Parte terza – isole Mitsio

Madagascar 2004 - parte terza - isole nella corrente nosy-be, con il suo aeroporto, costituisce il passaggio obbligato per chi vuole visitare le isolette circostanti. Ci si può imbarcare per una crociera oppure alloggiare sulle piccole isole. In un paio d'ore si raggiunge ankatsuberavina e iranja (a sud), oppure ankarea e tsarabanjina (ad est,...
Scritto da: calvitour
parte terza - isole mitsio
Partenza il: 17/08/2004
Ritorno il: 30/08/2004
Viaggiatori: in coppia
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Madagascar 2004 – parte terza – isole nella corrente nosy-be, con il suo aeroporto, costituisce il passaggio obbligato per chi vuole visitare le isolette circostanti. Ci si può imbarcare per una crociera oppure alloggiare sulle piccole isole. In un paio d’ore si raggiunge ankatsuberavina e iranja (a sud), oppure ankarea e tsarabanjina (ad est, nelle mitsio).

la prima ospita un nuovo eco-villaggio gestito da italiani; ho visto l’isoletta passando in barca, sembra deliziosa, ma un servizio televisivo su “la 7” mi ha lasciato un po’ perplesso; aspetterei qualche anno per capire se ingranano.

iranja deve il suo fascino alla lingua di sabbia che la unisce all’isola di fronte, ma la vera attrattiva sono le tartarughe che tornano ogni anno a deporre le uova sulle spiagge. Se sarete fortunati potrete assistere alla schiusa. È un’esperienza che, da sola, merita il viaggio.

ankarea è un blocco basaltico nero circondato da una spiaggetta bianca, con sei tende fisse in stile safari e una capanna-ristorante. La posizione, di fronte alla spiaggia di grande mitsio, è incantevole. Il proprietario è lo stesso del marlin di nosy be. Il ciclone gafilo ha abbattuto il grande tamarindo. Da allora (marzo 2004) il villaggio è temporaneamente chiuso. ma bella più di tutte… Tsarabanjina!!! ce ne siamo innamorati subito, arrivandoci la prima volta in idrovolante nel 2001. La circondano bassi fondali dai colori spettacolari, da cui sorgono i maestosi monoliti dei “4 fratelli” e lo scoglio su cui nidifica l’aquila pescatrice. Due spiaggette di borotalco ospitano in tutto 18 bungalow in legno, curatissimi. Sentieri di sabbia ombreggiati li uniscono al ristorante, dotato di una terrazza della vista sontuosa. La cucina raggiunge picchi di assoluta eccellenza, servita con garbo da uno staff malgascio di classe. Gli abili baristi e l’ottima scelta di rhum contribuiscono a fare del baretto un piacevole luogo d’incontro; l’atmosfera accogliente è favorita dallo staff internazionale, vero punto di forza della gestione del villaggio. Proprietario e direttore è il sudafricano richard, che dopo anni di maldive ha affittato quest’isola perfetta e l’ha trasformata in un resort. Lo affianca il fidato amico francese pascal, responsabile del rooming e dei transfer (che adesso si fanno in barca). Francesca è arrivata a tsarabanjina dopo 3 anni ad ankarea; responsabile delle camere e della boutique, è suo il merito del raffinato interior design e dell’efficienza delle dotazioni. Nadja (che mantiene l’accento veneto anche quando parla francese o malgascio) si occupa delle gite e delle attività sportive. Tutte le mattine esce in barca per lo snorkelling, e le sue lezioni di stretching sulla spiaggia restano memorabili. In reception la responsabile amministrativa holy (di etnia merina, dai tratti orientali) è affiancata ora da claudia, un’altra malgascia che facilita i rapporti con i clienti italiani, numerosi quest’anno; completano la compagnia il responsabile della pesca ed un istruttore sub, che quest’anno mancava. Delle immersioni si occupava direttamente richard, a tutto vantaggio dei clienti. Il numero massimo di sub per ogni uscita è sempre di 3-4, anche se questo comporta per l’accompagnatore ripetere la stessa immersione dopo due ore, magari per un solo cliente. Ditemi dove altro succede nel mondo…

i dive-site, a pochi minuti di barca e su profondità max 20-22m, si ricordano più per la quantità e varietà di pesce (sia di passo che di barriera) che per la fauna bentonica: prevalenti tubastrea e corallo-frusta, poche gorgonie. La rarità dei sub permette grande confidenza da parte dei pesci (ho scattato qui le uniche foto frontali di pesci angelo); nudibranchi, murene, tartarughe ed aragoste ad ogni immersione; pesci istrice così grossi che portano remore sul dorso; il mio primo incontro con lo squalo leopardo, poggiato sul fondo a -12m; a “kasimo” la più grossa e spaventosa cernia mai vista (60 kg!) che si aggira tranquilla fuori tana; affascinante il gasteropode che i francesi chiamano “porcelaine” per la conchiglia bianchissima, normalmente ricoperta dal mollusco completamente estruso, con una livrea nera punteggiata d’oro (sempre i francesi dicono “avec sa robe de soir”). A volte in lontananza passano le megattere, che si possono incontare durante le gite in barca. Un classico è il full day con snorkelling davanti alla formazione basaltica delle “canne d’organo”, picnic ad ankarea e traversata a piedi della grande mitsio, l’unica abitata da malgasci. Nei piccoli villaggi vivono un centinaio di persone, tagliati fuori dai servizi scolastici e sanitari delle isole maggiori, ma che conducono un’esistenza dignitosa. Si incontrano anziani di età rispettabile, seppur malandati; la dieta è ricca e variata, con le risaie che offrono due raccolti l’anno, abbondanza di frutta, pesci e molluschi, pollame e almeno uno zebù in ogni famiglia. Prima di tornare a tsarabanjina i ragazzi della barca saliranno sulle palme per tagliare il cocco da cui berrete il succo fresco davanti al tramonto, sulla spiaggia dove i bimbi giocano a un-due-tre-stella (e non ti chiedono “bonbon”).

chi ritorna a tsarabanjina per la terza volta ha diritto ad una targhetta d’ottone col nome sul bancone del bar. La nostra fà bella mostra di sè dal 28/08 di quest’anno, dopo una cerimonia con due bottiglie di moet-chandon e mio discorso in francese (disponibile su richiesta). Abbiamo scoperto che chi torna per la nona volta riceve una settimana gratis. Per noi è solo questione di tempo. Porteremo in regalo una tela della nostra pittrice preferita, di tema marino.

e voi, cosa aspettate?



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