Percorsi di storia nella zona di Monfalcone

Alla scoperta del Friuli Venezia Giulia - Parte 5
Scritto da: 19Simone80
percorsi di storia nella zona di monfalcone

Castello di Duino

Il Castello di Duino si trova a pochi chilometri da Trieste.

Il complesso è formato dalle rovine del Castello Vecchio e la splendida area del Castello Nuovo, costruiti entrambi su due promontori a picco sul mare.

I resti del Castello Vecchio (XI sec.), edificato interamente in pietra calcarea, si trova su un promontorio in posizione strategica a picco sul Golfo di Trieste.

Da questa posizione si può ammirare un notevole paesaggio sul mare e anche del Castello Nuovo.

Proseguo la visita dirigendomi al Castello Nuovo (XIV sec.) costruzione massiccia voluta per sostituire il poco distante Castello Vecchio.

Il castello è stato costruito sulle rovine di un avamposto romano e ingloba una torre del XVI secolo.

Prima di entrare nella dimora, vi sono le indicazioni per visitare il Bunker del Castello, situato a 18 metri di profondità e con una superficie di circa 400 mq, è stato costruito nel 1943 per la Kriegsmarine tedesca a difesa della base di Sistiana contro un eventuale sbarco alleato.

Sfruttato prima come rifugio antiaereo e utilizzato poi dall’esercito inglese come deposito carburante una volta terminata la guerra.

Giunti nell’edificio, si visitano oltre 18 sale, che conservano importanti capolavori d’arte e raffinati cimeli storici che testimoniano la storia centenaria della Famiglia Della Torre e Tasso e dei loro antenati.

Vi si trova anche una raccolta di materiale archeologico proveniente da raccolte private.

Al castello soggiornarono numerosi ospiti di prestigio come l’Imperatrice Elisabetta d’Austria, Johann Strauss, Gabriele d’Annunzio e il poeta boemo Rainer Maria Rilke, che qui compose le prime 2 opere delle “Elegie Duinesi“.

All’esterno si può fare una piacevole passeggiata nei giardini che si snodano su diversi livelli con distese di piante e fiori di ogni specie, ogni anno vengono piantati a rotazione periodica oltre 21.000 fiori.

Da oltre 400 anni è dimora della Famiglia von Thurm und Taxis, naturalizzata italiana nel 1934 in Della Torre e Tasso duchi di Castel Duino, che abitano tutt’ora all’interno del Castello.

Proseguo l’itinerario dirigendomi a Monfalcone.

Monfalcone

Giungo a Monfalcone, importante polo industriale della Regione ma interessante anche dal punto di vista storico e culturale.

Nel piccolo centro storico cittadino è possibile visitare alcuni palazzi storici come il Palazzetto Veneto (1762), l’antico palazzo sede della Canonica e sfino al 1962, successivamente acquistato e restaurato dal Comune.

La restaurazione ha modificato completamente l’assetto dell’edificio, innalzandolo di un pano e rifacendo completamente all’interno.

Vennero conservati il portale d’ingresso, le piccole finestre riquadrate del piano terra, il balcone con ringhiera e il giardino interno con i resti delle mura cittadine abbattute nel 1838.

Da non perdere anche il Duomo Arcipretale di Sant’Ambrogio (1929) costruito sui resti della chiesa precedente distrutta nella Prima Guerra Mondiale.

L’interno a navata unica presenta elementi in stile romanico, bassorilievi e finestre intarsiate.

Non molto distante si trova il Palazzo Comunale (1860) realizzato in stile neoclassico, che nel corso degli anni subì diversi ampliamenti e modifiche.

Nella Sala del Consiglio sono presenti due affreschi (XVI sec. circa) scoperti nel 1922, che raffigurano due scene del Buon Governo.

Lasciando il centro storico raggiungo il punto elevato dove è posizionata la Rocca, costruzione fortificata di origine medioevale simbolo della città.

E’ formata dal mastio a pianta quadrata circondato da una massiccia struttura muraria difensiva circolare.

In parte distrutta dalla guerra, la Rocca venne restaurata negli anni ’50 e dal 1970 è sede del Museo Speleo-Paleontologico, che raccoglie oltre 10.000 reperti di carattere storico-scientifico.

Il Museo della Rocca di Monfalcone si divide in due sezioni, quella Paleontologica e quella Speleologica.

La sezione speleologica presenta una raccolta di vari tipi di rocce, concrezioni di grotta, fenomeni carsici, la storia della speleologia, attrezzature ed abbigliamenti utilizzati dagli speleologi dal secondo dopo guerra.

La sezione paleontologia, ubicata in via Valentinis a Monfalcone, conserva le collezioni geologiche-paleontologiche, la biblioteca geo-paleontogica e l’esposizione di fossili dei periodi Mesozoico e Cenozoico.

E’ inoltre un ottimo punto panoramico, la vista spazia sulla città, sul mare e la zona circostante.

Tornando in città, spostandosi nell’area della Fincantieri, si trova il MuCa, l’unico museo italiano dedicato alla cantieristica.

Inaugurato nel 2017 nella sede dell’ex Albergo Operai del villaggio di Panzano, percorre oltre un secolo di storia attraverso testimonianze e documenti, con lo scopo di raccontare la storia di un territorio.

Il percorso espositivo si sviluppa su diverse tematiche, come la città-fabbrica, il cantiere, l’evoluzione del territorio, la tecnica e la costruzione delle navi e molto altro.

Fincantieri è leader italiano a livello globale nella progettazione e costruzione di navi da crociera, navi militari, offshore e navi speciali.

Nei dintorni di Monfalcone, si trova il Parco tematico della Grande Guerra, dove si ripercorre un pezzo di storia locale ed Italiana del periodo 1915 – 1918.

Il Parco è collegato con sentieri CAI, al Museo all’aperto del comprensorio difensivo della Dolina dei Bersaglieri, al Museo all’aperto di San Martino del Carso e al Museo all’aperto del Monte San Michele.

Io mi dirigerò proprio alla Dolina dei Bersaglieri.

Dolina dei Bersaglieri sul Monte Sei Busi

A pochi chilometri da Monfalcone si trova la Dolina dei Bersaglieri, detta anche “Dolina dei 500”, un museo all’aperto inaugurato nel 2000 sui campi di battaglia del Monte Sei Busi poco distante dal Sacrario dei Centomila di Redipuglia.

Uno di quei luoghi in cui nel corso della Grande Guerra, la presenza ed il sacrificio dei soldati è ben documentata.

Il Monte Sei Busi se pur non molto alto, fu aspramente conteso durante la I Guerra Mondiale perché consentiva di dominare per ampio raggio l’accesso da ovest ai primi gradini del Tavolato Carsico.

La zona, controllata dall’esercito austro-ungarico e passata sotto il controllo italiano nell’ottobre del 1915 con la Terza Battaglia dell’Isonzo, è caratterizzata dalla linea trincerata, ruderi del piccolo ospedale militare, resti di alcune baracche dei soldati e la fossa comune che raccoglieva i corpi di 500 caduti, successivamente tumulati nel vicino Sacrario.

L’area era un’efficace appoggio per la prima linea di battaglia, dopo la fine della Terza Battaglia dell’Isonzo, l’esercito italiano riuscì a conquistare Gorizia (Agosto 1916), il fronte si mosse così nuovamente e la Dolina si trovò in una posizione più protetta.

La piccola struttura dell’ospedale militare era formata da tre stanze, tra queste anche la sala operatoria.

Sulle pareti sono presenti due iscrizioni, una delle quali riporta i nomi dei medici che vi prestarono servizio.

A destra e a sinistra della struttura invece ci sono gli ingressi di una grotta a ferro di cavallo, usata come posto di ricovero.

Visitando questi luoghi e percorrendo le trincee, si può immaginare quanto fosse dura la vita dei soldati al fronte durante la Grande Guerra.

Mi sposto di poco per visitare il Sacrario Militare di Redipuglia.

Sacrario Militare di Redipuglia

Il Sacrario Militare di Redipuglia, detta anche “Sacrario dei Centomila”, è il più grande e maestoso sacrario italiano dedicato ai caduti della Grande Guerra.

Realizzato sulle pendici del Monte Sei Busi, fu inaugurato il 18 settembre 1938 e custodisce i resti di oltre 100.000 soldati caduti nelle zone circostanti, in parte già sepolti inizialmente sull’antistante Colle di Sant’Elia.

La struttura rappresenta simbolicamente l’esercito che scende dal cielo alla guida del proprio comandante, per percorrere la “Via Eroica“, la strada lastricata in pietra con 38 targhe bronzee con incisi i nomi delle località carsiche contese durante la Grande Guerra.

Superata la “Via Eroica” si arriva alle tombe dei generali, tra cui la grande tomba monolitica del Duca d’Aosta, Comandante della 3^ Armata.

Alle spalle si elevano i 22 gradoni, sormontati dalla scritta “Presente”, che custodiscono le spoglie di oltre 39.800 soldati identificati, ordinati in ordine alfabetico.

Al centro del 1° gradone si trovano le spoglie della crocerossina Margherita Kaiser Parodi Orlando, unica donna sepolta, mentre al 22° si trovano i resti di 72 marinai e 56 uomini della Guardia di Finanza.

Al termine della scalinata due grandi tombe che custodiscono i resti di oltre 60.300 soldati ignoti.

Il sacrario voleva celebrare il sacrificio dei caduti e dare una degna sepoltura a coloro che non avevano trovato spazio nel Cimitero degli Invitti, situato al Colle Sant’Elia.

Il Colle Sant’Elia si trova di fronte al Sacrario Militare di Redipuglia e ospitava fino alla fine degli anni Trenta le sepolture dei Caduti.

Adibito quindi a Parco delle Rimembranze, custodisce opere commemorative, fortificazioni, trincee e gallerie austro-ungariche e 30 pezzi di artiglieria.

Dopo la visita di questi luoghi di riposo e rispetto, mi dirigo al borgo di San Vito al Tagliamento.

San Vito al Tagliamento

San Vito al Tagliamento con il centro storico di impronta medievale, è una cittadina molto viva, graziosa ed elegante, molto interessante e piacevole da visitare.

Fino al XVIII secolo, San Vito al Tagliamento è stata la roccaforte dei Patriarchi di Aquileia, sono visibili ancora oggi il castello, parti della cinta muraria e il fossato.

Superata Torre di San Nicolò, si trova la piccola Chiesa di Santa Maria dei Battuti (XV sec.) nata come cappella dell’antico ospedale, conserva all’interno un ciclo di affreschi considerato tra i più belli dell’artista Pomponio Amalteo.

Gli affreschi presenti nell’abside rappresentano scene dedicate all’illustrazione della vita della Madonna, la cupola è decorata con diverse figure che accompagnano l’ascensione della Vergine.

L’altare maggiore è arricchito dalle statue, del gusto barocco, di San Giovanni Battista, della Vergine e di San Pietro.

Dell’antico ospedale oggi sono usufruibili il cortile e tre piani ad uso culturale.

Racchiusa tra le due antiche porte d’ingresso, vi è Piazza del Popolo, il fulcro cittadino dove si affacciano eleganti palazzi affrescati e i principali punti d’interesse come il Municipio e il Duomo.

La piazza, ampia e con i prestigiosi palazzi borghesi, assunse l’attuale aspetto ad inizio del XVI secolo.

Il Duomo dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia Martiri (XVIII sec.), edificato sulle fondamenta di una chiesa quattrocentesca, affiancato dalla torre campanaria alta 76 metri.

La modesta facciata è arricchita solo dal portale maggiore realizzato dagli scultori Mattiussi.

Al suo interno nasconde una vera e propria galleria d’arte di epoche diverse. L’opera di maggior prestigio è il “trittico” di Andrea Bellunello (1488) che raffigura la Madonna con il Bambino Gesù tra i Santi Pietro e Paolo.

Nel presbiterio è collocato l’antico altare con due sculture, appese alle pareti del presbiterio si trovano le portelle decorate dell’organo realizzate da Pomponio Amalteo.

Sempre in Piazza del Popolo si trova l’Antica Loggia Pubblica (XV sec.), dove si svolgeva il mercato e la vendita del bestiame, al piano nobile si trovano invece gli ambienti in cui si riuniva il Podestà con i rappresentanti della città.

Oggi è sede del Teatro Sociale Gian Giacomo Arrigoni, piccolo teatro all’italiana del XVIII. La recente ricostruzione ha restituito, con fedeltà nei minimi particolari, un magnifico monumento intitolato al compositore sanvitese.

Si raggiunge poi Palazzo Altan-Rota, (XV-XVII sec.) oggi sede comunale con bellissimo giardino all’italiana antistante e maestoso parco sul retro. Di particolare rilievo storico e artistico, fu edificato dalla Famiglia dei Conti Altan.

Palazzo Altan-Rota ha l’aspetto tipico della casa padronale veneta, a pianta tripartita sviluppata su tre livelli.
Gli interni presentano saloni e stanze con paramenti murari e soffitti finemente decorati.

Il parco retrostante è delimitato su due lati dall’antico percorso delle mura e del fossato, vi si trova al suo interno una torre circolare del XV secolo e un rifugio costruito durante la Prima Guerra Mondiale.

Poco distante si raggiunge il Castello (XII sec.), da cui ha avuto origine il centro storico di San Vito al Tagliamento e dove si respira ancora il passato medioevale.

Appena fuori dalla seconda cinta di mura, si trova la Chiesa di San Lorenzo (XVII sec.) che conserva porzioni di affreschi quattro-cinquecenteschi delle pareti e l’unica navata dell’antica chiesa del XV secolo.

Al suo interno si conservano le spoglie dell’artista Pomponio Amalteo e della sua famiglia.

In una vacanza in Friuli Venezia Giulia non può mancare un tour storico-culturale, la zona di Monfalcone offre molti spunti da questo punto di vista.

Ma anche per gli appassionati di castelli o medioevo, è consigliabile una bella e piacevole passeggiata a San Vito al Tagliamento e/o visitare il Castello di Duino.

Guarda la gallery
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