Paros, Santorini e Naxos di quasi on the road
Quest’anno la nostra meta è nuovamente la Grecia, ma non quella verde e insolita di Corfù che abbiamo conosciuto l’anno scorso, bensì l’archetipo stesso della Grecia : le Cicladi!! Ho da anni il pallino di visitare queste isole, ma le ho sempre scartate per i budget ridotti dei nostri amici studenti, perché se è vero che la vita e gli alloggi non sono cari, il volo in aereo incide parecchio…Ma quest’anno la cumpa si è (momentaneamente) divisa…Noi 6 in Grecia, gli altri in Spagna…Sigh, sob…Mi mancheranno sicuramente… Dopo un viaggio “ apocalittico” eccoci arrivati a PAROS…Dico viaggio apocalittico perché siamo stati in ballo quasi 24 ore tra aereo, attesa al Pireo e traghetto per Paros…E abbiamo pure rischiato di doverci arrivare a nuoto visto che sembrava non esserci posto su nessun traghetto fino a martedì… Invece all’improvviso siamo diventati VIPs e abbiamo deciso di spendere 74 € per gli unici posti liberi rimasti sulla nave veloce x Paros, categoria VIP appunto.
Ciumbia, che lusso!!oh…Praticamente la categoria VIP si differenziavadalla STANDARD nel fatto di avere una poltrona leggermente più comoda e nell’avere un cameriere che ti svuota il portacenere ogni due secondi… ora però il nostro ego è molto più gonfio, dopo due ore in categoria VIP ci sentiamo molto più fichi! Arriviamo finalmente a Noussa e prendiamo possesso dei nostri mini appartamenti ai Garyfalia Studios dopo aver fatto conoscenza con la padrona di casa che ci offre del melone bianco e dei fichi …Che belli gli studios!! Si tratta di una serie di casettine bianche e blu nello stile tipicamente cicladico…Sugar e Silvia alloggiano nello studios per due, io e gli altri 3 in un mini appartamento composto da ingresso con cucinino e tavolo per 6, un bagno con WC e doccia e due camere matrimoniali ognuna con il suo balconcino. Sono camere deliziose, semplici, ma molto fresche e carine… Il proposito per il pomeriggio è riposarci un attimo, disfare le valige e poi andare in spiaggia…Ma cadiamo sfranti sul letto e non ci svegliamo fino alle 7…D’altronde siamo in giro dal pomeriggio del giorno precedente e abbiamo passato la notte al Pireo… Ci svegliamo alle 7 e dopo una doccia andiamo in cerca di una buona taverna. Il centro di Noussa è a 5 minuti a piedi dai nostri appartamenti, c’è una via centrale animatissima, piena di ristoranti, bar e negozietti, che arriva fino al porto. Ci fermaimo da “Glaros”, il cui simpatico cameriere parla benissimo italiano e diventa nostro amico (per la cronaca tifa Inter…Mistero…Un Greco interista…). Dopo cena, ci rimane un po’ di energia per continuare l’esplorazione di Noussa…È semplicemente incantevole…Il porticciolo sembra fatto apposta per essere fotografato, con le sue belle barchette colorate e le luci dei locali e dei ristorantini che si riflettono nell’acqua. C’è anche una rocca abbandonata che rende l’insieme molto suggestivo. Ci intrufoliamo poi nell’intrico di viuzze del centro storico, vie anche strettissime dove a fatica passano contemporaneamente due persone. Sono vie affollatissime, piene di giovani che entrano ed escono dai locali alla moda posti su entrambi i lati delle vie, locali piccolissimi, con la musica a palla e straripanti di gente. Sgattaiolamo fuori dalla calca e raggiungiamo a piedi la chiesetta di Noussa, un angolo di silenzio assoluto…Che pace! 8 agosto 2005 Oggi ci siamo svegliati presto perché vogliamo goderci la bella giornata di sole. Dopo la colazione corriamo in centro e noleggiamo tre scooter…Che sensazione di libertà!! Subito in sella, “corriamo” verso la spiaggia di Monastiri, che la nostra fedele Lonely Placet indica come una delle più belle.
Il paesaggio è bellissimo, qui è tutto come ti immagini che sia la Grecia: terra dorata seccata dal sole, villaggi bianchi e accecanti con le loro tipiche casette a cubo e le chiesette con le cupole blu sparse ovunque, il mare di un blu cobalto che contrasta con la terra dorata delle colline.
Arrivati a Monastiri, parcheggiamo e ci accorgiamo che ci sono due spiagge: una è quella “ufficiale”, quella attrezzata e affollatissima, l’altra, dietro la collinetta del Monastero abbandonato che dà il nome alla spiaggia, è piccola ma deserta.
Decidiamo di passare la mattina nella spiaggia ufficiale, il mare è pulito, di un verde chiaro, la spiaggia di sabbia scura rossiccia, mista a scogli, l’ambiente allegro e festoso per via della taverna-bar che si trova sul fondo della spiaggia e che manda musica house a tutto volume. Ma un po’ di punk rock no? Va beh… Passiamo la giornata a chiacchierare sugli scogli, facciamo il bagno, giochiamo a frisbee nell’acqua…Poi verso le due mangiamo alla taverna con 4 euro: uno yogurt greco con miele e frutta mista.
Nel pomeriggio ci spostiamo nella spiaggetta oltre il monastero dove incontriamo una medusa violacea in decomposizione sulla battigia e dove ci dedichiamo all’esplorazione del monastero abbandonato. Saliamo sul tetto (piatto come quasi tutti i tetti delle costruzioni cicladiche) e scattiamo un po’ di foto stupide.
Di sera mangiamo in una taverna piccolissima del buon pesce (io e roby) e della mussaka (gli altri), poi in giro ancora per le viuzze del centro, scorta di kalua e latte in un negozietto che vende super alcolici e poi a casa a fare un Black Russian party.
9 agosto Oggi, cartina alla mano, abbiamo deciso di trovare la spiaggia di Agia Irini, nota anche come Palm beach per via delle palme che le fanno da sfondo.
Trovarla non è stato difficile, anche se tra la gente del posto e anche tra i turisti che abbiamo incontrato non era nota.
Per trovarla bisogna avere un cartina abbastanza dettagliata, arrivare al paese di Agia Irini e poi seguire le indicazioni del campeggio. Palm Beach è proprio la spiaggia del camping, ma l’accesso è libero. La spiaggia è una piccola striscia di sabbia, larga poco più di due metri, ma nonostante sia agosto non abbiamo trovato molta gente. Il mare poi è di un azzurro intenso, con tante sfumature. Passiamo la mattina a giocare a frisbee e ad inventare esercizi di acqua gym e improbabili balletti…Chissà cosa avranno pensato le altre persone della spiaggia!! Sembravamo proprio stupidi!! Di pomeriggio poi siamo caduti nella trappola della Valle delle Farfalle a Petaloùdes (ingresso 3 euro…Dico trappola perché la “valle” è in realtà un parco dove si paga l’ingresso anche se non è caro e dove c’è poco da vedere, visto che le farfalle sono notturne e sono tutte di un solo tipo. In effetti ce ne sono a migliaia e riposano su ogni centimetro quadrato di vegetazione disponibile, però mi aspettavo di più. Sarò rimasta delusa perché nella mia fervida immaginazione pensavo di trovare una valle con una vegetazione rigogliosa, un sacco di fiori colorati e mille farfalle di tutti i tipi che svolazzavano allegre di petalo in petalo… Lo Ste lo dice sempre che leggo troppo e vedo troppi film! Ad ogni modo dopo mezz’ora siamo nuovamente on the road con i nostri scooter e decidiamo di visitare Parikia e il suo centro caratteristico, anche se a mio avviso non c’è paragone con Noussa. Visitiamo la famosa Panagia Ekatontapyliani del 326 d.C., una delle più belle delle Cicladi a detta di molte guide turistiche. Il suo nome significa “chiesa delle cento porte”, anche se in realtà le porte (ma hanno conteggiato anche le finestre) sono “solo” 99 e la leggenda narra che quando si troverà la centesima, Istanbul tornerà alla Grecia. Leggende a parte, è una chiesa bellissima, molto mistica, l’atmosfera che vi si respira è particolare e nel cortile interno di sente il silenzio, cosa rara qui a Paros, dove c’è vita in tutte le ore del giorno.
Gironzolando tra le strade di Parikia troviamo anche il ristorante vegetariano “Happy Green Cow” indicato sulla nostra guida per la gioia della nostra Robiolina. Arredamenti eccentrici, menù originale, gestori un po’ pazzerelli, l’hanno chiamato così per via di un sogno…Tutto bello tranne i prezzi…Decisamente poco invitanti.
Tornando a casa, sulla strada tra Parikia e Noussa, ci fermiamo in una delle tante chiese bianche e blu e ci mettiamo a suonare le campane…E poi scappiamo…Il grado di stupidità è sempre molto alto…Ma ci sentiamo felici come bambini.
Intanto si è alzato un vento fortissimo…È forse questo il famoso Meltemi? A Noussa, dopo esserci fatti la doccia, andiamo sul porticciolo a fare un po’ di foto al tramonto, il vento è sempre più forte e solleva dei cavalloni affascinanti che si infrangono contro i frangiflutti schizzando ovunque la schiuma delle onde! Di sera mangiamo in un’altra delle tipiche taverne sul porto di Noussa, ma dopo siamo talmente stanchi che torniamo subito a casa.
10 agosto Oggi ci spingeremo all’estremità meridionale dell’isola per raggiungere la spiaggia selvaggia di Farangas, almeno così era descritta su uno dei siti internet che avevo visitato prima di partire.
La nostra padrona di casa dice che in una giornata di forte Meltemi come oggi è l’ideale perché è una spiaggia riparata e lì il mare dovrebbe essere abbastanza calmo, dice che però è una spiaggia difficile da raggiungere…Mah!!! Si vede che non sono mai stati in Croazia, dove le sue bellissime spiagge si raggiungono di solito dopo aver attraversato sentieri tra i rovi o i pini marittimi o dopo aver scavalcato decine di scogli…Il mare Croato è bellissimo e bisogna sudarselo!Qui a Paros invece le spiagge sono tutte facilmente raggiungibili e Farangas non è da meno. Bisogna solo fare un pezzo di sterrato con il motorino e poi proseguire a piedi per 5 minuti su un sentiero ben definito, nulla di impossibile nemmeno con le infradito.
La spiaggia è paradisiaca…Una mezzaluna perfetta di sabbia dorata circondata ai lati da scogli e poi è deserta!!!! Ci siamo noi e altre 5 persone! Si vede che gli altri turisti si sono spaventati vedendo lo sterrato o hanno preferito l’altra spiaggia di Farangas, più grande e attrezzata. Va beh, contenti loro! Noi ci godiamo per tutto il giorno il mare pulito (anche se gelido) e la bella spiaggia. Poi a pomeriggio inoltrato facciamo una capatina all’altra spiaggia di Farangas dove mangiamo qualcosa nella taverna molto carina anche se la musica come al solito non fa per noi.
La sera torniamo a Parikia a mangiare, ma è veramente troppo affollata e troviamo 6 sedie libere solo alle dieci e mezza e tra l’altro non mangiamo nemmeno molto bene. Dopo cena curiosiamo nei negozietti dei tanti vicoli che costituiscono il centro di Parikia , visitiamo il Kastro franco e poi ci sediamo in un barettino dove servono cocktails giganti e coloratissimi a 5 euro.
…Intanto il vento continua… 11 agosto Santa Chiara (il mio onomastico per la cronaca) Ci svegliamo sperando che il vento sia cessato, ma non c’è verso…Persiste e non sembra diminuire di intensità, ma ci va bene considerando che comunque da quando siamo arrivati non abbiamo mai visto una nuvola mentre i nostri soci in Spagna ci informano via sms che fa freddo (16°C) e piove in continuazione…A Lloret de Mar???In Spagna? Ad agosto?? Che sfiga nera!!! La nostra padrona di casa ci consiglia la spiaggia di Santa Maria, perché riparata dal vento (ma come? Sulla guida dice che è la preferita dai surfisti…Ve beh…Misteri).
In effetti qui il mare è calmo, ma non è un granchè né come colori né come trasparenza e pulizia. Ci accontentiamo, ma nel pomeriggio andiamo a Lageri, altra spiaggia nelle vicinanze, peccato che il mare qui sia molto mosso perché altrimenti sarebbe un posto fantastico, molto suggestivo con la collinetta alle spalle, la chiesetta bianca sulla sua sommità e le dune di sabbia dorata.
Sulla via del ritorno ci fermiamo in un mini market a fare la spesa perché abbiamo deciso di fare una cenetta a casa nostra. Quelli del minimarket devono averci scambiato per dei balordi che magari volevano confonderli e poi fregarli scappando senza pagare…Infatti siamo stati nel negozio un’ora, continuavamo a mettere roba nel carrello per poi toglierla, correvamo di qua e di là, discutevamo ad alta voce…Tutto perché non riuscivamo a metterci d’accordo sul menù…Io volevo fare le penne allo zafferano, speck e zucchine, ma a Chegue non piacciono le zucchine e la Robiolina è vegetariana. Qualcuno propone il pesto ma a me e Silvia non piace. Qualcun altro propone pasta al pomodoro, ma la Rob è allergica al pomodoro, qualcun altro propone i miei famosi fagioli alla messicana, ma non mi ricordo chi è allergico anche a quelli… Alla fine, dopo mille discussioni e idee lasciate perdere, il menù è stato il seguente: – Antipasto con Feta e olive nere; – Pasta al pomodoro e tonno e pasta al pesto per accontentare tutti; – Anguria alcolica.
Dopo la cenetta deliziosa e molto leggera, io, Ste, Silvia e Sugar andiamo a Monastiri e saliamo sul tetto del monastero per vedere le stelle. Infatti dicono che l’11 agosto sia la notte in cui cadranno più stelle, anche se la leggenda vuole che sia la notte di San Lorenzo la notte delle stelle, ma gli esperti avevano ragione, io da sola ne conto una trentina! 12 agosto – ultimo gg a Paros Oggi siamo andati alla famosa Golden Beach, una delle spiagge più famose e decantate di Paros. E’ una spiaggia lunghissima, di sabbia dorata, la scenografia non è un granché ma il mare è spettacolare, sicuramente il migliore che ho visto fin’ora a Paros…Acqua chiarissima, cristallina, calma e calda. Uno spettacolo! Peccato che Sugar si sia bruciato la gamba con la marmitta incandescente del motorino del Chegue appena arrivato. Povero!! Gli viene via la pelle, deve bruciare un casino! Il medico gli ha detto di mettere tanto Foil e di non entrare in acqua per due o tre giorni.
Visto che Sugar non può godersi la spiaggia come merita, di pomeriggio ci spostiamo a Lefkes, un paesino dell’interno. Ci innamoriamo subito di questo borgo fra le montagne, nei suoi vicoli regnano il silenzio e la pace, i vecchietti vigilano le loro casette bianche e linde seduti su sedie di paglia fuori dalle porte blu decorate con il ferro battuto, le bouganville crescono rigogliose sui muri delle case e si possono visitare tante piccole botteghe caratteristiche che vendono manufatti del luogo. Il tempo qui si è fermato! Di sera facciamo le valige visto che domani si parte per Santorini e poi adiamo a mangiare da Glaros, il ristorante della prima sera qui a Paros.
Siamo un po’ malinconici a lasciare quest’isola splendida, ma personalmente non vedo l’ora di vedere Santorini, descritta da molti come la più bella delle Cicladi. Voglio fare un altro giro al porticciolo di Noussa per imprimermi nella mia memoria questo gioiellino dell’Egeo per l’ultima volta.
13 agosto – Paros/Santorini Partiamo con la nostra nave Penelope (Pinillopi, Pinillopi…Strilla il capitano della nave e noi impieghiamo secoli a capire cosa dice) per la volta di Santorini e dopo 4 ore di navigazione eccoci arrivati. Il panorama mi toglie il fiato, io e Ste ci abbracciamo sul ponte della nave mentre ci godiamo l’entrata trionfale del traghetto nella caldera di questa magica, drammatica, teatrale isola. Ho il cuore gonfio di emozione e vorrei che con me ci fossero anche Disu, Yuri e Claudio. Mi spiace che si perdano questo spettacolo.
Santorini, o meglio quella che migliaia di anni fa era la parete interna del vulcano, si staglia grandiosa con la sua roccia nera e rossa e in cima, come se fosse neve o come zucchero a velo su una torta di cioccolato, ecco la bianca Oia con le sue casette bianche, i tetti blu o color pastello e il suo mulino a vento.
Prendiamo possesso dei nostri studios presso la Mary Lou John Villas affacciata proprio sulla caldera con un panorama mozzafiato, dove nonostante la prenotazione via internet e il pagamento anticipato, troviamo delle difficoltà in quanto ci avevano riservato l’appartamento solo per una notte invece che per due.
Io, Ste, Chegue e Roby siamo in un appartamento per 4 molto caratteristico fatto a mo’ di grotta, mentre Silvia e Sugar sono in una stanza con un letto a una piazza e mezzo spacciato per letto matrimoniale…Ma almeno hanno una finestra! Noi abbiamo solo una fessura da cui filtra un po’ di luce …È una stanza molto caratteristica ma umida all’inverosimile e qui sembra non soffiare il Meltemi…Sarà stato fastidioso, ma col caldo di Santorini servirebbe proprio!! Il resto del pomeriggio lo dedichiamo alla scoperta di Oia, la località più bella e decantata dell’isola. Sorge su un ripido fianco della caldera e le case sono spesso incastonate nella roccia vulcanica. Ci perdiamo nelle tante viuzze , arriviamo fino al mulino a vento reso famoso dal film “Che ne sarà di noi” e poi solo io e Ste scendiamo i “mille” gradini che portano al grazioso porticciolo di Ammoudi, piccolissimo borgo di pescatori pieno di piccole taverne colorate (gialle, rosa, azzurre…) poste direttamente sul mare. Percorriamo un “sentiero” tra gli scogli e giungiamo in un punto dove gli scogli sono abbastanza piatti da permettere di stendersi e tuffarsi in acqua.
L’acqua è di un verde smeraldo che più bello non si può, è invitante al massimo e io non resisto e mi tuffo felice come una bambina! Dopo due metri dalla riva non si tocca più e sotto si vede solo nero, è profondissimo, la caldera affascina e incute timore. E’ impressionante pensare a quando Santorini eruttò e poi sprofondò più di 3000 di anni fa (nel 1650 a.C. ) creando uno tsunami che distrusse Creta, la civiltà minoica e Israele. Fu così che si creò la caldera! Lasciando perdere questi pensieri cupi e affascinanti al tempo stesso, raggiungo a nuoto l’isolotto che si trova a circa 50 metri dalla riva e poi torno indietro. Io e Ste torniamo velocemente sui nostri passi per raggiungere gli altri e ammirare con loro uno dei tanti tramonti per cui Oia è famosa.
La sera dopo cena crolliamo a letto stanchi morti con la testa e gli occhi pieni di meraviglia.
14 agosto Dopo la colazione, usciamo per noleggiare dei motorini (scassatissimi) e voliamo alla scoperta di Santorini…Abbiamo solo oggi e metà giornata di domani per visitarla e anche se è piccola, è ricca di posti e spiagge meravigliosi e non possiamo perdere tempo.
Prima tappa: la Red Beach. Attraversiamo l’isola per intero e giungiamo alla Red beach che è quasi mezzogiorno. Il mare è mosso e solleva il fondale quindi l’acqua non è delle più invitanti, ma la scenografia toglie il fiato: una parete altissimae di colore bruno e a tratti di un rosso vivo, si staglia contro il cielo terso, di un blu intenso. La spiaggia poi è costituita da pietra pomice e da piccolissimi sassi rossi e neri. Veramente suggestivo! Dopo la Red Beach ci dedichiamo a qualcosa di più culturale…La visita del sito di Akrotiri, che a nostro parere si è rivelata una delusione, ma forse non abbiamo saputo apprezzare il valore del luogo. Si tratta di alcuni scavi risalenti alla fine degli anni 60 che hanno portato alla luce un’antica città sepolta sotto le ceneri del vulcano. Fin qui sembrerebbe interessantissimo, peccato che ci siano ancora molti lavori in corso e sembri di trovarsi in un cantiere di una casa in costruzione, tra l’altro molti reperti rinvenuti sono stati portati al museo di Thira e quindi da vedere e apprezzare rimane ben poco, soprattutto se si visita il sito senza l’ausilio di una guida. Il biglietto costa 6 euro, ma per gli studenti l’entrata è gratuita.
Dopo Akrotiri visitiamo velocemente il caratteristico paesino di Pyrgos, nell’entroterra, e poi voliamo a visitare una delle più famose spiagge nere dell’isola: Kamari.
La spiaggia è molto lunga e affollata, molto turistica e attrezzata e tra l’altro non sembra affatto nera, i sassi sono in realtà grigio scuro come quelli di alcune spiagge della riviera ligure. In più il mare non è nulla di particolare, né per il colore né per la pulizia. Ci tratteniamo un paio d’ore poi “aperitiviamo” sulla spiaggia in uno dei tanti barettini che offrono cocktails a 2/3 euro durante l’ora dell’happy hour.
Di sera decidiamo di cenare a Imerovigli, un paesino più piccolo di Oia, costituito principalmente da alberghi di lusso affacciati sulla caldera e locali notturni. Di notte la vista di Oia e Thira affacciate sulla caldera e illuminate come piccoli presepi è veramente bella e romantica.
15 agosto Santorini/Naxos Di mattina sveglia presto per me, Ste, Silvia e Roby…Vogliamo andare a fare un bagno ad Ammoudi , dove sono stata con Ste il primo giorno. L’acqua anche se fredda è splendida come l’altra volta, questa volta poi sono attrezzata con maschera e boccaglio e mi dedico allo snorkeling. Che bello essere qui quando ancora tutti dormono! Si tuffano anche Silvia e Ste e tutti e tre insieme nuotiamo fino all’isolotto e ci arrampichiamo sopra per visitare la chiesetta bianca…Immancabile come in ogni posto in Grecia.
Torniamo a casa vs le 9 e 30, facciamo le valige, andiamo col pullman a Thira dove le lasciamo presso un deposito bagagli e ci dedichiamo alla visita del capoluogo dell’isola, molto simile come architettura a Oia, ma molto più turistico, se possibile, e commerciale, con tanti negozi eleganti, gioiellerie e bar affacciati sulla caldera.
Alle due prendiamo di nuovo il pullman, andiamo al porto e ci imbarchiamo per la nostra terza ed ultima meta: la verde Naxos.
Verde perché dicono sia tra le Cicladi quella con più vegetazione. E’ anche una delle meno turistiche, forse per la mancanza di una vita notturna esagerata.
Vi arriviamo che sono quasi le 7, al porto c’è il nostro padrone di casa che ci è venuto a prendere col pulmino e ci porta agli Studios Marina. Mentre attraversiamo la chora (Naxos città) ci accorgiamo subito che si tratta di una cittadina molto più grande rispetto a Noussa, Parikia, Oia e Thira, ma ha comunque qualcosa di affascinante, forse perché già a prima vista sembra meno turistica, c’è comunque tanta gente ma si tratta di un turismo di altra natura, meno invadente, più rilassato.
Comunque arriviamo ai nostri studios dove siamo divisi in tre camere doppie, tutte con bagno, doccia, WC e angolo cottura. Abbiamo anche un cortiletto in comune con un tavolo bianco per fare colazione tutti insieme. Di sera ceniamo nel ristorante del nostro padrone di casa (“The good heart”) nella chora, proprio sul lungo mare…Il pesce e il fritto misto meritano davvero! Finito di mangiare torniamo subito a casa stanchi morti per il viaggio.
16 agosto Non appena ho visto Naxos avvicinarsi dal traghetto, ho pensato che fosse diversa dalle altre isole dell’arcipelago delle cicladi…E oggi ne ho avuto la riprova…C’è differenza nel paesaggio, più verde e selvaggio, ma anche nello spirito dell’isola. L’atmosfera è più rilassata, più “sciallo” rispetto a Paros o Santorini, più autentica forse, è più dei Greci che dei turisti. Mentre Santorini è una macchina per turisti, seppur una splendida macchina, Naxos segue ritmi più lenti, per strada senti parlare più greco che italiano o inglese.
Come primo giorno abbiamo visitato le spiagge più famose: Kastraki beach, Mikri Vigla e Agia Ana che praticamente sarebbero una la continuazione dell’altra se non fossero divise da un promontorio o da degli scogli. Sono tutte di sabbia chiarissima, quasi bianca e il mare è di un verde acqua che diventa turchese al largo e poi blu confondendosi con il cielo. L’acqua è cristallina e bellissima, peccato che il fondale non sia niente di interessante, come d’altronde a Paros. In questo senso mi manca parecchio la Croazia, praticamente non sono quasi mai riuscita a fare snorkeling. Kastraki tra le tre è le più selvaggia, praticamente sarà lunga più di due km e larga una cinquantina di metri, non ci sono attrezzature né bar e il bello è che essendo così grande la persona più vicina è a 50 m. Mikri Vigla è un po’ più stretta e un po’ meno lineare, è più affollata e ci sono dei bei barettini con musica reggae dove si può pranzare o bere un cocktail. Ci sono anche delle dune alte due metri circa ricoperti di gigli (credo)…Veramente uno spettacolo. Agia Anna invece è attrezzata ed è più riparata, tanto che nonostante il Meltemi l’acqua è una tavola. Mi dà l’impressione di essere una spiaggia pià per famiglie, comunque è carina.
Tornati a casa, doccia veloce e poi all’ora del tramonto di corsa nella chora in tempo per vedere il sole spegnersi dietro la porta di Apollo (foto .
La Porta di Apollo detta anche Portara, è ciò che resta del tempio di Apollo e fu costruito nel sesto secolo avanti Cristo. Sorgeva su un’isola che ora è stata collegata alla terra ferma, al quartiere del kastro, da una strada asfaltata. E’ praticamente il simbolo di Naxos! Veramente suggestivo anche perché se da un lato si vede il sole, dall’altro si vede dentro la luna… Ceniamo in una delle tante taverne del centro e poi gironzoliamo per le vie della Chora. È molto più grande sia di Oia, che di Noussa e Parikia, sembra quasi una cittadina quasi moderna, almeno nel quartiere più esterno.
Poi c’è il quartiere del Bourgos, fatto di intricate viuzze, barettini caratteristici e negozietti di artigianato locale e infine le stradine salgono fino al Kastro, dove un tempo risiedevano i Veneziani, ma decidiamo di rimandare la visita di quest’ultimo quartiere perché siamo veramente stanchi e con i piedi a pezzi.
17 Agosto Oggi decidiamo di attraversare l’isola per vedere l’altra costa e esplorare un po’ l’interno…Certo è che Naxos non è piccolina come Paros o Santorini e i nostri motorini (oltre che le nostre chiappe) vengono messi a dura prova dalla lunga percorrenza e dalle condizioni a volte non perfette delle strade. Di mattina ci rilassiamo sulla bella spiaggia di Lionas, una baia semicircolare di sassi grandi come una mano e di ciotoli levigati, circondata ai lati da un’alta scogliera da cui ci si può tuffare. L’acqua è fredda rispetto all’altra costa, ma pulita e trasparente, qui il fondale essendoci gli scogli, è un po’ più interessante, ma comunque non ci sono stelle marine, polipetti o molta vegetazione. Nel primo pomeriggio ci rimettiamo in viaggio verso Apollonas alla ricerca di uno dei tre Kouros di Naxos, ma non lo troviamo. (Il Kouros è in pratica una statua incompiuta sovradimensionata rappresentante un giovane uomo). Arriviamo quindi ad Apiranthos, un villaggio comunista, nel senso che in passato era abitato da molta gente simpatizzante per il partito comunista e tra la popolazione vi è un alto numero di partigiani tra cui Manolis Glezos, che durante la seconda guerra mondiale si dice sostituì la bandiera nazista posta sull’Acropoli, con quella greca. Apiranthos è carina, posta su un’altura da cui si ha un bel panorama. Le strade sono lastricate di marmo e le case sono in pietra con passaggi e porticati tra l’una e l’altra. Ci godiamo un po’ il fresco e poi proseguiamo l’esplorazione dell’isola e visitiamo sia la Panagia Drosiani che il Kouros vicino a Melanes, tutte e due una mezza delusione.
La chiesa (panagia) Drosiani si trova vicino a Moni ed è una delle più antiche della Grecia e dei Balcani. È costituita da un dedalo di cappelle simili a grotte, ma è spoglia e non c’è nulla da vedere anche se fa impressione pensare che sia del 7° secolo d.C.
Il Kouros invece non mi dice proprio nulla…Inizio a pensare che forse sono io ad essere insensibile ai resti archeologici, ma quando sento il parere di tutti i miei amici scopro che il loro parere è più o meno lo stesso.
18 Agosto Giornata dedicata esclusivamente al mare. Decidiamo di vedere Orkos beach e nel pomeriggio la Plaka. Orkos fa sempre parte, come anche la Plaka, di quel lungo tratto di costa sabbiosa di 18 km che si estende da Agios Georgios fino a Pirgaki. Orkos però, a differenza delle altre spiagge, è costituita da calette sabbiose delimitate da scogli larghe da 50 a 2 metri…In pratica se siete fortunati potete trovare la vostra spiaggetta privata. Il mare è come sempre bello e pulito.
La Plaka è invece molto simile a Mikri Vigla.
In serata ci fermiamo sulla spiaggia di Agios Prokopios per ammirare il tramonto. Questa sera ceniamo a casa: il menù, dopo le solite discussioni e indecisioni, prevede pasta alla panna e funghi, feta e olive e un dolce comprato al supermarket. Dopo la serata continua al Jam, locale rock (finalmente) della chora dove mettono anche i Ramones e i Clash per la gioia delle mie orecchie!!! 19 Agosto Ultimo giorno pieno a Naxos, decidiamo di dedicarlo al mare e al relax. Di mattina andiamo a cercare la baia di Amyti che dalle foto sembrava bellissima invece è squallida, deserta, battuta dal vento e col mare mosso che porta a riva molte alghe. Ci spostiamo allora ad Abram beach, spiaggia di piccoli sassi, col mare pulito ma un po’ troppo mosso. Nel pomeriggio allora torniamo alla Plaka dove siamo sicuri di trovare un bellissimo mare e passiamo il pomeriggio giocando a racchettoni e facendo costruzioni di sabbia, soprattutto ci dedichiamo a una strana riproduzione dei Kouros sotto delle improbabili piramidi…Grazie alla bravura della Robiolina (laureanda in design industriale) molta gente si ferma a fotografare le nostre creazioni e sento un italiano che dice “no, ma secondo me sono artisti, lo fanno di mestiere” ah, ah!!!!! L’ultima sera ci concediamo il lusso della taverna Lucullus, una delle più antiche delle Cicladi. Spendiamo un po’, ma che buono!!!! Un’esperienza da provare!! Continuiamo la serata all’On the Rocks, locale dove suonano musica rock, fanno karaoke e dove oltre ai cocktails si può scegliere tra una lunga lista, un sigaro cubano da abbinare a un rum. Idea carina e originale!! Trovo anche un negozietto dove stampano magliette particolari e trovo cosa???la maglietta del mio gruppo italiano preferito, i CCCP Fedeli alla Linea, cosa quasi introvabile in Italia! Ovviamente la prendo subito e già penso all’invidia della mia amica Disu…Allora siccome sono buona ne prendo una anche a lei!! 20 agosto – giorno della partenza La mattina la dedichiamo alla visita del kastro, il quartiere veneziano, molto caratteristico con le sue viuzze strette, il castello e i passaggi ad arco tra una casa e l’altra. Poi mangiamo sul lungomare un gyros pita per 1,50 euro e una crepes al cioccolato fondente e arance (mmm mamma mia, meno male che ho scoperto questa creperia solo oggi se no diventavo una cicciona).
Alle 4 partiamo con la nostra nave (Romilda…Che nome) e arriviamo ad Atene di notte…Il nostro aereo è alle 6. Silvia e Sugar che avevano prenotato dopo di noi hanno l’aereo a mezzogiorno e visiteranno l’Acropoli…Allora ci dividiamo quasi commossi e prendiamo il pulmino per l’aeroporto.
21 Agosto – Milano …Atterriamo a Malpensa che piove e ci sono 14 gradi…Il cielo blu e l’oro della terra delle Cicladi sono già lontani… E ora che vi siete sorbiti tutta la pappardella, ecco un po’ di INFO PRATICHE e spero anche UTILI: -Aereo (prenotato ad aprile) da Malpensa ad Atene, 358 € -case sulle isole prenotate su internet (tramite i siti www.Travel-to-naxos.Com e travel-to-paros.Com…Per Santorini non mi ricordo ma provate a cercare su un motore di ricerca Mary Lou John Villas); -abbiamo speso a Naxos e Paros 20€ a testa per notte, mentre a Santorini 15 € a testa. -A Paros eravamo ai Garyfalia Studios di Noussa, studios da 2 o 4 persone con bagno, cucina, due camere (o una camera quello per due pax) e due balconi, pulizia giornaliera e cambio delle salviette giornaliero (la signora gentilissima ci lavava anche i piatti e ci faceva trovare dolci fatti da lei o i fichi del suo albero sul tavolo). -A Santorini eravamo alla Mary Lou John Villas a Oia (camera carina, ma bagno pietoso e un’umidità assurda nella casa in quanto era una tipica costruzione di Oia, a mo’ di grotta, senza finestre…) -A Naxos eravamo ai Marina Studios, nella chora. Appartamenti da due persone con terrazzino, angolo cottura e bagno. Pulizia e cambio salviette giornaliero. -Vista la mia esperienza, vi consiglio di prenotare su internet il traghetto da Atene per l’isola scelta, risparmierete tempo, soldi e anche un bel po’ di stress; -Traghetto veloce categoria VIP da Atene a Paros : 70€… X due ore di navigazione; -Trasferimenti tra le isole da 12 a 20 euro -Ritorno da Naxos ad Atene, traghetto standard 35 euro per 7 ore di navigazione; -Affitto motorini da 8€ a 15€ al giorno a testa (a seconda dei luoghi, la meno cara era Naxos) -Come risaputo si può girare in due col motorino e senza casco…A Santorini ci hanno consigliato di portare il casco nel vano oggetti in modo che se ci avesse fermato la polizia avremmo evitato la multa mostrandoglielo…Bah!! Sempre più folkloristici questi Greci!!! -Costo di taverne/snack bar e simili: a mezzogiorno per uno yogurt con frutta e miele e dell’acqua spendevamo circa 5 euro – a cena (es. Una moussaka e un contorno, vino, acqua e caffè) 12/14 euro – cocktails da 3 a 5 euro – un souvlaki 1,50 euro)