Oman, un pezzo di Tirolo in Medio Oriente

Deserti fantastici, oasi lussureggianti, souq e mercati dal sapore antico, fra modernità e rispetto delle tradizioni
Scritto da: Sergio&Marta
oman, un pezzo di tirolo in medio oriente
Partenza il: 18/01/2015
Ritorno il: 27/01/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Sergio, 54 anni, e Marta, 49 anni, sono i protagonisti di questo viaggio. Marta ha curato, come sempre, l’aspetto organizzativo, Sergio ha scritto il diario di viaggio.

Domenica 18 Gennaio 2015

Partenza ore 4.30, ci accompagna Elisa, nostra figlia, all’aeroporto di Firenze dove ci imbarchiamo per Amsterdam alle 6.30 con KLM, aereo pieno, volo tranquillo, arriviamo con un po’ di ritardo, alle 8.45, perchè su Amsterdam ci sono nuvole basse e tempo piovoso. Prendiamo poi il nostro volo KLM per Muscat, partenze ore 10.00 con arrivo previsto alle 21.15 ora locale, 18.15 ora italiana, ci sono 3 ore di fuso fra Italia e Oman. Ci eravamo dimenticati che questo aereo fa uno scalo tecnico a Doha, in Qatar, quindi ci sorbiamo in tutto 3 decolli e altrettanti atterraggi! Il viaggio è lungo ma sostenibile, il vettore da Amsterdam a Muscat è dotato di monitor individuali che consentono la visione di film e l’ascolto di musica. Guardo due film, il primo si intitola Belle e parla della tratta degli schiavi vista dalla giustizia inglese, ho pianto per tutto il film, per fortuna Marta dormiva altrimenti chissà quanto mi prendeva in giro! Il secondo è un film di spionaggio sule cellule jiadiste in Germania, tanto per restare in tema di Medio Oriente!

Il paesaggio sulla Turchia è impressionante, neve da tutte le parti! A Doha la sosta dura 45 minuti poi, finalmente, Muscat! Le formalità di rito in aeroporto sono molto rapide, il visto ci costa 25 € in due. Prendiamo la nostra macchina a noleggio prenotata via internet con Rentalcars.com, vettore Europcar, una Nissan Pathfinder 7 posti con cambio automatico, come d’uso nei paesi arabi, mi ci vuole un po’ per prenderci la mano! Avevamo prenotato un navigatore GPS insieme all’auto ma all’Europcar non ce l’hanno, ce lo procurano presso un altro autonoleggio per la “modica” cifra di 7 rial al giorno, circa 16 €, bel furto! Pago i 56 rial per gli 8 giorno di noleggio con 70 rial che ho nel frattempo prelevato con la carta di credito, per riavere il resto ci vuole oltre mezz’ora, più che a uscire dall’aeroporto! Le valigie arrivano in pochi minuti, all’estero sono sempre efficienti, se paragonati all’Italia. A prima vista sembra funzionare tutto bene, arriviamo al nostro albergo, l’Al Ferdous Apartement, intorno alle 23.00, a mezzanotte siamo già a letto, Marta ha, come al solito dopo un volo, il mal di testa.

Lunedì 19 Gennaio 2015

Sveglia alle 7.15, abbiamo dormito come ghiri tutta la notte, io non ho sentito neanche il muezzin che alle 4.00 declama i suoi sermoni! Siamo ancora un po’ frastornati dal viaggio, i miei 54 anni e i quasi 50 di Marta si fanno sentire! In compenso Marta non ha più il mal di testa, questa è una buona notizia visto che ci aspetta una giornata impegnativa e che dobbiamo muoverci in fretta. Per prima cosa andiamo in città a fare compere, i supermercati in Oman sono completamente diversi dai nostri, hanno tonnellate di spezie, pochissima carne, quasi niente affettati e formaggi. Compriamo una vaschetta di feta a cubetti, una confezione di olive, biscotti, pane arabo, banane, dolci e yogurt, spesa complessiva 5,20 rial, circa 12 €! Prendiamo poi la strada verso Sud, che ci condurrà a fine giornata alla nostra destinazione finale, il Turtle Beach Resort, dopo 180 km. La prima tappa è il Bimah Sinkhole, una dolina carsica con acqua calda situata all’interno di un parco, non facile da trovare perchè le indicazioni sono solo per il parco, l’Hawiyat Najm Park. Con un po’ di pazienza riusciamo a trovarla, bella, valeva la pena! Immergiamo i piedi nell’acqua e subito i pesciolini vengono a farci lo scrub, molto buffo. Proseguiamo poi per la spiaggia di Fins, bella, con sassolini bianchi, peccato che il mare è mosso, decidiamo di non fare il bagno. Mangiamo e partiamo alla volta dell’impegnativo Wadi Shab, dove una barca ci conduce ad un sentiero che percorriamo per circa un’ora per arrivare ad un tratto da fare … a nuoto! Siamo attrezzati con costume, scarpette da scoglio e tupperware in cui tenere le cose importanti lontano dall’acqua. Ci immergiamo ed è bellissimo, dopo diverse pozze d’acqua arriviamo in fondo al wadi dove, attraversata una stretta insenatura nell’acqua, si entra in un vano dove una cascata porta acqua al fiume, veramente molto bello! Torniamo indietro in fretta, ci attende ancora molta strada, inutile dire che nell’acqua, oltre a noi, abbiamo visto solo altri due italiani! Proseguiamo per Sur, cittadina sul mare famosa per i suoi cantieri dove si realizzano le famose barche in legno tipiche dell’Oman, i dhows, costruite tutte a mano. Siamo a secco di benzina, per fortuna troviamo un distributore, 70 litri di benzina per 8,50 rial, qualcosa come 18 €, robe da pazzi! Giungiamo alle 18,30 al nostro resort sul mare, notevole! Il tempo di una doccia, cena in albergo alle 19.15 e poi subito a vedere le tartarughe, con una visita alle 21.00 che avevamo prenotato via internet presso il centro di Ras al Jinz. Con la solita fortuna che ci contraddistingue riusciamo a vedere 5 tartarughe verdi gigantesche, due che depongono le uova e tre che rientrano in acqua. Sappiamo che questo non è il periodo migliore per la deposizione delle uova, la sabbia è fredda e questo non è un bene per la schiusa delle uova, che hanno bisogno di temperature dai 21 ai 25 gradi, ma tant’è, le abbiamo viste. Torniamo in albergo alle 22.30 stanchi ma felici, possiamo evitarci anche la levataccia alle 4.30 per tornare a vederle, riposiamo un po’ di più e domattina … in spiaggia! Appena rientrati in camera si alza il vento ed inizia a piovere.

Martedì 20 Gennaio 2015

Sveglia con calma, alle 8.30, colazione e poi una mezz’ora in spiaggia; il vento è forte, impensabile stare in costume. Il Turtle Beach Resort è una bella struttura, realizzata cercando di rispettare l’ambiente, il personale è cordiale e disponibile, una buona soluzione in questa zona che ha pochi servizi. Muoviamo alla volta di Jalan Bani Bu Ali percorrendo la strada lungo la costa, molto bella anche se un po’ monotona, i paesi che incontriamo sono tutti uguali, con molte piccole attività commerciali, sartorie, barberie, fruttivendoli, piccoli artigiani che lavorano il ferro e l’alluminio, diciamo come poteva essere in Italia negli anni ’70 del secolo scorso! Arriviamo a Jalan Bani Bu Ali intorno alle 12.00, ma la nostra ricerca delle due attrattive della città, il forte e la moschea con 52 cupole, è vana, il paese è grande e assolutamente non abituato al turismo, nessuno parla inglese né riesce a darci le indicazioni giuste, compriamo in un supermercato olive, formaggio e pane arabo che mangiamo sotto un albero.

Proseguiamo poi per Al Mintirib, ultimo villaggio prima di entrare nel deserto del Wahiba Sands. Dobbiamo far sgonfiare le gomme per percorrere la pista nel deserto che ci accompagnerà al 1000 Nights Camp, l’oasi dove abbiamo prenotato via internet il nostro soggiorno per la notte. Trovare un gommista ad Al Mintirib è quasi un’impresa, dopo qualche imprecazione riusciamo a trovarlo, per 2 rial il meccanico sgonfia, ad occhio, le gomme e possiamo partire per la nostra avventura nel deserto. Il tratto di pista da percorrere, circa 40 km, è per la prima parte, di fatto, una strada sterrata, poi, negli ultimi 15 km, una pista vera e propria nel deserto. Purtroppo, nell’ultimo tratto, non vediamo un segnale ed iniziamo quindi a salire su un’altissima duna perchè vediamo delle tracce di auto, impresa impossibile! Dopo due impantanamenti decidiamo di tornare giù dalla duna e di chiamare il campo per farci venire a prendere. Dopo 30 minuti arriva a prenderci un addetto del 1000 Nights Camp che ci mostra la pista, era dietro una curva a gomito mal segnalata, la strada è decisamente buona, non da Camel Trophy, basta una qualsiasi buona jeep con le 4 ruote motrici e si va senza problemi, basta vedere le curve!! Arriviamo al campo dopo le 18.00, è già buio; il campo è molto bello e ben attrezzato, non utilizziamo neanche il nostro sacco tenda per dormire perchè le lenzuola sono pulite e anche la camera non è male, il bagno a cielo aperto è invece veramente buffo! Gli ospiti del campo sono una ventina, ma in macchina privata siamo solo noi, gli altri sono venuti accompagnati dalle guide, diversi sono italiani. Ceniamo alle 19.15, guardiamo le migliaia di stelle che tempestano il cielo e andiamo a letto, domani vogliamo vedere l’alba!

Mercoledì 21 Gennaio 2015

Sveglia alle 6.00, saliamo sulle dune, siamo soli ovviamente, alle 6.30 siamo in cima, vediamo il nostro campo iniziare a svegliarsi, gli addetti danno da mangiare agli animali, che sono tanti, cammelli, impala, gazzelle, conigli. Scendiamo a fare colazione e poi partiamo per tornare nella civiltà. Tornando indietro il solito cartello stradale messo male ci porta al punto dove ieri sera volevamo salire e lì capiamo perchè abbiamo sbagliato strada e cioè perchè molti buontemponi guide locali si divertono a scendere da questa parte per impressionare i turisti e quindi lasciano i segni delle ruote delle loro jeep che ci hanno tratto in inganno! Prendiamo la strada maestra e torniamo a valle. Notiamo una jeep parcheggiata al bordo della pista e una coppia che sta uscendo da una tendina accanto alla macchina, c’è qualcuno più pazzo di noi che ha fatto campeggio libero nel deserto! Continuando nel percorso notiamo poi che molti sono i recinti con i dromedari, alcuni hanno anche un bel cappottino addosso per non prendere freddo, chissà cosa ci faranno con questi stupendi animali. Ad Al Mintirib rigonfiamo le gomme e ci facciamo riavvitare un coprigomma che si era staccato nell’avventura sulle dune del deserto. Ci avviamo poi per Ibra, dove vogliamo vedere il souq delle donne del mercoledì; non è facile trovarlo, purtroppo in Oman il turismo è ancora gestito quasi esclusivamente dalle agenzie di viaggio e dalle guide turistiche e non ci sono indicazioni per i “turisti per caso” come noi. Comunque, grazie alle indicazioni dell’addetto alla reception del nostro albrergo, l’Ibra Motel, troviamo il souq che però non è niente di speciale, anzi è abbastanza deludente, pochi oggetti e di nessun interesse, quasi tutto made in Cina, Andiamo poi alla ricerca di un gruppo di case diroccate fatte con mattoni crudi, ma anche qui nessuna indicazione, pensiamo di averle individuate ma non ne siamo proprio sicuri! Torniamo in albergo per il pranzo, compriamo nell’ottima bakery accanto all’Ibra Motel una serie di ottimi salati di pasta sfoglia ripieni caldi, il tutto alla modica cifra di 2,20 Rial, circa 5 €. Dopo pranzo ci muoviamo per Wadi Bali Kalid, dove arriviamo intorno alle 15.00; anche qui cartelli inesistenti, sbagliamo posto ed entriamo in un wadi che non c’entra niente! Dopo poco torniamo indietro e riusciamo a trovare il fiume giusto, un luogo stupendo dove il fiume ha scavato nel granito bianco formando un tratto verde mare profondo oltre 5 metri! Decidiamo di non fare il bagno, anche se ci stava bene una nuotata! Torniamo indietro e, prima di tornare ad Ibra, ci fermiamo a vedere la bellissima oasi di Al Hawijah, attaccata al deserto. Alle 19.00 siamo in albergo, doccia, poi al supermercato a comprare qualcosa per la colazione di domani e quindi al ristorante accanto all’albergo, dove la Lonely Planet consiglia di mangiare i gamberi in crema di zenzero, molto buoni ma super piccanti. Prendiamo poi degli altri gamberi fritti e verdure fritte, il tutto per la modica cifra di 6 Rial, circa 14 €. Festeggiamo poi in camera il mio compleanno, abbiamo comprato 2 pezzi di torta alla bakery accanto all’albergo. Marta ha portato due candele con un 5 e un 4 molto belline e il mio regalo, un portachiavi con le nostre iniziali, veramente bello! 5 e 4 significano proprio 54, 54 anni, mi meraviglio di poter continuare a viaggiare a questi ritmi alla mia veneranda età! Effettivamente sono un bel po’ più stanco degli anni precedenti ma tengo duro, barcollo ma non mollo!! Siamo stanchi morti, andiamo subito a letto. Questo viaggio si sta rivelando più faticoso di quanto pensassimo, non so per quale motivo, forse l’età non consente più certi ritmi, oggi non abbiamo fatto nulla di particolarmente faticoso, se si eccettua la salita alle dune e un piccolo percorso per giungere al Wadi Bani Kalib. Penso che per i prossimi viaggi dovremo accontentarci di percorsi più soft e con ritmi meno serrati, spendendo un po’ di più ma allungando i tempi del viaggio.

Giovedì 22 Gennaio 2015

Sveglia alle 7.15, facciamo colazione in camera con le brioches che abbiamo comprato ieri alla bakery e il latte alle fragole comprato al supermercato. Muoviamo per Sinaw, dove oggi, come tutti i giovedì, c’è il mercato dei dromedari nel souq. Arriviamo a destinazione verso le 9.30, lo spettacolo è per certi aspetti folkloristico e per altri impressionante, i poveri animali sono in bella mostra impauriti. Sotto la tettoia poi i contadini, uomini e donne, vendono le loro caprette; accanto c’è il mercato del pesce, annunciato da una puzza nauseabonda, dove ragazzini di tutte le età dividono i tonni in tranci per la vendita. In Oman la scuola è obbligatoria dai 6 ai 18 anni, ma da quello che vediamo l’abbandono scolastico è un po’ troppo alto! C’è anche il mercato delle verdure, che però non ha nulla a che vedere con quello degli animali. Proseguiamo poi per Birkat al Mawz, un villaggio con belle distese di palme da datteri, nulla di eccezionale, quindi arriviamo a Tanuf, anche qui nulla di particolare. Giungiamo poi a Bahla il cui forte, patrimonio dell’UNESCO dal 1987, è stato recentemente restaurato e i lavori finalmente completati nel 2012. Visitiamo la struttura, molto bella e articolata, anche se manca ancora una reale valorizzazione turistica. Mangiamo a Bahla in un piccolo ristorante dove per circa 15 € in due ci servono uno stufato di montone con patatine fritte; in Oman una sola portata di cibo è sufficiente per sfamarsi abbondantemente, perchè, insieme alla pietanza, vengono serviti riso, pane arabo e verdure crude. Per le verdure viene servita anche una salsa a base di yogurt che, ovviamente, non possiamo mangiare per evitare brutte sorprese! Dopo pranzo proseguiamo per il castello di Jabrin, una struttura fatta costruire da un potente imam, molto ben restaurata, con soffitti in legno decorati e diversi arredi d’epoca, molto interessante. Ci dirigiamo quindi verso Nizwa, nostra destinazione per la notte; prima di andare in albergo facciamo in tempo a visitare il souq, un po’ più bello di quelli visti sino ad ora, con qualche pezzo di vero artigianato anche se nulla di trascendentale. Alloggiamo al Majan Guest House, un buon albergo anche se comincia a sentire il peso degli anni. Ceniamo in un ristorante con cucina turca nei pressi dell’albergo, un kebab di pollo e uno shawarma di montone, che consiste di 3 spiedini arrostiti alla griglia, il tutto per la modica cifra di 3,8 Rial, 8,5 €. Prima di andare a letto torniamo a fare due passi nel centro di Nizwa by night e notiamo una delle cose incredibili di questo stupendo paese, il souq è ancora aperto e tutta la merce esposta, solo che i negozianti non ci sono, la merce è alla mercè del pubblico! Incontriamo una guardia che ci informa che, fra alcuni minuti, chiuderanno i cancelli, gli chiediamo come sia possibile che ci sia tutta la merce a vista, ci risponde, quasi meravigliato, che qui nessuno si azzarda a toccare nulla, c’è grande rispetto per le cose altrui! Gli facciamo presente di sentirsi orgoglioso del suo popolo, da noi una cosa simile non sarebbe neanche pensabile!

Venerdì 23 Gennaio 2015

Sveglia alle 7.15, andiamo direttamente al souq senza fare colazione per vedere il mercato del bestiame. Arriviamo abbastanza presto, intorno ad una tettoia girano in circolo i venditori di bestiame con le loro capre, le mucche, i cammelli, intorno a loro una folla di curiosi e di acquirenti che effettuano una specie di asta per accaparrarsi i pezzi più pregiati, una cosa veramente molto buffa! Torniamo in albergo e facciamo colazione, poi partiamo per il Jebel Shams, una montagna alta oltre 3.000 metri conosciuta come il Gran Canyon d’Arabia, raggiungibile con una lunga e panoramica strada sterrata molto ben tenuta. In cima la vista sul wadi è incredibile, un precipizio profondo quasi 1.000 metri che mette i brividi! Torniamo indietro e visitiamo la cittadina di Al Hambra, con bellissime case in mattoni crudi e fango tipiche dello Yemen, molto mal conservate ma comunque affascinanti. Saliamo poi alla volta di Misfath, un paesino con case in pietra molto ben tenuto, all’interno del quale un sistema di falay (canali) consente oggi di mantenere attiva una bellissima oasi di palme da datteri e banani. Questo è il primo paese che troviamo che abbia anche delle indicazioni turistiche, un posto che vale davvero la pena visitare; tornando indietro il panorama è bellissimo! Iniziamo poi per la Highway la discesa verso Muscat, dove trascorreremo gli ultimi tre giorni della nostra vacanza. Arriviamo verso le 19.00 alla cittadina di Al Seeb, un centro a Nord di Muscat pieno di negozi e di attività, molto vivace e dinamico. Mangiamo un kebab di calamari cucinato in alcuni chioschi sul lungomare, una cosa molto particolare. Poi rientriamo all’Al Ferdous Apartment, ultima residenza della nostra vacanza.

Sabato 24 Gennaio 2015

Iniziamo la mattinata con la visita al mercato del pesce di Mutrah, situato nel vecchio porto; il tragitto che porta al mercato è incredibile, un paesaggio tipico da Svizzera, con aiuole verdi piene di fiori e parchi posti al bordo della Highway, neanche una carta a terra, una città che non sembra affatto del Medio Oriente. Il mercato del pesce è molto vivace, i venditori hanno tonnellate di pesce freschissimo di tutte le taglie, dai tonni, ai crostacei, al pesce azzurro, senza contare tutte le specie che non riconosciamo! Andiamo poi al souq, molto bello e ben tenuto; veniamo catturati da un venditore di essenze che ci spilla 50 Rial ma ci vende un sacco di oggetti, profumi, incensi, il famoso bakhor omanita e profuma abiti, finalmente oggetti interessanti! Impressionante il souq dell’oro, con negozi pieni di oggetti preziosi bellissimi e pieni di acquirenti, veramente un bel vedere! Ci avviamo poi verso il palazzo del sultano, un edificio moderno ma molto originale, con un bellissimo colonnato di accesso e fiori ovunque. Da qui ammiriamo anche i due antichi forti posti a protezione del palazzo, il forte Jalani e il forte Mirani. Pranziamo in un ristorante vicino al palazzo, dove gustiamo un doppio hamburger di montone e un succo di melone delizioso per soli 4 Rial, meno di 10 € in due! Osserviamo poi dall’esterno l’Al Bustan Palace, il miglior hotel del Medio Oriente; poi andiamo verso Bandar Khayran, dove osserviamo le khor, insenature che formano una sorta di laguna con le mangrovie e le montagne a picco sul mare, uno spettacolo veramente unico, sulla spiaggia conchiglie e coralli bellissimi. Torniamo indietro e percorriamo il Wadi Mayhm un corso d’acqua intorno al quale si snodano paesini coperti da immensi palmeti. La strada esce in corrispondenza della Highway che collega Muscat a Sur; siamo quasi senza benzina, chiedo ad un abitante del posto in macchina di indicarmi un distributore, lui mi ci accompagna direttamente, come al solito gli omaniti dimostrano una disponibilità incredibile! Ci dirigiamo quindi verso sud, alla cittadina costiera di Qurayat, bel villaggio di pescatori con centinaia di barche ormeggiate intorno alla spiaggia. Rientriamo a Muscat, passiamo dall’albergo per cambiarci e andare a cena al Parco Al Qurm, dove sappiamo essere in corso il festival di Muscat; arrivati al parco però non c’è anima viva! Ci informeremo meglio sul luogo in cui si svolge il festival; andiamo quindi a comprare i datteri da Bateel, un negozio extra lusso dove ci spennano 27 Rial, 60 €! Ceniamo al porto di Mutrah, sulla corniche, giornata intensa ma piacevole!

Domenica 25 Gennaio 2015

Scendo alla reception per chiedere alla ragazza di turno se domattina posso fare il check out e stampare le carte d’imbarco e se possiamo lasciare l’albergo più tardi domani pomeriggio. Le chiedo inoltre se sa dirmi dove si svolge il festival di Muscat; la ragazza, gentilissima, asseconda tutte le mie richieste. Le chiedo da che paese proviene, mi risponde che viene dalle Filippine, che ha una laurea in farmacia ma che non è riuscita a trovare lavoro nel suo paese. Ha deciso quindi di venire in Oman, passando prima per Dubai. Inizialmente un’agenzia di lavoro interinale omanita le ha trovato un lavoro da domestica presso una famiglia omanita, per un compenso di 60 Rial al mese, meno di 140 €, cifra che l’agenzia ha poi trattenuto per i primi 3 mesi. Ha poi, per fortuna, trovato lavoro presso questo albergo e che sono 5 anni che non torna a casa, che la vita qui è dura per una ragazza sola, che lavora molto e che passa il suo tempo libero a casa, non avendo relazioni con gli abitanti del posto, una vita veramente dura! Visitiamo la Grand Mosque Sultan Qaboos, la terza più grande del mondo, fatta costruire fra il 2001 e il 2010 dal sultano per farne dono al suo popolo. L’interno, splendido, vede i suoi punti di forza nel tappeto, il più grande del mondo, tessuto in seta delle dimensioni di 60 x 70 m e del peso di 21 tonnellate, e nel lampadario centrale in cristallo Swarovsky, con oltre 1.000 lampadine. L’ingresso è gratuito, basta evitare le crociere che arrivano a frotte, con gruppi di oltre 1.000 persone!

Ci dirigiamo poi verso Nakhal, un borgo posto a NO di Muscat che conserva un forte del XIX secolo molto ben tenuto e con buone descrizioni sull’utilizzo delle stanze e delle torri. A 2 km. da Nakhal troviamo poi la sorgente calda di Ath Thowra, dove sostiamo per pochi minuti ad ammirare il paesaggio. Torniamo poi verso Barka, famosa per la preparazione dell’hawla, un dolce tipico omanita simile alla caramella mou e di consistenza gelatinosa, ne compriamo 3 confezioni. Accanto alla pasticceria c’è il Lulu Hypermarket, che visitiamo con molto interesse perchè è fornitissimo di generi di tutti i tipi. Compriamo qualcosa per il pranzo e ci dirigiamo verso la spiaggia di As Sawadi, dove mangiamo sul mare e osserviamo le famiglie locali che fanno pic nic. La spiaggia è lunghissima, è piena di conchiglie che ci fermiamo a raccogliere. Mentre percorriamo la spiaggia vediamo un ragazzo che, con una rete in mano, riesce a portare fuori dall’acqua un intero banco di pesci, sicuramente almeno 10 kg di pesce, una cosa mai vista e inaudita per i nostri mari ormai morti e privi di pesce. Torniamo poi verso Al Seeb, dove cerchiamo invano il souq e dove percorriamo le vivaci strade centrali piene di negozi. CI avviamo poi al festival di Muscat, che si tiene al Naseem Park, un giardino scenografico spettacolare ed immenso. Ci fermiamo per la cena e osserviamo le famiglie del luogo che si soffermano nelle centinaia di stands a comprare oggetti; un giovane sta preparando l’hawla girando il composto in un grande tegame di rame, decidiamo di comprarne una confezione ancora calda, mentre sto per pagare un signore del posto tira fuori un Rial e paga al posto mio, poi mi sorride, mi saluta e va via, un gesto tipico dell’ospitalità di questo popolo che interpreta a pieno i dettami dell’islam, fatti di fratellanza e di condivisione, un gesto inaspettato e quasi commovente, a dimostrazione di quanto sia grande il popolo omanita. Ci soffermiamo poi a comprare due braccialetti in uno stand e parliamo con il ragazzo del negozio, veniamo a sapere che è yemenita e che nel suo paese, prima dell’inizio delle ostilità, faceva la guida turistica. Ci auguriamo che, con l’aiuto di Hallah, ci vedremo presto nello Yemen pacificato per fare un tour, inshallah! Torniamo in albergo felici di questi incontri, i viaggi non sono fatti solo di arte e natura, ma soprattutto di incontri tra popoli e culture diverse che cercano, in questo modo, di capirsi e di apprezzarsi; purtroppo cominciamo a preparare le valigie, domani è l’ultimo giorno in Oman!

Lunedì 26 Gennaio 2015

Iniziamo la giornata prendendo la strada per Bandar Jissah, una delle spiagge più belle intorno a Muscat. Purtroppo è in atto la costruzione di un villaggio turistico privato e quindi la strada non è accessibile. Scendiamo quindi a Qantab beach dove, appena parcheggiata l’auto, un pescatore ci aggancia e ci offre un tour di 30 minuti intorno alla baia per 10 Rial, circa 22 €. Accettiamo, anche se la nostra guida Lonely Planet diceva che un giro di un’ora costava 0,7 Rial! Le baie tra Bandar Jissah e l’Oman Dive Center sono ormai praticamente tutte private, il barcaiolo, che parla abbastanza bene l’inglese, ci dice, e ci fa vedere, che alcuni villaggi di pescatori sono stati acquistati dalle agenzie turistiche che, in accordo con il sultano Qaboos, hanno trovato ai pescatori un altro alloggio molto migliore del loro, hanno offerto loro del denaro e gli hanno trovato un nuovo lavoro, una soluzione che non poteva che portare i pescatori ad accettare l’offerta. In questo modo, rapidamente, la costiera a sud di Muscat è ormai inaccessibile ai privati cittadini.

Il giro in barca è molto carino, passiamo sotto l’arco di Yitti ed ammiriamo il fantastico scenario naturalistico di rocce a picco sul mare, mare che però non è proprio il massimo, pieno di alghe e per niente trasparente, pur essendo ricco di pesci, poco invitante. Non consiglierei certo a nessuno di visitare l’Oman per fare il mare, molto meglio tante altre località. Proseguiamo poi per l’Oman Dive Center, l’unico centro dive dell’Oman. Qui, secondo la guida, dovremmo poter mangiare l’hamburger di cammello; quando lo domando alla guardia all’ingresso del dive, quello si fa una grassa risata, solita figura! Si informa presso il ristorante, poi mi dà un pass per entrare, facciamo il nostro primo bagno in Oman sulla spiaggia del dive, acqua anche qui per nulla interessante, anche se ci sono diversi pesci. Alle 13.00 chiediamo al ristorante se servono hamburger di cammello, ovviamente la risposta è no! Lasciamo il dive senza pagare l’ingresso di 2 Rial a testa, la guardia, convinta che abbiamo consumato il pasto al ristorante della struttura, ci lascia passare gratuitamente. Torniamo invece a pranzo al City Tower Coffee Shop & Restaurant, nei pressi del Bait al Zubair Museum e del palazzo del sultano, dove avevamo pranzato due giorni fa. Torniamo poi in albergo per preparare le valigie e poi, lasciata la camera, ci dirigiamo al souq vicino al porto di Mutrah per gli ultimi acquisti. Sono già le 16.30, alle 20.00 dobbiamo riconsegnare la macchina all’aeroporto. Girovaghiamo alla ricerca di un quadretto con una veduta dell’Oman, ad ogni viaggio siamo soliti comprare un dipinto o una stampa che ci ricordino il viaggio e che appendiamo al ritorno a casa nel nostro ingresso, un modo per poter, ogni giorno, ricordarci della fortuna che la vita ci ha dato di poter girare questo nostro stupendo mondo e di rallegrarci anche nei momenti più difficili della nostra esistenza! Non troviamo niente di interessante, al decimo negozio che ci espone la sua mercanzia ci accontentiamo di quello che passa il convento, per la modica cifra di 20 €! Ci fermiamo poi dal gentilissimo negoziante che ci ha venduto i profumi due giorni fa e prendiamo altre due boccette di vetro a forma di cammello per completare i regali. Il tipo gentilmente mi regala anche due monete da 10 e da 25 baisa per completare la mia collezione di monetine omanite, poi mi indica anche un venditore di francobolli per comprare un paio di pezzi per la mia collezione. Ci soffermiamo a guardare il tramonto sul porto, la luce, che viene da dietro, illumina le montagne del golfo e i dohos nel mare, la corniche è veramente bella! Ci avviamo verso il Lulu Hypermarket per comprare la cena, Marta ne approfitta per comprare una centrifuga per la frutta, solo lei poteva pensare una cosa simile! Il prezzo effettivamente è modico, 6.9 Rial, circa 15 €, speriamo di non trovarla a Firenze allo stesso prezzo e che alla dogana non facciano storie! Ci avviamo verso l’aeroporto percorrendo per l’ultima volta la Sultan Qaboos Road, gli omaniti devono davvero fare un monumento a questo grande sultano che, in 40 anni, ha rivoluzionato questo paese, osserviamo per l’ultima volta i parchi e i giardini curatissimi e pieni di fiori, un pezzo di Tirolo in Medio Oriente! All’aeroporto tutto scorre rapido, la riconsegna del mezzo è, come al solito nei paesi arabi, una pura formalità; il check in è rapidissimo, così pure il lasciapassare sul visto e il metal detector.

Considerazioni finali

Che dire, è stato un bel viaggio, anche se nell’area araba abbiamo visto posti sicuramente più affascinanti e soprattutto più economici. Quello che colpisce di questo paese, a differenza di altri paesi arabi, sono il dinamismo e la positività. Lavori in corso ovunque, giardini e parchi impeccabili con centinaia di giardinieri che controllano quotidianamente lo stato dell’erba e dei fiori, centinaia di addetti che raccolgono immondizia nei posti più impensati, viabilità perfetta e traffico ordinato e scorrevole, tutto sembra fuorchè di essere in Medio Oriente! La positività si vede soprattutto dalle famiglie, giovani e con tanti figli, a dimostrazione di una sicurezza economica e di una visione rosea del futuro che certo noi europei non abbiamo. Ciononostante è doveroso fare un elenco degli aspetti positivi e degli aspetti negativi di un viaggio in Oman.

Aspetti negativi

Gli alberghi sono molto cari, pur garantendo livelli qualitativi non eccelsi; il paesaggio è complessivamente monotono, se si eccettuano gli sprazzi di verde delle oasi e le zone montane, con i loro wadi lussureggianti; l’Oman manca, nel suo complesso, di storia, essendo un paese vissuto, fino a 40 anni fa, nell’oscurantismo e nell’arretratezza più assoluti. Per noi europei, abituati all’arte, è difficile accontentarsi di sola natura! Non venite in Oman per fare il mare, almeno nella parte da noi visitata! Noi abbiamo scelto un periodo non consono al mare, preferendo le temperature accettabili di gennaio alle torride estati omanite, anche perchè non amiamo particolarmente il mare. Non disdegniamo però i bei fondali, che qui in realtà non ci sono, il mare può essere paragonabile a quello della Sicilia, bello ma non eccezionale, neanche paragonabile alla Sardegna o alla Puglia, ad esempio; Il volo ha un costo medio-alto, intorno ai 500 €, molto simile ad esempio a un volo per Johannesbug e niente a che vedere con i prezzi di Ryanair per Marrakesh, circa 60 €! Se non avete ancora visitato il Marocco meglio prima fare una capatina lì e pensare semmai dopo all’Oman. Per il Marocco vedi il nostro viaggio postato su Turisti per caso.

Aspetti positivi

L’Oman è un paese molto accogliente, si può girare ovunque senza nessun problema, tutti sono molto disponibili e pronti ad aiutarvi, i tassisti, ad esempio, dispensano informazioni a chi è in difficoltà senza erogare il servizio, molti parlano bene l’inglese e tutto funziona alla perfezione!

Il cibo costa pochissimo, mangiare al volo in un ristorantino costa dai 5 ai 15 € a persona, non vi consigliamo quindi di prendere un appartamento, che costa più di una camera d’albergo, e mangiate tranquillamente fuori sia a pranzo che a cena! L’Oman ha tutti gli aspetti positivi dei paesi arabi, un deserto bellissimo, oasi lussureggianti e montagne ben accessibili, la viabilità è ottima e la benzina non costa niente, meno di 0,30 € al litro. Soggiornare nei mesi invernali italiani al piacevole caldo di questa terra è una vera goduria!

Costo complessivo per due persone

Volo: € 497 x 2 = € 994

Noleggio auto + GPS + copertura assicurativa incidenti: € 476

Visto passaporto: € 25

Assicurazione medica: € 120

Benzina: € 95 (km percorsi 2677)

Vitto: € 160

Ingresso musei, traghetti, imprevisti e varie: € 110

Alberghi: € 750

Totale: € 2730 (€ 1365 a testa)



  • Riccardone72 Riccardone72
    Complimenti Sergio per questo diario di viaggio, molto chiaro, veramente ben scritto e completo. Sto progettando di visitare l'Oman e mi hai dato diversi spunti. Ho trovato molto utile la parte finale con il riassunto dei pro e dei contro, e la tabella delle spese. Un saluto. Riccardo"
  • Riccardone72 Riccardone72
    Complimenti Sergio per questo diario di viaggio, molto chiaro, veramente ben scritto e completo. Sto progettando di visitare l'Oman e mi hai dato diversi spunti. Ho trovato molto utile la parte finale con il riassunto dei pro e dei contro, e la tabella delle spese. Un saluto. Riccardo"
  • Riccardone72 Riccardone72
    Complimenti Sergio per questo diario di viaggio, molto chiaro, veramente ben scritto e completo. Sto progettando di visitare l'Oman e mi hai dato diversi spunti. Ho trovato molto utile la parte finale con il riassunto dei pro e dei contro, e la tabella delle spese. Un saluto. Riccardo"
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