Paxoi tra chiese e mare
Vacanza ideale: spendere poco, vedere tanto, vivere il posto, impigrirsi al sole
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Partenza dalla stazione di Salerno alle 9 circa,alla volta della Grecia, zaino in spalla e la sola prenotazione passaggio-ponte sulla Ionian Skai della Agoudimos lines. Arrivo a Taranto alle 12, giusto in tempo per un orrido panino comprato alla stazione, prima di prendere la coincidenza per Brindisi. Il porto di questa citta’ e’ grande ma i servizi sono mal dislocati per chi come me si muove a piedi. Mi imbarco rapidamente, perche’ da sola e senza macchina si fa veramente presto. La prima regola è sempre la stessa, quando si è a bordo: individuare subito il posto migliore dove passare la notte sul ponte, legare con qualcuno dall’aspetto il piu’ sicuro possibile perche’ ci si possa guardare a vicenda i bagagli in caso di movimenti (pipì..caffè, ecc). Si parte fuori orario a causa dei soliti ritardatari, ma alle sei del giorno dopo siamo gia’ sul porto nuovo di Igoumenitsa. Poichè il traghetto per Paxoi è al porto vecchio e parte alle dodici, me la prendo comoda per arrancare lungo i due km circa che mi separano dalla citta’ e dal vecchio porto. Mentre percorro una strada polverosa e piena di camion penso che i signori sulla nave non aveveno tutti i torti: “Ma guarda..da sola…zaino in spalla… Dormire per terra, sul ponte..” . Senza finire la frase:…a quell’eta’!!! Al vecchio porto ho tutto il tempo di chiedere notizie sugli orari e fare le foto ricordo, quindi mi imbarco e, con il mare un poco mosso per il vento, arrivo a Paxoi alle 14. Inutile cercare un taxi, non è nè l’ora nè il giorno giusto, quindi a piedi, verso Gaios,”capitale” di Paxoi. Durante il cammino, malgrado la stanchezza e lo zaino, non riesco ad evitare di far foto e che saranno mai altri due chilometri a piedi!!! Finalmente arrivo in citta’, saluto le vecchie amiche (Katina,Pipitsa… )fitto l’ultima stanza economica rimasta (quaranta euro al giorno e per me è anche troppo!!!) faccio una doccia, vado a mangiare qualcosa di diverso dal panino del giorno prima… Ed è gia’ buio. Faccio un giretto al centro e sul piccolo molo che da sulla piazza vedo locali e stranieri in fila per imbarcarsi sulle barche che di giorno fanno la spola per Antipaxos. Chiedo dove vadano: PANAGHIA è la risposta! Mi imbarco subito, ed è il sogno: cielo nero pece, pieno di stelle, silenzio incantato, sciabordio delle onde. Quando tocco terra, nel buio piu’ totale, solo una teoria di moderne lucciole, le lucette dei telefonini, ti indica il percorso per il monastero, quello sì, sia pur modestamente, è illuminato. Mentre una musica bizantina ti aiutava a meditare, alcuni fedeli volontari ti offrivano pane appena sfornato, impastato con finocchietto, cosparso di zucchero e cannella e dell’acqua freschissima. Nelle cucine adiacenti alla chiesa altri volontari cucinavano i montoni per il giorno dopo. Alle 8 ci sarebbe stata la LITURGHIA… Ed io alle 8 del 15 agosto ero gia’ la. Il cortile e la chiesa erano ornati con piante aromatiche profumatissime (vasilicoi, alloro, mirto…) e malgrado un caldo folle, la piccola chiesa pienissima di gente che, me compresa, faceva la fila per baciare il quadro raffigurante la Madonna di Panaghia,nessuno protestava o spingeva o si scocciava. I pope che dicevano messa erano 5 e li accompagnava un coro di vecchi greci. Alla fine tutti fuori, ordinatamente a mangiare il montone, che ti davano, con un pezzo di pane e mezzo limone. A questo punto la mia vacanza poteva anche considerarsi finita,visto che a Paxoi ero ritornata proprio per Panaghia perche’ non ero mai riuscita ad indovinare l’orario giusto per la manifestazione e nessuno te lo diceva. Ma tant’è,era il 15 agosto, compivo 64 anni e quando vidi passare un taxi guidato da una simpatica signora, naturalmente con altre persone a bordo,volli fare la “grande” e mi feci portare a Lakka, paesino all’altra parte dell’isola,per 6 euro.Al momento del ritorno scoprii che anche a Lakka era il 15 agosto e, come in Italia non si muove foglia, neanche i taxi o i bus. All’unico umano che incontrai chiesi: “pu ine taxi?” Mi guardo’ facendo spallucce e mi rispose che era…italiano. Cosi’ decidemmo di fittare insieme una macchina, li costano davvero poco…quando torno’ si scuso’ per aver trovato solo …un quad !!! Era veramente carina la nonnina su un quad, con uno sconosciuto, che poi scoprii era preoccupato quanto me, per quelle strade tutte curve e discese assurde e, specialmente perche’ non aveva mai guidato un quad !!! Ora bastava veramente avventurine ed emozioni, da oggi solo mare, quello di LOGGOS, un paese così piccolo che quando il bus passava per il lungomare, unica strada, gli avventori dei ristoranti all’aperto si alzavano tutti e tiravano via le sedie, altrimenti il bus cadeva in mare. Al ritorno in Italia ero cosi scura e mimetizzata con i “locali” che al porto di Igoumenitsa al militare che mi chiese i documenti (solo a me!) risposi .”Ne” Lui guardo’ i documenti e disse: “…..ma siete italiana…andate” . Mi aveva scambiata per una rom.