Partire dal Monte Linas per arrivare a Buggerru

Se leggendo il titolo avete pensato"?????" questo itinerario è fatto apposta per voi: alla scoperta della Sardegna più vera e sconosciuta partendo dai monti per arrivare al mare passando attraverso campi sconfinati, vento e silenzio.
Scritto da: Ilpisolino Beb
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L’itinerario che propongo è davvero per turisti per caso, nel senso che quello che voglio trasmettere è l’idea di trovarsi in questi luoghi “per caso” e scoprire che sono tutti da vivere. Non aspettatevi alberghi di lusso, spiagge attrezzate, bar modaioli o negozi lungomare, niente di tutto ciò appartiene a questi posti. Si parte dal Monte Linas (complesso montuoso a sud ovest dell’isola), nello specifico da Perda de sa Mesa, vetta più alta della Sardegna con 1236 metri di altitudine. L’escursione è abbastanza impegnativa e richiede un pò di allenamento, ma si fa tranquillamente in giornata e il panorama all’arrivo spazzerà via tutta la stanchezza. Da qui, seguendo il Rio Piras e passando per il Parco Perda de Pibera, si raggiunge Gonnosfanadiga, paesino di circa 7000 abitanti che vi farà tornare indietro nel tempo: lasciate a casa l’orologio, qui i ritmi sono più lenti così come nel resto della zona, godetevi la quiete e passeggiate per i vicoli che vi racconteranno la storia, come in “via marconi” dove sui muri delle case affacciate sulla stretta strada, potrete ancora notare i segni del bombardamento avvenuto il 17 febbraio del 1943 che tra gli altri ricordi ha lasciato in eredità anche una triste via che corre parallela al rio Piras nota come “via dei mutilati”. Fortunatamente a Gonnosfanadiga è anche possibile assaggiare l’olio sardo a cui a fine novembre è dedicata la “sagra delle olive”, o visitare le 4 chiese dislocate in maniera uniforme nel paese, inclusa Santa Severa, piccola chiesetta all’interno della quale è custodita la statua dell’omonima santa. La leggenda narra che la statua venne portata in processione per evocare la pioggia in un periodo di siccità; la pioggia che venne giù fu tanta che gli abitanti furono costretti a riporre al suo posto la santa nella speranza di far cessare l’alluvione, così fu e la statua non venne più spostata. Ancora oggi in occasione della “festa di Santa Severa” che si tiene ad aprile, per la processione si usa una copia!

Spostandoci da Gonnosfanadiga si prosegue per Guspini, paese con circa 12.000 abitanti che comprende il complesso minerario di Montevecchio assolutamente da visitare in quanto inserito anche nella rete geo-parks dell’unesco; piccolo appunto: prima di proseguire per questa località (e andare quindi verso il mare) non può mancare una visita ai famosissimi (almeno per la gente del posto!) basalti colonnari di cui si può trovare ampia informazione sul web, a me colpiscono sempre perchè mi sembra di essere davanti ad un gigantesco organo che se suonasse rimbomberebbe per tutta l’isola!!! Arrivati a Montevecchio provenendo da Guspini si ammira subito il paesaggio della miniera con le case dei minatori, le officine, il pozzo e le vasche che venivano usate per lavare il materiale estratto, tutte con acque di colore diverso. Da poco tempo è possibile fare una visita approfondita in quanto il percorso di recupero e ristrutturazione dell’area è completato e devo dire che è stato fatto veramente un bel lavoro. Lasciato Montevecchio (dove è possibile ammirare anche la Palazzina della Direzione delle Miniere) ci si dirige verso Ingurtosu che è stato in passato tra i più importanti siti di estrazione della Sardegna. La strada che percorre quest’area non è asfaltata e, a mio parere, così deve restare perchè permette di entrare in contatto in maniera più approfondita con l’atmosfera del luogo, un pò perchè si è costretti a rallentare con l’auto e quindi a guardare meglio ciò che abbiamo davanti, un pò perchè il colore della terra, della polvere, si accosta perfettamente al paesaggio molto più che il grigio dell’asfalto. Da qui l’attesa del mare è diventata insopportabile quindi si va dritti dritti verso Piscinas e le sue dune direttamente dalla strada sterrata di Ingurtosu; c’è spazio per tutti visto che la spiaggia è lunga diversi kilometri; certo che chi volesse stare proprio appartato deve armarsi di santa pazienza e tanta voglia di camminare in quanto l’accesso all’arenile è solo uno e la maggior parte delle persone si concentra nelle sue immediate vicinanze, ma come per la fatica fatta all’inizio dell’itinerario nella scalata del Monte linas, il sudore è ben ripagato: le dune alle nostre spalle, spiaggia a perdita d’occhio a destra e a sinistra e un mare impareggiabile davanti! Mi raccomando: accessori essenziali per un viaggio di questo tipo sono la borsa frigo, pranzo al sacco, telo da mare, ombrellone, nonchè crema solare, cappellino e occhiali da sole. Se volete caricarvi di altre cose fate pure, dipende da quanto peso vorrete portarvi dietro in spiaggia. I servizi igienici si trovano solo nel parcheggio all’ accesso spiaggia così come un bar e delle doccie (a pagamento) tenetene conto prima di avventurarvi in mezzo alla natura. Alcuni dettagli tecnici: le strutture ricettive dell’intero itinerario sono rappresentate da alcuni hotel e diversi bed & breakfast presenti, per esempio, a Guspini (http://www.labete.it/it/main) e a Gonnosfanadiga (http://ilpisolinobeb.freshcreator.com/ita/home), tra parentesi quelli “testati”; Nella zona di Piscinas, proprio sulla spiaggia c’è un unico hotel “Le dune” con prezzi piuttosto alti, nelle vicinanze invece un campeggio (http://www.campingsciopadroxiu.com) con tariffe decisamente più abbordabili e molto carino. Ristoranti e trattorie si trovano lungo tutto il percorso, ma per gustare la buona cucina è sempre consigliabile fermarsi a chiedere agli abitanti del posto se c’è un luogo che loro consigliano, al 90% non si sbaglia mai! Direi che per un paio di giorni l’itinerario è piuttosto ricco anche se ci sarebbero tante altre cose da vedere a partire da alcuni nuraghi, alle spiaggie che ci arrivi solo dopo aver messo a dura prova la tua auto, a Fluminimaggiore con le sue grotte, allo scoglio di pan di zucchero… sarà per la prossima volta! Buona vacanza da una sarda di Gonnosfanadiga!

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