Pantelleria: la ami o la odi
Il cielo è un po’ coperto e non ci sembra neanche che faccia un gran caldo per essere luglio.
L’aeroporto è piccolo, c’è un unico nastro per i bagagli, che arrivano dopo 10 minuti dallo sbarco. Dalle vetrate, a un metro da noi, vediamo l’addetto che carica i bagagli sul nastro e i nostri ci sono! All’uscita ci aspetta Ruben, uno dei responsabili del resort dove abbiamo affittato un dammuso. Ci indica dove ritirare le chiavi dello scooter che avevamo prenotato da casa (cc150 € 120,00 per una settimana, autonoleggio Policardo). Carica i nostri bagagli sulla sua jeep e seguendolo in scooter per 10 minuti, tra strette strade asfaltate, qualche dammuso sparso a caso e qualche minuto di strada sterrata arriviamo a Scauri, zona Penna al resort Dammusi Sciuvechi. Il primo impatto con l’isola è stato duro e un po’ desolante. Ma i colori ci hanno subito incantato. Il nostro dammuso è in una riserva tranquillissima, a volte anche troppo, a 700 m dal mare, ma per arrivarci ci vuole sempre il nostro fidato scooter.
Per prima cosa ci mettiamo un paio di pantaloncini e una maglietta leggera e perlustriamo il resort. C’è un vecchio jardino arabo dove è stata ricavata una sala per la cena, un idromassaggio coperto da una vetrata, il bagno turco, una piccola piscina, il tutto immerso nella natura più selvaggia e silenzio incontaminato.
Partiamo con il nostro motorino per Pantelleria “città” per incontrare una coppia di amici che per la terza volta ha trascorso le vacanze qua e che alle 17 penderà il volo per casa.
Con loro facciamo un giro completo dell’isola (83 km2 ), ci consigliano delle calette e sconsigliano delle altre. Ci fermiamo a Scauri per pranzo, al ristorante “la Vela”, in riva al mare. La proprietaria arriva al nostro tavolo a prendere le ordinazioni con un vassoio colmo di pesce fresco e un’aragosta che si muove ancora. Antipasti misti (zucchine, melanzane, tumma, moscardini…), caserecci con pesce spada e mandorle, trancio di tonno alla griglia, vino di zibibbo, bacio pantesco: 25 € a testa…Ottimo inizio! Nel pomeriggio restiamo al resort, proviamo la piscina, ma gli altri ospiti sono abbastanza antipatici, c’è un silenzio imbarazzante, nessuno fa il bagno, noi ci parliamo sotto voce, entriamo un pò in acqua…Ma un bel cd di café del mar, no?! Ci voleva proprio.
Per cena proviamo il ristorante del resort, non male, ma niente di speciale: penne gamberi e mentuccia, triglie in agrodolce e macedonia, acqua: 20 euro a persona.
In 10 minuti raggiungiamo Mursia, l’hotel Mursia e Cossyra dove alloggiano i nostri compagni d’avventura, Patty e Dotti, arrivati nel pomeriggio. E’ composto da due grandi edifici bianchi ad archi, circa 100 camere, si mangia bene e ci sono due belle piscine grandi di acqua salata, che nei prossimi giorni ci godremo.
Domenica 8: ci troviamo con Patty e Dotti a Pantelleria “città”. Di storico c’è solo il castello “il barbacane”, non si può entrare a visitarlo, e i resti del porto fenicio, proprio al centro del nuovo porto. Ci sono pochi negozietti carini, i soliti di souvenir e nelle vie interne alcuni di prodotti tipici (consiglio l’enoteca/prodotti tipici in via Catania e un’occhiata nel negozio di fronte Patané). Facciamo benzina (gli unici due distributori dell’isola sono a Pantelleria) e prendiamo da bere, visto che nelle calette non esistono bar o chioschetti.
Proseguiamo verso est, ci fermiamo a Campobello, l’accesso al mare è abbastanza facile, ma non ci siamo ancora abituati a sdraiarci su queste scomode rocce nere e a tuffarci. A noi donne mancano le passeggiate in riva! Sono essenziali le scarpette da scoglio.
Il sole è veramente forte e iniziamo ad avere fame. Partiamo alla ricerca di un bar, percorriamo sempre la strada perimetrale in senso orario (direzione sud), ammiriamo Cala Cinque Denti, l’accesso è veramente difficile, infatti ci sono diverse barche, ma il panorama anche dalla strada perimetrale ti lascia senza fiato. Passiamo Punta Spadillo, Cala Gadir dove c’è il dammuso Armani, arrivati a Punta Kharace finalmente troviamo un ristorantino aperto: “il principe e il pirata”. Aperto da poco, ambiente ricercato, i proprietari sono di origine Pantesca, ma da settembre a maggio vivono a Milano. Purtroppo a mezzogiorno offrono veramente poco, insalate o carpaccio di pesce spada, però veramente ottimi! Non è molto economico. A cena dovrebbe essere perfetto.
Riprendiamo la strada perimetrale, Cala Levante e il famoso Arco dell’Elefante: affollato…Da meduse! Decidiamo di andare all’hotel di Patty e Dotti per rilassarci un po’ su comode sdraio e fare un po’ di vasche in piscina.
Ceniamo al ristorante “la Pergola” contrada Suvaki: 1 antipasto, 1 fritto misto, 1 grigliata, 2 contorni, 2 dolci, caffé e vino 65 euro. Pesce ottimo, ma io preferisco ristoranti più piccoli e caratteristici.
Lunedì 9: finalmente abbiamo capito come organizzarci, entriamo nell’unico alimentari di Scauri e compriamo pane, prosciutto, bibite il necessario per sfamare i nostri uomini per qualche ora. Oggi volgiamo avventurarci in una discesa a mare con difficoltà 3: la Balata dei Turchi. Dalla strada perimetrale seguiamo le indicazioni ed inizia subito una lunga strada sterrata (2 km), in alcuni tratti con ciottoli che la rendono un po’ pericolosa, ma riusciamo comunque a percorrerla tutta con lo scooter. Dopo almeno 15 arriviamo, qua la roccia nere (lava) è liscia ed entra dolcemente in mare. Riusciamo a stenderci e a tuffarci nella baia sulla destra, in un mare turchese stupendo. Riusciamo a vedere una stella marina, pesci colorati e qualche medusa. E’ la cala più bella! Purtroppo è impossibile trovare ombra, la vegetazione è alta massimo 50/60 cm a causa del vento che soffia 350 giorni l’anno, e alle 15 decidiamo di lasciare questa caletta incantata. Al bar U’Friscu a Scauri troviamo per la prima volta dei giovani, ci sono diversi snack e cocktail di ogni genere; da provare succo d’arancia e passito.
Chiediamo consiglio per un giro in barca: ci dicono di evitare Franco – barca Futura, perché più che un giro in barca alla scoperta dell’isola è un party con questo Franco in perizoma leopardato che ballo su un palo. Ci consigliano la barca Calypso, che possiamo trovare al porto di Pantelleria , ospita 30/40 persone, pranzo compreso. Ma il migliore è Fabio, ex sub, massimo 12 persone, con la sua piccola barca riesce ad entrare anche nelle grotte più piccole. Chiamiamo Fabio, purtroppo ci dice che sarà difficile che riuscirà a portarci perché da domani arriverà il maestrale…
Ceniamo sotto la veranda del nostro dammuso e alle 20.30 appollaiati sul tetto bianco ammiriamo uno dei più bei tramonti della nostra vita.
Martedì 10: Fabio aveva ragione, il maestrale è arrivato. Forte e fresco! E’ impossibile fare il bagno in mare. Ma non ci lasciamo scoraggiare. Facciamo colazione al bar El Tikirriki a Pantelleria (abbastanza frequentato anche alla sera), prendiamo tranci di pizza, focaccia, arancini veramente fantastici, al panificio Pinuzzu u Palermitanu e ci dirigiamo al Lago Specchio di Venere.
Quando dall’alto vedi questa macchia di colori caraibici rimani a bocca aperta…L’eden! Anche qua il vento è forte. Ora capisco perché gli Arabi la chiamavano BENT EL RION = figlia del vento.
(Attenzione a parcheggiare, abbiamo preso 110,00 euro di multa.) Ci sdraiamo e fermiamo i teli con dei blocchi. Sulla riva nord ci sono sorgenti termali a 40/50° e si possono fare i fanghi, che hanno proprietà terapeutiche e levigano la pelle, dalla riva opposta si può entrare più facilmente, il fondale è meno appiccicoso, ma si sprofonda comunque un po’. Io e Patty decidiamo di fare il giro del lago a piedi (1,8 km), nel frattempo il cielo si copre e decidiamo di tornare a Pantelleria. Un buonissimo gelato da Katia, di fronte al porto, eccezionale anche la granita alle mandorle.
Alle 17.00, tornato il sole, da Mursia in direzione Scauri, seguiamo le indicazioni per i Sesi, sentiero a sinistra. Sono dei monumenti funebri, costruiti dal primo popolo che ha abitato l’isola i Sesioti. Siamo di fronte al Sese grande (dietro a una villa, sulla sinistra), gli giriamo intorno, saliamo, sembra un grande mucchio di sassi neri con quattro entrate. Quando siamo a 2 metri da terra guardiamo verso il centro dell’isola, notiamo tantissimi piccoli Sesi e muri, è un enorme cimitero, di mattoni di pietra lavica.
Torniamo sulla strada perimetrale, dopo Punta Fram svoltiamo a sinistra e arriviamo a Madonna delle Grazie. La piccola chiesetta bianca è chiusa, ma ci fermiamo ad ammirare il panorama verso il mare. Proseguiamo per Bukkuram, una delle 11 contrade contadine. Vediamo dammusi, jardini, qualche chiesetta bianca e i cartelli degli abitanti che vendono i loro prodotti “la sig.Ra Anna vende pomodorini”… Arriviamo a Sibà e chiediamo indicazioni a un simpatico vecchietto per la grotta di Benikulà = sprigiona vapore acque, è una sauna naturale. (Portare asciugamano e bottiglia d’acqua.) Ai piedi della Montagna Grande, la strada asfaltata finisce, c’è una bella mappa con i diversi sentieri. Dopo 5 minuti a piedi arriviamo alla grotta, è una fessura tra due rocce, non ci sono molte indicazioni, ci siamo accorti che era quella per la gente sudata che usciva.
Alle 19.30 andiamo a bere un aperitivo (ne sentivamo la mancanza) a Jamal località Bue Marino (venerdì, sabato e domenica è anche discoteca, dopo le 23). Ottimo mojito! Mercoledì 11: solita pizza, arancini e focaccia da Pinuzzu u Palermitanu e via per il laghetto delle Ondine = si riempie solo quando il mare è mosso, le onde si infrangono sugli scogli, li saltano e ed entrano nella conca. E’ un’immagine stupenda, la forza della natura, uno spettacolo! Dalla strada perimetrale si segue per Punta Spadillo, si prosegue in scooter per la strada sterrata, tenendo sempre la sinistra fino alla casa diroccata. (Purtroppo lungo la strada sterrata ci sono elettrodomestici abbandonati e immondizia di ogni genere.) Da qui si segue il sentiero, sempre a sinistra, fino a quando dall’alto si vede il laghetto. Si scende per 4/5 metri tra sassoni enormi, ormai ci sentiamo degli scalatori. Cerchiamo un posto riparato dal vento e proviamo subito ad entrare in quest’acqua limpidissima. A volte entrano onde abbastanza violente, bisogna fare attenzione o si rischia di essere scaraventati contro gli scogli, come è successo a me! Comunque merita veramente.
Attraversiamo l’isola e torniamo sulla costa ovest, per vedere le grotte di Sataria = grotte romane, vasche d’acqua termale, ci si bagna dalla più calda (40°) alla più fredda e poi ci si tuffa in mare. Carina, ma soprattutto finalmente troviamo un po’ di ombra.
Ceniamo di nuovo al ristorante “la Vela”, spaghetti agli scampi favolosi.
E andiamo a passeggiare lungo il porto a Pantelleria e a gustare un gelato da Katia.
Giovedì 12: spesa al panificio di Scauri (che profumo!!) e diretti a Martingana. La strada è asfaltata, sulle cartine invece è indicato un tratto sterrato. Parcheggiamo gli scooter e chiediamo a indicazioni, scendiamo da una stretta stradina e arriviamo in questa baia riparata, una delle poche in cui si riesce a fare il bagno anche quando soffia il maestrale. Oggi ci godiamo il mare e i fondali abbastanza popolati.
Nel tardo pomeriggio decidiamo di ritornare nell’entroterra per vedere le Favare = getti di vapore acqueo e zolfo di origine vulcanica che fuoriescono dalle rocce o dal terreno. Da Scauri in direzione Rekhale seguire le indicazioni per il monte Gibele, e per le Favare svoltare a sinistra in una stradina sterrata (circa 10 min.). Proseguire a piedi per 20 minuti. Il paesaggio è lunare, l’erba è gialla paglierina, bruciata dallo zolfo –credo-. Non c’è nulla, solo dei prati circondati da montagne. Dopo le 18 è l’orario migliore, non c’è nessuno, incontriamo solo quattro persone che scendono. La Favara grande, la più evidente, resta sulla sinistra. Si vede questo fumo uscire dalle rocce e l’odore di zolfo si sente già da lontano. Avvicinandosi non si trova un gran spettacolo: tubi che escono a casaccio dalle rocce, una vasca ormai distrutta.
Venerdì 13:ultimo giorno, è volata, come ogni vacanza. Finalmente il vento si è calmato. Da Scauri andiamo a Punta di Nicà, 10 minuti di strada perimetrale e 10 di strada sterrata a piedi. Come sempre i colori sono eccezionali. Purtroppo come a Punta Spadillo anche qua sotto delle rocce ci sono elettrodomestici abbandonati e spazzatura, che rabbia! L’accesso al mare è un po’ complicato, ma il sole scotta e fare un tuffo è comunque un piacere. Nuotando verso sud, dopo gli scogli che chiudono la cala, tra le rocce escono getti di acqua termale calda.
Per l’ultimo pranzo niente panini o pizze,torniamo a Scauri al ristorante “la Vela” per gustarci delle linguine all’aragosta fantastiche!!! Il conto questa volta è un po’ più salato.
Restiamo tutto il pomeriggio nella spiaggia sotto il ristorante. Si riesce ad entrare in mare facilmente, l’acqua è tiepida e non ci sono meduse, anzi, solamente una che si aggrappa al mio braccio.
Prendiamo il cous cous di pesce alla rosticceria Ciuki Ciaki a Scauri, veramente ottima e ci godiamo, dal tetto del nostro dammuso, l’ultimo tramonto. In lontananza vediamo le coste della tunisia (a70 km).
Torniamo a Jamal per bere qualcosa. Alle 22.30 c’è poca gente, beviamo un cocktail e, visto che ci dicono che si riempirà solo verso mezzanotte, decidiamo di andare a Pantelleria a passeggiare. C’è un’altra discoteca che apriva la stagione proprio oggi, Oxidiana località Cuddia Rosse, ma prima delle 2 non c’è nessuno.
Sabato 14: ore 9.45 si torna a casa.
In ogni posto bisogna lasciare qualcosa da vedere o fare, a Pantelleria ho lasciato: gita in barca, gita a cavallo nella Piana della Ghirlanda, visita di capperifici e cantine di passito.
Dicono che quest’isola o la ami o la odi. Io sono partita prevenuta, amo viaggiare, è la mia più grande passione, organizzare, scoprire, non sto ferma un attimo e Pantelleria la sentivo troppo stretta, sicuramente un giorno mi sarebbe venuto in mente di visitarla (quest’anno le vacanze le ha scelte il mio ragazzo), ma prima avevo in mente molte altre mete. Insomma il primo giorno la odiavo un po’…Poi senza accorgermene me ne sono innamorata! Note: Un mezzo di trasporto è essenziale, meglio una moto.
Mi aspettavo prezzi più bassi nei ristoranti.
Altri ristoranti consigliati, ma non provati: “La Favarotta”, gestore molto simpatico. – “La Nicchia” a Scauri, molto intimo e un po’ chic! – “Acquamarina” a Pantelleria “città”. – “U Trattu” a Rekhale, cucina tipica a buon mercato.
Pescheria al porto di Pantelleria dalle 8 alle 13..
Sul sito www.Pantelleria-viaggi.It si trova una pratica guida.
Sara