Orizzonti africani

Dopo estenuanti attese per i connecting flight finalmente arriviamo......nel Mozambico del nord! Tutti ci sconsigliavano di andare là, ma noi sordi alle proposte migliori, ci siamo buttati in questa bella avventura da soli senza tour operator al seguito. Nostro punto di riferimento un italiano che vive a Pemba da più di quindici anni. ( Guest...
Scritto da: bgmeetafrika
orizzonti africani
Partenza il: 01/07/2007
Ritorno il: 20/07/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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Dopo estenuanti attese per i connecting flight finalmente arriviamo…Nel Mozambico del nord! Tutti ci sconsigliavano di andare là, ma noi sordi alle proposte migliori, ci siamo buttati in questa bella avventura da soli senza tour operator al seguito. Nostro punto di riferimento un italiano che vive a Pemba da più di quindici anni. ( Guest house Reggio Emilia di Carlo Fornaciari). Questo non è proprio un diario, ma le mie vere impressioni su un pezzo di mondo ancora poco sfruttato dal turismo di massa… Il mal d’Africa è un desiderio latente risvegliato da suoni che giungono da lontano. Le nuvole, l’acqua, la popolazione sono stati gli elementi costanti di questo nostro viaggio (io e mio marito) tanto sognato. Stregati dai tam tam riprendiamo il cammino e ci troviamo su spiagge bianchissime lambite dall’oceano indiano. Il giorno sta per finire e i pescatori rientrano vogando al ritmo dei canti che sembrano lodi di ringraziamento al mare. Scivolando veloci sull’acqua argentata dai primi bagliori lunari, le barche si appoggiano sulla sabbia e lì aspetteranno che la prima onda torni a bagnare le loro chiglie. Verso Nampula, su sentieri di terra rossa tra foreste di baobab e strane formazioni rocciose, ci inseguono nuvole di zucchero filato che contrastano con l’ intenso azzurro del cielo. Le donne, sotto il peso dei grossi covoni sorretti sulla testa, avanzano lentamente sul ciglio della strada portando i loro bambini fasciati stretti sui fianchi da coloratissime capulane che con la testa ciondoloni si addormentano all’ ondeggiare dei sinuosi passi. La stazione di Namina è brulicante di persone che apettano il treno proveninte da Cuamba, già stracolmo di passeggeri e viaggia lento attraverso i villaggi, piantagioni di manioca alberi di mango e acaju. Nella quiete del pomeriggio, fanciulle con la faccia ricoperta dal musiro tediano all’ombra delle palme spettinate dal vento. Sorrisi. Sguardi luminosi e schiene piegate a raccogliere i frutti della madre terra. A Pangane non ci sono hotels, nè ristoranti, pubs, discoteche o attrazioni di qualsiasi altro genere, c’è solo la musica del mare. Dormiamo dentro le capanne dei pescatori e mangiamo con le mani il cibo cucinato dalla moglie di Açimo. Un anziano sta lavorando un tronco con l’accetta e ad ogni colpo trucioli di legno bianco cadono ai suoi piedi, ne ricaverà l’albero maestro per il suo dhow ( barca da pesca). Attorno ad ogni rivolo d’acqua, pozza o fiume è sempre festa, il rito del bucato è una sfilata di panni stesi ad asciugare sulla rena e gruppi di giovani fanno il bagno, i loro corpi sono come sculture di ebano (pao preto). Ragazze scatenate nella danza mapiko sollevano turbinii di polvere, una signora dal volto rugoso batte forte il ritmo sui tamburi e la folla in cerchio assiste allo spettacolo, mentre il sole reclina i suoi raggi dietro i tetti di paglia nella città di Makuti. Ilha de Mozambique conserva tracce di antichi fasti, profumi d’oriente e atmosfere coloniali, il tempo si è fermato quì e sembra di vivere dentro una tela di Mirò. E, nella foresta sull’altopiano verso nord sono rimasti i segni lasciati dalle mani malvage della guerra con le impronte ancora fresche della stupidità umana. Per quanto tempo l’uomo continuerà a farsi del male? Otto ore di auto per fare duecento KM è la strada che da Mueda va a Montepuez attraversando i villaggi dei Makonde. (In Mozambico del nord la maggior parte della rete stradale è mal messa.) Taratibu è un altro posto suggestivo che come Pangane fa parte del parco delle Quirimbas, andiamo in cerca di animali che non riusciamo a trovare, poco importa non siamo venuti fino qui per questo! Pemba è una vivace città e vanta una delle più grandi baie al mondo (la 3° dopo il Brasile e L’Australia), ci divertiamo a raccogliere conchiglie che ci regala il mare e che porteremo a casa domani come souvenir insieme alle bellissime sensazioni che non ci lasceranno mai. La gente è davvero povera e nonostante questo sorride sempre. CIAO Africa sicuramente ci rivedremo! Dolores


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