Passeggiando per Cracovia

L’atmosfera all’aeroporto di Balice è da subito molto cordiale ed amichevole. Il nostro autista Zibi’ ci descrive brevemente con un inglese fluently le attrazioni del posto e ci accompagna fin sotto il nostro appartamento. La via Tomasza è centralissima a 100 metri dalla Piazza dei Mercati con ristoranti e pub di qualità. Scelta migliore...
Scritto da: palinuro71
passeggiando per cracovia
Partenza il: 21/03/2007
Ritorno il: 25/03/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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L’atmosfera all’aeroporto di Balice è da subito molto cordiale ed amichevole. Il nostro autista Zibi’ ci descrive brevemente con un inglese fluently le attrazioni del posto e ci accompagna fin sotto il nostro appartamento. La via Tomasza è centralissima a 100 metri dalla Piazza dei Mercati con ristoranti e pub di qualità. Scelta migliore su internet non poteva essere fatta! La casa, con tutti i confort, è costantemente pervasa da un piacevolissimo tepore che fa da contrasto alle basse temperature dell’esterno. L’unica pecca è la mancanza delle tende nelle finestre per impedire la filtrazione della luce nelle prime ore del giorno. Particolare questo, per i sottoscritti, non trascurabile in quanto, gli orari giornalieri di rientro dai giri notturni, coincidevano sempre con le 5/6 del mattino.

La prima tappa è il bancomat dove preleviamo i nostri primi 500 zloty cadauno. Questa moneta è il massimo per noi euro mondisti e lo si deduce dal costo di una birra grande che ti stracanni per la bellezza di un euro e da un pasto completo di bevande che non paghi più di sette euro. Il nostro passeggio alla scoperta di Cracovia parte dalle due vie più importanti della città, la ulica Florianska e la ulica Grodzka.

La prima è colma di negozietti alla moda noti come outlet e la sera diventa la zona dei divertimenti per eccellenza, la seconda invece, più classica e raffinata, con gli antichi palazzi del XIV sec. E i ristoranti di “classe”. In mezzo a queste due strade la Rynek Glowny, la Piazza più grande d’Europa, dove si possono ammirare in tutto il loro splendore alcuni tra i più importanti monumenti della città. In primis la Chiesa di Santa Maria, bellissima, con il magnifico altare maggiore in stile gotico. Poco più avanti il Sukiennice attira la nostra attenzione per via del continuo movimento di persone che entrano ed escono dal portico. La disposizione all’interno del Fondaco dei Tessuti è molto curiosa. Le bancarelle di compensato pongono in bella mostra i vari oggetti artigianali fabbricati in loco. Le immaginette sacre ( non vi è un abuso dell’icona di Karol Wojtyla ) i piatti e le statuette in legno, i porta gioie e le scacchiere.

Tamburellando a destra e sinistra sbuchiamo infine nella parte della Piazza occupata da un lato dalla Torre del Municipio e dall’altro dalla Chiesa di Sant’Adalberto. Il nostro giro prevede come punto d’arrivo il Castello di Wawel; nel frattempo visitiamo il cortile del Collegium Maius con tutt’attorno delle splendide arcate tardo-gotiche. A Cracovia, come è facile prevedere, ci sono tante Chiese e alcune si riconoscono da piccoli o grandi particolari. La fila di statue a grandezza naturale che all’esterno riproduce le figure dei 12 apostoli, ad esempio, ci indica chiaramente la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo. Poco più avanti, al termine della ulica Kanonicza, ci imbattiamo nella collina del Wawel. Qui facciamo un semplice giro all’interno del piazzale dando libero sfogo alla bramosia di fotografare ogni angolo del Castello e della Cattedrale immortalandoli nelle varie posizioni con il fiume Vistola sullo sfondo. Qui a pochi passi ci fermiamo incuriositi di fronte all’effigie del Drago che la leggenda descrive come un animale malefico. Il Re Sigismondo offri la mano della figlia a chiunque fosse riuscito a sconfiggerlo. Un audace giovane lanciò una pelle di pecora piena di zolfo e quando il drago la divorò il suo stomaco iniziò a bruciargli così tanto che si dovette lanciare nel fiume per bere fino ad auto esplodere.

Questa è una delle due storielle legate alla tradizione popolare che si tramandano lungo i secoli di generazione in generazione a Cracovia. L’altra riguarda le due torri della Chiesa di Santa Maria. Si narra che due fratelli architetti ricevettero entrambi l’incarico di costruire una torre. Nel tentativo di superarsi tra loro “ il Caino della situazione uccise il povero Abele” e per questa ragione il primo si tolse la vita a causa del rimorso. Alla fine una delle due torri risultò essere più alta di 12 metri rispetto all’altra. La verità è che una fu costruita per contenere le campane mentre l’altra fungeva da torre di guardia.

Ad ogni buon conto il primo contatto con questa città si rivela, da subito, molto positivo. Ritorniamo nel nostro appartamento “gasati” e proiettati con la mente agli appuntamenti serali. A mangiare si va al Sioux, caratteristico ristorantino indio in stile western, nella Piazza dei mercati. Qui gustiamo delle discrete costate di manzo con patate e insalata. Nella ulica Florianska sono dislocati i locali più in voga tra la gioventù polacca e non solo. Il Pauza, il Fusion e il Carpe Diem tutti sotterranei o scantinati che propongono sia musica commerciale che techno a seconda dei gusti e degli orari d’arrivo.

La mattina seguente colazione sottocasa al Boogie jazz club dove ci viene servito un cappuccino niente male, per questo sarà subito battezzato come breakfast Point per i giorni a venire. Al lato della Piazza dei mercati troviamo Mario, un cortese ragazzo del luogo, che ci propone un city audio tour guidato per 160 zloty circa 20 euro a testa. La quota comprende un giro all’interno del perimetro urbano e due puntatine in periferia: Kazimierz e la fabbrica di Schindler. Prima di dare l’assenso riflettiamo un attimo sull’opportunità di salire a bordo di queste precarie macchinette elettriche in una giornata gelida e piovosa. Alla fine coperti con una trapuntina, guanti e sciarpe ci avventuriamo in maniera abbastanza azzardata lungo il tragitto prendendoci a volte dei rischi nelle strade più decentrate. A causa degli alti volumi di traffico, questo trabiccolo a quattro ruote, è stato più volte sfiorato da macchine lanciate in velocità e solo un miracolo ha garantito la nostra incolumità.

Nel quartiere ebraico si respira ancora l’aria tetra e funesta del periodo bellico e disseminate qua e la troviamo le più diverse sinagoghe. La nuova, l’antica, la meglio conservata. Degna di nota la sinagoga di Remuh che merita una breve sosta, non foss’altro che per fotografare il cimitero adiacente. La fabbrica di Schindler è ubicata in una zona grigia, piena di capannoni e di edifici fatiscenti. Di interessante non c’è niente se non le ripide scale viste sia dall’alto che dal basso così come furono riprese in una delle scene del film nonchè lo studio del benefattore tedesco scarno e disadorno. Sul tavolo il classico librone dove apponiamo fieri le nostre firme e l’indirizzo, con la speranza che qualche conoscente di passaggio possa in futuro esclamare: “ Ma dai c’erano anche loro!”.

Il giro finisce da dove siamo partiti, da Rynek Glowny.

Il primo pensiero è un immediato rifugio in uno dei tanti locali che propongono zuppe calde a prezzi stracciati e l’ungherese Balaton è addirittura classificato come “lussuoso”. La bontà del mitico e bollente gulasch nonché il riscaldamento all’interno ci permettono di riacclimatarci in tempi brevi. Un riposino pomeridiano e poi nuovamente alla carica. Per caso capitiamo in un Irish Pub dove beviamo la nostra prima birra polacca. Con immenso piacere noto che anche da queste parti la bionda non dispiace, buona la Zywiec, la Tyskie e la Lech.

Non male anche le altre bionde, quelle appartenenti alla razza mammifera, che lanciano sorrisi e ammiccamenti di continuo. In un batter d’occhio conosciamo Alina e Magda due studentesse dell’Università Jagellonica di Cracovia, ateneo questo, che insieme a Bologna e Salamanca in Spagna, è annoverato tra i più antichi d’Europa. Sembrerà strano ma l’incontro più interessante della giornata si rivelerà un altro. Vito, un giovane cittadino di Cracovia figlio di padre dalle origini sicule e di madre polacca, diventerà per noi un punto di riferimento imprescindibile, il vero grimaldello che ci aprirà le porte di una insolita vita notturna. Con un piccolo escamotage riusciremo d’ora in avanti ad entrare nei locali spacciandoci per i suoi cugini siciliani, in trasferta da Palermo. Il feeling e la capacità di capirsi al volo con questo giovane cameriere si manifesta da subito in maniera evidente. Prima di tuffarci nel marasma della sera ci facciamo preparare un kebab al volo. Il panino imbottito con carne di montone o di pollo è un classico a Cracovia. Si trovano tanti posticini che preparano lo sfizioso piatto arabo e spesso gli avventori formano lunghe file. In particolare nella Ulica Florianka 50 metri a sinistra da Piazza dei Mercati in direzione del Barbacane. Con nostro “cugino” entriamo in due locali molto carini: il Midgard e il Chen club. Nel primo l’atmosfera che si respira è molto familiare e noi, piuttosto che catapultarci in pista come avvoltoi, alla stregua dei classici turisti allupati, preferiamo intrattenerci in chiacchiere e sorrisi con gli amici di Vito e nello specifico con l’avvenente barista dagli occhi chiari. Sorseggiamo insieme a loro un’ottima vodka al miele la Krupnik e rispondiamo alle domande sull’Italia, sono molto curiosi di conoscere le nostre impressioni sulla loro città. I “beautiful city” si sprecano alla grande e l’imperituro “very nice people” li riempie d’orgoglio. Il governo polacco ha avviato negli ultimi anni un processo di sviluppo sullo stile occidentale molto efficace. Il popolo, e questo è determinante, lo sta seguendo e assecondando su questa linea. Le persone vivono un momento di forte rilancio morale e culturale. Lo si vede dalle varie iniziative di carattere socio-educativo che si alternano in rapida successione. I teatri, soprattutto l’elegante Slowacki, pullulano di persone pronte a cogliere le sfumature delle scene che in quella sede vengono rappresentate. Non è difficile notare delle piccole troup che allestiscono, su due piedi, un vero e proprio set cinematografico. Immagini statiche all’interno dei raffinati caffè e in movimento all’esterno della Piazza e nelle vie che da qui si diramano. Sentiremo parlare, tra qualche anno, del cinema polacco ne son certo, magari a qualche festival per artisti emergenti.

Il mattino seguente è il penultimo giorno a Cracovia; sembra paradossale ma rinunciamo a visitare Auschwitz perché, memore della visita al campo di concentramento di Dachau a Monaco di Baviera voglio evitare lo strazio e la pena che quel luogo ha provocato nella mia coscienza. Altra tappa mancata la miniera di sale di Wieliczka non per semplice disinteresse ma per ragioni claustrofobiche.

A questo punto rimane ben poco da vedere ed “absit iniura verbo” ci fermiamo per strada a fissare con lo sguardo l’immagine di Giovanni Paolo II che campeggia dalla finestra del primo piano dell’Arcivescovado dove Egli visse gli anni precedenti all’investitura papale. Con lo spirito rinfrancato ci rimettiamo in cammino verso casa. Oggi la giornata è meravigliosa e notizie dall’Italia dicono esserci una temperatura superiore a quella registrata, alla stessa ora, a Roma.

Un posto al sole in uno dei numerosi tavolini all’aperto della Rynek Glowny è il luogo privilegiato per rubare, di straforo, con lo zoom della digitale portato al massimo dell’apertura, l’immagine delle bellezze locali colte in audaci primi piani e in pose assolutamente spontanee. Ultimata questa “paparazzata” senza essere scoperti, o quasi, ci fermiamo a pranzo al Restauracja Polskie Smaki in ulica Tomasza 33 poco più avanti del nostro alloggio. Piccolo riposino pomeridiano e telefonata all’amico Vito che ci raggiungerà dopo cena. Sarà nostro graditissimo ospite per tutta la serata. Lui ci va giù pesante con le consumazioni ma noi facciamo egregiamente la nostra parte. Andiamo prima al Frantic e poi al Prozac dove incontriamo orde di italiani scatenati, rimaniamo qui fino alle due per poi terminare la seratona al Kredens in Market place. Al risveglio facciamo i bagagli e chiamiamo Vito per salutarlo. Il commiato da questo amico ha un sapore amaro, sappiamo benissimo che al 99% non lo rivedremo più. Lasciamo aperto un barlume di speranza con un esplicito invito a lui e alla sua ragazza di venire a trovarci in Sardegna ( anche se il suo cuore batte per la Sicilia) d’estate. Sarà dura perché lo stipendio netto che percepisce è di 1000 zloty poco più di 250 euro per cui l’Italia e la Sardegna in particolare rappresentano per ora solo un’utopia. Da quello che ho potuto intuire nelle varie discussioni con la gente del posto pare che le mete turistiche che offrono un pacchetto per loro vantaggioso sono solo due, la Bulgaria e la Turchia.

L’ultima incombenza rimane quella di saldare il conto dell’affitto di casa presso gli uffici dell’agenzia. Ebbene si a Cracovia non si paga in anticipo ma alla partenza, si lavora sulla fiducia senza chiedere caparre di nessun genere ( forse non sono ancora incappati in qualche italico losco figuro). Le due ragazze, Elisabetta ed Alessandra parlano discretamente la nostra lingua e ci tengono a sentire con le loro orecchie che siamo stati bene e non abbiamo niente da recriminare. Salutiamo tutti, saliamo in macchina con Zibi’ e via verso l’aeroporto. Dovevamo partire alle 18.20 ma un disguido tecnico della Sky Europe fa slittare l’imbarco alle due del mattino. Evito in questa sede di descrivere l’odissea perché mi dilungherei e incavolerei troppo.

Per concludere solo un paio di curiosità: la prima è che a Cracovia è pieno zeppo di farmacie. Si chiamano Apteka e le trovi in ogni angolo. Per la legge italiana sono soggette a contingentamento e vanno a numero di abitanti, qui pare che vadano invece a numero civico. L’ultima annotazione riguarda l’uso dei telefonini: pare proprio che in Polonia non siano ancora afflitti dalla mania del cellulare come ho notato in altre parti d’Europa. Sarà un caso ma non abbiamo sentito trilli ripetuti e mms né videochiamate. Solo molta umanità e tanta voglia di conoscere e imparare da tutti a partire dai turisti che rappresentano una risorsa fondamentale per il loro paese. E lo hanno capito bene!



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