Parchi divertimento e borghi d’autore: sulle sponde del più grande lago d’Italia c’è davvero molto da scoprire

Dalle attrazioni di Gardaland ai tramonti di Lazise e Borghetto sul Mincio, un viaggio tra adrenalina, relax e amicizia.
Scritto da: Romy Crystal
parchi divertimento e borghi d'autore: sulle sponde del più grande lago d'italia c'è davvero molto da scoprire

Amo viaggiare, certo. Ma non resisto nemmeno al richiamo dei parchi di divertimento. Così, durante una giornata in gita a Brescia con i miei amici di sempre, la mia amica Mimma prende il telefono, mi guarda e sorride: «Dai, quest’anno ti porto a Gardaland. Di nuovo. Contenta?». Perché, diciamolo, piace a tutti… ma piace a me un po’ di più. Detto, fatto: nel giro di poco troviamo un albergo bellissimo, vicinissimo ai parchi e in posizione strategica per godersi al meglio quel lago di Garda che, ogni volta che ci torniamo, riesce a sorprenderci come fosse la prima. Abbiamo fissato la data: gli ultimi giorni di agosto. Il momento perfetto per salutare l’estate con un’avventura da ricordare prima del grande rientro. Durante tutto il mese di agosto ci siamo sentite spesso: non solo per definire i dettagli della gita, ma soprattutto per capire come risparmiare sul biglietto di Gardaland. Alla fine ci è venuta in soccorso la raccolta punti della Esselunga, che ci ha regalato ingressi gratuiti al parco.

Diario di viaggio sul lago di Garda

Giorno 1 – Gardaland

gardaland

Ogni volta che andiamo a Gardaland ci riporta un po’ di quella freschezza adolescenziale, anche se, diciamolo, l’adolescenza l’abbiamo lasciata alle spalle da un pezzo. Ed eccoci finalmente arrivati! L’attesa è finita: inizia l’avventura. Devo dire che, come avevo letto sui social, l’affluenza a Gardaland è decisamente diminuita negli ultimi anni. Siamo riusciti praticamente a fare tutte le attrazioni che volevamo, anche le più gettonate e soprattutto le nuove, senza mai superare i 30 minuti di coda. Una sensazione stranissima! Ricordo bene i miei primi anni al parco, quando ero bambina: bisognava mettersi il cuore in pace e scegliere con attenzione i giochi da fare, perché le file erano infinite e estenuanti. Poi c’è stato l’anno del Covid, quando per entrare era obbligatoria la prenotazione.

Insomma, Gardaland è cambiato, ma resta sempre capace di regalarci emozioni e ricordi da custodire. E la cosa più bella è che, anche se ormai i nostri figli sono grandi, con noi tornano un po’ bambini: ridono, si sfidano sulle attrazioni, urlano sulle montagne russe e alla fine della giornata hanno la stessa faccia entusiasta di quando erano piccoli. Indimenticabili le corse su Oblivion e Mammut: tra urla, risate e mani al cielo, abbiamo dato il meglio (o forse il peggio) di noi. E naturalmente non potevano mancare le facce da scemi studiate apposta per gli scatti ufficiali, quelle che ti fanno ridere per ore quando le rivedi all’uscita. Alla fine, tra adrenalina e ironia, Gardaland ci ha regalato un’altra giornata perfetta, dove essere grandi non significa mai smettere di divertirsi.

Usciti dal parco, stanchi ma con il sorriso stampato in faccia, abbiamo deciso di cenare direttamente all’interno del nostro hotel. Una cena semplice, fatta di piatti classici ma buoni, quelli che sanno di casa e di relax dopo una giornata intensa. Tra un boccone e l’altro, mille racconti sulla giornata: chi aveva urlato più forte sul Raptor, chi aveva le foto più assurde, chi giurava di non voler mai più salire su una montagna russa (ma lo sappiamo tutti che non è vero).

Giorno 2 – San Giorgio di Valpolicella, Bardolino, Lazise

san giorgio di valpolicella

Come ogni volta che organizziamo una gita, i nostri uomini ovviamente autoesclusi dal parco divertimenti,  si divertono a studiare un percorso nuovo alla scoperta delle zone del Garda. È una terra che ormai conosciamo bene, eppure non smette mai di sorprenderci, nonostante le tante volte che l’abbiamo visitata. Così, oltre alle mete “classiche”, cerchiamo sempre di scovare borghi pittoreschi, nuove cittadine da esplorare e angoli nascosti dell’entroterra. E anche questa volta non è mancata l’occasione di lasciarci stupire. Dopo qualche ricerca per evitare i borghi già visitati negli anni precedenti, la prima tappa scelta è stata San Giorgio di Valpolicella. Arriviamo pieni di curiosità, parcheggiamo nella zona subito fuori dal centro e ci avviamo verso il borgo.

La sorpresa, però, non è delle più entusiasmanti: gran parte dell’area più caratteristica è inaccessibile per via dei lavori in corso. Restiamo un po’ straniti, quasi spaesati, come se ci fosse sfuggito qualcosa. Decidiamo così che San Giorgio avrà diritto a una seconda occasione: ci torneremo, almeno quando i lavori saranno ultimati, per godercelo davvero. Devo dire che siamo state grate ai nostri uomini: mentre noi ci divertivamo nel parco, loro hanno deciso di fare tappa a Bardolino. Un ritorno quasi obbligato: anni fa ci eravamo già stati, ma l’avevamo visto solo di sfuggita, travolti da un mega mercato che aveva reso impossibile godersi davvero il borgo. Questa volta, invece, Bardolino si è mostrato in tutta la sua bellezza: il lungolago curato, le viuzze caratteristiche e quell’atmosfera rilassata che sa di vacanza. E naturalmente non poteva mancare un brindisi con il suo celebre vino rosso, che ha reso la sosta ancora più speciale. Finalmente ci siamo goduti il paese con calma, e ci siamo detti che certe mete meritano sempre una seconda occasione.

Questa volta abbiamo parcheggiato la macchina in un posteggio a pagamento un po’ distante, ma ne è valsa la pena: per raggiungere il locale scelto per l’aperitivo abbiamo percorso tutto il lungolago. Un cammino piacevolissimo, punteggiato da scorci da cartolina, che ovviamente si è trasformato in una lunga sequenza di selfie, foto di gruppo e i miei immancabili salti immortalati in aria. Risultato? Risate a non finire e amici che, puntualmente, si divertivano a rovinarmi gli scatti con pose buffe alle mie spalle, durante i miei salti. Alla fine siamo arrivati al bar, pronti per il nostro aperipranzo, reso ancora più speciale dal celebre vino Bardolino. Un brindisi che sapeva di estate, amicizia e complicità.

Rientriamo in hotel e decidiamo di concederci un po’ di relax nella nuova piscina, fiore all’occhiello della struttura. L’avevamo scelta non solo per la vicinanza al parco divertimenti, ma anche perché offriva proprio quello che ci serviva: un angolo curato, con lettini e ombrelloni, perfetto per spegnere la stanchezza della giornata. Tra un bagno rinfrescante e qualche sonnellino all’ombra, io non resisto e finisco in mezzo all’acqua, conquistando un gonfiabile già presente in piscina, in pieno stile Fantozzi. Risultato: risate generali e un’atmosfera di leggerezza assoluta. Arriva poi l’orario di rientrare in camera, una doccia veloce e ci prepariamo per la serata. La destinazione è chiara: un giretto per la città e, finalmente, la cena tanto attesa nel famoso ristorante che cucina solo cozze. Qui un grazie va a Simone, che ancora prima di partire aveva insistito per provarlo. Anni fa, infatti, non eravamo riusciti a entrare perché era strapieno. Questa volta, invece, con prenotazione alla mano e orario scelto da noi, il posto era assicurato.

Ovviamente arriviamo con largo anticipo a Lazise, perché è davvero un paese che merita di essere vissuto con calma. Passeggiare tra le sue mura medievali e il centro raccolto dà sempre una sensazione speciale, come se il tempo rallentasse. Il borgo, con il suo castello scaligero che domina l’ingresso, custodisce ancora quel fascino antico che lo rende uno dei gioielli più belli del Garda. Facciamo il giro lungo il lago, tra viali curati e scorci da cartolina, con immancabili foto di rito che finiscono subito nelle nostre gallerie. Poi, dato che le pance iniziano a brontolare, decidiamo di anticipare l’orario e dirigerci al famoso ristorante delle cozze. Con nostra grande fortuna ci fanno accomodare subito, senza alcun problema. E devo dire che ne valeva davvero la pena: un’esperienza unica, perché qui cucinano soltanto quello, ma lo fanno con una passione e una varietà che rendono ogni piatto una sorpresa. Una cena semplice e memorabile, perfetta per chiudere la giornata. Dopo cena non possiamo resistere al richiamo di una passeggiata serale lungo il lago. Lazise di notte ha un’atmosfera magica: le luci dei lampioni che si riflettono sull’acqua, il profumo di gelato nell’aria e le voci dei turisti che si mescolano a quelle dei locali. È così che si chiude la nostra giornata: tra amici, sapori e quella sensazione di felicità semplice che solo il Lago di Garda sa regalare.

Andiamo a letto soddisfatti e, il giorno dopo, dopo qualche altra ricerca, decidiamo di raggiungere Borghetto sul Mincio.

Giorno 3– Borghetto sul Mincio 

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Appena arrivati restiamo senza parole: è uno di quei posti che ti conquistano al primo sguardo. Un borgo minuscolo ma pieno di fascino, con il fiume che scorre placido tra i mulini, i ponticelli romantici e gli scorci che sembrano usciti da una cartolina. Passeggiamo lentamente, scattiamo foto e ci concediamo un caffè con vista sull’acqua. Ridiamo osservando alcuni hotel e strutture del borgo: talmente romantici da sembrare quasi eccessivi, carichi fino all’esagerazione, ma in fondo anche questo contribuisce a rendere l’atmosfera unica e memorabile. Borghetto ci lascia davvero entusiasti, come se avessimo scoperto un piccolo tesoro nascosto. La giornata però scorre veloce e, dato che la mia amica Mimma l’indomani deve rientrare al lavoro, decidiamo di fare un’ultima tappa più “leggera”: un centro commerciale. Ed ecco che il pomeriggio vola via tra acquisti e chiacchiere. Purtroppo anche questo weekend con i miei amici di sempre vola via troppo in fretta. Ci ritroviamo ognuno a casa propria: Mimma pronta per tornare al lavoro, noi ancora in modalità vacanza attiva con la testa tra le nuvole e la voglia di partire di nuovo già in tasca. E mentre penso al prossimo itinerario, mi viene da ridere: tra un aperitivo, un gonfiabile in stile Fantozzi e un milione di selfie rovinati, anche stavolta ci siamo superati. Alla prossima, Lago di Garda… tanto lo so che, prima o poi, ci ricaschiamo… al Movieland!

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