On the road sulla costa spagnola

VIAGGIO LUNGO LA COSTA DELLA SPAGNA - AGOSTO 2008 - Di Barbara e Simone Il bisogno di sentirsi liberi, la voglia di vedere, sentire, vivere, il desiderio di conoscersi più a fondo e di mettere alla prova una storia nata da poco… ma già tanto emozionante. Tutto questo ci ha portati a partire per un viaggio itinerante lungo tutta la costa sud...
Scritto da: baby26
on the road sulla costa spagnola
Partenza il: 05/08/2008
Ritorno il: 19/08/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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VIAGGIO LUNGO LA COSTA DELLA SPAGNA – AGOSTO 2008 – Di Barbara e Simone Il bisogno di sentirsi liberi, la voglia di vedere, sentire, vivere, il desiderio di conoscersi più a fondo e di mettere alla prova una storia nata da poco… ma già tanto emozionante. Tutto questo ci ha portati a partire per un viaggio itinerante lungo tutta la costa sud della Spagna e (dopo 6500 km in macchina in soli 14 giorni) tutto questo ci ha permesso di portare a casa ricordi intensi e indelebili… una storia da raccontare. Partenza da Milano, tenda, sacco a pelo, tantissime guide turistiche prese gratuitamente presso l’ufficio del turismo spagnolo di Milano e … Un mare di incognite. Attraversata tutta la Francia in circa 10 ore, abbiamo lasciato l’autostrada prima del confine spagnolo per fare l’ingresso in questa splendida terra in punta di piedi, passo dopo passo. Emozionante salire sui Pirenei, vedere per la prima volta distese di vigneti nani color smeraldo, fermarsi a degustare vini e liquori tipici del posto e permettersi il primo tuffo della vacanza circondati da rocce lunari. Importante superare la vecchia frontiera spagnola, ormai abbandonata, e fermarsi davanti al cartello “Espana” con la sensazione di avere raggiunto una prima meta… e di stare per cominciare un’avventura.

Per la prima noche ci siamo fermati in una campeggio a Cadaque (Golfo de Roses), su un promontorio vista mare, con il profumo della Spagna che già ci avvolgeva e il lusso di dormire sotto le stelle e di svegliarsi per ammirare l’alba. Il paese in agosto è piuttosto turistico e caotico, ma se si scende verso Port LLigat si scopre un altro mondo, semplice e sereno dove si può fare un tuffo quasi in solitudine e dove ci si può fermare a bere qualcosa di fresco in una baracchina sul mare serviti da un anziano signore senza troppe pretese. Poi la vera perla di questa località… la residenza preferita di Salvator Dalì. La visita della casa andrebbe prenotata con largo anticipo, ma con un po’ di fortuna e di pazienza (come abbiamo avuto noi) si può essere inseriti all’ultimo momento al posto di qualcuno che non si presenta. Così per quasi due ore ci si perde in un’altra dimensione fatta di arte e sanissima follia… spettacolare quello che riesce a trasmetterti questo artista, volontariamente e no, anche nei più piccoli e semplici particolari della quotidianità … e ognuno la vive in modo meravigliosamente personale. Attraverso corridoi e scale si passa da una stanza all’altra senza mai perdere il filo conduttore, dall’atelier di pittura alla stanza dei modelli, dalla camera da letto al salotto ovale per poi ritrovarsi nell’immenso giardino dove il messaggio dell’arte si fa sempre più concreto e dove la vista di un enorme “semplice” uovo bianco appoggiato su una cupola può farti capire molto di più della lettura di qualsiasi biografia. Dopo questo tuffo nei sogni ci rimettiamo in cammino e facciamo una breve sosta sulla Costa Brava (ad Empùries), ma capiamo immediatamente che non è quello che cerchiamo (confusione e locali come sulla nostra Riviera Romagnola… negli anni d’oro) e nel dirigerci più verso sud decidiamo di fare una piccola deviazione per visitare Girona: cittadina graziosa attraversata da un fiume che le dà un tocco di semplice romanticismo e con un centro storico piacevole da vedere; inoltre di grande impatto la Cattedrale che merita di essere visitata. Ripartiamo subito verso la Costa Daurada dove, ormai tardissimo, troviamo un posticino in un campeggio a Coma Ruga, piantiamo la tenda in riva al mare e ci concediamo un tuffo notturno. Il posto è piacevole, la spiaggia incantevole, tranquilla e vivibile… almeno di primo mattino. Forse varrebbe la pena fermarcisi un po’, ma noi decidiamo di proseguire il viaggio e di fare un’altra sosta in un’altra località della Costa Daurada (a Cambrils), che però non ci regala lo stesso spettacolo… l’impressione è di un modesto posto turistico per famiglie, paesaggio e mare tutt’altro che “da non dimenticare”. Per questo decidiamo di non fermarci per la notte e proseguiamo verso Valencia dove trovare un campeggio non è stato davvero semplice soprattutto per la mancanza di indicazioni stradali e di un senso logico… w l’avventura! Finiamo a circa 30 km a sud della grande città, in un paese anonimo chiamato Sueca, disperso, trascurato e quasi disabitato… davvero da sconsigliare… anche per la sporcizia e la quantità di rifiuti abbandonati ovunque, campeggio compreso. Per fortuna la spiaggia e il mare risollevano la vista e nel tardo pomeriggio è addirittura possibile fare un bagno in solitudine e lasciarsi travolgere dalle onde furiose… bello! Il giorno dopo raggiungiamo Valencia in treno e ci perdiamo nella visita di questa città che regala sensazioni sempre nuove, da girare e scoprire passo dopo passo. Oltre al centro storico consigliamo un giro in bicicletta lungo il parco costruito nel letto del fiume che una volta la percorreva dove si possono ammirare ponti maestosi e importanti (compreso quello dell’architetto Santiago Calatrava), la fontana a tempo di musica del Palau de la Musica, labirinti d’acqua e, verso il porto, il nuovo complesso ultramoderno di arti contemporanee davvero affascinante. Inoltre a Valencia abbiamo gustato la sangria e la paella più strepitose di tutta la Spagna, in locali certo turistici, ma che comunque mantengono un certo fascino locale (da consigliare quelli della zona del mercato!).

Dopo Valencia proseguiamo verso sud godendoci durane il tragitto ogni fotogramma del paesaggio a tratti boscoso e subito dopo completamente desertico, dove è proprio il fatto che “non c’è nulla” che lo rende così speciale e indimenticabile… sensazioni di serenità stampate nella mente! Arriviamo a Cabo de Gata (sulla Costa de Almeria) dove troviamo una situazione totalmente diversa da quella della costa nord… acque blu e verdi, cristalline, trasparenti… paesaggi mozzafiato… caldo torrido che sicuramente peggiora in un campeggio come quello che abbiamo scelto noi, a Las Negras, posizionato in una valle circondata da montagne rocciose che non fanno passare un solo soffio d’aria. A parte il clima il posto è davvero incantevole ed è stato anche piacevole passeggiare la sera in paese e mangiare una saporita frittura di pesce in un locale direttamente sulla spiaggia in compagnia di mici randagi ben contenti di cenare insieme ai turisti.

Questa parte di costa è tutta splendida e offre un’infinità di calette deserte anche ad agosto e raggiungibili dopo una non troppa complicata discesa dai monti oppure, più semplicemente, via mare… in ogni caso… abbiamo trovato il paradiso!!! La pace la si può trovare anche nei piccoli paesini di mare, tranquilli e ospitali come Agua Amagra dove, anche se non si ha fame, non si può non gustare un’ottima paella in uno dei tanti ristorantini ad ottimo prezzo sulla spiaggia! Qui lasciano di stucco anche le vastissime coltivazioni di pomodori che rendono ancora più importante il rapporto con la natura e la terra e che non smettono mai di stupire gli occhi. Successivamente ci spostiamo sulla Costa Tropical, a Motril, sicuramente apprezzabile per le spiagge immense e libere (come in tutta la Spagna) e il mare invitante.

Dopo una breve sosta a Nerja, dove si possono vedere due spettacolari acquedotti romani, ci fermiamo a Malaga, città di porto poco pubblicizzata che, forse proprio per questo, stupisce per quanto sia bella e viva, ricca di storia e di racconti.

Assolutamente da non perdere è poi una visita a Gibilterra, un vero e proprio salto in terra inglese con tanto di frontiera e controllo documenti, dove si parla inglese e si usa la sterlina, dove si trovano “post office” e Church e dove si mangiano fish and chips in tipici pub gremiti di inglesi che sbevazzano beer…Un’esperienza stranissima… che termina come ripassi la frontiera, sotto lo sguardo severo della police e ti ributti nello splendido e libero modo di vivere degli spagnoli.

Da qui sconsigliamo la visita di Algeciras (città impersonale al massimo) e consigliamo invece di gettarsi subito verso la punta della Spagna dalla quale si possono ammirare le coste del vicino Marocco. Qui si può scegliere tra la piena e turistica Tarifa oppure spostarsi in località meno di moda come Bologne, Zahara de los Antunes, Barbate e Veher… paesini spartani che regalano sensazioni fortissime avvolgenti e cariche di serenità. Qui è possibile godere della spiaggia, che è di tutti e di nessuno, fermarsi in una rosticceria per dell’ottima frittura di pesce da gustare poi in spiaggia, bere sangria ammirando il tramonto, tuffarsi in un mare invitante a qualsiasi ora o perdersi in un qualche negozietto di artigianato locale… fotografare ogni attimo e ogni emozione.

Attenzione se si sceglie Tarifa come punto di appoggio in agosto: i campeggi sono tutti stra pieni e vi potreste trovare a dormire in macchina in un parcheggio animato da giovani un po’ fuori di senno o in un grazioso parchetto che la polizia, svegliandovi con gentilezza il mattino dopo, potrebbe farvi notare essere un parco protetto… del resto tutti i parchi in Spagna sono zone protette!! Non da meno è il paesaggio interno… immensi spazi aperti, campi color ocra, allevamenti di tori, vecchie fazende ancora attive e centinaia di pali per l’energia eolica che completano in modo armonioso il paesaggio tanto che noi li abbiamo chiamati “fiori”. Perdersi dentro questi scenari è facilissimo così come farsi catturare dagli odori tipici e dai colori mai banali. E’ giusto anche menzionare l’efficienza e la pericolosità delle strade e delle autopiste (cioè autosrade) spagnole, larghissime, lisce e drittissime che portano a schiacciare un po’ troppo sull’acceleratore… Meno interessante è invece la parte intorno a Cadiz, prima molto lussuosa e residenza estiva di milionari (una sorte di Montecarlo spagnolo) e subito dopo paludosa perché riserva marina protetta… forse interessante per chi se ne intende, ma per chi si trova impedito a proseguire via costa verso il Portogallo è una scocciatura non da poco! Da qui è comodo raggiungere in giornata Sevilla (evitando preferibilmente le ore più calde) dove non bisogna perdere il “Parque de Maria Luisa” (grandissimo, in parte lussioso e in parte selvaggio) e l’incredibile Piazza di Spagna che lascia a bocca aperta senza tregua.

Il centro di Siviglia è delizioso, semplice da visitare e conoscere, ma con un alto rischio di finire nella bolgia del turismo organizzato e dei locali fatti ad hoc… basta andare altrove! La famosa Cattedrale può risultare troppo chiusa tra i palazzi intorno che ne impediscono una visione un po’ ampia, ma se ci si concentra sull’importante storia che ruota intorno ad essa ci si farà rapire ugualmente. Il tempo è volato e ormai è ora di cominciare il viaggio di ritorno, con calma e a tappe… dalla Costa della Luz ci sono ben 2500 km per arrivare in Italia. Ci dirigiamo quindi verso la musicata Granada, nell’oltreterra, verso i monti. Troviamo un modesto campeggio vista autopista… sicuramente non il massimo per i nostri occhi, ma almeno vicino alla città e comodo per poi ripartire.

Granada colpisce per la svariata mescolanza di culture diverse, principalmente quella spagnola e quella araba, che convivono armoniosamente e contribuiscono a creare un’atmosfera davvero unica. Tutto questo viene esaltato all’ennesima potenza dall’Alahambra, la vecchia cittadina che si trova sulla collina che sovrasta la città, in parte visitabile gratuitamente e che regala una dose di fascino e mistero oltre alla curiosità di vedere fusi insieme in perfetta sintonia costruzioni prettamente cattoliche e altre musulmane. Ma la stessa sensazione la si vive in tutta Granada dove è possibile mangiare dell’originalissimo cous cous in un locale affacciato su una chiesa cattolica o bere della sangria girando per il quartiere marocchino denso di negozi nei quali è possibile trovare qualsiasi tipo di tessuto africano o di essenza. La parte più moderna della città è invece meno suggestiva e particolare, ricorda tanto le nostre periferie… così è in tutto il mondo!! Ripartiti da Granada in direzione nord ci immergiamo in un paesaggio ancora più suggestivo di quello costiero: è qui che si possono vedere le tipiche case-grotte scavate direttamente dentro le montagne, alcuni paesi sono costruiti interamente con questa modalità… davvero incredibile. Questa zona è talmente particolare che varrebbe la pena fermarcisi qualche giorno… noi decidiamo che ci torneremo durante un altro viaggio e la assaporeremo con più calma! Facciamo un’altra tappa lungo un tratto anonimo della costa barcellonese (ad Arenys de Mar) dove per mangiare troviamo aperta la classica svalutatissima pizzeria gestita da un italiano… che tristezza!!!… Ma almeno riusciamo a piantare la tenda in una piazzola vista mare che al risveglio ci scalda il cuore.

Mai sazi della terra spagnola improvvisiamo una visita al teatro-museo di Dalì, a Figueres, da lui stesso progettato e dentro al quale riposa finalmente in pace. Come era suo intento fare non si tratta di una normale visita ad un normale museo, ma un vero e proprio percorso nel quale il turista diventa direttamente protagonista e attore, interagisce con le sculture, le vive secondo il proprio stato d’animo e le ricorda per quello che ha vissuto e non solo visto. Un’artista incredibile che fino a questa vacanza entrambi non conoscevamo nell’animo, un onore essere entrati nella sua essenza, uno splendido non voluto modo per cominciare e terminare un viaggio di questo tipo… a volte folle ed estremo come le nostre passionali litigate, ma in fondo reale e spontaneo… umano.

Ci si rimette in autostrada e in attimo, senza neanche accorgersene, si supera il confine francese… zac… un attimo e niente è come prima. Non ce ne vogliano i francesi, ma passare dalla vita e dall’accoglienza meravigliosa degli spagnoli, alla rigidità e freddezza dei nostri cuginastri è stato deleterio… avranno sicuramente dei pregi, ma non quello della libertè! Breve sosta solo per dormire nella Camargue… giusto il tempo di rimontare la tenda e scappare. Ritentiamo con una visita a Montpellier, cittadina graziosa, ma così noiosa ordinata e scontata… certo dipende sempre da cosa uno sta cercando. Il tempo di mangiarsi una creepe francese (questa sì che gli viene bene!!!) e di nuovo in macchina verso la fine del giro in giostra… ma come dire… non vorremmo mai tornare… e nessuno ci toglie la possibilità di fermarci a Nizza per una adrenalinica pattinata sul lungo mare, una birra fresca e un caldissimo bagno nel mare del Golfo degli angeli… sempre con noi.

Non ci sono percorsi più brevi da cercare, c’è la strada in cui credi e il coraggio di andare (Tiromancino).

Grazie Simo!!!!



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