Parigi e francia settentrionale

Vi avevo lasciato lo scorso anno al ritorno dalla Spagna, con la promessa di organizzare la prossima vacanza in Ungheria…profezia troppo affrettata…infatti non avevo tenuto conto del parere della ciurma, che mi ha inesorabilmente bocciato l’idea… Pensa e ripensa, abbiamo deciso per una vacanza senza mare, alla scoperta (nel caso di...
Scritto da: ippadede
parigi e francia settentrionale
Partenza il: 30/07/2006
Ritorno il: 13/08/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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Vi avevo lasciato lo scorso anno al ritorno dalla Spagna, con la promessa di organizzare la prossima vacanza in Ungheria…Profezia troppo affrettata…Infatti non avevo tenuto conto del parere della ciurma, che mi ha inesorabilmente bocciato l’idea… Pensa e ripensa, abbiamo deciso per una vacanza senza mare, alla scoperta (nel caso di Claudio) e alla riscoperta (nel mio caso) di Parigi e le sue meraviglie e alla ricerca di realtà un po’ più particolari… Il progetto anche quest’anno era ambizioso, sempre nei limiti delle due settimane, ma abbastanza vario e dettagliato..Logicamente la prima cosa che ho fatto è stata quella di leggere e leggere i racconti di TPC per cercare di avere i maggiori riferimenti possibili e per poter scegliere al meglio per le nostre esigenze le tappe del viaggio.

Anche quest’anno siamo partiti in macchina…Particolare però diverso dallo scorso anno, perché non abbiamo più la foffina (la VW Golf di Claudio ormai passata a peggior mani!!..Sob), bensì la Toyota Avensis SW…Il guadagno in termini di spazio è decisamente notevole…Ma la foffina ci è rimasta nel cuore!! partenza 30/07/2006, rientro 13/8/2006 km totali 4300 spesa totale 2 persone (vitto, alloggio,pedaggi,carburante,musei,gadget…TUTTO) € 2600 AH!Dimenticavo! Anche quest’anno NON ABBIAMO PRENOTATO NIENTE! Siamo partiti il 30/07 alle 18 del pomeriggio; avevamo paura della prima ondata di traffico estivo e così abbiamo deciso di viaggiare la notte, come lo scorso anno, ma anticipando un poco la partenza.

Sono partita io al volante, e devo dire che fino a Genova, c’era un bel movimento, poi, direzione Aosta-Traforo Monte Bianco è stato tutto molto tranquillo.

Ho guidato per 550km, giusto la metà di quelli che abbiamo fatto per arrivare a Parigi, nostra prima tappa! Ci eravamo fermati a mangiare un panino poco dopo Alessandria e poi altra piccola sosta a Courmayeur per fare benzina: è stato suggestivo arrivare lì e sentire il fresco della sera di montagna, quando a casa nostra c’erano 35°!! Verso le due di notte ci siamo fermati in un’area di servizio per dormire un pochetto…E qui Claudio ha fatto il furbetto (ancora dice che non è vero!): io stavo dormendo e lui mi sveglia, perché ha sonno e vuole fermarsi un’oretta; gli dico di caricare la sveglia e lui…Fa finta di sbagliare…Morale della favola, per caso mi sono svegliata alle 4.45 e mi è preso un colpo!! Siamo ripartiti di buona lena, dopo un pessimo caffè della macchinetta…È stato l’ultimo che mi sono concessa fino al nostro rientro..

Alle 9 siamo sulla Pheripherique di Paris, direzione Etap Hotel Porte d’Orleans: non avevamo prenotato gli alloggi, ma quella dell’Etap, su consiglio della mia amata collega di lavoro, è stata una soluzione veramente azzeccata: camere piccole ma pulite, arredate nello stesso modo in qualsiasi città, stessa colazione, letti duri, docce che non allagano,wc in camera. Quando siamo arrivati lì, al primo colpo, grazie al Navigatore Satellitare (altra novità di quest’anno) abbiamo trovato però l’inconveniente di non poter entrare in camera perché l’accesso era tassativamente dalle ore 12.

Qualcuno potrà obiettare che la soluzione Etap non è caratteristica ed è poco originale: effettivamente è così, ma come ho avuto modo di spiegare a Claudio la prima volta che siamo entrati nella nostra stanza di Parigi, il tempo effettivo che passavamo in camera era lo stretto necessario per dormire…Poteva anche non esserci la TV, non ne avremmo sentito la mancanza…Qualche giorno dopo Claudio avrà occasione di ricredersi sulle sue prime impressioni… La scelta della zona dell’albergo era stata studiata in modo che fosse fuori dal centro ma vicinissimo alla fermata della metro, nel nostro caso al capolinea Porte d’Orleans. Francamente pensavo avremmo trovato parcheggio libero, essendo quella una zona abbastanza residenziale, invece, purtroppo era tutto PAYANT nonostante fosse Agosto e avevo sentito dire che avrebbe potuto essere gratuito..

Dato che avevamo un po’ di tempo prima delle 12, decidiamo di farci un giro per Paris in macchina toccando i punti turistici (tipo Sightseeing Tour): Tour Eiffel, Trocadero, Place Charles De Gaulle-Arc De Triomphe, Avenue De Champs Elysees, Place de la Concorde (sosta con colazione a base di Crepes e parcheggio abusivo auto davanti ai Jardin de Tuileries), Place Vendome, Musee de Louvre, Centre Pompidou, Place de la Bastille… Il traffico di Paris è intenso ma, oltre la Pheripherique che è sempre intasata, le vie del centro scorrono abbastanza bene..Nonostante questo, il tempo è volato e arriviamo all’Etap giusto per le 12! Mentre mi occupo della sistemazione (3 notti con colazione a buffet inclusa € 178.00), Claudio trova parcheggio nel sotterraneo Ibis Hotel per € 11 al giorno: non è poco, ma visto che la situazione buttava male, scegliamo la sicurezza e la lasciamo lì, per poi riprenderla solo quando lasceremo Paris. Lasciati i bagagli, ci dirigiamo subito verso la metro dove acquistiamo la Paris Visite: ho letto molto a riguardo, mi sono documentanta sul sito dell’ufficio del turismo di Parigi e su quello della Rapt; devo dire che non sempre quello che ho trovato si è poi verificato veritiero. Noi comunque abbiamo scelto questa soluzione: zona 1-3 per 3 giorni € 18.25 a persona, visto che a Versailles e Disney Resort ci saremmo andati in auto. Per quanto riguarda la Orange…Francamente, cercare di fingere di essere parigina mi sembrava un po’ troppo azzardato visto che non conoscevo mezza parola di francese…Quindi abbiamo lasciato perdere e abbiamo fatto le cose in regola: di sicuro non ci abbiamo rimesso molto visto le innumerevoli volte che siamo saliti e scesi dalla metro: come si dice dalle nostre parti: “..S’è fusa!!..” Da lì, la seconda e ultima tappa organizzativa era quella per prendere la Paris Museum Pass: si poteva comprare in qualsiasi museo l’accettasse, ma siamo andati all’Ufficio Informazioni alla fermata metro Pyramides, così ci siamo riforniti un po’ anche di cartine (tante volte la Lonely e tutte le altre innumerevoli copie e fotocopie che avevo non fossero bastate…); sicuramente all’Ufficio Info non abbiamo trovato la file che invece avremmo dovuto affrontare scegliendo di farla in un qualsiasi Museo! Noi abbiamo scelto la soluzione due giorni a € 30 a persona: veramente alto il prezzo, però effettivamente ci sono alcune considerazioni favorevoli 1)la scelta era tra 2 e 4 giorni, ma a noi restavano solo 2 giorni e mezzo da passare a Paris, così il 4 giorni sarebbe stato sprecato; 2)30€ sono parecchi soldi, considerando il fatto che è vero che si ha l’accesso a 70 musei ma è anche vero che in 2 giorni nessuno ce la farà mai a farli tutti! Però, il vantaggio di saltare le file è veramente importante per chi, come noi, ha un bel programma in mente! 3)30€ sono parecchi soldi, come dicevo prima, ma con la scusa che ormai avevamo pagati, ci siamo concessi anche il lusso, per esempio, di vedere la Gioconda, il Tesoro, la Venere di Milo…Non ci sarei mai andata altrimenti, ma con il Pass si saltava la fila ed era già tutto pagato! 4)30€ sono parecchi soldi, mi ripeto, ma 45€, il costo della 4 giorni, sono ancora di più! Ma come aveva scritto un collega di TPC, la data di inizio validità della tessera viene scritta a penna dall’utente e guarda caso continua a cancellarsi sfregandosi coi pantaloni o a contatto con il portafoglio……Così con 2 giorni alla fine ne abbiamo fatti 4 e ci abbiamo fatto incastrare anche l’ingresso completo alla reggia di Versailles…Che fortuna! A questo punto eravamo pronti, ai blocchi di partenza: avevo il percorso disegnato nella mia mente, non volevo rischiare di fare giri inutili, visto che il tempo a nostra disposizione non era moltissimo; ci siamo diretti subito in Place Charles de Gaulle-Etoile per salire sull’Arc de Triomphe: la prima vista da sotto, davanti alla fiaccola della Pax è stata emozionante perché mi sono resa conto davvero che ero a Parigi, mi sono gustata il respiro di quell’aria frescolina e l’ho sentita diversa. Poi non ci ho quasi fatto più caso a quel sapore, se non in qualche situazione particolare…Era come se mi venissero a bussare alla porta dicendomi di realizzare dove mi trovavo. A Parigi ci ero già stata diverse volte, mai con Claudio… Siamo saliti su per le scale irte e strette e lì ho sentito che quell’aria che sentivo prima era sparita, ma ne avevo urgentemente bisogno…Stavo svenendo dalle vertigini!Meno male che sono un mezza atleta e ce l’ho comunque fatta ad arrivare sulla terrazza…La prima vista di Parigi dall’alto:ognuna delle prospettive che ti si presentano davanti sono incredibili, non saprei quali scegliere;e se guardi in basso, anche io che soffro di vertigini…Beh…Ti dimentichi anche di quello, è impressionante la precisione della stella. Ci siamo fatti due riprese e due foto: con lo zoom della videocamera mi sono fatta il giro delle cose che avrei voluto vedere; abbiamo avuto la fortuna di trovare una giornata che si era ripresa rispetto alla mattina: un bel sole ci stava scaldando, permettendoci shorts maniche corte, ma soprattutto facendoci godere a pieno il panorama fino a Mont Martre. Scesi dalla terrazza ci siamo incamminati felici per gli Champs Elisee: ci siamo trovati in mezzo ad una marea di gente, passando accanto a boutique di lusso e locali stravaganti; ci siamo anche accorti che stava passando l’ora di pranzo e quindi ci siamo affrettati a buttarci dentro un locale:abbiamo scelto, complice anche la guida che ci sconsigliava di pranzare sugli Champs, il Bistrot Romani e qui ci siamo fatti il nostro primo Menu della vacanza…E non sapevamo che avrebbe aperto una lunga serie!! Infatti avremmo scoperto che mangiare in Francia è una delle cose più costose: dimenticandosi dei nostri primi piatti (provarci è solo una costosa delusione…), abbiamo scoperto questa soluzione abbastanza accettabile per il portafoglio e per il gusto; con il faux au filet e frites non si sbaglia mai, le entrees sono quasi tutte accettabili, il pane è buono e abbondante; l’unica cosa su cui stare attenti sono le bevande: dato che i prezzi dei menu sono accettabili ma escludono le bibite, i gestori dei locali, picchiano proprio su quelle:in primis l’acqua (chiedete sempre eau en caraffe: è gratis e sempre buona), ma anche il vino e la birra sono inaccessibili! Finito di consumare il pranzo verso le 15 (ci eravamo presentati al Bistrot verso le 14.30 e ci avevano guardato malissimo perchè a Parigi, ma anche nel resto della Francia sono molto rigidi sugli orari dei pasti; e questo è stato un bel problema, abituati come siamo allo zingaraggio puro!), abbiamo proseguito la nostra passeggiata sugli Champs, fino a Place de la Concorde da cui siamo entrati nei Jardins de Tuileries: lo stellone picchiava parecchio e la stanchezza si era inesorabilmente abbattuta sul mio cavaliere…Ho dovuto letteralmente trascinare Claudio fino al Louvre; quella sarebbe stata la nostra prossima tappa!A dire la verità,all’inizio il Musee non rientrava nei miei piani (come non lo era rientrato lo scorso anno il Museo del Prado), ma la Carta Musei ne includeva l’ingresso e poi abbiamo scoperto un ingresso laterale che ci ha permesso di saltare la fila incredibile che c’era sotto la Pyramides: così alla fine mi sono fatta corrompere dalla mera curiosità e ho deciso di spendere mezz’ora per arrivare a vedere questa benedetta Gioconda; a dire la verità ho apprezzato di più l’architettura del Musee e la suggestione dell’androne sotto le piramidi, che l’opera d’arte ma…Si sa, non sono un’esperta ne un’appassionata…E ho avuto l’impressione che la maggior parte delle persone che affollavano il salone fossero nelle mie condizioni:ma quel che doveva essere fatto, era stato fatto!!! Lasciate le Pyramides, abbiamo ripreso a metro e ci siamo diretti al Centre Pompidou, un parallelepipedo dell’architettura ex-avvenieristica ma simpatica e colorata;anche qui, l’ingresso era compreso nella nostra carta e ci siamo fatti un giro per vari piani, occupati per lo più da mostre d’arte contemporanea che esponevano quadri e oggetti poco realistici ma particolari: Claudio era sconfortato dalla sua non capacità di capire quest’arte; ci siamo fatti delle grasse risate su quello che la mente umana è in grado di apprezzare (o quanto meno, di far finta di apprezzare…). La cosa più bella è stato il finale: siamo saliti all’ultimo piano del complesso, occupato da un risto-bar di lusso dove, per miseri €10,00 a testa ci siamo fatti un aperitivo con vista su Notre-Dame e Parigi tutta; anche qui, per me che amo le viste, me la sono goduta appieno, anche se il costo dell’operazione è stato un tantino esagerato!..Non oso immaginare il prezzo della cena… Finito l’aperitivo, strafatti dalla stanchezza, abbiamo optato per un rientro senza cena all’Etap; mai dormita si era fatta più desiderata, considerando anche la giornata che ci avrebbe aspettato l’indomani! Il primo agosto alle 8 eravamo già nella hall dell’albergo a fare colazione: all’Etap funziona con un generoso buffet fatto di baguette, burro, marmellate, caffelatte, succo di frutta; inutile sottolineare che abbiamo mangiato fino a scoppiare, perché si sa…La colazione non è mai troppa, soprattutto se già pagata! Prendiamo la metro che ci lascia in Place in de l’Alma: lo sapevo che era una cavolata, ma si sa…La curiosità è donna e da buona curiosa volevo vedere cosa c’era rimasto di quel fatto dell’Agosto 1997: niente! Apparte una statuetta in bronzo raffigurante una fiamma tipo quella della Statua della Libertà. Quello che non avevo calcolato era che da lì,dall’altro lato della Senna rispetto alla Tour, si poteva godere di una buona veduta; nulla a confronto di quella che si ha della Tour scendendo dal Trocadero: avevo letto che da lì, si aveva la vista più suggestiva e posso proprio confermare, anche se non abbiamo avuto la fortuna di vedere le fontane in funzione, perché era in atto un operazione di pulizia delle vasche…Siamo così scesi fino al ponte che porta direttamente sotto la Tour Eiffel: non erano ancora le 10, il cielo era leggermente nuvoloso ma il sole sembrava avere la meglio, non c’erano ancora molte persone…Ci siamo messi in fila (una fila di circa una trentina di persone) felici e fiduciosi, ignari del pericolo che avremmo corso: ad un certo punto un flotta di militari e hostess ci hanno accerchiato intimandoci di allontanarci perché c’era un allarme bomba; due biciclette sospette erano state lasciate in modo altrettanto sospetto sotto la torre a 40metri da noi, e nell’attesa degli artificieri dovevamo lasciare libero il campo; figuriamoci se noi, che ci eravamo alzati presto,eravamo vicinissimi all’ingresso degli ascensori, ci saremmo allontanati!! MAI E POI MAI!!!..Da ridere, perché loro ci facevano spostare e noi ci rimettevamo in fila passandogli dietro! Alla fine ci hanno lasciato fare la nostra coda mentre arrivavano gli artificieri e sventavano questa tragedia: una BUFALA! Quanto meno, tutto quel trambusti ci aveva fatto passare velocemente il tempo della coda; questa volta il biglietto non era incluso nella Carta e abbiamo quindi pagato il biglietto per i due ascensori che portano all’ultimo piano; cosa scomodo è che questo meccanismo delle due tratte implica la doppia fila e quella che abbiamo dovuto fare per salire fino in cima è stata più faticosa della prima! Arrivati in alto però..Anche qui merita davvero, anche se abbiamo avuto una brutta sorpresa: mentre eravamo intenti a farci la fila, il tempo è cambiato, il sole ha perso la sua battaglia e, complice il vento, quando siamo usciti sulla terrazza ci siamo imbattutti in una piccola buferetta di vento e pioggia che faceva male al viso.

Scesi dalla torre ci siamo incamminati, attraverso gli Champs de Mars e un pranzo consumato su una panchina composto da vari tipi d baguette, all’Hotel de Invalides: anche qui l’ingresso era compreso nella Carta e abbiamo trovato allestito una mostra sulla Seconda Guerra Mondiale; niente di più azzeccato, visto il tour extra-Parigi che avevamo programmato. Non so quantificare quanto tempo ci abbiamo messo per girarci questa mostra, Claudio era come in trance, non riuscivo a portarlo via…Quando alla fine siamo usciti, diretti alla Tomba di Napoleone, abbiamo trovato fuori un tempo completamente cambiato: sembrava un pomeriggio di pieno autunno, freddo e piovoso; era la nostra prima esperienza con il clima della Francia del Nord! Dopo la visita alla Tomba, ci siamo diretti con la metro all’Ile de la Citè, dove siamo andati a vedere le prigioni di Maria Antonietta, la Conciergerie: la ghigliottina non c’era, però è stata una cosa carina anche se i manichini che illustravano e completavano le stanza facevano un po’ “museo delle cere”! Da lì ci siamo diretti a piedi verso Notre Dame; quando siamo arrivati sulla stella del punto zero di Parigi, davanti alla cattedrale, il sole era tornato a splendere: tempo di fare un giro all’interno e quando siamo usciti, la pioggia imperversava ancora…Abbiamo così rinunciato alla salita sulla torre della cattedrale, un po’ perché era tardi e rischiavamo di fare la fila e non riuscire a salire, un po’ perché la filiera sotto la pioggia…Ci siamo così incamminati fuori dall’Ile verso i quartieri latini, ma la pioggia non cessava, la stanchezza aumentava e quindi ci siamo presi un MCmenu alle gallerie La Fayette (dove sono anche riuscita a fare un piccolo acquisto!)e siamo rientrati in albergo.

Anche il 2 Agosto la sveglia è suonata presto e di prima mattina il programma prevedeva una bella passeggiata rilassante nella quiete del…Cimitero di Pere Lachaise: era da quando avevo 13anni che avevo il mito della tomba di Jim, mito di tutti gli adolescenti del mio periodo e un tributo ad una fanciullesca passione me lo sono voluto fare; la delusione logicamente c’è stata, ma non per la tomba in se stessa bensì per l’atmosfera e la sensazione che avrei avuto fossi stata una tredicenne e che invece non ho provato…Comunque l’ammassio di tombe è incredibile e inquietante e nonostante la cartina, non è facile orientarsi…È stata una bella caccia e il premio alla più carina lo dò a quella di Oscar Wilde anche se il bacio non ce l’ho impresso…Il rossetto non ce l’avevo!! Lasciato il cimitero, con la metro ci siamo diretti verso Mont Martre: abbiamo pranzato con le solite baguette ai piedi della scalinata e poi, a stomaco bello pieno i siamo lanciati per la salita bianca. La giornata si prospettava soleggiata ed effettivamente arrivati in cima alla montagnetta eravamo quasi quasi sudati!! Dopo la visita della cattedrale, siamo scesi nella più caratteristica Place de Tertre, brulicante di pittori, ritrattisti e arrangisti…Ognuno ha il suo ruolo e chi nonce l’aveva se l’è inventato (come i venditori di tubo di cartone che casualmente ti raggiungono appena l’artista a ci ti sei rivolto ha finito la sua opera). Anche noi ci siamo fatti fare il ritratto; francamente io ci tenevo ma quando ho saputo il prezzo tra un po’ svenivo! Claudio ha zittito i miei sensi di colpi e così, felicemente, ho ceduto! Il prezzo? € 55 per due visi…Più, naturalmente, altri € 2 per il tubo di cartone…Fatto il ritratto siamo scesi a Pigalle, passando per il Moulin de la Galette e poi siamo rientrati a Mont Martre passando per il Moulin Rouge. A questo punto, metà pomeriggio abbiamo deciso di rientrare in albergo per fare la doccia e poi ripartire e cenare alla Defence. Siamo scesi dalla metro in Place de la Defence e ci siamo fatti a piedi tutto il viale tra i palazzi a specchio che ospitano gli uffici delle più grandi aziendi del mondo, fino ad arrivare all’Arc de la Defence che è perfettamente in linea con l’Arc de Triomphe. Per la cena siamo andati in un locale all’interno del centre commercial de la Defence, probabilmente facente parte di una catena; non male sia i prezzi che il locale stesso..L’unica nota negativa era il costo delle bibite, ma ho già parlato di questo aspetto…Dopo la cena rientro con passeggiata nel quartiere Defence illuminato, che è ancora più suggestivo che di giorno! 3 Agosto:altra sveglia con il canto del Gallo…Alle 8 eravamo già collazionati, in macchina sulla Pheripherique(tangenziale) in direzione Versailles. Quando siamo arrivati,in pantaloncini corti, abbiamo dovuto effettuare un cambio veloce perché pioggia, vento e freddo imperversavano sulla reggia. Con il biglietto incluso nella nostra carta, ci siamo fatti l’interno della reggia con audioguida (impressionanti le dimensioni e i particolari;unico neo è stato che la sala degli specchi era per metà occupata dal cantiere di ristrutturazione) e poi siamo usciti nei giardini:purtroppo qui il cattivo tempo ci ha guastato la festa, abbiamo provato a farci una bella passeggiata fino al Grand Canal (ci siamo pure dovuti fermare sotto alcune piante per ripararci),ma abbiamo dovuto rinunciare alla barchetta sul Canal:Claudio era veramente dispiaciuto di non potermi mostrare i progressi che aveva fatto dopo l’esperienza dell’anno scorso al Buon Retiro de Madrid!! Verso la fine della mattina abbiamo lasciato la reggia, ripreso la tangenziale e traferiti in quel di Chelles: avevo avuto la dritta dalla mia collega di lavoro e dopo aver valutato le varie opportunità avevo valutato che la soluzione di pernottare a Chelles, 20km da Disneyland Paris, era la migliore. A Chelles c ‘è un altro Etap hotel (ci sono anche altri Hotel sul genere); l’unico sconveniente è che, a differenza di Parigi ( e come quasi tutti gli Etap in cui ci siamo imbattuti durante la vacanza!), questi alberghi sono chiusi dalle 14 alle 17 del pomeriggio. Noi siamoarrivati verso le 15.30 e quindi, trovandolo chiuso,abbiamo deciso di farci un giro al centro commerciale dove abbiamo approfittato per mangiare (abbiamo scelto l’opzione pizza, valutandola poco soddisfacente!) e per fare la spesa (occorrente per i panini del giorno dopo al parco Disney). Alle 17 ci siamo presentati all’Etap dove abbiamo preso possesso della stanza e poi abbiamo deciso di fare una piccola incursione al parco per comprare già biglietti ed evitare quindi di fare la fila la mattina dopo; quindi siamo rientrati a Chelles per la cena, consumandola in un piccolo, carino ristorante del centro: e vai col faux filet!! La mattina alle 9, orario di apertura del parco, mentre i più stavano facendo i biglietti, noi stavamo già gironzolando tra Pluto e Topolino! Il biglietto che abbiamo fatto per € 96 a testa, era il 2giorni-2parchi; sul parco non faccio commenti, solo che mi sono ritrovata a fare la fila tra i bambini per fare la foto con Minnie e con le principesse! Due giorni sono a mio avviso giusti per non distruggersi e non perdersi niente, compreso gli spettacoli agli studios.

Il 6 Agosto siamo partiti sempre di buona mattina da Chelles in direzione Rouen; la strada non è molta e alle 10 eravamo già nella cittadina; arrivando dalla superstrada non fa un grand’effetto perché Rouen è abbastanza grande e ci si imbatte nella zona industriale; poi siamo arrivati in centro, dove, essendo domenica, i parcheggi non erano a pagamento, e dopo aver lasciato l’auto ci siamo incamminati per le stradine del centro dove abbiamo potuto conoscere le famosecase a graticcio, di cui avevo abbondantemente letto nei raccondi di TPC. L’ufficio informazioni è proprio davanti alla cattedrale che nasconde al suo interno una piccola mostra sulla ricostruzione della città dopo i bombardamenti della Seconda Guerra; sopra l‘altare è collocata una bandiera francese mezza bruciata dai bombardamenti…È suggestivo e inizia ad acclimatarci ai giorni che stiamo per vivere! La facciata della cattedrale è stata resa celebre da un dipinto di Monet, e in omaggio a questo, la sera, la facciata viene illuminata con i colori del quadro (noi non l’abbiamo vista perché siamo stati solo la mattina) Dopo la cattedrale ci dirigiamo nel quartiere Saint Maclou e per prima cosa ci imbattiamo nella sua Chiesa: la prima cosa che impressiona è il gioco creato dal piccolo spazio che la precede a contrasto con l’imponente facciata della chiesa stessa formata da un portale a 5 portici in stile rinascimentale, imperioso. Da lì, ci dirigiamo verso l’Aitre Saint Maclou, che fu costruito come lazzaretto in occasione della peste del 1348; sono suggestive al suo interno le decorazioni lignee raffiguranti teschi e segni di morte. Tutto il quartiere è, per il resto, un complesso di vecchie case a graticcio un po’ trasandato ma pulito e fiorito. Da qui, torniamo indietro e decidiamo di concederci un pain au chocolat in Rue du Gros Horloge; con la pancia piena ci godiamo la vista di metà del campanile gotico che ospita l’Orologio (l’altra metà è in fase di restauro) e poi finiamo il nostro giro in Place du Vieux Marchè, dove è stata bruciata Giovanna D’arco: a ricordarla una grande croce di fianco al Mercato generale che vende frutta, verdura, carne e pesce; mi ha ricordato il mercato olandese descritto ne “La ragazza con l’orecchino di perla”… Nella piazza ci sarebbe anche un museo delle cere intitolato a Giovanna D’Arco, ma letti i pareri della Lonely, abbiamo deciso di passare oltre e dopo aver comprato un paio di baguette, siamo rientrati alla macchina.

Lasciato Rouen ci siamo diretti sull’oceano a Fecamp, una cittadina corredata da un bel porto che sorge al riparo di una falesia. Il tempo era uggioso, con nebbia e frescolino;ci siamo diretti subito sulla falesia orientale, dalla quale si ammira una splendida vista della cittadina e sulla quale c’è un piccolo santuario che ha adottato la memoria dei dispersi in mari. Come dicevo, Fecamp è una cittadina di mare, dal cui porto parte un bel lungomare ventoso dove i turisti e gli abitanti passeggiano incuranti delle condizioni meteo; su una panchina abbiamo consumato il nostro pranzo..Le baguette di Rouen! Dopo ci siamo addentrati nel centro che a dir la verità, racconta poco!, e ci siamo diretti alla distilleria del Benedectine dove ci siamo concessi una visita che è finita con l’assaggio di questo amaro. Apparte l’assaggio, a noi non articolarmente gradito, era da ammirare il palazzo che ospita la distilleria, in contrasto con la povera architettura del resto della cittadina.

Lasciata Fecamp ci siamo diretti nella vicine Etretat; all’inizio ci siamo addentrati nel centro ma,visto gli angusti spazi e il brulicare di pedoni e auto, ci siamo allontanati e diretti al parcheggio della falesia orientale, d’Amont. Etretat è una piccola e graziosa cittadina di mare fiorita e caratteristica, incastrata tra le due falesie, d’Amont e d’Aval. Lasciata la macchina siamo scesi dalla falesia lungo l’irta scalinata, abbiamo passeggiato per l’affollato lungomare e ci siamo spinti sotto la falesia occidentale, d’Aval, camminando sugli scogli e sulle alghe lasciate affiorare dalla bassa marea. Quando l’acqua ha iniziato a salire, gli uomini della sicurezza ci hanno fatto allontanare e quindi abbiamo deciso di salire anche sulla falesia occidentale per il ripido sentiero; quando siamo arrivati in cima, oltre allo spettacolo, ci siamo accorti che le vasche tra gli scogli, dove avevamo camminato poco prima erano state completamente coperte dall’acqua. Piano piano, siamo ridiscesi e abbiamo ripercorso la strada all’indietro risalendo gli scalini dell’altra falesia e raggiungendo l’auto. A questo punto ci siamo diretti a Honfleur, che abbiamo raggiunto attraversando il rinomato ponte di Normandia; il ponte è un impressionante per la sua grandezza, ma il costo dell’attraversamento èun po’ eccessivo! Siamo arrivati a Honfleur per le 19, giusto in tempo per trovare l’ultima camera disponibile del nostro caro Etap Hotel. Per la cena, ci siamo spostati nella cara e mondana Trouville, dove ci siamo accomodati in un ristorante sul lungomare, di fronte al Casinò. Complice la nostra inesperienza con la lingua e i menu a base di pesce, la scelta non è stata facile; in compenso ci siamo trovati a parlare con una coppia di francesi, dall’aspetto di lusso, che quando ha sentito che eravamo italiani, ha approfittato dell’occasione per fare sfoggio della loro scarsa conoscenza della lingua. Affranti per la delusione della cena, dopo una passeggiata e un gelato, siamo rientrati a Honfleur. La mattina seguente, 7 Agosto, per me la sveglia è suonata presto: alle 7 ero già fuori all’aria frizzante a correre (per Claudio sarebbe stato veramente troppo!..Dopo avermi dato della pazza, si è girato nel letto ed è sprofondato nel sonno!! ); di corsa, ho approfittato per farmi un giro sul lungocanale, anche nella parte industriale e poi in direzione Trouville, nel Parco Comunale. Honfleur a quell’ora era essenzialmente addormentata, apparte i pescatori che sul molo del Porto Vecchio, scaricavano pesci e molluschi per i ristoranti della città. Alle 9, siamo finalmente pronti per uscire. La macchina la lasciamo nel piazzale fuori dell’albergo, in un posto non a pagamento che eravamo riusciti a trovare la sera prima. A piedi ci dirigiamo verso il Vieux Bassin, il vecchio porto attorno al quale si sviluppa la cittadina e dal quale in passato salpavano le navi dirette nel nuovo mondo. Intorno al porto si snoda un intreccio di stradine fiancheggiate da case alte e strette, tipo le nostre case-torri. Dietro al porto , sorge la particolare Chiesa di Santa Caterina; la chiesa fu costruita in legno dai carpentieri di Honfleur, proprio per la facilità che essi avevano nel lavorare questo materiale che era lo stesso usato per costruire le imbarcazioni. Infatti, all’interno si può ammirare un soffitto intarsiato che ricorda la chiglia rovesciata di una barca. Altra particolarità della chiesa è il distaccamento del campanile, che gli sorge di lato, ma come costruzione a parte. Logicamente io avrei voluto salire anche lì, ma Claudio mi ha fatto riflettere su costo eccessivo della salita e così abbiamo rinunciato. Ci siamo addentrati per le stradine del centro che nascondono ristoranti di lusso, alberghi caratteristici ultra costosi e negozi di souvenirs. Dopo qualche foto e filmato abbiamo ripreso la macchina in direzione Caen: Claudio stava letteralmente scalpitando per iniziare il suo “Second War Tour”!! A fine mattinata eravamo di fronte al famoso Memorial pour la Paix di Caen, dopo aver lasciato le valige in albergo. Qua, pur arrivando in mattinata abbiamo trovato l’Etap completo e quindi ci siamo sistemati nel vicino Fast Hotel: i prezzi di questa catena sono più o meno gli stessi degli Etap, l’unica cosa è che la colazione non era a buffet e quindi la mattina dopo avremmo avuto una deluzione!! Il Memoriale è un passo obbligato per chi come noi decide di affrontare un viaggio “dentro” questo pezzo truce di storia; al contrario di quei Musei che avremmo modo di incontrare sulla costa, questo è degno di essere chiamato Museo e istruisce e prepara veramente a quello che è stato vissuto da queste parti ormai 60anni fa. Dal periodo di occupazione alla guerra di liberazione, vengono mostrati tutti gli orrori di quel periodo, e devo dire che anche io, che ero meno coinvolta di Claudio, sono rimasta colpita e affascinata e ho vissuto con più commozione le nostre tappe successive. Dopo il museo, che abbiamo lasciato nel tardo pomeriggio (il tempo lì dentro scorre senza lasciare traccia) abbiamo deciso di farci un giretto nel centro di Caen anche se sapevamo che non ci sarebbe stato niente di particolarmente interessante dato che l’intera città è stata ricostruita a seguito dei bombardamenti. Ci siamo diretti al Castello, una fortezza circondata dal fossato, e abbiamo fatto un giro sulle mure, passeggiando attorno agli alti bastioni, dai quali si può vedere tutta la città. Poi, stanchi e accaldati, abbiamo deciso di rientrare a farci una doccia. Per la cena ci siamo spostati a Ouistreham, dove abbiamo fatto una passeggiata sul lungomare ventoso e sabbioso e poi abbiamo cenato a base di pesce in un ristorantino sulla spiaggia dai prezzi decisamente convenienti e dal locale grazioso. Dopo la cena, rientro in albergo: la zona non offre veramente niente di interessante la sera; i locali sono chiusi e c’è veramente poca gente in giro…Sono tutti all’Etap?!! La mattina dopo, 8 Agosto, mi sveglio di nuovo alle 7 per la corsetta mattutina: stavolta vado verso la campagna e riesco a correre sull’erba. Quando rientro Claudio dorme ancora, facciamo la doccia e la colazione (sgradita sorpresa!) e poi partiamo verso le spiagge dello sbarco: Sword Beach con il Museo Canadese e le prime postazioni di artiglieria sul lungomare, Juno Beach, Gold Beach con il porto galleggiante di Arromanches, dove si possono vedere ancora relitti di cassoni galleggianti, e la potente batteria ancora quasi intatta di Longues sur Mer; Omaha Beach, dove si svolsero i combattimenti più violenti del 6 Giugno 1944 e il cimitero delle croci bianche di Saint Laurent sur Mer, sopra Omaha; Point du Hoc con i suoi cratreri sulla scogliera. Non siamo arrivati a Saint Mere Elise e Utah Beach, perché avevamo fatto tardi e rischiavamo di non trovare da dormire. Unico consiglio che ci sentiamo di dare è quello di godersi appieno le passeggiate su questi prati che hanno conosciuto la guerra e che ora trasmettono pace. Lungo la costa si sprecano i musei che in realtà altro non sono che raccolte di reperti. Noi ce ne siamo fatti uno, poi abbiamo lasciato perdere, tanto non c’è niente di più di quello che si vede a Caen e che resta l’unico veramente storico. Tutti gli altri sono solo acchiappa-citrulli, come si dice da noi.

Per la sera volevamo dormire a Pontorson, per poi raggiungere facilmente Mont-Sain-Michel ma abbiamo trovato tutto occupato; qualche cosa per € 80-90 a notte si poteva anche trovare, ma al solito non era la cifra che volevamo spendere; non abbiamo provato a dirigerci verso Mont-Saint-Michel perché avevo letto che non c’erano sistemazioni, invece poi avremmo scoperto che ci sono eccome. Francamente non posso dare riferimenti sui prezzi, ma credo che, arrivando di mattina, qualcosa di buono si potrebbe trovare. Noi invece abbiamo scelte di allontanarci un poco e abbiamo trovato una sistemazione a Dol du Bretagne, sul confine tra Normandia e Bretagna, in una pensioncina che fa anche da ristorante, all’ingresso del paese vendendo da est. La camera, per € 35,00 a notte era senza toilette ma con doccia e lavandino e con 2 letti matrimoniali. Abbiamo deciso di fermarci due notti visto che la posizione era buona sia per visitare MSM che per spostarsi verso Saint-Malo. Per la cena ci siamo fermati lì e devo dire che non è stato affatto male. L’unica cosa negativa che abbiamo notato è che i bretoni sono molto diffidenti a non parlano francese!! Dopo la cena siamo andati subito al monte che già avevamo visto il pomeriggio arrivando da Avranches. La sera è veramente uno spettacolo vederlo tutto illuminato: proprio suggestivo. Ci siamo fatti una passeggiata fino all’ingresso dell’Abbazia. Devo dire che io ho preferito la vista da fuori di tutto il monte piuttosto che il centro stesso: troppa folla, ressa, negozi e souvenirs. Quando siamo arrivati c’era l’alta marea, che a dir la verità tanto alta non era ma…Inoltre, a differenza di quanto mi ricordavo di una mia visita di diversi anni fa, la sabbia intorno sta diventando sempre più verde, segno che l’acqua sale sempre meno… La mattina dopo, 9 Agosto, siamo saliti di nuovo al monte per visitare l’Abbazia; di prima mattina ci siamo fatti un giro lungo i bastioni e poi ci siamo diretti all’ingresso della chiesa. Devo dire che, nonostante fossero neanche le 9, ci è toccato fare un pochetto di fila per prendere il biglietto e l’audio-guida. La particolarità della costruzione è la su struttura conica: nella chiesa abbaziale, solo la crociera poggia sulla roccia, mentre il coro e i transetti sono sostenuti dalle grandi sale sottostanti. Tra i vari luoghi del complesso, meraviglioso è il chiostro circondati da una doppia fila di archi. Finita la visita siamo ridiscesi tra la folla, che sul finire della mattinata è veramente troppa e siamo tornati alla macchina, abbandonando l’idea della passeggiata sulla spiaggia, perché ha iniziato a piovere. Così ci dirigiamo, attraverso la costiera a Cancale per il pranzo, logicamente a base di Ouitres (ostriche!) e altri molluschi. Abbiamo scelto un localino abbastanza spartano ma caratteristico, dove ti fanno scegliere la ostriche che vuoi. I prezzi sono “tranquilli” ma purtroppo il pranzo, che comunque abbiamo divorato per la fame e per il gusto di assaggiare, non è stato di nostro particolare gradimento! Dopo il pranzo ci siamo diretti sulla banchina del porto ad osservare quei matti che mangiavano ostriche dai banchetti: livello d’igiene…Meglio non commentare!! E poi siamo scesi tra gli allevamenti di ostriche che, complice la bassa marea erano totalmente scoperti; per fortuna che ormai avevamo già mangiato, perché altrimenti non so se avrei optato per qualcos’altro!! Francamente, complice la puzza data dal ristagno, l’odore non era proprio piacevole! Più tardi, siamo andati a rilassarci nella zona naturale di Pointe du Grouin dove abbiamo tirato fuori le nostre seggioline e ci siamo messi a leggere accarezzati da una leggera brezza marina. Verso le 18 siamo rientrati all’albergo: io dovevo ancora fare la mia corsetta e in Francia non si può rischiare di fare tardi per la cena! Dopo cena questa volta siamo andati a letto.

Il 10 Agosto ci siamo svegliati di buona lena e ci siamo diretti a Saint-Malò. Lasciata la macchina nel parcheggio attiguo all’Ufficio del Turismo ci siamo diretti a piedi a Intra Muros, nella città vecchia. A dire la verità, anche qui è tutto ricostruito in seguito alla distruzione successiva ai combattimenti tedeschi; comunque all’inizio ci siamo addentrati nelle strette viuzze del centro fino ad arrivare alla Cattedrale Saint-Vincent e poi siamo scappati sulle mura dove abbiamo fatto una passeggiata lungo i bastioni, compiendo il giro completo della penisola. Volevamo anche raggiungere a piedi Ile du Grand Be che è un isolotto davanti al Fort de la Rein ma la strada, a causa dell’alta marea, era impraticabile. Così abbiamo lasciato la città e ci siamo diretti verso Cap Frehel dove abbiamo goduto di un tiepido sole e di un bel vento che scompiglia i capelli e abbiamo camminato tra la bassa vegetazione fino ad arrivare alla scogliera dietro il faro. Abbiamo fatto delle foto bellissime e non ci sono tantissime persone, complice la strada panoramica e la lunga passeggiata da fare, visto che la zona prossima al faro si raggiunge solo a piedi.

Lasciato Cap Frehel (non abbiamo raggiunto Fort le Latte), ci aspettava la prima tappa lunga del rientro: il programma era di scendere fino a Douarnenez, dove avremmo passato la notte e poi raggiungere la Point du Raz (la punta più occidentale della Francia) la mattina seguente. Purtroppo però siamo arrivati nel tardo pomeriggio e non abbiamo trovato niente ne lì, ne a Locronan bussando a non so quante Chambre d’Hote. Quindi abbiamo scelto di scendere a Quimper: qui ci siamo diretti all’Etap dove c’era disponibile una sola stanza per € 60, ma a me sembravano troppi e ho costretto Claudio a cercare ancora; mai mossa poteva essere più sbagliata. Ci ho costretto a bussare un sacco di porte e a fare ancora chilometri; la situazione ci ha portato ancora più a sud, a Lorient: stanchi, affamati e scoraggiati non trovando ancora niente, alla fine la mia testardaggine ha ceduto e ci siamo abbandonati in un Novotel extra lusso per la modica cifra di € 105: inutile dire che, in un’altra situazione, piuttosto mi sarei fatta tagliare i piedi ma..Tant’è, ormai il danno l’avevo fatto e la “strusciata” era puntualmente arrivata! Cena punitiva da McDonald e di volata a letto. Per la mattina seguente, 11 Agosto, avevamo anticipato l’escursione a Belle Ille, un’isola che si trova davanti alla penisola di Quiberon. Prima di partire da Lorient per l’imbarco, avendo deciso di pernottare ancora una volta a Lorient, siamo passati dall’Etap a prenotare la stanza per la sera stessa. Sbrigata quest’incombenza onde evitare altri sprechi, ci siamo diretti verso Quiberon. Da Carnac, dove ci sono i siti megalitici (che non abbiamo visitato, complice la mia precedente esperienza a Stonhenge!), la strada che porta all’imbarco di Quiberon è una sola. All’andata ci è andato tutto bene, visto che come al solito ci siamo mossi di buon’ora. Abbiamo lasciato l’auto ad un parcheggio appena fuori dal centro e abbiamo raggiunto il porticciolo con un bus-navetta gratuito (..Non preoccupatevi, si paga il parcheggio!); la traversata si può fare o con la nave normale o con l’eliscafo: nella prima ipotesi la traversata dura un’ora e venti, nel secondo circa 45minuti; secondo voi quale abbiamo scelto??..Decisamente la traversata normale per un totale (andata e ritorno per 2 persone) di € 54. Per l’eliscafo ci voleva quasi il doppio!!! Arrivati a Le Palais (Belle Ille) abbiamo noleggiato 2 biciclette (ma si può noleggiare di tutto, dallo scooter all’auto), siamo partiti per la nostra escursione nella natura: unica difficoltà sono state le salite che abbiamo dovuto affrontare, che a dire la verità, erano piuttosto impegnative (per buona pace mia, che così sono riuscita, se non a correre, quanto meno a bruciare un po’ di calorie!!..Inutile dire quanto Claudio mi abbia, da principio, maledetto…). Abbiamo scorrazzato fino alle 15 del pomeriggio, per le strade, i sentieri, i prati e le scogliere tant’è che a un certo punto ci siamo dovuti portare le bici a spalla per scendere dalla scogliera fino alla spiaggia!! Alle 15 siamo rientrati a Le Palais dove abbiamo mangiato un paio di baguette e poi siamo saliti tranquilli alla cittadella di Vauban; l’interno non l’abbiamo visitato ma ci siamo limitati a fare un giro perimetrale e poi scendere in una spiaggetta sottostante; ci siamo sdraiati sugli asciugamani e…Ci siamo addormentati!..Abbiamo anche tentato di mettere i piedi nell’acqua ma…Decisamente fredda!! Alle 18 ci siamo imbarcati per tornare indietro; da Quiberon a Lorient è stata tutta…Una fila!!! Ah! Logicamente la sera…Abbiamo decisamente “spaccato il letto” dal sonno!! La mattina seguente, 12 Agosto, abbiamo iniziato il nostro rientro verso casa visto che eravamo a quasi 1500km di distanza. Abbiamo viaggiato fino a fine pomeriggio e ci siamo fermati per la notte Lyone, dopo aver preso camera al solito Etap. Siamo usciti per cena e dopo, anche se stanchi, ci siamo fatti un giro in centro: sicuramente Lyone merita tutt’altre attenzioni di quelle che gli abbiamo dedicato noi ma, tant’è… Il mattino seguente abbiamo ripreso il nostro viaggio; per l’ora di pranzo eravamo già in territorio italiano (abbiamo mangiato penne ai funghi a Susa!!) e per metà pomeriggio siamo arrivati a casa. Ragazzi, che dire!! Noi ce l’abbiamo messa tutta e siamo stati benissimo, cercando di ottimizzare tempo e denaro; per qualsiasi altra informazione potete contattarci! Un saluto a tutti – Giu&Cla



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