Oltre sharm el sheik
La mattina successiva ho preso la prima corriera per il Nord e sono arrivato dopo un paio d’ore a DAHAB.
Appena arrivato ho subito capito di essere nel posto giusto e infatti ci sono rimasto per tutti i 6 giorni successivi.
Dahab è proprio una bella cittadina con alberghetti bar e ristorantini lungo la sua lunga strada costiera pedonale dove è piacevole passeggiare soprattutto la sera e fermarsi in uno dei tanti locali sul mare, a mangiare il pesce, a fumare il narghilè o semplicemente a chiaccherare con i socievoli turisti provenienti da mezzo mondo che non se la tirano come a Naama Bay. Il posto è estremamente economico e mi vergogno dire quanto ho speso, non privandomi di niente e facendo numerose escursioni. In notturna sotto un cielo stellato da incanto, a slalom fra i cammelli offerti, ho salito il famoso Monte di Mosè per assistere infreddolito al sorgere del sole e visitare poi il monastero di S.Caterina. Con i fuori strada ed un gruppo simpatico di sloveni sono andato a vedere e percorrere il canyon bianco non eccezionale ed invece l’incredibile canyon colorato il cui impatto è di poco inferiore al Gran Canyon dell’Arizona. C’è stata anche la sosta in una simpatica oasi con pranzo berbero. Sono arrivato in autostop al Blue Hole, famosa insenatura a pochi chilometri a nord di Dahab dove arrivano tutti i divers per immergersi nelle acque fresche e cristalline ed ammirare pesci e coralli di ogni colore e dimensione. Io preferisco star libero e ammirare i malcapitati dall’alto con le mie pinne ed occhiali. Il diving è il grande business del luogo: circa 200 dollari per 4 giorni di corso, lezioni teoriche ed immersioni con l’istruttore. Infine sono andato a piedi dal Blue Hole al villaggio berbero a pochi chilometri, costeggiando un sentiero sassoso e compatendo le decine di folli sui cammelli che li portano nel medesimo posto, dopo un paio d’ore di tormento. A mio parere la passeggiata è molto più piacevole e si arriva al villaggio con una discreta fame, giusta per assaggiare il pesce fresco nei ristorantini locali. Che dire d’altro? Andate a Dahab, ma per favore non rovinatela, non trasformatela in una nuova Naama Bay, altrimenti ci costringerete a scappare ancora più a nord verso Nuweiba che per sentito dire è un altro ottimo posto, una piccola Dahab. Ultima nota: appena arrivato a casa telefono a mia figlia che tutta affannata e in apprensione mi fa sapere che il volo successivo al mio di poche ore è caduto con oltre 100 morti.