Pasqua a Valencia 2
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GIORNO 1
La notte purtroppo ha piovuto pesantemente e quindi la mattina successiva, giorno di Pasquetta, si apre con un cielo minaccioso. Decidiamo quindi di visitare i musei in questa giornata, anche perchè i giorni festivi sono comunque aperti e addirittura gratis. Visitiamo per prima la Lonja de la Seda, dichiarata patrimonio dell’umanità Unesco e luogo dove i mercanti scambiavano le sete provenienti da Oriente. In seguito percorriamo a piedi il centro storico dove passiamo in rassegna una dietro l’altra le Torri di Quart e quelle di Serranos, antiche porte d’accesso alla città, il Palau de la Generalitat e la Basilica de la Virgines de los Demparados, che custodisce l’effigie della Madonna degli Abbandonati, protettrice della città. Dopo aver mangiato un panino da McDonald’s entriamo nella splendida Cattedrale, che mescola stile romanico e gotico, sovvenzionata da quel Rodrigo Borgia che diventerà il futuro papa Alessandro VI; accanto alla cattedrale si erge inconfondibile l’alto campanile, il Miguelete. In seguito, seguendo la mia passione per la storia, entriamo nel Centro Archeologico de l’Almoina, che permette di camminare nel sottosuolo valenciano, scoprendo la città antica dai primi insediamenti sino all’età araba. Finalmente nel tardo pomeriggio spunta fuori un sole abbagliante, così le nostre foto alla Plaza de Toros, dove ovviamente è stata costruita l’arena per gli spettacoli con i tori, vengono davvero bene. Avevamo anche progettato di fare dello shopping nel quartiere attiguo, l’Eixample, così come ci consigliava la nostra guida, un luogo ricco di negozi di prodotti tipici valenciani… purtroppo essendo Pasquetta non c’è aperto praticamente nulla e dopo qualche passo decidiamo quindi di tornare in albergo. Per la cena optiamo per un ristorante italiano, La Carbonara, ottima cucina con proprietari italiani e prodotti provenienti dal Belpaese.
GIORNO 2
Secondo giorno a Valencia e finalmente il sole la fa da padrone; purtroppo c’è anche un vento gelido che fa abbassare la temperatura a 15°, mentre la settimana prima aveva raggiunto i 31°!! Come prima cosa ci rechiamo ai Jardines Del Real, che derivano da ex giardini musulmani, e sono un luogo ideale per rilassarsi grazie alle numerose fontane, alle aiuole in fiore e ai coloratissimi uccellini che sono allevati al suo interno. Ma noi non abbiamo intenzione di rilassarci appena iniziata la giornata perciò, attraversando la strada, entriamo nei Giardini del Turia, ex alveo del fiume omonimo, oggi una via ciclopedonale lunga ben 9 km che taglia la città da est a ovest; noi la percorriamo tutta e ripensandoci ora è stata una bella tirata, anche se non te ne accorgi più di tanto. Alla fine dei giardini si apre la Ciudad de Las Artes Y Las Ciencias (Città delle Arti e delle Scienze), che racchiude molti musei interessanti ed è stata progettata dall’architetto Calatrava, un mago quando si tratta di creare edifici dal colpo d’occhio magnifico. Poco prima c’è anche il Museo Fallero, in cui entriamo, che contiene tutte le sculture di cartapesta vincitrici delle Fallas, le feste tradizionali cittadini in cui i vari quartieri si sfidano a colpi di carri di cartapesta; le sculture sono di ogni genere, ma non sono granchè spiegate all’interno e molte sono, all’occhio di chi non conosce la festa (come noi), anche incomprensibili. Entriamo quindi in uno degli edifici che compongono la Città di Calatrava, ovvero l’Oceanografico, uno degli acquari più grandi e belli del mondo; infatti ogni sua parte è un vero spettacolo ed è anche studiato per darti un’esperienza diversa, permettendo ai visitatori di stare a pochi centimetri dagli animali. Il biglietto costa 26€ se comprato assieme a quello del Museo della Scienza, la nostra prossima meta nella Città. Il museo è molto interattivo e ti permette di imparare la scienza toccando con mano gli esperimenti che propone, ma, pur essendoci la spiegazione in inglese, o siamo noi che non eravamo capaci oppure la maggior parte degli esperimenti non usciva o non si capiva! Sicuramente penso che la maggior parte della colpa sia nostra e del nostro inglese non troppo scientifico… Dopo aver raggiunto in pullman la Plaza De l’Ajuntamiento, vero cuore pulsante della città e punto di ritrovo di tutti i valenciani ci riposiamo in albergo, pronti ad uscire a cena per provare finalmente la specialità valenciana per eccellenza: la Paella. Per farlo optiamo per l’Arroceria La Valenciana, un ristorante poco lontano dal nostro hotel, in cui ti servono una paella strepitosa in diverse varianti; la paella è cucinata al momento e quindi un po’ d’attesa è normale, ma ne vale assolutamente la pena.
GIORNO 3
Ultimo giorno a Valencia e terzo giorno con questo vento gelido che non ci abbandona mai. Incuranti della temperatura per niente adatta, non rinunciamo a recarci a Las Arenas, una delle spiagge più famose di Valencia, in cui noi scattiamo selfie in giubbino e sciarpetta al collo mentre qualche valenciano coraggioso prende pure il sole in costume (contenti loro…). Da qui, dopo una rapida foto di fronte allo Stadio Mestalla, casa del Valencia, ci spostiamo in metro fino alla fermata 9 de Octubre; a circa 15 minuti di cammino su un rettilineo interminabile si trova il Bioparc, una sorta di zoo in cui però gli animali vivono in ambienti ricreati appositamente affinchè sembrino nel loro habitat naturale e soprattutto quasi senza recinti; il biglietto costa 23€ ma lo consiglio perchè per i motivi appena spiegati non è uno zoo come tutti gli altri; interessantissima la parte in cui tu entri nel regno dei lemuri e te li puoi vedere sfrecciare sopra la testa o addirittura avvicinarsi a te spinti dalla curiosità. Purtroppo è già tempo di tornare in aeroporto e quindi dobbiamo dire addio a questa bellissima città. Uno sciopero dei controllori di volo francesi costringe l’aereo a cambiare rotta e quindi a partire con ben 2 ore di ritardo; stanchi ma appagati atterriamo a Bergamo, consci che questi ultimi giorni di vacanze pasquali sono stati davvero stupendi e consiglierei a chiunque di visitare Valencia appena possibile… non ne rimarrà deluso!