Oltre le discoteche … Alla ricerca di Ibiza

Oltre le discoteche ... Alla scoperta di Ibiza Domenica 27 Luglio 2003: Recuperiamo Federico, in vacanza a Lido di Classe, e siamo quasi pronti per affrontare un altro viaggio. Questa volta andremo ad Ibiza, nelle Isole Baleari, una bellissima meta, crediamo, ma anche il frutto di una scelta recente, dettata dagli eventi e, in qualche modo,...
Scritto da: LucaGiramondo
oltre le discoteche ... alla ricerca di ibiza
Partenza il: 27/07/2003
Ritorno il: 04/08/2003
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
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Oltre le discoteche … Alla scoperta di Ibiza Domenica 27 Luglio 2003: Recuperiamo Federico, in vacanza a Lido di Classe, e siamo quasi pronti per affrontare un altro viaggio.

Questa volta andremo ad Ibiza, nelle Isole Baleari, una bellissima meta, crediamo, ma anche il frutto di una scelta recente, dettata dagli eventi e, in qualche modo, forzata. Il nostro obiettivo, infatti, era un altro: dovevamo seguire, col camper, un itinerario nel sud-ovest della Francia, fra gole, grotte, castelli e antichi borghi, ma i nonni sono rimasti coinvolti in un incidente stradale in Svezia, mentre stavano andando a Capo Nord, per fortuna senza gravi conseguenze fisiche (questo è l’importante), ma il mezzo è andato praticamente distrutto. La ragione è dalla loro e, probabilmente, riusciranno prima o poi ad avere un camper nuovo, com’è giusto che sia, nel frattempo, però, noi saremo “costretti” a partire nuovamente in aereo, anche se tutti, ma più che altro il piccolo, avremmo preferito la soluzione originaria.

La partenza è prevista nel primo pomeriggio, per questo alla mattina accompagno Federico dai nonni a godersi la fiammante bicicletta che ha ricevuto in regalo per il suo recente settimo compleanno, intanto noi sistemiamo tutti i bagagli e più tardi lo raggiungiamo.

Dopo pranzo, alle 14:18, diamo ufficialmente il via a questa nuova avventura: i nonni, orfani del loro mezzo prediletto, questa volta ci accompagnano solo fino al casello autostradale di Forlì, da dove, grazie ad un servizio di pullman, raggiungeremo poi l’aeroporto di Bologna.

Fa un caldo infernale e per fortuna il torpedone arriva puntualissimo, anzi in anticipo: salutiamo i nostri accompagnatori e, unici passeggeri, ci sistemiamo comodamente a bordo. Percorriamo in questo modo, senza problemi, il tratto di strada che ci divide dalla città felsinea e alle 15:11 siamo di fronte all’Aeroporto Marconi, per noi ormai una “seconda casa”.

In breve tempo passiamo “dall’inferno” dell’incredibile caldo sahariano di questi giorni al “purgatorio” dell’area gruppi, stracolma fino all’inverosimile (il post 11 settembre sembra già lontano anni-luce).

Appena entrati ci facciamo coinvolgere “nell’autoscontro” con i carrelli carichi di valigie alla ricerca della nostra fila per imbarcare i bagagli, mentre apprendiamo quasi subito che l’aereo viaggia con un’ora di ritardo (normale per le tratte Italia-Spagna, anzi poteva andare decisamente peggio).

Nel “purgatorio” affollato l’aria condizionata funziona a singhiozzo e scontiamo le nostre pene, fin quando non arriviamo al bancone dove ci assegnano i posti e subito dopo, viscidi di sudore, conquistiamo, finalmente, la sala delle partenze, climatizzata a dovere e ideale trampolino di lancio verso il “paradiso” delle vacanze.

Oltrepassiamo il metal-detector, dove naturalmente ci chiedono di svuotare completamente lo zaino, e ci fermiamo di fronte alla porta numero dieci dalla quale, senza ulteriori ritardi, c’imbarchiamo poi sul volo charter Zs6737.

Alle 18:46 il Boeing 737 dell’Azzurra Air lascia la pista del Marconi con destinazione Ibiza: prende quota e dopo alcune strane virate passa nuovamente su Bologna inoltrandosi nella zona appenninica.

In breve siamo sulla piana dell’Arno con Prato e, più distante, Firenze, quindi, alcuni minuti più tardi, sorvoliamo il Tirreno, ricoperto da una densa foschia che impedisce quasi di vedere l’azzurro del mare. Molto confusa, quasi irreale, si distingue in lontananza l’Isola del Giglio, mentre appare all’improvviso, sulla perpendicolare del finestrino, chiarissima, l’inconfondibile sagoma dell’Isola di Montecristo. Sulla nostra rotta si trova anche la Sardegna, della quale riconosciamo il Golfo di Olbia e, più a sud lungo la costa, l’Isola Tavolara.

Il volo è breve e in men’ che non si dica le Baleari sono ai nostri piedi: oltrepassiamo Minorca, Maiorca e la minuscola Cabrera, poi cominciamo a scendere di quota per atterrare all’aeroporto internazionale di Ibiza quando le lancette dell’orologio segnano le 20:27 (il fuso orario è lo stesso dell’Italia).

L’Isola di Ibiza (Eivissa in catalano) misura 48 chilometri di lunghezza per 24 di larghezza, ed è la terza per estensione dell’arcipelago, nonché la più occidentale e la più vicina al continente. Assieme a Formentera, che abbiamo visitato quattro anni or sono, fa parte di quel gruppetto di isole che gli antichi Romani usavano chiamare Pitiuse, a causa delle fitte pinete che le ricoprivano. Trovandosi poi al centro del Mediterraneo, Ibiza, fu inevitabilmente terra di conquista per molti popoli: prima dei Romani furono i Cartaginesi a dettarvi legge, mentre più tardi arrivarono gli Arabi che vi restarono fino alla riconquista spagnola del 1235. L’ultima invasione (pacifica), iniziata dagli hippy negl’anni Sessanta, è tuttora in corso: quella dei turisti alla quale stiamo prendendo parte.

Ritiriamo le valigie e, poco fuori l’aeroporto, incontriamo i rappresentanti di Teorema Tour che ci fanno salire sul pullman con cui, più tardi, raggiungeremo la nostra sistemazione alberghiera a Santa Eularia del Riu, una decina di chilometri a nord-est del capoluogo. Intanto il tempo passa, l’oscurità prende il sopravvento e quando arriviamo di fronte al Blu Club Augusta, dove trascorreremo l’intera settimana del nostro soggiorno, sono già le 22:00.

Ci fanno andare subito a cena e poi ci consegnano le chiavi della stanza 222, che raggiungiamo al più presto. Appoggiamo i bagagli e scendiamo a vedere, nei pressi della piscina, una sorta di show di benvenuto: siamo infatti alloggiati in un Club e l’animazione non dovrebbe mancare. Tutta la gestione del villaggio, fra l’altro, è italiana e, in seguito alla presentazione dello staff, apprendiamo che il capo-aminazione (Trappola) è addirittura un nostro concittadino! Smaltiamo così parte della tensione e della fatica accumulata durante il viaggio e più distesi, poco prima di mezzanotte, possiamo andare in camera a riposare. Domani comincerà la visita vera e propria di Ibiza: il tempo a nostra disposizione sarà poco e dovremo cercare di sfruttarlo al meglio.

Lunedì 28 Luglio 2003: Dopo aver consumato una quanto mai indispensabile notte di riposo ci alziamo con un unico obiettivo: cercare, quanto prima, di farci consegnare l’auto a noleggio (prenotata fin da casa) e con quella partire alla scoperta di Ibiza. Per le 10:00 è previsto un inutile briefing, ma noi contiamo di riuscire ad ottenerla prima.

Facciamo colazione e intorno alle 9:00 scendiamo alla ricerca dell’addetto di Teorema, ma al banco del tour operator ancora non c’è nessuno, così Sabrina e Federico si sistemano provvisoriamente sui bordi della piscina, mentre io comincio la “caccia all’uomo”, anzi, alla donna, pare infatti sia un’addetta.

Il tempo passa inesorabile: Federico si concede un bagno in piscina, mentre io, ormai coi nervi a fior di pelle, smanio e pesto ma non trovo nessuno che possa aiutarmi fino alle 10:00. Poco prima del briefing, infatti, riesco a sapere dalla reception che presto arriverà l’incaricato di Betacar a consegnarci l’auto.

Passano altri venti minuti e, finalmente, arriva … senza auto però! Così, assieme a lui e ad altri tre clienti, vado a ritirarla. Mezzora più tardi mi consegnano una Nissan Micra grigia (targata 5233 BKX), con la quale, intorno alle 11:00, mi presento al Blu Club per recuperare Sabrina e Federico. Subito dopo possiamo partire, se Dio vuole, alla scoperta dell’isola! Quasi mezza giornata ormai è passata inutilmente e ci troviamo costretti ad abbreviare l’itinerario previsto, così andiamo a sud-ovest, oltrepassiamo il capoluogo, facciamo una piccola ma indispensabile spesa e, dopo una manciata di chilometri, svoltiamo a sinistra in direzione del mare seguendo le indicazioni per Sa Caleta.

E’ un’insenatura presso la quale dovrebbero trovarsi anche alcune rovine puniche, che però non sono troppo ben segnalate e non riusciamo ad individuare. Scendiamo allora alla spiaggia: è di sabbia grigia e i colori del mare non risaltano, ma è contornata da alte falesie rossastre che la caratterizzano notevolmente.

Sistemiamo i teli e, con Federico, vado in perlustrazione nelle vicinanze. Troviamo così le rovine puniche (nulla di particolare, solo qualche muro di fondazione) ed i resti di alcuni bunker dell’ultima guerra (questi sì incuriosiscono il piccolo!), oltre ad una specie di galleria scavata nella nuda terra che arriva a sbucare, suggestivamente, a due terzi di altezza delle scogliere, in una sorta di balconcino naturale.

Scattiamo qualche foto anche se il sole, dispettoso, spesso si nasconde fra le nuvole, col vantaggio però di alleviare la calura che, a tratti, è quasi insopportabile.

Facciamo un lungo bagno e perdiamo la cognizione del tempo, infatti quando decidiamo di pranzare le lancette dell’orologio segnano già le 14:00 … però c’era da aspettarselo, infondo siamo partiti da non più di tre ore.

Rifocillati a dovere lasciamo Sa Caleta alla ricerca di un’altra spiaggia. Continuiamo a seguire la strada che corre in direzione sud-est e, oltrepassato il villaggio di Sant Josep de Sa Talaia con la sua caratteristica e bianchissima chiesa fortificata, scendiamo, dopo un’interminabile serie di curve, al mare, nell’estrema punta occidentale di Ibiza, a Cala d’Hort.

E’ un orario di punta e, dopo aver brigato non poco a trovare il posto per lasciare l’auto, raggiungiamo l’arenile, anche questo di sabbia grigia a scapito dei colori del mare. Poche centinaia di metri al largo, però, si trovano le rocciose e severe isole di Es Vedra ed Es Vedranell, secondo la leggenda patria di Annibale, mitico condottiero cartaginese, ma anche luogo magico che fa impazzire le bussole dei navigatori e attorno al quale pare siano stati avvistati gli Ufo più d’una volta. Oggi, comunque, gli unici oggetti volanti nei paraggi sono gli aerei che, ogni tanto, scendono in lontananza verso l’aeroporto internazionale di Ibiza, mentre noi ci godiamo letteralmente il posto facendo lunghi bagni.

Il mare in prossimità della spiaggia, ai piedi delle rossicce scogliere, non è eccezionale, ma basta fare qualche passo lungo la costa rocciosa per trovare trasparenze e tonalità completamente diverse, con il sole che le esalta quando, intorno alle 17:00, la smette di fare i dispetti ed esce prepotentemente allo scoperto.

Intorno alle 19:00 si sta ancora divinamente (qua il sole tramonta tardissimo), ma ci aspetta la cena in hotel entro le 21:00 e non possiamo tardare oltre. Facciamo fagotto e passiamo a vedere se si può raggiungere la Torre del Pirata, un noto punto panoramico, ma serve una buona mezzora a piedi e non c’è tempo, allora ci avviamo spediti verso il Blu Club.

Quando arriviamo c’è un gran brulichio di gente nella hall e non possiamo fare a meno di notare che siamo, praticamente, rimasti gli unici ad indossare ancora la tenuta da spiaggia. Velocemente, allora, saliamo in camera a prepararci e pochi minuti prima delle 21:00 ci presentiamo a cena.

Concludiamo così positivamente la prima (poco più che mezza) giornata ad Ibiza e passiamo la serata a vedere un piacevole spettacolo messo in scena per eleggere “la coppia ideale”, poi torniamo nella nostra stanza a riposare: domani avremo finalmente a disposizione tutto il tempo necessario, cioè l’intera giornata, e riusciremo a seguire l’itinerario previsto.

Martedì 29 Luglio 2003: Per vedere lo spettacolo la sera si fa abbastanza tardi, quel tanto che basta a rendere poi difficile alzarsi presto il mattino. Ciononostante alle 8:30 siamo a far colazione e alle 9:00, dopo aver ritirato i cestini che da oggi ci verranno forniti per il pranzo, siamo già in strada.

Percorriamo pochissimi chilometri e proprio a Santa Eularia del Riu, alla cui periferia siamo alloggiati, facciamo la prima sosta. Saliamo al cosiddetto Puig de Missa: una collinetta naturale in cima alla quale si trova la caratteristica chiesa parrocchiale che, secondo programmi, avremmo già dovuto vedere ieri.

Facciamo una breve passeggiata attorno all’edificio religioso e poi riprendiamo la strada maestra che ci porterà ad effettuare una visita ben più impegnativa: quella della città di Eivissa (o Ibiza in castigliano).

Furono i Cartaginesi a fondare l’abitato nel 654 a.C., ma fu il principe Felipe II a dargli un’impronta indelebile facendo costruire (fra il 1555 e il 1585) le poderose mura, fra le meglio conservate d’Europa, che racchiudono la cosiddetta Dalt Vila, cittadella fortificata inserita nel patrimonio mondiale dell’Unesco.

Parcheggiamo in prossimità del porto e a piedi raggiungiamo l’ingresso principale attraverso le mura: il Portal de Las Taules, una severa porta sovrastata dallo stemma di famiglia del principe, oltre la quale si trova il Patio des Armas, uno spiazzo rettangolare nel quale, fino agl’anni Settanta si teneva il mercatino hippy di Ibiza. Da qui si comincia a salire, percorrendo stretti e caratteristici vicoli, fino al punto più alto della città vecchia, dove si trova la Cattedrale, costruita in prossimità del bastione da cui si può godere di alcuni scorci panoramici sulla città stessa e sul mare antistante, con, in lontananza, immersa nella foschia, la vicina isola di Formentera.

Evitiamo di visitare il piccolo museo archeologico e cominciamo a seguire un percorso diverso tra i vicoli, questa volta in discesa. Transitiamo così di fianco al Convento di Santo Domingo, dalle caratteristiche cupole in cotto che spiccano sul bianco accecante dei muri, e chiudiamo ad anello il giro turistico della Dalt Vila uscendo dal Portal de Las Taules.

E’ quasi mezzogiorno e attraversiamo il quartiere della Marina, che nel frattempo si è animato e pullula di turisti, per tornare all’auto, ma non per concludere la visita della città di Ibiza.

Raggiungiamo, a non più di un chilometro di distanza, il Puig del Molins, una collina alla cui base si trova un’interessante necropoli fenicia: il luogo riveste un grande valore storico per l’isola ma scenograficamente lascia un po’ a desiderare e non ci entusiasma più di tanto.

A questo punto della giornata, accaldatissimi, ci avviamo in direzione del mare nella zona che si estende a sud del capoluogo. Transitiamo nei pressi dell’aeroporto e arriviamo, attraversando tutta la zona delle saline, alla spiaggia di Es Cavallet, nota per essere il paradiso dei nudisti di Ibiza. Si trova però sul lato del promontorio più esposto all’azione dei venti ed il mare risulta increspato, meglio andare sull’altro lato, nella spiaggia di Les Salines.

In pochi minuti siamo sul posto e ci troviamo di fronte ad un bellissimo tratto di mare dai riflessi cristallini … proprio ciò che stavamo cercando: appoggiamo le nostre cose e corriamo in acqua a cercare refrigerio. Si sta divinamente bene e vi restiamo a lungo, così anche oggi finiamo per pranzare intorno alle 14:00 (poco male perché non dobbiamo renderne conto a nessuno).

Nel pomeriggio andiamo continuamente su e giù dal mare al bagnasciuga (che purtroppo è affollato e il ricordo delle tranquille spiagge caraibiche resta molto lontano), poi, con Federico, faccio una lunga passeggiata per raggiungere la Torre de Ses Portes, che ad occhio sembrava notevolmente più vicina: impieghiamo più di un’ora sotto al sole cocente e al ritorno, per riportare la temperatura corporea a livelli più accettabili, non troviamo soluzione migliore che quella di tuffarci nelle bellissime acque che ci stanno di fronte.

Si fanno in questo modo, anche oggi, le 19:00 e, con calma, riprendiamo la via del Blu Club, non disdegnando una sosta, lungo la strada, per ammirare la caratteristica chiesetta fortificata di Sant Jordi, così quando arriviamo sono già passate da un po’ le 20:00 e, come ieri, dobbiamo fare in fretta a sistemarci per non far tardi a cena.

Durante la serata Federico, incuriosito, vuole provare ad andare al mini-club, ma ben presto rientra nei ranghi e torna con noi a vedere un simpatico spettacolo di cabaret, poi, stanchi dopo la lunga scarpinata per le vie di Ibiza, saliamo in camera e, distesi sui nostri letti, in pochi minuti scivoliamo nel mondo dei sogni.

Mercoledì 30 Luglio 2003: E’ sempre più fatica riuscire ad alzarsi abbastanza presto la mattina e la sveglia deve suonare ripetutamente per convincerci, quasi alle 8:00, che bisogna emergere dalle lenzuola perché fuori splende il sole di un’altra bella giornata e non bisogna perdere ulteriore tempo prezioso.

Consumata la colazione ci fermiamo a comprare un ombrellone in un supermarket poco fuori l’hotel, perché le spiagge sono troppo affollate e non è possibile utilizzare la solita tendina, quindi, poco dopo le 9:00, siamo comodamente seduti in auto a seguire il nastro d’asfalto che corre verso il nord dell’isola.

Passati dal paesino di Sant Carles de Peralta, che è forse anche caratteristico, ma non quanto basta a farci fare una sosta, approdiamo nella profonda Cala de Sant Vicent, tempo addietro, probabilmente, una bella baia, non oggi deturpata com’è dall’urbanizzazione più selvaggia e vergognosa.

Cerchiamo nei paraggi la strada che porta a Punta Grossa, ma non è ben segnalata, così prima sbagliamo e ne seguiamo un’altra, poi, una volta imboccata, panoramicamente, ci delude, come probabilmente ci deluderebbe quella che raggiunge un’altra punta che vediamo in lontananza … meglio cambiare programma e andare alla ricerca di una spiaggia, anche perché Sabrina e, soprattutto, Federico si stanno annoiando.

Arriviamo al mare, nella costa nord-orientale di Ibiza, a Cala Mastella, che secondo le informazioni in nostro possesso dovrebbe anche essere una bella insenatura … invece è l’esatto contrario: piccola, bruttina e con l’acqua sporca! Non è proprio giornata: lasciamo il mare e andiamo … al mercato! Sì, proprio al mercato! Oggi è mercoledì e nelle vicinanze, a Punta Arabi, si tiene il tradizionale mercatino hippy di Ibiza.

C’è una confusione incredibile, tutti i turisti dell’isola credo si siano riversati nello stesso posto e immense distese di lamiere colorate fanno la fortuna dei parcheggiatori locali.

C’inoltriamo a far le spinte, soffocati dalla calura, in una calca disumana, fra le bancarelle di un mercatino che di hippy ha rimasto ben poco perché, salvo rare eccezioni, i prodotti venduti sono tutt’altro che artigianali ed i venditori sono, in buona parte, extracomunitari o, volgarmente parlando, “vu-cumprà”, così tutto quanto, risulta essere un’altra cocente delusione.

Usciamo dalla bolgia quando il mezzogiorno è già passato e andiamo, nei paraggi, a Cala Llenia per pranzare. Anche questa non è il massimo: facciamo un bagno per rinfrescarci, ma l’acqua, non troppo pulita, è pure infestata dalle meduse e una, addirittura, finisce per pungermi: accid…! … Oggi vanno proprio tutte storte! … Ma, in base alla teoria dei grandi numeri, per avere molte belle giornate ogni tanto bisogna averne anche una brutta, la famosa eccezione che conferma la regola … facciamocene una ragione e cerchiamo di prenderla con filosofia.

Dopo pranzo, seppur leggermente sfiduciati, ripartiamo alla ricerca di una spiaggia degna della notorietà di Ibiza. Lasciamo questo tratto di costa e, cercando fra gl’itinerari previsti per i prossimi giorni, andiamo nell’estremo nord dell’isola a Cala Xarraca.

L’insenatura principale non ha nulla di speciale, ma sulla sinistra, oltrepassata a piedi una piccola asperità della costa rocciosa, si trova un bellissimo tratto di mare, una vera e propria piscina naturale. Finalmente! In extremis poniamo così rimedio ad una giornata che non ne voleva proprio sapere di offrirci qualcosa di buono.

Non disponiamo di una vera e propria spiaggia, ma la bellezza del mare sopperisce tranquillamente a tale mancanza, così restiamo a lungo in acqua e con Federico vado anche in esplorazione con maschera e boccaglio, passando, fra l’altro, all’interno di una minuscola grotta marina che attraversa, suggestivamente da parte a parte, uno scoglio situato a pochi metri da riva.

Trascorriamo piacevolmente qualche ora, ritrovando il sorriso e l’entusiasmo, fino a quando il sole, scendendo alle spalle della scogliera, non ci lascia all’ombra, allora, abbastanza presto, alle 18:30 lasciamo il posto.

Andiamo a vedere il vicino insediamento di Portinaxt (un’altra baia rovinata dall’urbanizzazione) e poi ci avviamo verso il Blu Club, dove arriviamo poco dopo le 19:00, cioè molto prima del solito.

Con calma facciamo la doccia e usciamo per cena poi, mentre siamo a tavola, Federico accusa forti dolori addominali e ben presto facciamo ritorno in camera. Il tutto, fortunatamente, dopo un po’ passa ma il piccolo si addormenta e saltiamo lo spettacolo serale (che Sabrina vede comunque dal terrazzo). Termina così una giornata non proprio felice, ma siamo ottimisti: speriamo sia stata la più negativa del viaggio e che, già domani, le cose vadano meglio.

Giovedì 31 Luglio 2003: Passati i dolori e dopo una lunghissima dormita Federico si sveglia, pimpante, prima di noi: va in questo modo ad iniziare un altro giorno (è solo il quarto ad Ibiza ma anche il primo oltre la metà del viaggio!).

Alle 9:30 lasciamo l’hotel diretti verso il centro dell’isola, transitiamo nel paese di Santa Gertrudis e ci affacciamo al mare sull’alta costa nord-occidentale. Da lì scendiamo poi lungo una ripidissima strada che termina nella remota Cala Salada.

La spiaggia principale, attrezzata con lettini e ombrelloni, varrebbe già da sola una sosta, ma è seguendo un accidentato sentiero sulla destra dell’insenatura che si arriva ad un piccolo paradiso mediterraneo. Una laguna turchese bagna le rive d’una minuscola spiaggia di sabbia chiara e soffice, con alle spalle rocce rossastre e verdi pinete che la delimitano: un quadro cromatico di grande effetto, da gustarsi nel silenzio assoluto delle prime ore mattutine, in compagnia di pochi altri turisti.

Piantiamo l’ombrellone e corriamo a goderci quel magnifico fluido dai mille riflessi e dalla temperatura incredibilmente perfetta, mentre, come già detto, non ci sono tante persone intorno a noi. Fra le poche presenti, però, non possiamo fare a meno di notarne una: Paolo Kessisoglu, conduttore con Luca Bizzarri e Alessia Marcuzzi del programma televisivo “Le Iene” su Italia 1. Vesto così, per un attimo, i panni del paparazzo e scatto qualche foto in direzione del vip, poi cerchiamo di non disturbarlo perché, fra l’altro, è in compagnia della sua donna in dolce attesa.

Poco dopo le 10:00, purtroppo, se ne va parte della quiete: una grossa barca scarica un’orda di turisti che invade omogeneamente l’intera baia, mentre se ne aggiungono altri provenienti da terra, ma il posto è bello ed è anche normale che nelle ore di punta vi sia tanta gente.

E’ una delizia crogiolarsi in queste acque e vi restiamo per tutto il tempo, anzi non proprio: intorno alle 14:00 risaliamo per una mezz’oretta a pranzare, poi vi torniamo subito.

Alle 15:00 se ne va la barca con il suo carico di turisti e, poco più tardi, ce ne andiamo anche noi. Torniamo verso il centro dell’isola e saliamo all’estremo nord, fino alla spiaggia di Benirras, racchiusa fra altissime pareti rocciose, con un mare che però non è nulla se paragonato a quello di Cala Salada.

La minor bellezza del luogo non è un problema, infatti, dobbiamo restarvi solo per poco più di un’ora, fin quando, poco prima delle 18:00, non ci avviamo lungo il breve tratto di strada che ci divide dal paesino di Sant Miquel de Balansat, nel quale dovrebbero svolgersi, come ogni giovedì, alcuni balli tradizionali.

Le informazioni erano giuste, infatti lo spettacolo si tiene nel patio della chiesa parrocchiale alle 18:15. Prendiamo posto e possiamo così vedere il cosiddetto Ball Pagés, un’antichissima danza ispirata ai riti pagani per la fertilità. Per l’occasione i ballerini vestono gli abiti tradizionali ibizienchi: gli uomini, in bianco con eventuale panciotto nero e copricapo rosso, maneggiano abilmente le classiche nacchere, e le donne (che indossano fino a quindici sottogonne!) si ingioiellano con “s’emprendada” (vistosi pettorali) e tengono in mano l’immancabile ventaglio. Il tutto, organizzato con precisione, si è rivelato molto interessante e sicuramente, di gran lunga più caratteristico del mercatino hippy.

Alle 19:00 terminano le danze e facciamo rientro al Blu Club. Arriviamo così, grazie allo spettacolo, anche questa sera in buon anticipo e possiamo rassettarci con estrema calma.

Dopo cena vediamo un altro spettacolo: quello divertente di cabaret messo in scena dai ragazzi dello staff di animazione, non prima, però, di aver preso parte ad una sfortunata tombola che ci ha visto arrancare a grande distanza dai vincitori. L’onta della sconfitta non ci ha tolto comunque il sorriso, perché abbiamo appena chiuso, idealmente, la cassaforte dei ricordi con dentro una bellissima giornata, la migliore, fino ad ora, del nostro viaggio ad Ibiza.

Venerdì 1 Agosto 2003: Dopo colazione partiamo affrontando una nuova tappa di questo viaggio in terra di Spagna. Le intenzioni sarebbero di andare ad iniziarla culturalmente, visitando un paio di paesini … caratteristici, ma la pochezza di Balafi e Sant Llorenc (questo il nome dei due candidati), ci fa subito desistere dall’idea. Puntiamo allora con decisione in direzione del mare e più precisamente di Cala Comte, situata nella parte più occidentale dell’isola e considerata, a detta della guida, la spiaggia più bella di Ibiza.

Quando arriviamo, poco dopo le 10:00, in prossimità del luogo l’enorme parcheggio alle sue spalle è ancora quasi completamente vuoto, ma, possiamo starne certi, si riempirà nel giro di qualche ora. Intanto noi, abbiamo solo l’imbarazzo della scelta: lasciamo l’auto e andiamo alla scoperta di Cala Comte.

Ai piedi della brulla scogliera, nel raggio di un centinaio di metri, non si trova una spiaggia, ma ben tre: scegliamo quella secondo noi migliore e ci accampiamo a pochi metri dal bagnasciuga. Di fronte ai nostri occhi c’è un mare straordinario, dai riflessi talmente intensi da sembrare, a tratti, irreale, peccato solo che sia leggermente più mosso del solito a scapito dell’effetto piscina.

Oggi soffia il vento e in cielo c’è qualche nuvola di troppo che, a volte, si para davanti al sole, la cui presenza è invece fondamentale al fine di esaltare la bellezza del luogo. Quando esce fuori, infatti, si accendono magistralmente tutte le tonalità dell’acqua comprese tra il verde e l’azzurro, in netto contrasto con le numerose isole rocciose disseminate un po’ ovunque, a breve distanza da questo tratto di costa.

Facciamo, naturalmente, un numero incalcolabile di bagni, mentre il disco solare, che appare e scompare di continuo, sembra voler giocare a rimpiattino con le nuvole che stazionano fisse ad oriente.

Intorno alle 14:00 pranziamo, mentre la spiaggia, come previsto, si è riempita per bene ed ora è vicina al tutto esaurito, allora decidiamo di lasciarla temporaneamente e ci avviamo, a piedi, intenzionati ad affittare un pedalone e a soddisfare la richiesta che il piccolo ci faceva già da un po’ di tempo a questa parte. Non è possibile però farlo subito: dovremo attendere per almeno quarantacinque minuti il ritorno del primo mezzo disponibile … poco male … torniamo sui nostri passi e ci ripresentiamo all’ora prestabilita, dopo aver consumato l’ennesimo bagno.

Finalmente a metà pomeriggio possiamo prendere il largo, pedalando, con la “barca dei sogni” di Federico, dotata persino di scivolo per fare i tuffi, mentre il sole, cambiando punto cardinale, è tornato definitivamente allo scoperto.

Sembra di galleggiare sul cristallo liquido durante l’attraversata che ci porta all’isolotto di fronte: stazioniamo per un po’ davanti ai suoi scogli e poi torniamo sotto costa per fare un bagno, perché non abbiamo in dotazione un’ancora ed il vento, che continua a soffiare incessantemente, ci spinge sempre più al largo.

Un’ora passa in fretta e, quasi senza rendercene conto, ci troviamo sulla via del ritorno a recuperare una palla che qualcuno si è lasciato sfuggire di mano, quindi torniamo sulla spiaggia a goderci gli ultimi scampoli di questa giornata interamente balneare.

Siamo stati fra i primi ad arrivare e siamo fra gli ultimi a partire: intorno alle 19:00 lasciamo, infatti, Cala Comte, che ci è piaciuta tantissimo ma non quanto Cala Salada, e mezzora più tardi, dopo aver attraversato tutta l’isola, siamo di nuovo al Blu Club.

Ceniamo, vediamo lo spettacolo serale e soddisfatti ci ritiriamo nei nostri “appar-tamenti”, ripensando a quanto di bello abbiamo visto fino ad ora in questa isola ingiustamente nota, più che altro, per la sua vita notturna.

Sabato 2 Agosto 2003: Una settimana passa in fretta e oggi è l’ultimo giorno nel quale avremo a disposizione l’auto a noleggio.

Alle 9:30 procediamo spediti in direzione del capoluogo ibizienco, lo oltrepassiamo e poco dopo svoltiamo a sinistra scendendo verso il mare fino all’abitato di Cubells, situato in posizione elevata su di un tratto di costa roccioso, che offre anche una bella panoramica, offuscata però dalla onnipresente foschia mediterranea.

Proseguiamo il giro in senso orario seguendo la linea di costa, con lo sguardo che spazia sull’enorme sagoma di Es Vedra e, lasciandoci sulla sinistra la deviazione che porta a Cala d’Hort, giungiamo nella profonda Cala Vadella, un tempo forse bellissima, non oggi, invasa com’è dalle colate di cemento.

Passiamo oltre e, dopo esserci lasciati alle spalle anche la piccola Cala Moli, arriviamo a Cala Tarida. Anche questa, purtroppo, è assediata dal cemento, ma è molto ampia e la sua parte più settentrionale, protetta da alte pareti rocciose, appare ancora selvaggia e, apparentemente, incontaminata.

Ci sistemiamo sulle rive di una minuscola spiaggia bagnata da acque turchesi e scendiamo in mare a consumare un lunghissimo bagno, approfittando anche di un isolotto, raggiungibile a piedi e situato alcune decine di metri avanti a noi, dal quale si possono fare, per la gioia di Federico e anche mia, magnifici tuffi (il più emozionante da almeno sei metri di altezza!).

La mattinata, trascorsa in parte a macinar chilometri, passa in un lampo e intorno alle 14:00, dopo aver pranzato, lasciamo Cala Tarida e ripartiamo alla ricerca di un’altra spiaggia. Fa un caldo infernale e la risalita a piedi fino all’auto, sotto il solleone, è allucinante, per fortuna poi, mentre raggiungiamo la vicina Cala Bassa, ci pensa l’aria condizionata a ristabilire una temperatura corporea più accettabile.

L’arenile, anche se carino, si trova in prossimità di un campeggio ed è un vero e proprio carnaio. La cosa, naturalmente, non ci aggrada e decidiamo di percorrere ancora una manciata di chilometri fino a raggiungere Cala Salada, la spiaggia, secondo noi, più bella di Ibiza, e concludere così in bellezza il giro turistico dell’isola.

Poco prima delle 16:00 siamo già beatamente sistemati a pochi metri da quella magnifica laguna. Vi trascorriamo tre bellissime ore, sempre tra i flutti, se si esclude il tempo che Federico ed io impieghiamo a fare una breve passeggiata lungo la costa rocciosa.

Il tempo che passa inesorabile è il nostro peggior nemico e poco dopo le 19:00 dobbiamo, a malincuore, lasciare Cala Salada e far rientro, definitivamente, al Blu Club, non prima, però, di essere passati dal centro di Sant Antoni (la seconda città di Ibiza) per imbucare in extremis le cartoline ed aver fatto il pieno di carburante, così da consegnare, domani mattina, l’auto in perfetto ordine.

Una volta arrivati all’hotel mi reco al banco di Teorema per controllare gli orari dei voli di rientro e non credo ai miei occhi quando vedo il nostro aereo previsto in partenza per le 2:20 di lunedì mattina (disumano!).

Saliamo in camera e poco dopo scendiamo per cena, quindi, più tardi, vediamo un bel musical (imperniato sulla storia, ambientata nel futuro, di Romeo e Giulietta), infine ci dedichiamo al riposo, in previsione, domani, di una lunghissima giornata al termine della quale faremo rientro in Italia.

Domenica 3 Agosto 2003: Dovendo lasciare il Blu Club solo poco prima di mezzanotte sarebbe stato logico tenere l’auto a noleggio anche per oggi, ma la stanza è da liberare, comunque, entro le 11:00 e questo ci vincola, praticamente, all’hotel per l’intera giornata.

Poco dopo le 8:00 ci alziamo e, con Federico, vado proprio a consegnare l’auto alla Betacar: con quella piccola utilitaria, in sei giorni, ad Ibiza abbiamo percorso la bellezza di 530 chilometri. Impieghiamo non più di mezzora e al ritorno, tutti insieme, andiamo a far colazione prima di tornare in camera a sistemare le valigie.

Alle 10:00, un’ora prima del necessario, lasciamo la stanza, depositiamo i bagagli e ci sistemiamo, non avendo alternative migliori, sui bordi della piscina, con il piccolo che, senza farsi pregare, si tuffa immediatamente in acqua.

Dalla piscina, al lettino, alla spiaggia dell’hotel e viceversa: non è certo il tipo di vacanza a cui aspiriamo, ma per un giorno ci si adegua, così prima di mezzogiorno mi faccio coinvolgere anche in un banale gioco da villaggio … e ne esco miseramente sconfitto. A vincere, invece, sono le nostre gole perché oggi facciamo, vergognosamente, incetta di calorie anche a pranzo! Durante tutto il pomeriggio poltriamo nei pressi della piscina, con Federico che riesce, in previsione della difficile nottata, a schiacciare anche un provvidenziale pisolino. Appena sveglio, però, non perde l’occasione per stancarsi nuovamente facendo, in pratica, un unico lunghissimo bagno fino a sera, mentre il sottoscritto trova un canestro ed un pallone da basket con cui svagarsi e Sabrina legge il suo immancabile libro.

Alle 19:30 lasciamo gli abiti balneari per indossare quelli della partenza e andare a cena, poi assistiamo allo spettacolo serale e ci facciamo coinvolgere in alcuni balli latini: tutti gli animatori ci credono appena arrivati perché durante l’intera giornata si sono susseguiti arrivi e partenze da mezza Italia e prima d’ora non ci avevano mai notato, essendo stati, nell’arco di tutta la settimana, a spasso per l’isola. Ma non siamo matricole e alle 23:30, dopo lo spettacolo ed una breve sortita alla discoteca sul molo prospiciente l’hotel, con le valigie usciamo fuori dall’ingresso principale e ci mettiamo in attesa del pullman con cui raggiungeremo l’aeroporto.

Puntuale si presenta il mezzo: carichiamo i bagagli, saliamo a bordo e lentamente ci avviamo salutando il Blu Club, mentre Federico, che si stava divertendo, commosso quasi si mette a piangere.

Sotto alla stellata della notte ibizienca ci avviamo sulla strada che corre in direzione del capoluogo e quasi subito, mentre ci lasciamo alle spalle il Puig de Missa di Santa Eularia, scocca la mezzanotte e va ad iniziare un nuovo giorno … … Lunedì 4 Agosto 2003: Secondo il catalogo di Teorema questa vacanza doveva già essere terminata, invece eccoci qua, ancora ad Ibiza … e oggi pomeriggio devo andare al lavoro.

Intorno alle 00:30 giungiamo all’aeroporto internazionale e ci mettiamo in fila per imbarcare i bagagli, mentre il volo Az6738 per Bologna, sul tabellone, denuncia un’altra mezzora di ritardo e adesso è dato in partenza per le 2:50 (poteva andare anche peggio … prendiamola così).

Oltrepassiamo senza problemi il metal-detector, con il piccolo che comincia a dare segni di cedimento, così, poco dopo, quando ci mettiamo in attesa alla porta numero nove, si addormenta, seguito a ruota da Sabrina.

Manca ancora un’ora all’imbarco e faccio una passeggiata nella sala d’aspetto semi-deserta poi, finalmente, qualche minuto prima delle 2:00 varchiamo, tenendo per mano il bimbo barcollante, la porta e alla 2:40 (in anticipo di dieci minuti sul ritardo previsto!) il Boeing 737 dell’Azzurra Air spicca il volo con destinazione Bologna.

Rapidamente saliamo di quota, mentre Sabrina e Federico tornano nel mondo dei sogni e sotto di noi scorre l’intera isola di Ibiza, seguita a breve distanza dalle restanti Baleari.

Cedo anch’io alla tentazione di fare un sonnellino e quando riapro gli occhi, sulla nostra sinistra, si vedono le coste francesi illuminate. Subito dopo sorvoliamo l’Italia e cominciamo a scendere in direzione del capoluogo emiliano, dove atterriamo, finalmente, alle 4:10! Ritiriamo i bagagli e usciamo alla ricerca del pulmino che ci dovrà riaccompagnare a Forlì. Lo troviamo, ma siamo in ritardo e questo è atteso per un’altra commissione. L’autista allora chiama un collega che si presenta, con un mezzo sostitutivo, intorno alle 5:00. Abbiamo perso così un’altra mezzora ed è una magra consolazione per noi essere condotti a casa con l’ausilio di una lussuosa Mercedes.

Alle 5:45 siamo all’uscita autostradale della nostra città e troviamo ad aspettarci i nonni, che avevamo avvisato poco prima telefonicamente. Ci hanno portato la nostra auto, con la quale, mentre sta albeggiando (questo è un vero e proprio record per il ritorno da un viaggio!), alle 5:56 raggiungiamo casa.

E’ stata una bella vacanza, peccato solo per questo disagevole rientro. Il mare di Ibiza ci ha pienamente soddisfatti, così come la visita al suo centro storico, in barba a tutti quanti ritengono l’isola solo ed esclusivamente un luogo trasgressivo nel quale fare vita notturna. La natura è stata generosa con questa terra. L’uomo invece non gli ha portato il rispetto dovuto ed è stato consumato, purtroppo, in più d’un caso, lo scempio dell’urbanizzazione selvaggia … ora basta, gente di Ibiza! Fermate il cemento che avanza e salvaguardate ciò che ancora di bello e prezioso vi è rimasto, perché ne vale sicuramente la pena!  Dal 27 Luglio al 4 Agosto 2003



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