Parco Nazionale dei laghi di Plitvice

Immerso nell'entroterra croato tra fitti boschi e villaggi semi-abbandonati, un luogo di straordinaria bellezza si fa largo.
Scritto da: SiliaPalmieri
parco nazionale dei laghi di plitvice
Viaggiatori: 1
Spesa: 500 €
Immerso nell’entroterra croato tra fitti boschi e villaggi semiabbandonati, un luogo di straordinaria bellezza si fa largo. Centinaia di cascate che collegano tra loro sedici laghi dagli ammalianti colori sono l’attrazione naturale più bella della Croazia che nel 1979 si conquista un posto tra i siti Patrimonio dell’Umanità.

Apre alle 7 del mattino e chiude alle 20. Il prezzo del biglietto d’ingresso varia a seconda della stagione e si può scegliere se farne uno giornaliero o per due giorni. Il parco si visita percorrendo sentieri e passerelle di legno che costeggiano le sponde dei laghi, li attraversano, passano sopra e sotto le cascate. Il percorso completo ha una lunghezza di 18Km, ma si possono scegliere delle varianti più corte (che prevedono spostamenti in autobus e battello) a seconda della propria preparazione fisica e forza di volontà.

Sorgenti sotterranee contribuiscono all’alimentazione dei laghi, ma maggior parte dell’acqua arriva dai fiumi Bijela e Crna (rispettivamente Bianco e Nero). Il parco è diviso in due zone: i laghi superiori e quelli inferiori. I laghi superiori sono più profondi, separati tra loro da barriere di roccia dolomitica e circondati da fitti boschi. Quelli inferiori scavati nella pietra, sono più piccoli e meno profondi. Acqua, organismi vegetali e roccia sono protagonisti attivi di questo luogo in quanto, grazie al loro impercettibile operare, il paesaggio è in continuo mutamento.

Anche il colore dell’acqua muta. Grazie ai microrganismi che la popolano è di un turchese così intenso da sembrare finto. Ma a seconda della stagione, della concentrazione dei minerali e dalla luce solare, le sfumature si estendono dal verde al grigio.

Ho dedicato un’intera giornata a questo paradiso. La bellezza dei paesaggi era talmente coinvolgente da distrarmi dalle ore che passavano e dai chilometri che macinavo. Ma la stanchezza non ha tardato a farsi sentire a fine giornata, appena raggiunta la macchina. Avrei voluto lasciarmi andare sul sedile e cedere ad un pisolino, ma ho resistito e sono scivolata via lungo le tortuose strade di montagna.



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