Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise

Alla ricerca degli orsi e di alcuni borghi più belli d'Italia
Scritto da: BStefania
parco nazionale d'abruzzo, lazio e molise
Partenza il: 17/09/2020
Ritorno il: 20/09/2020
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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1° Giorno 17 Settembre 2020: Montefiascone – L’Aquila – Sulmona.

Quest’anno la nostra scelta è caduta sull’Abruzzo…relativamente vicino casa e preparare l’itinerario devo dire che è stato un po’ complicato perché i borghi da visitare sono tantissimi, di conseguenza ho dovuto fare una cernita e in loco abbiamo aggiustato ulteriormente l’itinerario…questo era l’incipit pre covid. Purtroppo a seguito di ciò abbiamo dovuto modificare tutto, in primis i giorni, ci siamo concessi solo 4 giorni perché molti li avevamo consumati a marzo prima della cassa integrazione quando il governo ancora non ci dava linee guida da seguire e non capivamo cosa fare, poi il programma decidendo di concentrarci sul Parco Nazionale.

Alle ore 09.00 siamo partiti da Montefiascone direzione L’Aquila, ma anziché fare l’autostrada abbiamo percorso la statale, prima la SS4 per Antrodoco dove abbiamo potuto vedere la scritta DUX sulla montagna, poi la SS17 per L’Aquila, una delle città fortemente colpite dal terremoto del 2009. Arrivando sono rimasta colpita dalle numerose gru che a distanza di 11 anni sono ancora al lavoro.

La prima sosta è stata alla Fontana delle 99 Cannelle che si trova in una delle zone più antiche del centro storico, La Rivera nei pressi del fiume Aterno. La fontana è stata restaurata dal FAI e parzialmente ricostruita nelle parti interessate dai crolli post terremoto. Da notare che i mascheroni, uno diverso dall’altro, sul lato sinistro e centrale sono meno rovinate di quelle sul lato destro. Una lapide posizionata sopra la fontana testimonia che l’inizio dei lavori di costruzione risale al 1272. La maggior parte dei mascheroni e le due vasche che raccolgono l’acqua sono originali. Nel Quattrocento venne compiuto il rivestimento esterno con la caratteristica composizione a scacchiera in pietra di colore bianco e rosato. Le due vasche in origine erano destinate al lavaggio del bucato mentre la maschera di ogni cannella è diversa una dalle altre. Alla fontana è legata una leggenda che narra che durante il XIII secolo si decise di dare vita ad una città madre riunendo le popolazioni di 99 castelli. I signori dei 99 castelli avrebbero avuto il compito di ricollocare gli abitanti del borgo di origine in una specifica area della nuova città assegnata loro nella fase di progettazione urbanistica e avrebbero anche dovuto costruire, nell’area di loro competenza, una piazza con una fontana al centro, una chiesa e le nuove abitazioni. Ecco perché L’ Aquila possiederebbe 99 piazze, 99 fontane e 99 chiese.

Di fronte si trova la Chiesa di San Vito e adiacente nelle sale dell’ex mattatoio la nuova sede del Museo Nazionale d’Abruzzo.

Ripresa la macchina abbiamo raggiunto la Basilica di Collemaggio fondata per volere di Pietro da Morrone, qui incoronato papa con il nome di Celestino V il 29 agosto 1294. E’ considerata la massima espressione dell’architettura abruzzese oltre che il simbolo della città, ed è stata dichiarata monumento nazionale nel 1902. All’interno, in fondo alla navata destra, sono custodite le spoglie del Santo Pontefice Celestino V. Su questa basilica si narra la leggenda che Pietro, di ritorno dall’incontro a Lione con Gregorio X, ricevette la visita della Vergine Maria, alla quale decise di erigere questa splendida basilica nello stesso luogo dell’apparizione. E’ stata tremendamente danneggiata dal terremoto, all’interno ci sono dei pannelli che illustrano i danni, uno dei tanti fotografa il crollo del soffitto informando che il pavimento si era abbassato di 70cm. La sua magnificenza è espressa dalla facciata, caratterizzata da tre rosoni e tre portoni incorniciati tra pietre rosse e bianche.

Arrivata ormai l’ora del pranzo abbiamo raggiunto il rist. La Matriciana dove un cameriere molto gentile ci ha consigliato e abbiamo poi ordinato due gnocchi al sugo di castrato, un castrato arrosto con cicoria e uno spezzatino di vitello in bianco con patate arrosto, il tutto innaffiato da un vino rosso locale e per concludere due bicchierini di amaro Genziana pagando 60,00eur più mancia.

Con il pancino pieno abbiamo raggiunto il Forte Spagnolo, edificato nel punto più alto della città e purtroppo chiuso in quanto fortemente danneggiato durante il terremoto, infatti due dei quattro lati erano crollati. Era la sede del Museo Nazionale d’Abruzzo. Il forte è stato progettato da Pirro Luis Escribas da Valencia, architetto militare spagnolo. La fortezza ha una pianta quadrata, con quattro massicci bastioni agli angoli con schema a punta di lancia. La fortificazione è cinta da un fossato che non veniva allagato e originariamente era sormontato da un tavolato in legno che si ritraeva parzialmente, poi distrutto e rimpiazzato dal ponte in pietra. L’ingresso è contraddistinto da un portale in pietra sormontato da un coronamento che porta il blasone con l’aquila bicipite appartenente a Carlo V.

Ripresa la macchina con direzione Sulmona ci siamo fermati varie volte per visitare e fotografare le chiese rupestri, purtroppo chiuse, sorte nei luoghi dove i pastori con il loro gregge si ricoveravano per la notte durante la transumanza quando lasciavano le fredde valli di Campo Imperatore per andare a svernare in Puglia.

Le chiese sorgono lungo la SS17 facilmente visibili, la prima che abbiamo incontrato è la chiesa di Santa Maria di Centurelli, il portico serviva da ricovero per i pastori e la presenza del pozzo testimonia la sua funzionalità.

Poi la chiesa di Santa Maria delle Grazie e per terminare nella piana di Navelli, famosa per la coltivazione dello zafferano, la chiesa di Santa Maria al Campo.

Alle 18.00 siamo arrivati a Sulmona presso l’Hotel Ovidius dove avevo prenotato una camera matrimoniale Superior in mezza pensione, l’unico a Sulmona che ha il parcheggio custodito. Come sempre ho controllato le recensioni su Booking.com e non essendo possibile prenotare la mezza pensione ho dovuto contattarlo direttamente. Parcheggiata la macchina e scaricati i bagagli siamo saliti alla hall a prendere la chiave, ci hanno assegnato la camera 206. La camera è grande con un comodo letto king size e il bagno è spazioso, ha una doccia con idromassaggio e…da non sottovalutare un phon che asciuga. Tutto l’ambiente è ordinato e pulito. Avevamo scelto la mezza pensione ma purtroppo a causa del covid hanno deciso di chiudere il ristorante e lasciare aperto solo quello dell’hotel Meeting, della stessa catena ma a 6km di distanza. Comunque a parte non averci avvisato prima la cena è stata ottima e con possibilità di scelta tra 3 primi e 3 secondi, il dolce, il caffè e l’acqua sono inclusi nella tariffa della mezza pensione. Abbiamo dovuto pagare solo le bottiglie di vino. Stasera abbiamo preso linguine alle vongole e agnolotti con pecorino e tartufo, pesce spada accompagnati dal vino bianco della cantina Zaccagnini.

2° Giorno 18 Settembre 2020: Sulmona – Pescasseroli – Opi – Riserva Naturale La Camosciara – Villetta Barrea – Civitella Alfedena (2km) – Sulmona. (75km)

Dopo una bella dormita grazie ad un materasso duro al punto giusto, alle 8.00 siamo scesi a fare colazione. Purtroppo al tempo di covid il buffet è servito, c’è una cameriera alla quale fai l’ordine.

Alle 8.50 siamo partiti alla volta di Pescasseroli per visitare l’area naturalistica del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, il parco italiano di più antica istituzione insieme a quello del Gran Paradiso. Abbiamo preso l’autostrada a Pratola Peligna e siamo usciti a Pescina. Non avevo preso in considerazione questo paese ma merita una sosta, lo metto in programma per il prossimo anno, perché qui si trova la tomba di Ignazio Silone e la casa museo di Mazzarino. Volevamo fare anche una sosta al borgo fantasma di Lecce nei Marsi ma non trovando la strada…rimandiamo al prossimo anno.

Giungiamo a Pescasseroli ed essendo lontano dalle principali vie di comunicazione, conserva ancora l’aspetto di un territorio selvaggio. Qui si trovano esemplari di orso bruno marsicano, il camoscio d’Abruzzo, molto più robusto, elegante e con corna più sviluppate delle razze alpine, il lupo appenninico, mentre sono stati reintrodotti cervi, caprioli.

Lasciata l’auto al parcheggio gratuito all’inizio del paese ci siamo fermati a fotografare la fontana degli Orsi, una fontana a muro composta da un corpo di pietra, liscia e squadrata, addossato ad una parete. Sul lato sinistro una lunga e bassa vasca serve da abbeveratoio, mentre nel corpo centrale il parallelepipedo inferiore è coperto da una lastra di pietra con fori per la raccolta dell’acqua, su quello superiore risaltano due teste di orso in bronzo dalle quali sgorga l’acqua. Lì accanto sorgeva la chiesa di San Rocco e unica testimonianza della sua esistenza è la statua di San Rocco incastonata nel muro di una casa.

La passeggiata prosegue con la visita alla Chiesa di San Pietro e Paolo costruita interamente in pietra e in stile gotico con una facciata semplice, affiancata da una massiccia torre campanaria cinquecentesca; l’interno è diviso in tre navate con volte a crociera e un elegante catino absidale, in un altare laterale si trova la statua della “Madonna Nera dell’Immacolata”.

Percorrendo le viuzze del centro storico abbiamo raggiunto Palazzo Sipari la casa museo di Benedetto Croce, purtroppo chiusa. Qui Benedetto Croce nacque il 25.02.1866 e fu un’importante interprete della vita intellettuale italiana. A far assumere l’attuale conformazione architettonica del palazzo fu la volontà di Pietrantonio Sipari, nonno del filosofo Benedetto Croce e dell’Onorevole Erminio Sipari, deputato del Regno d’Italia che fondò nel 1923 il Parco Nazionale d’Abruzzo e progettò impianti per la produzione di energia idroelettrica tanto che Pescasseroli fu tra i primi paesi ad essere dotato di energia elettrica. Fino al 2006 il palazzo è stata abitato dalla famiglia Sipari, mentre oggi con annessa la Chiesa dell’Addolorata, al cui interno sono conservate le spoglie di alcuni membri dalla famiglia, è stata trasformata in casa museo proprietà della Fondazione Erminio e Zel Sipari Onlus. L’edificio ha un’impostazione architettonica di tipo tardo rinascimentale, con il portale in pietra da cui si entra in un cortile che da accesso al Palazzo, che si articola su tre piani. Al piano terra si trovano i locali anticamente destinati all’abitazione degli addetti ai servizi, oltre alla biblioteca. Al primo piano si possono visitare i locali nei quali si svolgeva la vita quotidiana della Famiglia Sipari, mentre al secondo piano si trova la stanza in cui nacque Benedetto Croce. Il Palazzo ha ospitato il sovrano Vittorio Emanuele III, il Duca Amedeo d’Aosta ed altri membri della Casa Reale. Due targhe marmoree sul prospetto principale ricordano le figure di Benedetto Croce e di suo cugino Erminio Sipari.

Piccola pausa per un cappuccino e un caffè al bar Jurico poi abbiamo raggiunto il Centro Visite del Parco, ricavato da un ex vivaio forestale ed inaugurato nel 1969, per una passeggiata nella natura dove è possibile osservare alcuni animali che sono stati trovati feriti o nati in cattività. Il costo del biglietto è di € 6,00 per persona e alla biglietteria ti misurano la temperatura con un termo scanner. Il percorso inizia con la visita al piccolo Museo dell’Orso dove ci sono pannelli che illustrano la geologia, l’archeologia e la biologia dei luoghi e degli animali per poi passeggiare all’interno dell’oasi dove ci sono i ricoveri dei vari animali. In ordine si vedono gli orsi, il cervo, le pecore, il lupo e i caprioli. Devo dire che l’orso mi ha fatto molta tristezza…chiuso in una gabbia, certo larga, ma pur sempre gabbia dove andava avanti e indietro.

Terminata la visita siamo andati a mangiare alla Trattoria da Armando lì vicino, avevamo prenotato anche perché è uno dei pochi ristoranti aperti a fine settembre. Abbiamo preso un antipasto abruzzese, fettuccine al capriolo e una carbonara, dessert spendendo € 61,50…non abbiamo mangiato male ma neanche bene.

Poi abbiamo raggiunto Opi, uno dei borghi più belli d’Italia. Il centro è caratteristico, in pietra bianca e tutto in salita. Qui si trova il Museo del Camoscio purtroppo chiuso ma passeggiando per il centro, una piacevole scoperta, ci sono delle abitazioni adibite a museo con ingresso gratuito. In uno il filo conduttore è il matrimonio o meglio dal fidanzamento al matrimonio, in un’altra casa i mestieri.

Pausa caffè al bar La Madonnina dove abbiamo acquistato il Pan dell’orso, uno dei dolci tipici abruzzesi, poi abbiamo raggiunto la Riserva Naturale La Camosciara – Feudo Intramonti. Il parcheggio auto costa € 4,00 ma essendo le 16.00 non ci hanno fatto pagare perché stavano chiudendo, infatti stavano rimettendo i cavalli nei recinti e anche il trenino che ricalca la vecchia carrabile della Camosciara faceva solo il viaggio di andata. Questa riserva, merita una visita perché attraversa un territorio ricchissimo di biodiversità. La presenza del torrente Scerto assicura l’habitat ideale a molti tipi di fiori e piante erbacee, come ad esempio la Scarpetta di Venere, la più grande orchidea spontanea d’Europa. Il percorso botanico è arricchito di pannelli con foto che aiutano nel riconoscimento degli alberi.

Da qui abbiamo continuato per visitare gli altri paesi storici del Parco, quindi sosta a Villetta Barrea, il paese dei cervi. Volevamo visitare il Museo dell’Acqua allestito in un vecchio mulino funzionante fino agli anni ’50 ma purtroppo era chiuso.

Abbiamo proseguito per Civitella Alfedena, centro con origini sannitiche e marse, per visitare il Museo del lupo Appenninico e nell’immediata vicinanza l’Area Faunistica del lupo, un’area di quattro ettari dove da vari punti di sosta è possibile osservare i lupi che vivono in libertà. Il costo del biglietto del Museo è di € 3,00 per persona e seguendo le tracce del lupo è raccontata la bellezza di questo animale e il rapporto con l’uomo. Nell’area faunistica invece adagiato su uno sperone roccioso abbiamo visto un lupo che dormiva…purtroppo solo questo avvistamento.

Lasciata Civitella una sorpresa, sulla statale abbiamo visto passeggiare un daino, ci siamo fermati 2min per fotografarlo senza disturbarlo con rumori e schiamazzi. Per ritornare a Sulmona abbiamo fatto il percorso più lungo ma bellissimo. Siamo passati attraverso l’altopiano delle Cinque Miglia.

Come sempre cena all’hotel Meeting e stasera abbiamo ordinato gli spaghetti alla Peligna con gamberi rossi di fiume e hamburger alla brace, il tutto accompagnato con un rosato, il Cerasuolo della cantina Zaccagnini.

3° Giorno 19 Settembre 2020: Sulmona – Lago di San Domenico (25km) – Lago di Scanno (6km) – Frattura Vecchia (8km) – Scanno (11km) – Barrea (33km) –Sulmona. (65km)

Stamattina dopo colazione siamo partiti in direzione del lago di San Domenico per visitare l’Eremo di San Domenico immerso nell’omonima Riserva Naturale Regionale. La piccola chiesa è in forme romaniche e un piccolo portico accoglie il visitatore con quattro quadri dipinti che rappresentano alcuni miracoli del Santo. All’interno una piccola porta conduce alla Grotta di san Domenico chiusa da un piccolo cancelletto in ferro battuto.

Abbiamo raggiunto per una breve sosta il lago di Scanno, il lago a forma di cuore. Lasciata l’auto al parcheggio non custodito al costo di € 1,00 all’ora abbiamo fatto una piccola pausa cappuccino e poi abbiamo visitato la Chiesa di Santa Maria del Lago. La chiesetta è dedicata alla Vergine Annunziata e sorge sulle rive del lago dove anticamente passava un ripido sentiero scavato nella roccia, che costituiva l’unico collegamento tra il borgo ed i paesi vicini. La tradizione vuole che, nel tratto più pericoloso del viottolo, gli Scannesi avessero collocato in un incavo naturale una statuetta della Madonna, a protezione dei viandanti. La piccola chiesa in origine aveva l’ingresso sul lato rivolto verso la strada per Villalago, successivamente si rese necessario spostare l’entrata sul lato che prospetta il lago con scalinata a due rampe e la bifora posta sopra il portale d’ingresso. Ritornando verso la macchina abbiamo comprato dei souvenirs e del formaggio di produzione locale.

Da qui abbiamo fatto una piccola deviazione di 8km per visitare il borgo fantasma di Frattura Vecchia dove il tempo si è fermato a 100 anni fa. Il nome deriva dalla frattura generata sul monte Genzana che sbarrando il fiume Sagittario costituì il lago di Scanno. Il paese fu abbandonato quando il 13 gennaio 1915 si riattivò la faglia. Qui sono state girate nel 1956 scene del film “Uomini e Lupi” con Silvana Mangano e Yves Montand. Passeggiando per il borgo abbiamo sentito degli orsi che rugliavano e devo aggiungere che erano molto vicini.

Ritornando al paese nuovo ci siamo fermati per il pranzo presso la Trattoria la Ciminiera con una splendida vista sul lago. La trattoria propone cucina tipica e casareccia. Abbiamo speso € 78,00 e ne valevano tutti, in più ci hanno offerto dolci tipici locali e il liquore Genziana per digerire.

A stomaco pieno abbiamo fatto una passeggiata nel borgo di Scanno, denominata la “perla d’Abruzzo”, un bellissimo centro ma quante scale…e a pancia piena poi!!! Il centro merita veramente la sosta, è bello perdersi tra le varie stradine per vedere i vecchi palazzi con i loro caratteristici portoni.

Lasciata la macchina al parcheggio su via degli Alpini tramite le adiacenti scale abbiamo raggiunto Palazzo Serafini, continuando a salire abbiamo raggiunto il Museo della Lana purtroppo chiuso, il museo custodisce oggetti di vita quotidiana nel periodo compreso tra il 1880 e il 1930. All’interno sono stati ricostruiti alcuni ambienti di una tipica casa di pastori, come la cantina, la cucina, la camera da letto e la stanza del telaio. Proseguendo la salita abbiamo raggiunto la Chiesa Parrocchiale di Santa Maria della Valle dedicata alla Vergine Assunta, anch’essa chiusa. Alla chiesa si accede mediante una scalinata in pietra del 1680 e il cui interno conserva un aspetto barocco di impianto medievale. All’interno da vedere la cappella di San Costanzo in cui si custodiscono le spoglie del santo concesse da Papa Benedetto XIV. Oltrepassando la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, la chiesa di San Giovanni Battista, la chiesa di Santa Maria di Costantinopoli siamo ritornati al parcheggio.

Per ritornare verso Sulmona e senza fermarci a Barrea come programmato in precedenza, abbiamo proseguito nuovamente sulla strada più lunga, quella che attraversa l’Altopiano delle Cinque Miglia. Lungo la strada verso il Passo Godi ci siamo fermati dove è stata costruita la statua di Giovanni Paolo II in occasione della sua visita privata a Scanno a fare una foto, poi break al passo Godi presso l’Hotel Paradiso.

Arrivati in hotel ci siamo concessi un po’ di relax e iniziato a preparare le valigie, poi a cena degustando le sagne e fagioli e la tagliata di tacchino.

4° Giorno 20 Settembre 2020: Sulmona – Montefiascone.

Oggi poco da segnalare, dopo colazione abbiamo visto su Rai Uno il programma Paesi che vai…perché l’avevano registrato a Bolsena, la mia città natale. Al termine del programma abbiamo caricato la macchina e siamo partiti per rientrare a casa.

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Chiesa di Santa Maria in Centurelli

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Pescasseroli, la fontana degli orsi

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Basilica di Collemaggio

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Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise

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Casa Museo di Benedetto Croce

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Borgo fantasma di Frattura Vecchia



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