Passaggio in Libano
Arriviamo a Jounieh (30 Km a nord di Beirut) da Hama in circa tre ore con un Taxi collettivo (500 lire a testa, 8 € circa) trovatoci dall’albergo di Hama. Entriamo in Libano dal valico costiero a nord di Tripoli. Dovendo fare il visto di entrata in Libano, il taxista ci aiuta anche nelle pratiche di frontiera. Le frontiere sono …5. Tre siriane per sicurezza, passaporti e non so che altro, 2 libanesi per sicurezza e documenti. Siriani rilassati, libanesi armati fino ai denti con percorso di entrata tra gimkana di filo spinato. Dovendo fermarci solo 2 giorni ci fanno il visto per 48 che è gratuito. Per la cronaca, i visti a pagamento costano in frontiera mediamente la metà che fatti in Italia all’ambasciata o al consolato. Tutto sommato le pratiche sono rapide, non c’è molta gente.
Il Libano i contrasti non mancano: a tratti sembra la costa azzurra e la vita scorre tranquilla, poi improvvisamente passa una colonna di soldati armati fino ai denti, oppure dietro una curva c’è il posto di blocco armato e blindato. Lo scopo della deviazione libanese era visitare due cantine e concederci un paio di giorni di mare dopo tanto deserto, città e archeologia. Abbiamo scelto Jounieh perché era il posto di mare più vicino a lla Chateau Musar.
L’albergo è il La Medina (lamedina@lamedinahotel.Com), con accesso diretto al mare e volendo la piscina, 82.5 dollari. Non male con staff molto gentile, certo i prezzi non sono quelli siriani.
Jounieh è una piccola Montecarlo dove sono scappati i libanesi cristiani ricchi quando Beirut era sotto le bombe, ma tutto sommato è gradevole e anche se il mare non è il massimo, galleggiano un po’ di sacchetti, lo scenario è piacevole. Di soldi comunque ne girano ancora parecchi e si vede.
Inoltre, finalmente, dopo l’overdose siriana di pollo e agnello ci concediamo due belle cene di pesce. Anche qui, i prezzi siriani sono solo un ricordo, ma il pesce è freschissimo e te lo scegli tu sul bancone, e poi c’è il vino, finalmente di una certa qualità. Siamo stati da Chez Sami, posto molto chic e conto da 90 dollari e dal più modesto Chez Luis (25 dollari).
Ecco, portatevi i dollari perché sono moneta corrente, gli euro sono cambiati rimettendoci qualcosa, alcuni accettano carte di credito ma per esempio in albergo c’era una commissione del 5%.
Già che c’eravamo siamo stati anche a Byblos (fenici, II millennio A.C.) con l’autobus che si fa tutta la costa, economico, frequente e divertente.
Poi finalmente la visita a Chateau Musar. Azienda vinicola di eccellenza nel panorama internazionale con una filosofia caratteristica e vini unici. La visita, su prenotazione, vale la pena. Dopo la visita alla cantina si conclude con la degustazione di “prove di botte” e prodotti finiti, anche di annate storiche. Consiglio l’acquisto in cantina perché da noi sono rari e costosissimi. X contatti mireille@chateaumusar.Com.Lb.
L’ultimo giorno, da Jounieh con un taxi ci facciamo portare a Chateau Ksara, nella valle della Bekaa. Il viaggio dura un paio d’ore e si sale a quasi duemila metri, sui monti del Libano che un tempo erano coperti di cedri e che oggi sono completamente pelati. Poco significativa la visita a Chateau Ksara, azienda fondata dai gesuiti a metà dell’’800 e che ha scoperto per caso di essere “seduta” su uno sviluppo di gallerie di 16 km scavate al tempo dei romani, con una temperatura ideale per l’affinamento del vino. A parte questo, la visita è deludente: l’impiegata recita la parte imparata a memoria ma non ha conoscenze specifiche, la degustazione non ha i prodotti di punta… E i prezzi in cantina sono più alti di quelli al duty free di Damasco. Dopo la visita a Chateau Ksara, un taxi ci porta al vicino paese di Chtoura e da lì con un taxi collettivo arriviamo a Damasco in un’oretta e mezza, compresi i complessi passaggi burocratici in frontiera.