Percorso Rivoluzionario

Io e mio marito da tempo sognavamo la Isla Grande.Ma piu' che il mare e il sole,il nostro scopo era ricalcare in solitaria ispirazione il "percorso rivoluzionario" di Fidel e dei suoi "barbudos",per rivivere quei momenti storici ed eroici di cui tanti parlano e di cui pochi sanno veramente.Tramite il nostro amico/compagno Roberto Massari della...
Scritto da: Daniela De gaetano
percorso rivoluzionario
Partenza il: 28/12/2000
Ritorno il: 12/01/2001
Viaggiatori: in coppia
Io e mio marito da tempo sognavamo la Isla Grande.Ma piu’ che il mare e il sole,il nostro scopo era ricalcare in solitaria ispirazione il “percorso rivoluzionario” di Fidel e dei suoi “barbudos”,per rivivere quei momenti storici ed eroici di cui tanti parlano e di cui pochi sanno veramente.Tramite il nostro amico/compagno Roberto Massari della Fondazione Che Guevara,abbiamo avuto la possibilita’ di conoscere Aldo Garzia e intellettuali cubani con i quali si è parlato di politica, di Marcos,della socialdemocrazia scandinava,e anche se avevamo lo stomaco vuoto ed eravamo stanchi morti perche’ non avevamo la macchina tutto ci è sembrato un sogno…Siamo partiti da Roma il 28 dicembre 2000 con i soli biglietti aerei,siamo tornati 15 giorni dopo con una marea di indirizzi ricevuti da tutte le persone alle quali abbiamo dato passaggi (a volte avevamo anche quattro persone piu’ i bagagli stipati nei posti posteriori della macchina!!) ma soprattutto siamo tornati cambiati per sempre da un paese meraviglioso,dalla sua gente filosoficamente saggia e forte,orgogliosa e scatenata,coltissima e decadente; ci hanno cambiato gli odori e i colori dei tramonti cubani,i paesi e le citta’ al di fuori degli itinerari piu’ battuti,vuoti anche in altissima stagione perche’ per molti Cuba è solo L’Avana,Trinidad e Santiago ma non hanno mai visto Niquero e la spiaggia di Las Coloradas,dove è sbarcato il “Granma ” dei rivoluzionari, un passaggio di un chilometro in mezzo a una palude di mangrovie proprio di fronte alla Giamaica,oppure il paesino di La Esperanza a nord di Pinar,dove abbiamo ammirato il mare in tempesta da un moletto di legno pericolante…In due settimane abbiamo macinato piu’ di 3500 chilometri,abbiamo dormito in tutte le condizioni,anche vestiti,mangiato con i cubani ma soprattutto abbiamo parlato con loro,con loro abbiamo ballato e con loro ci siamo anche ubriacati con dell’ottimo ron “Pinilla”…Tornare a Roma e poi a Torino dove abitiamo è stato duro; duro è stato non vedere piu’ le palme reali ovunque e le macchine fatte in serie della nostra “civilta'”,così lucide ed efficienti ci sono apparse orride.Torneremo a Cuba,ci porteremo i nostri figli (quando li avremo..),continueremo a sperare che nonostante tutto quello che si dice di Fidel,la gente possa capire che anche con i suoi errori è riuscito a preservare una nazione dagli artigli degli USA e dal loro piattume culturale…Non sappiamo cosa accadra’ dopo,ma la “cubanìa” ormai ci ha rapito per sempre il cuore…Hasta la victoria siempre!!! Daniela & Augusto


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