Per il weekend scappo a Ibiza!

Un'oasi di pace dove meno te l'aspetti
Scritto da: vanilla&mango
per il weekend scappo a ibiza!
Partenza il: 08/04/2011
Ritorno il: 11/04/2011
Viaggiatori: 4
Spesa: 500 €
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E se fosse… Ibiza? Giuro, non lavoro per la nota compagnia aerea low cost, ma come dire no quando basta un click, una cifra che basterebbe appena per una cena in un buon ristorante (quota pro capite) e 30 minuti di strada fino all’aeroporto, per essere.. in paradiso? Volo da Orio al serio, all’alba (sennò non è Raynair), e in un’ora e mezza circa siamo ad Ibiza. È il primo w-e di aprile, la temperature è mite già di prima mattina. Colazione in uno dei locali posizionati lungo la strada che attraversa il centro cittadino, la Cava. Ci sediamo al sole, ordiniamo due colazioni continentali e ci godiamo l’assoluta tranquillità. Sì, tranquillità, perché anche qui, come in tutte le località balneari del Mediterraneo, è fuori stagione, una parola tanto amata dal mio portafoglio. Chi pensa che il prezzo basso sia sinonimo di ‘pacco’, si sbaglia. O meglio si sbaglia se non è benedetto da S.Meteo. E’ una scommessa, è vero, viaggiare ‘fuori stagione’, un po’ come prendere un gratta evinci dal tabacchino sotto casa e diventare miliardario. Ma a qualcuno succede, e a chi conosce i siti meteo, capita spesso, nel caso specifico, di arrivare in una meta nota per il chiasso (e il divertimento, of course) e trovare un’oasi di pace. L’hotel dove alloggiamo è il Plaza royal hotel, un quattro stelle vero: sulla terrazza piscina, servizio bar e..jacuzzi, in una spa dove è possibile fare sedute di sauna e massaggi. Il prezzo della camera, con balcone e tutti i comfort, compresa la vasca da bagno, è adeguato al periodo: basso rispetto allo standard. Con la macchina noleggiata presso una delle tante rent company, con sede aeroporto, andiamo all’avanscoperta dell’isola. Siamo in quattro, due coppie, la prima alla guida, la seconda a godersi il panorama (eh, sì, essere delle totali frane alla guida ha dei vantaggi, a volte). Per quattro giorni il prezzo del noleggio è 20€ a testa e ne vale la pena: le spiagge, raggiungibili, più o meno, a mezzora/quaranta minuti dall’albergo, sono incantevoli, e con i mezzi pubblici difficili da vedere in poco tempo. La prima, grazie al consiglio di un barman, è Cala Salada. All’arrivo non un’anima viva, solo mare, natura e una scogliera che si allunga sulla destra. Decidiamo di affrontarla e dopo qualche minuto si apre sotto di noi una caletta deliziosa, evidentemente nota agli spagnoli: non è infatti deserta, come ci aspettavamo. Ci sono però solo piccoli gruppi di persone, e certamente nessun problema a stendere i teli dove vogliamo. L’acqua è cristallina, di una bellezza che fatico a descrivere, non una roccia, non un’alga. Il sole è caldo, decisamente estivo, se non avessi saputo in che mese eravamo, avrei detto ‘come ha fatto presto ad arrivare giugno..non ci sono più davvero le mezze stagioni..’ (quella sulle merendine la risparmio). Nessuno dei miei compagni di viaggio ha il coraggio però di farsi il bagno, si sciacquettano tutti allegramente sulla riva, io invece, che adoro il mare , adotto la mia personale tecnica di adattamento all’ambiente circostante, ovvero, come diceva la nonna: ‘non buttarti di corsa, che ti prende un colpo, bagnati poco a poco le gambe e le braccia’, la temperatura del corpo si abbassa e puoi farti un bel bagno. Nonostante la temperatura esterna, il mare infatti è ancora freddo, con la tecnica della nonna è possibilissimo però fare una bella nuotata e godersi una sensazione unica. Si nuota in una baia naturale, solo acqua pulitissima, sabbia sul fondo, gabbiani che ogni tanto svolazzano a caccia di pesci e una sola barca, ormeggiata al largo. L’idea che si prova è di essere un tutt’uno con la natura (qualche ora prima eravamo a..Milano???? Nooooo, pas vrai!). Quando ce ne andiamo altri avventurieri sono in acqua a godersi la baia. La sera sorseggiamo un cocktail nella piazzetta di Ibiza, non prima di esserci rilassati nella jacuzzi (fuori stagione vuol dire anche che l’albergo è semi-vuoto, e la spa, che nei mesi estivi sarà sicuramente congestionata dal pubblico, è tutta per noi 😉 La piazzetta è piacevolissima, i locali all’aperto sono tutti affollati, ma in modo gradevole. Facciamo un giretto tra le viuzze popolate di localini e negozietti coloratissimi. Molti sono ancora chiusi, ma quelli aperti hanno delle chincaglierie interessanti ed abiti scontati. Come souvenir io e la mia amica scegliamo un bel bracciale vintage, ma ci sono anche tante collane ed orecchini modello chandelier, che in Spagna vanno alla grande. Ceniamo in un ristorante consigliatoci da una commerciante: è un locale tipico, La Marina, frequentato da gente del posto, cosa che la maggior parte delle volte risulta essere una garanzia di qualità. Il cibo è genuino, i piatti cucinati ad arte sono dei must della cucina spagnola. Noi optiamo per antipasti iberici ( diverse qualità di prosciutto, salame e formaggio) e pesce, accompagnato da vino in bottiglia. E’ tutto squisito, ci alziamo soddisfatti, anche se qui il prezzo è adeguato non alla stagione, bensì alla bontà dei piatti (quando si paga per qualcosa che vale la pena, si va via comunque contenti).

Il giorno seguente ci dirigiamo alle spiagge Comte. Ci dicono che sono bellissime, e lo sono, ma c’è troppo vento e non sarebbe piacevole prendere il sole qui, essendo un punto poco riparato e al contrario esposto ai venti. Il tempo di qualche foto e facciamo rotta verso Cala Tirada, meno suggestiva, forse, ma molto più godibile. Scendiamo una rampa di scale e ci troviamo in una spiaggia molto grande, protetta dalle alture. Alle nostre spalle catene di alberghi, veramente non troppo belli, a mio parere, ma il mare compensa la vista delle costruzioni: è cristallino e senza ombre. Anche qui, grazie alla tecnica della nonna, faccio una nuotata defatigante, quasi fino ad una piccola insenatura accanto alla spiaggia più grande. Gli altri mi raggiungono fino alla secca davanti alla riva, che permette di stare in poche decine di cm d’acqua, anche lontani dalla bagno-asciuga. Al ritorno una birra fresca (qui costa pochissimo) e siamo di nuovo ad Ibiza. La sera ceniamo in una pizzeria napoletana, io entro piuttosto scettica, ma ne esco ricreduta: la grigliata di carne è buona ed abbondante, a giudicare dai tavoli intorno anche gli altri piatti più italici sono all’altezza, e paghiamo una cifra in linea con gli altri locali (il mio scetticismo è, in generale, per i ristoranti italiani all’estero, non sempre degni della reputazione che la nostra tradizione gastronomica giustamente vanta).

Il terzo giorno andiamo alla scoperta di cala Molì, piccola e selvaggia, e di cala Veleda, una spiaggia attrezzata, con sedie sdraio e un bar/ristorante frequentatissimo alle spalle. Il mare è anche qui piacevole, ma meno incontaminato, all’orizzonte un paio di barche a vela e intorno bambini francesi e inglesi che giocano sulla riva e sguazzano in acqua. La strada per arrivarci è costeggiata dalla macchia mediterranea, da qui fanno capolini i cancelli di mega ville: è evidentemente una zona ben abitata. Non è tra le mie mete preferite, lo ammetto, ma immagino che, per chi ha bambini, sia un buon compromesso tra mare e comfort, così come cala Tirada, dove i piccoli possono giocare con la sabbia e fare il bagno senza grossi rischi. Siamo all’ultima sera. Io e miei amici siamo un po’ tristi, non viviamo nello stesso paese, e tra qualche ora torneremo alle nostre rispettive case, a distanze di km e km, di abitudini e climi. Ci concediamo pertanto un locale adatto all’occasione: la Brasa. Si entra in un giardino addobbato con tante piccole luci, tavoli e panchine in muratura. La cucina è aperta sull’esterno, volendo si può mangiare anche all’interno ed è qui che ci accomodiamo. Il locale è curato nei minimi particolari, con specchi, candele e un lampadario suggestivo, fatto con rami e cristalli. Dal menu una vasta gamma di piatti spagnoli e non. Io e la mia amica ci facciamo sedurre dalla paella, nella sua tradizionale variante ‘mixta’, cioè carne e pesce. I nostri accompagnatori preferiscono piatti di carne, l’uno stinco di maiale con contorno, cucinato alla spagnola, l’altro entrecotte in salsa. La ragazza che ci serve con un fare simpatico ci consiglia, in alternativa al vino che avevamo scelto, uno di uguale prezzo, garantendocene la qualità. Apprezzo sempre un servizio in sintonia con il locale, perché chi serve ai tavoli può fare veramente la differenza e determinare la soddisfazione del cliente. Il vino è in effetti squisito, rosso, non tanico, dolce al palato, ma di gusto sobrio, e ben si adatta a tutte le pietanze ordinate. La paella ci viene prima mostrata nella sua tradizionale paellera, e poi servita nei piatti. Quando più tardi proviamo a riempirci di nuovo con le restanti porzioni rimaste nella padella e lasciata dal personale accanto al tavolo, in un apposito supporto, arriva subito un cameriere, che prontamente ci serve. Il prezzo è in linea con il posto, ma non troppo caro, a dire il vero. La sera si conclude nella tipica piazzetta di Ibiza, in uno dei tanti localini all’aperto, dove beviamo in compagnia di amici che vivono qui. Il racconto che ci fanno di Ibiza coincide con quello di molti luoghi turistici: Ibiza è scandita dalle stagioni, estati molto divertenti ed inverni difficili, e dà la possibilità di scelta tra il divertimento più sfrenato e una natura piacevolissima, tanto che questi luoghi sono, come pochi sanno, patrimonio dell’Unesco. Finisco il mio cocktail e mi riprometto di tornare ad Ibiza. Sì, ma sempre fuori stagione 😉

Un ringraziamento speciale alla coppia di amici che ha reso così bella questa scoperta: Hugo e Ilaria, see soon!

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scappoa..ad ibiza!



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