Paesi Baschi, terre di confine

A zonzo per mare e monti, città e contado... tra Francia e Spagna
Scritto da: eva noric
paesi baschi, terre di confine
Partenza il: 21/05/2016
Ritorno il: 27/05/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Dopo una lunga riflessione e numerose ricerche, il mio compagno ed io abbiamo deciso concederci una breve vacanza in auto in un angolo d’Europa tra i più antichi e forse meno conosciuti, in una terra ancora orgogliosa della sue tradizioni e della sua lingua millenarie. Partiamo alla volta dei Paesi Baschi!

Dal momento che il nostro punto di partenza è Nizza, e che l’idea di guidare otto ore non stop non ci sorride, abbiamo spezzato il viaggio e fatto una prima tappa nei pressi della bella Carcassonne. L’indomani mattina, di buon’ora eccoci sull’autostrada diretti verso l’oceano Atlantico.

BIARRITZ

Arrivati a Biarritz, la città che abbiamo scelto come campo-base, il cielo è piuttosto grigio e qualche goccia di pioggia inizia a cadere. Tutto sommato ce l’aspettavamo: i Paesi Baschi hanno un clima di tipo oceanico, ossia può piovere molto e molto spesso.

L’appartamento, che avevamo prenotato con largo anticipo sul sito Airbnb, dista circa tre chilometri dal centro, e nonostante sia già mezzogiorno passato e la fame inizi a farsi sentire, decidiamo di posare prima armi e bagagli e poi cercare un posto per pranzare. La proprietaria dell’appartamento, gentilissima e molto disponibile, ci dà una piantina della città e ci indica un posto in cui, se si è molto fortunati, si può parcheggiare gratuitamente a soli 15 minuti a piedi dal centro. Muniti del fedele GPS ci dirigiamo al Centre de Finances Publiques, et voilà, troviamo un parcheggio dopo pochi minuti.

Strada facendo ci fermiamo a mangiare in un ristorantino il cui nome è tutto un programma: “A la Bonne Franquette” che significa grosso modo “Alla buona”. Mangiamo benissimo spendendo poco.

Con la pancia piena e le idee più chiare, ci avviamo in direzione Grande Plage. Da qui parte una bella passeggiata che corre parallela alla baia. La pioggia segna una battuta d’arresto, qualche timido raggio di sole fa capolino fra le nubi, così ne approfittiamo per scattare qualche foto dalla rotonda del Casino Bellevue. Il faro che scorgiamo in lontananza ci incuriosisce… detto fatto: eccoci sul sentiero (rigorosamente in salita) che in meno di 15 minuti vi ci porta. Arriviamo così ai piedi del faro di Biarritz, il quale, come recita la guida, fu costruito nel 1834 e misura 44 metri. Volendo, dall’alto dei suoi 248 gradini si può ammirare il panorama della costa,ma dato che le nuvole iniziano ad addensarsi, decidiamo di rimandare l’esperienza.

Per tornare in centro percorriamo, questa volta in discesa, l’Avenue de l’Impératrice, che ospita le più belle ville della città, la maggior parte delle quali mescolano diversi stili architettonici in un tripudio di fantasia e creatività. La più famosa è villa de la Roche-Ronde che si trova al numero 15 ed è in stile neogotico. Dopo aver superato la chiesa ortodossa, testimone della presenza di villeggianti russi nella seconda metà del 19esimo secolo, ci ritroviamo di nuovo al punto di partenza davanti al Casinò. Sempre seguendo il lungomare, questa volta in direzione opposta, arriviamo al porticciolo dei pescatori, molto colorato e pittoresco, il quale, nonostante l’alta stagione sia ancora lontana, pullula di turisti di tutte le nazionalità , e di ristorantini dai quali emana un profumino delizioso…

In pochi minuti raggiungiamo il Museo del Mare e l’Acquario ma siccome il tempo a disposizione non è molto decidiamo di riservarne la visita in caso di maltempo nei giorni successivi. Proprio da qui davanti parte la passerella che conduce all’isolotto chiamato le Rocher de la Vierge che deve il suo nome alla statua della vergine, eretta sul punto più alto dello scoglio. Per me questo è il luogo più caratteristico di Biarritz, dal quale si può godere lo spettacolo delle onde dell’oceano che si infrangono sugli scogli e respirare a pieni polmoni l’aria salmastra.

Scattate le fotografie di rito, e comprato un bel quadretto dipinto da un simpatico vecchietto che aveva piazzato il suo cavalletto proprio sulla passerella, continuiamo il nostro percorso sul lungomare fino ad arrivare alla plage de la Côte des Basques, una lunghissima spiaggia di sabbia fine, molto quotata dai surfisti della regione. Ed eccoli là, un po’ al largo ad aspettare l’onda propizia e ad offrirci qualche momento di adrenalina con le loro figure di stile. In lontananza si vede la costa spagnola che ci attende nei prossimi giorni. Terminiamo questa prima giornata con una sosta nell’elegantissima sala da tè e pasticceria Miremont sulla place Clemenceau , dove ci viene servita una cioccolata calda deliziosa.

BAYONNE

La nostra seconda giornata promette bene: tempo soleggiato e temperatura superiore ai 18°, niente male per il mese di maggio! Oggi partiamo alla volta di Bayonne, la città del prosciutto, del cioccolato e della pelota.

Da Biarritz ci vorranno sì e no 15 minuti in macchina, noi invece, grazie al navigatore, ce ne mettiamo 45… morale della favola: sempre meglio avere con sé una cartina vecchio stile.

Finalmente arrivati a destinazione, parcheggiamo vicino alla stazione in un parcheggio a pagamento che, per un problema tecnico, oggi è gratuito.

Ci dirigiamo a piedi verso il fiume Adour, attraversiamo il Pont Saint-Esprit ed arriviamo alla Place du Réduit. Ciò che ci colpisce immediatamente è la posizione geografica di questa cittadina: costruita nel punto di incontro fra due fiumi, l’Adour e la Nive che demarcano il confine rispettivamente della la zona vecchia e quella nuova e della grande e piccola Bayonne, la città ci accoglie con il luccicare dei raggi del sole che si riflettono nei corsi d’acqua. L’atmosfera è a dir poco magica.

Iniziamo il nostro giro nella grande Bayonne e ci perdiamo nei suoi vicoli le cui case a graticcio conservano ancora tutto il fascino delle città medievali. Essendo entrambi patiti di cioccolato, non possiamo non fermarci all’ Atelier du Chocolat della rue Du Port Neuf, un luogo da cui non si può uscire a braccia vuote. Ed infatti compriamo, in varie declinazioni, del cioccolato al peperoncino di Espelette. Percorriamo per intero l’animata rue d’Espagne, con l’intenzione di fermarci a visitare la cattedrale gotica di Sainte Marie, ma la troviamo chiusa. Una signora ci informa che aprirà nel pomeriggio. Allora compriamo qualche panino in una boulangerie e ci sediamo nei giardini nei pressi della cinta muraria per pranzare.

Ritorniamo sui nostri passi in direzione della cattedrale che per fortuna è aperta. Varcata la soglia ci viene incontro quell’odore misto d’incenso e di pietre secolari tipico delle vecchie chiese, che,complice la solennità del luogo e la luce che filtra dalle vetrate mi fa venire i brividi. Molto suggestivo anche l’ampio chiostro. Usciamo da quest’oasi di pace per rituffarci nell’animazione della città.

L’obiettivo che mi ero prefissata prima della partenza era di approfondire la mia conoscenza della cultura locale. Potrei forse perdermi una visita del museo Basco?

Ovviamente no; e allora via, direzione 37 quai des Corsaires. Il museo, disposto su 3 piani, copre diversi temi: vita rurale e domestica, religione e vita economica. Molto interessante la collezione di costumi tradizionali.

Al termine della visita, facciamo un giretto nella piccola Bayonne, molto carina, anche se architettonicamente parlando meno accattivante dell’altra metà. Infine saliamo alla cittadella per scattare qualche foto dall’alto e prima di tornare al parcheggio, ci fermiamo a comprare qualche fetta del celebre “Jambon de Bayonne” nella rue des Cordeliers.

ENTRotERRA

Il terzo giorno lo dedichiamo alla scoperta di alcuni paesini dell’entroterra. Grazie ai dépliants turistici, selezioniamo due o tre villaggi che ci ispirano particolarmente. Incrociando le dita affinché il GPS non ci giochi brutti scherzi, lasciamo la città per addentrarci nella campagna. Il paesaggio bucolico e verdissimo mi fa pensare all’Irlanda.

La prima tappa è il villaggio di Espelette, celebre per il suo peperoncino. Se nel mese di ottobre capitate da queste parti, non potete perdervi la Fête du Piment. E’ in questo periodo dell’anno che Espelette rivela tutto il suo charme, con le sue abitazioni in stile basco che si ricoprono letteralmente di ghirlande di peperoncino sospese ad ogni finestra e balcone. Noi, visto che siamo a fine maggio, ci accontentiamo di ammirare il magnifico paesaggio circostante, di percorrere a piedi strade e stradine e di visitare la bella chiesa del villaggio, ripromettendoci però di tornare fra qualche anno in autunno, e di trascorrere qui almeno due o tre giorni per approfittare dei numerosi sentieri escursionistici e magari incontrare qualche mandria di pottok (una razza di pony di origine antichissima, tipica della regione). Nel 2017 la Fête du Piment si terrà il 28 e 29 ottobre.

La tappa successiva è La Bastide-Clairence, annoverata fra i più bei borghi di Francia. Il GPS, ovviamente ci fa fare un giro improbabile, ma questa volta ci dimostriamo molto più indulgenti nei suoi confronti, visto che il paesaggio è tutto un susseguirsi di colline, pascoli, e villaggi fuori dal tempo.

Arrivati a destinazione parcheggiamo senza problemi all’entrata del villaggio e ci incamminiamo lungo la via principale che conduce alla chiesa. La struttura del borgo è tipica della Bastide: una via principale attraversata da diverse vie laterali più piccole. Le casette, dalle imposte colorate, sono una più bella dell’altra; peccato che le nuvole inizino ad addensarsi, e ne attenuino i colori. La via principale ospita numerosi ateliers di artisti e negozietti di souvenir. Arrivati quasi in cima, entriamo a curiosare all’Office de Tourisme della piazza principale, dove ci facciamo dare una piantina. Per pranzo ci sediamo in un bar-ristorante, sempre qui sulla piazza, dove mangiamo un piatto a base di affettati e formaggi. Prezzi nella norma.

Per favorire la digestione facciamo una passeggiata (come al solito tutta in salita) fino alla chiesa Notre Dame ( XIV secolo). Ciò che più mi colpisce è il contrasto tra l’austerità della facciata esterna in pietra grigia e l’atmosfera calorosa, quasi famigliare dell’interno, dovuta senz’altro all’onnipresenza di decorazioni in legno e alle gallerie sovrapposte (sempre in legno) che percorrono le mura laterali. Terminiamo la visita con una sbirciatina al cimitero ebraico e ritorniamo sui nostri passi, per raggiungere di nuovo la costa. La nuova meta è Saint-Jean-de-Luz.

Col senno di poi, sarebbe stato meglio iniziare il nostro itinerario con la visita della Bastide, proseguire in un secondo tempo verso Espelette, quindi visitare Saint Jean de Luz , ed infine ritornare a Biarritz. Ciò ci avrebbe risparmiato il viaggio di andata e ritorno da Espelette alla Bastide.

Saint-Jean-de-Luz è un’elegante stazione balneare , ricca di storia e di dimore principesche. Da segnalare la Maison Louis XIV, sull’omonima piazza, che accolse il giovane re e la sua sposa durante la festa di nozze. Il centro è molto animato, pieno di negozietti, bar e ristoranti. Terminiamo questa giornata, con una visita al porto ed una passeggiata sulla Promenade Thibaud, che corre lungo l’immensa spiaggia.

UN SALTO AL DI LA DELLA FRONTIERA

L’indomani ci svegliamo sotto una pioggia battente (le previsioni meteo si sono ahimé rivelate esatte).

Con l’impermeabile e le scarpe waterproof, ci avventuriamo in auto sulla strada della costa, in direzione sud, con l’intenzione di visitare qualche villaggio tipico. Ci fermiamo rispettivamente a Bidart, Arcangues e Guéthary, poi, lasciandoci convincere da qualche sporadico raggio di sole, varchiamo la frontiera ed approdiamo in Spagna a Hondarribia, anche chiamata Fuenterrabia, una piccola città arroccata sulla collina e circondata da mura e fortificazioni risalenti al medioevo.

Il centro città è pedonale, lasciamo quindi l’auto nella parte bassa e ci addentriamo in una delle sue numerose stradine lastricate. Devo confessare che la città è di gran lunga più bella di quanto mi aspettassi: qui le case sono decorate con balconi in ferro battuto, e quasi ad ogni finestra vi è una profusione di vasi di geranio fioritissimi e rigogliosi. Estasiati, dimentichiamo anche la pioggia.

Arrivati in cima scattiamo qualche foto della bellissima piazza De Armas e del suo castello, che però, essendo un hotel, non possiamo visitare. In cerca di ispirazione decidiamo di entrare all’ufficio del turismo qui di fronte. Al piano superiore dell’edificio abbiamo la piacevole sorpresa di trovare una mostra sul tema di Charlie e la fabbrica di Cioccolato, una foto con Willy Wonka ed il biglietto dorato non me la leva nessuno!

Per pranzo ci accontentiamo di qualche pintxos in un bar dal nome impronunciabile. Per finire ci dirigiamo nella parte bassa della città, nel villaggio dei pescatori, altrettanto colorata e caratteristica. Una cosa però ci incuriosisce: sulle vetrine e di moltissimi negozi c’è il cartello “in vendita”. Chissà come mai?

SAN SEBASTIAN

Il quinto ed ultimo giorno di vacanza lo consacriamo alla vista di San Sebastian, in Spagna. Il tempo non è dei migliori, ma almeno non piove.

Prendiamo l’autostrada e in meno di un’ora eccoci arrivati. Ora il problema è trovare un posto per parcheggiare! Dopo circa dieci minuti di giri a vuoto ci rassegniamo ed entriamo in un parcheggio a pagamento (Parking Txoffre, in Bermingham Kalea), situato a circa 15 minuti a piedi dal centro.

Attraversiamo il rio Urumea sul Ponte Santa Catalina (presenza di numerosi cartelli con indicazioni turistiche) ed arriviamo rapidamente nella zona nuova, altresì conosciuta col nome di “Barrio Romantico”, passiamo per l’elegante Plaza de Guipuzcoa coi suoi portici pieni di negozi e proseguiamo, seguendo le indicazioni per l’ufficio del turismo, dove entriamo per prendere qualche dépliant.

Un solo sguardo alla piantina è sufficiente per capire che San Sebastian vanta una posizione geografica invidiabile: la città, che si estende lungo una magnifica baia a semicerchio (La Concha), è delimitata da due colline: il Monte Igueldo ed il Monte Urgull.

Tracciato mentalmente l’itinerario da seguire, ci dirigiamo verso il porto, pieno zeppo di ragazzini vociferanti in gita scolastica che fanno la coda per entrare al Museo Navale e all’Aquarium. Un sentiero piuttosto ripido ci porta al Monte Urgull sul quale si trova il Castello de la Mota (aperto al pubblico). In cima si erge un’enorme statua del Sacro Cuore. Da lassù il panorama è mozzafiato, e, ciliegina sulla torta, il sole è tornato a splendere. Sembra proprio il posto ideale per sederci e gustare il nostro pranzo al sacco.

Proseguiamo il nostro periplo percorrendo il lungomare sul Paseo De la Concha, poi, invece di cedere alla tentazione e stenderci a riposare sulla bellissima spiaggia , saliamo fino al promontorio in cui si trova il Palazzo Miramar, circondato da un bel giardino fiorito. Il panorama sulla baia e sull’isolotto di Santa Clara è a dir poco sorprendente tanto da farci scordare la stanchezza. La pace e tranquillità però, saranno di breve durata: ecco in lontananza arrivare la nostra scolaresca chiassosa che avevamo lasciato al Museo Navale, e così ci troviamo a dividere la nostra panchina con un gruppetto di piccoli spagnoli vivacissimi ma tanto simpatici.

Ora un dilemma ci rode: salire sul monte Igueldo o visitare la parte vecchia della città? Optiamo per quest’ultima soluzione, ripercorriamo quindi in senso inverso Il paseo De la Concha e ci addentriamo nel dedalo di stradine , piene zeppe di negozietti, ristorantini, e locali vari. Cammina, cammina arriviamo di fronte all’imponente Basilica barocca Santa Maria, un rapido sguardo al suo interno ed è già l’ora di ripartire.

Se c’è qualcosa che mi ha favorevolmente colpita di questa città, oltre ovviamente alla sua bellezza, è la sua vivacità e la sua atmosfera festiva ,dovuta soprattutto ai suoi abitanti che la animano ad ogni ora del giorno (e, a quanto pare anche della notte) ed ai suoi densi eventi culturali.

Questa breve vacanza volge ormai al termine, domani un lungo viaggio ci attende, ma questo non è un addio, è solo un arrivederci.

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Rocher de la vierge, Biarritz

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La Spiaggia ed il faro di Biarritz

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Villa Belza, Biarritz

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Hondarribia sotto la pioggia

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Panorama dal Parque di Miramar, San Sebastian

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Tipiche case basche

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Saint-Jean-de-Luz



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