On the road: San Francisco, Las Vegas, New York

Un viaggio all'insegna delle tre città più suggestive degli U.S.A.; partendo dalla multietnica San Francisco, passando per la sfavillante Las Vegas fino a raggiungere l'intramontabile New York
Scritto da: lince1003
on the road: san francisco, las vegas, new york
Partenza il: 22/12/2012
Ritorno il: 05/01/2013
Viaggiatori: quattro
Spesa: 3000 €
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On the road: San Francisco, Las Vegas, New York dei Tpc Arianna, Alessandra, Lorenzo e Giuseppe

Fortemente influenzati dallo spirito vitalistico che ha spinto Kerouac ad attraversare l’America delle sterminate highways, un’America che si preparava ad essere investita dalle droghe psichedeliche, dalla rivoluzione sessuale e soprattutto da quella letteraria con il movimento della beat generation, come non pensare proprio a quella San Francisco che del movimento beat è la Patria elettiva e materiale dal momento che la biblioteca City Lights, fondata da Ferlinghetti e abituale ritrovo di Kerouac e Allen Ginsberg, sorge nella città californiana, come prima tappa del nostro american dream?

Lasciamo una Roma già immersa nelle luci natalizie, preparandoci ad affrontare il travaglio delle quattordici ore di volo che ci separano dalla cosmopolita San Francisco, pregustando le delizie e le stranezze che la città sarà in grado di riservarci .Il primo contatto con “Frisco” è dei più positivi:una realtà multietnica,multiculturale pienamente proiettata verso il futuro e la tecnologia,ma ancora intrisa di un legame profondo con il suo glorioso passato che l’ha portata ad essere negli anni ’60 la capitale mondiale del flower power,del peace and love ostentatamente contrapposto da giovani pacifisti alla barbarie della guerra in Vietnam e di tutti i conflitti mondiali. Il nostro appartamento era situato proprio nel quartiere che di quella rivoluzione pacifica si era fatto teatro: Haight Ashbury,il cuore della Summer of Love i cui caratteri peculiari sono un susseguirsi vorticoso di negozi vintage,pieni di cimeli e abiti provenienti direttamente dagli anni ’60 e una grandissima attenzione dedicata alla Street art,all’arte di strada che si esplica sia nella decorazione intensamente cromatica dei muri urbani sia nei molteplici e variegati suoni prodotti da strumenti diversi che suggestionano e avvolgono nel loro ritmo i passanti.

Haight Ashbury è un tripudio di suoni, di colori, emblematici sono i negozi la cui facciata è dipinta di una tinta forte come il caffè artistico The Red Victorian o il caratteristico Aquamarine, un microcosmo che ha conservato le utopie del passato, facile imbattersi in bottiglie di tè freddo denominato Peace Tea, e che orgogliosamente ricorda le icone musicale che hanno fatto della città la loro dimora, o che semplicemente di lì sono passate attratte dal rutilante susseguirsi di eventi durante i famigerati Sixties. Numerose sono le immagini a stampa, o dipinte di Beatles, Jim Morrison, Jimi Hendrix e soprattutto Janis Joplin, vera eroina del soul. I negozi musicali di Haight Ashbury sono un vero luogo edenico per gli amanti del rock’n’roll. Il più celebre e fornito è sicuramente Amoeba Music, in cui il tempo segue un altro ritmo e in cui è facilissimo perdersi tra gli scaffali pieni di rarità: vecchi vinili, cd introvabili il tutto accompagnato da una grande quantità di strumenti musicali. Una grande attenzione è inoltre riservata ai negozi di prodotti biologici,vale la pena visitarli anche per i non amanti del genere perché sono decorati in modo molto eccentrico seguendo il fil rouge della libertà creativa e dell’esplosione cromatica,e alle culture altre, prevalentemente orientali,si susseguono numerosi i negozi tibetani,thailandesi,e cinesi. Questo sguardo proiettato verso altre culture non è casuale, occorre ricordare che San Francisco ospita la Chinatown più antica d’America: un insieme pittoresco di tutto ciò che nell’immaginario occidentale è associato all’Asia, piccole statuine di Buddha in tutti i materiali e in tutte le dimensioni,altrettante effigi di Mao, colorati fiori di loto,piccole bambole che riproducono le misteriose Geishe, le tradizionali lanterne rosse di carte, palazzi riccamente ornati che intendono suggerire gli splendori del decaduto impero ma anche numerosi murales: da quelli che rappresentano i temi più emblematici come dragoni e pesci a quelli di denuncia del regime comunista. Da non perdere: l’ingresso dalla monumentale porta affiancata da piccoli dragoni per immergersi totalmente in questo angolo di Cina.

Per completare un quadro, sia pur sommario, di San Francisco consigliamo: una visita a North Beach,dove è doveroso entrare nella libreria City Lights e respirare un’atmosfera che trasuda grande letteratura e una a Fisherman’s Wharf,che rappresenta una forte attrazione per i turisti soprattutto per i numerosi ristorantini che propongono il tipico granchio di Dungeness,di notevoli dimensioni accompagnato da salse diverse,per esperienza siamo propensi a consigliare quello in salsa di soia,o al burro. Delicious!

A malincuore lasciamo San Francisco in direzione di Las Vegas. Le numerose ore di macchina sono un stimolo ad osservare il paesaggio circostante così diverso dalla realtà urbana,formicolante di gente da cui siamo stati inebriati. Dopo kilometri di natura selvaggia e desertica la città del peccato si fa notare attraverso il proverbiale scintillio di luci,come cantava Elvis “Viva Las Vegas with you neon flashin’ and your one armbandits crashin’ all those hopes down the drain”.

Las Vegas è questo:luci al neon a profusione, sale da gioco, roulette presso cui si affannano i giocatori con i loro sogni di gloria, è spettacolo puro, fatto per intrattenere stupire e meravigliare, una città opulenta, un parco giochi barocco per adulti in cui tutto risulta artefatto ma non per questo meno attraente. Imperdibile è il canonico giro turistico sulla Strip alla ricerca degli alberghi più stravaganti: si va dal tempio romano, il Caesars Palace a cui si accompagnano anche una riproduzione alquanto imperfetta del Colosseo,dinanzi alla quale noi italiani non possiamo trattenere un sorriso e dell’Apollo del Belvedere,alla piramide egizia del Luxor con tanto di Sfinge e di obelisco,dal Flamingo,primo e storico hotel-casinò sui toni del rosa e dotato di un giardino esterno che comprendere anche uno stagno in cui è possibile vedere,ovviamente,dei fenicotteri fino all’hotel culto della città,consacrato nella cultura popolare da film e telefilm,il Bellagio,elegante e raffinato,sontuoso senza essere kitsch,sede all’interno di negozi della più alta tradizione italiana e francese.

Un’altra categoria di alberghi riproduce le fattezze di città memorabili, entrate nell’immaginario collettivo come posti dotati di un’aura quasi sacrale e di un fascino in quantificabile:il New York con la statua della libertà e le famose montagne russe di Coney Island,il Paris Las Vegas, un edificio arricchito dai pittoreschi tetti parigini, e dalla Tour simbolo materiale del contesto urbano della Ville Lumière,e il Venetian che con canali artificiali e sedicenti gondolieri, sconsigliamo il giro in gondola dal prezzo decisamente poco abbordabile, è un chiaro omaggio alla città italiana.

La caratteristica di questi alberghi consiste in particolari attrazioni o spettacoli che ognuno di essi allestisce o mette in scena ogni ora con risultati oltre ogni aspettativa:i più suggestivi sono le fontane del Bellagio che si animano creando delle magiche scenografie,il vulcano del Mirage,che erutta ogni mezz’ora al suono di tamburi e circondato da torce tiki,le maschere di carnevale del Venetian che prendono vita creando un’atmosfera incantata anche se non priva di risvolti inquietanti. Consigliamo i fantastici hamburger della steak house Carnegie presso l’hotel Mirage,in tipico stile da tavola calda americana e il self service di cibo cinese Panda Express dove è possibile gustare deliziosi involtini primavera, pollo all’arancia e il classico riso alla cantonese. Per i bambini consigliamo una visita all’Excalibur, un albergo composto da tante torri e che all’interno riproduce l’ambientazione del ciclo di Merlino e dei cavalieri della tavola rotonda, ricco di negozi a tema e di piccoli draghetti disseminati per l’albergo, e il Treasure Island, con la sua nave pirata che consente ai più piccoli di vivere l’esperienza delle sirene e dei bucanieri.

Per lo shopping, molti alberghi dispongono di centri commerciali in cui si susseguono negozi prestigiosi e altri più abbordabili. Merita una visita quello del Caesars Palace, all’interno del quale si trova addirittura una copia della fontana di Trevi, finti mosaici bizantini e uno spettacolo che vede come protagonisti delle divinità marine, e quello del Venetian: è puro dovere di obiettività riconoscere che gli affreschi che cercano di imitare la maniera di Veronese o di Tintoretto risultano ingenui e semplicistici,ma l’atmosfera è in ogni caso suggestiva. L’albergo in cui abbiamo alloggiato è il Mirage, collegato con una sorta di trenino al Treasure Island, tenendo fede al suo nome è stato allestito con l’intenzione di ricreare l’ambiente lussureggiante di un’oasi,ovunque un tripudio di fiori, di piante esotiche, con un lunghissimo acquario a parate abitato dalle più stravaganti varietà di pesci. A questa scenografia se ne intreccia un’altra:quella inglese,esemplificata dalla presenza all’ingresso della celeberrima cabina telefonica rossa,dal momento che il teatro dell’albergo offre in misura permanente lo spettacolo Love del Circe du Soleil,con musiche dei Beatles. Che la musica dei Fab 4 sia il leitmotiv del Mirage lo si intuisce facilmente: negli ascensori e negli spazi comuni viene diffusa solo musica dei Beatles,l’albergo ospita un lounge bar dall’eloquente nome di Revolution e un negozio all’interno del quale è possibile acquistare dvd,cd,vinili,magliette e tutti gli accessori con le immagini del gruppo di Liverpool. Il connubio tra loro musica e le acrobazie del Cirque du Soleil crea risultati sorprendenti:abbiamo avuto modo di assistere allo spettacolo che ci ha coinvolto,entusiasmato,emozionato,ma soprattutto ci ha lasciato un ricordo indelebile,il prezzo del biglietto è decisamente ripagato dall’esibizione,impeccabili le ambientazioni e le ricostruzioni storiche,magiche le atmosfere sognanti ed esotiche,senza tempo le canzoni che accompagnano e scandiscono il ritmo delle vorticose acrobazie di questi artisti,dotati di una grazia indescrivibile.

Da ricordare il celebre museo delle cere Madame Tussauds che presenta personaggi e ambientazioni tipici di Las Vegas: Elvis,Robert de Niro in Casinò e Frank Sinatra. Amazing! Il tragitto da Las Vegas a New York,nostra vecchia conoscenza, richiede uno spostamento tramite aereo ma niente riuscirebbe a temperare il nostro entusiasmo: rivedere la città sotto le luci natalizie è sempre una grande gioia. L’albergo in cui abbiamo soggiornato a New York è il Bedford,da noi particolarmente apprezzato per l’ottimo rapporto qualità prezzo,ad una cifra ragionevole tenendo conto della stagione e della dislocazione abbiamo usufruito di una piccola suite con uso cucina, e per la posizione centralissima direttamente sulla Lexington Avenue a due passi dalla stazione Grand Central e da tutte le principali attrazioni turistiche.

A New York l’offerta gastronomica è davvero ampia. Disponendo di un angolo cottura nella camera d’albergo, non abbiamo potuto fare a meno di assaggiare le rinomate bistecche. Ottimo anche il sushi e gli stuzzicanti panini di Pret a Manger. Il nostro preferito? Quello con tonno e cetrioli già abbondantemente apprezzato ( e consumato)durante il nostro soggiorno a Londra. Se bastano dieci giorni per sentirsi newyorkesi,per noi ne è sufficiente uno,camminare per l’elegante Madison avenue,fare una ricca colazione a base di uova e pancetta nel bar Europa sulla 5th avenue,contemplare con fare assorto le vetrine,magari sorseggiando un cappuccino alla vaniglia di Starbucks,proiettano qualsiasi visitatore in una favola tutta americana.

Per gli acquisti, particolarmente vantaggiosi durante il periodo natalizio a causa dei saldi, consigliamo: il grande magazzino Macy’s dove è possibile comprare davvero di tutto a prezzi abbordabili:dalla biancheria per la casa a quella intima,dall’abbigliamento agli elettrodomestici,nella magica cornice di Broadway; Forever 21,un vivace negozio di abbigliamento che offre un’ampia varietà di abiti allegri e frizzanti,scarpe originali il tutto a prezzi stracciati;il negozio cult della biancheria intima,patria dei più seducenti angeli terreni,Victoria’s Secret con i suoi costumi da bagno in grado di valorizzare tutte le donne;infine segnaliamo per il cultori del genere nella pittoresca Soho il Beats Store,un negozio interamente dedicato alle cuffie in cui è possibile trovare modelli personalizzati e introvabili sul mercato.

Ma New York non è solo moda e leggerezza è anche cultura: e come non citare a tal proposito quello è che forse il più importante spazio espositivo nel campo dell’arte contemporanea,la Mecca per tutti gli amanti dell’arte dal ‘900 ai giorni nostri, il Museum of Modern Art?

Il Moma è un’esperienza e come tale consente diverse modalità e tempi di esecuzione:è possibile dare un’occhiata furtiva alle opere,focalizzarsi solo sui periodi o sugli artisti a cui si è maggiormente interessati,oppure fare una visita completa,lasciarsi attrarre anche da ciò che in primo momento può sconvolgere o lasciare indifferenti con l’imperativo morale di non accostarsi alle opere,sia figurative che digitali,con la mente scevra da pregiudizi. Tra le opere più celebri del museo si annoverano i vari dripping, dipinti realizzati facendo sgocciolare il colore direttamente sulla tela, di Pollock, la Gold Marilyn Monroe di Andy Warhol, les Demoiselles d’Avignon di Picasso e la celebre notte stellata di Van Gogh, è consentito fare fotografie perciò armatevi di macchina fotografica per conservare in modo tangibile i ricordi di questi straordinari lavori, il prezzo di 14 dollari per gli studenti è decisamente un’inezia. Tra gli altri musei degni di nota segnaliamo il Metropolitan, durante il periodo del nostro soggiorno presentava una mostra interessate dedicata a Matisse, e il Guggenheim anche per la straordinaria struttura espositiva disegnata dal visionario architetto Frank Lloyd Wright che con la sua forma a spirale rompe in tutta la sua bellezza plastica, l’uniforme reticolato delle strade di New York e per grandi e piccoli il Museo di storia naturale per vivere un’esperienza simile a quella del film “Una notte al museo”. Il giorno successivo l’abbiamo dedicato all’esplorazione di quartieri più caratteristici come Soho e Chelsea,ricchi di gallerie d’arte e di studio di giovani ed intraprendenti stilisti e designer. Nonostante il freddo pungente ci siamo anche addentrati in Central Park:particolarmente commovente la sezione denominata Strawberry Fields ,una lastra con la scritta Imagine commemora John Lennon,al quale un assassino ha tolta la vita dinanzi alla sua residenza,il Dakota Building. Ma l’atmosfera festosa del natale è riuscita comunque a trasportarci:come rimanere indifferente dinanzi al luminoso albero del Rockefeller Center e alla pista di pattinaggio sottostante? Di luce in luce, di magia in magia, siamo approdati a Times Square e i suoi cartelloni sfavillanti, il susseguirsi di insegne di teatri,il fascino intenso sprigionato da questa leggendaria piazza ci hanno inebriati al punto da darci l’impressione di essere al centro del mondo. Questo è stato, l’ultima sera, il nostro saluto a New York una città che non smette di affascinare e della quale abbiamo apprezzato tutto: dalla stazione Grand Central, all’interno della quale c’è un alimentari da noi molto frequentato durante il soggiorno,alla biblioteca,maestosa con i suoi leoni in pietra,ai cupcakes della pasticceria Magnolia,fino alle favolose vetrine dei più prestigiosi grandi magazzini della città,frequentati da un’abbiente clientela o semplicemente da sognatori,imperdibili quelle di Lord and Taylor ciascuna delle quali riproduce fin nei minimi dettagli scenari diversi:si va da una New York innevata,ai mercatini natalizie di una città alpina fino alle esotiche suggestioni di un’Asia sublime.

New York I love you!



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