Otto giorni tra Slovenia e Croazia

Un mix di cultura e relax passando per le grotte di Postumia e Lubiana, tuffandosi nelle limpide acque di Pirano e ritornando indietro nel tempo a Pola, in Istria
Scritto da: ireste
otto giorni tra slovenia e croazia
Partenza il: 25/08/2012
Ritorno il: 01/09/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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Quest’anno io e il mio ragazzo abbiamo abbandonato la nostra beneamata Italia per concederci una vacanza all’estero e dedicarci all’esplorazione di Slovenia e Istria. Ovviamente abbiamo usato la nostra auto per tutti gli spostamenti, e abbiamo preferito non rischiare la sorte ma prenotare tutti gli alberghi per tempo.

1° giorno

Si parte! Convinco il mio ragazzo a una partenza “intelligente” e alle 6:30 partiamo da Pavia. La prima meta sono le grotte di Postumia, in Slovenia. A parte un piccolo contrattempo ( hanno chiuso l’autostrada poco prima della nostra uscita, costringendoci a tentare la sorte nelle strade slovene decisamente carenti di indicazioni), arriviamo a Postumia per ora di pranzo. Le grotte non ci deludono, grazie anche a una simpaticissima guida locale. Quello che ci delude un po’ è il complesso costruito attorno alle grotte, decisamente troppo turistico, un vero inno al consumismo!

Nel biglietto era inclusa anche la visita al castello di Predjama e alle sue grotte: ne approfittiamo e rimaniamo davvero incantati! Il castello, scavato nella roccia, è molto ben conservato, e le grotte sono decisamente meno turistiche e più avventurose: torce artigianali alla mano, ci arrampichiamo su scalette a prova di vertigini e osserviamo i pipistrelli, veri abitanti delle grotte.

Un po’ stanchi ma soddisfatti riprendiamo il nostro viaggio fino a Lubiana, dove abbiamo prenotato un B&B proprio accanto al ponte dei draghi, simbolo della città. In realtà, il B&B si rivela essere una delusione: invece di trovarci a casa di una persona, veniamo indirizzati verso una palazzina a due piani, appena ristrutturata (e non ancora finita…) piena di stanze, tipo una pensione.

Lubiana ci conquista subito: alla sera facciamo un lungo giro sulle rive del fiume, vero cuore della città, ascoltiamo diversi pianobar e ci lasciamo coinvogere nel clima multietnico e festaiolo, passeggiano da un ponte all’altro.

2° giorno

La perturbazione Beatrice lascia il segno: ci svegliamo sotto il diluvio (e freddo), che proseguirà a fasi alterne tutto il giorno. Pazienza, decidiamo ugualmente di visitare il castello, da cui si gode una bella vista della città, dove apprendiamo un po’ della storia della città. Nel pomeriggio, grazie a una momentanea tregua di pioggia, giriamo tra le vie, percorriamo tutti i tipici ponti di Lubiana, visitiamo alcune chiese e notiamo, con un po’ di disappunto, che alla domenica quasi tutti i negozi sono chiusi.

3°giorno

Ci svegliamo presto e approfittiamo di un paio d’ore per fare un po’ di shopping nei negozi finalmente aperti, poi salutiamo Lubiana e ripartiamo alla volta della costa, destinazione Pirano. Dopo un po’ di coda in autostrada, causa lavori in corso, arriviamo per ora di pranzo nella ridente cittadina di Pirano, autentico gioiellino in cui tradizione e turismo hanno trovato il perfetto trade d’union. L’atmosfera calda e ospitale, il sole e il mare splendido ci conquistano da subito, mentre mangiamo in una terrazza proprio affacciata sul mare. Il nostro hotel (dato che è solo per una notte, ci trattiamo bene) è affacciato su piazza Tartini, cuore del paese, con una vista fantastica. Al pomeriggio ci rilassiamo su una delle piattaforme di cemento che fanno le veci della spiaggia. La sera ceniamo in un elegante ristorante con vista sul mare, da dove si vede una buona parte della costa, e ci riproponiamo di fare un giro esplorativo per la città.

4° giorno

Via all’esplorazione di Pirano! Il centro è piccolo e, dopo un giro fino alle mura e la visita alla chiesa di San Francesco, decidiamo di prendere il trenino turistico che ci porta fino alla vicina Portorose. Tanto Pirano era carina e caratteristica, così Portorose è all’insegna del lusso e del consumismo turistico, infatti restiamo un po’ delusi e cambiamo i programmi, rientrando per pranzo a Pirano.

Poi, a malincuore, salutiamo questa bella cittadina e ripartiamo verso la nostra ultima base: Pola, in Istria. Il viaggio procede senza intoppi e troviamo facilmente albergo e parcheggio. L’hotel Riviera si presenta come una massiccia struttura a 5 piani, che spicca per mole e altezza tra gli edifici circostanti, in stile anni 30, con scaloni, tappeti e moquette. A parte l’assenza di zanzariere, che mi costringe a notti un po’ insonni, non ci possiamo lamentare: la posizione è centralissima, la colazione varia e abbondante e il prezzo decisamente abbordabile. Approfittiamo degli ultimi raggi di sole al tramonto per visitare l’arena, senza dubbio il più importante resto romano dell’Istria, e vale davvero la pena di farci un giro.

Alla sera cerchiamo invano in centro ristoranti con cucina tipica, ma ci dobbiamo accontentare dei menu turistici (simil-italiani). Alla cassa scopriamo con disappunto che in Croazia il bancomat non si usa (male male per me, abituata a pagare sempre e solo con bancomat!), però possiamo pagare in euro (non abbiamo ancora trovato una banca per prelevare le kune). Ovvio, il cambio è mooolto variabile (e sempre a favore dei Croati), ma mangiare costa meno che in Italia, e non ci lamentiamo.

5° giorno

Dopo un giro in centro con visita delle principali chiese e monumenti, decidiamo di imbarcarci per una gita in motoscavo attorno alle isole Brioni, al largo di Pola. Nonostante il mare un po’ mosso, riusciamo anche a gustare il pranzo a bordo, incluso nel biglietto. Il motoscafo ci lascia per un paio d’ore a Sveti Jeromil, isoletta verde, regno dei pavoni, dove possiamo prendere il sole (in una spiaggetta piuttosto affollata, però!) e fare il bagno. Per me, abituata al mare Ligure e all’Adriatico veneto, il mare qui è una continua scoperta: nuotare in mezzo ai pesci e vedere il fondo anche in acqua alta mi hanno regalato davvero belle emozioni.

Torniamo in albergo e ci riposiamo un po’ prima della cena. Questa volta scegliamo una pizzeria e non rimaniamo delusi: la pizza è davvero buona!

6° giorno

Oggi cambiamo città, si va a Rovigno! Il primo impatto, che trova poi conferma durante la giornata, è che Rovigno sia una località molto turistica, piena di negozietti di souvenirs (tutti uguali, a dire il vero), di gioiellerie (ma qaunte sono ?!) ma anche di boutique e gallerie d’arte, dove ogni oggetto è fatto a mano. In più, alcuni di questi negozi avevano splendide viste sul mare (valeva la pena entrare solo per fare una foto!). Dopo pranzo ci trasferiamo a sud della città, nella zona delle spiagge e dei grandi alberghi. Ovvio, le spiagge sono massi e cemento, ma l’acqua, essendo una baia, è calmissima, sembra una piscina, limpida e trasparente. Finito il bagno ci trasferiamo nell’unico chiosco bar e ci rilassiamo un po’ all’ombra delle numerose piante. Soddisfatti dalla giornata, rientriamo a Pola per cena.

7° giorno

Oggi arriva la pioggia, ma non fa freddo, quindi, perché rinunciare a un bel giro a Parenzo? Detto fatto, ci organizziamo con impermeabile e ombrello e iniziamo la visita della parte vecchia della città, una sorta di lingua di terra che si protende nel mare. Parenzo è davvero carina: anche qui imperversano i negozietti turistici, le gioiellerie e le gallerie d’arte, il tutto immerso in un contesto di edifici storici molto graziosi. Visitiamo la Basilica Eufrasiana, direi la più bella tra le chiese dall’inizio del viaggio. Dopo pranzo decidiamo di esplorare l’entroterra, così ci avviamo verso Montona, paesino medioevale in cima a una collina, circondato da mura. Peccato che la pioggia abbia fatto sollevare la nebbia, che ci impedisce di scattare foto delle colline circostanti. Alla sera, nonostante abbia smesso di piovere e sia venerdì, notiamo stupiti come i negozi (e alcuni bar) abbiano deciso comunque di chiudere presto, anzichè restare aperti fino alle 23 come le altre sere. Pazienza, in ogni caso dobbiamo preparare i bagagli che domani si parte.

8° giorno

Pronti, via! alle 10 lasciamo l’hotel e ripartiamo. Alcuni km prima dell’ultima uscita dell’autostrada ci ritroviamo inspiegabilmente incolonnati, e dobbiamo trascorrere così 2 ore e 30 (e pochi km) prima di riuscire a uscire dall’autostrada, scoprendo che invece la strada statale non era trafficata, così come la frontiera. Un po’ in ritardo sulla tabella di marcia, decidiamo di proseguire fino al castello di Miramare, vicino a Trieste. Dopo un panino veloce, visitiamo il castello e facciamo un rapido giro nel parco: Miramare è davvero bello e ben conservato, e passeggiando per le stanze riusciamo a immedesimarci un po’ in Ferdinando Massimiliano d’Asburgo e Carlotta del Belgio, i primi proprietari e abitanti.



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