Olanda e un pò di Belgio

Partenza il 6 agosto dall’aeroporto di Treviso.La compagnia aerea con cui ho volato è la Transavia. Costo del biglietto andata e ritorno 160 euro. Sono atterrata in orario all’aeroporto di Schipol e da lì ho preso il treno che mi avrebbe portato a L’Aja (Den Haag) dove mi aspettava la mia amica Francesca che vive e lavora lì. Il sistema...
Scritto da: Barbara76
olanda e un pò di belgio
Partenza il: 06/08/2006
Ritorno il: 15/08/2006
Viaggiatori: da solo
Spesa: 1000 €
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Partenza il 6 agosto dall’aeroporto di Treviso.La compagnia aerea con cui ho volato è la Transavia. Costo del biglietto andata e ritorno 160 euro. Sono atterrata in orario all’aeroporto di Schipol e da lì ho preso il treno che mi avrebbe portato a L’Aja (Den Haag) dove mi aspettava la mia amica Francesca che vive e lavora lì. Il sistema ferroviario olandese è molto efficiente e tempo mezz’ora arrivo alla stazione centrale .

Per quanto riguarda i biglietti dei treni vi consiglio di acquistarli nelle macchinette self service che si trovano in ogni stazione in quanto il biglietto costa meno rispetto alla biglietteria. Munitevi di molte monete perchè queste macchinette accettano solo pochissimi tipi di carte di credito.

Arrivata all’Aia sono rimasta sorpresa di trovare temperature simili a quelle che avevo lasciato in Italia ma mi sono presto ricreduta. Una caratteristica infatti dell’Olanda è la variabilità del tempo.

1°giorno_L’Aja L’Aja è una città abbastanza carina, non è tra le mie preferite ma è comunque caratteristica. A differenza delle altre città olandesi ha pochissimi canali che la attraversano ma ha comunque il suo fascino. Ho girato la città prevalentemente a piedi. Il mio tour è iniziato con il Binnenhof, cuore amministrativo e politico di tutti i Paesi Bassi, suggestivo, soprattutto di notte, il laghetto che lo costeggia su un lato. Di fianco al Binnenhof c’è il ‘Mauritshuis’ ospita quadri di Rembrandt, Vermeer e molti altri. Tra i quadri più famosi del museo c’è ‘La ragazza con l’orecchino di perla’, purtroppo non ho avuto modo di visitarlo visto che quel giorno c’era la chiusura settimanale dei musei (il lunedì all’Aja). Poi mi sono diretta alla Grote Markt dove si può vedere il vecchio palazzo comunale con le sue finestre rosse ora sostituito dal modernissimo edificio bianco definito dai locali il palazzo di ghiaccio. Continuando la mia camminata sono passata dinanzi il palazzo della regina, modesto direi, e sono arrivata al Palazzo della Pace. Il tribunale internazionale è visitabile solo su prenotazione telefonica quindi mi sono dovuta accontentare di ammirarlo dall’esterno. Al ritorno dal palazzo della pace ho cominciato a girare per le vie senza una vera e propria meta e mi sono casualmente trovata nel bel mezzo di una mostra di Botero. Un viale lungo 100 metri con statue ovunque. Bellissimo.

Il resto della giornata ho deciso di passarlo in spiaggia. Ho preso dal centro uno dei tram che conducono a Scheveningen. Il tragitto in autobus dura circa 20 minuti e attraversa diversi parchi. Nonostante fosse agosto la spiaggia era praticamente deserta viste le temperature. Appena si arriva in spiaggia si presentano due scenari completamente diversi; da un lato si trova il classico lungomare pieno di negozi, ristoranti e alberghi (questa spiaggia è definita la Rimini olandese) e dall’altro se ci si allontana un po’dalla zona commerciale si può ammirare lo spettacolo delle dune e del mare del nord. La vita notturna all’Aja è intensa, le piazze sono ricche di ristorantini con tavolini all’aperto, peccato che il tempo e il freddo mitigassero ogni entusiasmo.

2°giorno_Rotterdam Io adoro questa città. Detto questo la mattina di buon ora mi sveglio e dopo aver salutato la mia amica che purtroppo andava a lavoro mi sono rimessa in viaggio. Destinazione Maeslantkering. E’ una diga mobile costruita nel canale di Rotterdam ,ed è il progetto finale del Delta Works. Io per deformazione professionale sono affascinata dalle dighe e non potevo perdermi l’occasione di vedere tale imponente struttura da vicino. Sono arrivata a Rotterdam, 30 minuti dall’Aja, e ho preso il primo autobus che mi avrebbe portato al porto in corrispondenza del ponte di Erasmo. Arrivata al porto sono rimasta svariati minuti con il naso all’insù ad ammirare questa meraviglia dell’ingegneria civile.

Ripresa da tanta meraviglia mi sono diretta, passando sotto il ponte, verso gli sportelli della compagnia di traghetti della Spido per comprare un biglietto comprendete il giro del porto di Rotterdam e la visita alla diga. Il tour è durato mezza giornata, partenza alle 10 e rientro alle 17 e nel prezzo (40 euro circa) è compreso il pranzo con cucina internazionale molto abbondante. La vista di Rotterdam dal porto toglie il fiato. Sembra una piccola Manhattan. Il ponte di Erasmo, il palazzo della telecom di Renzo Piano e tanti altri edifici modernissimi e particolari danno l’impressione, momentanea, di non essere in Olanda in cui tutte le città hanno più o meno lo stesso stile ma successivamente torna alla mente la triste realtà che questo scenario è conseguente al fatto che è una città che è stata completamente rasa al suolo durante la seconda guerra mondiale.

Al rientro a Rotterdam, ho seguito il percorso architettonico suggerito dalla lonely planet. Lasciandosi alle spalle il ponte di erasmo si percorre il canale in direzione dell’altro ponte (rosso)n molto meno affascinante. Attraversata la strada in corrispondenza del ponte si presenta uno scenario completamente diverso. Sulla sinistra c’è il palazzo bianco uno dei pochi rimasti ai bombardamenti e sulla sinistra uno spettacolare porticciolo con barche che rimandano ai tempi dei pirati e come sfondo le spettacolari case cubiche. Guardandole si pensa a come si possa vivere in tali case ma si può. Una di tali case è un museo e quindi per due euro è possibile visitarla. E’ strutturata su tre piani, il primo zona soggiorno cucina, il secondo zona notte e il terzo mini mansarda. Ovviamente tutti e tre i piani hanno una metratura ridicola considerando anche che le pareti sono inclinate ma sono deliziosi.

Finito questo giro sono ritornata in stazione direzione L’Aja con l’intento di ritornare per terminare il giro della città.

3°giorno_Kinderdijk Kinderdijk è un posto spettacolare dichiarato patrimonio dell’UNESCO. Vi sono 19 mulini a vento. La leggenda vuole che durante l’alluvione del 1420 una culla con all’interno un bambino ed un gatto, trasportata dalle acque andò a depositarsi sulla diga, da qui il nome Kinderdijk (la diga del bambino). Ci sono diversi modi per raggiungere questo posto, io ho scelto di arrivare in treno dall’Aja a Rotterdam Lombardijen e poi uscita dalla stazione ho preso un autobus,il numero 154., che in 40 minuti mi ha portato a Kinderdijk. Lo spettacolo che si presenta una volta arrivati è unico, era la prima volta che vedevo tanti mulini a vento tutti insieme. C’è un percorso di 4 km che si può fare sia a piedi o in bicicletta che permette di ammirali tutti. La giornata non era delle migliori ma, non so come spiegarlo, quel cielo cupo rendeva il giro ancora più affascinante. E’ possibile visitare solo uno di questi mulini, ovviamente a pagamento, ma ne vale la pena se ne non se n’è mai visto uno. Per chi si dovesse recare in Olanda nel mese di settembre consiglio di visitare questo posto perché di sera, solo in questo mese, i mulini vengono illuminati e sono in funzione. La mattina era ormai terminata e ho quindi deciso di ritornare a Rotterdam. Per il ritorno ho preso l’autobus 91 fino alla fermata della metro Rotterdam Luidsplein. Ho pranzato a Rotterdam e una volta lì ho deciso di terminare il giro turistico di questa città. Mi sono quindi diretta al parco dei musei, zona completamente immersa nel verde in cui c’è, oltre ad altri, lo spettacolare museo Boijmans van Beuningen. E’ il più importante museo di Rotterdam. La sua vasta collezione comprende capolavori che vanno dal medioevo all’arte moderna e contemporanea. Stupendo, inoltre ancora più stupendo perché quel giorno l’ingresso, a mia insaputa, era gratuito. Io adoro l’arte contemporanea e qui ho trovato mostre interessantissime, vi sono quadri di Kandnsky, Munch, Mondrian, Picasso e dei bellissimi Dalì. Merita sicuramente una visita.

Quello di cui sono rimasta sorpresa è che in quasi tutta l’Olanda, eccetto Amsterdam, i musei chiudono prestissimo, alle 17.00.

Dal park museum ho terminato il mio giro al Delfshaven. E’ il porticciolo da cui sono partiti i padri pellegrini alla volta dell’America. E’ suggestivo il canale, le case tipiche olandesi e il mulino a vento. Lungo il canale c’è la chiesa in cui venne celebrata la messa prima della partenza dei pellegrini. La giornata è terminata e decido quindi di lasciare questa splendida città per far ritorno all’Aja.

4°giorno_Utrecht Ero davvero molto curiosa di visitare questa città di cui avevo sentito spesso parlare da un mio amico che aveva fatto l’Erasmus lì. L’impatto non è stato dei migliori. Scesa dalla stazione mi sono trovata di fronte ad una immagine orribile. In pratica per raggiungere il centro occorre obbligatoriamente passare per un mega centro commerciale. Era talmente grande e dispersivo che dava quasi l’impressione di non arrivare mai.

L’idea è cambiata radicalmente quando ho cominciato a camminare per le vie. Pittoreschi sono i canali , lungo i quali a livello d’acqua si trovano ristoranti e bar che sono ad una quota più bassa rispetto al piano stradale. Ovunque è visibile il campanile di Utrecht, il più alto in Olanda con le tredici campane che formano il più grande carillon d’Europa. Come accennavo sul tempo, io sono arrivata ad Utrecht ed il tempo era sereno e dopo poco un temporale. Ci siamo trovati in almeno 20 persone sotto un arco cercando di ripararci ma la cosa buffa è che ci siamo comunque bagnati tutti grazie alle folate di vento che arrivavano una volta da una parte e una volta dall’altra. In attesa che si calmasse il tutto mi sono infilata nell’ufficio turistico e ho prenotato la visita al campanile. Purtroppo se si decide di visitarlo è necessario farlo con una guida ma alla fine è stato anche interessante sentire la storia del campanile e del duomo di fianco. Il campanile è alto 112 metri e noi siamo saliti fino in alto a piedi , con tappe varie in cui il ragazzo che ci accompagnava ci mostrava diverse cose, siamo giunti fino al carillon ma ovviamente quel giorno non funzionava per un guasto. Purtroppo arrivati in cima a causa del cielo coperto non si aveva una grande visuale.

Il duomo, di fronte il campanile, e il campanile una volta erano parte di una stessa struttura. Un uragano fece crollare il corpo centrale ma il campanile rimase intatto. Dall’alto è possibile notare meglio a traccia dei muri della parte di struttura crollata. Di fianco al duomo c’è una delle sedi dell’università di Utrecht e un cortile molto carino.

Il mio tour è proseguito con la visita al castello di Utrecht. Si trova un po’ fuori la città. Sono andata alla stazione degli autobus e ho atteso che arrivasse il 127, era praticamente l’ultimo autobus disponibile per arrivare prima della chiusura. Durante il tragitto in autobus ho conosciuto due ragazzi Italiani, Barbara e Stefano che saluto, davvero simpatici che hanno condiviso con me questo pezzetto di viaggio. Dopo circa 30 minuti l’autista ci ha indicato che dovevamo scendere e poi camminare per 15 minuti per arrivare al castello.

La fermata a cui siamo scesi ha un non so che di inquietante. Si scende in un villaggio fatto di case tutte uguali, tutte col giardino, tutto pulito, nessun rumore fastidioso. Tutto troppo troppo perfetto. La camminata nella campagna olandese è stata piacevole e alla fine visione fiabesca. Il castello delle fiabe, quello di Cenerentola, Biancaneve e tutte le altre. Visto l’orario, erano le 16.00, ci hanno fatto pagare solo l’ingresso per il parco e non per la visita del castello. Siamo entrati in questo parco e abbiamo ammirato il castello in tutta la sua grandezza. E’ circondato da questo laghetto e le varie parti del castello si collegano tra loro con dei ponti di. Eravamo lì che facevamo foto, quando sentiamo una bambina dire la parola Bambi. Noi ci siamo girati e subito siamo andati a vedere cosa stava vedendo questa bambina ed effettivamente c’era in lontananza un recinto con dentro dei cerbiatti. Troppo teneri e ovviamente siamo andati a fotografarli ma la nostra presenza li ha infastiditi non poco e solo pochi si sono lasciati fotografare.

Terminato il giro siamo ritornati verso il villaggio ad aspettare l’autobus che ci avrebbe riportati ad Utrecht. Salutatii i miei due compagni di viaggio per questo breve tragitto, sono tornata all’Aja.

5°giorno_Alkmaar_Harlemm_Leiden Purtroppo al risveglio ho avuto una brutta sorpresa. Pioggia,pioggia. Il mio programma prevedeva la visita ad Alkmaar per assistere alla mercato del formaggio tipico del posto che si tiene, nei mesi estivi, solo il venerdì. Nell’indecisione ho deciso comunque di mettermi in viaggio e visto che per raggiungere Alkmaar avrei dovuto cambiare ad Harlemm, a seconda del tempo trovato ad Harlemm avrei scelto cosa fare.

Arrivata ad Harlemm, visto che era in atto un temporale che sembrava non voler terminare, ho deciso di proseguire per Alkmaar. Man mano che ci avvicinavamo alla mia destinazione il tempo sembrava migliorare ed infatti fortunatamente c’era solo una leggere pioggerellina.

Dalla stazione ho preso un autobus per raggiungere la piazza Waagplein dove si teneva il mercato. Il realtà quello a cui ho assistito è uno spettacolo folcloristico piuttosto che un mercato. In pratica dimostrano come avveniva la vendita del formaggio prodotto da diversi caseifici. Ogni caseificio è caratterizzato da un colore. E’ presente la figura di un degustatore e di un giudice e poi c’è la pesa pubblica e si stabiliva il formaggio migliore e quindi il prezzo. E’ sicuramente uno spettacolo interessante da vedere ma se si ha poco tempo non indispensabile. Alkmaar è una città molto carina, ho girato un po’ per la città e per i canali ma visto che il tempo sembrava peggiorare ho deciso di tornare ad Harlemm.

Arrivata ad Harlemm ho piacevolmente scoperto che aveva smesso di piovere ma che soprattutto c’era un gran sole. Dalla stazione mi sono incamminata verso il centro. Questa città è famosa per gli Hofj, sono dei cortili molto ben tenuti con intorno delle case. Adesso sono adibite a ricoveri ma in passato era case che i ricchi donavano ai poveri che dovevano sostare a determinate regole. Ce ne sono diverse in giro e i loro giardini sono davvero particolari. La piazza centrale è molto bella con il municipio in stile gotico (quel giorno ho assistito ad un matrimonio), il vecchio mattatoio oggi museo e la cattedrale. La cattedrale merita sicuramente una visita. Al suo interno c’è uno degli organi più grandi del mondo, suonato da Mozart all’età di dieci anni, c’è anche un pendolo di Focault usato per i suoi esperimenti. L’ingresso alla cattedrale è a pagamento, intorno ai 2,50€. Ho continuato il giro alla ricerca di un Hofj che veniva descritto nella lonely placet, come il più bello di tutti ma non riuscivo a trovarlo e quindi cammina cammina sono rimasta attratta da questa imponente struttura che sembrava essere vicinissima ma in realtà non lo era e quindi mi sono resa conto che ero uscita fuori dalla mappa che avevo a disposizione. Ma ne è davvero valsa la pena, questa cattedrale aveva lo stesso nome di quella che era in piazza ma enorme. Bellissima. Ho scattato un po’ di foto e dopo ho decisio di tornare indietro o meglio di cercare la strada per tornare indietro, ma il tempo non è venuto in mio aiuto infatti ha cominciato a diluviare e alla ricerca di un riparo, ormai zuppa, mi sono fermata sotto un arco. Il tempo di riprendermi, comincio a guardarmi un po’ intorno e nello girarmi scopro di essere all’ingresso dell’Hofj che tanto cercavo. Era più grande degli altri, molto ben tenuto e le case credo fossero abitate tutte da persone anziane. Ormai tardi mi avvio verso la stazione. Arrivata all’Aja ,la mia amica Francesca mi propone di andare a mangiare a Leiden. Io che non dico mai di no accetto volentieri anche perché avevo intenzione di visitarla e quindi felici del fatto che le condizioni metereologiche sembrano averci dato tregua, ci mettiamo in viaggio. Dovevamo inoltre decidere cosa avremmo fatto nel week end visto che lei finalmente non dovendo lavorare poteva passare due giorni con me. L’idea di partenza era di visitare le Isole Frisone che dicono siano bellissime da girare in bicicletta ma le previsioni non davano speranze, allora le ipotesi erano due: -Mastricht e Aquisgrana -Brugge e Bruxelles Beh alla fine abbiamo scelto la seconda.

Leiden è davvero una città molto carina e poi di notte ha un fascino tutto particolare.E’ la città in cui ha sede l’Università più antica dei Paesi Bassi . Questa è la città dove è nato Rembrant, infatti nella piazza che si trova di fronte la casa in cui lui è vissuto, dove è affissa una targa,c’è una statua che rappresenta lui da bambino. Se si ha un po’ di tempo consiglio vivamente di visitarla ne vale proprio la pena.

6°giorno_Anversa_Brugge Ci siamo, finalmente io e Franz riusciamo a passare un po’ di tempo insieme. Ci dirigiamo verso la stazione per prendere il treno che ci porterà in Belgio. Destinazione Anversa, Brugge e Bruxelles. Scopriamo con sorpresa che le ferrovie olandesi prevedono lo sconto week-end se si compra un biglietto andata e ritorno che prevede il ritorno entro la mezzanotte della domenica. La nostra intenzione era quella di passare la notte a Brugge e quindi era necessario effettuare un cambio ad Anversa. Volendo visitare la domenica anche Bruxelles, per usufruire dello sconto week-end abbiamo comprato con lo sconto un biglietto andata e ritorno l’Aja- Brugge con cambio ad Anversa e a parte abbiamo comprato la tratta andata e ritorno Anversa-Bruxelles. Spendendo con il 60% di sconto davvero poco.

Dopo circa un’ora e mezza di treno arriviamo ad Anversa. In realtà né io né Franz sapevamo niente di questa città, quindi con in mano la cartina presa all’ufficio informazioni in cui ci eravamo fatte indicare le cose più importanti da vedere ci incamminiamo. La giornata era bellissima, un cielo azzurrissimo e faceva davvero caldo. Abbiamo percorso la via principale che dalla stazione ci ha portati alla Grote Markt, il cuore antico di Anversa. E’ una piazza davvero particolare di forma triangolare con al centro una statua particolarissima che raffigura una personaggio mitologico che si erge su un cumulo di sassi e tiene in mano una mano recisa. Pare infatti che questo personaggio abbiamo ucciso, tagliandogli di netto la mano, un gigante che taglieggiava i marinai che passavano nel fiume che bagna Anversa. Tutto intorno alla piazza ci sono questi edifici che portano sul tetto una specie di pennacolo, statue d’oro che rappresentano un particolare mestiere.

Da qui ci siamo dirette verso il fiume e siamo arrivate fino ad un piccolo castello che abbiamo visitato solo dall’esterno. E poi come non fermarsi davanti ad una delle infinite pasticcerie e così ingorde abbiamo comprato due pezzi di due torte all’apparenza fantistiche, e così è stato. Il tempo a nostra disposizione stava per terminare ed era ora di tornare in stazione per prendere il treno che ci avrebbe portato a Brugge.

Arriviamo a Brugge intorno alle 18 e purtroppo piove. Non curanti di questo ci dirigiamo verso l’ufficio informazioni per riuscire a trovare un posto in cui dormire. Arrivati ci dicono che non ci sono camere disponibile perché, sfortuna ha voluto, quello era un giorno festivo ed era tutto prenotato e quello rimasto aveva un prezzo esagerato. Fortunatamente l’insistenza di Franz ha pagato. Abbiamo costretto la ragazza dell’ufficio a insistere, fino a trovare una camera singola in cui far sistemare due letti. Rincuorate ci dirigiamo innanzitutto verso l’albergo per lasciare le tre cose che portavamo con noi. L’albergo era carino e la stanza minuscola ma per una notte era più che sufficiente. Abbiamo atteso che la pioggia si calmasse un po’ e poi siamo uscite. Brugge è uno dei luoghi turistici più importanti di tutto il Belgio, definita la Venezia belga. Tra le principali attrazioni della città figurano i numerosi canali e i siti archeologici. Il centro storico è stato proclamato patrimonio dell’Unesco. E’ davvero una città bellissima a mio parere molto romantica. Di notte è meravigliosa, alcuni canali sono illuminati ed è bellissimo girare per le vie e viuzze di quella città con quell’atmosfera incanta.

E poi le gauffre. Vorrei potervi descrivere l’odore che impregnava le vie della città, indescrivibile e il solo pensiero mi fa venire voglia di mangiarne una. Stanche del viaggio siamo tornate in albergo.

7°giorno_Brugge_Bruxelles Dopo l’abbondante colazione decidiamo, prima di andare a prendere il treno per Bruxelles di fare ancora un giro. Abbiamo camminato un po’ lungo i canali e con sorpresa abbiamo visto che qui è possibile girare la città anche con delle carrozze trainate dai cavalli. Carino. Decidiamo di andare a vedere la zona dei mulini a vento, ce ne sono diversi ma nessuno è in funzione. Dopo questo breve giro ci dirigiamo verso la stazione per prendere il primo treno per Bruxelles. Ero curiosa di vedere questa città anche perché sapevamo che avremmo trovato nella piazza centrale il tappeto di fiori. Ogni due anni nella settimana di ferragosto allestiscono in piazza questo enorme tappeto fatto di petali di fiori che vanno a formare un disegno, ogni volta diverso.

Uscite dalla stazione ci ferma immediatamente un signore che voleva farci fare un giro su un autobus turistico. Io non ero tanto dell’idea ma Franz è partita in quarta e alla fine ci siamo trovate sopra questo fatiscente autobus. In fondo avevamo pochissime ore per girare e quindi questa era diciamo la soluzione più veloce per riuscire ad avere un’idea di cosa ci fosse da vedere. Il giro comprendeva diversi stop in corrispondenza dei monumenti più importanti. Faccio fatica a ricordare i nomi dei monumenti, quello che ricordo è il palazzo dei reali, la sede del parlamento europeo, l’atomo: edificio meraviglioso, l’arco di trionfo, il giardino giapponese. Sarebbe stato bello approfondire la visita di almeno qualcuna di queste strutture ma il tempo era davvero poco. Terminiamo il giro in corrispondenza della Grande Place dove finalmente scendiamo. Questa piazza testimonia la ricchezza che la città aveva vissuto nel 14h secolo. Al centro della piazza c’era il tappeto di fiori, enorme quasi ad occupare l’intera superficie. I petali di diverso colore andavano a formare diverse figure geometriche. La piazza era affollatissima e tempo di qualche foto ci dirigiamo verso la statua del bambino che fa pipì che è la mascotte della città. Giriamo ancora un po’ per la città, mangiamo ovviamente una gauffre e poi ci dirigiamo verso la stazione dei treni. E’ tempo di tornare all’Aja.

8°giorno_Delft Ultimo giorno di vacanza. Mi sveglio e purtroppo diluvia, nell’attesa che smetta decido cosa andare a vedere. Riesco ad un uscire di casa che ormai è mezzo giorno quindi arrivata in stazione decido di tornare a Rotterdam e al ritorno di fermarmi a Delft. Rotterdam è una città che mi ha affascinato subito, la voglia di rivederla prima di partire era tanta e mi concedo quindi un giro veloce in cerca di qualche souvenir. Dopo un pranzo veloce decido di riprendere il treno e di fermarmi a Delft.

Delft è una città davvero carina e si può visitare in pochissimo tempo. Ha il fascino della città piccola dove tutto è concentrato intorno alla piazza centrale. La città è famosa per le ceramiche. Se si ha un po’ di tempo è possibile visitare una fabbrica di ceramiche che si trova un po’ fuori la città, in alternativa vi consiglio di visitare il piccolo laboratorio che si trova su una strada che costeggia la piazza. Qui potete assistere a tutte le fasi che portano al prodotto finale. Io ho comprato qui degli oggettini da portare a casa e vi avviso che i prezzi non sono bassi ma almeno siete sicuri che sono davvero prodotti originali del posto con tanto di garanzia. Diffidate dei negozi che si affacciano sulla piazza perché purtroppo oltre a vendere ceramiche originali hanno un elevato quantitativo di ceramiche prodotte in Cina (ovviamente sono quelle che costano di meno). Il tempo non è dei migliori, la pioggia va e viene e quindi approfittando di un momento di stasi per tornare in stazione.

Passo la serata con Franz con la consapevolezza che questo è l’ultimo giorno e che domani partirò per l’Italia. 9° giorno_ Si ritorna in Italia

E’stato un viaggio bellissimo, ero già stata in Olanda ma solo ad Amsterdam e da questo viaggio posso dire che l’Olanda non è solo Amsterdam che seppur bellissima è solo una delle città davvero affascinanti di questa nazione.



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