 persone, si sono salvate, e sono forse le uniche in anni di naufragi. L’impresa aveva del miracolo e gli australiani avrebbero voluto che i due si sposassero. Ma la storia non ebbe un seguito romantico: lei sposò un nobile, e lui continuò la sua carriera marinaia e divenne capitano.

port campbell-apollo bay da qui partiamo, sotto la pioggia. Sul cammino seguiamo un cartello turistico e raggiungiamo un faro incredibile. La vista e la visita valgono la svolta, molto bello ed istruttivo, la guida é molto brava. É lui che ci consiglia una passeggiata nella foresta pluviale poco lontano, in direzione apollo bay: non perdetevela! é ben segnalata ed é una delle più belle passeggiate nella foresta vergine che io abbia mai fatto: felci giganti di 3 metri di altezza, orchidee e pappagalli.

apollo bay é una bella cittadina che d’estate si riempie di turisti : le sue onde fanno gola ai surfisti e le sue spiaggie sicure ai natanti. É un posto simpatico e ricco di alloggi per ogni tasca.

cercate nei dintorni, un poco in montagna, un ristorantino conosciuto da gourmets, gestito da un greco. Il ristorante ha pure un motel annesso. Il posto é molto carino, architettura compresa. La vista sulla foresta é molto bella e si mangia benissimo, sapori greci ma innovativi poiché arricchiti dalla cultura multietnica del palato australiano. Da provare! lui é uno dei migliori cuochi australiani sul mercato. Purtroppo non ho marcato il nome. Ma se chiedete probabilmente lo troverete.

apollo bay-corne altro paesino turistico. Nelle vicinanze c’é una bella passeggiata che culmina in un luogo fatato con cascata che sempra appartenere ad una pubblicità di prodotti esotici per la doccia, mancava solo l’antipaticissima meravigliosa hawaiana nuda sotto la cascata! segnalo il “pier restaurant”, grande e senza possibilità di vino al bicchiere, ma ottimo.

phillip island vale la sosta, l’isola dei pinguini. Andateci, é molto bella. I pinguini sono piccoli ed escono puntualissimi al tramonto dall’oceano, tutti insieme. Non fate come quegli stupidi di giapponesi che li accecano con i flash. Comperate le foto fatte dai rangers, di modo che non spaventerete quelle povere creature. É l’unico luogo dove io abbia mai comperato una videocassetta. Era per i nipotini, ma devo dire che é un ottimo ricordo… Quella pinguinata ! vedeste quanti! l’isola é ricca di possibilità di passeggiate. Possibilità di visitare un centro per koala. Moltissime le possibilità di alloggio, dai campeggi, agli hotel.

phillip island- lake entrance lake entrance é un posto particolarissimo. Vi consiglio vivamente di non fermarvi a lake entrance stesso, bensì nel villaggio vicino di MUTONG. É un luogo incantevole. Qui l’oceano é diviso da alcuni laghi da una sottile striscia di sabbia.Il luogo pullula di vita. Vi consiglio una crociera su un veliero. Parte da mutong stesso. Se avrete la nostra fortuna il cielo sarà azzurrissimo, e la giornata indimenticabile, tra queste acque dolci ricche di vita.

due coppie di australiani, finita la crociera, ci hanno invitato a bere un paio di bottiglie di bianco con loro, al pub lì vicino che da sul porto. Tramonto calmo e bellissimo, forse anche abbellito un po’ dal dolce chardonnay.

lake entrance-tilba-mollymook-sydney entriamo nello stato del new south wales, e ci avviciniamo a sydney. Da qui via il paesaggio é ormai urbanizzato, ma le campagne sono bellissime e verdi smeraldo. Si possono trovare molte guest-houses, ovvero b&b un po’ più costosi in ricche case coloniali arredate con gusto. Non ne abbiamo avuto occasione, ma sicuramente ve ne sapranno indicare una qualcuna. Fermatevi a mollimook, cittadina piccola ed accogliente, con una bella spiaggia dai tramonti mozzafiato. questo tratto di costa é tranquillo e divertente, si può tastare il rilassamento delle persone in vacanza e dei pensionati che giocano a bowling (bocce su erba, gioco inglese), tutti armati di cappello e rigorosamente vestiti di bianco, come vuole la divisa di questo gioco anglosassone. La costa é molto bella e ricca di luoghi incantevoli ed ancora selvaggi dove sostare a poco prezzo. Basta avere il tempo di cercare. Ma io avevo fretta di riabbracciare i miei amici a sydney. E per descrivere questa città non basterebbe un mese! é semplicemente meravigliosa e piena di vita.

se non siete ancora morti o assopiti, complimenti! e se volete precisazioni, scrivetemi. Sarò felice di darvi una mano a fare una vacanza che mia madre ed io ricordiamo tutti i giorni con grande gioia e nostalgia. L’australia é un paese estremamente facile da attraversare. Non avrete difficoltà di nessun genere: é libertà pura! un bacio



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