Parchi: i quattro gioielli della California

Paesaggi oceanici grandiosi, alberi giganti che s’innalzano nel blu del cielo, valli incantate dominate da picchi granitici con cascate maestose, deserti infuocati con candide dune apparentemente inospitali. Sembrano luoghi appartenenti a diversi continenti, invece si trovano tutti in California, a poche centinaia di chilometri l’uno...
Scritto da: gregori72
parchi: i quattro gioielli della california
Partenza il: 20/06/2007
Ritorno il: 28/06/2007
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 2000 €
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Paesaggi oceanici grandiosi, alberi giganti che s’innalzano nel blu del cielo, valli incantate dominate da picchi granitici con cascate maestose, deserti infuocati con candide dune apparentemente inospitali. Sembrano luoghi appartenenti a diversi continenti, invece si trovano tutti in California, a poche centinaia di chilometri l’uno dall’altro. Sono il Big Sur, il Sequoia, il Yosemite e la Death Valley, che creano il contrasto di questo stupefacente stato che più di ogni altro al mondo, racchiude in uno spazio relativamente ristretto il maggior numero di ecosistemi e di paesaggi completamente differenti. Dai 3100 metri del Tioga Pass al punto più basso degli States, 85 metri sotto al livello del mare a Badwater, una settimana da vivere intensamente, ammirando meraviglie incontaminate dove la natura regna incontrastata, tra cetacei, elefanti marini, aquile ed orsi bruni che non aspettano altro che essere avvistati.

Big Sur Chilometri di paesaggi inviolati, una strada sospesa tra oceano, foreste di redwood e montagne, un susseguirsi di panorami immensi, spiagge selvagge, tornanti mozzafiato e parchi nazionali che custodiscono un patrimonio sorprendente.

Si parte dalla Point Lobos Reserve, istituita a protezione di un delicato ambiente marino caratterizzato da una costa prevalentemente rocciosa alternata a splendide e bianchissime calette dall’acqua verde smeraldo, che ospitano un‘eccezionale fauna marina composta da leoni marini, balene, delfini e numerose specie di uccelli. Brevi passeggiate conducono in angoli idilliaci, come Bird Island, Sea Lion Point e Cypress Grove, una penisola interamente ricoperta da cipressi di Monterey dalla forma contorta.

Inizia qui la famosa Hwy 1, 130 miglia in cui non si incontra nemmeno un centro abitato. Furono i coloni spagnoli che vivevano nella graziosa Carmel Mission, fondata da padre Serra nel 1770, a dare il nome a questa zona inesplorata e selvaggia: “el pais grande del sur”, tradotto poi semplicemente in Big Sur. La strada si inerpica tra imponenti promontori a picco sull’oceano, supera maestosi canyon grazie a ponti sospesi spettacolari, come il Bixby Bridge che dall’alto dei suoi 79 metri offre viste mozzafiato su spiagge selvagge circondate da lagune, attraversa numerosi parchi nazionali, quali l’Andrew Molera e il Pfeiffer State Park. L’immagine che più simboleggia la bellezza del Big Sur è quella offerta dal Julia Pfeiffer, dove dall’alto di un sentiero si scorge la McWay Fall, cascata costiera che si getta direttamente sulla spiaggia di una baia inserita in un contesto naturale dai colori irreali. Gli elefanti marini di Piedras Blancas sono la sorpresa più piacevole della giornata: questi enormi pinnipedi dal peso di due tonnellate hanno occupato una lunga spiaggia ai margini della strada, e passano la giornata stesi a crogiolarsi al sole divertendosi a giocherellare ed a contendersi lo spazio disponibile. Si resterebbe ad osservarli per ore, un’autentica meraviglia.

Sequoia NP Abbandonando il paesaggio costiero ci si inerpica sulle montagne della Sierra, per raggiungere uno dei parchi più affascinanti e meno frequentati della California. I 75 km della General Hwy sono assolutamente scenografici ed attraversano la Giant Forest, dove le enormi sequoie dal tronco rossastro superano in altezza palazzi di oltre 20 piani. Percorrere i brevi sentieri nella foresta è un’esperienza indimenticabile, sorpresi per quanto la natura sia stata in grado di generare nel corso di 2000 anni. Sembra quasi di essere i protagonisti di una favola, come il piccolo Gulliver risvegliatosi al cospetto dei giganti. Il General Sherman, l’albero più grande del pianeta, lascia sbalorditi con i suoi 84 metri di altezza e una circonferenza alla base di trenta, mentre il Congress Trail è un superbo concentrato di alcuni esemplari tra i più grandi esseri viventi esistenti, un sentiero che si snoda per un paio di miglia da percorrere con gli occhi costantemente rivolti verso l’alto, per cercare di intravedere fino a dove si spingono questi infiniti colossi, mentre lo sfondo è dominato dal Kings Canyon, con cime che superano i 4000 metri. Uscendo da Grant Grove si ammira il General Grant Tree, l’albero di natale della nazione, quindi si percorre la strada che porta al parco più famoso d’America.

Yosemite NP Yosemite non ama farsi desiderare. Come un pavone che sfoggia prepotentemente la sua bellezza, a Tunnel View, l’ingresso della valle, offre tutto il suo superbo splendore in pochi attimi, con un colpo d’occhio inimitabile e sconfinato su cascate spumeggianti che si gettano da picchi granitici verticali e vallate verdissime con fitte pinete che contrastano fortemente con il blu intenso del cielo. In primo piano, il precipizio di El Capitain mette i brividi, mentre di fronte, la Bridalveil Fall, candida come il velo di una sposa, lascia sognare ad occhi aperti. Lo sfondo è dominato dalla sagoma arrotondata dell’Half Dome, simbolo del parco, mentre la luna, già alta in questo tardo pomeriggio, è smaniosa di illuminare con il suo chiarore questa valle incantata.

Se per un rapido sguardo bastano pochi minuti, molte sono le ore da dedicare alla scoperta dei mille angoli deliziosi che il parco offre, centinaia i sentieri che conducono in posti che forse nemmeno i sogni riescono ad immaginare, rispettando rigorosamente i cartelli che richiamano l’attenzione verso gli orsi, che qui vivono liberamente e possono essere incontrati in qualsiasi momento. Emozionante e facilmente accessibile è il tratto che conduce ai piedi delle maestose Yosemite Falls, le cascate più alte dell’America del Nord che precipitano per 740 metri in tre salti. Più faticoso ma imperdibile è il sentiero che si inerpica alla Vernal Fall, seguendo un impetuoso e limpidissimo torrente che invoglia ad un rinfrescante bagno. Nonostante un salto di soli 95 metri, sono uno spettacolo entusiasmante grazie alla massiccia portata d’acqua ed alla posizione incantevole. Se le gambe reggono, da qui il sentiero prosegue alla Nevada Fall, ancor più imponente e spettacolare. Il fondovalle è attraversato dal fiume Merced, dalla trasparenza incomparabile, dove si specchia il solenne El Capitain, uno dei più grandi monoliti esistenti. Parte della giornata va dedicata alla salita in auto a Glacier Point, dove dall’alto dei 2200 metri a strapiombo sulla vallata, si gode di una vista dall’impareggiabile bellezza. La California è forse l’unico luogo al mondo dove è possibile guidare la mattina a 3000 metri, tra valli glaciali e pascoli alpini e nel pomeriggio in aridi deserti sotto al livello del mare. La Tioga Road, aperta solitamente da fine maggio a metà ottobre, attraversa paesaggi da sogno tra pinete fittissime, laghi alpini in cui si specchiano cime innevate, infinite distese di verdi prati ricoperti da fiori. Sono 200 le miglia che separano il Tioga Pass, in inverno ricoperto da oltre 4 metri di neve, dalle temperature estreme della Death Valley, attraversando l’aspro e desolato versante della Eastern Sierra dominato dai 4400 metri del monte Whitney.

Death Valley Visitare la Death Valley significa attraversare un paesaggio estremamente vario, percorrendo un bacino desertico racchiuso da una massiccia catena montuosa, con temperature estreme che in estate possono facilmente raggiungere i 50° gradi all’ombra mentre in inverno possono scendere la notte sotto lo zero. Nessun nome può essere più appropriato: fin dal 1850 molte persone furono spinte in questo spazio inospitale alla ricerca dell’oro, finendo l’avventura dopo aver cercato di superare le fatali barriere rappresentate dalle montagne. Le rocce più antiche si sono formate circa 1,8 miliardi di anni fa e nel corso dei secoli l’acqua e il vento hanno scolpito e dipinto un paesaggio lunare, creando un museo geologico naturale. Azione erosiva che prosegue incessantemente, rimodellando continuamente la superficie mentre il fondovalle continua ad abbassarsi. In estate, scalare le dune di Stovepipe è un’impresa da compiere esclusivamente all’alba, quando la temperatura si aggira “solo” sui 35 gradi. Il sole a quest’ora illumina dolcemente il profilo delle dune con la classica configurazione a mezzaluna e la vista sull’intera aerea diventa surreale. Più agevole raggiungere gli altri luoghi, come il punto più basso della valle a Badwater, 86 metri sotto al livello del mare, dove sembra iniziare una pista bianchissima. Non è sabbia, ma sale del mare che una volta copriva questo deserto, rimasto poi isolato dall’innalzamento delle montagne ed inevitabilmente prosciugato. Il vicino Devil’s Golf Course è una distesa di guglie di sale cristallizzato con sedimenti profondi 300 metri, mentre Artist Drive è una strada impressionante che attraversa una montagna costituita da minerali multicolore. Le rocce assumono svariate tonalità, dal giallo al rosa, dal verde al marrone e viene detta appunto Artist’s Palette, la tavolozza degli artisti. Lo sconfinato parco vanta addirittura un castello, l’originale Scotty’s Castle ed un antico cratere vulcanico, l’Ubehebe Crater, profondo oltre 200 metri. Dopo una pausa nell’oasi di Furnace Creek, con il museo ed un rigoglioso palmeto, si è pronti per la vista più indimenticabile: è quella offerta da Zabriskie Point su colline giallastre che cambiano continuamente colore dopo il sorgere del sole. E’ qui che la natura ha plasmato nel corso dei secoli il suo capolavoro.

Monterey Peninsula, tra lusso, storia e paesaggi stupendi Punto di partenza per visitare il Big Sur è la storica cittadina di Monterey (200 km a sud di San Francisco), prima capitale dello stato nel 1821, da scoprire con una passeggiata tra la Custom House, l’antica dogana dove transitavano le merci provenienti dal Messico, e la Colton Hall, dove è stata sottoscritta la prima costituzione della California. Terminando al Fisherman’s Wharf, dove gustare le specialità marinare della penisola, come l’insolito panino con il granchio. La vicina Carmel by-the-Sea, esclusiva ed elegante località affacciata su una spiaggia bianca lunga esattamente un miglio, da sempre frequentata da artisti, poeti e scrittori, è famosa per aver avuto come sindaco Clint Eastwood. Il posto è un insieme di gallerie d’arte, negozi lussuosi e candidi cottage, dove si nota la mancanza di insegne al neon e cartelloni pubblicitari proibiti dalle leggi locali. Collega le due città la 17-Mile Drive, una strada panoramica a pagamento che attraversa 21 punti di interesse, tra cui Lone Cypress, il cipresso più fotografato della zona ed esclusivi campi da golf, come il Pebble Beach, sospeso tra coste rocciose e verdi colline dove cervi e cerbiatti brucano i prati delle ville miliardarie. Dopo Carmel la civiltà lascia spazio alla natura.

Hearst Castle, il palazzo delle favole Nelle vicinanze della Hwy 1, all’altezza di San Simeon, s’innalza l’Hearst Castle, costruzione fiabesca degli anni ’30-‘40 voluta da un miliardario magnate della stampa, William Randolph Hearst, con suggestive piscine in marmo, 115 stanze, elegantissimi saloni ed un immenso parco che occupa tutto il versante di una collina. I lavori durarono per decenni e furono affidati all’architetto Julia Morgan, che edificò oltre a Casa Grande, su modello di una cattedrale spagnola, altre tre foresterie che in quegli anni ospitarono varie celebrità, tra cui Charlie Chaplin, Cary Grant e Winston Churchill. Di grande effetto sono le due piscine: nel giardino, la Neptune Pool è interamente realizzata in marmo con colonnati e la riproduzione di un tempio greco, mentre la Roman Pool è la splendida piscina coperta che ricorda gli antichi bagni romani.

Vari tour permettono di visitare il castello, ed è quasi indispensabile prenotare in anticipo. L’Experience Tour è quello più completo ($ 24) e l’ideale per chi arriva qui per la prima volta.

Per dormire e mangiare Courtesy Inn, San Simeon, ottimo e comodo motel per riposarsi dalle fatiche del Big Sur, a pochi km da Hearst Castle consentendone una visita al mattino presto. Dispone di belle e ampie camere ed una piacevole piscina coperta, al prezzo di $ 76 per camera compresa una piccola colazione continentale. Ottimi ristoranti messicani negli immediati dintorni.

Best Western Holiday Lodge, Three Rivers, a pochi km dall’ingresso sud del Sequoia, motel un poco costoso ma molto curato, con piscina all’aperto, free internet e abbondante colazione. $ 121 per una double double che può ospitare quattro persone. Ristoranti specializzati in carni alla griglia nel raggio di 2 km. Curry Village, Yosemite Park, struttura all’interno del parco che comprende camere stile motel, cabine in legno con o senza bagno privato e tende con letti e lenzuola. A disposizione piscina e ristorante a buffet decisamente economico. Le camere ($ 115) sono da prenotare con molti mesi di anticipo. Stovepipe Wells, Death Valley, in una posizione spettacolare che consente, vista la vicinanza, di effettuare l’escursione alle dune all’alba. Camere spaziose, piscina e ristorante in stile western, con piatti principali (media $ 18) che comprendono zuppa o insalata mista, riso e verdure. Solo le camere deluxe ($ 116) dispongono di frigorifero, indispensabile in questa zona. DIARIO DI VIAGGIO Ritiriamo l’auto da Avis in un ufficio a due isolati dall’hotel e, impostato l’utilissimo Gps, partiamo in direzione del Pacifico, precisamente per la Monterey Peninsula. Vista la bella giornata, decidiamo di iniziare con una bella passeggiata nella Point Lobos Reserve ($8 per auto) e percorriamo il piacevolissimo sentiero che conduce a Bird Island, un’isola interamente ricoperta da cormorani, passando tra piccole e suggestive baie di sabbia bianca e acqua color smeraldo. A poca distanza raggiungiamo Carmel by-the Sea, elegante cittadina piena di gallerie d’arte e negozi esclusivi, splendidamente affacciata su una spiaggia bianca lunga un miglio. Da qui inizia la 17 Miles Drive, la strada dei ricconi ($9 per auto), discretamente panoramica con diversi punti di sosta, tra cui Cypress Grove, solitario cipresso a picco sull’oceano, e diversi campi da golf dove cervi e cerbiatti brucano l’erba delle ville miliardarie. Finiamo la giornata raggiungendo il motel Comfort Inn Munras a Monterey (€ 75 la tripla su expedia), che dispone di piscina all’aperto, ma la bassa temperatura non invoglia di certo a mettersi in costume.

La sera ceniamo in un ristorante (Ellis Restaurant) nel vicino centro commerciale Del Monte, dove mangiamo una favolosa costata americana ($10) mentre Davide si tuffa nel menu bimbi (bocconcini di pollo fritti, patatine, gelato, coca, pastelli e giochini per $3).

Giovedì 21 giugno, San Simeon Questa in estate è zona di nebbia ed immancabilmente ecco che ci svegliamo col cielo grigio. Decidiamo di attendere con speranza un po’ di sole prima di partire per il Big Sur e, dopo una discreta colazione inclusa nel prezzo del motel, ne approfittiamo per visitare il centro di Monterey, cittadina storica della California. Nulla di particolare, si può visitare la Custom House, dove dovevano passare tutte le merci provenienti dal Messico, la Colton HalL, qui è stata firmata la prima costituzione della California, e il più turistico Fisherman Wharf, su modello di quello di San Francisco con locali, negozi e ristoranti specializzati in pesce. Nelle vicinanze, ben più interessante è la Carmel Mission, una delle più attraenti missioni californiane costruite da Padre Serra ($5). Ecco puntuale uscire uno splendido sole ed è quindi il momento perfetto per iniziare il Big Sur, oltre 100km di strada che attraversano un paesaggio costiero selvaggio, con panorami fantastici sull’oceano e sulle montagne. Tra i punti più spettacolari ci sono il Bixby Bridge che dall’alto dei suoi 79 metri offre viste mozzafiato su spiagge selvagge circondate da lagune, diversi parchi nazionali tra cui il Pfeiffer State Park dove con una breve passeggiata si raggiunge la McWay Fall, cascata costiera che si getta direttamente sulla spiaggia di una baia inserita in un contesto naturale dai colori irreali. La strada prosegue tortuosa e selvaggia fino a Piedras Blancas, una lunga spiaggia dove vive una rara e simpaticissima colonia di elefanti marini, creature bizzarre che si starebbe ad osservare per ore. Facciamo tappa a San Simeon presso il Courtesy Inn ($76 la tripla inclusa colazione mediocre), che dispone di una attrezzata piscina coperta con Spa, e ne approfittiamo per fare il primo bagno del viaggio, per la gioia di Davidino (belli al caldo!!).

Venerdì 22 giugno, Three Rivers Questa mattina è dedicata alla visita di Hearst Castle, costruzione fiabesca degli anni ’30-‘40 voluta da un miliardario magnate della stampa, William Randolph Hearst, con suggestive piscine in marmo, 115 stanze elegantissime, per il quale abbiamo prenotato da casa la visita obbligatoriamente guidata (Experience Tour, $24). Presso l’attrezzato Visitor Center ritiriamo i biglietti e, visto che siamo in anticipo, riusciamo ad aggregarci ad un tour precedente al nostro. Si sale su un bus che percorre tutta la collina fino a raggiungere il magnifico castello, attraversando un parco infinito. Il tour inizia dalla stupefacente Neptune Pool, interamente realizzata in marmo con colonnati e la riproduzione di un tempio greco. Si accede quindi ad una delle tre foresterie, Casa del Sol per poi proseguire all’imponente Casa Grande, con saloni degni di appartamenti di stato. Il tour si conclude nella piscina coperta, la Roman Pool, che ricorda gli antichi bagni romani. Lasciamo quindi il Pacifico per dirigerci verso le montagne, che ci accompagneranno nei prossimi giorni. La temperatura cambia improvvisamente abbandonando la costa e il termometro supera abbondantemente i 30 gradi. Raggiungiamo Three Rivers, porta d’ingresso al Sequoia Np, dove alloggiamo al Best Western Holiday Lodge ($120 con ottima colazione), e ci rilassiamo qualche ora nella piscina all’aperto riscaldandoci finalmente sotto al sole cocente. Cena messicana in un ristorante nelle vicinanze (circa $40 in tre).

Sabato 23 giugno, Sequoia, Yosemite Oggi giornata decisamente piena e lungo trasferimento. La mattinata è dedicata alla scoperta dello splendido Sequoia, un parco decisamente rilassante, poca gente e incantevoli passeggiate all’ombra delle enormi sequoia. Questi immensi giganti lasciano senza fiato: alti fino a 90 metri, con circonferenza alla base di 30, sembra di essere delle formiche al loro cospetto. Sostiamo al Visitor Center dove facciamo la prima passeggiata sul Sentinel Trail. Vista l’altezza, la temperatura è scesa un po’ ed è gradevolissima. Proseguendo pochi km, si raggiunge il parcheggio dove inizia il sentiero che scende fino al Sherman Tree (20 minuti), l’albero più grande del pianeta. Da qui parte anche il Congress Trail, 2 miglia tra alcuni degli esemplari più alti del mondo. Ripresa l’auto, attraversiamo tutto il parco in direzione ovest, una strada fiabesca sempre circondati dalle enormi Sequoie, fino a giungere a Grant Grove Area, dove percorriamo l’ultimo sentiero che conduce al General Grant Tree, l’albero di natale di tutti gli States. Dopo un rilassante pic-nic sotto le sequoie, partiamo seguendo l’interminabile strada che conduce ad un altro splendido parco: il Yosemite, che raggiungiamo dopo quasi 4 ore di curve su e giù per le montagne. La Yosemite Valley ci si presenta con lo splendido view-point che si ammira da Tunnel View, semplicemente straordinario. Ancora qualche km e raggiungiamo il nostro resort, lo Yosemite View Lodge ($180 la tripla) a El Portal, praticamente all’entrata del parco. Purtroppo, nonostante abbia prenotato con 6 mesi in anticipo, tutti i resort (più comodi e più economici) all’interno del parco erano già completi. Dopo ormai il classico bagno ristoratore in piscina, approfittiamo della cucina a disposizione in camera per farci in nostalgici “due spaghi”, in verità un bel mezzo chilo di spaghetti gustati sulla terrazza! Domenica 24 giugno, Yosemite Questa mattina, immersi nel clima americano, ci cuciniamo un bel bacon direttamente in camera…Dopo pochi minuti facciamo suonare l’impianto antincendio!! Partiamo alla scoperta dello splendido Yosemite, sicuramente uno dei luoghi più belli che si possano trovare al mondo. Iniziamo dalle Yosemite Falls che di prima mattina sono praticamente deserte, mentre tra un paio d’ore saranno sicuramente presi d’assalto da parecchi turisti essendo uno dei punti più facilmente accessibili. Nonostante sia solo fine giungo, la portata d’acqua è piuttosto scarsa, si vede che quest’anno la neve si è sciolta in anticipo. Le cascate sono comunque uno splendore. Attraversiamo tutta la Yosemite Valleydove ammiriamo le imponenti e maestose cime di granito e i colori limpidissimi del fiume Merced fino ad arrivare al parcheggio del Curry Village. Qui prendiamo lo shuttle che opera nel parco e scendiamo all’inizio del sentiero che porta alla Vernal Fall. La distanza non è molta (circa 3km a/r) ma la salita è piuttosto faticosa. Sforzo che sarà ripagato dallo spettacolo che offrono le cascate, assolutamente magnifiche, una maestosa portata d’acqua che si getta da una roccia granitica, con gli spruzzi che ci fanno fare una bella doccia. Volendo il sentiero continua fino alla Nevada Fall, ma ci sembra un po’ eccessivo. Dopo un bel pic-nic, dedichiamo il pomeriggio all’escursione a Glacier Point a circa un’ora di strada dal fondovalle. La vista che offre questo punto panoramico ad oltre 2000 metri slm è incredibile, con l’Half Dome in primo piano, tutte le cascate e la maestosa e splendida Yosemite Valley. La sera ceniamo al ristorante dell’hotel, sembra caro ma le porzioni sono enormi e ci soddisfa in pieno ($54 in 3).

Lunedì 25 giugno, Death Valley Giornata incredibile quella di oggi, passeremo dai 3000 metridel Tioga Pass al deserto della Death Valley sotto al livello del mare. Un lungo trasferimento ma su strade decisamente veloci e deserte, per cui per nulla stressanti. La Tioga Road quest’anno ha aperto presto, a fine maggio, e infatti la neve la si vede solo sulle cime più alte. Raggiungiamo presto Olmsted Point, dove seguiamo i cartelli che con una breve passeggiata portano ad un punto panoramico molto bello, simile a Glacier Point. Proseguiamo per l’ampia strada dove non sembra nemmeno di salire fino a 3000 metri, passiamo per splendidi laghi alpini, cime maestose e pascoli infiniti, come quello di Tuolumne Meadows fino ad arrivare al Tioga Pass. Da qui la strada scende veloce fino al Mono Lake, immenso lago dalle bizzarre formazioni rocciose. Da qui la strada attraversa in un’ampia vallata tutta la Eastern Sierra, con cime aspre alte oltre 4000 metri, facciamo una breve deviazione per ammirare il Convict Lake, idilliaco laghetto alpino circondato da montagne. La 395 prosegue dritta e veloce passando solo un paio di cittadine, fino a raggiungere il bivio con la 190 che conduce alla Death Valley. Percorriamo una strada davvero panoramica, in un ambiente completamente differente da quello ammirato fino ad ora, ampi paesaggi desertici, dune e cactus solitari. Ad un certo punto i cartelli segnalano di spegnere il condizionatore: la strada prosegue in salita e la temperatura dell’acqua raggiunge livelli estremi, che tornano poi regolari in discesa. Arriviamo così allo Stovepipe Wells, il resort stile motel country dove passeremo la notte ($116). La temperatura segna 48 gradi, l’aria è soffocante, eppure quando si esce bagnati dalla piscina pare di avere freddo. Ceniamo nell’unico ristorante della zona, quello del resort e mangiamo discretamente con $50 in tre. Cala il sole, le montagne circostanti assumono colori irreali, e le candide due di Stovepipe vicino a noi sembrano magiche: emozioni che solo la Valle della Morte può regalare.

Martedì 26 giugno, Death Valley, Las Vegas Alle 5.30 siamo svegli casualmente tutti e tre e nel giro di pochi minuti decidiamo di alzarci per andare alle dune con la luce e la frescura dell’alba. Effettivamente, salire sulle dune in estate è un’impresa da compiere esclusivamente all’alba. Parcheggiata l’auto ai margini della strada, saliamo a piedi nudi sulle dune, la temperatura alle 6 è di “soli” 32 gradi, si sta veramente bene e cominciamo a correre come matti su e giù per le dune. Incredibile, sembra di essere in pieno deserto del Sahara, le curve delicate delle dune a quest’ora appaiono in tutta la loro bellezza. Torniamo al resort dove facciamo una bella colazione a buffet ($8), quindi partiamo alla scoperta della Death Valley che vogliamo visitare entro le 13 con una temperatura ancora sopportabile. Percorriamo la Badwater Road con varie soste: a Devils Golf Course siamo circondati da rocce di sale, mentre a Badwater, il punto più basso degli States a -86 metri sembra iniziare un’autostrada bianchissima fatta interamente di sale. Fantastico è percorrere la deviazione di Artists Palette, con rocce che assumono svariati colori, fino all’ultima sosta a Zabriskie Point, il più bel punto panoramico del parco su rocce dai colori e dalle forme irreali. Il nostro tour della California termina a Las Vegas (dove eravamo già stati nel 2000), dove restituiamo l’auto in aeroporto Racconto completo e foto sul mio sito: http://digilander.Libero.It/albertoviaggi



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