Parchi dell’ovest e Las Vegas on the road!

Inizio a pensare agli States verso i primi di gennaio, le ferie le ho solo ad agosto o settembre, agosto lo escludo a priori perchè è troppo caro. Cercando sul Giramondo dove andare e dove non andare in questo mese alla fine propongo a mio moroso 2 scelte: Stati Uniti o Safari in Tanzania più Zanzibar. Dopo un'attenda riflessione escludiamo la...
Scritto da: triestina84
parchi dell'ovest e las vegas on the road!
Partenza il: 14/09/2008
Ritorno il: 26/09/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
Inizio a pensare agli States verso i primi di gennaio, le ferie le ho solo ad agosto o settembre, agosto lo escludo a priori perchè è troppo caro. Cercando sul Giramondo dove andare e dove non andare in questo mese alla fine propongo a mio moroso 2 scelte: Stati Uniti o Safari in Tanzania più Zanzibar. Dopo un’attenda riflessione escludiamo la seconda opzione per i troppi soldi e per tutte le vaccinazioni e profilassi che si devono fare.

Adesso dobbiamo decidere dove andare negli States. Siamo abbastanza concordi nel fare il classico tour dei parchi dell’ovest e visto che è il nostro primo viaggio e per altre motivazioni sto pensando di fare il tour in pullman, con Viaggidea dell’Alpitour (anche perchè avevo un buono da spendere con loro entro ottobre 2008). Vado in agenzia da una mia amica e mi faccio fare il preventivo: dal prezzo di 2.200 euro secondo catalogo arriviamo ad oltre 2.800 euro!! Ma come è possibile? Mi dice che è il prezzo dei voli che influenza il prezzo in questo modo, ma cavolo è febbraio, non è manco uscito il catalogo cartaceo e già il prezzo aumenta in questo modo? Scoraggiati torniamo a casa, ci buttiamo in internet sul sito di Viaggidea e guardiamo le altre opzioni e vediamo i Fly&Drive, uno poi ci viene sui 1.500 €. Parliamo dell’idea di viaggiare da soli, in auto per gli States e il mio ragazzo Emanuele dice di non aver nessun tipo di problema a questa tipologia di viaggio e allora decidiamo per il Fly&Drive Easy Experience al quale ci aggiungiamo altre 5 notti a Las Vegas.

A marzo prenotiamo. I voli li scegliamo noi e optiamo per la Delta Airlines, scegliamo l’auto, un midsuv, e l’ultimo hotel di Las Vegas dove pernottare, il Luxor, per gli altri hotel scegliamo la categoria standard (per la superior ci volevano altri 200 € a testa).

Nel frattempo io inizio a leggere i diari di viaggio fatti dai giramondini e dai turisti per caso prima di me in questi posti, mi compro la guida “Stati Uniti occidentali” della Lonely Planet (che non è piaciuta) e “USA Ovest i parchi nazionali con Las Vegas” della Routard, che ci è stata di grande aiuto e che è partita con noi.

Una settimana prima di partire ci arrivano i documenti di viaggio: un blocchetto con i biglietti aerei, uno con tutti i documenti relativi al tour e uno con tutti i voucher per singoli hotel. Poi la mia amica ci consegna le carte relative all’assicurazione e simili e i tutti i numeri da chiamare in caso di problemi, tra i quali anche quello dell’assistente residente negli USA (anche se si trovava in Florida e noi facevamo il tour dei parchi in Arizona, Uthat e Nevada) che per fortuna non abbiamo avuto bisogno di chiamare. Per ultimo il libricino-guida personale fatto dal t.O. Americano che collabora con Viaggidea, nel quale ci dicevano giorno per giorno il percorso che dovevamo fare (con la cartina), cosa c’era da vedere durante il percorso, in che hotel alloggiavamo (anche qui c’era la cartina e le foto dell’hotel con tutti i servizi che offriva), cosa fare e vedere nei parchi..Veramente una guida utile.

Abbiamo prenotato a marzo per settembre e quesi mesi mi sono sembreti un’eternità, poi bum! È arrivato il giorno della partenza! Domenica 14 settembre 2008 Partiamo alle 5 di mattina in auto, grazie al passaggio di un amico del mio ragazzo, verso l’aeroporto Marco Polo di Venezia dove, alle 8.30, dobbiamo fare il check in per volo verso New York con la Delta Airlines per poi prendere la coincidenza per Las Vegas. E’ un peccato arrivare a New York e non vederla, ma ci teniamo questa meta per il prossimo viaggio (detto e fatto!!). Alle 11.30 il nostro aereo parte puntuale e ci aspettano più di nove ore di volo “in solitaria”, in quanto io e Emanuele non siamo vicini di posto. Per fortuna il mio compagno di seduta è un ragazzo texano che lavora ad Aviano e parla italiano così chiaccheriamo un po’; Emanuele è meno fortunato: il suo compagno di viaggio è un russo chiaccherone che si scola litri di vino durante tutto il volo. Già durante il volo sento lo spirito americano..Nel cibo!! Non faccio altro che mangiare gli snack e i vari pasti (cannelloni con spinaci, insalata, pizza, gelato..Detta così non suona molto “americano” visto che i cibi erano italiani..) che ci portano, il tutto contornato da coca cola e altre bibite che ci vengono servite in continuazione! I miei propositi di non mangiare troppo vanno a farsi benedire non appena lascio il continente europeo.

Dopo 9 ore e diversi ragazzi italiani e non conosciuti durante il volo arriviamo al JFK dove dopo i controlli per il visto aspettiamo le 6 ore di stop girovagando nell’ala della Delta Airlines. Ci sono diversi negozi di souvenir (dove compro un paio di cartoline, calamite e penne di NY, in fin dei conti posso dire di esserci stata no??) e diversi locali dove mangiare. Alle 21 ora newyorkese parte il nostro volo per Las Vegas, come saliamo in aereo ci appisoliamo, siamo in piedi da non so quante ore e ci vogliono ancora 4 ore di volo per arrivare alla nostra destinazione finale, verso mezzanotte circa ora di Las Vegas. Apriamo gli occhi e l’aereo è ancora fermo..Siamo già arrivati e mi sono persa la vista di Las Vegas dall’altro?? No! L’aereo ha un’oretta di ritardo e dobbiamo ancora partire. Durante il volo ho la faccia spalmata sul finestrino e dopo diverse ore si iniziano a vedere nel buio le famose lucine..Che emozione!! In mezzo al buio e al nulla si vede questo enorme spazio illuminato e finalmente siamo a Las Vegas. Già in aeroporto, per quanto deserto, si respira l’aria del gioco d’azzardo visto che ci sono centinaia di slot machine e io inizio subito a fare foto, anche perchè passiamo sotto un arco che riporta la scritta “Welcome to Las Vegas”. Per arrivare al ritiro bagagli dobbiamo prendere un treno tipo metropolitana e arrivati in un’altra ala dell’aeroporto ritiriamo i bagagli e andiamo in cerca della Hertz per il ritiro della nostra auto. Primi momenti di panico..Dove sta la Hertz? Dobbiamo uscire dall’aeroporto e prendere un bus che ci porta in un mega edificio adiacente all’aeroporto dove ci sono decine di compagnie di noleggio auto, tra le quali anche la nostra dove, dopo aver sbrigato le solite pratiche, ci danno le chiavi della nostra auto. Andiamo nel mega parcheggio alla ricerca della nostra auto, una bellissima Ford Escape, nuovissima e spaziosa, con i sedili in pelle, 4 portabicchieroni (visto che i bicchieri americani hanno dimensioni enormi negli States), cambio automatico, clima, tettuccio apribile e mega bagagliaio. Al cancello per uscire mostriamo i documenti a un simpaticissimo signore che ci spiega come funziona l’auto e come arrivare al nostro hotel, il Westin Casuarina, che si trova in una trasversale dello Strip. Penso che restiamo a chiaccherare con lui per almeno mezzora, ci regala diverse bottigliette di acqua naturale e, dopo i saluti e avergli lasciato la mancia, andiamo alla volta di Las Vegas!! Sono le 3 di notte passate (ora locale) e ci troviamo catapultati in queste mega strade americane a 4/5 corsie che, nonostante l’ora, sono comunque affollate, fino a trovarci sullo Strip..WOW! Non ci sono altre parole per descrivere l’emozione che si prova a percorrere questa strada tutta illuminata, a vedere questi mega hotel e pensare di essere la..Solo a scriverlo ancora mi emoziona. Arriviamo senza problemi al nostro hotel e posteggiata la macchinata e scaricato le valige ci troviamo finalmente dentro in nostro primo hotel-casinò di Las Vegas. L’hotel è molto carino, pulito e elegante, andiamo nella nostra camera al 4° piano con un mega letto king size; ormai sono le 4 di mattina e domani inizia il nostro tour dei parchi, quindi mettiamo la sveglia alle 7 e riposiamo gli occhi.

Lunedì 15 settembre 2008 Alle 7 di mattina siamo svegli e non troppo stanchi nonostante le quasi 30 ore di viaggio. Ci laviamo e andiamo al pian terreno dell’hotel dove, oltre a esserci il casinò, c’è ache Starbucks che durante questo viaggio sarà il mio locale preferito per la colazione. Ci prendiamo brioches alla cioccolata e caffelatte piccolo (che avevo già avuto il piacere di bere a Berlino), ci fumiamo una sigaretta visto che le camere sono no smoking mentre nei casinò è permesso fumare. Torniamo in camera con i caffè in mano (li fanno bollenti!!), prendiamo le valige, salutiamo in reception e siamo pronti per partire, meta finale di oggi il Bryce Canyon National Park nello Utah. Sistemiamo i nostri caffè nei portabicchieroni e tiriamo fuori il nostro Tom Tom portato da casa che, nonostante non sia necessario il navigatore in questo viaggio, è stato comunque un fedele compagno di viaggio, portandoci sempre dove richiesto.

Per tutto il viaggio io e Manu ammiriamo i paesaggi che ci circondano a bocca aperta..Non riusciamo ancora a credere di essere qua! Lasciamo il Nevada con il suo paesaggio desertico e siamo in Arizona con i suoi canyon, le sue montagne e i suoi colori..Ci fermiamo lungo la strada a fare le prime foto e successivamente a Virgin River Gorge dove ci fermiamo a fare delle foto in un “villaggio” stile far west molto caratteristico con negozio di souvenir, torniamo in auto e ci ritroviamo nello Utah! E’ quasi ora di pranzo e decidiamo di fermarci nei pressi dello Zion National Park, a Springdale. La cittadina è molto carina, in mezzo alle montagne, con diversi ristoranti, locali, negozietti, ma anche case e la scuola elementare.

A pranzo mangiamo da Wildcat Willie’s Restaurant, un locale veramente carino dove abbiamo ordinato un’acqua naturale (ci hanno portato la nostra acqua Panna!) e una coca cola (servita in un barattolone tipo quello delle conserve o dei sottaceti per intenderci), una ceasar salad per me (buonissima!! con il pollo e i crostini e condita con una salsa alle erbe. Dimenticatevi l’olio e l’aceto quando prendete un’insalata negli states!) e Manu un panino con hamburgher, formaggio, funghi, cipolla e con le patatine fritte come contorno. Spendiamo sui 40 $ più mancia e ce ne andiamo soddisfati e con la pancia piena. Vicino al ristorante c’è un negozio di souvenir dove, tra l’altro, è possibile acquistare la Bumbleberry Pie (torta di mirtilli) fresca a 12,95$.

Arriviamo all’ingresso dello Zion e facciamo il pass annuale che permette di vedere la maggior parte dei parchi americani al prezzo di 80$ e percorriamo la famosa strada rossa (l’asfalto è di colore rosso come le montagne che sovrastano il parco) che passa attraverso il parco fermandoci diverse volte per fare foto. Decidiamo di non prendere il bus per addentrarci nel parco, c’è molta gente che aspetta e noi dobbiamo arrivare al Bryce. Secondo me già percorrere la panoramica Zion-Mt. Carmel Highway vi permette di ammirare la bellezza del parco. Usciamo dal parco e continuiamo il nostro viaggio fino a quando non avvistiamo una recinzione con dentro i bufali! Ci fermiamo e scattiamo qualche foto, ammirando questi enormi animali. Un’altra sosta la facciamo più avanti in un market trovato lungo la strada, compriamo qualcosa da bere e ci facciamo un giretto per vedere i vari prodotti esposti tra i quali il latte nel contenitore da 3 litri, buste di cereali talmente grandi che sembravano come quelle dei croccantini dei cani di taglia grande, varie schifezze surgelate e i dispenser per le bibite. Lungo la strada passiamo per la Dixie National Forest, che circonda anche il Bryce, e il bellissimo Red Canyon e poco dopo finalmente arriviamo al parco che tutti definiscono stupendo..Confermo, è da togliere il fiato! Anche qua non si possono descrivere le sensazioni che si provano ad ammirare questi pinnacoli che, con il tramonto, si incendiano di rosso.

Facciamo il ordine il Sunrise Point, il Sunset Point, l’Inspiration Point, il Bryce Point, poi scendiamo fino al Natural Bridge e purtroppo non riusciamo a raggiungere il Rainbow e Yowinpa Point in quanto la strada era chiusa, noi pensiamo per un incendio visto che guardando verso sud si vedeva una nube nera. Questo parco mi è piaciuto tantissimo, ci abbiamo passato un paio di ore camminando tra un view point e l’altro, fermandoci a far foto e ad ammirare quello che madre natura è riuscita a fare. Non riesco a descrivere quello che si vede e a mio parere neanche una foto riesce a rendere l’idea di quello che sia il Bryce Canyon.

Ormai è quasi ora di cena e, avvistato il nostro hotel, il Bryce View Lodge, andiamo a cena nel fast food dell’altro hotel situato all’ingresso del parco, il Ruby’s Inn. Ci prendiamo dei cheeseburger e scopriamo che, oltre ai panini e alle patatine, ci danno i bicchieroni di carta vuoti, che noi rempiamo nel dispenser di bibite che si trova in mezzo al locale, e possiamo rempire i bicchieri tutte le volte che vogliamo! Dopo aver mangiato, attraversando la strada per andare verso il nostro hotel ci imbattiamo in un “villaggio” stile western dove far foto e acquistare souvenir. Andiamo in hotel, molto carino, stile motel americani disposto in 6 palazzine a 2 piani con il parcheggio per l’auto davanti alle camere. La nostra camera aveva 2 letti queen size, ovvero 2 letti matrimoniali!!, bagno, tv e la macchina per il caffè americano. Martedì 16 settembre 2008 Oggi ci svegliamo prestissimo, verso le 6, ci prepariamo i caffè in camera e usciamo dalla camera per fumarci una sigaretta..Ma fa freddissimo!! Ieri pomeriggio ero in jeans e maglietta a maniche corte e adesso sono con i leggins, i jeans, maglia, felpa e giacchino! Si sente che siamo a oltre 2000 metri d’altezza.

Carichiamo le valige in auto, ci facciamo scorta di giaccio (lo mettiamo nei sacchettini di plastica) nel dispenser vicino la reception e ci facciamo ancora un giro per il parco che a quest’ora è pressochè deserto e che ha un’altra luce.

Salutiamo il Bryce e andiamo alla volta del Lake Powell in Arizona. Per fortuna non abbiamo molta strada da percorrere, sono 240 km, circa 3 ore.

Dopo mezzora che siamo in auto ci prende fame e ci fermiamo in un locale dopo aver letto il cartellone lungo la strada..Pancakes!! Questo è uno dei cibi che volevo assolutamente assaggiare e non c’era un posto migliore per farlo. Il locale, il Cactus Cowboy Restaurant è carinissimo, come quelli che si vedono nei film, con la cameriera con il grambiule intorno alla vita, la brocca con il caffè in una mano e il blocco per le ordinazioni nell’altra. Il menù è strepitoso, con colazioni salate e dolci..C’è l’imbarazzo della scelta ma decidiamo per la porzione piccola dei classici pancakes con lo sciroppo d’acero. Buonissimi e alla faccia della porzione piccola..Non oso immaginare cos’era la grande. Il caffè, servito nelle tazzone, non era buono ma andava assaggiato anche quello. Ci rimettiamo in auto e facciamo una deviazione per andare a vedere il Coral Pink Sand Dunes State Park, dove ci si presenta uno scenario bellissimo con queste dune altissime dai colori rosa e arancione; merita assolutamente una visita! Proseguiamo verso Kanab, denominata la Utah’s little Hollywood, la cui regione attorno è stata usata per tanti film western, dove ci fermiamo in un paio di negozi, tra i quali merita una visita il Denny’s Wigwam, dove mi compro per 20$ anche un bel cappello stile cowboy. Per pranzo mangiamo al McDonald, dove mi aspettavo dei panini giganti, mentre sono simili ai nostri e proseguiamo verso Page. Finalmente arriviamo al Lake Powell e alla famosa diga Glen Canyon. Posteggiamo l’auto davanti al Carl Hayden Visitor Center ed entriamo, dopo dei controlli severissimi, all’interno del visitor center dove si possono ammirare le illustrazioni che spiegano come sia stata costruita la diga. Andiamo a piedi sul ponte che, al passaggio dei camion, oscilla molto e da una parte si ha una bella vista del lago e sotto di noi c’è il fiume Colorado. Dopo ci facciamo un giro verso la marina di Wahweap, dove si sono ristoranti, il Lake Powell Resort, dove si possono prendere i biglietti per le gite organizzate in barca, aree per pic-nic e le mega imbarcazioni degli americani, percorrendo la Lake Shore Drive raggiungiamo un punto dove possiamo scendere per andare a toccare l’acqua del lago; speravo di trovare qualche spiaggetta ma, come scritto nella guida, non è molto facile trovarle, e poi devo dire che non mi ispirava l’idea di farmi un tuffo nel lago.

Arriviamo a Page, ci fermiamo a fare benzina e Manu decide di prendere un gratta&vinci e di assaggiare la carne cruda riposta nei barattoloni di tutti i shop dei benzinai..Dice che non è male.

Ci facciamo un giretto per Page, che ci piace molto, e decidiamo di fermarci in uno dei tanti posti dove organizzano la gita all’Upper Antelope Canyon per il giorno seguente e poi vediamo le indicazioni per il Wal Mart Supercenter, famosa catena di supermercati americani e devo dire che è bellissimo girare per questo posto, dove si trova veramente di tutto (all’interno c’è anche una zona giochi per i bambini e un subway!), dall’elettronica, all’abbigliamento, a tutti i generi alimentari. Anche qua non mi spreco nelle foto, soprattutto davanti ai mega barattoli di gelati che vedo sempre nei film. Compriamo diverse cose: pile per la fotocamera, 10 paia di calzini 10 $, muffin alla crema e mirtilli e succhi per la colazione e altre cose da sgranocchiare e da bere.

Usciamo da Wal Mart che è buio, andiamo a cena da Taco Bell, catena tipo McDonald che offre pietanze messicane, e ci prendiamo dei burriti e le patatine. Assolutamente bisogna andarci! Siamo stanchi e decidiamo di andare in hotel, al Best Wester at Lake Powell, molto bello, anche qua con 2 letti queen size e la macchina per fare il caffè.

Mercoledì 17 settembre 2008 Come sempre entro le 7 siamo svegli, colazione in camera con caffè americano, muffin e succo, carichiamo le valige in auto e la prima tappa è il Horseshoe Bend Overlook. Il cielo è nuvoloso e spero che torni il sole, altrimenti all’Antelope non riusciamo a vedere i fasci di luce. Posteggiamo l’auto e ci incamminiamo per una decina di minuti superando una collina e arriviamo all’Horseshoe Bend..Bellissimo! Questo è uno dei posti che mi sono piaciuti di più, forse perchè siamo arrivati verso le 8 di mattina ed eravamo in 5 in tutto e ci siamo goduti la pace, la tranquillità e la magia di questo posto. Facciamo tante foto e torniamo verso l’auto. Abbiamo fame (ormai ci siamo americanizzati e abbiamo bisogno di mangiare, mangiare, mangiare) e seguiamo il suggerimento della nostra guida che ci indirizza per un’ottima e abbondante colazione salata al Ranch House Grille, dove io mi prendo una tortilla con la carne macinata e chili, cipolla, uova, patate mentre Emanuele si prende una bistecca con formaggio, uova, patate e french toast. Noi abbiamo ordinato un po’ a caso leggendo il menù, non pensavamo che ci arrivasserò questi piattoni!! Usciamo dal locale che siamo pienissimi..Non sono neanche le 10 di mattina e per noi quella non era una colazione, era piuttosto un pranzo! Credo che gli americani hanno problemi di linea se a colazione si mangiano tutta quella roba, ma che buono però! Questo posto lo consiglio, perchè non è molto frequentato dai turisti e si mangia veramente benissimo a prezzi contenuti.

Ci facciamo un giretto per Page e passiamo la famosa via delle Chiese, chiamata così perchè ci si trovano una chiesa dietro l’altra, molto carina, e ci facciamo un giretto per ammirare le abitazioni, anche queste molto belle e alcune bizzare; infine ci dirigiamo fuori dal uffico dell’Antelope Canyon Tour e alle 11 partiamo della visita a questo posto che mi ha sempre affascinata..E che dire? Anche qua, foto e parole si sprecano. Assolutamente da andare da vedere, soprattutto verso mezzogiorno, dove la luce entra nelle pareti di roccia e crea dei giochi di luce e dei colori da lasciare senza parole. Il tour dura un’ora abbondante, noi abbiamo avuto la fortuna di dividere una guida molto gentile con una coppia di ragazze giapponesi, quindi siamo riusciti a districarci da gruppi di 20 e passa persone, fare numerose foto e prenderci i nostri tempi, per fortuna era anche spuntato il sole e siamo riusciti a vedere i fasci di luce. Consiglio di prenotare il tour guidato il giorno prima, così si può scegliere l’orario preferito, i prezzi sono di circa 29 € a persona per il tour base, mentre siamo sui 50 € per il tour fotografico che dura 2 ore; ci sono 4 agenzie in centro a Page che propongono questi tour.

Torniamo all’auto, diamo una bella mancia alla nostra guida e partiamo alla volta della Monument Valley, che dista circa 200 km da Page. Lungo il tragitto il cielo torna nuvoloso e arriva anche la pioggia..Non posso vedere la Monument Valley con la pioggia!! Per fortuna quando arriviamo a Kayenta, la città a sud della Valley, la pioggia se ne va e ritroviamo il sole e poco dopo iniziamo a vederla..Wow! Vedere questo posto dalla strada fa già un certo effetto e ci fermiamo diverse volte lungo la strada per fare foto e curiosare nei mercatini degli indiani.

L’ingresso alla Monument Valley costa 5$ a veicolo e non vale la tessere dei parchi in quanto questo posto è situato e amministrato dal territorio Navajo. Non c’è molta fila e la valley si gira in auto in maniera autonoma su un circuito prestabilito, del quale viene fornita una guida con cartina al momento del pagamento del ticket. Questo è forse il posto che più rimasto nel cuore, è di una bellezza incredibile e, quando ero la, non riuscivo a credere che ero la, a vedere queste rocce immense viste mille volte in tv. Per fortuna abbiamo un midsuv che ci permette di muoverci per questi sterrati con facilità. Il giro della valle si fa con tutte le soste in 2 ore e noi ci siamo goduti ogni attimo in questo posto che, al calar del sole, illumina tutte le rocce di un rosso fuoco che lascia senza parole.

La valle si trova tra l’Arizona e lo Utah, ma qua vige l’ora legale dello Utah, quindi mi raccomando di cambiare l’ora! Usciamo dalla valle e ci dirigiamo a nord verso Mexican Hat dove abbiamo l’hotel e per la cena seguiamo i consigli della nostra guida e andiamo a cena al Mexican Hat Lodge, dove io mi prendo il piatto con l’hamburger, insalata e fagioli e il french toast, mentre il mio ragazzo si prende un piatto come il mio, solo che al posto dell’hamburger ha una bella e grande bisteccona. Il tutto viene cucinato su un mega barbecue che si trova nel cortiletto dove ci sono i tavoli dove mangiare, il posto è molto famoso e rinomato per la sua steakhouse e ne siamo rimasti soddisfatti anche noi, visto che era la nostra prima cena “vera”, non nel solito fastfood. Qua spendiamo un po’ di più, siamo sui 60$, ma abbiamo mangiato della buona carne, all’aperto, bevendo birra e abbiamo passato proprio una bella serata.

Dopo cena andiamo al nostro hotel, il The San Juan Inn, molto carino, stile motel, si trova a ridosso di una parete rocciosa e davanti passa il San Juan River. Anche questa camera è molto grande, con 2 letti queen size e un letto singolo, ma qua non c’è la macchinetta del caffè e anche qua non si può fumare, pena 250$ di multa, quindi ci fumiamo l’ultima sigaretta ammirando il fiume e poi andiamo a letto.

Giovedì 18 settembre 2008 Sveglia verso le 7 e subito a fare colazione nel bar adiacente l’hotel. Oggi decidiamo di mangiare un altro piatto tipico: i bagel con la crema di formaggio che vedevo sempre in tv (nel telefilm O.C. Li mangiavano sempre!), tipo il philadelphia o con la marmellata e il solito caffè annacquato. Finita la colazione lasciamo la camera e andiamo a vedere la Valley of the Gods, formata da un circuito da fare in auto tra formazioni simili a quelle della Monument Valley, che si trova a circa 17 miglia a nord di Mexican Hat. Noi siamo entrati dalla statale 163, facendo un giro quasi circolare e siamo usciti sulla 261. Anche questa valle è molto bella, non ha paragoni con la Monument, ma merita una visita e soprattutto la mattina era deserta! Noi ce la siamo girati in santa pace e abbiamo incrociato solo altre 5 auto, e poi mio moroso si è troppo divertito a guidare su questo sterrato, dove in certi punti sembrava quasi di essere su una pista di rally. Usciti sulla strada 261 a un certo punto alla vostra destra trovate l’indicazione per il Goosenecks, una specie di Horseshoe Bend tanto per intenderci, che offre uno splendido panorama sui meandri del San Juan River con canyon profondi 300 metri, da vedere assolutamente!! Al ritorno rivediamo la Monument Valley e riesco a scattare la famosa foto della strada che sembra in salita e curva verso la valle..Bellissima! Ci fermiamo a Kayenta per pranzare e optiamo per McDonald, economico, buono e veloce.

Adesso si riparte e andiamo al Grand Canyon! Il tragitto è di 300 km, circa 4 ore. La prima sosta la facciamo al Cameron Trading Post. Cameron è la stazione commerciale dei Navajo e dei Hopi, e qui ci si può fermare per acquistare souvenir (molto bello l’artigianato indiano), mangiare qualcosa e fare benzina prima di arrivare al South Rim. Un’altra sosta da fare lungo la Hwy 64 è per vedere il Little Colorado River, dove ci sono delle bellissime intraviste della gola di questo fiume, che è uno dei principali affluenti del fiume Colorado nel Grand Canyon.

Entriamo nel parco e imbocchiamo la Desert View, che offre un bel benvenuto del canyon con delle vedute fantastiche del Colorado River. Li si trova anche il Watch Tower, un edificio costruito nel 1920 che fungeva da torre di guardia appunto e dove si può anche salire per godere della vista sul canyon e per ammirare la bella arte Hopi che si trova all’interno della torre, oltre al solito negozio di souvenir. Nelle vicinanze c’è anche un bar dove mi prendo un caffè e Manu un panino e iniziamo a fare i vari view point. Che dire del Grand Canyon? È grandissimo, immenso..Ma non è stato il mio parco preferito, forse perchè è talmente grande che non si riesce a interagire molto. I vari punti panoramici si raggiungono con l’auto o con i bus, perchè le distanze sono grandi. I colori del canyon sono magnifici, dal rosa al giallo, il verde degli alberi e il blu/marrone del Colorado. Ci fermiamo a Mather Point, al Yavapai e ovunque fosse possibile fermarsi fino alla zona dei Lodge. Dopo un’ora che giriamo per il canyon si alza il vento e inizia anche a piovere ma la cosa non mi dispiace, anzi è anche più suggestivo. Lungo la strada vediamo anche un coyote, che bello!! E riesco a fargli anche un paio di foto. Per cena andiamo al Maswik Lodge, dove ci prendiamo dei bei burritos con contorno di fagioli e riso e una coca (tanto con il re-fill basta “acquistare” un bicchiere) e spendiamo sui 20 $. Ormai è sera e decidiamo di andare nel nostro hotel, il Best Western Grand Canyon Squire Inn che si trova fuori dal parco. Anche questo hotel è molto carino, pulito, con la camera spaziosa e la macchina del caffè così possiamo fare colazione in camera.

Venerdì 19 settembre 2008 Sveglia per le 7, colazione in camera con caffè, succo e muffin e pronti per tornare al Grand Canyon. Vorremmo andare a vedere altri view point, gli ultimi che ci mancano, a sinistra dei lodge, ma purtroppo stanno facendo lavori alla strada e ci si può muovere solo a piedi. Riusciamo a vedere il Trailview overlook e decidiamo di tornare indietro. Ci fermiamo al Market Plaza a guardare i suovenir e per prenderci qualcosa da mangiare e da bere. Oggi ci aspetta un lungo viaggio per arrivare a Las Vegas, più di 450 km, circa 6 ore, quindi in marcia! La prima sosta lungo la strada la facciamo al villaggio dei Flintstone, dove con 5$ a testa si entra a vedere questo villaggio che secondo me, se fosse tenuto bene, sarebbe molto bello, noi lo abbiamo visto, invece, molto trascurato, scattiamo comunque un paio di foto e ripartiamo alla volta del Kaibab Lake nella Kaibab National Forest. Ci facciamo un giretto intorno al lago e di nuovo in auto alla volta della famosa Route 66. Ci fermiamo a Seligman, pittoresca cittadina attraversata dalla famosa strada, dove acquistiamo diversi souvenir da portarci a casa. Merita assolutamente una visita. Continuiamo sulla Route 66 fino a Kingman, dove ci fermiamo e mio moroso vede delle auto particolari e veniamo invitati in un camion da un simpaticissimo signore che ci spiega che il giorno dopo ci saranno diverse gare di auto e regala anche a mio moroso una maglietta. Poi ci fermiamo in un paio di autoconcessionari tipici americani, con le auto nei grandi spiazzali con il prezzo scritto sul parabrezza. Ripartiamo e prendiamo l’autostrada per arrivare a Las Vegas, ormai manca poco. Quando arriviamo alla Hoover Dam andiamo lentissimi perchè vengono effettuati numerosi controlli alle auto che stanno circolando. Ormai è buio, e la diga vista di sera è molto affasciante e immensa. Ci fermiamo poco prima di entrare a Las Vegas per cenare e optiamo per Pizza Hut, dove prendiamo una pizza gigante con tutto, spendiamo poco e mangiamo tanto. Ripartiamo, e poco dopo veniamo abbagliati dalle famose luci di Las Vegas. Come la prima volta che l’abbiamo vista dall’aereo, anche questa volta ci emoziona la vista della città. Sono circa le 20, ci sono 36°C e c’è un traffico assurdo; per raggiungere il nostro hotel ci mettiamo quasi un’ora, anche perchè abbiamo sempre lo sguardo per aria ad ammirare gli hotel, lo strip, le limousine che ci passano accanto..Questa città già ci piace tantissimo! Anche oggi siamo distrutti e arrivati in hotel, sempre il Westin Casuarin. Giochiamo un paio di dollari in casinò e poi andiamo a letto.

Sabato 19 settembre 2008 Sveglia presto e caffè e brioches da Starbucks in hotel. Decidiamo se andare oggi alla Death Valley o rimandare l’ultimo viaggetto a domani e decidiamo di riposarci oggi e farci un giro per Las Vegas, rimandando al giorno dopo il parco.

Prendiamo l’auto e iniziamo a vagare per la città senza una meta precisa; andiamo verso lo Stratosphere e la vicino troviamo il Bonanza gift e souvenir shop: un negozio molto grande che vende tantissimi suovenir di Las Vegas, magliette, cappellini, tazze, valige, borse, fiches e tutto l’occorente per il gioco d’azzardo, portachiavi, posaceneri, fiaschette, alcolici e ha anche un reparto con i gadget di C.S.I.!! Qua facciamo rifornimento di regali e regalini per noi e da portare agli amici e parenti.

Guida alla mano decidiamo di andare a vedere il The Auto Collection all’Hotel Imperial, visto che Manu è un fanatico di automobili e qui ne troverete di tutti i tipi e tutti gli anni, per gli amanti delle auto questo posto è da vedere, visto anche il prezzo accessibile per l’ingresso, solo 7 $.

Ci fermiamo nel casinò dell’Imperial, ci fumiamo una sigaretta e decidiamo in quale hotel andare per il nostro Champagne Brunch. In hotel abbiamo trovato una guida gratuita di Las Vegas dove ti informano degli eventi in città e dove troviamo anche i vari Champagne Brunch, con descrizione del ristorante – buffet e il prezzo. Alla fine optiamo per il Mirage e per 19,90$ a testa più tasse mangiamo tantissimo bevendo champagne e mimosa (champagne e arancia). Il buffet del Mirage è molto buono, diviso in “zone geografiche”, ovvero da una parte c’è la cucina italiana, da un’altra la cinese, la giapponese, messicana, francese e mediterranea, poi abbiamo la zona dove fanno vari tipi di carne, la zona dove ti preparano al momento le insalate e quella dei dolci. Anche questa volta usciamo con la pancia piena e soddisfatti. Ci facciamo un giretto per questo hotel che è veramente bello, lussuoso. Per digerire il pranzo decidiamo di andare a farci un giro al Las Vegas Premium Outlets, il più vicino al centro di La Vegas e, dicono, il migliore in quanto si trovano molte marche europee e marche americane conosciute anche da noi. Ci perdiamo l’intera giornata e ci fondiamo nello shopping, concentrandoci sulle marche americane che hanno prezzi stracciati. Ci fermiamo a cena da McDonald e, visto che ormai sono le 21 passate e c’è una marea di gente in giro, ci impeghiamo un’ora per fare lo Strip da nord a sud per andare nel nostro ultimo hotel dove trascorreremo gli ultimi giorni di vacanza, il Luxor. Alloggiamo nella piramide e qua ci danno anche la camera fumatori. La camera si trova al piano del casinò, la vista quindi non è il massimo, anzi, ma con pochi passi raggiungo il fedele Starbucks per la colazione.

Domenica 20 settembre 2008 Anche oggi sveglia presto, colazione e si parte per la Death Valley, che dista circa 250 km da Las Vegas. Arriviamo abbastanza veloce e la nostra prima sosta è lo Zabriski Point, fantastica location del famoso film di Antonioni, proseguiamo per Fornace Creek per fare rifornimento di bevande e cibo e ci dirigiamo alla volta del Golden Canyon, dove ci addentriamo per un centiniaio di metri. Questo itinerario da fare a piedi è lungo 3 km e attraversa questo canyon di colore giallo, noi dopo poco decidiamo di fare retro marcia, visto il caldo che comincia già a farsi sentire.

La prossima tappa è il Devils Golf Course, questa immensa distesa di blocchi di sale è surreale, mi è piaciuto tantissimo! Proseguiamo poi per Badwater, il punto più basso degli Stati Uniti, dove ci addentriamo lungo il pontile e ci incamminiamo per diversi metri lungo questa strada salata bianchissima, accecante con il sole. Qua il caldo e l’afa si sentono molto e decidiamo di tornare indietro, ma ragazzi che posto affascinante, sembra davvero di stare sulla luna. Tornando indietro ci fermiamo ad Artist’s Palette sulla famosa Artist Drive, dove le rocce sembrano la tavolozza di un pittore, dai colori che vanno dall’azzuro al rosa, dal verde al rosso. Adesso è ora di tornare indietro, il sole e il caldo ci hanno rimbambito e il paesaggio che riattraversiamo per tornare a Las Vegas non è entusiasmante, quindi dopo un’oretta di guida ci fermiamo a bere un caffè (alla faccia!! Un bicchierone maxi di caffè annacquato bollente..Che schifezza) in un bar lungo la strada, pieno di slot machine e si poteva pure fumare dentro! Molto caratteristico! Siamo di ritorno a Las Vegas e questa sera dobbiamo riportare la nostra bellissima auto in aeroporto, la nostra compagna di viaggio ci lascia. Troviamo un carwash, la laviamo e la riconsegnamo e andiamo alla ricerca di una nuova macchina per questi ultimi 3 giorni. Dopo aver girato tutti gli autonoleggi dell’aeroporto optiamo per l’Aladdin, un rent a car economico che si trova vicino al centro di Las Vegas (un’altra compagnia li ha chiamati e ci sono venuti a prendere), dove ci propongono, per 190$, una PT Cruiser. Passare dalla nostra ford Escape a questa macchinetta è quasi uno shock, ma dobbiamo solo girare per la Sin City quindi ci va più che bene.

Ormai si sono fatte le 22 e andiamo alla ricerca di un posto dove mangiare. Vorremo andare da Wendy’s, altra famosa catena di fastfood, ma non la troviamo e decidiamo per Denny’s, dietro lo Stratosphere. Il locale è bellissimo, si può persino mangiare al bancone come si vede nei film. I prezzi rispetto al McDonald sono più elevati ma capiamo subito il motivo quando ci arrivano i panini..Sono giganteschi!! Questa cena è stata super e per digerire ci facciamo un giretto lungo lo Strip e optiamo per una visita al New York New York. Quest’hotel è veramente bello e da veramente l’impressione di camminare per la grande mela (anche se non ci sono mai stata..) e anche il casinò è molto bello, soprattutto ci sono delle bellissime ragazze che ballano mezze nude vicino ai tavoli..Immagino che qua gli ometti perdano molti soldi, perchè la loro attenzione si sposta facilmente dal tavolo alle stupende ragazze vestite con corpetti rossi. Ormai è notte e torniamo al Luxor, buttiamo un paio di dollari nelle slot machine e poi a letto.

Lunedì 21 settembre 2008 Abbiamo ancora 3 giorni per goderci questa bella e pazza città e ce la prendiamo con più calma, colazione, un tuffo nella bellissima piscina del Luxor e andiamo a vedere negozi di elettronica, visto che mio moroso sta pensando di prendersi un computer, mentre io punto gli Ipod (con il cambio dollaro-euro conviene comprarli qua!!). Poi andiamo da Macy’s, ho letto di questo posto in numerosi libri (I love shopping e simili) e posso affermare che è davvero un bel negozio! Poi dopo Macy’s si apre un mega corridorio e capiamo di essere dentro una specie di centro commerciale..E un altro pomeriggio se ne va! Il posto è veramente grande e ci sono tantissimi negozi di vestiti, trovo anche i capi di J.Lo e Kimora Lee Simmons, che la guardo su sky dove ha un programma su E! Per il pranzo ci fermiamo qua, visto che al centro c’è la zona ristorazione con il solito Mc, il panda express (cucina cinese), poi abbiamo cucina italiana, messicana, giapponese, coreana e dell’est europa..Ce ne veramente per tutti i gusti e io opto per il solito burrito mentre Manu si prende un pezzo di pizza e continuiamo con lo shopping, poi mio moroso mi porta in hotel mentre lui va al casinò del Westin Casuarin per giocare a black jack (qua al tavolo si parte da 5 $, mentre nella maggior parte dei casinò sullo Strip la puntata minima è di 10 $). Nell’arrivare nella mia camera passo davanti a Starbucks e, nonostante non abbia molta fame, decido di provare il famoso frappuccino. Scelgo quello piccolo gusto caffè con la panna montata e..È buonissimo!! Avrà 2.000 calorie ma è vermante una delizia, quindi con il mio frappuccino alla mano entro in camera, accendo la tv, mi guardò Oprah (senza capire molto) e inizio a scrivere le cartoline. Dopo un’oretta torna mia moroso e decidiamo, per cena, di provare il buffet del Luxor, dove con i soliti 20$ a testa mangiamo da far schifo..Tanto per dirne una dopo aver mangiato 3 piatti pieni di tutto, carne, lasagne, pizza, purè, patate fritte, tortilla e insalata mista, mi presento al tavolo da mio moroso con 3 dolci (tiramisù, creme caramel e cheesecake) e lui mi fa “grazie!” e io “no, sono tutti per me!!”..Ormai ero assueffata dal cibo e dallo zucchero! Veramente riesco a capire il perchè di tanta gente con problemi di sovrapeso..Qui negli States si mangia tanto e tante schifezze, anche perchè una cena “sana”, tipo bistecca e contorno, costa molto, e si ripiega su fastfood e simili, senza parlare poi del fatto che qua una bottiglietta di acqua costa anche 7$ mentre la coca cola 1$ e c’è pure il re fill!! Infatti i miei buoni propositi di non bere bibite zuccherate sono andati a farsi friggere in breve tempo purtroppo.

Anche questa volta ci alziamo dalla tavola con la pancia piena e per smaltire decidiamo di farci uno giro per lo Strip. Lasciamo l’auto nel parcheggio del Planet Hollywood e passeggiamo nella celebre Miracle Mile, questa galleria di negozi con il soffitto dipinto come il cielo e sembra sul serio di stare all’aperto. Usciamo dal Planet Hollywood e, passato lo scintillante Paris, ci fiondiamo davanti al Bellaggio per ammirare il famoso show delle fontane..Bellissimo! Proseguiamo per il Ceasar Palace, hotel molto lussuoso, con il tema dell’antica Roma e passiamo al Venetian, forse l’hotel-casinò più bello di Las Vegas. Fuori con i canali, le gondole e la torre di piazza San Marco, dentro con i suoi marmi, i suoi locali fashion (tipo il Tao), piazza San Marco, le gondole e i canali anche qua! Con il cielo dipinto che sembra sia sempre giorno..Che dire quest’hotel ti riporta a Venezia in tutta la sua eleganza. Stare a Las Vegas e come prendere un pezzettino di mondo, da Parigi a Venezia, da New York all’Egitto, passando per l’antica Roma, Montecarlo, il lago di Como.

Fuori dal Venetian vediamo auto di lusso, una Lamborghini, una Mecedes McLaren SLR, 2 Rolls Royce, oltre le solite limousine e anche da questo si capisce quanto lussuoso sia questo hotel. Ormai sono le 2 passate, la gente inizia pian piano a sparire dallo Strip e decidiamo anche noi di tornare a prendere la macchina per tornare nel nostro hotel e sulla strada del ritorno assistiamo anche ad un arresto, con 2 poliziotti che stavano ammanettando un ragazzo..Beh così posso dire di aver visto veramente tutto! Martedì 22 settembre 2008 Ci svegliamo e facciamo la nostra solita colazione da Starbucks e decidiamo di tornare al Las Vegas Premium Outlets, per fare gli ultimi convienenti acquisti visto i prezzi così convenienti! Tanto per dirvi qualcosa: jeans della Guess sui 40$, magliette della Tommy Hilfiger a 9,90$, maglioncini di DKNY per 30$..Insomma sono in paradiso!! Anche questa volta perdiamo diverse ore in questo fantastico outlet, dove ci concediamo per pranzo il solito burrito, e verso le 2 torniamo in hotel, dove io mi rilasso in piscina per un paio d’ore mentre Manu dopo 20 minuti mi abbandona per andare al Westin Casuarin a giocare a blak jack. La sera decidiamo di andare a Downtown, la parte vecchia di Las Vegas, dove si trova la famosa galleria di Fremont Street e dove riusciamo a vedere il famoso spettacolo di luci, neon e musica, il Fremont Street Experience, dopo il tramonto per ogni ora ha luogo questo spettacolo di luci e suoni, definito il più sorprendente. Per tutto il soffitto della galleria, lunga 416 metri, 12,5 milioni di lampadine si illuminano per 6 minuti dando vita ad uno spettacolo che lascia senza parole. Assolutamente da vedere.

Torniamo in centro, ci prendiamo un panino da Mc e passiamo un bel po’ di tempo in auto per attraversare lo Strip, pieno di auto e pieno di persone. Torniamo in hotel e ci facciamo un giro per la bellissima galleria piena di negozi che collega il Luxor al Mandalay Bay e giochiamo un po’ di dollari in qualche slot machine. Poi a letto, tutto questo camminare ci distrugge.E Mercoledì 23 settembre 2008 Oggi è il nostro ultimo giorno a Las Vegas! Avremo da vedere e da fare ancora tantissime cose ma putroppo dovremmo rimandarle ad una prossima visita.

Oggi la sveglia suona presto e dopo la nostra solita colazione ci dirigiamo al Venetian (di giorno è bello quanto la sera!) per andare al famoso Madame Tussauds, il celebre museo delle cere, che a Las Vegas espone quelle dei personaggi del cinema, dello spettacolo, della musica, oltre a campioni dello sport e qualche presidente americano. Con 25 $ a testa entriamo e iniziamo subito a fare le foto con Harrison Ford, Brad e Angelina, Cameron Diaz, Bono, Britney Spears, Madonna, Elvis, Oprah, Marilyn, Jennifer Lopez, Shakira, G.W. Bush e persino una bellissima Lady Diana. Una delle foto più carine è stata quella con Hugh Hefner, magnate di Playboy, disteso sul suo famoso letto tondo con me che lo abbraccio con le orecchiette rosa in testa..Ragazzi che coppia!! Una delle cose più divertenti e terrificanti è stato lo Scream, dove in certi orari, 5 persone entrano in file indiana dentro questi bui corridoi attraversando delle stranze..Per chi c’è stato sa cos’è, per chi ancora non c’è stato non vado avanti nella descrizione, posso solo dire che io dopo il primo minuto che ero la dentro ho iniziato a urlare, insultare tutti (tanto parlavo italiano quindi non capiva niente nessuno) e sono uscita che avevo le lacrime agli occhi, per quanto assurdo sono morta dalla paura, comunque è stata una figata! Dopo il Madame Tussauds abbiamo fame e andiamo alla ricerca di Wendy’s, che si trova un po’ fuori dal centro di Las Vegas, dopo Downtown e pranziamo la. Per arrivarci passiamo lungo la via dove si trovano le varie cappelle famose per i matrimoni di Las Vegas e vediamo anche la White Chapel, una delle più famose, dove si è sposata anche Britney Spears e merita una foto! Dopo aver mangiato degli ottimi panini da Wendy’s ci fermiamo di nuovo da Bonanza dove per 39,90$ ci compriamo una valigia, visto che nelle nostre non ci stanno tutti i nostri pazzi acquisti. Per fortuna possiamo portare 2 valige da 23 kg l’una! Prossima tappa tornare sullo Strip e andiamo al Wynn dove metto 1$ nelle slot machine e ne vinco 10! Che soddisfazione! Il Wynn è uno degli hotel più lussuosi e merita una visita. Passiamo al Palazzo dove troviamo un bar della Illy e ci fiondiamo a bere un vero caffè, anzi, un capo triestino, che ci costano la bellezza di 8$..Insomma la mia vincita mi è servita per pagarmi 2 caffè, però che bello bersi di nuovo un capo in b. (piccolo cappuccino in bicchiere che si beve a Trieste). Al Palazzo c’è anche un piccolo museo della Lamborghini, ma noi lo saltiamo e prendiamo il ponte che ci fa attraversare lo Strip per portarci dall’altra parte della strada dove troviamo il famoso Fashion Show Mall, che da fuori sembra un piccolo centro commerciale, invece anche qua, varcate le porte, si apre un mondo pieno di negozi e locali per la ristorazione. Andiamo da Abercrombie & Fitch, famosa marca americana, nello store della Apple, da Victoria’s Secret e ancora un paio di negozi, ma questo è l’ultimo giorno e non possiamo perdere tutto il pomeriggio qua. Manu vuole andare in un negozio di elettronica alla ricerca di un computer e andiamo da BestBuy, dove non troviamo il computer ma io mi prendo l’Ipod nano! Chiediamo indicazioni per un altro grande negozio di elettronica e ci dicono di proseguire per lo Strip verso sud e subito fuori troveremo un altro centro commerciale..Oddio anche questo posto è enorme, ma facciamo una capatina veloce al negozio di elettronica dove troviamo il computer, ma alla fine non lo prendiamo. Ormai sono le 7 di sera, alle 22 dobbiamo tornare l’auto e dobbiamo andare in cima allo Stratosphere per vedere Las Vegas dall’alto. Anche se sono pochi chilometri, con il traffico che c’è comunque perdiamo tempo, arrivati all’hotel facciamo la fila per fare il biglietto e pure per salire in cima ma arrivati su si gode di una vista mozzafiato. Questa città creata per far divertire gli adulti e fare soldi si apre in tutta la sua grandezza e la sua immensità arriva fino all’orizzonte. Vorrei anche andare sui giochi ma il tempo stringe e anche questo viene annotato nelle “cose da fare la prossima volta che passo di qua”. Prendiamo l’ultimo panino da McDonald e mi ricordo che non abbiamo fatto la foto davanti la famosa scritta “welcome to Las Vegas” quindi corriamo la per la foto di rito e andiamo a lasciare l’auto. Abbiamo la fortuna che il signore (lo stesso che che ci era venuto a prendere all’aeroporto per portarci al noleggio e al quale noi avevamo lasciato una bella mancia) si offre per riportarci in hotel, quindi non abbiamo neanche il problema di chiamare un taxi. E’ la nostra ultima sera qua, buttiamo via ancora un paio di dollari nelle macchinette in casinò, sorseggiando fantastici (e carissimi!) drink, io mi prendo un appletini (il famoso melatini di J.D. Di Scrubs) al modico prezzo di 12$. Quando andiamo in camera finiamo di fare le valige, ormai è l’1 di notte e alle 7 di mattina parte il nostro volo, è tardissimo ma decidiamo comunque di dormire un paio d’ore.

Giovedì 24 settembre 2008 Sono immersa nel mio favoloso mondo dei sogni, quando parte una luca rossa dal soffitto della nostra camera, un rumore di sirena (tipo quella dei pompieri per intenderci) e una voce che dice qualcosa del tipo “Luxor, attenzione, tutti gli ospiti devono lasciare le camere per dirigersi nella hall del casinò” e altre cose che, in coma da sonno, non ho capito, anche a causa del mio scarso inglese. Ma nel momento in cui succede tutto questo, mi alzo di scatto e guardo l’ora..Le 7.40!!!!!! Il nostro volo partiva alle 7! Niente panico, niente panico..Invece vengo presa dal panico più totale. La sveglia che ogni giorno ha suonato oggi non ha suonato! Abbiamo perso il volo che ci portava ad Atlanta per poi prendere la coincidenza per Venezia. Sveglio mio moroso, senza manco lavarci raccattiamo le nostre cose e usciamo di corsa dalla camera andando verso la hall per restituire la chiave e chiamare un taxi. La gentile ragazza mi chiede come va e io le rispondo che non ci è suonata la sveglia e abbiamo perso il volo, quindi non va per niente bene. Prendiamo un taxi che per 15 $ ci porta all’aeroporto, direttamente al terminal della Delta, dove un signore ci chiede a che ora abbiamo il volo e gli dico che era alle 7 e che adesso non sappiamo cosa fare. Ho le lacrime agli occhi..E adesso che si fa? Lui ci dice che può darci un biglietto in stand-by, che significa che se ci sono posti liberi nei prossimi 2 voli partiamo, altrimenti domani ci riproviamo..E che le valige le lasciamo a lui, che se partiamo le imbarcano nel nostro volo, altrimenti restano anche loro “in attesa”. Gli chiedo quanto ci costa tutta la cosa, e mi dice che non sa, che ci verrà comunicato dopo. Proviamo a chiamare mio fratello, per fortuna in Italia sono circa le 18 e gli spieghiamo la situazione e gli chiediamo se ci sono altri voli per Atlanta, ci dice di si, ma ci consiglia di prendere il biglietto stand-by della Delta e così facciamo. Lasciamo le valige e corriamo, visto che il primo aereo partiva tra non molto. C’è un po’ di fila per i controlli ma li superiamo, corriamo al gate del volo e ci informano che non ci sono posti per noi. Lo scenario che si presenta nella mia mente non è molto bello..Siamo a Las Vegas, senza soldi (li abbiamo spesi tutti per lo shopping!), senza valige quindi senza vestiti, senza un posto dove dormire nel caso anche il prossimo volo sia pieno..Decido di non pensarci ancora per un’ora, quando parte il secondo e ultimo volo che può portarci ad Atlanta. Nell’attesa facciamo finalmente colazione nel solito Starbucks, ma qua vedo passare una persona con un cappello da cowboy e mi rendo conto che, nella foga, ho lasciato il mio bellissimo cappello in hotel e mi incupisco ancora di più, adoravo quel cappello e ancora oggi, se ci penso, mi dispiace troppo di averlo lasciato la. Preso il caffè andiamo al gate e li informiamo della nostra situazione e ci dicono che, se ci saranno posti disponibili, verremo informati più tardi..L’ansia continua, fino a quando, dopo che tutti i passeggeri “regolari” sono saliti, vengono fatti i nostri nomi!! Riusciamo a salire sull’aereo!! Ma l’ansia ancora non finisce, un po’ per le valige che non sappiamo se sono partite con noi, secondo per la coincidenza per il volo per Venezia. Per fortuna avevo preso 6 ore di stop ad Atlanta e con i tempi ce la dovremmo fare abbastanza tranquilli. Dopo 4 ore di volo arriviamo ad Atlanta e corriamo alla ricerca del nostro gate. Anche questo aeroporto è enorme, con la metropolitana interna per raggiungere i vari gate viste le grandi distanze. Per questione di pochi minuti riusciamo a raggiungere il nostro gate dove il signore, che parla anche un po’ di italiano, ci dice che abbiamo preso il volo per un pelo, ancora un paio di minuti e l’avremmo perso. Abbiamo più di 9 ore di volo e il mio umore è sotto le scarpe, visto tutto il casino che ci è successo, ma per fortuna stiamo tornando in Italia e non abbiamo speso un soldo! Anche se ogni tanto penso al mio cappello da cowgirl e mi assale la malinconia per dover lasciare questi posti, per metabolizzare che il nostro bellissimo viaggio è finito.

Venerdì 25 settembre 2008 In aereo dormo poco e malissimo, la mattina ci danno la colazione, bagel tostati con la marmellata o la crema di fomaggio, biscotti, caffè, succo.

Verso mezzogiorno siamo a Venezia, ritiriamo le nostre valige che per fortuna hanno viaggiato con noi, usciamo dall’aeroporto, ci fumiamo la prima sigaretta dopo non so più quanti giorni, prendiamo la navetta per Mestre e poi il treno per Trieste. Verso le 16 arriviamo in stazione a Trieste, dove mia mamma ci viene a prendere con l’auto per portarci a casa. Scendere dal treno è stato uno shock, primo perchè mi ero appisolata, secondo perchè aprendo gli occhi ero di nuovo a Trieste, terzo perchè dai 40° di Las Vegas sono passata al freddo e alla bora. Arrivata a casa mi sono buttata a letto e ho dormito fino al giorno dopo, per riprendermi da un viaggio di ritorno assurdo, per quanto, toccando naso, tutto si è risolto per il meglio.

Che dire di questo viaggio?? E’ stato semplicemente il più bello che ho fatto fin’ora, forse perchè era il “primo viaggio importante”, così lontano da casa, forse perchè abbiamo visto posti e paesaggi che solitamente vediamo nei film e che sono di una bellezza rara, forse per la sensazione di libertà che abbiamo provato mentre eravamo in auto per queste strade immense, con questa natura meravigliosa a farci da sfondo..Non lo so, chi è già stato in questi posti sa quello che intendo, voi che leggete il mio diario e state per andarci lo scoprirete.

Ho finito di scrivere questo diario quando manca un mese al mio prossimo viaggio, sempre Stati Uniti, ma questa volta ci facciamo la costa nord est. Dopo l’ovest ho capito quanto è semplice viaggiare negli States e questa volta abbiamo prenotato tutto da noi, voli, hotel e auto, risparmiando anche un bel po’. Una delle cose più belle è la gente, sempre gentili, disponibili, con il sorriso sul volto. Ho sempre pensato che avrei visto altri parti del mondo, ma mi sono innamorata degli States e spero che anche il prossimo viaggio sia li, ci sono ancora troppi posti da vedere! Buon viaggio a tutti! Silvia



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