Pacifico Messico P.rto Escondido e dintorni
Consigli: – Partire da soli è un’esperienza indescrivibile e aiuta a liberare la mente.
– Settembre in Messico è la stagione delle piogge quindi è preferibile partire tra novembre e dicembre.
– Sul pacifico ci sono fantastiche onde per surfare, ma attenti.. I surfisti (americani) non socializzano troppo facilmente.
Prima tappa: Messico City – P.To Escondido.
Città del Messico è incredibile e indescrivibile ne percepisco da subito tutta la sua immensità.
Di prima mattina mi reco alla stazione dei pullman per prenotare un posto per la sera stessa con destinazione Puerto Escondido.I bus qui diretti, partono esclusivamente dal “Terminal de Sur.
Mi affascina da morire girovagare per la capitale con il filobus o con la metropolitana: le espressioni dei messicani, il vociferare, gli ambulanti sono tutti elementi di un variopinto presepe metropolitano. L’arpeggio di una chitarra e il morbido suono di un’armonica di un musico ambulante, salito sul mio filobus, allieta l’intero tragitto narrando la storia di eroe locale.
In attesa delle 20, ora prevista per la partenza, passo questa mia prima giornata messicana, a Coyacan, un quartiere molto carino, per lo stile architettonico delle sue case, il giardino pubblico, e il mercatino di artesania (artigianato) locale.
Durerà 12 ore tonde tonde il viaggio che mi porterà sull’Oceano Pacifico.
La voce di Dolores O’Riordan, anche qui come in tutti i miei viaggi, mi fa ripensare di tanto in tanto a Roma, fortunatamente molto lontana nei miei stati d’animo.
Sceso dal bus, per la prima volta, percepisco forte quello che è il Messico, forse sopraffatto dal troppo entusiasmo, ma sicuramente per le facce annoiate dei messicani che sostano pazientemente nella stazione.
Pochi passi, solo pochi passi e dinnanzi a me compare dall’alto l’intera baia di P.To Escondio, ma soprattutto, balenano ai miei occhi,le enormi e ordinate onde dell’Oceano Pacifico. La vita turistica della cittadina, che molto poco ha a che fare col film di Gabriele Salvatores, è dislocata prevalentemente a Playa Zincatela, una lunga spiaggia bianca, adornata di negozi di Surf e alberghetti più o meno confortevoli e per tutte le tasche! Poco soddisfatto di questa mia prima tappa decido di anticipare la partenza di un giorno alla vota di Puerto Angel.
Seconda tappa: Puerto Angel Lascio di prima mattina P.To Escondido. Viaggiando da solo, bisogna progettare anticipatamente gli spostamenti e i tempi di soggiorno talvolta riponendo le emozioni.
Non c’è un bus diretto, per P.To Angel quindi è necessario scendere a Pochutla per poi continuare in taxi o in “collectivo”.
Il viaggio dura circa un’ora e mezza; durante lo spostamento, conosco Chemo, un ragazzo Messicano, di ritorno dal Canada, che mi offre un passaggio in Pick-Up fino a Puerto Angel.
Provo un profondo senso di libertà… Viaggiare, conoscere, confrontarsi, sono tutti elementi di una epurata scuola di vita.
Sono seduto, dietro il pick-up, di un questo mio nuovo amico, dai lineamenti da indios milioni di km lontano da casa: la folta vegetazione scorre via e non so perché, ma penso con tristezza a coloro che si recludono in un villaggio turistico, con scontati stati d’animo e prevedibili emozioni. Mha! P.To Angel è dislocato in due parti. Il pueblo, e Playa Panteon dove decido di alloggiare.
Proprio in cima alla collina che sovrasta la spiaggia si affittano camere a 50 Pesos (5 dollari circa), gestiti da Ricardo e sua moglie, disponibili e affettuosi.
Consiglio di pranzare sulla Playa da Norma e Beto ovvero ristorante da Susy ottima cucina a prezzi moderati.
P.To Angel è una perla: molto tranquilla e romantica, a misura di coppia.
La tranquillità della piccola spiaggia veniva talvolta interrotta da irruente partite di calcio a cui io, in nome di Francesco Totti non potevo non partecipare.
Terza tappa: Zipolite La mia tappa successiva è Zipolite.
P.To Angel e Zipolite distano 20 minuti di Taxi.
Ad essere sincero Zipolite non mi ha fatto una grande impressione, forse perché la lunga e dispersiva spiaggia era alquanto desolata, o forse fin troppo intimorito dalle raccomandazioni sulla pericolosità notturna della playa.
Alloggio a 50 Peso a Briza Marina un alberghetto tutto in legno, molto carino.
Se sapete adattarvi un po’, consiglio di alloggiare nelle caratteristiche Palapas (palafitte) proprio sulla spiaggia. Zipolite non mi offre grandi emozioni, quindi decido di spostarmi a Mazunte.
Quarta tappa: Mazunte Con dieci minuti di auto da Zipolite, raggiungo Mazunte,lontana anni luce per il suo stile, dalla prima.
Qui trovo il paradiso e la voglia di restarvi per sempre avvampa forte in me e mi confonde.
A Mazunte si alloggia in piccole capanne sulla spiaggia, a pochi metri dall’oceano Pacifico.
Qui c’è tutto quello che serve: il sole, l’oceano, la cordialità, la musica e le ragazze, per tanto andare in paese non aveva nessunissimo senso!! Proprio per l’atmosfera cosi gioviale, nel giro di poche ore si diventava tutti amici.
Consiglio di fare snorckelig, il mare offre sempre immagini eccezionali.
Mazunte è stata la tappa più entusiasmante del mio viaggio ed è stato ciò che effettivamente stavo cercando..
Forse il contatto cosi diretto con l’oceano o forse un sentimento di fratellanza instauratosi con gli altri ragazzi mi ha coinvolto emotivamente e ovviamente la partenza è stata traumatica anche perché il pensiero opprimente del caos e della superficiale vita cittadina cominciava a farsi sentire.
Quinta tappa: OAXACA Avvertenze: per raggiungere Oaxaca in Bus ci vogliono 6 ore circa, ma sei ore di sole curve, quindi per i sofferenti di stomaco è bene fornirsi di un paio di bustine di carta (preventivamente prelevate in aereo) e di pasticche per il mal d’auto come mentine. Per raggiungere Oaxaca ci sono tre opzioni partendo da Pochutla: – Bus di linea: costa poco (70 pesos circa) ma attraversa la Sierra Maestra e in 6 ore vi porta alla meta mettendo appunto a dura prova il vostro apparato gastro-intestinale.
– Bus di linea non percorre la Sierra Maestra, quindi la strada risulta meno tortuosa, impiega 10 ore circa e costa 170 pesos, – pulmino privato: costa 120 pesos, impiega 5 ore e mezza attraversando la Sierra, ma si ferma su richiesta in caso di mal di stomaco.
Io soffrendo moltissimo il mal di mare, ho optato per la terza possibilità, prendendo tutte le precauzioni del caso, il risultato è rimasto lo stesso.
Oaxaca è una cittadini ospitale turistica e ben organizzata.
Vi consiglio di visitare il grande Mercato comunale, il mercatino dell’Artesania e la cattedrale di Santo Domingo..
Consiglio in oltre di soggiornarvi sufficientemente per visitare anche il sito archeologico di Monte Alban nei pressi della città e l’albero di 2000 anni.
Oaxaca è la patria del Mezcal, una sorta di distillato famoso per il verme al suo interno non perdetelo per nulla al mondo.
Per raggiungere da qui Città del Messico sono necessarie 6 ore di bus.
Prima di ritornare in aeroporto mi fermo in un megastore di musica su di un maxischermo trasmettono il concerto dei Cranberries, dove Dolores canta Dreams!!!!! Che te vada bien Mario!!!