Perso per una settimana a New York
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Sembrerà assurdo, ma avevo messo da parte qualche risparmio per questo viaggio già nel 2007, poi un improvviso cambio di vita mi ha costretto a posticiparlo di 6 anni, ma non è mai troppo tardi, e l’attesa ne è valsa la pena.
È stata una foto di Central Park e il relativo commento che sono comparsi sulla bacheca di facebook e postati da una mia ex compagna di università che in una calda giornata di fine giugno mi hanno spinto a prenotare il tanto agognato viaggio per New York.
Tramite e-dreams ho trovato per 510 € volo A/R con Alitalia con partenza da Malpensa senza scali e sul sito di prenotazioni Agoda, il Morningside Inn Hotel, situato a nord-ovest di Manhattan, a pochi minuti da Central Park. Per una stanza singola con bagno in comune il costo per 7 notti è stato di 410 € circa.
Ho passato il resto dell’estate a documentarmi sui vari siti e blog presenti su internet. Alcuni diari di viaggio presenti in “Turisti per caso” sono stati davvero di grande aiuto. Presso la mia libreria di fiducia ho poi prenotato anche la guida “New York insolita e segreta”, di T.M. Rives, ed. JonGlez, contenente una serie di suggerimenti e luoghi da visitare particolari, raccolti tra racconti ed esperienze di newyorkesi doc.
Dopo mesi di attesa finalmente arriva il 25 ottobre. Ore 12,30 partenza da Milano. Aereo confortevole con personale gentile, ma soprattutto in perfetto orario. Leggendo, riposando e guardando due film sullo schermo personale le 9 ore di viaggio sono trascorse veloci. Una volta giunto all’aeroporto Kennedy e passati i (lunghi) controlli alla dogana ho raggiunto il centro città attraverso il comodo e veloce (aggiungerei intrepido) Airtrain (7,50 $ comprensivi anche di un viaggio in metropolitana). Tramite la linea E (blu) e poi la 1 (rossa) arrivo all’albergo a pochi passi dalla stazione della 110ma strada. Con mia grande sorpresa, a differenza dei numerosi cattivi commenti, la stanza è pulita e abbastanza spaziosa. Anche il bagno è comodo, ben illuminato e doccia con buon getto di acqua calda. L’ora locale segna le 18, ma in Italia è già mezzanotte. Decido così dopo aver mangiato qualcosa di fare una breve passeggiata per la Broadway Street dirigendomi verso il centro. Arrivo piano piano fino al Madison Square Garden.
Rientro intorno alle 23 in hotel. Purtroppo gli effetti del fuso orario si fanno sentire e senza farlo apposta alle 4.30 sono già sveglio. Mi impongo di riposare fino almeno le 7 e con un po’ di impegno mi riaddormento. Verso le 7.30 mi alzo con in mente le prime destinazioni prefissate per la visita. Per la colazione trovo all’angolo per casualità un panetteria/pasticceria francese che fa anche servizio bar e che consiglio vivamente. Croissant e dolci sono fantastici e i prezzi sono gli stessi, ma con porzioni superiori, delle catene di caffetterie. Si chiama “La Toulousaine” al 942 di Amsterdam Ave.
SABATO
Bellissima giornata di sole, ma soffia un vento piuttosto freddo. La mia guida indica alcuni punti di interesse nella zona vicina all’hotel: l’Upper Manhattan. Comprende una visita al Morningside Park e alla cattedrale di Saint John the Divine, dove ogni anno si svolge la benedizione delle biciclette, e dove su un capitello è stato “previsto” l’11/9.
Scendo poi verso l’Upper West Side seguendo il Riverside Park e attraversando gli eleganti palazzi del quartiere. Raggiungo così la zona a sud di Central Park, e forse qui inizio un po’ a perdermi. La curiosità mi fa muovere senza quasi una meta precisa, incantato dalla maestosità dei palazzi intorno. Mi ritrovo senza quasi accorgermene a Times Square e proseguo fino ad arrivare all’Empire State Building. La tranquillità delle zone residenziali ha lasciato spazio al traffico e ai numerosi turisti e abitanti giunti in centro per lo shopping. Camminando raggiungo la biblioteca nella quale entro per vedere gli originali peluches di Winnie Pooh che hanno ispirato le favole. E via verso il Grand Central Terminal e il Chrysler Building fino a raggiungere il fiume per vedere l’isoletta indipendente. Mi lascio impressionare dall’assurda altezza della nuovissima Trump Tower (non quella sulla V strada!) per poi passare sulla strada dove le griglie della metropolitana hanno sollevato la gonna di Marilyn Monroe in “Quando la moglie è in vacanza”, e poi in un angolo dove, quasi nascosto, c’è un pezzo del muro di Berlino e poi ai piedi di uno dei palazzi più alti di Manhattan che un azzardato progetto strutturale avrebbe potuto portare alla sua caduta non ancora terminato. Giungo lentamente fino alla Saint Patrick’s Cathedral, “impacchettata” per lavori di ristrutturazione, ma agibile all’interno. Si è fatto ormai sera e rientro in albergo. Sebbene sfinito non resisto alla voglia di vivere il sabato sera cittadino e trascorro una serata in un locale sulla 42ma.
DOMENICA
La pioggerellina della notte precedente ha lasciato spazio a un cielo azzurro intenso e al vento più freddo del giorno prima. Mi dirigo verso nord, nel quartiere di Harlem dove ho intenzione di assistere a una messa in stile Sister Act. Nel percorso mi imbatto in quello che il più piccolo cimitero di New York, una sola tomba la cui urna contiene le spoglie di un bambino prematuramente scomparso. Raggiungo il vecchio cinema Loew’s, sulla Broadway, all’altezza della 175ma. Sia la sala, con ornamenti bizantini, che la funzione religiosa che avviene al suo interno sono uno spettacolo. Concerto quasi rock con tanto di batterista con cresta rosso porpora e trio di cantanti in abito da sera. Emozionanete!
A mezzogiorno raggiungo una mia amica che è giunta da Houston dove ha seguito un corso di aggiornamento. Con lei e il suo collega visitiamo nel pomeriggio la parte est di Central Park. Mentre la sera andiamo a cena in un ristorante spagnolo nel Greenwich Village.
LUNEDì
Ancora sole e ancora vento e temperature piuttosto rigide. Attraversando la parte più a nord di Central Park raggiungo l’East Upper Side. Percorrendo la VI strada mi dirigo per qualche foto al castello di Madison Avenue e poi a un antico hotel, un tempo di campagna, ma che ora è racchiuso tra palazzi altissimi, anonimi e moderni, ed è stato trasformato in un museo.
Verso sud percorrendo la V incontro sulla mia strada il Flatiron Building (quello stretto a forma di triangolo) e alla sinistra la torre che assomiglia al campanile di piazza San Marco, un tempo costruzione più alta di NY.
Dopo una breve sosta da Macy’s, il grande magazzino di lusso, dove entro per un acquisto veloce richiestomi dall’Italia, salgo nel pomeriggio sul Top Of the Rock. In 35 secondi l’ascensore sale fino alla cima del palazzo più alto del Rockefeller Centre. La vista è spettacolare e molto emozionante. Sembra di vedere un plastico di Manhattan e c’è una perfetta visuale dell’Empire State Building Il cielo limpido permette di vedere anche i vicini distretti e il New Jersey.
Una volta ritornato a terra percorrendo la VII e poi la IX mi dirigo al quartiere di Chelsea. Qui visito la vecchia fabbrica dei biscotti Oreo, oggi centro commerciale. Tutt’intorno è incredibile come si passi dalla frenesia delle grandi arterie, alla tranquillità delle vie residenziali. Ci si dimentica della città e sembra di essere in un piccolo paese.
La sera mi aspetta “Spiderman”. Al Foxwoods Theater, a due passi da Times Square, assisto al mio primo musical di Broadway. Con il biglietto già acquistato in Italia a 95 € (notare che è uno dei posti più economici) assisto a questo spettacolo che desideravo da tempo vedere. Non posso considerarlo il mio preferito, ma è stato molto bello. Coreografie ed effetti speciali fantastici, con Spiderman che saltava da una parte all’altra sopra la platea ed è giunto fino al balcone dove ero seduto.
MARTEDì
Con la metropolitana raggiungo l’East Village dove mi metto alla ricerca della chiesa dalla mezza facciata, della statua di Lenin seminascosta sul tetto di un palazzo e del “Time Landscape”, un parchetto/opera d’arte dove un ingegnoso artista ha ricreato l’ambiante naturale di Manhattan prima della sua colonizzazione. Poi una passeggiata verso il quartiere di Greenwich Village, sotto certi aspetti un vero e proprio villaggio di campagna. Da questa elegante e suggestiva zona percorrendo West Street, quella portuale, un po’ malinconica forse, raggiungo la più movimentata e caotica Soho, dove sembra di trovarsi in un altro continente ancora. Dopo un breve pasto tipico cinese raggiungo Little Italy che non mi entusiasma, in quanto non ha per niente un carattere italiano se non per qualche ristorante e bar. Ancora qualche chilometro a piedi e mi trovo nella Lower Manhattan, il distretto finanziario. Un’altra bellissima sorpresa tra palazzi antichi simili a templi greci e grattacieli ultramoderni. I turisti si distinguono facilmente dagli elegantissimi uomini e donne d’affari che escono dai loro uffici di Wall Street. Vedo il famoso toro, la sede della Borsa più importante del mondo e visito il 9/11 Memorial, una parco costruito dove un tempo sorgevano le Torri Gemelle. All’interno di esso, in due grandi fontane scure, si riversano cascate di acqua. Sono riparati da lastroni di sasso dove sono incisi i nomi delle persone che hanno perso la vita durante gli attentati. È stato toccante quando ho visto un uomo porre una rosa su uno di quei nomi. E’ anche quasi ultimato il museo dove al momento sono visibili due colonne che formavano il basamento di una delle originali torri.
Verso il tramonto raggiungo le rive dove intravedo in lontananza la Statua della Libertà ed Ellis Island, meta del giorno successivo. Con il calare del sole resto in attesa che si accendino le luci dei grattacieli e vengo ripagato da un panorama stupendo.
MERCOLEDì
Come prefissato ritorno nella Lower Manhattan. Prima di salpare per l’isoletta dove è posizionata la Statua, raggiungo l’Irish Hunger Memorial, un vero e proprio angolo d’Irlanda dedicato a coloro che, spinti dalla carestia, hanno lasciato la loro terra verde e sono giunti nel Nuovo Mondo.
A bordo di un piccolo traghetto vengo trasportato prima ai piedi di Lady Liberty e poi a Ellis Island dove visito il museo dell’immigrazione. In questa struttura si decideva infatti il destino dei numerosi disperati che per settimane navigavano sull’Oceano in cerca di fortuna.
Il pomeriggio, attraversando a piedi il ponte di Brooklyn, raggiungo l’omonimo quartiere. E’ bellissimo voltarsi ogni tanto per vedere lo skyline di Manhattan man mano sempre più distante. A DUMBO Down Under the Manhattan Bridge Overpass (sotto il Manhattan Bridge) la vista è spettacolare. Sedersi su una panchina del piccolo parco è un’esperienza non descrivibile. Camminando mi addentro nel tranquillo quartiere di Brooklyn fino a scovare la casa che nasconde un’uscita di emergenza della metropolitana e la casa-mosaico, la cui facciata è una vera e propria opera d’arte. Trovo molto suggestivo questo sobborgo, con tranquille case dai colori caldi ed eleganti.
Per il ritorno decido di passare sul Manhattan Bridge con la visuale del vicino ponte illuminato e dietro i grattacieli luccicanti.
GIOVEDì
Come previsto dal meteo oggi è un po’ nuvoloso, ma non è prevista pioggia e le temperature si sono alzate. Mi dirigo a nord nel Bronx dove entro nel giardino botanico. I caldi colori autunnali ti fanno perdere in un’atmosfera magica e quasi irreale. Una leggera pioggerellina mi coglie di sorpresa, ma senza demordere rimango nel parco e quando cessa di piovere sono quasi l’unico visitatore rimasto all’interno. Nel pomeriggio decido di attraversare i quartieri residenziali del Bronx la cui cattiva fama è rinomata in tutto il mondo. Non ci sono bei palazzi e belle case e il tempo grigio rende tutto un po’ più malinconico, ma non mi pento di questa visita poco convenzionale, è il 31 ottobre, Halloween, e le strade sono piene di innocui gruppi di bambini mascherati che passano da porta a porta per chiedere dolci e caramelle, come vuole la tradizione. Con molto impegno attraverso le circa 130 strade per raggiungere l’albergo dove dopo una veloce doccia prendo il bus con direzione VI strada dove sta per iniziare la parata di Halloween. Lo sapevo già, ma qui ho proprio avuto la conferma che questa festa in America è davvero importante. Un vero e proprio carnevale con carri allegorici, discoteche in movimento per la via della città. Alcune persone hanno travestimenti incredibili e a volte anche costosi. Camminando incontri vampiri, zombies, molti Jocker di Batman e altre creature più o meno spaventose. Alcune case decorano le finestre e le scale con zucche decorate, pupazzi rappresentanti fantasmi, lapidi di polistirolo e altro ancora. Forse esagerato, ma l’atmosfera è davvero divertente. C’è anche la tv nazionale che riprende in diretta tutta la manifestazione.
La sera mi unisco a un party in una discoteca, l’unica pazzia della settimana perché spendo 40 $, ma era l’ultima sera e mi sono concesso questo lusso.
VENERDì
Oggi purtroppo è proprio piovoso e penso di ritirarmi in un grande museo per trascorrere l’ultimo giorno in attesa del volo serale. Mentre sono a fare colazione la città viene investita da una bufera incredibile che dura pochi minuti. La quiete dopo la tempesta però, mi permette di visitare ancora la parte di Central Park che non avevo visto. È bellissimo fotografare i boschetti di alberi dai colori autunnali mentre ti camminano intorno gli scoiattoli. Sono numerosissimi i corridori, domenica infatti c’è la maratona. Raggiungo il famoso laghetto con il ponte che ha come sfondo due grattacieli e il rinomato Hotel Plaza, purtroppo anche questo coperto dai ponteggi, ma l’atmosfera è comunque suggestiva.
Dopo un po’ di shopping per comprare qualche regalo per la famiglia visito il Museum of the City of New York (10 $). Non ci sono molto turisti in quanto non è molto rinomato. In una sala un video spiega tutta la storia della città dal momento della scoperta fino all’attentato alle Torri Gemelle. In una sala vengono presentati i vari movimenti che hanno caratterizzato la storia della Grande Mela, dalle sufraggette alla popolazione omosessuale, dalle lotte anti-razziste alla manifestazione contro la creazione di una moschea nei pressi di Ground Zero. Al piano terra è stata appena inaugurata una mostra con foto, filmati e testimonianze che raccontano dell’uragano Sandy che esattamente un anno prima ha lasciato il segno sulla metropoli, ma soprattutto sulle vicine zone marittime. Sono stato molto fortunato con il tempo ho pensato, se avessi prenotato per l’anno precedente sarebbe tutto saltato. La città infatti ha subito problemi per mancanza di elettricità e gas anche per parecchio tempo successivo la tempesta.
Con questo pensiero si conclude la vacanza. La sera raggiungo l’aeroporto Kennedy dove il volo mi riporterà in patria.
È stata una bellissima esperienza e porterò questo ricordo per sempre nella mente. Spero che questo racconto sia di aiuto per tutti coloro che decidano di passare qualche giorno nella Big Apple.
Mi ero dimenticato di scrivere tra le righe che ho incontrato tante persone gentili che si fermavano per chiedermi se avevo bisogno di aiuto quando mi vedevano con la piantina in mano… non me lo aspettavo sinceramente in una metropoli come NY! Un punto in più!